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Giornata mondiale dell’acqua, Coldiretti: «Bene pubblico da preservare»

COSENZA- «La giornata Mondiale dell’acqua che si sta celebrando è una notizia che deve servire a tenere alta l’attenzione da parte di tutti, e soprattutto in Calabria che si caratterizza proprio per avere una grande ricchezza di acqua». Così Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, commenta la giornata che non deve essere solo celebrativo. «L’inquinamento delle acque, è una ingiustizia sociale, per la natura e le persone, una offesa alla dignità della vita. Vi è sicuramente una nuova sensibilità, ma sempre di più si deve affermare che l’acqua è una risorsa naturale fragile di importanza inestimabile che si qualifica come diritto fondamentale per ognuno. E’ evidente, che occorrono maggiori investimenti pubblici al fine di essere al riparo da soprusi e da colpi di mano di interessi privati. Ebbene, di rilievo – prosegue Molinaro -mi pare di poter portare ad esempio positivo in Calabria, il ruolo dei consorzi di bonifica, che gestiscono invasi di primaria importanza e reti idriche e forniscono acqua per uso irriguo agli agricoltori. Operare , come fanno i consorzi di bonifica all’interno di bacini idrografici omogenei comporta di per se che la gestione è impostata sulla base di criteri di cooperazione, contemperando le spinte di meri interessi territoriali». I consorzi con la loro attività, stanno costruendo una nuova cultura dell’utilizzo dell’acqua. Infatti stanno portando avanti il progetto “Irriframe” che serve proprio ad un consumo più efficiente delle risorsa idrica attraverso i misuratori di consumo ed essere in perfetta linea con una nuova etica dell’acqua ordinata, nel quotidiano e verso ciascuno, ad usarne meno. I Consorzi di Bonifica della Calabria vogliono investire proprio sulla risorsa idrica Da uno studio si riscontra che su 35mila ettari irrigati in Calabria esiste in media una disponibilità idrica per concessione di circa 28mila litri/sec. con una evidente utilizzabilità della risorsa idrica da destinare all’uso promiscuo irriguo -idroelettrico perché la dotazione degli impianti consortili è di circa 0,5 litri/sec e si registra quindi un surplus per ettaro di 0,3 litri/sec. «Le acque irrigue – prosegue – si sono costantemente adeguate ai nuovi bisogni contribuendo in misura determinante alla qualità e quantità delle produzioni, alla competitività delle aziende ed alla produzione , appunto, di energia pulita, con benefici effetti sull’ambiente. Si deve ritornare ad investire nella risorsa idrica sia il piano irriguo nazionale che quello regionale, nonchè il PSR 2014-2020 con tecniche per favorire il risparmio idrico nell’irrigazione, l’ammodernamento degli impianti irrigui perché non possiamo permetterci di continuare nella flessione nella spesa per investimenti nel settore che diventerà sempre di più strategico e fattore decisivo per l’agricoltura di qualità e potrà assicurare con i progetti sul Piano Irriguo Nazionale e Regionale 40mila potenziali nuovi posti di lavoro».

 

Guasto al serbatoio, ridotta erogazione idrica su Via Popilia

COSENZA – La SoriCal informa di aver registrato il funzionamento difettoso di un meccanismo installato sulla diramazione idrica verso il serbatoio di Colle Mussano. In attesa di poter sostituire il pezzo difettoso, attualmente non disponibile, si verifica una minore fornitura verso il serbatoio in questione che comporta, quindi, una minore portata di acqua su via Popilia e aree limitrofe. SoriCal rassicura sul monitoraggio quotidiano dell’erogazione verso tutti i nodi idrici cittadini in attesa di poter effettuare l’intervento di sostituzione.

Lamezia Terme, D’Amico:«È inaudito quanto sta avvenendo con la gestione dell’acqua»

LAMEZIA TERME (CZ) – «È inaudito quanto sta avvenendo in Calabria con la gestione dell’acqua, ed in particolare nella città di Lamezia Terme, dove si vuol far ricadere sui cittadini la responsabilità dei disservizi e delle continue interruzioni idriche che tanto disagio hanno causato al popolo-rende noto Pasquale D’Amico di Azione Identitaria Calabria-. È evidente che manca una chiara volontà politica di procedere con una ri-pubblicizzazione del servizio idrico integrato cosi come è avvenuto in altri comuni calabresi mentre a Lamezia si continua a preferire società come Sorical che non hanno alcun diritto, per legge, di trattare l’acqua come di sua proprietà. I cittadini siano chiamati a pagarne non il consumo bensì solo il servizio. Chiedo alla Multiservizi ed all’amministrazione comunale di smetterla con l’accusare i cittadini per celare tutta la loro ignominia politica davanti a tali soprusi compiuti da Sorical, l’unico grido che dovrebbe essere lanciato rispetto a questa tematica è quello dei cittadini all’indirizzo della stessa Multiservizi e dell’Amministrazione comunale, ma non di allarme bensì di vergogna».

Le analisi dicono che l’acqua di Cosenza è salubre

COSENZA – L’acqua di Cosenza è salubre. Sono negativi, infatti, i risultati delle analisi chimiche sull’acqua che esce dai serbatoi utilizzati per il rifornimento idrico della città. Nei giorni scorsi erano stati depositati altri risultati, sempre negativi tranne che che in due casi con livello di coliformi di poco superiore alla norma nelle zone servite dal Merone e dall’adduttore di Timpafusa. In questi casi i problemi sarebbero risolvibili, secondo i tecnici dell’Arpacal, perché riguardano il trattamento dell’acqua e quindi le condizioni igieniche della struttura. Una querelle, quella dell’acqua a Cosenza, partita dopo che i carabinieri hanno passato al setaccio la sede della Sorical, l’ufficio tecnico del Comune e i serbatoi. Lo scopo è stato quello di acquisire documentazione contrattuale e compiere campionamenti sulla salubrità dell’acqua. L’attività di indagine sta comunque proseguendo e scaturisce dalla perdurante crisi idrica che affligge Cosenza. Le indagini presero il via da una serie di esposti in cui si evidenziavano delle disfunzioni nella distribuzione dell’acqua e in cui si segnalavano alcune anomalie.

Lavori al serbatoio di Colle Mussano, sospesa erogazione idrica

COSENZA – La Sori.Cal informa che mercoledì 1° marzo sarà interrotta la fornitura idropotabile al serbatoio di colle Mussano per consentire la sostituzione, concordata con i tecnici comunali, del contatore installato all’interno del partitore di Colle Mussano.
I lavori inizieranno alle ore 8,30 e se ne prevede l’ultimazione nel pomeriggio della stessa giornata. Durante l’interruzione la portata disponibile sarà comunque veicolata in aggiunta a quella attuale, al serbatoio comunale Merone.

Senz’acqua da tre giorni, a Mendicino l’indignazione dei grillini

MENDICINO (CS) – «Mendicino è a “secco” ormai da tre giorni consecutivi!  Da giovedì 3 febbraio non scorre acqua dai rubinetti delle case. Ormai  l’interruzione è una routine.  Chi non  ha la possibilità disporre di una cisterna di riserva  si trova in una situazione   davvero umiliante! Lavarsi con acqua di bottiglia, non poter fare  le pulizie non poter gestire i servizi igienici  diventa, dopo quasi 4 giorni,  mortificante per la dignità di ogni persona.   Cosa  ancor più grave  è che quando l’acqua scorre, spesso risulta sporca e non potabile». Questo quanto si legge in una nota del Meetup Mendicino in Movimento. «L’indignazione dei cittadini è aggravata – prosegue la nota-   dalla mancanza di comunicazione, da parte di un’amministrazione che fornisce ai cittadini giustificazioni parziali e non risolutive   ma anche dal    silenzio di un’opposizione  sopita e dormiente. E’ di solo stasera un breve comunicato sui social in merito al problema che ha  la veste di una mera promessa. Poco cambia con gli annunci dell’ultima ora che arrivano tardi e non colmano il vuoto informativo di questi giorni. C’è di più, l’erogazione dell’acqua viene a mancare sempre in alcuni quartieri, quindi non c’è una equa  e giusta distribuzione del servizio di questo bene primario. Gli avvisi comunali avvengono sempre con ritardo, dopo che   l’erogazione è stata tolta e quindi impedisce ai cittadini di fare provvista. Insomma la situazione è davvero da  “accampamento”.L’amministrazione rigetta la responsabilità  del  disagio alla sorical e  cerca di esimersi dal proprio dovere. Una gestione interamente pubblica del ciclo integrato delle acque non è affatto un’utopia  E’ possibile e necessario  avviare le procedure e gli interventi necessari al fine di revocare a SORICAL la gestione del servizio idrico nel territorio comunale, sulla base di quanto previsto nell’Art. 9, comma 4, della legge 36/94 ( Legge Galli). E’ solo questione di coraggio e volontà politica. Gli impianti comunali sono sempre di proprietà del singolo comune perché solo le condutture e gli acquedotti intercomunali ad essere di proprietà della Sorical  e dato che la fornitura di acqua con   i singoli comuni è disciplinata dalle singole convenzioni ,ogni comune è libero di uscire dal sistema e di creare una gestione integralmente autonoma dei propri servizi a totale gestione pubblica.Durante la precedente amministrazione, Antonio Palermo, allora  consigliere comunale di minoranza,  richiamò più volte  l’attenzione nelle opportune sedi, sulla necessità di rivedere gli accordi con la società attualmente incaricata della gestione del servizio idrico e più volte interrogò il sindaco di allora, sulla questione. Con l’attuale amministrazione che impegna Antonio Palermo nella carica di sindaco il  problema permane   irrisolto e per di più  aggravato, dimostrando  forte incoerenza e mancanza di forte  volontà a mantenere l’ impegno elettorale sulla questione.Adesso siamo noi cittadini a riporre le stesse domande all’attuale sindaco. Il Meetup Mendicino in Movimento starà  e vigile sul problema».

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Occhiuto su emergenza idrica, “Fuori i privati dalle reti di distribuzione”

COSENZA – «L’acqua è di tutti. In Calabria è necessario ripartire dai beni comuni». Queste parole venivano pronunciate dal sindaco Mario Occhiuto nel 2013, commentando la sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione all’Amministrazione municipale di Cosenza, a conferma della precedente decisione del Tar e bocciando, per la seconda volta, il ricorso della Sorical contro Palazzo dei Bruzi. Un evidente successo politico-amministrativo dell’esecutivo Occhiuto che già nell’aprile del 2012, non aveva esitato a definire la notevole e inspiegabile riduzione idrica nel capoluogo bruzio, da parte della Sorical, un gesto arbitrario e illegittimo. Il Sindaco in quell’occasione aveva emesso un’ordinanza che imponeva alla società di riportare immediatamente alla normalità i valori medi della fornitura, a tutela di un diritto delle persone. Le affermazioni di allora ritornano oggi di stretta attualità: Mario Occhiuto riapre infatti il dibattito sull’importanza che l’acqua, bene primario, non sia più  oggetto di lucro o di profitti per carrozzoni pubblici e privati che, sprecando risorse, assecondano esclusivi interessi clientelari. La Sorical aveva ritenuto lecito diminuire di circa il 70% la portata di arrivo del serbatoio del Merone, fornito dalle sorgenti degli acquedotti regionali dell’Abatemarco e del Bufalo. Più specificamente, giova ricordarlo, nel mese di agosto 2013 a Cosenza era stata registrata una fornitura idrica giornaliera inferiore a 50 litri al secondo a fronte di una fornitura per l’anno precedente di circa 95 litri al secondo. A settembre di quell’anno era stata poi registrata una fornitura giornaliera inferiore a 40 litri al secondo a fronte di una fornitura nello stesso periodo dell’anno precedente di 90 litri al secondo. Tale riduzione era stata operata senza alcun preavviso e senza alcuna giustificazione, ponendosi contro la tutela del bene della vita di gran parte della cittadinanza e delle istituzioni pubbliche quali scuole, ospedali, cliniche, uffici, eccetera. «La gestione di Sorical dell’acqua in Calabria – afferma il primo cittadino bruzio – è risultata un fallimento. Hanno dimostrato di essere incapaci di investire e di conseguenza hanno peggiorato la situazione di un settore già di per sé complesso». Così propone: «Ritengo che le reti di distribuzione debbano essere gestite dai Comuni, mentre la rete di adduzione potrebbe essere affidata a un Consorzio formato dai medesimi Comuni interessati».Fuori il privato, dunque. L’idea di Occhiuto è la seguente: «La Regione deve occuparsi esclusivamente di fare programmazione, assegnando maggiore potere e deleghe ai Comuni e anche alle Province. I beni di prima necessità devono essere di proprietà pubblica in base al principio della sussidiarietà, con la gestione affidata agli enti più vicini ai cittadini, in modo che vi sia una partecipazione diretta riguardo, appunto, la fruizione dei beni primari e dei servizi di prima necessità – ribadisce ancora il Sindaco – Per questo motivo  occorre attuare un percorso per la loro riappropriazione. Troppi abusi a danno dei cittadini non possono più essere tollerati. Il passaggio intermedio che si interpone tra le sorgenti e i fruitori finali non può essere ricondotto a un soggetto privato che ha dimostrato di non sapere apportare miglioramenti, utilizzando vecchie infrastrutture non valorizzate adeguatamente. Che fine hanno fatto i milioni e milioni di euro che la Sorical avrebbe dovuto investire sulle reti? Il socio privato Veolia, come se non bastasse, ha incassato soldi pubblici e adesso vuole letteralmente volare via. La Regione aveva le risorse europee per finanziare le opere di efficientamento delle reti di distribuzione dei Comuni e ha preteso di fare un accordo quadro per gestire e appaltare gli interventi in maniera diretta. La conseguenza è stata che non è riuscita neanche ad iniziare i lavori, facendo così duplicare la spesa occorrente e già finanziata con fondi strutturali perché intanto i Comuni sono stati costretti ad intervenire per riparare di volta in volta la rete (opere appunto comprese nell’appalto regionale)» .Il sindaco Mario Occhiuto annuncia di aver scritto una corposa memoria al Prefetto, documentazione incentrata perlopiù sulla ipotetica configurazione del reato da parte della Sorical, non avendo adempiuto completamente, la società, alla recente ordinanza emessa dal primo cittadino. Lo afferma da tempo Mario Occhiuto, allargando il discorso agli altri servizi pubblici: «Quando vengono gestiti da privati, i servizi pubblici devono poter mantenere i requisiti del servizio pubblico, ovvero mantenere i criteri di economicità per i cittadini-utenti, di trasparenza e di legalità. Su questo tema la popolazione italiana si è già espressa – sottolinea Occhiuto – perché l’acqua, come l’aria, è un bene vitale e pertanto deve tornare a diventare davvero un bene comune, di tutti, senza la scure di chi arriva a ridurne arbitrariamente la portata nelle abitazioni e nelle strutture come ospedali o cliniche. Per raggiungere gli standard dei Paesi europei – conclude – dobbiamo sperare che si affermi anche da noi in Calabria la coscienza civica per cui ciò che è di primaria necessità debba essere comune e appartenere davvero a tutti».

Servizio idrico, i nove quesiti di Occhiuto in replica al PD

COSENZA – Sulla questione della rete idrica non si fa attendere la risposta del Occhiuto al Partito Democratico. Il sindaco bruzio replica con nove quesiti con i “dati reali” del servizio.

«I dati diffusi dal PD sono stati estratti da uno studio effettuato negli anni 2011-2012 nell’ambito dell’accordo tra il Comune di Cosenza e il Ministero dell’Ambiente, che rappresenta, forse per la prima volta nella storia di Cosenza, una fotografia completa del sistema idrico integrato urbano – si legge nella nota -. E’ paradossale che tale sforzo di conoscenza di una situazione precaria da decenni venga utilizzato proprio contro i promotori di tale azione. A seguito di tale studio, che documentava le notevoli perdite nel sistema di distribuzione, l’Amministrazione è intervenuta radicalmente (caso senza precedenti) sulla parte alta della città, con il completo rifacimento della rete idrica secondo i più avanzati schemi progettuali e gestionali, in oltre trenta ettari di territorio urbano, comprendente circa 200 edifici multipiano, con circa 4 mila famiglie: l’equivalente di un piccolo Comune. Inoltre è attiva giornalmente nell’opera di manutenzione con una media di 250 interventi annui.

A fronte di tutto ciò, la Regione Calabria non riesce ad avviare, da circa quattro anni, l’intervento di ingegnerizzazione  delle  reti  idriche  di  distribuzione  nella città di Cosenza e dei relativi lavori  di  manutenzione  straordinaria. Si trattava dell’accordo di programma la cui mancata attuazione rischia di far pagare due volte gli interventi. Utilizzare temi come quello dell’acqua con il fine strumentale di confondere i cittadini in maniera demagogica è un vecchio metodo che appartiene a certa politica e la gente ha già dimostrato di esserne stanca».

Il sindaco Mario Occhiuto in rierimento a quanto diffuso dai segretari di due circoli del Partito Democratico di Cosenza, quindi precisa: «Capisco lo scopo dell’attacco, ma occorre anche essere aderenti alla realtà. Perché i cittadini abbiamo una corretta informazione, l’Amministrazione comunale tiene dunque a diffondere i seguenti dati tecnici:

1- L’acqua in arrivo nella città di Cosenza è la seguente:

Da acquedotti comunali (misurazioni dirette all’ingresso nei serbatoi): Merone e Zumpo: circa 70 l/s (litri al secondo); Timpafusa: circa 70 l/s; Pozzi Mussano: circa 25 l/s, per un totale di 165 l/s. Da Acquedotti regionali (gestione Sorical): Bufalo e Abatemarco: 313 l/s (dato Sorical) In totale il volume d’acqua in ingresso è di circa 480 l/s, pertanto un bel po’ inferiore ai 540 l/s di cui parlano gli esponenti del PD. Considerando una popolazione servita pari a 102.000 abitanti, che comprende: 70000 residenti circa, 20000 non residenti e 12000 fluttuanti, per un totale di 102.000 circa. Si ha una quantità d’acqua disponibile di 407 litri per abitante al giorno. Tenendo conto della presenza di ospedali, scuole, uffici pubblici e attività economiche presenti nel capoluogo di una provincia tra le più estese d’Italia, il fabbisogno pro-capite oscilla tra i 350 ed i 400 litri per abitante al giorno, considerando perdite nella rete di circa il 30%, che vanno comunque ridotte. Risulta pertanto evidente, da questi dati, quanto sia strumentale l’accentuazione artificiosa del divario tra l’acqua fornita e quella utilizzata. Il volume di acqua fatturata alle utenze comunali è di circa 5 milioni di mc l’anno.

2 -Il sistema di telecontrollo è attivo e per alcuni serbatoi in fase di manutenzione (ad esempio quello del serbatoio Sorical di via De Rada è per l’ennesima volta in panne, a causa delle infiltrazioni di acqua dal soffitto del locale in cui è installato, per il mancato rifacimento dell’impermeabilizzazione della copertura da parte della Sorical).

3 – Il telecontrollo è stato installato per la prima volta circa 10 anni fa. I costi che ha affrontato questa Amministrazione per ripristinarlo, dopo anni di mancata manutenzione, sono stati finora di circa 112.000 euro.

4- Per l’anno di realizzazione si rimanda al punto 2.

5-Riguardo ai costi di gestione del telecontrollo, a parte le spese di manutenzione riportate al punto 2, si possono considerare di circa 10.000 euro l’anno.

6- Gli interventi del personale addetto, per la sostituzione o l’eliminazione di contatori, sono mediamente 800 l’anno.

7- Ovviamente i contatori sono tutti piombati, a meno di manomissioni illecite.

8- L’acqua che affluisce nei serbatoi e gli eventuali sfiori sono monitorati; gli sfiori sono evitati attraverso manovre di accumulo controllato, che al momento opportuno deviano il flusso presso altri serbatoi.

9- Per quanto detto sopra non servono galleggianti».

Cosenza, problemi all’Abatemarco. Sospesa erogazione idrica

COSENZA – A causa di alcune rotture sulle condotte adduttrici dell’acquedotto Abatemarco, verificatesi in località Cerza Dolce nel comune di Cervicati, e in località Contessa nella zona di Lattarico, si è resa necessaria la sospensione di acqua idropotabile nella città di Cosenza per consentire i lavori di riparazione. La So.Ri.Cal ha programmato la sostituzione di un organo idraulico anche nel comune di Montalto Uffugo.

«Sempre la So.Ri.Cal., a beneficio dei comuni vicini a Cosenza, interessati dall’interruzione dell’erogazione idrica, ha inoltre comunicato che l’impianto di sollevamento Caronte di Carolei risulta disalimentato con interruzione dell’erogazione idropotabile alle utenze di contrada Rosario di Mendicino e riduzione della fornitura alle sole utenze di contrada Pasquali di Mendicino e Colamato del Comune di Castrolibero.
La So.Ri.Cal. precisa, infine, che presumibilmente i lavori di riparazione, attualmente in corso, saranno ultimati nel tardo pomeriggio di oggi, con conseguente ripristino della completa funzionalità dell’acquedotto».

Cosenza, una battaglia politica dietro la crisi idrica

COSENZA – Ci sarebbero interessi inconfessabili dietro i disagi accusati dai cosentini per la carenza di acqua. Mario Occhiuto non ha dubbi. La Sorical sta sabotando la rete idrica cittadina per oscurare la capacità della sua amministrazione di ridurre il debito con la Società regionale, ereditato dal passato, e di ammodernare le vetuste tubature del sottosuolo cittadino, limitando così le perdite. Poche ore dopo l’attacco subito dal gruppo consiliare del Pd, roba di venerdì scorso, da Palazzo dei Bruzi è partita una telefonata del sindaco al commissario liquidatore Incarnato che definire dai toni accesi è un eufemismo. L’ultimo atto di una partita più politica che tecnica si è consumato nella serata di ieri, quando Occhiuto ha ordinato alla Sorical di restituire le chiavi dei punti di snodo delle condotte.

L’obiettivo è quello di installare dei misuratori perché forte è il sospetto che dall’Abatemarco giungano meno dei 311 litri di acqua al secondo previsti dal contratto. Dietro questa diatriba si agita lo spettro di una manovra studiata a tavolino per modificare gli assetti societari della Sorical. Il socio privato francese Veolia è in procinto di cedere le proprie quote e a queste latitudini non mancano gli appetiti di gruppi imprenditoriali indicati da Occhiuto molto vicini ad Oliverio.

Cosenza e la problematica della crisi idrica

La risonanza mediatica dello scontro tra Sorical e Comune di Cosenza poi, attrae anche qualche esponente politico in cerca di vetrina. Nicola Morra, senatore dei Cinquestelle, movimento incapace di eleggere un rappresentante a Palazzo dei Bruzi, si esibisce nel suo solito, stucchevole esercizio di parole. Il parlamentare parla di adoperarsi «per riparare l’acquedotto»,  di mancanza di «interazione tra i tecnici della Sorical e i tecnici comunali per rendere efficiente la rete idrica» aggiungendo che «le vasche degli acquedotti comunali presentano difetti strutturali di costruzione, non sono idonee a chiudersi alle ore necessarie e che le stesse valvole di chiusura sono gravemente difettose».

Sul piano politico Occhiuto incassa anche le dichiarazioni a sostegno delle sue posizioni, rilasciate dal consigliere regionale Orsomarso ma anche da Francesco De Cicco, uno degli ex dissidenti, a conferma che la frattura con i malpancisti è completamente rientrata.

Francesco Farina