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Donata Bergamini: «Signora Internò il solvente antiglicoforina non esiste più»

COSENZA – Donata Bergamini affida al suo profilo privato di facebook, un duro sfogo all’indomani dell’incidente probatorio svoltosi davanti al gip del tribunale di Castrovillari. La sorella di Denis, morto 28 anni fa, in circostanze ancora da chiarire, scrive in un post:  «Signora Internò esistono oggi in commercio vari tipi di solventi per eliminare anche gli adesivi più resistenti. La scatola della VERITA’ che lei ha chiuso con l’attak per 28 anni le consiglio di aprirla utilizzando il solvente giusto!!! Dimenticavo, non perda tempo a cercare il solvente per eliminare la GLICOFORINA, non esiste neppure all’estero, non lo troverà neppure alle Azzorre o alle Hawaii. Nel 1989 il pacco dei solventi era stato consegnato al porto di Taranto, ma dal porto di Taranto le navi non partono e il solvente antiglicoforina non esiste più».

Il test con la glicoforina è usato in casi di morte sospetta

Il test con la glicoforina, cui si riferisce la Bergamini, è molto importante in casi di morte sospetta. Se l’esito dell’esame è positivo significa che una ferita è stata inferta sul corpo della vittima quando era ancora in vita. Diversamente dimostra che la vittima era già morta al momento del colpo. Nel caso del povero Denis, secondo quanto avrebbero riferito in aula i periti, il giovane calciatore era già privo di vita quando è stato sormontato dal camion guidato da Raffaele Pisano. 

Bergamini soffocato e coricato sotto il tir. Questo il risultato della perizia

CASTROVILLARI (CS) – Il calciatore del Cosenza Donato “Denis” Bergamini fu “soffocato” e poi “coricato sotto il camion”. E’ quanto emerso dall’incidente probatorio davanti al gip di Castrovillari nel corso del quale i periti nominati dallo stesso giudice hanno illustrato il loro lavoro. A riferirlo è stato l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini. «E’ stata assolutamente confermata l’ipotesi della morte per asfissia» ed i periti hanno detto che poi è stato «coricato sotto il camion», ha detto.

«La prima verità è arrivata perché mio fratello l’hanno soffocato, adesso aspettiamo le altre» è stato il commento di Donata, la sorella di Bergamini. «Sono soddisfatta tantissimo – ha aggiunto – anche perché oggi è stato fatto quello che doveva essere fatto allora». Il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, che ha riaperto le indagini, dal canto suo si è limitato a dirsi «molto soddisfatto di quello che è stato fatto finora. Un lavoro egregio, un grosso passo avanti».

Prima di entrare nel Tribunale di Castrovillari, l’avvocato di Isabella Internò rispondendo ad una domanda degli inviati di Sky Sport, su cosa si aspetta da questa udienza ha risposto: «Niente di buono».

Caso Bergamini, in corso l’incidente probatorio con i periti

CASTROVILLARI – E’ in corso nella camera di consiglio del Tribunale di Castrovillari, davanti al Gip Teresa Reggio, l’udienza dell’atteso incidente probatorio sulla superperizia relativa all’autopsia effettuata sul corpo del calciatore Denis Bergamini, morto nel novembre del 1989 in circostanze ancora non del tutto chiarite. Diversi i periti in aula, nominati dallo stesso giudice, dal procuratore Eugenio Facciolla, da Angelo Pugliese, legale di una dei due indagati, Isabella Internò, e da Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Bergamini. In aula è in corso il dibattimento sulle conclusioni dell’esame effettuato sulla salma, riesumata su richiesta della Procura. Presente anche la sorella di Denis, Donata. Secondo quanto trapelato nelle scorse settimane, la superperizia dimostrerebbe che il giocatore del Cosenza sarebbe morto per asfissia. Verrebbe dunque smentita l’ipotesi del suicidio.

Processo Bergamini, in corso l’udienza a Castrovillari (FOTONOTIZIA)

CASTROVILLARI (CS) – E’ in corso al tribunale di Castrovillari l’udienza convocata dal GIP del tribunale di Castrovillari  Teresa Riggio per ascoltare i periti delle diverse parti che hanno svolto gli accertamenti sul corpo riesumato di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto in circostanze misteriose nel 1989. All’udienza è presente anche la sorella del calciatore, Donata Bergamini.

Seguiranno aggiornamenti

Bergamini soffocato, la sorella Donata: «Lo sapevo già»

COSENZA – Alla notizia che è stata depositata la perizia effettuata sul corpo del fratello dopo la riesumazione, Donata Bergamini ha affidato al suo profilo Facebook queste poche ma chiare riflessioni: «Sono a conoscenza che oggi è stato effettuato il deposito. Ma io ero presente alle operazioni peritali. La mia famiglia ha lottato per una verità negata per 28 anni, consentitemi almeno questo: mio fratello è morto soffocato senza se e senza ma. Lo sapevo già attraverso i miei consulenti. Finalmente si riconosce la verità».

Come ormai noto, il referto della perizia parla chiaro: il calciatore non si è suicidato, ma è stato ucciso. Soffocato. Ventotto anni dopo quel drammatico pomeriggio del 18 novembre 1989, affiora una verità diversa da quella raccontata da Isabella Internò. 

 

Caso Bergamini, depositata la perizia: «E’ stato soffocato»

CASTROVILLARI (CS) – L’esito shock della perizia effettuata sul corpo di Denis Bergamini era stato anticipato da alcune indiscrezioni giornalistiche. Adesso che il documento è stato depositato non ci sono più dubbi. Il referto parla chiaro: il calciatore non si è suicidato, ma è stato ucciso. Soffocato. Ventotto anni dopo quel drammatico pomeriggio del 18 novembre 1989, affiora una verità diversa da quella raccontata da Isabella Internò. L’ex fidanzata del giocatore rossoblù ha sempre dichiarato di aver visto con i propri occhi Denis gettarsi sotto le ruote di un camion lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. Gli esiti degli esami clinici condotti dopo la riesumazione del cadavere smentiscono questa versione. Inevitabile che adesso si vada a processo. Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, cui va ascritto il merito di aver riaperto il caso per cercare con tenacia la verità, sulla base delle nuove prove, chiederà il rinvio a giudizio sia per Isabella Internò, sia per Raffaele Pisano, l’uomo alla guida del mezzo pesante in transito sulla jonica. Pesanti le accuse: omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abbietti.

Bergamini fu soffocato? Indiscrezioni sull’esito dell’autopsia

COSENZA – Denis Bergamini sarebbe stato soffocato prima di essere gettato sotto le ruote del camion guidato da Raffaele Pisano lungo la statale jonica a Roseto Capo Spulico. Sarebbero queste le agghiaccianti conclusioni dei periti che hanno esaminato i resti del povero ragazzo il cui corpo è stato riesumato nello scorso mese di luglio. L’indiscrezione giornalistica riportata dal Quotidiano del Sud anticipa la comunicazione ufficiale dei risultati dell’autopsia, anche se l’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, nega che la perizia sia stata depositata. «Ci vorrà ancora una settimana – spiega – anche se queste indiscrezioni collimano con quanto ipotizzato dai nostri esperti». Se le indiscrezioni fossero confermate probabilmente il rinvio a giudizio di Isabella Internò e di Raffaele Pisano, entrambi indagati per omicidio aggravato, sarebbe inevitabile. Si andrebbe dunque a processo, con l’accusa rappresentata da Eugenio Facciolla. Il procuratore di Castrovillari ha riaperto il caso, ora giunto ad una svolta decisivo 29 anni dopo quel tragico pomeriggio. 

Il calcioscommesse dietro la morte di Bergamini?

A 28 anni di distanza dalla tragica morte di Donato Bergamini, il centrocampista del COSENZA che la Procura di Castrovillari ritiene essere stato ucciso in concorso e con l’aggravante della crudeltà, il muro di gomma comincia a sgretolarsi. Dopo gli avvisi di garanzia alla fidanzata dell’epoca Isabella Internò e al camionista Raffaele Pisano e la riesumazione dei resti del calciatore del 10 luglio scorso, emergono i primi riscontri agghiaccianti su movente e modalità dell’omicidio. Gli investigatori sostengono, aiutati da alcuni super testimoni mai sentiti in anni di omissioni, che sia da escludere la pista passionale. Emergerebbe, secondo quanto fonti della Procura hanno affermato a Raisport, un vero sistema di partite oggetto di un vasto meccanismo illecito finalizzato al calcioscommesse che gli inquirenti ritengono gestito in campo da un gruppo del Cosenza di quegli anni, con la benedizione in qualche modo di clan dominanti. Donato Bergamini avrebbe chiesto l’immediata cessione dal Cosenza, impedita di fatto, da una sorta di clausola rescissoria del calcio dei quei tempi. Una clausola, come dicono gli ambienti investigativi, chiamata ricatto. Qualcuno del gruppo illecito di quel Cosenza minacciò il ragazzo di rivelazioni sulla sua vita privata, la frequentazione di donne legate a giri criminali. Il famigerato sabato pomeriggio del novembre del 1989 Bergamini cadde nel tranello: in macchina, in dolce compagnia, arriva in un posto dopo c’è qualcuno ad attenderlo, forse più persone. Gli inquirenti ipotizzano un soffocamento con sacchetto di plastica e, una volta stordito, un colpo al fianco sinistro con un attrezzo per lavoro di edilizia. Poi la presunta agonia, e forse nessun camion a schiacciarlo. «Prendo atto di quanto detto al servizio del Tg2 – ha commentato la sorella di Denis, Donata Bergamini – Sulla morte di mio fratello ne sono state dette tante. Dette poi smentite poi ridette. Non conosco le fonti del giornalista del servizio anche se vi si citano fonti della Procura. Quel che so è che apprezzo moltissimo il lavoro del Procuratore e dei suoi collaboratori. Mi fido del mio Avvocato. Di questo servizio e del suo contenuto non so nulla. Ognuno deve fare il suo mestiere. Io ho il mio ruolo. Denis era mio fratello ed è bene tenerlo sempre a mente».

Caso Bergamini, Anselmo sicuro: «Fu ucciso, incidente stradale simulato»

ROMA – Dopo la riapertura delle indagini e la riesumazione della salma di Denis Bergamini, l’ex calciatore del Cosenza morto sotto un camion sulla Statale 106 Jonica nel novembre 1989, emergono particolari importanti dai nuovi esami autoptici effettuati sul corpo. Lo rivela l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini, intervenendo alla trasmissione “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus. «Dopo la riesumazione – dice Anselmo – la salma di Denis ha già iniziato a parlarci, perché il corpo nonostante siano passati 28 anni è in buone condizioni. Abbiamo avuto conferme sul fatto che sicuramente non si trattò di un incidente o di un suicidio: Denis Bergamini fu ucciso e chi lo uccise simulò un incidente stradale. Gli accertamenti sul corpo proseguono e noi vigileremo attentamente sugli esami e staremo molto attenti sui successivi sviluppi, perché abbiamo capito che sull’omicidio di Denis si sono innescate logiche inquietanti. Aggiungo che dai primi accertamenti – sostiene il legale – emerge che solo una parte del corpo di Denis, il bacino, è devastata, il resto è integro: questo significa che il corpo è stato sormontato lentamente dal camion e poi è stata fatta evidentemente una manovra di leggera sterzata sopra il bacino e successivamente il camion è arretrato; ecco perché non si può assolutamente parlare di investimento. Riteniamo inoltre che quando è successo questo, Bergamini fosse già morto o comunque agonizzante. Mi sento quindi di poter dire che siamo vicini alla verità, anche perché oggi, finalmente, da parte della Procura di Castrovillari c’è la volontà di arrivare alla verità, una volontà che non c’è mai stata prima». (Foto Aska News).

Caso Bergamini, riesumata la salma. Incongruenze con vecchia autopsia

FERRARA – Dopo la riesumazione del corpo di Denis Bergamini – il calciatore di Argenta (Ferrara) morto nel novembre 1989 sulla Statale 106 Jonica a Roseto Capo Spulico (Cosenza) in circostanze misteriose – la bara custodita nel cimitero di Boccaleone (Argenta) è stata trasferita a Cona e sui resti del giocatore del Cosenza sono stati effettuati i primi esami dai quali emergerebbero incongruenze con ciò che si era capito con la prima autopsia, che aveva attribuito il decesso a suicidio. La parte del corpo maggiormente interessata dal trauma sarebbe quella sinistra e non quella destra come invece si era sempre pensato e sulla sinistra del corpo ci sarebbe anche un taglio longitudinale sospetto della testa del femore che a detta dei consulenti e dei periti apparirebbe anomalo e innaturale. Dalle lesioni riscontrate, il corpo del calciatore sarebbe stato schiacciato dal ventre verso la schiena e non viceversa.

«Lo squarcio si apre sulla pancia – afferma Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Bergamini – e quindi è evidente dai risultati che Denis Bergamini fosse coricato supino e non prono, esattamente il contrario di quello che mostrano le fotografie dell’epoca». All’epoca dei fatti si parlò di suicidio ma i familiari e le persone vicine a Bergamini non credettero a quel verdetto e da quasi trent’anni lottano per fare luce sul caso. Ora a distanza di quasi tre decenni sembra che Bergamini non si sia gettato volontariamente sotto a un camion per togliersi la vita come invece aveva sempre raccontato Isabella Internò, l’ex fidanzata che si trovava con lui quella sera. La decisione della riesumazione era stata presa dal gip del Tribunale di Castrovillari, Teresa Riggio, che nel corso dell’incidente probatorio svoltosi nelle scorse settimane, aveva accolto la richiesta della procura che ha riaperto l’inchiesta sulla morte di Bergamini, archiviata, a suo tempo, appunto come suicidio. La procura ipotizza che si tratti di un omicidio.