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Fausto Sposato riconfermato alla guida degli infermieri di Cosenza

COSENZA – All’unanimità, dopo tre giorni di voto, l’Opi – Ordine professioni infermieristiche di Cosenza, ha rinnovato il Consiglio direttivo. Presidente per i prossimi quattro anni è, ancora una volta, Fausto Sposato che ha portato per mano colleghi ed operatori negli scorsi anni. Insieme a lui Marco Laratta, vicepresidente; Adriana Imbrogno segreatario e Fabrizio Chiappetta tesoriere. Angela Greco invece ricoprirà l’importante ruolo di presidente dell’Albo speciale. Nel consiglio eletto, infine, Giuseppe Bonasso. Buona la partecipazione al voto.

«Come fatto in questi anni continueremo, insieme a tutta la squadra, lo sviluppo delle politiche professionali e ci impegneremo nel difficile compito dell’infermiere di comunità. L’attenzione, sempre costante, alle tematiche della professione e l’impegno continuo verso un miglioramento, in ogni ambito, del nostro ruolo. Oggi apprezzato e riconosciuto», ha affermato il presidente Sposato dopo la sua rielezione.

Da qui il ringraziamento pubblico e doveroso verso «tutti i colleghi che hanno votato e quelli che quotidianamente sono impegnati, nel pubblico e nel privato, allo svolgimento della professione nel migliore dei modi. Fiducia e impegno sono il nostro motto», ha rimarcato Sposato.

«Un futuro migliore», questo l’auspicio di Sposato

«La professione infermieristica ha assunto un ruolo importante, fondamentale ed imprescindibile per la situazione sanitaria nella provincia di Cosenza ed in Calabria. Per questi motivi – la chiosa di Fausto Sposato –, l’Opi continuerà ad esercitare quel ruolo completo attraverso cui identificarsi e lavorare con profitto».

Opi Cosenza e Coronavirus, Sposato: «Agli infemieri calabresi venga riconosciuta indennità accessoria»

COSENZA – «La regione Calabria ed il presidente Santelli istituiscano un fondo ad hoc per contribuire ad una indennità suppletiva nei confronti di tutto il personale sanitario che, in queste settimane, non si sta risparmiando su turni di lavoro e impegno costante, senza soste, contro il Covid-19». E’ la proposta del presidente dell’Ordine degli infermieri di Cosenza, Fausto Sposato. «L’Opi da tempo è al fianco di tutti gli infermieri ed i colleghi in prima linea. Supportiamo le loro azioni, le loro richieste e le loro preoccupazioni.  Purtroppo – spiega Sposato in una nota – tra quelli più a rischio, come detto, vi sono proprio gli operatori sanitari. Tanti dei quali hanno contratto il virus, risultando positivi al tampone. Per questo motivo sentiamo il dovere di avanzare tale proposta al presidente della Giunta regionale che, per la gestione del Coronavirus, riveste anche il ruolo di commissario. Ringraziamo, tra l’altro, le tre sigle sindacali che solo qualche giorno fa hanno sollecitato il medesimo pensiero, così come diversi consiglieri regionali. Segno evidente che il lavoro degli infermieri, dei personale di supporto e delle intere professioni sanitarie è condiviso e apprezzato».

Per il presidente Sposato la possibilità che sia riconosciuta una indennità suppletiva ed accessoria, “una tantum” sulla falsa riga del bonus Inps a partite iva ed imprese, deve essere ricondotta al budget sulla sanità. «Sarebbe riconosciuto un premio al lavoro di questi giorni drammatici. Gli infermieri e tutti quelli impegnati nei centri Covid hanno messo a repentaglio oltre che la propria salute, anche quelle dei propri familiari», spiega Sposato.

Infine da Sposato un messaggio di «solidarietà a tutto il personale della casa di cura Villa Torano per una vicenda che dovrebbe insegnare molto ad ognuno di noi. La sanità, quella pubblica e quella privata, sta vivendo momenti paradossali: noi infermieri non ci tiriamo indietro, siamo orgogliosi del lavoro portato avanti e degli sforzi compiuti da ogni singola persona e siamo sempre più convinti che, insieme all’aiuto dei cittadini, andrà tutto bene, prima del previsto. Crediamoci».

OPI, solidarietà per la morte di una paziente, «Ma non si accusino i nostri infermieri»

COSENZA – L’Ordine delle professioni infermieristiche di Cosenza manifesta tutta la sua vicinanza e il suo cordoglio per il decesso della paziente ricoverata dopo l’accesso al pronto soccorso.

«Ma non può accettare accuse verso i suoi professionisti che per legge e intese Stato Regioni sono incaricati del triage».

«La magistratura – si legge nella nota – accerterà in fretta, ce lo auguriamo, le responsabilità  del caso e l’accaduto, ma non è accettabile che venga messa in discussione la professionalità degli infermieri, tra l’altro basata su una rigida e seria preparazione che non lascia davvero al caso scelte delicate come quelle da eseguire al pronto soccorso. Il nostro Ordine, come tutti gli Ordini degli infermieri,  è disponibile a dare la sua massima collaborazione perché si faccia chiarezza sulla vicenda e vengano accertate le responsabilità. Sappiamo tutti le condizioni di difficoltà per molti servizi sanitari regionali anche nel rispettare l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. E siamo coscienti che la nostra Regione è tra quelle più colpite da questo fenomeno e dalla carenza grave di organici, infermieri in testa.
Ma i nostri professionisti ogni giorno garantiscono comunque qualità  e sicurezza al sistema, per tutelare la salute dei cittadini e rispondere ai loro bisogni e  ci stupisce che ancora oggi si possano lanciare allarmi quantomeno infondati, ledendo gravemente la fiducia e l’immagine che gli assistiti hanno della nostra professione».

«Gli infermieri sono incaricati del triage a livello internazionale e svolgono questo compito ogni giorno con assoluta competenza e secondo regole e protocolli che non lasciano davvero al caso e all’improvvisazione personale scelte tanto delicate»

«I cittadini possono essere tranquilli che il nostro primo obiettivo è la loro salute e che la professionalità degli infermieri  è assolutamente in grado di tutelarla e assicurarla.
Non si deve creare una immagine falsa e distorta della realtà in cui le persone si rivolgono con fiducia agli infermieri.
D’altra parte la responsabilità dei nostri professionisti è anche riconosciuta a livello giurisprudenziale dalle numerose sentenze della Cassazione che pongono l’infermiere su un piano di assoluta collaborazione rispetto alle professioni sanitarie tutte. Resteremo vigili e seguiremo gli sviluppi del caso affinché la verità prevalga e venga fatta chiarezza al più presto».

Infermieri, violenza agli operatori e carenza personale al centro del corso OPI

COSENZA – Il nuovo corso degli infermieri cosentini, appartenenti all’ordine Opi e rappresentati da Fausto Sposato, riparte dall’assemblea annuale.

Due i principali obiettivi proposti da presidente e direttivo: la violenza su tutti gli operatori sanitari su cui da giorni, in ogni presidio pubblico e privato, campeggiano manifesti eloquenti e di vicinanza assoluta verso i colleghi che subiscono aggressioni da pazienti e familiari, quasi «fosse colpa degli operatori e non, invece, di chi dovrebbe organizzare e gestire con altri metodi le strutture sanitarie e gli ospedali» e poi la carenza, ormai cronica, di personale. Sposato, nella sua apprezzata relazione, cita numeri oggettivi: «con quota 100, secondo i dati ufficiali della federazione nazionale di cui faccio parte, 736 nel 2019 andranno in pensione. Altri 1451 con la possibile riduzione dell’indennità del 30%. Parliamo quindi di oltre 2000 operatori, considerato che almeno altre 4000 presenze, immediatamente, servirebbero per le esigenze e le richieste. È evidente, anche scontato, come il nostro Ordine sia a favore di tutte le assunzioni, ma attenzione: si evitino guerre tra poveri. Tutti pari dignità, dai precari a chi è nelle graduatorie ferme, senza continuare a giocare subdolamente sul futuro di chi studia e si impegna per una professione pregnante come la nostra».

L’Opi che, nel frattempo ha anche approvato all’unanimità il bilancio, ha acceso i riflettori anche sul cosiddetto “demansionamento”, cioè a dire il lavoro quotidiano che moltissimi infermieri svolgono ma che non è di loro competenza.

Così come sui reparti a gestione infermieristiche, gli Udi, che solo al Nord funzionano e sono realmente organizzati: «Perché qui a Cosenza ed in tutto il Mezzogiorno non si da la possibilità di gestire direttamente all’infermiere qualificato che ha studiato, conseguito master e specializzazioni ed ha, sul campo, anni di lavoro ed esperienza? Perché non ritiene opportuno considerare le posizioni contendibili? Perché non si procede ad affidare la formazione agli infermieri?», le proposte di Sposato.

La verità, per l’Opi, è che «anni di commissariamento hanno di fatto peggiorato la sanità” e pur se “esistono, in alcuni ambiti, nicchie di best practice e di medici e professionisti bravi e lungimiranti, ciò non vuol dire che dobbiamo nascondere che ancora troppe cose non vanno bene ed alcuni reparti sono inavvicinabili». L’Ordine, per questo, afferma di «schierarsi fattivamente, come fatto in questi ultimi anni, con tutti gli iscritti e tutti i colleghi che sono in oggettiva difficoltà, con turni massacranti, demansionamenti appunto, cattiva organizzazione management senza una reale programmazione e, per ultimo, lotte tra poveri che non fanno il bene del cittadino paziente». A margine dell’assemblea tutto il direttivo ha indossato una maglia bianca a supporto dell’iniziativa sula violenza agli operatori sanitari.

Sanità, lettera aperta del presidente O.P.I Fausto Sposato

COSENZA – «Sulla situazione sanitaria i cittadini hanno diritto ad una sanità migliore. Pur se qualcosa comincia a muoversi e sarebbe il caso che qualcuno iniziasse a fare anche perché di riflessioni  sui come e sui perché il SSR è ridotto così ne abbiamo abbastanza. Come O.P.I.(ordine delle professioni infermieristiche) – prosegue il presidente O.P.I Fausto Sposato- assistiamo quotidianamente ad aggressioni fisiche e verbali nei confronti di operatori sanitari da parte di pazienti o di loro parenti stanchi di una situazione oramai insostenibile. A questi operatori va il nostro sostegno perché, ci creda, forse sono questi gli eroi moderni. Sono quelli che con niente cercano di dare risposte a volte impossibili in situazioni impossibili. E sarebbe il caso che i cittadini avessero maggiore rispetto per chi, come tanti colleghi, ogni giorno combatte contro le storture di un sistema oramai al collasso e l’arroganza e tracotanza di tanti che si sentono in diritto di aggredire e mortificare uomini e donne che in quello stesso istante stanno lavorando per  la loro salute. Bene ha fatto Lei a richiamare l’attenzione su questo aspetto che è figlio di una società che chiede tutto e subito, che non conosce le dinamiche di accesso e non comprende che il sistema stesso non permette più di tanto. È una società dove il senso civico ed il senso di appartenenza manca da tempo, dove la meritocrazia è legata a questo o quel politico, dove assistiamo all’ascesa di personaggi di indubbia capacità e moralità. La legge sulla responsabilità professionale(Gelli- Bianco) definisce gli ambiti di responsabilità di ogni professionista ed è giusto pagare per responsabilità diretta ma non possiamo pagare per la disorganizzazione e le falle di un sistema. I cittadini calabresi non chiedono più medicina ma più assistenza e basterebbe girare gli ospedale provinciali e regionali o il territorio per rendersene conto. Nella gestione manageriale gli standard (ed i LEA lo sono) si riferiscono a struttura, processo ed esito e guardandoci intorno noi abbiamo ospedali fatiscenti e vecchi(struttura), prestazioni difformi e qualitativamente scarse(processo) e, di conseguenza, esiti negativi.  L’ultimo rapporto del Ministero della salute pone ai vertici nazionali regioni come la Toscana e province come Trento e Bolzano e non per caso, perché proprio in questi contesti lo sviluppo di percorsi assistenziali condivisi ed al passo con i bisogni dei cittadini aumenta la fiducia dei cittadini stessi e la qualità delle cure. In queste realtà  la professione infermieristica ricopre un ruolo importante e centrale sia nella parte gestionale che nella parte clinica e sarebbe il caso che anche in Calabria si iniziasse ad andare in questa direzione. L’invecchiamento della popolazione aumenta la cronicità e nella cronicità gli infermieri sono gli unici in grado di dare risposte appropriate ai bisogni dei cittadini. Ecco perché pensiamo non sia più rinviabile un nuovo percorso condiviso ed un nuovo modo di intendere la sanità in Calabria. Magari ragionando con chi la sanità la vive sulla propria pelle. Mi permetta un ultima battuta: non esistono da tempo i “paramedici” e gli “Infermieri professionali”. Esistono gli infermieri professionisti del sistema salute. Anche perché non ci sentiamo “para” di nessuno e, qualora dovesse essere inteso come segno di somiglianza(para= sembra)la cosa non ci onora affatto».

Ipasvi Cosenza, Fausto Sposato eletto nel direttivo nazionale

COSENZA – Il presidente del Collegio Ipasvi di Cosenza e coordinatore regionale della categoria degli infermieri calabresi, Fausto Sposato, è stato eletto  nel Consiglio direttivo nazionale. Già da questo mese rappresenterà le vertenze di tutti gli infermieri della nostra Regione nelle stanze dei “bottoni” romani ed ai tavoli di rappresentanza con i Governi istituzionali.

LA SODDISFAZIONE DI SPOSATO

«Sono davvero molto soddisfatto per un risultato che premia, oggettivamente, il lavoro portato avanti dal Collegio cosentino e dai miei ex colleghi del coordinamento regionale che ha innalzato indubbiamente il ruolo di noi infermieri», ha affermato Sposato. Il neo eletto consigliere nazionale ha ottenuto 1338 voti di preferenza, entrando di diritto nell’esecutivo dei revisori contabili della categoria. «Abbiamo lavorato sodo e continueremo a farlo, nei prossimi anni, per migliorare ulteriormente la qualità del nostro lavoro. Con diritti, con criteri giusti, con selezioni più appropriate e con la fierezza di rappresentare per nome e per conto di migliaia di infermieri la nostra professionalità. Il presidente nazionale Barbara Mangiacavalli ha creduto molto nel nostro lavoro ed ha spinto molto affinchè accettasi la sua volontà di candidarmi con la lista da lei capeggiata. Certamente da oggi parte una nuova,entusiasmante, avventura e noi risponderemo presente, con preparazione, alle opportunità per i nostri iscritti», il pensiero di Sposato. La categoria calabra è cresciuta molto negli ultimi 3 anni ed ora ha l’opportunità concreta di evolversi maggiormente, con la posizione nazionale ottenuta da Sposato. Alle elezioni del Collegio, svoltesi a Roma nelle scorse settimane, non ha inteso partecipare né votare il coordinamento reggino, che ha destato scalpore tra gli addetti ai lavori. Ciononostante Cosenza,Catanzaro,Crotone e Vibo sono riusciti a trovare sintesi e raggiungere il traguardo dell’elezione di Sposato. «Ringrazio gli infermieri che da tutta Italia hanno inteso valorizzarmi ma permettetemi di abbracciare, uno ad uno, i miei colleghi calabresi che mi hanno sostenuto e riconosciuto il mio impegno per tutti loro nel tempo. Insieme, con più forza, arriveremo ad ottenere molto e migliorare, ulteriormente, il lavoro negli ospedali cittadini e nelle cliniche del territorio».

IPASVI Cosenza: regolarizzare infermieri precari e assumere nuovo personale

logo_shareCOSENZA – L’IPASVI di Cosenza è intervenuta in merito all’orario di servizio e alla nuova normativa europea che impone il riposo di undici ore dopo i turni di servizio, una normativa in base alla quale non bisogna superare, se non in casi di necessità, le 12 ore e 50 di servizio continuativo, così come non bisogna superare le 48 ore settimanali, comprese le ore di reperibilità. A proposito di quest’ultima, inoltre, c’è da distinguere tra quella attiva e passiva: la chiamata in pronta disponibilità interrompe, infatti, il riposo, pregiudicando l’organizzazione di servizi e unità operative. In tale prospettiva, servizi e unità operative rischiano, quindi di venire accorpati, minando le offerte al cittadino: questa la situazione prospettata da Fausto Sposato, presidente del Collegio cosentino dell’IPASVI.

Continuando il suo intervento, Sposato sostiene la necessità di “una visione nuova della sanità che possa dare risposte concrete e serie ai cittadini. La stessa normativa europea non è solo a tutela degli operatori ma nasce per la tutela soprattutto dei pazienti che devono avere sicurezza nelle prestazioni e non devono affidarsi ad operatori che hanno espletato turni su turni e che non si reggono in piedi. Bisogna avere il coraggio di assumere, con ogni forma possibile. In Calabria mancano, ad oggi, più di mille infermieri senza contare che l’età media è altissima e pertanto molti altri sono alle soglie della pensione”. Dunque, non si può continuare a fare affidamento su pratiche improvvisate da parte di dirigenti che agiscono solo sospinti dalle sollecitazioni dei vertici aziendali e in ossequio a semplici regole manageriali, ma – prosegue lo stesso Sposato – è bene non tenere in disparte, nell’implementazione delle nuove linee guida regionali, le professioni sanitarie e, quindi, gli infermieri.

Per questo motivo, Sposato propone, da parte sua, di attuare nell’immediato “una ricognizione seria del personale che è destinato all’assistenza e togliere tutto quel personale infermieristico che svolge altre funzioni ed avere il coraggio di cambiargli qualifica. Ci si accorgerà che il numero reale degli infermieri che fanno assistenza è diverso e di gran lunga inferiore”. A questa scrematura, dovrebbe fare seguito l’assunzione di personale nuovo e, perciò, la destinazione di quel personale con limitazione a funzioni differenti, come le attività ambulatoriali. Quello che, insomma, l’IPASVI vorrebbe far emergere è la situazione di precarietà di una sanità locale e regionale che, prima di tutto, penalizza operatori e cittadini. Essendo forte, ad oggi, la richiesta di nuovo personale, Sposato auspica che “chi è nelle graduatorie venga assunto, che il personale precario venga al più presto stabilizzato” ma, allo stesso tempo, afferma che “c’è bisogno di un nuovo concorso per immettere risorse fresche e dare la possibilità a tanti giovani di un futuro nella loro terra”.

Assunzioni Azienda ospedaliera: Persiste il malcontento dell’ordine degli Infermieri

thL’AZIENDA ospedaliera di Cosenza ieri ha raggiunto un accordo per le nuove assunzioni tanto attese nel mondo sanitario. Il problema però è tutt’altro che risolto. A rendere noti i numeri, ma soprattutto i malumori per le scelte compiute, è il presidente Ipasvi (l’Ordine degli infermieri) Fausto Sposato. Proprio gli infermieri, a tal proposito, annunciano l’inizio di una battaglia che si accenna aspra in ogni singolo ambiente. Le assunzioni dunque: l’accordo raggiunto prevede 68 nuovi medici e “soltanto” 40 infermieri (su 98 proposti), di cui 20 precari interni. Ed ancora 24 OSS di cui 12 precari da stabilizzare. “ Un taglio assurdo del 60% alla nostra categoria”, ribadisce oggi proprio Sposato. “ Non è più possibile assistere in silenzio a queste cose. Siamo indignati, adirati e non ci fermeremo dinanzi a nulla per far emergere le nostre ragioni e quelle di una professione che dà costantemente l’anima in ospedale”, asserisce il presidente. In sostanza Sposato e gli infermieri sottolineano il fatto che laddove sia giusto assumere medici è altrettanto legittimo assumere gli infermieri, gli Oss ( su 82 previsti ne dovrebbe assumere 24) e le altre figure professionali. “ Serve poco inserire medici se poi manca la forza lavoro”, sintetizza Sposato. “ Non può il medico svolgere il lavoro degli infermieri”, aggiunge, facendo l’esempio dell’esercito con soli generali senza truppe. “  Ecco perché da tempo stiamo avanzando dubbi al riguardo del Sitros. Se a gestirlo avesse continuato una figura competente, come sosteniamo, il caos generale e queste scelte così inopportune non avrebbero avuto luogo oggi”. Se a questo aggiungiamo che un Commissario scrive sui social network e canta vittoria per avere stabilizzato per intero i suoi colleghi medici allora siamo proprio all’assurdo.“ Il danno e la beffa”, ironizza Sposato. “Non abbiamo nulla contro i medici, sia chiaro. Ben vengano tutte le assunzioni possibili ma è giusto reclamare i nostri numeri e le mancanze verso la nostra categoria. Occorre una ripartizione equa, giusta, senza alterazioni. Non staremo in silenzio e l’Ipasvi scenderà in campo per dimostrare che la sanità è di tutti, per tutti”. Ai colleghi infermieri vogliamo fare sapere che l’IPASVI di Cosenza  sarà al loro fianco nel rispetto della dignità professionale e nelle loro battaglie.

Ordine professionale degli infermieri: “gli infermieri al primo posto nelle scelte sanitarie.”

sanità1COSENZA – L’IPASVI, ovvero l’Ordine professionale degli infermieri, ha smosso la presidenza nazionale per rilanciare la querelle sul Sitros. Dal 20 aprile scorso nulla è cambiato, sebbene le polemiche che il presidente Ipasvi di Cosenza Fausto Sposato ha enfatizzato sulla stampa. Oggi fa seguito una lettera della presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli che chiama in causa direttamente il governatore Mario Oliverio e il Commissario ad acta Massimo Scura. Gli infermieri, per tramite del loro rappresentante nazionale, continuano ad affermare che “si delinea chiaramente una funzione a valenza “tecnico-professionale” che implica una responsabilità sul risultato e la distingue dalla funzione politica, caratteristica propria della Direzione generale”. Come dire: per quel ruolo occorre indicare un tecnico, non altri. La presidente afferma di non trovare riscontro, tra l’altro, sulla motivazione per cui si è optato per il doppio incarico al direttore Canino. “Il provvedimento adottato comporta ripercussioni sul buon andamento del sistema aziendale in quanto priva lo stesso di una specifica competenza difficilmente surrogabile da figure professionali chiamate a svolgere diversi ruoli”, chiosa. Al presidente Mangiacavalli fa eco Fausto Sposato, coordinatore regionale e rappresentante Ipasvi Cosenza. “Noi lavoriamo per la categoria e non per fini personali. Nei reparti ospedalieri continua a perdurare una situazione drammatica. Oggi gli infermieri rivendicano un ruolo di primissimo piano nelle scelte sanitarie. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità e vogliamo apportare il nostro fattivo contributo. Né meritiamo né accetteremo ancora alcun tipo di ingerenza nelle questioni infermieristiche. Cosa fare? Si cambi direzione tenendo conto delle reali competenze degli infermieri”. Da qui, l’invito al Commissario Scura a un confronto “sereno e serio su tutte le questioni sanitarie che non possono essere discusse o affrontate senza tenere conto degli infermieri che quotidianamente vivono le reali situazioni”.

 

Raffaella Aquino