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Operazione “Cloaca Maxima”, sequestrato il depuratore Valle Crati di Rende FOTO e VIDEO

RENDE – I carabinieri forestali del Gruppo di Cosenza hanno sequestrato il depuratore consortile “Valle Crati” di Rende. L’operazione, diretta dalla Procura della Repubblica di Cosenza e denominata “Cloaca maxima”, ha portato anche all’esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di dirigenti ed amministratori della società che ha in gestione l’impianto. I liquami prodotti dal depuratore, secondo quanto é stato riferito dagli investigatori, finivano nelle acque del fiume Crati senza essere trattati in modo conforme alla legge. Ne derivava una condizione di grave inquinamento, con conseguenti pericoli per la salute pubblica.

«Questa è la più importante indagine in materia di tutela dell’ambiente mai condotta nel cosentino – il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo – Grazie alla professionalità dei carabinieri forestali – è stato possibile stabilire con certezza che l’impianto che doveva servire per depurare i reflui era invece un mezzo attraverso il quale si inquinavano le acque dei fiumi. L’indagine prosegue al fine d’individuare ulteriori e diverse responsabilità». Le sei misure cautelarti emesse consistono in misure interdittive. 

Sequestrato il depuratore di Montauro

MONTAURO (CZ)  È stato sequestrato dalla Guardia costiera di Soverato il depuratore del comune di Montauro. Denunciato il rappresentante legale della ditta responsabile della manutenzione e gestione dell’impianto. Il sequestro è stato fatto, nell’ambito dei controlli a tutela dell’ambiente marino, a seguito di un’ispezione compiuta all’interno della struttura, ubicata in località Romanno, nel corso della quale è stata rilevata una situazione di precarietà ed è emersa la presenza di un deposito incontrollato di fanghi e vaglio. Riscontrate anche altre deficienze strutturali in violazione della normativa vigente.

 

Gestione illecita dei rifiuti, depuratore posto sotto sequestro

SPEZZANO ALBANESE (CS) – Un impianto di depurazione di acque reflue industriali e stato posto sotto sequestro dai militari del Nipaf di Cosenza, Nucleo di Polizia Ambientale e Forestale Carabinieri,coadiuvati dalle Stazioni Forestale Carabinieri di Spezzano Sila e Castrovillari,  nel comune di Spezzano Albanese lungo la SS 19. Durante le indagini è emerso che l’impianto, utilizzato da una ditta alimentare, era privo delle autorizzazioni allo scarico previste dalla normativa, risultate scadute nel 2014. Il controllo effettuato ha inoltre accertato l’illecito smaltimento dei fanghi di depurazione industriale prodotti,  oltre alla presenza nelle vasche di depurazione di oltre 80 metri cubi di rifiuti liquidi speciali. L’indagine effettuata dal Nipaf, coordinata al Procuratore Capo Eugenio Facciolla, ha portato oltre al sequestro dell’impianto alla denuncia di due imprenditori, il legale rappresentante della ditta e il gestore dell’impianto di depurazione,  per “gestione illecita di rifiuti” e “scarico di reflui industriali senza la prescritta autorizzazione”.

Depuratore di Crotone, il servizio non è ancora attivo.

CROTONE – «Arriva dopo un anno dal finanziamento la stipula del contratto tra il Comune di Crotone e la ditta aggiudicataria per il completamento dei lavori di efficientamento e rifunzionalizzazione del depuratore di Crotone. Nel frattempo, però, le acque non depurate sono state scaricate a mare”. Legambiente Calabria chiede che i responsabili siano chiamati alle loro responsabilità con l’applicazione della legge sugli ecoreati. “In Calabria si persevera nella sciatteria e nell’inerzia. È paradossale che anche in presenza di fondi pubblici non si intervenga per efficientare e manutenere i depuratori. Ripetiamo ormai inascoltati – dice Legambiente Calabria – che i Comuni hanno bisogno di assistenza tecnica nella redazione dei bandi, dei capitolati e nella gestione delle gare. L’assessorato all’ambiente ne ha preso atto e ci auguriamo che qualcosa cambi. Il servizio di depurazione a Crotone non è attivo, ma di chi è la colpa? Come mai così tanti ritardi per il ripristino del servizio?” Sono queste le domande che Legambiente Calabria pone evidenziando che “i problemi non si risolvono con scambi di mail tra Comune di Crotone e Regione. Crotone non può ambire ad essere una meta turistica, nonostante le sue bellezze, se non si risolvono problemi come quelli della depurazione. È inconcepibile che da circa un anno e mezzo – afferma Filomena Ierardi della segreteria regionale – i cittadini di Crotone non abbiano il servizio di depurazione ed ancora più inaccettabile che ci siano zone della città in cui il cattivo odore è terribile. Sui ritardi della depurazione nella città di Crotone vi sono responsabilità che vanno perseguite, così come ci sembra chiaro che sia giunto il momento di attivare l’Autorità Idrica Calabrese che attraverso la gestione pubblica governi il ciclo integrato delle acque».

Il Corpo forestale sequestra il depuratore di Donnici

corpo-forestaleDONNICI (CS) – Non si ferma l’attività di difesa e controllo del territorio da parte del personale del Corpo forestale della Provincia di Cosenza relativa alle verifiche ed ai controlli nel campo di depurazione delle acque.  Il personale del comando Stazione di Cosenza ha sequestrato il depuratore comunale di Donnici Superiore. Il sequestro è avvenuto a seguito della segnalazione da parte di alcuni abitanti della frazione relativa alla pessima gestione in cui versa da anni il depuratore. E’ stato infatti accertato che le acque fognarie in arrivo al depuratore, a causa dell’intasamento della griglia di separazione primaria, defluiscono liberamente sul suolo circostante formando degli acquitrini di acque putride e maleodoranti.

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Da ulteriori verifiche si è accertato i maleodoranti reflui fognari sversano nella sottostante area boscata in assenza di qualsivoglia trattamento depurativo. Il depuratore al momento del controllo era fermo e le varie strutture atte alla depurazione delle acque erano intasate da fanghi mai smaltiti e completamente inutilizzate da tempo. Analoga situazione nei letti di stoccaggio dei fanghi di rifiuto, abbandonati da molto tempo e sui quali cresceva una rigogliosa flora erbacea. E’ quindi scattato il sequestro dell’impianto contestando vari reati. Dai successivi controlli è stato inoltre accertato che per il sito non era mai stata rilasciata la necessaria autorizzazione allo scarico, come pure la mancanza degli ulteriori atti amministrativi necessari alla gestione ed alla tracciabilità dei rifiuti fangosi prodotti nel sito. Oltre al sequestro c’è stato anche il deferimento del dirigente del secondo dipartimento tecnico Sviluppo tutela e gestione del territorio del Comune di Cosenza ed i dirigenti dei settori Infrastrutture e Ambiente.

Corigliano e i rifiuti, Madeo: «Il depuratore è autorizzato dalla Provincia?»

CORIGLIANO (CS) – A Corigliano Calabro la partita fra maggioranza e opposizione continua a giocarsi sui rifiuti e la tutela dell’ambiente. L’ultima sfida, in ordine di tempo, riguarda il depuratore di Boscarello che oltre a creare grandi disagi alla Comunità circostante sembrerebbe non avere l’autorizzazione della Provincia di Cosenza. A denunciare il fatto sarebbe stato un residente di contrada Boscarello, Antonio Coiro, già lo scorso 19 febbraio 2015. A riprendere la vicenda è il gruppo “Aria Nuova – Riferimento popolare”, cui afferisce il consigliere di minoranza Francesco Madeo: «Il cittadino Coiro – scrive Madeo – dopo gli innumerevoli disagi, vissuti da tutti i residenti di quella zona, provocati dal mal funzionamento del depuratore, il 21 gennaio 2015 avrebbe scritto al “Settore ambiente e demanio idrico” della Provincia di Cosenza per lamentarsi della situazione indecorosa; ricevendo in data 2/2/2015 dal dirigente del Settore una missiva nella quale scriverebbe che “il depuratore sito in C.da Boscarello non è stato mai interessato da nessun atto autorizzatorio di competenza di questo Settore dell’Ente”».
“Aria Nuova” e Madeo, dichiarando di aver appreso tutto dalla stampa, chiedono quindi «che, partendo da questo caso specifico, venga immediatamente fatta chiarezza sulla vicenda dei depuratori, considerando anche il servizio di Striscia la Notizia della serata di mercoledì 9/11/2016, per intervenire e porre fine alla devastazione almeno mediatica del nostro territorio».

 

Depuratore guasto a Catanzaro Lido, gli scarichi finiscono in mare

CATANZARO – Il depuratore del Corace, a Catanzaro, é andato totalmente fuori uso a causa di un furto di cavi elettrici avvenuto la scorsa notte. A darne notizia, con un comunicato diramato dall’ufficio stampa del Comune, é l’Ufficio igiene ambientale dell’ente che «raccomanda di evitare la balneazione lungo il litorale jonico catanzarese a causa dello sversamento in mare dei liquami».
La zona di mare più importante interessata dalla raccomandazione ad evitare di fare il bagno é quella di Catanzaro Lido, frequentata nel periodo estivo da migliaia di persone.

Sequestrato depuratore a Montalto

DSCN0601COSENZA – Il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato l’impianto di depurazione comunale  a servizio delle frazioni Taverna e Pianette, sito in località Taverna nel comune  Montalto Uffugo. L’impianto è risultato  non funzionante poichè all’interno della vasca di grigliatura d’ingresso  sono stati rinvenuti dei reflui fognari, un tubo by-pass, con tanto di liquami  immessi nelle vasche di depurazione che si presentano colme di fanghi ed in completo stato d’abbandono. Infatti le acque in uscita, scaricate per mezzo di altra condotta, nel medesimo corpo recettore, si presentano tal quali a quelle in ingresso.

Le indagini si collocano nell’ambito di una più ampia strategia della Procura della Repubblica di Cosenza per il contrasto dei reati a danno dell’ambiente.

Sequestrato nuovo depuratore di Brancaleone, segnalato danno erariale per oltre 3,5 milioni

BRANCALEONE (RC) – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno soequestrato il nuovo depuratore di Brancaleone con le relative reti ed eseguito diverse perquisizioni presso gli Enti pubblici interessati al fine di cautelare la documentazione relativa alla costruzione e al successivo collaudo del depuratore sito in località Fiumarella.
L’opera, costata ai cittadini italiani oltre 3,5 milioni di euro e con un contenzioso in atto presso il Tribunale Civile di Catanzaro di oltre 11,5 milioni di euro, non è mai entrata in funzione ed attualmente si trova in totale stato di abbandono, colpita da ruberie e atti vandalici. I riscontri investigativi hanno consentito di mettere in luce un articolato e complesso disegno criminoso volto ad un’apparante regolarizzazione in vista di un nuovo finanziamento per oltre 7,5 milioni di euro relativo alla depurazione fognaria consortile della fascia costiera tra i comuni di Bovalino e Palizzi. Quindici sono attualmente gli indagati tra cui dirigenti del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, gli attuali vertici politici del comune di Brancaleone, i rappresentanti della ditte appaltatrici e sub appaltatrice dei lavori, nonché i Responsabili dell’Area Tecnica dei comuni interessati alle indagini e tutti i tecnici impegnati alla realizzazione ed al collaudo tecnico-funzionale dell’opera. I reati per cui la Procura della Repubblica inquirente sta procedendo sono “abuso d’ufficio”, “falsità ideologica commessa dal p.u. in atti pubblici” e “truffa” ai danni dello Stato.

Smaltimenti illeciti, manifestazione di protesta a Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Numerose persone, tra cui molti sindaci, hanno partecipato questa mattina ad una manifestazione a Gioia Tauro, per chiedere chiarezza e verità sul possibile smaltimento di rifiuti pericolosi dall’impianto di Viggiano (Potenza) al depuratore consortile della Iam di Gioia Tauro.
Le indagini, che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone per alterazione dei codici di identificazione, ipotizzano che quasi 29 mila tonnellate di rifiuti pericolosi sono stati smaltiti nell’impianto di Gioia Tauro.
Le persone residenti nel quartiere Fiume di Gioia Tauro, insieme alle associazioni del territorio, ai sindacati ed ai sindaci, adesso chiedono che venga fatta chiarezza denunciando un possibile legame tra gli smaltimenti illeciti e i numerosi casi di tumore e di mortalità che si sono registrati a Gioia Tauro e nelle zone adiacenti.

 

(ANSA)