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Rende, ubriaco e con divieto di avvicinamento si presenta sotto casa della ex: arrestato 32enne

COSENZA – Dall’inizio dell’anno, nell’ambito delle attività di contrasto ai reati di violenza domestica poste in essere dai Carabinieri del Comando Compagnia di Rende, sono stati eseguiti diversi provvedimenti di allontanamento della casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, emessi dall’Autorità Giudiziaria di Cosenza in accoglimento delle richieste avanzate dalla locale Procura della Repubblica a seguito di attività investigative esperite dai militari dell’Arma.

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Omicidio Francesco Prisco a Tortora: arrestate 3 persone (NOMI)

SCALEA (CS) – Svolta sull’omicidio di Francesco Prisco, morto dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di un fucile nella notte tra il 16 e 17 febbraio scorso mentre rientrava a casa in via Ruggiero Pucci a Tortora..

Tre persone sono state arrestate all’alba dai carabinieri della Compagnia di Scalea (Cosenza). I tre sarebbero accusati dell’omicidio del giovane, che morì all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza una decina di giorni dopo il ferimento. Le indagini hanno portato all’arresto delle tre persone: Angelo Lentini (classe ’80), Michele Tufano (classe ’83), Jonathan Russo (classe ’83)

Violenza sulle donne, nel cosentino in 1 anno 52 arresti: “lasciatevi aiutare” – (VIDEO)

COSENZA – Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si terranno in tutto il territorio della Provincia di Cosenza, mirate iniziative promosse dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche e Comunali, per evidenziare la possibilità di fornire concreto aiuto alle vittime dei numerosi reati che compongono il quadro eterogeneo dell’odio e della violenza di genere. A Cosenza, Rende, Paola, Castrovillari, Corigliano-Rossano, Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri hanno partecipato ad incontri e seminari in tema, spesso in presenza di scolaresche, nel corso dei quali sono state fornite indicazioni di comportamento per non sottovalutare il problema, non ridimensionare o banalizzare comportamenti integranti abuso di strumenti correttivi, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, lesioni, per poter assumere consapevolmente decisioni in ordine alla rappresentazione in denuncia di comportamenti che talvolta trascendono in pericolose escalation di violenza che culminano nel femminicidio.

L’Arma dei Carabinieri, a testimonianza della gravità del fenomeno ed in nome di un rinnovato impegno a contrastare ogni forma di prevaricazione ed abuso basato sull’appartenenza o meno ad un sesso, ha deciso di illuminare di arancione, le sere del 24 e 25 novembre, la caserma “Paolo Grippo” sede della Stazione Carabinieri di Cosenza Centro. L’iniziativa vuole esprimere un ulteriore e chiaro sagnale di vicinanza, sostegno, assistenza e solidarietà, verso quelle donne che, vittime di violenza, non solo fisica, ma anche assistita, verbale, economica, sessuale e psicologica, meritano di trovare, oltre gli aspetti connessi alla polizia giudiziaria, comprensione, ascolto, attenzione ed empatia.

Se da un lato, infatti, risulta in crescendo il numero delle donne disposte a denunciare i propri aguzzini, realizzando la necessità di vincere le forme di condizionamento sociale insite nell’alveo degli assetti familiari, da un altro lato il fenomeno assume contorni ancora preoccupanti: sul piano nazionale sono stati registrati, ad oggi, 52 femminicidi molti dei quali maturati nell’ambito delle relazioni coniugali o ad esse assimilabili.

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Nella Provincia di Cosenza, da novembre 2021 a novembre 2022 sono state tratte in arresto 52 persone per violenza di genere: 1 per omicidio, 24 per maltrattamenti in famiglia, 6 per lesioni personali, 3 per atti sessuali con minori, 18 per stalking. Le denunce, per le medesime fattispecie di reato ammontano a 468. Tra queste risultano 6 persone denunciate per diffusione illecita di video sessualmente espliciti e 1 per corruzione di minore.

Dati di assoluta rilevanza che testimoniano, da un lato, la gravità emergenziale del fenomeno, dall’altra, la determinata e risoluta attenzione dell’Arma al contrasto verso una gravissima forma di violenza e la crescente sensibilità ad ogni forma di prevenzione e vicinanza alle vittime.

L’Arma dei Carabinieri, infatti, in ossequio a quanto richiede la normativa di settore ed in particolare la Legge 69/2019 cd. “codice rosso” in materia di formazione del personale delle forze di polizia, si è dotata di una struttura dedicata – il Reparto Analisi Criminale – Sezione Atti Persecutori – la quale, integrata nella Rete Nazionale di Monitoraggio sulla Violenza di Genere ed inquadrata nel Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, è capace di fornire supporto, concreto in loco o da remoto, sull’intero territorio nazionale, in occasione di eventi di particolare gravità, collaborando con i militari che hanno seguito specifici corsi di formazione nella gestione della vittima di violenza di genere sin dalle primissime fasi della denuncia delle violenze subite.

Sono state realizzate, inoltre, stanze dedicate alla ricezione delle denunce delle vittime di violenza di genere, presso i Comandi dell’Arma Territoriale, cd.stanze tutte per sé in collaborazione con l’AssociazioneSoroptimist International”. Sono ambienti dedicati alla raccolta delle primissime delicate informazioni attraverso le quali la vittima trova ascolto e comprensione in ambienti informali che consentono un approccio più sereno con la vittima finalizzato a superare le possibili reticenze, condizionamenti difficili da sconfiggere dal punto di vista psicologico. Tendenza all’auto-colpevolizzazione, forme di giustificazioni per condotte violente dei propri compagni/mariti, desiderio di protezione nei confronti dei figli dalle conseguenze penali delle loro condotte, paura per le reazioni dei loro stessi affetti all’atto del rientro in casa, senso di pietà ed estrema tolleranza per familiari assuefatti all’alcoolismo, alla droga, al vizio del gioco: le donne continuano a vivere il loro ruolo di madri, mogli e figlie con un senso di innata protezione che riverbera nelle modalità con cui rimangono in silenzio nel momento della denuncia.

Carabinieri in servizio aggrediti “brutalmente”. Il sindacato: “Dotateli di taser”

LAMEZIA TERME – “Questa Segreteria Regionale è venuta a conoscenza che lo scorso 3 agosto due militari della Stazione Carabinieri Sambiase di Lamezia Terme, durante il servizio di controllo della circolazione stradale nel popoloso quartiere Lametino, sono stati brutalmente aggrediti da un soggetto di origine magrebina in preda ai fumi dell’alcool”. E’ quanto si legge in una nota del nuovo Sindacato Carabinieri.

“Da quanto appreso da questa Segreteria, l’uomo, in evidente stato di alterazione alcolica, alla vista dei militari li ha brutalmente aggrediti utilizzando come arma una bottiglia rotta,  continuando a dare in escandescenza anche dopo essere stato ammanettato. Il bilancio è stato pesante: un carabiniere con tagli ed escoriazioni su testa, collo e braccia mentre l’altro ha riportato un taglio al labro ed una lesione della cornea” è l’ennesimo scenario operativo che – precisano –  si sarebbe potuto risolvere senza conseguenze semplicemente grazie al Taser (pistola a impulsi elettrici) che, lo ricordiamo, per una scelta incomprensibile, non è stato assegnato in dotazione alle stazioni carabinieri, ma solo ad un ristrettissimo numero di militari dei reparti di pronto intervento.  A Lamezia terme ad esempio su 21 operatori di pronto intervento, solo 6 sono abilitati all’utilizzo del Taser. Quanti carabinieri dovranno rischiare danni permanenti o addirittura la vita prima che tutte le pattuglie abbiano in dotazione il taser, in modo da poter fronteggiare in sicurezza situazioni come quella descritta che sono sempre più frequenti?” 

“Essere una Famiglia, come viene ripetuto retoricamente  ad ogni pubblica cerimonia, richiede di occuparsi  dei propri appartenenti, non solo in chiave punitiva, ma pretendendo che tutto il personale impiegato nel delicato circuito di pronto intervento abbia in dotazione gli strumenti idonei a garantire la sicurezza degli stessi operatori e dei cittadini, mentre in questo modo ci si affida alla sorte, con fiduciosi che nel turno di servizio ci siano colleghi abilitati all’utilizzo del Taser e che abbiano in dotazione questo prezioso strumento”.

Mendicino, ai domiciliari chiede ai carabinieri di andare in carcere

MENDICINO (CS) – Protagonista un 40enne sottoposto al regime degli arresti domiciliari, che é uscito da casa per andare dai carabinieri e chiedere di essere condotto in carcere. E’ accaduto a Mendicino, centro alle porte di Cosenza dove il quarantenne è ai domiciliari con l’accusa di atti persecutori ed estorsione. Quando si é presentato dai carabinieri, aveva con sé una valigia contenente i suoi effetti personali, convinto evidentemente che la sua richiesta sarebbe stata accolta.

Non si conoscono, al momento, i motivi della richiesta da parte dell’uomo di lasciare la propria abitazione ed andare in carcere. Secondo quanto si é appreso, il quarantenne, che é separato e vive solo, vivrebbe una condizione di disagio la cui origine, però, non é stata accertata. In ogni caso, l’uomo non é stato accontentato dai carabinieri, che lo hanno arrestato con l’accusa di evasione e lo hanno ricondotto a casa sempre in regime di detenzione domiciliare.

Spaccio in tendopoli, 8 arresti: coinvolti migranti e impiegata della struttura

SAN FERDINANDO (RC) – I Carabinieri di Gioia Tauro, nella notte, hanno eseguito 8 ordinanze cautelari nei confronti di 6 cittadini italiani e 2 cittadini di origine centrafricana. Dalle indagini è emersa una rete di spaccio a San Ferdinando e all’interno della tendopoli che ospita i migranti. Nel blitz sono coinvolti Musa Kuyateh e Omar Saidy sono finiti in carcere così come un impiegato del porto di Gioia Tauro, Roberto Michele Ferraro detto “u Marra”, di 37 anni, e Cristina Broso, di 47, che lavora al front office della tendopoli.

Il gip ha disposto l’obbligo di presentazione per Francesco Albano e Giuseppe Punturiero e il divieto di dimora per Antonino Lombardo e Matthias Bonasera. Dalle indagini è emerso il ruolo di Ferraro che si sarebbe adoperato nelle attività di spaccio di droga, in particolare di marijuana. La sua base operativa era un casolare nella periferia di San Ferdinando dove veniva aiutato da due suoi amici, Punturiero e Albano, quest’ultimo attualmente detenuto per l’operazione “Eclissi” contro le cosche della zona.

 Durante le indagini, gli investigatori hanno individuato anche Cristina Broso che era era solita spacciare a San Ferdinando, San Costantino Calabro e Polistena e si riforniva da Ferraro o presso la tendopoli, dove prestava servizio e dove riceveva la marijuana da Kuyateh, un operaio addetto alla raccolta di rifiuti nella struttura.

Sarebbe stato quest’ultimo il fulcro dello spaccio sia nei confronti dei cittadini africani domiciliati nella tendopoli che dei residenti a San Ferdinando. A sua volta Kuyateh si riforniva da un altro gambiano, Saidy, residente a Rosarno e ritenuto spacciatore di livello superiore poiché coordinava l’attività illecita nelle zone vicine alla tendopoli. Grazie alle intercettazioni e ai filmati, i carabinieri hanno documentato complessivamente 55 episodi di spaccio. Le telecamere, infatti, hanno permesso agli investigatori di individuare Lombardo e Bonasera accusati di aver fornito supporto agli spacciatori.

Controlli anti-covid, 21 persone multate dai carabinieri fra assembramenti e ritrovi

RENDE (CS) – Nel corso del fine settimana da venerdì 30 aprile 2021 a domenica 2 maggio i carabinieri della Compagnia di Rende hanno accertato e sanzionato 21 violazioni al D.L. n. 52 del 22.04.2021.

In particolare sono state commutate 5 contravvenzioni per il mancato rispetto del divieto di spostamento dalle ore 22.00 alle ore 05.00 senza comprovato motivo.

Nove le persone sanzionate per divieto di assembramento nei pressi di un’attività commerciale nel Comune di Rose (CS).

Altre 7 contravvenzioni sono state invece elevate per la violazione del divieto di partecipazione alle feste in luoghi all’aperto e al chiuso oltre che al mancato rispetto del divieto di spostamento. Infatti nella serata del 1° maggio, i militari dell’Aliquota Radiomobile di Rende hanno sorpreso un gruppo di giovani in una casa di campagna in Montalto Uffugo (CS), dichiarata dall’ultima ordinanza della Regione Calabria “zona rossa”, riuniti in un festino intenti a consumare super alcolici e stupefacenti. Immediate le sanzioni elevate per assembramento e divieto di spostamento in comune diverso, soprattutto in virtù della dichiarata “zona rossa”, oltre che dopo le ore 22.00. I giovani, inoltre, sono stati segnalati alla Prefettura di Cosenza per uso personale di sostanze stupefacenti, ai sensi dell’art. 75 del D.P.R. 309/1990 a seguito del rinvenimento e successivo sequestro di 2 grammi di “cocaina” e 1 grammo di “marijuana”.

Proseguiranno nei prossimi giorni i controlli effettuati dai militari dell’Arma, volti ad assicurare il rispetto delle disposizioni adottate a tutela dell’incolumità e della salute pubblica.

 

 

 

 

Cetraro, intimadazione contro comandante Cc

CETRARO (Cs) – Nella serata di ieri colpi di arma da fuoco sono stati sparati, a scopo evidentemente intimidatorio, contro l’auto del comandante della stazione carabinieri di Cetraro, il maresciallo Orlando D’Ambrosio. La vettura del sottufficiale era parcheggiata davanti alla caserma negli spazi riservati alle auto dei militari dell’Arma.

Secondo quanto si è potuto apprendere, come riporta Ansa Calabria, i colpi sarebbero stati esplosi da ignoti a bordo di un mezzo, non si sa se un’auto o una moto, che poi si è allontanato.

Sul posto sono intervenuti i militari della Compagnia di Paola che hanno subito avviato le indagini. Sono stati istituiti posti di blocco e attuate anche delle perquisizioni. Non si esclude nessuna pista.
L’intimidazione giunge a pochi giorni dagli arresti per l’inchiesta Katarion” condotta dai carabinieri con il coordinamento della Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che ha smantellato un’organizzazione d matrice ‘ndranghetista dedita allo spaccio di droga operante a Cetraro e nella fascia tirrenica Cosentina. 

La contatta per la droga ma è un tranello per violentarla, arrestato 26enne

SIMERI (CZ) – Un incontro per contrattare l’acquisto di droga è finito male per una giovane donna di 22 anni abusata da un ragazzo. I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto un 26enne, resosi responsabile di violenza sessuale ai danni della ragazza. La violenza, secondo la ricostruzione degli investigatori, ha avuto origine dopo un incontro che la giovane donna ha avuto con l’uomo, di nazionalità marocchina, sul lungomare del quartiere Lido di Catanzaro per contrattare l’acquisto di droga.

La trattativa, secondo la ricostruzione dei carabinieri, però, si è rivelata un tranello. L’uomo ha condotto la ragazza nei pressi della scogliera e l’ha violentata. Poi si è offerto di accompagnarla a casa ma invece l’ha portata nella pineta di Simeri Mare violentandola nuovamente e poi fuggendo. La ragazza, in piena notte, ha chiesto aiuto ad una famiglia del posto, suonando al campanello della prima abitazione che ha incontrato. E’ qui che sono intervenuti i carabinieri, prestandole le prime cure e ricostruendo quanto accaduto. Dopo una intensa attività di ricerca, l’autore della violenza è stato individuato in un’abitazione di Simeri Crichi e sottoposto a fermo. Nell’udienza di convalida del fermo, il gip, su richiesta della Procura di Catanzaro, ha disposto la custodia cautelare in carcere del 26enne.

La solidarietà dell’Arma: carabinieri di Cosenza donano generi alimentari a famiglie in difficoltà

COSENZA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, nella giornata di oggi, hanno voluto manifestare con un gesto concreto la loro vicinanza e la generosa solidarietà ai cittadini che vivono situazioni di difficoltà, donando, alle parrocchie di San Nicola e Cristo Re, generi alimentari di prima necessità da consegnare alle famiglie maggiormente colpite dalla contingente crisi economica.

Il racconto dell’iniziativa

Dopo aver organizzato la “colletta alimentare” tra tutti i Carabinieri ed acquistate centinaia di generi di prima necessità (tra cui pasta, olio, latte, zucchero, farina, omogenizzati, ecc.), oggi il Col. Piero Sutera, Comandante Provinciale di Cosenza ed una rappresentanza di Carabinieri, all’interno della Caserma “Paolo Grippo”, a seguito di una preghiera di benedizione dell’Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, S.E. Reverendissima Mons. Francescoantonio Nolè, hanno consegnato i pacchi a Don Massimo Iaconianni e Don Mario Cassano, accompagnati dai volontari delle parrocchie.

Nell’occasione l’Arcivescovo di Cosenza ha voluto donare delle somme di denaro a due famiglie bisognose, segnalate dai Carabinieri della Stazione di Cosenza Centro, ove si erano recate per rappresentare i loro bisogni e chiedere un concreto aiuto.

La generosa iniziativa del Comando Provinciale di Cosenza e dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano vuole essere una tangibile espressione di sostegno nei confronti di quanti vivono situazioni di sconforto e sofferenza, oltre che un positivo segnale di fede e di speranza per la città di Cosenza.