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Maxi blitz contro la camorra: 49 arresti anche a Cosenza

NAPOLI – Dalle prime luci dell’alba, nel comune di Caivano, nella provincia napoletana e in quelle di Bergamo, Isernia, Imperia, Benevento, Cosenza, Forlì Cesena e Caserta, i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, supportati dai Comandi Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione ad una misura cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 49 persone ritenute vicini al clan Sautto – Ciccarelli e gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e coordinate dalla Dda partenopea, hanno inflitto un duro colpo al traffico di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano, una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa, attiva 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. È stata, altresì, ricostruita l’organizzazione e l’operatività delle piazze di spaccio, definendo ruoli e responsabilità degli indagati. Documentato anche il flusso di denaro, c’era qualcuno che poteva superare anche un guadagno di 130mila euro mensili.

In poche centinaia di metri, difesi da porte blindate e cancelli per eludere i controlli delle forze dell’ordine, sono stati individuati e monitorati ben 14 “punti vendita” in cui veniva smerciato lo stupefacente a clienti provenienti da tutta la regione. Documentato anche il flusso di denaro che, complice l’attività senza sosta delle piazze di spaccio, consentiva enormi guadagni ai sodali. Tra gli elementi apicali del clan, infatti, c’era qualcuno che poteva superare anche un guadagno di 130mila euro mensili. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di un incontro in video-conferenza tra gli organi di informazione e la Procura della Repubblica di Napoli che si terrà alle 10.30 odierne.

Blitz anticamorra, sequestri e arresti anche a Cosenza

NAPOLI – Blitz anticamorra dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, in queste ore, nelle province di Napoli, Salerno, Imperia, Cosenza, Ancona e Reggio Emilia, con 26 misure cautelari in carcere. I soggetti sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di aver fatto parte di due distinte organizzazioni criminali operanti su Poggiomarino e nei comuni napoletani limitrofi, in lotta tra loro per l’egemonia sul territorio. Al sodalizio storicamente presente su quel territorio, riconducibile al clan Fabbrocino, si è affiancata e contrapposta una nuova entità criminale, con l’obiettivo di ricercare autonomi spazi delinquenziali.

Documentate attività connesse con numerose estorsioni e intimidazioni, anche con esplosi dei colpi d’arma da fuoco; un importante traffico di sostanze stupefacenti, accertando canali di approvvigionamento anche con le ‘ndrine calabresi. Contestualmente, è in atto un sequestro preventivo di beni e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

Camorra, racket e gioco online. Arresti nelle province di Cosenza e Catanzaro

COSENZA – Vasta operazione nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro, con i carabinieri di Casal di Principe che stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda, nei confronti di 46 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso e commessi per agevolare il clan dei Casalesi. L’indagine ha consentito di ricostruire l’articolazione del sodalizio criminale operante nei comuni dell’Agro Aversano, riconducibile al clan dei Casalesi dedita, tra l’altro, al racket delle estorsioni e alla gestione delle piattaforme di gioco on line.

“Gelsomina verde”, arrivano a Rende i prodotti dei beni confiscati alla camorra

RENDE (CS) –  <<Oggi arrivano finalmente in Calabria i prodotti dei beni confiscati, che prima si vendevano solamente al nord Italia>>. Così ha affermato Ciro Corona, leader del movimento R-Esistenza Anticamorra intervenuto ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione delle eccellenze campane nello store di Corte Italiana, a Rende (Cs). <<Si consolida così gran parte del percorso che l’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”di Scampia ha iniziato quattro anni fa e inizia a costituirsi una rete di economia sociale. Il vino, l’olio, le marmellate, la birra, realizzati sui beni confiscati alla camorra arrivano qui per far sì che si rafforzi l’idea che il riscatto dei territori e la dignità delle persone passa attraverso il lavoro>>, ha concluso. Guido Ricchio, rappresentante dell’innovativo concept di ristorazione e vendita di prodotti gastronomici d’eccellenza di Rende, si è subito dimostrato favorevole alla diffusione dei prodotti campani, <<che ben si inseriscono – ha chiarito l’imprenditore – in un punto vendita come il nostro, dedicato non solo alla cultura del buon cibo, ma anche alla rivalutazione di tradizioni enogastronomiche di un Sud molto spesso bistrattato ma con una grandissima voglia di riscatto. Abbiamo selezionato con cura maniacale i nostri prodotti e ben vengano iniziative come queste, che rivalutano il Meridione che lavora e produce nell’alveo della legalità>>. Oltre a Ciro Corona erano presenti Giancarlo Costabile, ideatore e docente del corso di Pedagogia della R-Esistenza all’Unical e Michele Inserra, giornalista. Presente con le sue telecamere, Network Pubblicità sostenuta dal gruppo Calabria TV, Calabria News24 e Telespazio Tv, parte integrante del progetto che vede protagonisti la Campania e la Calabria.

Rapporti camorra-‘ndrangheta, eseguiti otto provvedimenti di custodia cautelare

NAPOLI – Dalle prime ore del mattino il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di una vera e propria “joint venture” dedita al traffico internazionale di cocaina costituitasi tra il sodalizio camorristico dei “Tamarisco” di Torre Annunziata e un ramo della ‘ndrangheta proveniente dalla costa ionico-reggina. I provvedimenti sono scaturiti da indagini già svolte che, nello scorso mese di aprile, hanno consentito di colpire il clan campano grazie all’arresto dei fratelli Bernardo e Domenico Tamarisco, e dei loro sodali, nonché al sequestro di beni e immobili. Nel corso delle indagini condotte è inoltre emerso che la consorteria campana aveva avviato rapporti intensi con la cosca “Pelle-Vottari” di San Luca, comune della provincia di Reggio Calabria, con un ingente e redditizio traffico di cocaina destinata per il mercato partenopeo.

Le relative trattative, dirette da Bernardo Tamarisco, erano sfociate nella consegna nel novembre 2015 di sostanze stupefacenti presso una struttura b&b di Torre Annunziata: si trattava, nello specifico, di una partita di cocaina del peso di un chilogrammo, propedeutica ad una successiva ben più consistente che, Francesco Pellè, referente del clan calabrese, si era personalmente offerto di consegnare presso la struttura campana, trasportandola in un auto con doppiofondo e grazie alla complicità di Domenico Bartolo. L’intervento tempestivo dei militari ha scovato i trafficanti durante l’atto di consegna impedendo, di fatto, lo scambio. I soggetti destinatari delle custodie risultano essere, comunque, già detenuti in carcere per regressi provvedimenti cautelari eseguiti nel mese di aprile.

 

Camorra, patto imprenditori-prestanome per riciclo soldi anche a Zumpano

NAPOLI – Operazioni immobiliari e finanziare per conto del clan camorristico dei Polverino. Collaborazioni, strette, tra imprenditori e prestanome del clan. Riciclaggio dei soldi della Camorra anche attraverso la costruzione di un centro sportivo del valore di 10 milioni di euro, nel quartiere Vomero di Napoli, come di un centro commerciale a Zumpano in provincia di Cosenza, con annesso cinema multisala. C’è tutto questo dietro le nove ordinanze di custodia cautelare che sono state eseguite dalla Guardia di Finanza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Tre le persone finite in carcere, quattro sono state sottoposte ai domiciliari e due sono destinatarie dal divieto di dimora nelle province di Napoli e di Caserta. Tra i destinatari spicca Carlo Simeoli, imprenditore edile facente parte dell’omonimo gruppo familiare imprenditoriale di Marano di Napoli. E’ il genero di Angelo Simeoli, già colpito da misure cautelari personali e di sequestro beni proprio per aver gestito un vasto gruppo societario nel settore edile per riciclare i soldi del clan Polverino. Secondo il Gip, le indagini hanno portato alla luce una fitta rete di relazioni personali e affaristiche tra Carlo Simeoli ed alcuni professionisti napoletani come i commercialisti Giovanni, Andrea e Luca de Vita nonché Roberto Imperatrice, noto imprenditore del settore della ristorazione. Ciò che si evince dalle indagini è che i professionisti e gli imprenditori, nonostante sapessero del ruolo di “prestanome” della famiglia Simeoli, abbiano comunque agevolato attraverso complesse di operazioni di riciclaggio, la realizzazione di una serie di investimenti immobiliari gestiti da società riconducibili a Carlo Simeoli. Tra le iniziative imprenditoriali, un maxi centro sportivo, con 120 box auto a Napoli, i cui lavori sono stati bloccati per violazioni di natura urbanistica, nonché un grande centro commerciale a Zumpano, in provincia di Cosenza.

Stefania Covello (PD) contro il presunto “squallore” del grillino De Maio

Stefania Covello, responsabile del Mezzogiorno della segreteria nazionale del PD, è intervenuta nella vicenda che vede contrapposti i piddini, da un lato, e il vicepresidente grillino della Camera, Luigi De Maio, reo, secondo i democratici, di un episodio da loro definito “squallido”, cioè l’aver usato “il ventiduesimo anniversario dell’omicidio di don Peppe Diana, per mano dei casalesi, ai limiti del volgare”.Stefania Covello

“Ha utilizzato – ha dichiarato la stessa Covello – una bugia clamorosa quanto profondamente priva di qualsiasi fondamento. Fingendo di non volersi mettere in evidenza in questa triste ricorrenza, ha organizzato uno show delirante con una lettera posta sulla tomba del povero ma coraggioso sacerdote. Nella quale afferma: “Caro Don Peppe, ti hanno ucciso un’altra volta. Non sono stati i camorristi, ma premier, sottosegretari e ministri. Il Governo Renzi ha bloccato i fondi per i risarcire i famigliari delle vittime di mafia… La commemorazione di oggi sarà una passerella di ipocriti. A Palazzo Chigi hanno scelto da che parte stare, purtroppo non la tua”. Lo scoop è stato ben orchestrato, così da ottenere il massimo della visibilità. Infatti se avesse voluto denunciare qualcosa, avrebbe potuto e dovuto farlo nelle sedi più opportune, non su una tomba e per giunta in un giorno particolarissimo. Ma quello che occorre nettamente denunciare è che De Maio mente sapendo di mentire. Infatti non esiste e non è mai esistito  alcun taglio ai fondi alle vittime di mafia. È noto a tutti che il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di mafiosi, si autoalimenta nel corso dell’anno,  in base alle richiesteche arrivano. È poi un’apposita Commissione a valutare e a decidere, secondo criteri che sono giustamente severi. La sortita di De Maio è decisamente insopportabile e indecente, perché specula su vicende gravissime della nostra storia recente, verso le quali il rispetto dovrebbe essere altissimo. E comunque ben lontano dal quotidiano scontro politico.”

41 arresti tra Campania, Calabria e Puglia

CASERTA – Sono stati eseguiti 41 arresti tra le province di Caserta, Crotone, Avellino, Lecce, Benevento e Salerno all’interno della vasta operazione anticamorra condotta dai carabinieri contro il clan Amato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

Le accuse contestate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sono numerose, tra cui figurano tentato omicidio, estorsione, danneggiamento, incendi dolosi, usura, falsità ideologica e materiale, illecita concorrenza, truffa allo Stato e porto illecito di armi ed esplosivi.

Eseguita dalla Polizia ordinanza di custodia cautelare su camorrista già detenuto a Rossano

ROSSANO – La Polizia di Stato di Rossano, in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli lo scorso 29 gennaio, ha proceduto con una misura cautelare in carcere a carico di Domenico Falanga, già detenuto presso la Casa di Reclusione di Rossano. Il provvedimento rientra in una vasta operazione su scala nazionale che ha già portato all’arresto di 35 appartenenti al clan “Falanga” di Torre del Greco (NA), appartenente al sodalizio criminale c.d. degli scissionisti.

Domenico Falanga risulta essere ai vertici dell’omonima organizzazione criminale di stampo “camorristico” operante nel territorio di Torre del Greco, dedita  alle estorsioni, alle rapine e all’illecito controllo delle apparecchiature per videogiochi e video-scommesse.