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La giovane attrice Denise Sapia incanta Michele Placido

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – «L’attrice calabrese ha partecipato al Master Class di Studio Sviluppare le proprie capacità tecniche e artistiche per continuare a crescere in quello che è il complesso e affascinante mondo del cinema. Con questa forte motivazione la giovane attrice calabrese Denise Sapia nelle settimane scorse ha partecipato presso lo Studio Cinema Internation di Roma al Master Class diretto da Michele Placido, rimasto letteralmente incantato dalla capacità interpretativa della piccola stella rossanese prossima a ritornare nelle sale inautunno con Arbëria, ultimo lavoro firmato dalla regista Francesca Olivieri e prodotto da Open Fields Production». È quanto fa sapere l’impresario Eugenio Piovosa, titolare dell’agenzia cinematografica Geniusmanagement, che sta accompagnando la giovane Denise nel suo cammino di crescita e affermazione sul grande schermo. «Il maestro Placido – dice Piovosa – è rimasto letteralmente incantato dalle capacità artistiche di Denise Sapia. Ha grande stoffa e lo ha notato anche un genio del cinema italiano. Il Master Class è stato per la nostra attrice, senza dubbio, un momento di crescita che la aiuterà ad affrontare con maggiore determinazione e con più fiducia nei suoi grandi mezzi interpretativi i prossimi impegni cinematografici. Su tutti – precisa – Arbëria, un vero e proprio colossal del cinema etnico-calabrese che racconterà per la prima volta da dentro le macchine da presa la storia delle comunità italo-albanesi nella nostra regione».

FINAL TEST

Un monologo su Peppino Impastato. È stato questo il final test del Master Class che Denise Sapia ha dovuto affrontare a conclusione del corso tenuto con il regista Michele Placido. Un vero e proprio assolo drammatico sul tragico epilogo del giornalista di Cinisi, barbaramente ucciso dalla Mafia. Un testo incalzante, interpretato magistralmente da Denise con esatte diacronie e un trasporto emotivo che ha incantato tutti, partecipati e addetti ai lavori. E alla fine, applausi a scena aperta in un tripudio di commozione.

 

IL COMMENTO DI DENISE

«È stata un’esperienza unica – commenta Denise –  che mi ha aiutato a capire ancor di più i vantaggi di poter far cinema attingendo da fonti incredibili dell’arte espressiva. È stato un grande onore per me poter esprimermi e recitare per il grande maestro Michele Placido che mi ha accompagnata in un viaggio all’interno delle tecniche dell’interpretazione scenica con un’analisi approfondita delle tecniche di regia. Poi – aggiunge – aver avuto il privilegio di entrare in uno dei fatti di cronaca più cruenti della storia italiana, raccontando della morte e dell’esempio di Peppino Impastato, è stata un’emozione doppia. Un’esperienza che mi auguro – conclude – di poter rivivere un giorno, magari sul set, diretta proprio dal maestro Placido».

 

[#CiNerd] Solo: a Star Wars Story, la Recensione

“Ho un brutto presentimento a riguardo”

Quasi ogni fan di Star Wars l’avrà pensato accomodandosi sulla poltroncina del cinema per vedere Solo: A Star Wars Story. Un presentimento che sembra aver scoraggiato molti, considerato il flop d’incassi.

Io, però, sono una fangirl e non mi sarei persa la nuova pellicola della saga per nulla al mondo. Anzi, ho trovato insopportabile la mancanza di fede di chi al film non ha dato neanche una possibilità. Solo: A Star Wars Story è il secondo spin-off della saga creata da George Lucas. Dopo un gioiellino di narrativa e regia come Rogue One, il compito di mantenere alto il livello qualitativo era arduo. Ed è stato reso più complesso dalle sfortunate vicende di produzione: parlo del cambio di regista in corsa e delle difficoltà recitative del protagonista che, diciamolo, aveva sulle spalle l’onore e l’onere di ridare vita a un personaggio reso iconico da un Harrison Ford, che ci piace così tanto perché non ci sono canaglie come lui nella nostra vita. Ma andiamo con ordine ad analizzare la pellicola.

LA TRAMA

Solo narra le spericolate avventure del contrabbandiere più famoso della galassia, tra i 18 e 24 anni, molto tempo prima dell’incontro con un giovane Luke Skywalker e Obi-Wan Kenobi nella rumorosa e affollata Cantina di Mos Eisley: 11 gli anni di distanza. L’intento della pellicola, come il trailer aveva annunciato, è quello di mostrarci gli scorci tanto amati della galassia lontana lontana da un altro punto di vista, quello outsider e malfamato di pericolosi predoni, contrabbandieri e cacciatori di taglie. Alcuni si sono chiesti: c’era davvero bisogno di aprire uno squarcio sulla back story di un personaggio ormai così radicato nell’immaginario collettivo dei fan, di vecchia data e non? Forse no, se questi scorci non sono in grado di mostrare qualcosa di credibile e ben costruito ma, d’altra parte, chi non si è mai chiesto quali fossero le origini di Han, quali e quante imprese avesse compiuto per diventare un fuorilegge, come avesse conosciuto il suo peloso co-pilota?

LA REGIA E IL  COMPARTO TECNICO

Il merito di Solo è il seguente: raccontarci ciò che avremmo voluto sapere. E ci riesce bene.

Per questa ragione, un plauso va anche al regista, quel Ron Howard che ha avuto l’ingrato compito di assumere la direzione della pellicola a riprese ormai iniziate, dopo il licenziamento dei due registi precedentemente scritturati. Nonostante le settimane di riprese aggiuntive e i conseguenti ritardi nella produzione, le sequenze del film sono ottime, dirette e montate alla perfezione, senza disturbanti scarti tra le diverse scene. Ron Howard compie il suo lavoro in maniera precisa e rispettosa. Agli spettatori più attenti non è sfuggita quella rete di citazioni e omaggi alla trilogia originale: in particolare, Solo svela un dettaglio de L’impero colpisce ancora, quando C-3PO esprime meraviglia per la singolare maniera di comunicare del Millennium Falcon. La regia di Howard non ricerca spettacolarità gratuita: è narrativamente pulita e lineare e alcune scene ne beneficiano, risultando di grande impatto visivo, come per l’iniziale inseguimento per le strade di Corellia e la mitica sequenza della rotta di Kessel. La sceneggiatura, di Lawrence Kasdan e figlio, è ben scritta, seppur prevedibile: la pellicola narra la storia della formazione di un giovane Han Solo che si avventura nei bassifondi della galassia per realizzare un sogno, quello di diventare un grande pilota. E come in ogni buona storia di formazione, e come il mito già ci ha insegnato, Han riuscirà in quest’obiettivo: chi, se non lui, ha pilotato la nave che ha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec lasciando indietro le navi stellari dell’impero?

Una pecca nella sceneggiatura è, però, la mancanza di un vero e proprio colpo di scena, di quel momento epico che possa dare un posto alla pellicola nella storia della saga, esattamente ciò che aveva fatto Rogue One. La storia, certo, era già scritta, ma i Kasdan non hanno osato, col rischio di stravolgere un percorso ormai fissato, preferendo concentrare l’attenzione sulla messa in scena di quei personaggi che assumono un ruolo determinante nel fare di Solo, quell’adorabile canaglia che tanto amiamo. Deludenti, invece, le musiche di John Powell: ancora una volta, viene ripresa la colonna sonora originale omaggiandola ma, trattandosi di un film stand-alone, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più originale.

IL CAST

Quello che tutti temevano fosse una delle pecche della pellicola si è rivelato, invece, una sorpresa piacevole. Notevole la chimica tra gli attori nelle molte scene corali di Solo. Malgrado i problemi avuti con la recitazione e il rischio che la sua prima importante prova attoriale fallisse, considerato il peso iconico del suo predecessore, Alden Ehrenreich si è trovato a suo agio con il ruolo. Anzi, pur dando un’impronta personale al giovane Han, ha reso omaggio ad Harrison Ford, riprendendone le irriverenti caratteristiche espressive, nonché le pose nelle scene di combattimento con le armi. Buona la performance di Emilia Clarke, nei panni della coraggiosa Qi’ra, anche se in alcuni tratti sembrava di osservare una spietata Madre dei Draghi. Menzione speciale per Woody Harrelson per la sua interpretazione del mentore e fuorilegge Tobias Beckett, e a Paul Bettany, perfetto nel ruolo, seppur minuscolo, del perfido Dryden Vos. Plauso a Donald Glover per il suo audace, inaffidabile e scanzonato Lando Calrissian, uno dei personaggi senz’altro meglio riusciti e per il quale unico difetto è quello di un esiguo minutaggio on screen.

Di contro, non sono mancati un paio di personaggi simpatici come Jar Jar, ma meglio non spoilerare.

IN CONCLUSIONE

Solo: A Star Wars Story non è un capolavoro, non è L’impero colpisce ancora, ma… non vuole neanche esserlo.

Voi davvero vorreste vedere la copia di un film già visto? Lo scopo non è stupirci, ma raccontare cose che prima avremmo solo potuto immaginare o intuire, farci capire perché Han Solo è diventato Han Solo. La pellicola si svolge in crescendo: la prima parte scorre piana, quasi non sembra di guardare un film di Star Wars, ma un comune film di fantascienza, non ci sono Jedi o spade laser, la Forza non scorre potente. Poi, il ritmo accelera vertiginoso e a bordo di un Millennium Falcon tirato a lucido come non mai, siamo catapultati su Kessel, tra uno Star Destroyer imperiale e l’Alleanza Ribelle allo stato embrionale, tra una partita a Sabacc e l’altra, su quella stessa nave insieme ad Han e al suo fedele amico Chewbecca, nel mezzo di un’amicizia che nasce dall’aver salva la vita insieme.

E, sul finale, l’inaspettato: Solo non si conclude sul serio, lascia uno spiraglio aperto per qualcosa che potrà ancora accadere. Forse che il successo del MCU abbia influenzato un franchise come quello di Star Wars?
Com’era il detto? Tutto fa brod…no, tutto fa Disney. In ogni caso, questo finale – non finale che pone le basi per un sequel, rende omaggio alle serie animate dell’universo espanso, in particolare The Clone Wars.

Allora, niente smancerie e guardate il film. Vale la pena allacciare le cinture per un salto nell’iperspazio piacevole e scanzonato e, dopo un po’, verrà facile dire: «Chewbe, siamo a casa».

Voto: 7+

Francesca Belsito

“Fuori Campo”, al cinema San Nicola ospite il regista Castellari

COSENZA – “Fuori campo” segna la sua ultima tappa venerdì 15 giugno alle ore 19:30 al cinema San Nicola di Cosenza. Ospite d’eccezione di Rete cinema Calabria sarà il regista Enzo G. Castellari.

Autore, regista, sceneggiatore e attore, Castellari è un artista che ha cambiato molte pelli guadagnandosi la fama di regista “cult”. Quentin Tarantino lo definisce un “maestro”, tanto da essersi ispirato al suo “Quel maledetto treno blindato” (“Inglorious bastards) per “Bastardi senza gloria” (“Inglorious basterds”), in cui lo stesso Castellari appare in un cameo. Gli esordi alla fine degli Sessanta con lo spaghetti western “Pochi dollari per Django” in co-regia insieme a León Klimovsky, poi il grande successo di “Vado… l’ammazzo e torno” e “Keoma”, con incursioni nei film di guerra come “Quel maledetto treno blindato”.

Nei primi anni Settanta, Castellari cambia direzione e inizia a girare polizieschi (“La polizia incrimina, la legge assolve”, “Il grande racket” per citarne alcuni). Alla fine degli anni Settanta Castellari gira “L’ultimo squalo” (in inglese “The great white”) incassando ben 18 milioni di dollari negli States: questo bastò a suscitare le ire della Universal che ne chiese il blocco immediato temendo che il successo di Castellari potesse compromettere “Lo Squalo 3” già in cantiere e superare gli incassi de “Lo Squalo” di Spielberg. Negli anni 80 il regista romano esplorò anche i territori delle pellicole post-atomiche con “1990 – I guerrieri del Bronx”, primo di una trilogia, seguito da “I nuovi barbari” e “Fuga dal Bronx” prima di tornare al suo vecchio amore: il western, con “Jonathan degli orsi” interpretato dall’amico Franco Nero. Per la televisione italiana, negli anni Novanta ha diretto i sei episodi della serie “Detective Extralarge” con Bud Spencer, che vinse il Telegatto come miglior serie televisiva dell’anno mettendo il suggello anche sul ritorno di “Sandokan” con Kabir Bedhi.

“FUORI CAMPO”, IL PROGETTO DI RETE CINEMA CALABRIA

Si chiude dunque in bellezza “Fuori campo”, il primo progetto portato avanti da Rete cinema Calabria, che ha coinvolto dieci tra i borghi più belli della regione: Alessandria del Carretto a Fagnano, da Longobucco a Marina di Badolato, Mesoraca, Santa Severina, Oriolo, Aieta, Serra San Bruno, Spadola. Qui i registi di Rcc sono riusciti a confrontarsi con studenti, curiosi, amministratori oltrepassando il muro che separa le piccole realtà della nostra regione da un universo fatto di storie, suggestioni, sogni e cinema. Questo grazie all’impegno delle amministrazioni comunali coinvolte che hanno mostrato grande sensibilità rispetto ai programmi e ai dibattiti proposti per “Fuori campo”, un nome scelto non a caso e che riassume il senso di un’iniziativa che ha cercato di portare la Settima arte fuori dai circuiti convenzionali. “Fuori campo” è un progetto finanziato dalla Regione Calabria, Dipartimento Turismo e Beni Culturali, Istruzione e Cultura, Settore Scuola, Istruzione e Politiche Giovanili e dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con Calabria Film Commission, Pizzami, Capitano Shop e Manfredi”.

RETE CINEMA CALABRIA (RCC)

L’associazione Rete Cinema Calabria è stata creata da un gruppo di giovani autori calabresi, registi e tecnici della produzione audiovisiva per dare voce a tutti coloro i quali pensano che la condivisione ed il confronto non possano che giovare al settore e, soprattutto, all’economia dei luoghi di provenienza. La Rete mira a divenire un vero e proprio punto di riferimento per chi voglia produrre cinema in Calabria.

 

 

CinemAmbulante, al via la III edizione della rassegna dedicata ai film indipendenti

COSENZA – Tutto pronto per la terza edizione di CinemAmbulante, che dal 10 al 21 giugno porterà un progetto unico nel suo genere nelle quattro province calabresi di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Reggio Calabria.

CINEMAMBULANTE è un progetto multiculturale e multidisciplinare promosso dall’Associazione La Guarimba in collaborazione con Emergency Italia che vuole offrire una rassegna di film indipendenti per tutti, ma anche un Kino ovvero una residenza di cinema per i giovani italiani ed i rifugiati che vivono ad Amantea con l’obiettivo di usare la cultura come strumento di integrazione.

La rassegna è composta da opere cinematografiche realizzate da registi in rappresentanza di quei Paesi e culture ormai stabilite da tempo in Calabria.

L’iniziativa è parte del progetto MigrArti III edizione 2018 finanziato dal Ministero dei Beni Culturali ed è stata realizzata dopo aver creato una rete locale e internazionale.

Tutti gli incontri e le proiezioni saranno ad ingresso libero.

I FILM:

1) “A CIAMBRA” di Jonas Carpignano (Italia)

Ad “A Ciambra” una piccola comunità Rom nei pressi di Gioia Tauro, Pio Amato cerca di crescere più in fretta possibile, a quattordici anni beve, fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi tra le varie realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e i membri della comunità Rom.

 

2) “FACES, PLACES” di Agnes Varda e JR (Francia)

Agnes Varda, la cui  visione cinematografica unica dal 1950 le ha fatto guadagnare un fedele stuolo di entusiasti cinefili in tutto il mondo, e l’iconico fotografo e artista murale JR che su Instagram è seguito da oltre un milione di followers, hanno più cose in comune di quel che si possa immaginare.

3) “WALLAY” di Berni Goldblat (Svizzera)

Ady ha tredici anni ed è cresciuto nella banlieue francese. Quando un’estate, dopo l’ennesima spavalderia, viene spedito dal padre dai parenti in Burkina Faso, Ady scopre che la sua famiglia e l’Africa sono diverse da come se le immaginava. La sua vacanza non è affatto una vacanza.

4) “SWAGGER” di Olivier Babinet (Francia)

Muovendosi tra documentario e finzione, il film ci fa entrare nelle menti sorprendenti di undici adolescenti, di diversa provenienza, che crescono in una delle più svantaggiate banlieu parigine, dove i “francesi” non mettono piede. Una serie di ritratti da cui emergono le speranze, le paure e la vita di tutti i giorni.

5) “SACRED WATER” di Olivier Jourdain (Belgio)

Attraverso la voce di Vestine, una speaker radiofonica, e di uomini e donne ruandesi, il film racconta la ricerca dell’acqua che sgorga dal corpo femminile. “Sacred Water” (L’acqua sacra) rivela con umorismo e spontaneità il mistero del piacere femminile.–

6) “HUMAN FLOW” di Ai Wei Wei (Cina)

L’artista cinese si è messo dietro la macchina da presa per portare alla Mostra un doc che racconta migranti e profughi. Un viaggio della speranza attraverso 23 paesi del mondo, dall’Afghanistan alle coste siciliane fino al confine tra Messico e Stati Uniti.

7) “FÉLICITÉ” di Alain Gomis (Senegal)

Una donna cerca in tutti i modi di recuperare i soldi necessari per evitare l’amputamento di una gamba al figlio. Ma le cose non vanno come si aspettava.

IL PROGRAMMA COMPLETO: http://cinemambulante.com/larassegna/

Guest star di Moda Movie 2018 lo stilista Addy van den Krommenacker

COSENZA – Bilancio più che positivo per le prime due giornate del progetto Moda Movie 2018.

Lunedì 4 giugno, al Chiostro di San Domenico, alla conferenza di presentazione ha fatto seguito l’inaugurazione della mostra fotografica “Cinema Italia 107” curata da Simon (Simona Flamigni) e, nel pomeriggio, lo showcase “ModalovesCibo”, con le performance degli allievi della scuola di musica Euterpe su coreografie del Centro Danza Bolero per “Arte & Creatività. Voce ai giovani” e le contaminazioni artistiche di Passepartout. In chiusura la passerella con le borse realizzate al telaio dal Maestro Mimmo Caruso e le splendide creazioni di Elisa De Bonis, stilista cosentina amica di Moda Movie, realizzate con particolari tessuti messi a disposizione dall’azienda tessile De Negri. Negli spazi del chiostro medievale anche gli stand enogastronomici delle aziende partner per la sezione Sapori Mediterranei. Fra queste l’International Sommelier Foundation rappresentata dal delegato regionale Tommaso Caporale e i vini de IGreco con l’etichetta personalizzata per Moda Movie. Durante la manifestazione è stato consegnato un riconoscimento allo scrittore e giornalista Arcangelo Badolati, per il suo impegno nel valorizzare la cultura calabrese.

Martedì 5 giugno il cinema San Nicola ha accolto gli ospiti e le proiezioni della rassegna “Il cinema al lavoro” curata da Loredana Ciliberto. Ha riscosso molti favori il docufilm di Enrica Viola “Borsalino City”, sull’azienda che produsse il mitico cappello presente in molte produzioni hollywoodiane, seguito dai  corti “Stella” di Massimiliano D’Epiro, “Dress Code” di Simone Grazzi, “Barbiana è qui” di Emilio Arnone e “Al giorno d’oggi il lavoro te lo devi inventare”di Mario Vitale. Protagonista di quest’ultimo cortometraggio, insieme al cosentino Francesco Aiello, è l’attore Fabrizio Ferracane, anche interprete dei film “Anime nere”, “Apres là guerre”, “L’ordine delle cose” e “La terra buona”, a cui è stato assegnato il premio Cinema 2018. Nel corso della serata presentata dalla giornalista Rosa Cardillo è stato consegnato un riconoscimento anche all’attrice e regista Laura Caparrotti, fondatrice dell’Italian Theater Festival In scena!, e alla dirigente scolastica dell’istituto “Mancini-Tommasi” di Cosenza Graziella Cammalleri, da sempre vicina al progetto dell’associazione Creazione e Immagine guidata da Sante Orrico.

Moda Movie 2018 prosegue con altre due importanti appuntamenti.

Lunedì 11 giugno, dalle 17.30, il Museo Multimediale Città di Cosenza di piazza Bilotti ospiterà il talk show sul tema “Professioni per un futuro che è già oggi: Moda e Cinema”. Il dibattito verterà sugli interventi di quattordici professionisti ed esperti del settore che porteranno la loro esperienza nell’organizzazione di un evento e la loro professionalità rivolgendosi ai giovani finalisti del fashion contest e al pubblico di operatori del settore. Questi i loro nomi: Mauro Galzignato, art director Kemon; Simona Flamigni, fotografa di cinema e moda; Amelianna Loiacono, stylist; Silvio Betterelli, fashion designer; Liuba Popova; storica ed esperta di moda; Maria Rosaria Bruno, make up artist Pascal; Valeria Oppenheimer, autrice televisiva; Fausto Intrieri, sound designer; Matteo Zenardi, scenografo; Remo Florio, light designer; Maurizio Passeri, regista eventi di moda; Ino Mantilla, fotomodella; Maria Beatrice Zagarese, fashion buyer; Nicola Rovito, regista e produttore. L’ingresso è riservato. Alle 20, in conclusione dei lavori,  ci sarà una performance di moda con gli abiti dello stilista Silvio Betterelli e relativo shooting ad opera delle fotografe Simona Flamigni, Eliana Godino, Stefania Sammarro e Marianna Zupi.

Gran finale martedì 12 giugno dalle 20.30 con l’Evento Moda che incoronerà i vincitori del premio Moda Movie 2018 attraverso la valutazione di una giuria di esperti. Ancora una volta sarà lo splendido teatro Rendano location della kermesse durante la quale sfileranno le creazioni dei 15 finalisti ispirate al tema di questa XXII edizione, “fashion@work”.

Nel corso dell’evento presentato da Nino Graziano Luca e Valeria Oppenheimer verranno consegnati i premi Press Award, Special Award, La Jaqueline e il premio Cultura e Imprenditoria.

Guest star di questa edizione è lo stilista olandese Addy van den Krommenacker che porterà i capi della sua collezione Primavera-Estate denominata “I nuovi romantici”.

Conosciuto in tutto il mondo da quando nel 2001 ha lanciato la sua prima collezione, è particolarmente apprezzato dalle celebrità: i suoi abiti hanno sfilato alle cerimonie degli Oscar e in occasioni di celebrazioni pubbliche e feste internazionali.

Tutto pronto per la seconda edizione di Laterale Film Festival

COSENZA – Cinema come arte, cinema come ricerca, cinema come poesia. Queste le tendenze promosse dal Laterale Film Festival, quest’anno alla sua seconda edizione. Il progetto, nato lo scorso anno per iniziativa dell’Associazione culturale Kamen (composta da un gruppo di cosentini appassionati), si propone di unire giovani autori da tutto il mondo in un festival di cinema indipendente nei mezzi come nel linguaggio.

Da Roma a Londra, da Teheran a Lisbona, da Sofia a New York centinaia di giovani artisti hanno condiviso le loro opere, realizzate in assenza di grandi mezzi economici, ma in piena autonomia creativa e con una visione artistica ben definita: l’idea che il cinema sia linguaggio prima che industria, che sia comunicazione condivisa, che possa ingaggiare il pubblico nella sperimentazione artistica e nella sua scoperta. Le proiezioni inizieranno dalle 20.30 e saranno ad ingresso gratuito.

Il festival non ha carattere competitivo: non ci sono premi, giurie, gare. Prevale invece una logica di condivisione, di scambio, una volontà di scoperta, che ha trovato la risposta entusiasta e partecipata sia degli autori che del pubblico. Le selezione di quest’anno riunisce 29 film brevi, low-budget e no-budget, 11 dei quali sono stati realizzati da giovani autori italiani, a conferma del fatto che la domanda, la curiosità e l’attenzione per nuovi modi di fare e intendere il cinema sono vivaci anche nel nostro paese, e in sintonia con quanto accade a livello internazionale, al di fuori di ogni provincialismo.

Contro l’idea che tutto sia già detto, già visto, fatto e sentito: la metafora utilizzata dal Laterale Film Festival è quella di una macchina per esplorare l’invisibile, alla scoperta di visioni innovative e originali fuori dai modi convenzionali di fare cinema. Laterale: un cinema che vive della centralità delle immagini come strumento di ricerca, individuale e collettiva. Una bussola per orientarsi nei modi di fare cinema oggi e domani, che non si rivolge ad un pubblico di nicchia ma, al contrario, vuole essere guida e riferimento in uno spazio di condivisione libero e stimolante. Un vero e proprio laboratorio artistico condiviso che parte dall’intimità della sala, per cui è stato scelto il Cinema San Nicola: un ambiente raccolto, spesso considerato ai margini della vita cinematografica cittadina ma che esprime al meglio l’artigianalità e la qualità del cinema sperimentale e che ha un trascorso storico proprio in questo senso.

Il Laterale Film Festival, completamente autofinanziato, intende promuovere un cinema giovane non ancora visto in sala, nella convinzione che il linguaggio filmico abbia ancora qualcosa di nuovo da dire e dare. Dopo la scommessa vinta della precedente edizione, che ha trovato una riposta positiva da parte di un pubblico curioso, variegato e non composto da soli cinefili, i 29 corti selezionati nella seconda edizione saranno proiettati nei giorni 11, 12 e 13 giugno, alla presenza di alcuni degli autori italiani disponibili a un incontro con gli spettatori.

 

 

 

 

La scuola a cinema, gran finale per il Premio Branda

COSENZA – Si conclude con una giornata dedicata agli studenti la XIX edizione de “La Scuola a Cinema”.

Domani sera, alle ore 9, sul palco del Cinema Citrigno di Cosenza la giornata finale del progetto che ha coinvolto ben venti istituti superiori della provincia. Un appuntamento per premiare le scuole che hanno partecipato all’edizione 2018. Più di 5000 studenti degli istituti superiori della provincia saranno presenti alle giornate di premiazione, a loro saranno consegnate le targhe di partecipazione al progetto. Gran finale della XIX edizione de “La Scuola a cinema”, evento promosso dalla Società CGC e dall’associazione Anec-Calabria, in collaborazione con l’Agis Scuola Nazionale. Una manifestazione giunta alla XIX edizione dedicata temi d’attualità: ”rapporti generazionali”, multiculturalismo”,“immigrazione”“precariato” ed “educazione alla legalità”. Per un intero anno gli studenti delle scuole partecipanti hanno visionato pellicole cult e di ultima uscita e per di più hanno avuto la possibilità di vederle nel buio di una sala cinematografica. 

Durante la mattinata saranno presentati le otto pellicole che vedranno i ragazzi nella prossima edizione targata 2019 della rassegna.

Inoltre, nel corso della mattinata, si svolgerà la cerimonia di premiazione della Vedizione del Premio “ Salvatore Branda – Cinema & Creatività”. Un’iniziativa a cui hanno aderito, durante l’anno scolastico, gli studenti delle ultime classi delle scuole secondarie superiori della provincia di Cosenza. Si tratta di un progetto-pilota nato dalla rassegna “La scuola a cinema” ideato dalla Società CGC e promosso da Confindustria Cosenza sezione Agis /Anec Calabria. Gli studenti che hanno partecipato, durante l’anno scolastico, hanno visionato, nella sala del Cinema Citrigno di Cosenza, “Start Up” di Alessandro D’Alatri (2017). Rielaborando le tematiche raccontate dalla pellicola, gli studenti hanno avuto la possibilità esprimere a pieno la loro creatività proponendo alla giuria tecnica del premio un componimento, un elaborato artistico, un lavoro multimediale o un modellino in scala.

La giuria

A premiare i primi classificati il presidente della giuria tecnica Rosario Branda, Direttore di Confindustria Cosenza e Segretario Delegazione Calabra AGIS. Con lui, il Presidente dell’Anec Calabria, Giuseppe Citrigno.

Cinema, ricerca e poesia, torna Laterale Film Festival

COSENZA – Cinema come arte, cinema come ricerca, cinema come poesia. Queste le tendenze promosse dal Laterale Film Festival, quest’anno alla sua seconda edizione.

Il progetto, nato lo scorso anno per iniziativa dell’Associazione culturale Kamen (composta da un gruppo di cosentini appassionati), si propone di unire giovani autori da tutto il mondo in un festival di cinema indipendente nei mezzi come nel linguaggio.

Da Roma a Londra, da Teheran a Lisbona, da Sofia a New York centinaia di giovani artisti hanno condiviso le loro opere, realizzate in assenza di grandi mezzi economici, ma in piena autonomia creativa e con una visione artistica ben definita: l’idea che il cinema sia linguaggio prima che industria, che sia comunicazione condivisa, che possa ingaggiare il pubblico nella sperimentazione artistica e nella sua scoperta.

Il festival non ha carattere competitivo: non ci sono premi, giurie, gare. Prevale invece una logica di condivisione, di scambio, una volontà di scoperta, che ha trovato la risposta entusiasta e partecipata sia degli autori che del pubblico.

29 film brevi, low-budget e no-budget

Le selezione di quest’anno riunisce 29 film brevi, low-budget e no-budget, 11 dei quali sono stati realizzati da giovani autori italiani, a conferma del fatto che la domanda, la curiosità e l’attenzione per nuovi modi di fare e intendere il cinema sono vivaci anche nel nostro paese, e in sintonia con quanto accade a livello internazionale, al di fuori di ogni provincialismo.

Contro l’idea che tutto sia già detto, già visto, fatto e sentito: la metafora utilizzata dal Laterale Film Festival è quella di una macchina per esplorare l’invisibile, alla scoperta di visioni innovative e originali fuori dai modi convenzionali di fare cinema. Laterale: un cinema che vive della centralità delle immagini come strumento di ricerca, individuale e collettiva. Una bussola per orientarsi nei modi di fare cinema oggi e domani, che non si rivolge ad un pubblico di nicchia ma, al contrario, vuole essere guida e riferimento in uno spazio di condivisione libero e stimolante. Un vero e proprio laboratorio artistico condiviso che parte dall’intimità della sala, per cui è stato scelto il Cinema San Nicola: un ambiente raccolto, spesso considerato ai margini della vita cinematografica cittadina ma che esprime al meglio l’artigianalità e la qualità del cinema sperimentale e che ha un trascorso storico proprio in questo senso.

Il Laterale Film Festival, completamente autofinanziato, intende promuovere un cinema giovane non ancora visto in sala, nella convinzione che il linguaggio filmico abbia ancora qualcosa di nuovo da dire e dare. Dopo la scommessa vinta della precedente edizione, che ha trovato una riposta positiva da parte di un pubblico curioso, variegato e non composto da soli cinefili, i 29 corti selezionati nella seconda edizione saranno proiettati nei giorni 11, 12 e 13 giugno, alla presenza di alcuni degli autori italiani disponibili a un incontro con gli spettatori.

 

Laterale Film Festival – Selezione 2018

 

Ab ovo – 2017 – Luca Ferri (Italia); Alkaid– 2017 – Mauro Santini (Italia); Art 35.5 Hours a Week – 2017 – Mariken Kramer e Eli Eines (Norvegia); La Cognizione del Calore – 2017 – Salvatore Insana (Italia); Cut to the Chase – 2016 – Dean Kavanagh (Irlanda); Dagadòl – 2017 – Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa (Italia); Divided by blue – 2017 – Eric Ko (Stati Uniti); Flowing (for Naruse) – 2018 – Ross Meckfessel (Stati Uniti); Frightening Woods – 2017 – Alvaro De La Hoz (Spagna); Fuori Programma – 2016 – Carla Oppo (Italia); The Girl – 2017 – Hans Op de Beeck (Belgio); Glacies – 2017 – Pierre Villemin (Francia); Gold diggers – 2017 – Lucie Pagès (Francia); Ho Visto Morandi – 2016 – Katia Viscogliosi e Francis Magnenot (Italia); Ida – 2017 – Giorgia Ruggiano (Italia); Inês Marches – Tiago Rosa-Rosso (Portogallo); The invention of cinematography – 2017 – Stefano Virgilio Cipressi (Italia); Laura – 2017 – Tânia Dinis (Portogallo); May devotions to the Blessed Virgin Mary – 2016 – Piotr Piasta (Polonia); The night in all things – 2017 – Alexander Girav (Stati Uniti); O Meu Pijama – 2017 – Maria Inês Gonçalves (Portogallo); Ogni roveto un dio che arde – 2016 – Giorgiomaria Cornelio e Lucamatteo Rossi (Italia); Pareti Bianche – 2017 – Alessandro Sedda e Annalisa Ciacco (Italia); Turtles Are Always Home – 2016 – Rawane Nassif (Libano); The secret sharer – 2017 – Filippo Ticozzi (Italia); Stella 50.4N1.5E – 2016 – Elsa Brès (Francia); Terrain Vague – 2017 – Latifa Said (Francia); Vigils – 2017 – Peter Treherne (Regno Unito) e Visit – 2017 – Yannis Zafiris (Grecia).

Moda Movie, tutto pronto per “Cinema Italia 107” e Moda©Cibo

COSENZA – Un omaggio al cinema italiano. Una ricerca artistica durata tre anni, durante i quali la fotografa Simon (alias Simona Flamigni) ha realizzato 107 ritratti di attori e attrici in giro per l’Italia. Immortalati sullo sfondo di camere d’albergo, non-luogo per eccellenza, i protagonisti degli scatti – fra i quali Cristiana Capotondi, Carolina Crescentini, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Ambra Angiolini e Luigi Lo Cascio – si sono resi partecipi di un progetto che oltre alla mostra, inaugurata a Roma nel 2015 durante il Festival del Cinema, ha visto la pubblicazione di un volume edito da Menabò Editore.

Il prossimo 4 giungo arriva la mostra Cinema Italia 107 e Moda©Cibo

La mostra Cinema Italia 107 arriva a Cosenza grazie al progetto Moda Movie e verrà inaugurata lunedì 4 giugno alle ore 10, in occasione della conferenza di presentazione della XXII edizione, allestita negli spazi del chiostro di San Domenico, dove rimarrà fino al 12 giugno. Sempre il 4 giugno, ma alle 17.30, l’antico convento bruzio sarà anche location dello showcase Moda©Cibo, appuntamento integrato al progetto Moda Movie che coniuga musica e defilè, gastronomia e arte.

Arte & Creatività. Voce ai giovani

Molti gli eventi che arricchiranno il lungo pomeriggio che vede l’organizzazione a cura di Francesca De Rose e la conduzione della modella e presentatrice Francesca Russo, a cominciare da “Arte & Creatività. Voce ai giovani”, spazio artistico che vede protagonisti i bambini attraverso performance di canto, danza e moda, con il supporto degli allievi della scuola di musica Euterpe su coreografie del Centro Danza Bolero. Sarà poi la volta delle contaminazioni artistiche di Passepartout e della presentazione della collezione di borse realizzate al telaio dal Maestro Mimmo Caruso.

Non mancherà il momento dedicato alla solidarietà grazie alla messa all’asta di 15 abiti disegnati da ragazzi dai 7 ai 12 anni e realizzati dalle allieve dell’accademia ADM – Artisti della Moda, il cui ricavato sarà devoluto all’ASIT – Associazione Sud Italia Trapiantati presieduta da Rachele Celebre.

Gli abiti di alta moda firmati Elisa De Bonis

In chiusura la passerella degli abiti di alta moda firmati Elisa De Bonis, realizzati con particolari tessuti messi a disposizione dall’azienda tessile De Negri. Il tutto arricchito dalle degustazioni di prodotti tipici messi a disposizione dai partner della sezione Sapori Mediterranei.

 

 

 

Corti Cosenza chiude con lo scrittore Carmine Abate

COSENZA – Ultimo incontro per “Corti Cosenza”, la rassegna organizzata da Teatro in note e guidata dal direttore artistico Vera Segreti. Martedì 27 marzo, a partire dalle ore 9, la Sala Quintieri del Teatro Rendano, in piazza XV Marzo a Cosenza, ospiterà l’incontro con lo scrittore Carmine Abate. Calabrese d’origine, Abate ha scelto, come racconta lui, un cittadino del mondo. È uno degli scrittori italiani più importante degli ultimi anni e i suoi bellissimi libri gli sono valsi Premio Campiello 2012 e Premio Stresa 2016.

Un successo l’incontro con Francesco Montanari

Intanto Corti Cosenza archivia il bellissimo incontro con l’attore Francesco Montanari, interprete di Saverio Barone nella serie tv Rai “Il cacciatore” ispirata al libro del magistrato Alfonso Sabella “Il cacciatore di mafiosi”. Ma Montanari è riconosciuto e amato anche per il ruolo del Libanese nella fortunata fiction Sky “Romanzo criminale”. Un ruolo che ha ricoperto giovanissimo all’età di 23 anni. Montanari è un ragazzo, ha appena 33 anni, ma questo non gli impedisce di avere la testa sulle spalle e mandare avanti i propri valori. Nato e cresciuto come il secondo figlio di una famiglia «cattolico-borghese», racconta lui stesso ai ragazzi presenti nella Sala Quintieri del Teatro Rendano. Arrivato in teatro viene accolto dal direttore artistico Vera Segreti, qualche battuta e poi via la giacca e giù a parlare ai ragazzi senza microfono e con il cuore in mano. Non racconta la propria carriera Francesco, racconta la propria vita. Racconta del suo prezioso percorso di psicoanalisi, della sua famiglia, del “senso di inferiorità” nei confronti del padre grande medico, di suo fratello maggiore che voleva diventare un musicista e con il quale c’è un rapporto profondo di odio e amore. Parla del suo legame con la madre. Della sua bravissima e bellissima moglie Andrea Delogu, nata a San Patrignano, e della vita dei suoi genitori descritta nel libro “La Collina”. «Ve ne parlo – spiega Montanari – perché lo racconta lei pubblicamente ed è molto pertinente con il tema di Corti Cosenza che è il “Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine”». Parla Francesco di droghe, alcol e altri dolori tipici dei ragazzi. E lo fa come fosse un fratello maggiore e non un punto di riferimento. Scuote i giovani e si vede che lo fa come chi ha vissuto i loro stessi tormenti. Tante risate quando racconta il suo improbabile provino all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” che comunque gli vale l’ammissione nella prestigiosa scuola. Una umanità sconvolgente (in positivo), e travolgente quella di Francesco Montanari che, a tratti, commuove tutti i presenti a cominciare da Vera Segreti che lo invita pubblicamente già per la prossima edizione di Corti Cosenza.

Inaugurazione della mostra “La città antica. Il tempo rinasce sempre”

Sempre sabato 24 è stata inaugurata “La città antica. Il tempo rinasce sempre”, la mostra di fotografia (curata da Daniele Bilotto), e scultura (di Mario Sposato), che prenderà il via sabato 24 marzo nella Sala Giacomantonio della Biblioteca nazionale di Cosenza. Parallelamente a questa, verrà inaugurata la collettiva di pittura dal tema “Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine” con le opere degli artisti Rodin Sotolongo, Alejandro Garcia, Yoemir Alfonso Almeida e Francesco Iozzi.

Chiusura all’insegna del gusto

Chiusura degli eventi, giovedì 29 marzo, con la visita guidata nel centro storico della città dei bruzi, con i ragazzi dell’Aipd – Associazione italiana persone down, che si concluderà sul Mab di corso Mazzini con una degustazione enogastronomica con i prodotti del nostro territorio presso la Maccaroni Chef Academy.