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Reggio Calabria, confiscati beni a esponenti cosche Crea e Bellocco

REGGIO CALABRIA – La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha confiscato beni, per un valore di un milione e mezzo di euro, nei confronti di Carlo Antonio Longo, di 53 anni, in atto detenuto, esponente della cosca Bellocco della ‘ndrangheta. A Longo, in particolare, é stata confiscata una villa, con annesso terreno, ubicata a Monzambano, in provincia di Mantova, e risultata, secondo quanto é emerso dalle indagini, nella sua disponibilità. Longo, tra l’altro, é stato arrestato nel maggio del 2012 dalla Squadra mobile di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Tramonto”.
Il provvedimento di sequestro, per un totale di 200 mila euro, riguarda beni riconducibili a Girolamo Cutrì, di 61 anni, anch’egli al momento detenuto, esponente della cosca Crea. I beni sequestrati consistono in due appezzamenti di terreno.

Beni confiscati, il Prefetto Sodano nuovo direttore dell’Agenzia nazionale

ROMA – Il prefetto Ennio Mario Sodano è il nuovo direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Lo ha nominato il Consiglio dei ministri nell’ultima riunione, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti. Sodano prenderà operativamente l’incarico nel giro di qualche giorno. Sostituirà Umberto Postiglione, collocato in pensione, che per quasi tre anni ha ricoperto l’incarico di direttore dell’Agenzia. «Il lavoro fatto in questi anni – ha dichiarato Postiglione all’agenzia Ansa – credo si sia visto, soprattutto nel numero delle consegne che abbiamo portato da una media di 600 beni confiscati quando sono arrivato, ai 3 mila di oggi, siamo l’unico esempio nell’amministrazione pubblica ad aver ottenuto questi risultati grazie al lavoro corale dei collaboratori e dei dirigenti dell’Agenzia ed al fatto che abbiamo impostato un nuovo sistema informatico che consente di operare con la Conferenza dei servizi informatica. Abbiamo lavorato bene, pur nella precarietà nella quale l’Agenzia dei beni confiscati è costretta a sopravvivere». L’ex direttore si augura che il Parlamento approvi al più presto la riforma del Codice antimafia, «se il Senato la licenziasse si avrebbe la possibilità di avere almeno 200 dipendenti. Auguro a Sodano ogni successo, di mantenere i livelli raggiunti oggi e superarli. Chiedo al Senato, invece di modificare continuamente la riforma, di dare subito regole che rendano l’Agenzia una struttura stabile: al momento il personale è comandato, cosa micidiale per la funzionalità della struttura». Complessivamente l’Agenzia dispone ad oggi di meno di 100 persone che vi lavorano.

Beni confiscati alla ‘ndrangheta, la Regione tra gli usufruenti

Mafia: beni confiscati,frumento bio da terreno boss ScozzariCATANZARO – La Regione ha partecipato alla conferenza dei servizi che si è svolta a Reggio, nella sede dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati. «Se è vero che il contrasto effettivo alla criminalità organizzata – ha detto Antonio Viscomi –  passa attraverso la confisca dei patrimoni, è altrettanto vero che le Istituzioni pubbliche hanno il dovere di fare in modo che i beni confiscati siano restituiti e fruiti dalla collettività». Sui ventisei beni richiesti dalla Regione vi era una concomitante richiesta di altri Enti dello Stato, per il tramite dell’Agenzia del Demanio e del Comune di Reggio Calabria. I beni richiesti dalle Amministrazioni dello Stato,  per esigenze di allocazione di Uffici o di alloggi delle forze dell’ordine, naturalmente godono di una sorta di corsia preferenziale e sono stati assegnati con priorità. Tuttavia, alcune richieste della Regione hanno trovato accoglimento, grazie anche all’azione sinergica con il Comune di Reggio. In particolare,  i beni richiesti per il progetto dell’Azienda Ospedaliera di Reggio, che prevede l’utilizzazione dei beni come alloggi da destinare alle famiglie dei pazienti  adolescenti assistiti nel reparto oncologico dell’Azienda Ospedaliera, troverà accoglimento attraverso la richiesta congiunta di Regione e Comune che sosterranno il progetto dell’Azienda mediante il trasferimento di sei immobili assegnati. Un complesso di altri tre immobili, saranno assegnati alla Regione ed al Comune di Reggio per essere destinati ad un polo di protezione civile mediante l’insediamento degli Uffici della Protezione Civile regionale e di strutture della protezione civile comunale e/o di associazioni di protezione civile cui il comune potrà destinare un immobile. Infine, per le esigenze di allocazione degli Uffici di “Fincalabra” , è stato individuato un immobile in posizione centrale della città. «Ridare alla collettività i beni confiscati alla ndrangheta – ha dichiarato il Vicepresidente Viscomi – non è una scelta basata su valutazioni di costo: è un dovere civico inderogabile che ogni amministrazione pubblica deve assumere come proprio, anche in rete con tutte le altre amministrazioni. Ciò è quello che ha fatto e continuerà a fare la Regione Calabria».

Beni confiscati a padre di collaboratore di giustizia

REGGIO CALABRIA – La Dia di Firenze, su disposizioni della Dda di Reggio, a Prato, Reggio e Cosenza, ha confiscato beni per oltre 2 milioni di euro a Sante Pisani, 67 anni, imprenditore ritenuto contiguo alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno. All’uomo è stata applicata anche la sorveglianza speciale di ps per 3 anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Pisani, che si era trasferito negli anni ’90 con la famiglia a Poggio a Caiano, provincia di Prato, aveva mantenuto, secondo l’accusa, il ruolo di riciclatore dei proventi della cosca fino al 2012, anno in cui era tornato a Rosarno. Tra i beni confiscati anche lo studio legale Pisani di cui era titolare l’avvocato Vittorio, figlio di Sante e storico legale di fiducia della cosca Bellocco, arrestato nel 2014, e poi diventato collaboratore di giustizia, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, deceduta il 20 agosto 2011 per ingestione di acido muriatico.

Confiscati beni per un 1,5 milioni a già condannati per usura

LAMEZIA TERME (CZ) – La Guardia di finanza ha confiscato beni per oltre un milione e mezzo di euro a due persone condannate per usura con sentenza definitiva della Corte di Cassazione.

I beni confiscati, già sottoposti a sequestro, sono due ville, una delle quali ubicata in un residence sulla costa tirrenica e l’altra nel quartiere Sambiase e un appartamento nel centro di Lamezia Terme riconducibili ad Adriano Sesto e quote societarie di un’azienda operante nel settore dei trasporti e denaro per oltre 100 mila euro su un conto corrente, un Suv e un motociclo riconducibili a Ferdinando Greco.
La decisione fa seguito all’operazione “Lex genucia” del 2012 condotta dal gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme, coordinata dalla Procura della Repubblica, che portò all’arresto di dieci persone accusate di avere vessato con prestiti usurari diversi imprenditori della zona che versavano in difficoltà finanziarie.

‘ndrangheta, beni confiscati consegnati ai comuni della Piana di Gioia Tauro

ROSARNO (RC) – Ci sono fabbricati, terreni agricoli ed edificabili, case rurali e persino un centro sportivo tra i 18 beni confiscati alla ‘ndrangheta e consegnati a Rosarno dal dirigente dell’Agenzia dei beni confiscati, viceprefetto Matilde Pirrera, ai Comuni di Rosarno, Cinquefrondi, Laureana, Gioia Tauro, Nicotera e Rizziconi. La cerimonia di consegna si è svolta nella sede della Polizia di Rosarno, essa stessa oggetto di confisca. Alla cerimonia era presente anche la dirigente dell’Istituto professionale per l’agricoltura di Rosarno, Mariarosaria Russo, che riceverà dal Comune alcuni terreni agricoli sui quali lavorerà un gruppo di studenti della scuola che si sono costituiti in cooperativa. «Si concretizza oggi – ha detto il viceprefetto Pirrera – un percorso di restituzione alla collettività di beni sottratti alla criminalità organizzata. L’obiettivo dei Comuni sarà quello di quello di valorizzare questi beni che tornano, così, alla collettività».

Dorina Bianchi: «Spero che la consegna dei beni confiscati avvenga in tempi brevi»

ROMA – «Non sono solo beni simbolo della vittoria dello Stato sulla ‘ndrangheta, ma soprattutto luoghi di cui le comunità ed i cittadini si riappropriano per riaffermare legalità e giustizia sociale. Mi auguro che saranno ben utilizzati dalle amministrazioni comunali, vigilando sulle procedure e procedendo agli affidamenti in breve tempo». Così Dorina Bianchi, sottosegretario MiBACT commenta la notizia della consegna domani a Rosarno di 18 beni confiscati alla ‘ndrangheta da parte dell’Anbsc, l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

«Questi 18 immobili, un tempo di proprietà di boss ed esponenti della criminalità organizzata, devono rappresentare l’emblema del riscatto sociale di territori a forte pervasività criminale. Come accaduto in altre realtà calabresi, dove edifici confiscati alla ‘ndrangheta sono diventati luoghi di socializzazione e legalità, grazie soprattutto all’entusiasmo ed alla voglia di riscatto dei giovani, mi auguro possano diventare anche per queste comunità un’occasione di rivalsa sociale contro la violenza e chi soffoca con i suoi tentacoli la vita e l’economia del territorio».

Al comune di Rende bene confiscato alla mafia

RENDE (CS) – Consegnato al Comune di Rende un bene confiscato alla mafia. Si tratta di un appartamento ubicato in via Verdi. E’ stato  il presidente del consiglio comunale di Rende, Annamaria Artese, a ricevere questa mattina a Reggio Calabria le chiavi dello stabile dal prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata). consegna chiavi e firma alla presenza del prefetto Postiglione

“Combattere la ’ndrangheta, così come le altre organizzazioni criminali, significa aggredirne il patrimonio. E’ una lezione che l’Italia ha appreso dopo anni di lotte e il sacrificio di uomini coraggiosi che hanno dato la vita per lo Stato”. E’ quanto ha affermato il presidente dell’assise civica di Rende, Annamaria Artese, che ha rappresentato l’Ente a Reggio Calabria, insieme al segretario comunale, Donato Michele Lizzano.

Alla cerimonia di consegna dei beni confiscati alla criminalità, organizzata nella struttura del Grand Hotel Miramare della città dello Stretto, erano presenti, oltre al direttore dell’Anbsc, Umberto Postiglione, anche il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà e il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa.

In prima fila, fra le tante autorità civili, militari e religiose, pure il capo della Procura di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho e il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao.