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Rende, Rinaldo: “I templi civili e i templi religiosi non sono luoghi di affari e protagonismo”

RENDE (CS) – “Lo Stato e la Religione hanno in comune l’obiettivo di eliminare la disuguaglianza e dunque condividono alcuni  valori fondamentali tra i quali il servizio e la filantropia, a discapito dell’affarismo e del protagonismo”. A dirlo in una nota Carlo Rinaldo, portavoce di del Comitato Cittadini Comunità in partecipazione diretta. 

“E’ proprio l’imprescindibile separazione tra società e culto esplicata dalla laicità, la non confessionalità dello Stato, a permettere invero a tutte le componenti della società di lavorare insieme al servizio di tutti e della comunità nazionale: non è un luogo di scontro, è realmente l’ambito per un dialogo costruttivo, nello spirito dei valori di libertà, di uguaglianza e di fraternità. Le sedi istituzionali e quelle di culto vanno affidate nella loro amministrazione a persone pervase da principi solidaristici affinché le problematiche della Società possano essere calmierate e si possa condurre una vita quanto più all’insegna della pari dignità per ciascun essere umano.              

Questa fase storica è di estrema secolarizzazione, in cui si registra l’allarme del soggetto, che si intende come primo attore, esclusivamente impegnato a realizzare i propri interessi e desideri con atteggiamenti sempre più esibizionistici. È una Società senza un panorama comune, senza l’ambizione della solidarietà e della comprensione dell’altro in vista di un bene collettivo: individualismo indifferente ed edonismo che entrano dunque prepotentemente anche nei “templi” civili ed in quelli religiosi pervadendone la gestione. Auspichiamo e invitiamo gli amministratori dell’uno e dell’altro a rivalutare la differenza proprio nella qualità delle relazioni, a favore di tutti, la possibilità di relazioni gratuite, forti e durature, improntando strutture di governo ispirate a corresponsabilità, rapporti di autorità vissuti come servizio e concessione di spazio all’altro. Dando tutti più peso alla ricerca di percorsi in cui l’uguaglianza dei diritti e della dignità delle persone, l’uguaglianza economica, l’uguaglianza di tutti i cittadini, siano al centro delle nostre azioni quotidiane, a qualunque etnia o rango apparteniamo”.

 

 

Comunità in partecipazione diretta-Comitato di cittadini Rende: «Volevamo votare con le preferenze»

RENDE (Cs) – «La nuova riflessione del nostro Comitato riunitosi a Rende ha avuto come oggetto questa la legge elettorale per le elezioni politiche (il cosiddetto “Rosatellum”) convenendo che resta la peggiore legge della storia repubblicana italiana sia ai fini del funzionamento dell’istituto parlamentare, sia della stessa forma di governo: una riforma elettorale che permettesse di scegliere il candidato era necessaria.  Attraverso la previsione di liste interamente bloccate viene dunque sottratto agli elettori ogni potere di scelta dei candidati. D’altronde nessuna delle riforme maggioritarie dal 1993 al 2017 è riuscita ad equilibrare la rappresentanza del corpo sociale e gestione della sfera pubblica. Invero si evincono un dubbio criterio di assegnazione del premio di maggioranza e, appunto, il limitato potere di scelta dei candidati da parte degli elettori che hanno generato un sistema politico fallimentare nella prospettiva bipolare utilizzando lo strumento delle coalizioni, eccessiva frammentazione delle forze in campo con i relativi fenomeni di trasformismo parlamentare e, infine, il distacco crescente che oggi si registra tra corpo elettorale e istituzioni  che sta conducendo al sempre più diffuso astensionismo elettorale. Crisi politica, vuoto democratico! Così come, sullo sfondo, sarebbe ugualmente auspicabile l’abbinamento della nuova legge elettorale ad un intervento legislativo su un funzionamento dei partiti migliore di quello attuale: una legge generale sui partiti politici in grado di affrontare i problemi, tuttora irrisolti dagli altri interventi, del finanziamento e del metodo democratico nella vita interna dei partiti». Queste le parole del portavoce del Comunità in partecipazione diretta – Comitato di cittadini di Rende.

 

Federazione cattolici: «Approdare ad un governo di larghe intese»

RENDE (CS) – «Arriva il Governo di Unità nazionale!? Visto il protrarsi della grave crisi dovuta al Covid-19, stato di difficoltà sanitaria ed economica che ha generato l’attuale stallo nel Governo del Paese, non essendoci i “numeri” sufficienti per garantire una navigazione sufficientemente tranquilla per produrre gli importanti necessari provvedimenti, la mossa che farà a breve il Capo dello Stato sarà quella di dare un mandato per un Governo di Unità nazionale. Mattarella, dimostratosi contrario ad un imminente ritorno al voto, non potendo bendarsi gli occhi di fronte al non raggiungimento della maggioranza assoluta in Senato del Governo, darà un incarico per la formazione di un Esecutivo allargato guidato da un premier dalla indiscussa levatura che proverà a dare l’accelerata ormai non più prorogabile per superare prima possibile l’attuale stato con delle risposte “imponenti” sia dal lato sanitario che da quello economico. Tralascio ogni riflessione sull’operato di questo Governo che ha le ore contate e sul come è stato gestita questa crisi dallo stesso e da tutte le forze politiche prima dell’approdo alle Camere per il voto di fiducia, tenendo per me il giudizio che ovviamente me ne sono fatto. Considero invece questo il momento di dare una lettura “super partes”, scevra da ogni valutazione politica personale, per interpretare quella che sembra ormai la strada inequivocabilmente tracciata dal Presidente della Repubblica nella sua funzione di Garante della Nazione per come dettato dalla Costituzione italiana: l’approdo ad un Governo di “larghe intese” che dovrà licenziare gli urgenti e cospicui interventi sul merito e non sul colore politico, con la dovuta responsabilità che si deve agli italiani, e traghettare il Paese alle prossime elezioni politiche». Queste le considerazioni di Carlo Rinaldo, portavoce di Federazione di Cattolici di Rende sull’attuale situazione politica italiana. 

 

 

Scuola, Federazione di cattolici chiede didattica a distanza a settimane alterne

COSENZA – Pe raffrontare l’emergenza coronavirus si registra la proposta di misura anti Covid-19 di Federazione di cattolici – Rende  formalizzata attraverso una missiva aperta indirizzata alla Giunta regionale.

«Per le caratteristiche peculiari del pendolarismo degli studenti calabresi delle scuole secondarie di secondo grado, considerato il congestionamento dei mezzi di trasporto pubblico ad alto rischio di contagio, si propone di attivare la didattica a distanza a settimane alterne alla presenza per gli studenti di ogni singola classe residenti fuori dai comuni di ubicazione degli Istituti scolastici frequentanti, per scaglionare l’afflusso delle persone sui mezzi di traporto pubblico». Questo quanto scritto nella nota scritta da Carlo Rinaldo in rappresentanza del gruppo.

Rende, Federazione di cattolici auspica post-ballottaggio di pacificazione sociale

RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del gruppo Federazione di cattolici, a firma del portavoce Carlo Rinaldo:

«In democrazia il voto non si discute! I cittadini di Rende si sono espressi ed il risultato dà piena ragione a Marcello Manna che giustamente continua ad essere il Sindaco della importante città calabrese: è evidente che si è voluto continuare a dare fiducia e consentire di portare avanti il lavoro intrapreso cinque anni fa avendo la popolazione comprese le difficoltà gestionali e politiche sottolineate dallo stesso Sindaco che hanno un po’ frenato l’attività. E a detta dello stesso, al netto della esperienza di questo primo mandato, ci sono i presupposti per accelerare facendo tesoro del percorso dei primi cinque anni.​​​ Non si capisce come ci sia qualcuno che ancora si ostina a contestare il risultato, soprattutto come siano paradossalmente ancora più alti i toni di coloro che capeggiando le loro liste hanno avuto pochissimi consensi: a questo punto è auspicabile un ritorno alla realtà per instaurare un clima di pacificazione sociale che in questi giorni irresponsabilmente non esiste ma di cui la città ha veramente bisogno. E pensiamo che siano alquanto dequalificanti per la città i troppi interventi degli “ultras”, di quelli che quasi farneticando devono per forza dare ragione ai propri leader, anche a costo di negare l’evidenza: la campagna elettorale è finita e se questi tipi di interventi non propositivi erano già poco tollerabili in fase pre-elettorale, adessorisultano inaccettabili perché ognuno dovrebbe ammantarsi di grande senso di responsabilità e consentire a chi ha il dovere di gestire di poterlo fare serenamente favorendo più che possibile un clima di distensione collettiva. ​​​​​​​​Questo non significa abbassare la guardia ma piuttosto spostare le proprie attenzioni ed energie a verificare l’azione amministrativa ed essere giudiziosamente suggeritori di interventi alternativi qualora si dovessero rilevare degli errori!»

Rotatoria 107, da Rinaldo petizione per passerella pedonale

RENDE (CS) – Da due giorni è stata ormai riaperta al transito la rotatoria sulla statale 107, di fianco allo stadio Marco Lorenzon di Rende, nel quartiere di Commenda. 

La realizzazione dell’opera si era resa necessaria per aumentare la sicurezza stradale e consentire di rendere più agibili gli ingressi sulla statale, veicolando il traffico in un punto particolarmente critico dell’arteria.

A tal proposito Carlo Rinaldo, portavoce del gruppo Federazione di Cattolici, ha proposto un ulteriore intervento: «la costruzione di una passerella pedonale in legno che attraversa la Ss 107 nei pressi dell’ingresso del lato Sud dello stadio Marco Lorenzon verso le scuole, di fianco il ponte dell’Autostrada, che possa dare una soluzione all’annoso problema dell’attraversamento della statale in quel punto (teatro di molti incidenti). «Si farebbe così cosa utilissima a moltissimi studenti e cittadini – è scritto sulla petizione già protocollata in Comune – che da Saporito (contrada in forte espansione demografica) a Commenda (contrada molto popolosa) vogliano accedere agevolmente alla zona (dove oltre gli istituti scolastici, c’è peraltro il centro commerciale Metropolis)».

Rende, le proposte di “Comunità in partecipazione diretta” per riavvivare il centro storico

RENDE (CS) – Iniziative e uffici comunali per ripopolare il Centro storico. E’ la proposta del comitato di cittadini di Rende “Comunità in partecipazione diretta”.

«Anche Rende paese, purtroppo, da alcuni anni è da annoverare tra i cosiddetti comuni in polvere, quelli rischio scomparsa: nonostante rappresentino una parte integrante del nostro patrimonio storico e artistico – è quanto si legge nella nota stampa a firma di Carlo Rinaldo – ! La deriva dello spopolamento di Rende andrebbe affrontata con scelte più coraggiose da parte dell’amministrazione comunale con un numero maggiori diinterventi e che siano più concreti e incisivi, che possano soprattutto incoraggiare e coinvolgere i residenti del borgo. ​​​​​Il trend generale dell’abbandono dei borghi è stato devastante in particolare per Rende con il trasferimento a valle della Sede municipale e di tutti i suoi uffici, con a cascata conseguente chiusura di Banca, Bar, Farmacia ealtre attività.​​​​​​​​​​ La presenza dei Musei e delle Chiese con le relative opere d’arte di grande valore potrebbe diventare assidua meta di visite culturali da parte delle scolaresche dell’hinterland e non solo e dei turisti, da integrare magari con altri eventi culturali e dar vita, per esempio, a residenze per artisti. Convegni, master, seminari in raccordo con l’Università.​​​​​​ Puntare sui progetti di valorizzazione del Fai (Fondo ambiente italiano), sulla raccoltafondi, anche all’estero con Progetti di finanza o con il crowdfunding, sull’attrazione di piccoli imprenditori agricoli e artigiani, pensare ad un albergo diffuso anche per sfruttare maggiormente la grande tradizione gastronomica ancora particolarmente attiva ed integrarla magari con l’offerta di percorsi organizzati di trekking. Secondo la nostra semplice e per questo molto concreta idea, il tutto sarebbe veicolato ad un maggiore successo con la riapertura anche se non quotidiana di delegazioni degli uffici degli assessorati comunali che in particolare si occupano delle attività che si svilupperebbero nel borgo come sicuramente quello alla cultura, quello al turismo, allo sviluppo del territorio, ecc..​​​​​​​​. La presenza fissa del Sindaco per almeno un giorno alla settimana nel quale concentrare incontri istituzionali e non.​​​​​​​​​​​​ Ripopolamento è sinonimo di presenza e il primo attore deputato alla sua promozione non può che essere l’amministrazione comunale!»

 

 

Comunità in partecipazione diretta: «Valorizzare i dipendenti comunali e redistribuire gli incarichi»

RENDE (CS) – Ancora una presa di posizione da parte del comitato di cittadini “Comunità in partecipazione diretta”.

« Nel Comune di Rende – scrive il coordinatore Carlo Rinaldo -, così come negli altri Enti locali, è stridente l’eccessivo ricorso ad incarichi esterni per quanto riguardo le funzioni ed i servizi da erogare ai cittadini, con una doppia sfaccettatura negativa: la non valorizzazione delle risorse umane interne e l’aggravio di costi per le casse comunali per il pagamento di stipendi e parcelle a soggetti esterni alla pubblica amministrazione! ​​ Nell’ambito della generale riduzione del trasferimento delle risorse agli enti locali, con gli stessi che oltretutto sono quasi tutti molto indebitati (il nostro di Rende in particolare in predissesto come tutti i cittadini sanno), da parte degli amministratori non si dovrebbe dunque fare un ricorso così eccessivo agli incarichi esterni.    Se è vero che tali Enti hanno subito una progressiva diminuzione di personale per cui non tutti gli esodi sono stati sostituiti in toto numericamente, è altrettanto vero che chi è subentrato negli uffici ha una istruzione mediamente superiore con la conseguente assunzione di livelli più alti ed una maggiore confidenza con l’uso del pc: in alcuni particolari ma ristrettissimi ambiti c’è forse bisogno di qualche professionalità più di nicchia ma è giustificabile soli in questi sporadici casi e per lassi di tempo ristrettissimi. ​​​​  Nella stragrande maggioranza del ricorso agli esterni, alcuni con incarichi apicali e addirittura afferenti a più settori, si potrebbe utilizzare il personale interno che, ove occorra, va maggiormente formato proprio con una parte delle risorse che verrebbero risparmiate con il taglio agli esterni». ​​​​    

«Come detto in precedenza – conclude la nota -, alcuni sono addirittura super incaricati per cui è necessaria oltre che una internalizzazione delle funzioni anche una maggiore redistribuzione delle stesse per non avere un eccessivo accentramento in pochissimi soggetti. ​​​​​​​​Il Sindaci, i Presidenti di Province e Regioni e i Consiglieri regionali hanno già ampio margine di poter scegliere assessori, capi gabinetto, segretari comunali e generali, ecc. per continuare ancora ad avvalersi anche di tanti altri inutili collaboratori che vanno a sostituire il personale interno già pagato per certe mansioni e che oltretutto si sente sminuito professionalmente e nelle dignità».