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Calabria quinta regione d’Italia per corruzione

CATANZARO – Con 14 episodi accertati tra il 2016 ed il 2019, la Calabria occupa il quinto posto tra le regioni italiane in questa specifica classifica.

Il dato calabrese, che rappresenta in percentuale il 9,2% di quello nazionale, emerge dal rapporto “La corruzione in Italia” illustrato ieri, nel corso di un incontro nella sede dell’Associazione stampa estera, dal Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.

La Calabria, per quantità di episodi di corruzione, sempre nel triennio 2016-2019, é preceduta dalla Sicilia, che con 8 casi occupa il primo posto, dal Lazio (22), dalla Campania (20) e dalla Puglia (16).

Corruzione, peculato e falso ideologico, arrestate otto persone

MILANO – Una vasta operazione dei carabinieri sta interessando dalle prime ore dell’alba di oggi le province di Milano e Reggio Calabria.

Il blitz, scattato su richiesta della Procura di Monza, ha portato all’arresto di sette persone finite in carcere e una ai domiciliari, con l’accusa di peculato, corruzione, accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazioni del segreto d’ufficio.

Tra le persone coinvolte anche un pubblico ufficiale accusato del reato di falso ideologico per favoreggiamento dell’’immigrazione clandestina, ricettazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti

Dalle indagini condotte dai militari, emergerebbe anche la figura di un appartenente alle Forze dell’Ordine che è stato arrestato nell’autunno di due anni fa, nel 2017, dopo essere stato trovato con mezzo chilo di eroina.

“Lotta alla mafia e alla corruzione”, incontro con Laura Ferrara

COSENZA – Lotta alla mafia ed alla corruzione, questo l’evento che si svolgerà domenica 11 novembre alle 18.30 all’Hotel Royal di Cosenza. Promotrice è l’eurodeputata Laura Ferrara, membro della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo, e relatrice del rapporto sulla lotta alla criminalità organizzata ed alla corruzione approvato dal Parlamento europeo nell’ottobre 2016.

Al dibattito parteciperà tra gli altri  Don Giacomo Panizza il prete bresciano che vive in Calabria da oltre 40 anni ed ha fondato nel 1976 a Lamezia Terme la comunità «Progetto Sud» per la quale ha recuperato immobili confiscati alla ‘ndrangheta. Interverrà in collegamento dal Canada lo scrittore Antonio Nicaso, oltre a firmare oltre 30 testi sulla mafia insegna storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University.

La deputata del MoVimento 5 stelle, Elisa Scutellà componente della Commissione Giustizia alla Camera che illustrerà il decreto “spazzacorrotti”, introdurrà i lavori e modererà Giorgio Lo Feudo, docente del Dipartimento studi umanistici dell’Unical.

Nel corso dell’evento, grazie alla collaborazione dei meetup di Cosenza e Rende “Amici di Beppe Grillo”, sarà possibile aderire alla raccolta firme promossa dal Movimento 5 stelle per la proposta di legge “Taglio Privilegi” al Consiglio regionale della Calabria.

Operazione “Merlino”, arrestate 14 persone. Coinvolti politici e imprenditori. In manette sindaco di Fuscaldo – VIDEO e NOMI

FUSCALDO (CS) – Oltre 100 uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza sono impegnati dalle prime ore dell’alba, nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare personale e di sequestro preventivo, emessi dal gip del tribunale di Paola, nei confronti di 14 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico.

Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di 14 persone, fra le quali il sindaco Gianfranco Ramundo, il vice sindaco-assessore Paolo Cavaliere ed un altro assessore del comune di Fuscaldo (CS), nonché un funzionario pubblico, imprenditori, un professionista ed altri soggetti, a seguito delle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza di Paola, aventi ad oggetto la gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del comune di Fuscaldo (CS) che del comune di Cosenza, afferenti lavori, servizi e forniture di valore complessivo pari ad oltre 7,5 milioni di euro.

Elemento di collegamento fra i due enti locali cosentini: la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato presso il comune di Cosenza ed autorizzato ad esercitare part-time le funzioni di Responsabile di Settore anche presso il comune di Fuscaldo (CS).

Le investigazioni di polizia giudiziaria hanno consentito di accertare l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica, radicato presso gli Enti locali ed alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da Pubblici Ufficiali ed imprenditori, ai danni dei citati comuni.

Le molteplici turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione sono state scoperte dopo articolate e complesse indagini, sviluppate mediante specifiche attività tecniche, analisi di una enorme mole di documentazione cartacea ed informatica acquisita all’esito di perquisizioni e sequestri (aventi ad oggetto anche 26 supporti informatici: tra personal computer, tablet e telefoni cellulari), assunzione di dichiarazioni testimoniali, indagini finanziarie ed accertamenti patrimoniali.

Per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta del contraente, i finanzieri hanno ricostruito gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori ed i servizi da parte dei comuni, in violazione alle norme contenute nel Codice degli Appalti ed altre che regolamentano l’esercizio della funzione pubblica.

In diversi casi, le indagini hanno documentato che gli atti contrari ai doveri d’ufficio ovvero le omissioni di atti dovuti da parte di pubblici ufficiali venivano retribuiti, in termini di contropartita ed in virtù di accordi corruttivi o per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità consistite in incarichi professionali, assunzioni di lavoratori ed utilizzo gratuito di struttura alberghiera ovvero dazioni di utilità rappresentate da trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendent ed altri doni.

Sono stati ricostruiti i rapporti interpersonali fra i pubblici ufficiali, gli imprenditori e gli altri soggetti coinvolti, i quali hanno contrassegnato una funzione pubblica spogliata della sua reale natura, finalizzata cioè al perseguimento dell’interesse pubblico e del bene comune, ma piegata strumentalmente per il mero raggiungimento di interessi privati.

In molte occasioni, la commistione fra gli “interessi pubblici” e gli “interessi privati” ha determinato la creazione di una vera e propria “confusione fra ruoli” tra il pubblico ufficiale, l’imprenditore e viceversa.

Le principali gare pubbliche oggetto di indagine sono le seguenti:

  •  “affidamento diretto della gestione del depuratore comunale di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo oltre 1.000.000 di euro;
  •   “aggiudicazione dei lavori di ripristino del Lungomare di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo dell’appalto 236.000 di euro;
  •   “gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti differenziata ed assimilata servizio di igiene urbana presso il comune di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo dell’appalto 4.000.000 di euro;
  •   “affidamento diretto del servizio di pulizia spiagge del comune di Fuscaldo”: valore complessivo 16.550 euro;
  •   “conferimento da parte del comune di Fuscaldo (CS) di un incarico professionale”;
  •   “assegnazione delle concessione demaniali, in relazione al piano spiaggia del comune di Fuscaldo (CS)”;
  •   “rifacimento di un manto stradale pubblico nella città di Fuscaldo (CS) a spese di un imprenditore (quindi non dovuto), già affidatario di commesse”;
  •   “installazione di un dehors (insieme degli elementi mobili per la ristorazione, posti sul suolo pubblico o asservito all’uso pubblico)”;
  •   “lavori di completamento della chiesa San Domenico di Cosenza”: valore complessivo 1.920.000 di euro;
  •   “lavori aggiuntivi per il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano di Cosenza”: valore complessivo 90.000 euro;
  •   “acquisto da parte del comune di Cosenza di un personal computer di ultima generazione, del quale se ne appropriava un Pubblico Ufficiale”: valore 1.337 euro.

Disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro. A due società, inoltre, è stata applicata la misura cautelare interdittiva del “divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione”, per la durata di un anno. Complessivamente 20 le persone indagate.

I nomi delle persone coinvolte:

  1. RAMUNDO GIANFRANCO, nato a Fuscaldo (CS), il 12-11-1956, sindaco comune di Fuscaldo (CS): custodia cautelare in carcere.
  2. CAVALIERE PAOLO, nato a Fuscaldo (CS) il 14-2-1974, vicesindaco comune di Fuscaldo (CS): custodia cautelare in carcere.
  3. FUSCALDO ERCOLE PAOLO, nato a Vibo Valentia  l’1-5-1973, assessore comune di Fuscaldo (CS): custodia cautelare in carcere.
  4. FERNANDEZ MICHELE, nato a Cosenza il 16-04-1958,  funzionario del comune di Fuscaldo (CS) e del comune di Cosenza: custodia cautelare in carcere.
  5. FIDOTTI SALVATORE, nato a Napoli il 23-07-1970, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  6. PERRI ROBERTINO, nato a Cosenza 13-05-1966, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  7. DE SANTO MASSIMILIANO, nato a Castrovillari (CS), il 28-05-1965, imprenditore: arresti domiciliari.
  8. CAPUTO FRANCESCO, nato a Rossano (CS) il 07-11-1962, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  9. CAPUTO ANTONIETTA, nata a Rossano (CS) il 29-07-1986, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  10. RISULEO GIOVANNI, nato a Rossano (CS) il 21-05-1954, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  11. GIOIA SERGIO, nato a Cosenza, il 14-09-1958, professionista: custodia cautelare in carcere.
  12. DE SIMONE LUIGI, nato a Paludi (CS), il 03-10-1965, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  13. MIRABELLI GIANFRANCO, nato a Rende (CS) il 24-12-1954, imprenditore: custodia cautelare in carcere.
  14. MONTANINO SALVATORE, nato a Pomigliano d’Arco (NA) il 13-05-1971, imprenditore: arresti domiciliari.

 

Corruzione e falsità ideologica, arrestata dirigente regionale

VIBO VALENTIA –  Nella giornata odierna i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di catanzaro hanno eseguito, nelle province di catanzaro e vibo valentia, le misure cautelari personali nei confronti di una dirigente della regione Calabria (gia’ responsabile anti-corruzione del citato ente) e di un’imprenditrice del settore turistico attiva nel comune di Ricadi (vv), entrambe indagate per
corruzione.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di catanzaro, dott. Paolo Mariotti, su richiesta della procura della repubblica di Catanzaro, con i sostituti procuratori dott.Ssa Graziella Viscomi e dott.Ssa Giulia Tramonti coordinati dal procuratore aggiunto dott. Vincenzo Capomolla e dal procuratore della repubblica dott. Nicola Gratteri.
In particolare, all’esito delle attivita’ investigative, nell’ambito dell’operazione denominata “e’ dovere”, sono state raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari:
MARIA GABRIELLA RIZZO  di 57 anni, dirigente della regione Calabria, in servizio presso il dipartimento “turismo, beni culturali e spettacolo” della regione calabria e  procura della repubblica presso il tribunale di Catanzaro all’epoca dei fatti anche responsabile regionale per la
trasparenza e la prevenzione della corruzione;
LAURA MICIELI  di 67 anni, imprenditrice del settore turistico del litorale vibonese.
Le attività investigative dirette dalla procura della repubblica di Catanzaro e delegate alla guardia di finanza, condotte anche con l’ausilio di articolate indagini tecniche, hanno consentito di riscontrare come la dirigente regionale comunicava all’imprenditrice ricadese informazioni non ancora divulgate riferite a bandi non pubblicati e forniva alla stessa anche attività “consulenziali”. La dirigente, anche in incontri informali appositamente organizzati, prospettava all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione ed i contenuti di bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero. In un caso (per il quale l’imprenditrice e’ indagata in stato di liberta’ anche per concorso in falso ideologico) cosciente del fatto che il villaggio turistico della miceli aveva gia’ usufruito di un contributo cd. “de minimis” da 200 mila euro per il “miglioramento ed ampliamento delle
strutture ricettive esistenti”, nelle more della pubblicazione di un ulteriore bando precluso alla Miceli, in quanto aveva gia’ usufruito di tale tipologia di fondi, la Rizzo promuoveva la partecipazione dell’impresa, che in concreto gestisce il villaggio, riconducibile sempre allaMiceli seppure formalmente intestata a terzi. Le attivita’ investigative hanno, altresi’, consentito di accertare che, in un caso, la dirigente regionale si sia personalmente adoperata per “accontentare” la miceli, bisognosa di avere la liquidazione il prima possibile di un s.A.L. Di oltre 130 mila euro. Siccome per un errore
contenuto in una scheda tecnica l’effettiva liquidazione del s.A.L. Da 130 mila scese a 124 mila euro, la rizzo si senti’ in dovere di spiegare alla miceli che l’errore non era dipeso
da lei.  A fronte di tali “servigi” la Rizzo, unitamente ai propri famigliari, usufruiva a spese della miceli di un soggiorno di 5 giorni nel capoluogo toscano, di un soggiorno nel villaggio di Ricadi (vv) nonché beneficiava di diversi pranzi e di varie donazioni di vino. Nella vicenda si ipotizza il concorso con la Rizzo di un ingegnere (consulente esterno deputato al controllo dei finanziamenti erogati dalla regione al settore turistico) la cui posizione dovra’ essere valutata dal giudice con riferimento alla richiesta di sospensione dall’incarico di collaboratore della regione avanzata dai p.M. Titolari delle indagini.

Cosenza, arrestato funzionario Agenzia delle Entrate. L’accusa è corruzione

COSENZA – A seguito di segnalazione da parte di un cittadino i militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Cosenza arrestavano un dipendente dell’Agenzia delle Entrate che, per compiere atti del proprio ufficio, richiedeva una somma di denaro.

In particolare un contribuente si recava presso l’Agenzia delle Entrate per la registrazione di un atto di successione ed un impiegato addetto al servizio di assistenza, gli prometteva una speditiva evasione della pratica in cambio della consegna di trecento euro in contanti. L’impiegato inoltre per convincere il cittadino che non si trattava di un atto dovuto gli rappresentava che l’attività svolta, se richiesta ad un professionista, sarebbe costata molto di più.

Il soggetto, avendo già versato l’imposta per l’atto di successione, si insospettiva per l’anomala richiesta del pubblico funzionario e segnalava il fatto alla Guardia di Finanza. Immediatamente venivano avviate indagini di polizia giudiziaria, coordinate da questa Procura della Repubblica, che confermavano l’indebita richiesta di denaro da parte del pubblico ufficiale per attività del proprio ufficio.

In particolare venivano intrapresi servizi di osservazione ed appostamento nonché intercettazioni ambientali finalizzate a verificare e documentare la natura della richiesta e le modalità del pagamento del denaro. Identificate le banconote destinate all’indebito pagamento, i militari filmavano l’incontro tra il pubblico funzionario ed il cittadino con la consegna di una somma di denaro. Ricevuto il denaro, il pubblico funzionario consegnava l’attestazione di avvenuta registrazione dell’atto. Contestualmente i finanzieri intervenivano e traevano in arresto il pubblico ufficiale e sequestravano il denaro consegnato che verrà restituito al cittadino.
Il Gip presso il Tribunale di Cosenza convalidava l’arresto ed applicava la misura cautelare interdittiva nei confronti del funzionario. La collaborazione, concreta e positiva, del cittadino parte offesa ha consentito di poter sanzionare un comportamento illecito di particolare gravità, in quanto, per le sue modalità operative è da intendersi come abitudinario. Le indagini proseguono al fine di accertare altri e diversi episodi criminosi e si confida in
ulteriori collaborazioni dei cittadini.

‘ndrangheta, arrestato il sindaco di Seregno

SEREGNO (MB) – Il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Milano in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dai Gip dei Tribunali di Monza, nell’ambito della maxi inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Brianza e in Lombardia. E’ accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti. A legare a “doppio filo” politica e ‘ndrangheta, secondo l’inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano, sarebbe stato un imprenditore edile di Seregno il quale avrebbe intrattenuto rapporti con politici del territorio, e coltivato frequentazioni e rapporti fatti di reciproci scambi di favori con esponenti della criminalità organizzata. Il suo ruolo sarebbe stato determinante per l’elezione del sindaco arrestato.

Corruzione in appalti per grandi opere, arresti anche in Calabria

ROMA – I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un’associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; 6 Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata “Amalgama” e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L’indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell’ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV.

Cosenza, Occhiuto nomina De Grazia consulente per prevenzione corruzione

COSENZA – Il sindaco Mario Occhiuto ha conferito al dottor Romano De Grazia, magistrato a riposo, già Presidente Emerito della Corte di Cassazione, l’incarico, a titolo gratuito, per il supporto al primo cittadino in ordine a specifici compiti di verifica e monitoraggio delle politiche per la legalità, la trasparenza e l’integrità degli atti  e delle politiche in materia di anti corruzione e della fattispecie del voto di scambio. De Grazia supporterà il sindaco Occhiuto anche attraverso l’elaborazione di pareri e la formalizzazione di procedure interne di prevenzione della corruzione, in coerenza con quanto previsto sia dal nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni che dalle prime cinque Linee Guida attuative del Codice, adottate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Arpacal, approvato il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione

CATANZARO – Dopo aver recepito le osservazioni e proposte di tutte le associazioni di consumatori e portatrici di interessi diffusi, integrando con le segnalazioni dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) si è dotata del proprio Piano Triennale di prevenzione della Corruzione 2016-2018.

arpacal

Ne dà notizia il Commissario Straordinario dell’Arpacal, Avv. Francesca Maria Gatto, che, con la delibera n. 347/2016, ha approvato questo importante documento che, come ha avuto modo di dichiarare l’avv. Gatto, «non è un semplice adempimento di legge, ma costituisce una concreta opportunità di trasparenza e un reale  strumento finalizzato alla prevenzione ed alla repressione del fenomeno corruttivo, per l’intera struttura organizzativa. Per questo motivo voglio ringraziare tutti gli stakeholder, le associazioni di consumatori e utenti, che hanno partecipato a rendere funzionale questo nostro documento programmatico».

«L’aver effettuato – ha dichiarato il responsabile anti-corruzione dell’Arpacal, Ing. Raffaele Niccoli – l’analisi del contesto esterno e interno, aver analizzato i  processi organizzativi dell’Agenzia, con accuratezza e esaustività della mappatura dei processi, ha permesso di formulare  adeguate misure di prevenzione, che incidono sulla qualità dell’analisi complessiva. L’individuazione preventiva, rappresenta il punto centrale per lo sviluppo di un organico piano di prevenzione della corruzione. Proprio a questo fine sono state analizzate le attività realizzate all’interno dell’Agenzia ed esposte al rischio corruzione».

«Il Programma Triennale per la Trasparenza, parte seconda dell’intero piano – prosegue Niccoli – si sviluppa tenendo conto dell’onere principale di attuazione del D.lgs. 33/13, che pone non solo la finalità di tutelare l’accessibilità delle informazioni concernenti l’organizzazione e le attività, ma impone che l’Arpacal, attraverso l’accessibilità delle informazioni ambientali, diventi funzionale al perseguimento di ulteriori finalità di pubblico interesse, per arrivare all’ambizioso progetto, che l’informazione ambientale diventi strumento nelle mani dei cittadini per la realizzazione di un vero e proprio controllo sociale sulla qualità del bene ambientale».