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Oriolo Cult Festival, al via la prima edizione primaverile

ORIOLO (CS) – Prima edizione primaverile dell’Oriolo Cult Festival, una serie di appuntamenti di teatro musica e cinema. La recente selezione dell’Oriolo Cult Festival tra gli eventi storicizzati della Regione Calabria beneficiari di contributo ci consente di destagionalizzare l’offerta culturale anche nel periodo primaverile.

UN RICCO PROGRAMMA DI EVENTI

Sabato 24 marzo 2018

Istituto Comprensivo Oriolo Ore 9.00 / 11.00

Parole e sassi

Laboratorio teatrale per bambini a cura della compagnia teatrale Petra

Parole e sassi

La storia di Antigone in un Racconto-Laboratorio per le nuove generazioni

Con Antonella Iallorenzi e Renata Falcone

Ideazione e drammaturgia Renata Palminiello, Letizia Quintavalla,

Patrizia Romeo, Agnese Scotti, Rosanna Sfragara

Direzione artistica Letizia Quintavalla

La Tragedia Greca raccontata ai Bambini.

L’Antigone di Sofocle è un’antica vicenda di fratelli e sorelle, di lutti e di scelte, di disobbedienza e potere, che diciannove attrici, ognuna nella propria regione, solo con un piccolo patrimonio di sassi, raccontano ai Bambini di 8, 9 e 10 anni, Egregi Uditori riuniti in quelle piccole polis che sono le classi delle scuole d’Italia. Un progetto femminile di teatro e d’impegno civile, in cui Adulti e Bambini fanno esperienza insieme di quella democrazia greca che ci scorre nelle vene per allenarsi, attraverso le parole di Sofocle vecchie di 2500 anni, a pensare ed immaginare il futuro. Progetto nato dal collettivo Antigone, un collettivo di attrici italiane sorto nel 2011 che ha lo scopo di portare la tragedia greca ai bambini. Il progetto – vincitore del Premio Eolo per la creatività nel 2013 – dalla sua prima realizzazione ad oggi, è stato visto da più di 13.000 bambini.

Sabato 24 marzo 2018

Castello – Oriolo 18.00

Concerto a cura della Liuteria Jonica Corrado del duo Sursum Chords – Musiche di Paganini e Piazzola.

Lunedì 26 marzo 2018

Chiesa Madre San Giorgio Martire – Ore 21.00

CREDO

Direzione artistica e musicale Mario Tronco

Testi originali di

José Tolentino Mendonça

e testi tratti da

IbnArabi, Giordano Bruno, Giorgio Caproni, ZviKolitz, Fernando Pessoa

Musica di Orchestra di Piazza Vittorio, Gioachino Rossini,

Benjamin Britten, Guillaume de Machaut, canti sufi

Produzione artistica e arrangiamenti di Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli

Scenografia Lino Fiorito

Disegno luci Daniele Davino

Suono Angelo Elle

Assistente di produzione Federica Soranzio

Style supervisor Katia Marcanio

 

 

ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO

Houcine Ataa – voce

Viviana Cangiano – voce

Danilo Lopes da Silva – voce

Kyung MiLee – violoncello

Kaw Dialy Madi Sissoko – voce e kora

Pino Pecorelli – bassi ed electronics

Leandro Piccioni – organo, tastiere

Raffaele Schiavo – voce

Ziad Trabelsi – voce, oud, dulcimer e w’tar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Rende Book Festival” primo premio per “Il cacciatore di Meduse”

RENDE (CS) – Assegnato al romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna pubblicato dalla casa editrice Falco il primo Premio “Rende Book Festival” organizzato dall’Associazione Co.Re. Cultura.  Al secondo posto si é classificato il romanzo “I Nemici del Cavaliere” di Davide Gambale edito da Armando Siciliano editore e al terzo posto “La donna giusta” di Caterina Ambrosecchia edito da Gelso Rosso editore.

Dopo tre giorni di presentazioni di volumi, incontri, mostre, dibattiti, momenti musicali, la serata finale è stata condotta dal Presidente di Co.Re. Armando Rossi, insieme alla coordinatrice del Comitato Scientifico del Premio Sofia Vetere e al Presidente della Giuria dottor Paolo Maulucci, noto storico e ricercatore.

Armando Rossi, presidente di Co.Re,, nel suo intervento iniziale ha tracciato con soddisfazione il bilancio del Festival, collegato ad altri eventi culturali internazionali dell’associazione, rimarcando la grande affluenza di pubblico dei tre giorni, confermata dalla sala gremita anche al momento della proclamazione dei vincitori.

«E’ un romanzo che mi ha fatto piangere – ha affermato Maulucci – Nonostante le sue circa quattrocento pagine è una grande poesia, un romanzo attuale e pieno di umanità. Una storia bellissima che ho voluto leggere due volte».

A Maulucci ha fatto eco Sofia Vetere proclamando l’assegnazione del premio, consegnato all’autore dall’ assessore alla cultura del comune di Rende Marta Petrusewicz. Presente anche l’editore Michele Falco.

«Uno dei libri più belli che abbia letto. Ho pianto e sorriso. Un romanzo meraviglioso che deve essere letto da tutti ma soprattutto dai giovani», ha detto la Vetere, visibilmente commossa.

In realtà, “Il cacciatore di meduse” è già stato introdotto in molti istituti scolastici per affrontare i temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e i tanti altri toccati dal romanzo, dalla povertà all’integrazione,  al rispetto di tutte le diversità contro ogni forma di razzismo. Per poter soddisfare le numerose richieste di vari istituti scolastici, la casa editrice ha dovuto provvedere a ristampare il romanzo, inserito anche tra i tredici libri consigliati dalla World Social Agenda nel 2017 a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado, nell’ambito del tema scelto quest’anno: “Migrazioni e diritto al futuro”.

Unanimi in questi mesi i consensi di critica e lettori, tra cui moltissimi giovani, per un romanzo che si è dimostrato capace di raccontare la vita dei migranti in modo vero, commovente e avvincente, sottolineando gli aspetti di incredibile umanità delle storie di chi fugge disperatamente dalla propria terra. Un lato umano spesso assente dalle cronache giornalistiche di sbarchi e naufragi e, talvolta, davvero inimmaginabile. In questo romanzo avvolto da toni quasi fiabeschi, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, il bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa imperdibile e struggente avventura di un piccolo “cacciatore di meduse”, il lavoro che il ragazzo s’inventa per sopravvivere, si muove soprattutto nel magico scenario della costa siciliana. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Gli spaccati di San Vito, il “misterioso” Monte Monaco, le affascinanti grotte, arricchiscono di poesia un romanzo in cui la natura e le bellezze paesaggistiche siciliane contribuiscono a catturare e incantare il lettore.

Dopo il drammatico racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo da Zuara a Lampedusa, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi italiani, da Linosa alla Valle dei Templi, da Isola Capo Rizzuto a Milano e Roma.  Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi fanno da sfondo all’originale racconto, dalle splendide visioni di meravigliosi paesaggi africani fino a quelle della traversata del Mediterraneo e dell’arrivo a Lampedusa.

Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Secondo molti docenti che lo hanno adottato è un vero romanzo di formazione che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, facendo immedesimare il lettore nelle vicende dei protagonisti, talvolta perfino con un pizzico di ironia.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.  Un libro struggente e attuale, una sorta di fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Il romanzo è disponibile anche in versione ebook.

 

LE DICHIARAZIONI DI PEGNA

«In ogni condizione limite di un uomo, la speranza, la voglia di vivere e vivere meglio, il desiderio di pace e serenità, sono un sogno per il quale alcuni sono disposti a rischiare la vita stessa, come molti migranti che fuggono per varie ragioni dalla loro terra,  colpito nel 2002 da una leucemia fulminante a poche ore dal matrimonio, superata miracolosamente e raccontata nel precedente romanzo Miracolo d’Amore.  A me piace viaggiare nell’animo umano, penso che siano i viaggi più emozionanti. Immedesimarsi in altre umanità ci fa scoprire angoli reconditi dell’io degli altri sui quali spesso non ci soffermiamo, siamo indifferenti. Aprirci alla comprensione degli altri, può aiutare tutti a vivere in una società migliore! Se bravissimi medici non mi avessero curato, se in tanti non mi avessero dato sangue e piastrine, se una ragazza americana non mi avesse dato il suo midollo, sarei morto! Il mondo non ha confini e questo mi aiuta a immaginare storie eccezionali di uomini semplici, in cui l’amore e il bene alla fine trionfano!»

 

Al via la nona edizione dell’International Cosenza Tango Festival

COSENZA – Ritorna l’International Cosenza Tango Festival, arrivato quest’anno alla sua nona edizione. Nove anni in cui la Calabria ha saputo ritagliarsi un posto di grande rilevanza, con centinaia di tangheri provenienti dall’Europa, dal Giappone, dalla Cina e dall’America. Dal 16 al 19 novembre, a Cosenza e a Rende si potrà assistere a spettacoli e partecipare a stage e seminari con grandi maestri. Promosso da Calabriatango e dal maestro cosentino Ciccio Aiello, ci saranno quattro giorni di puro tango argentino con la presenza di tre coppie di ballerini, icone mondiali del “ballo della passione”: Juana Sepulveda e Chicho Mariano Frumboli , Sabrina e Ruben Veliz, Sigrid Van Tilbeurgh e Murat Erdemsel. Naturalmente si esibiranno anche il padrone di casa Ciccio Aiello e la sua ballerina greca Sofia Galanaki. A far ballare i tangueri ci saranno grandi musicalizzatori: Marcelo Rojas, direttamente da Buenos Aires, Punto y Branca, Paola Nocitango, Carmine Parise e Paolo Morokal, questi ultimi due le punte di diamante della città bruzia. La lunga serie di seminari, stage e milonghe di tango argentino inizierà giovedì 16 novembre alle 20,00, nel teatro Rendano, con il “Concerto di tango”.

Festival d’Autunno, un successo di pubblico “Il giorno dei Cori”

CATANZARO – La sacralità ed il rigore musicale del coro Aurorae, le commoventi emozioni offerte dal coro U.I.C. (Unione Italiana Ciechi), infine la travolgente energia del gospel con New Vision Gospel Choir: il sabato sera in centro città si è tinto di musica e note, con “Il giorno dei cori”, una produzione originale del Festival d’Autunno che ha riscosso un notevole successo di pubblico. Un folto gruppo di spettatori si è lasciato condurre, infatti, lungo il percorso musicale tracciato dai cori, un concerto itinerante che si è sviluppato dalle 18 in poi, nelle tre chiese tra le più suggestive del centro storico, il Ss. Rosario, la Chiesa del Monte dei Morti e, per concludere, la Basilica dell’Immacolata.

PRIMA TAPPA PER “IL GIORNO DEI CORI”: I TEMI SACRI DI “AURORAE

Diciotto voci –quelle del coro Aurorae- dirette magistralmente da Roberto Nadiani, tenore catanzarese classe 1986, hanno aperto “Il giorno dei Cori” con un concerto interamente a cappella, dedicato alla musica sacra. Tra i tre cori ed i tre differenti generi proposti, “Aurorae” rappresentava il coro di carattere altamente sacrale, sebbene abbia in repertorio anche brani di carattere profano. “Quello di Aurorae –ha spiegato il direttore, M° Nadiani- è un laboratorio corale, frutto di un importante impegno sul piano tecnico-vocale. Molto del nostro tempo è destinato alla formazione, agli esercizi di respirazione e dinamica dei brani. Ci occupiamo inoltre di esplorare le culture di appartenenza di brani musicali che eseguiamo, avvicinandoci quanto più possibile alle sonorità autentiche –dal ‘300 al contemporaneo- grazie all’esecuzione in lingua originale”. Con soli tre anni di attività, il giovane coro Aurorae vanta diverse e notevoli esibizioni nel suo curriculum, cui si aggiunge la straordinaria e suggestiva esibizione per il Festival d’Autunno, al cui pubblico ha omaggiato in apertura una meravigliosa “Ave Maria” di Arcadelt, per proseguire con “In monte oliveti”(Bruckner), “Stabat Mater” (Kodaly), “Panicus Angelicus” (Buondonno), “O quam amabilis” (Cericola), “If ye love me” (Tallis), “Locaus iste” (Bruckner), “Regina Coeli” (Lotti).

DALLE 19, GRANDI EMOZIONI NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA’ CON IL CORO DELL’UIC

Allo scoccare delle 19, un’altra chiesa gremita di pubblico, quella del Monte dei Morti, ha accolto la seconda “tappa” del “Giorno dei Cori” dedicata ad un repertorio di carattere pop dai testi prettamente solidali: è stata la volta del coro dell’Unione italiana Ciechi.

Nato nel 2006 per volere della presidente di sezione Luciana Loprete, il coro U.I.C. vanta notevoli qualità artistiche e ancor più forti doti umane, frutto di una mission importante di carattere riabilitativo-funzionale ma sopratutto di aggregazione solidale. Accompagnato alle tastiere dal giovane e talentuoso Guglielmo Sità, il coro U.I.C. ha regalato al pubblico un repertorio di musica leggera ma dai testi sempre “impegnati” sui temi della fratellanza, della solidarietà e dell’amore, tra cui “Da fratello a fratello” di Franco Fasano, “Ti penso e cambia il mondo” di Adriano Celentano, “Ti lascio una parola” dei Nomadi, “Nei giardini che nessuno sa” di Renato Zero, “Stella” di Antonello Venditti. Lunghi e commossi applausi per la solista Lidia Travaglio con “Un amico è così”.

GRAN FINALE IN BASILICA CON IL TRAVOLGENTE GOSPEL DEI NEW VISION

Ultima e travolgente tappa per “Il giorno dei Cori” quella con il gospel di “New Vision Gospel Choir” tra le navate della Basilica dell’Immacolata.

La contagiosa energia di Sara Spinzo, che dirige i giovani di “New Vision Gospel Choir”, si è diffusa empaticamente a tutto il pubblico del Festival, invitato a partecipare cantando e battendo le mani ai ritmi del gospel afroamericano. In un clima di festosa sacralità, la Basilica dell’Immacolata si è riempita di gioia e di colore per trasmettere il messaggio di fede e amore che è comunque la mission di questo coro.

Al Calàbbria Teatro Festival, sezione Corti, trionfa “Piscik”

CASTROVILLARI (CS) – Vince la IV edizione del “Festival dei corti “:  “Piscik. Fuori e dentro il giardino” di e con Luca Oldani della compagnia “La Ribalta Teatro” con la seguente menzione : «per il lavoro di ricerca, la capacità dell’attore di entrare nella psicologia del personaggio tratto dal giardino dei ciliegi» di Checov; la capacità di utilizzare il gioco scenico e un corretto uso degli elementi di scena che l’attore ha saputo rendere vivi». L’evento era inserito nella VII edizione del  Calàbbria Teatro Festival organizzato dall’Associazione Culturale “Khoreia 2000” sotto la direzione artistica di Rosy Parrotta e quella organizzativa di Angela Micieli. “Piscik “, uno corto teatrale pensato sulla figura di Simeonov Piscik, personaggio de “Il Giardino dei Ciliegi” di A. Cechov. Il Giardino diventa una cornice dove il personaggio presenta tutta la sua grottesca e malinconica poesia, la sua impotenza verso il mondo che lo circonda, le sue debolezze. Soldi e amore sono gli impulsi che lo guidano costantemente nel più riuscito e umano limbo Cechoviano. Salgono sul podio al secondo posto @Tiffany” di e con Christian Gallucci e Anna Sala. Assistente Ilaria Cassanmagnago della compagnia Coperte strette con la seguente menzione: «Per l’originalità del testo, l’uso dello spazio scenico, la capacità di utilizzare in maniera consapevole, tempi, ritmi e contrappunto. Per la fotografia studiata senza decorazioni» Terzo posto per “ Io non avevo mai deciso di volare”  della compagnia Onirika del Sud. Testo e regia Pierpaolo Saraceno con Pierpaolo Saraceno, Mariapaola Tedesco e Alessandro Lo Piccolo.  Musiche di Concetto Fruciano; La “giuria tecnica” era  composta da  (Umberto Caraccia, Diletta D’Ascia, Federico Prosperi, Federica Grisolia) che ha consegnato anche il “Premio per il miglior attore” a Antonio De Nitto per il monologo “Rukelie” della compagnia Macondo;  Il monologo vince anche il “Premio della giuria popolare”. Il Premio miglior attrice va a Margherita Bertoli con “Anna Cappelli” della compagnia internazionale “Kamma”. Premio miglio testo a “Ilse Stuttgard, Vedova Kaufmann” dell’ Ass. Cult. Space – Spazi di creatività eclettica,  testo e regia Michele Zaccagnino, con Bruno Petrosino. Musiche Valter Dadone, con la seguente menzione :” Per il lavoro di ricerca drammatica e tessitura testuale”. “Ilse Stuttgard, Vedova Kaufmann”  un monologo ambientato nella Berlino del 1984. A portare il saluto al pubblico del Calàbbria Festival, il vicesindaco di Castrovillari, Francesca Dorato.

 

foto Pino Iazzolino

Al Leggere&Scrivere Vattimo come Nietzsche, «Vincerà l’uomo più moderato»

VIBO VALENTIA –  «Non è una letio ma un’esortazione a salvare l’anima attraverso la scrittura e la lettura». È un Gianni Vattimo a tutto campo quello che oggi ha coinvolto il pubblico del Festival Leggere&Scrivere 2017 con la sua lectio magistralis dal titolo “Leggerescrivereanima”. La lectio del filosofo torinese si è sviluppata partendo dal racconto delle prime esperienze di insegnante in una scuola di formazione professionale cattolica alle docenze umanistiche nella scuola media “Rosmini”, passando per l’impegno politico e le approfondite ricerche eseguite durante la sua brillante carriera. Con un’attenzione particolare alla filosofia tedesca – l’esistenzialismo di Martin Heidegger il superuomo di Friedrich Nietzsche, lo storicismo marxista – Vattimo si è soffermato sulla vita interiore, l’interpretazione della scrittura e tanto altro. Sul palco del festival si sente a suo agio: recita versi e poesie, brioso. Mite. Cita Bertolt Brecht e Georges Brassens. «Il Nietzsche che più mi persuade – ha spiegato Vattimo – è il Nietzsche politico, più precisamente il filosofo dell’Uomo Moderato. Il nichilismo culmina per Nietzsche con la caduta dei veli che mostrano la pura struttura di dominio. I deboli falliscono. Ma chi sopravvive? Per Nietzsche vincerà l’uomo più moderato, l’uomo che ha sufficiente ironia e distacco da non lasciarsi coinvolgere dai rapporti di dominio…».

Festival Leggere&Scrivere: I segreti di Carminati nel libro di Lirio Abbate

VIBO VALENTIA – “Vedi su internet chi c…. sono io”. A parlare è Massimo Carminati, principale indiziato nel processo Mafia Capitale, ex terrorista dei Nar, intercettato mentre si rivolge ad un operatore telefonico. E la sua storia, oggi, a palazzo Gagliardi, l’ha raccontata al pubblico di Leggere&Scrivere il caporedattore dell’Espresso Lirio Abbate. Abbate, autore di un’inchiesta giornalistica, di un libro e di un docufilm su Carminati, ora sotto scorta dopo le minacce ricevute da Er Cecato, è partito dal furto al caveau della banca del Tribunale di Roma per spiegare «retroscena rimasti celati per anni. Una storia di tanti gialli, storie non dette. E un ricatto alla Repubblica». Giunto a Vibo, ospite del Leggere&Scrivere 2017, per presentare il suo ultimo libro “La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati” (Rizzoli, 2017), il giornalista dell’Espresso, intervistato dal direttore de La C news24, Pietro Melia, ha raccontato con foto, video e intercettazioni il furto di alcune cassette di sicurezza nel 1999 all’interno del Palazzo di Giustizia commesso da una banda specializzata. «Nel posto più protetto d’Italia, senza forzare serrature, Carminati, coinvolto in alcune tra le inchieste più scottanti del Paese, come l’omicidio Pecorelli, la strage di Bologna, l’assassinio Fausto e Iaio, il caso della banda della Magliana, aprirà solo alcune di queste cassette dove ci potrebbero essere documenti segreti. A Roma se hanno un problema – continua Abbate – vanno da lui, uno dei re di Roma. Io, con documenti e fatti, racconto vicende di rilevanza sociale e politica. La mafia non è più lupara o dialetto meridionale». E proprio il lavoro svolto dal giornalista d’inchiesta «ha fatto impazzire Carminati. Dal suo ufficio – continua – una stazione di servizio su corso Francia a Roma, dà ordini e intimidisce commercianti e professionisti. Ma questa non è mafia secondo i giudici».

“Leggere&Scrivere”, Ferroni, «Inafferrabile la bellezza pirandelliana»

VIBO VALENTIA – A 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello il Festival Leggere&Scrivere 2017, contenitore culturale promosso dal Sistema Bibliotecario Vibonese, ha celebrato, tra i tanti appuntamenti in programma oggi, il grande scrittore con una lectio magistralis di Giulio Ferroni dal titolo “Pirandello siciliano, italiano, europeo”. Ferroni, critico letterario e scrittore, ha dedicato il suo racconto tenuto nell’auditorium dello Spirito Santo di Vibo Valentia alla genialità del drammaturgo siciliano. Ad ascoltarlo una platea molto giovane, composta non solo da studenti degli istituti scolastici cittadini ma anche di appassionati di letteratura italiana. Introdotto da Raffaele Suppa, dirigente dell’IIS Morelli-Colao, Ferroni ha espresso soddisfazione per «la grande vitalità culturale espressa dalla kermesse Leggere&Scrivere. Iniziative non ‘calate dall’alto’ che registrano una forte partecipazione della cittadinanza e delle scuole. Questo è di buon auspicio per il futuro». Romanzi, novelle, opere teatrali e cinema: nella elevata produzione letteraria di Pirandello vive un’ossessione che lo costringe a scrivere. «Io, dunque, sono figlio del caos», dice lo scrittore siciliano di sé. Partendo dall’opera di Antonio La Gamba, che il festival ha dedicato proprio alla genialità dell’autore di Uno Nessuno Centomila, Ferroni ha spiegato che le maschere greche sono fondamentali nelle sue opere, combinano la comicità con qualcosa di segreto e tracciano il forte legame della Sicilia con l’Antica Grecia. L’esposizione del critico si è soffermata poi sulla travagliata vita di Pirandello. Nato a Grigenti, ora Agrigento, dopo la scuola si sposta in Germania per continuare gli studi e da quel momento gira il mondo per presentare i suoi successi. «Un’enigmatica inquietudine – dice Ferroni – Quando si parla di letteratura e di un personaggio come lui si intrecciano storia e geografia. Contraddittorietà e fascino, bellezza inafferrabile. Tanti elementi sono centrali nella letteratura pirandelliana, l’importanza tra le relazioni umane, i rapporti fragili, lo sfottere tipico dei siciliani. Ancora i valori della famiglia, l’intimità».  Tocca motivi che domineranno la cultura europea, con grande attenzione allo sdoppiamento della personalità. Pirandello è attento al tema della follia, condizionato dalla malattia psichica della moglie. Si appropria, secondo il critico Ferroni, di elementi del teatro greco che, però, nel ‘900 risultano angosciosi. La letteratura, da Pirandello in poi, si porrà il problema di rappresentare il tempo e la sua contraddittorietà. Ferroni si sofferma poi sulle opere di Pirandello che hanno raggiungo un successo mondiale. Il Fu Mattia Pascal, Liolà, Così è se vi pare, Sei personaggi in cerca d’autore: Pirandello è riuscito a rompere il modello classico teatrale in maniera formidabile. Appassionato anche del cinema, il suo Si gira (poi Quaderni di Serafino) è anche il primo romanzo europeo e mondiale dedicato alle macchine da presa.

La programmazione del festival anche oggi è fittissima. La stella della terza giornata del Festival Leggere&Scrivere è senza dubbio Morgan. Il popolare cantante si racconta al pubblico di Vibo Valentia con l’incontro dal titolo “Fuori dal tempo. La storia e le canzoni di un protagonista del pop italiano”: appuntamento a palazzo Gagliardi, sala A, ore 21.

Da segnalare il dibattito “Ius soli: un tema che divide”. Se ne parlerà con il giudice Giuseppe Cricenti, Alfio Mastropaolo dell’università di Torino e la giornalista Flavia Perina (ore 17, sala A, palazzo Gagliardi).

Alle 17, in sala B, Marina Valensise presenta La cultura è come la marmellata. Promuovere il patrimonio italiano con le imprese (Marsilio, 2017), conversano con l’autrice Gilberto Floriani e Florindo Rubbettino. Alle 17, sala C, Filippo Maria Battaglia presenta Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana (Bollati Boringhieri, 2017).

Dal Festival di Sanremo al Festival Leggere&Scrivere: il direttore d’orchestra Beppe Vessicchio è ospite in qualità di scrittore, con il libro La musica fa crescere i pomodori. Il suono le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell’armonia naturale (Rizzoli, 2017): appuntamento in sala A, alle ore 18.30.

Da ricordare ancora, gli incontri con Cataldo Perri che presenta Malura (Rubbettino, 2017) (ore 18, sala B); Antonio Fanelli conContro canto. Le culture della protesta dal canto sociale al rap (Donzelli, 2017) (ore 18, sala C); con Davide Mosca e il suo Le notti nere di Praga (Mondadori, 2017) (ore 19, sala B).

 

 

Festival “Leggere&Scrivere”, Oliverio, «Dalla Calabria nuovo protagonismo civico»

VIBO VALENTIA – Un pomeriggio ricco di presentazioni e dibattiti a Vibo Valentia per il Festival Leggere&Scrivere. Dopo l’inaugurazione con il presidente del Senato, Pietro Grasso, la kermesse si è spostata a palazzo Gagliardi con tanti ospiti illustri. Luciana Capretti, scrittrice e giornalista del Tg2, ha presentato nella sala A dello storico edificio vibonese il suo ultimo libro La «Jihad» delle donne. Il femminismo islamico nel mondo occidentale (Salerno, 2017), una lettura del mondo arabo accattivante e differente. “Bisogna far conoscere l’Islam pacifico ed inclusivo – spiega Capretti durante l’incontro a Leggere&Scrivere 2017 – Non vi fate raccontare che il Corano obbliga le donne a indossare il velo. È opportuno infatti riconoscere anche la subalternità della donna nella religione cattolica”. Al racconto di Capretti hanno partecipato molti studenti e la giornalista Rai si è concentrata sull’importanza centrale che può ricoprire il dialogo nella società occidentale e moderna. Tanti ospiti ancora hanno caratterizzato il pomeriggio della kermesse vibonese targata Sistema Bibliotecario Vibonese, da Davide Giacalone con il suo saggio Viva l’Europa viva (Rubbettino, 2017) alla conversazione sulle terme romane – da poco restaurate – di Curinga. Poi è stata la volta dell’anteprima nazionale per Attenti al Sud(Piemme, 2017), il libro scritto dallo scrittore calabrese Mimmo Gangemi insieme a Pino Aprile, Raffaele Nigro e Maurizio De Giovanni. In contemporanea a palazzo Gagliardi, fulcro del festival, il giornalista Serafino Paternoster ha presentato il volume Le Città invincibili. L’esperienza di Matera 2019 (Universosud, 2017) insieme al direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani, e al direttore del comitato Matera 2019, Paolo Verri. Un confronto operativo focalizzato sul tema della cultura, e delle politiche europee al suo sostegno, partendo dall’esperienza condotta da Verri per la candidatura della città dei Sassi a Capitale della cultura europea nel 2019. L’intenso pomeriggio del Festival Leggere&Scrivere si è concluso con l’intervista del giornalista Aldo Varano al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, alla quale erano presenti le massime cariche istituzionali locali. Perché è difficile cambiare la Calabria? «La Calabria ha bisogno – ha detto il presidente Oliverio – di un nuovo protagonismo civico per garantire il processo di cambiamento in atto. Il Cantiere Calabria che abbiamo tenuto nelle scorse settimane ha segnato un punto di svolta nell’approccio e nella comunicazione che ne è seguita ed ora sarà seguito dal mio viaggio nei territori, per dare continuità ed impulso ai lavori del Cantiere e per l’avvio di specifici laboratori che vedranno la partecipazione di tutti gli attori dello sviluppo, società, imprenditori, mondo dell’università e delle professioni, associazionismo e sindacati».

L’astrofisica Sandra Savaglio al Festival “Leggere & Scrivere”

VIBO VALENTIA – È stata il simbolo dei cervelli in fuga dall’Italia: nel 2004 la rivista americana Time le ha dedicato la copertina, dal titolo “Come l’Europa perde i suoi talenti della scienza”. Oggi Sandra Savaglio insegna astrofisica e astronomia al dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, dove ha cominciato i suoi studi e da dove è partita per fare ricerca all’estero. Savaglio sarà ospite del Festival Leggere & Scrivere 2017 di Vibo Valentia: appuntamento venerdì 13 ottobre, Palazzo Gagliardi, ore 17. Intanto, ci ha accolto al campus dell’Università della Calabria, ad Arcavacata di Rende, per raccontarci qualcosa di sé. È arrivata nel 2014 all’Unical dopo “chiamata diretta per chiara fama”, un provvedimento governativo. Alla luce della sua carriera internazionale, com’è stato rientrare nella sua Calabria dopo una lunga esperienza all’estero? «Sono passati tre anni e sono contenta per diversi fattori: il cibo, il clima, la componente umana. Lavoro in un ateneo che contribuisce alla crescita dell’intera regione: i laureati dell’Unical sono professionisti affermati nel resto d’Italia e del mondo. Un contesto internazionale molto alto. Questo non tutti lo sanno».

 Cosa l’ha spinta a tornare in Italia, in particolare in Calabria?

«Ho ricevuto la richiesta di rientrare al dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria. Ho detto di sì, inviando il curriculum, e dopo un anno e mezzo mi hanno richiamata. Era un momento particolare della mia vita perché ero in crisi con il Max Planck, l’istituto tedesco in cui lavoravo allo studio della fisica extraterrestre. All’Unical mi hanno offerto una cattedra da professore ordinario. All’inizio non ci credevo, invece sono qui e felice di esserci».

Essere donna e del sud, cosa significa per una docente e una ricercatrice del suo livello?

«Le donne sono state da sempre discriminate, se del sud ancora peggio. Le cose, però, ora sono migliorate. Se potessi tornare indietro avrei più coscienza dei miei mezzi, anche se io ci ho già creduto molto. Spesso non è così per le altre donne. Le opportunità qui sono diverse rispetto a Parigi, Londra, New York. Ma le donne in Calabria: basta vedere le sportive del Cus (Centro universitario sportivo), se la giocano eccome! Quello che mi colpisce positivamente è che gli studenti sono molto interessati: hanno voglia di imparare e sono preparati. Danno valore al tuo tempo».

Lei sarà ospite del Festival Leggere & Scrivere 2017, giunto alla sesta edizione, per raccontare la sua storia. Può la cultura rappresentare una risorsa per lo sviluppo del territorio calabrese?

«Sì, la cultura è un volano di progresso per ogni luogo e per ogni tempo. La ricerca scientifica in Italia, però, è fortemente penalizzata».