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Scoperto un collaudato sistema di frode, denunciate tre persone

CORIGLIANO – ROSSANO (CS) – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano hanno concluso un’attività di verifica fiscale nei confronti di una società di capitali con sede in Rossano (CS), operante nel settore edile, all’esito della quale è stato constatato che la società verificata ha sottratto al fisco circa 7,5 milioni di euro di materia imponibile.

I riscontri effettuati hanno permesso di appurare, in primis, che gli amministratori di diritto della società succedutisi nel tempo erano dei meri prestanome, in quanto completamente all’oscuro degli accadimenti gestionali della società. La stessa, infatti, è risultata essere gestita da un gruppo familiare che controlla tutt’ora ulteriori persone giuridiche, tutte già sottoposte a verifica e parte del sistema fraudolento, operanti nel settore edile e nella produzione e commercializzazione del calcestruzzo.

SCOPERTO UN COLLAUDATO SISTEMA DI FRODE

Successivamente, attraverso l’analisi della documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso dell’attività, è stato scoperto un collaudato sistema di frode messo in atto degli amministratori di fatto della verificata, che si sostanziava: – nell’emettere fatture per operazioni inesistenti relative alla cessione di mezzi, macchinari e impianti di produzione a società del “gruppo” effettivamente mai entrati nella disponibilità della verificata o dismessi in annualità passate; – nel registrare nella propria contabilità fatture relative ad acquisti di materiale edile mai effettivamente effettuati e destinato a non meglio individuati cantieri di lavoro; – nel compensare i propri debiti con l’amministrazione finanziaria con crediti risultati fittizi; al fine di “aggiustare” i bilanci annuali e sottrarre materia imponibile all’Erario.

NESSUNA TRACCIABILITA’ DEI PAGAMENTI

Tutte le operazioni commerciali, da ultimo, sono risultate pagate attraverso ingegnosi artifizi contabili finalizzati ad impedire l’effettiva tracciabilità dei pagamenti. Complessivamente, per gli anni dal 2010 al 2018, è stata constatata l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per complessivi 7 milioni di euro, I.R.E.S. evasa per oltre 2 milioni di euro, IVA evasa per circa 2 milioni di euro e crediti fittizi indebitamente compensati per circa 700.000 euro.

Gli amministratori di fatto e di diritto della società sono stati deferiti all’A.G. competente per i reati previsti e puniti dagli artt. 2, 4, 8 e 10-quater del D.Lgs. 74/2000, reati per il quali è prevista la reclusione fino ad un massimo di 6 anni. L’attività della Guardia di Finanza si inserisce nell’ambito della proficua azione di lotta alla criminalità economica e finanziaria ed alle illegittime e/o indebite

Nascosti al Fisco 11 milioni di ricavi, blitz delle Fiamme Gialle nel cosentino

PAOLA (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Paola stanno eseguendo un’Ordinanza di custodia cautelare personale e un Decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore pari ad euro 3,7 milioni, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza – dott.ssa Letizia Benigno, su richiesta di questa Procura, nei confronti di 2 persone residenti nella Provincia di Cosenza, per occultamento o distruzione di documenti contabili ed evasione fiscale.

Il sequestro ha ad oggetto i saldi attivi su rapporti finanziari, quote societarie, beni immobili e mobili registrati, fino a concorrenza dell’importo sopra indicato, profitto dei reati contestati. In corso anche numerose perquisizioni nella Provincia di Cosenza. Il provvedimento cautelare personale è stato emesso nei confronti di un amministratore “di fatto” di una società risultata essere “evasore totale avendo nascosto al Fisco, dal 2011 ad oggi, ricavi per ben 11 milioni di euro”, sottoposto agli arresti domiciliari, nonché di un “prestanome”, destinatario dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, con divieto di esercizio di qualsiasi attività di impresa e di assunzione di cariche all’interno di persone giuridiche per la durata di un anno.

Le indagini penali sono scaturite da due verifiche fiscali, avviate dalle Fiamme Gialle grazie all‘individuazione “mirata“ dei soggetti economici attraverso l’attività di controllo del territorio e l’utilizzo delle banche dati, che complessivamente hanno consentito di sviluppare una specifica analisi di rischio e di rilevare significativi elementi di pericolosità sotto il profilo fiscale, originando le preordinate attività amministrative di controllo, poi sospese essendo emersi gravi indizi di reati tributari.

Le investigazioni – proseguite sotto la direzione della Procura di Cosenza e rese particolarmente complesse ed articolate anche a causa della mancata esibizione e consegna della documentazione contabile, occultata al fine di ostacolare la ricostruzione degli affari e del reddito (necessari per il calcolo delle imposte dovute all’Erario) – hanno avuto ad oggetto non solo la gestione delle due società sopra menzionate, attive nel settore della “commercializzazione di macchine e attrezzi agricoli”, sia in Calabria che in altre Regioni italiane, ma anche numerose altre imprese, tutte operanti nel medesimo settore e facenti parte di un stesso “gruppo societario”, riconducibili ad un’unica famiglia ed in particolare ad un “dominus”, individuato nell’indagato oggi arrestato.

Le Fiamme Gialle calabre, attraverso: – controlli incrociati effettuati nei confronti di oltre 200 imprenditori e persone informate; – indagini finanziarie: con movimentazioni di svariati milioni di euro; – l’acquisizione e l’esame di voluminosa documentazione; – l’analisi approfondita della “storia” di tutte le società coinvolte: con la ricostruzione puntuale, dal 2000 al 2018, dei vari passaggi delle quote sociali e delle cariche societarie, hanno ricostruito la reale posizione fiscale della società “fantasma” e definito il “ruolo dell’amministratore di fatto”.

Attraverso l’occultamento di migliaia di fatture e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti: – “non sono state dichiarate” operazioni imponibili per 11.000.000 di euro; – è stata “simulata la vendita” di terreni e di una macchina agricola fra tre delle società investigate; – sono stati “gonfiati” i prezzi di vendita di attrezzature e macchine agricole, tutto per sottrarsi al pagamento di imposte per oltre 3.700.000,00 euro. Al temine delle indagini, complessivamente sono state denunciate 4 persone (2 delle quali destinatarie dei provvedimenti cautelari in corso di esecuzione), per i reati di: – “Occultamento o distruzione di documenti contabili”; – “Omessa dichiarazione”; – “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. – “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”, e sottoposti a sequestro denaro e beni per oltre 3,7 milioni di euro. Prosegue l’attività da parte della Procura della Repubblica di Cosenza e della Guardia di Finanza calabrese, anche nel contrasto all’evasione fiscale e contributiva, a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese e dei cittadini e degli imprenditori onesti.

Fisco, scoperto evasore totale. Occultati ricavi per oltre 236mila euro

PAOLA (CS) – La compagnia della Guardia di Finanza di Paola (CS) ha scoperto un evasore, che dal 2014 non ha presentato alcuna dichiarazione dei redditi pur avendo conseguito ricavi per oltre 236 mila euro. I finanzieri hanno smascherato la società “fantasma”, operante nella provincia di Cosenza e con un ufficio anche a Roma, attiva nel settore della “fabbricazione di acqua minerale e bevande analcoliche”, grazie all‘individuazione “mirata“ del soggetto economico attraverso l’utilizzo delle banche dati, che complessivamente hanno consentito di sviluppare una specifica analisi di rischio e di rilevare significativi elementi di pericolosità sotto il profilo fiscale.

L’attività ispettiva è stata resa difficoltosa a causa della mancata esibizione e consegna della documentazione contabile, da parte del contribuente sottoposto a controllo. Ciononostante, anche attraverso riscontri effettuati nei confronti di numerosi operatori commerciali del settore, le Fiamme Gialle calabre hanno ricostruito la reale posizione fiscale della società, le vendite effettuate e gli utili conseguiti.

Al termine del controllo è stata rilevata la mancata dichiarazione di ricavi per oltre 236 mila euro e sono state calcolate imposte evase per oltre 123 mila euro. Inoltre, l’amministratore e legale rappresentante della società è stato denunciato all’autorità giudiziaria, per la commissione del reato di “Occultamento o distruzione di documenti contabili” ed ora rischia anche la reclusione fino a sei anni.

Guai col Fisco per un imprenditore reggino, sequestrati beni e conti correnti

REGGIO CALABRIA – Oltre 158.000 euro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, di conti correnti bancari, depositi e altre disponibilità finanziarie, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un imprenditore reggino operante nel settore del commercio al dettaglio di giochi e giocattoli.

L’articolata attività investigativa – coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Dott. Giovanni Bombardieri e dal Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominijanni e diretta dal Sostituto Procuratore Dott. Nicola De Caria, ha consentito di accertare l’omesso versamento di ritenute fiscali (reato punito e previsto dall’art. 10-bis del d.lgs. 74/2000), da parte dell’indagato. Dalle indagini esperite è emerso che il rappresentante legale della società interessata, avente sede nel pieno centro del capoluogo reggino, non aveva versato, entro i termini previsti dalla legge, le somme dovute in base alla dichiarazione del sostituto d’imposta resa per l’anno 2014, a titolo di ritenute dovute o certificate. I Finanzieri reggini hanno inoltre individuato un significativo compendio patrimoniale direttamente riconducibile all’indagato, composto da disponibilità finanziarie liquide (conti correnti, polizze assicurative, fondi di gestione del risparmio). L’attività delle fiamme gialle, eseguita simultaneamente presso le sedi centrali degli istituti finanziari ove risultavano accesi i rapporti da sottoporre a vincolo cautelare (Torino, Milano, Varese, Verona, Roma e Siena), rientra nei prioritari compiti della Guardia di Finanza che, nell’ambito del contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria, orienta la propria azione al fine di incidere sulla diffusione degli illeciti fiscali, finanziari ed economici, a tutela delle imprese che operano nella piena e completa osservanza della legge.

Contrabbando di carburanti, ditta occulta al Fisco oltre 11 milioni di euro

CASTROVILLARI (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Castrovillari hanno scoperto una ditta
individuale sconosciuta al fisco, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di carburanti per autotrazione che dal 2015 operava senza dichiarare all’Erario i propri redditi, risultando quindi evasore totale. Nell’ambito di indagini di Polizia Giudiziaria, disposte da questa Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore dr. Eugenio Facciolla che avevano fatto emergere un traffico illecito di carburante – per lo più agricolo – i militari della Guardia di Finanza hanno individuato e circoscritto un vero e proprio sistema di frode che originava dall’acquisto del carburante agricolo da parte del titolare della ditta mediante l’utilizzo e l’esibizione di false autorizzazioni – intestate a terzi soggetti ignari – rilasciate da Agenzie delle Dogane e dei Monopoli dislocate sul territorio nazionale. Il carburante così approvvigionato veniva poi solo documentalmente, destinato a distributori che, di fatto, non ricevevano il prodotto, né,
tantomeno, lo avevano mai ordinato. In realtà, invece, il titolare della ditta ritirava il gasolio agricolo per poi rivenderlo ad un prezzo maggiore rispetto a quello di mercato a terzi soggetti e/o imprese che nulla avevano a che vedere con l’attività agricola e che lo utilizzavano per autotrazione, in evasione dell’imposta di fabbricazione e consumo (c.d. accisa). All’esito delle indagini coordinate dal Pubblico Ministero dr. Antonino Iannotta, il titolare della ditta è stato denunciato per contrabbando di prodotti petroliferi ed ora rischia la pena della reclusione da uno a cinque anni. Concluse le indagini di polizia giudiziaria, i Finanzieri hanno avviato una verifica fiscale nei confronti della ditta individuale scoprendo che nel corso  degli anni il titolare non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali, né tantomeno pagato imposte.
E’ stato così ricostruito l’intero volume d’affari in particolare attraverso “controlli incrociati” effettuati presso le ditte fornitrici ed accertamenti bancari. A conclusione delle attività è stata rilevata la mancata dichiarazione di ricavi per circa 11 milioni di euro, evasione delle imposte sui redditi per
circa 5 milioni di euro, e di accisa per altri 5 milioni di euro ed IVA per ulteriori 2 milioni di euro. Al termine dell’attività ispettiva, il titolare della ditta, originario del Comune di Altomonte, è stato ulteriormente deferito all’Autorità Giudiziaria per i seguenti reati: “Occultamento o distruzione di documenti contabili” (art. 10 D.lgs. 10 marzo 2000, n. 74), “Omessa dichiarazione annuale ai fini dell’IVA” (art. 5 D.lgs. 10 marzo 2000, n. 74), e “falsità materiale ” (art. 482 C.P.). Prosegue l’attività di questa Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza cosentina, sempre più attive a tutela anche del mercato dei beni e dei servizi che, “inquinati” da frodi perpetrate con comportamenti fraudolenti, vedono intaccare la regolare concorrenza tra imprese oneste, a vantaggio, così, di operatori disonesti e, nella maggior parte dei casi, sconosciuti al fisco (c.d. evasori totali).

Evade il fisco per oltre un milione e mezzo di euro

PAOLA (CS) – Dal 2013 non aveva dichiarato tutti i redditi a fronte, invece, di costi indebiti per oltre un milione e mezzo. Un evasore totale è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Paola.
L’indagine dei finanzieri ha consentito di ricostruire l’effettiva posizione fiscale di un’azienda attiva nel settore del commercio di accessori per auto, attraverso la verifica dei rapporti intercorsi con altra società avente sede nella Repubblica di San Marino. Dall’esame della cessione di un “ramo d’azienda” tra le due realtà, entrambe riconducibili allo stesso nucleo familiare, sono emerse irregolarità per oltre 1,2 milioni di euro. L’analisi della contabilità ha permesso di rilevare che la società ha indebitamente dedotto dal reddito d’impresa oltre 300 mila euro di costi riducendo il reddito imponibile.
Complessivamente le imposte evase sono state calcolate in circa 450 mila euro. La società, oltre a dover pagare l’imposta evasa, sarà destinataria di sanzioni pecuniarie fino al 180% di quanto evaso.

Immagine di repertorio

Vibo Valentia, esercita l’attività medica senza dichiarare i compensi

VIBO VALENTIA  – Nell’ambito di una minuziosa attività info-investigativa tesa all’individuazione dei fenomeni evasivi connotati da maggiore indice di pericolosità, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza hanno avviato una verifica fiscale nei confronti di un professionista che, da diversi anni, esercitava in provincia l’attività medica senza dichiarare al Fisco i compensi percepiti.
La minuziosa attività di ricostruzione operata dai finanzieri calabri , basata principalmente
sulla disamina della copiosa documentazione extracontabile acquisita all’atto dell’avvio delle
operazioni ispettive, data la mancata/parziale istituzione, tenuta e conservazione delle
scritture contabili obbligatorie, e su mirati riscontri effettuati nei confronti di individuati
“clienti”, ha permesso di addivenire ad una corretta quanto puntuale qualificazione della
posizione fiscale, nonché della reale capacità contributiva, del soggetto in rassegna, il quale,
negli ultimi 5 anni, ha omesso di dichiarare al Fisco ricavi per circa 200.000 euro.
L’economia sommersa, l’evasione e le frodi fiscali alterano le regole del mercato e
danneggiano i cittadini e i numerosi imprenditori onesti. L’operato della Guardia di Finanza,
pertanto, mira a garantire un Fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità di ognuno
e a tutelare i molti che, anche nella stessa categoria, rispettano le regole e le normative in
vigore, mentre di contro subiscono una sleale concorrenza da chi ciò non attua con
costanza.

Fisco, non dichiara redditi per oltre 6 milioni. Denunciato un uomo nel cosentino

PAOLA (CS) – La Guardia di Finanza della Compagnia di Paola (Cs) ha eseguito un decreto di sequestro, emesso dal gip, per evasione di imposte sui redditi pari ad euro 1.732.294. I finanzieri calabresi hanno sottoposto a sequestro i saldi attivi sui rapporti finanziari e 23 beni immobili ricadenti nel territorio cosentino. Il sequestro scaturisce a seguito della conclusione di un controllo fiscale effettuato nei confronti di un uomo residente nella provincia di Cosenza, che ha consentito alle Fiamme Gialle di accertare la mancata indicazione nella dichiarazione dei redditi di oltre 6.2 milioni di euro di proventi derivanti da fatti illeciti, commessi dallo stesso, per questo denunciato per appropriazione indebita aggravata. Il responsabile aveva ceduto a una società bolognese, dietro pagamento, ingenti crediti che vantava nei confronti di una società pubblica, la quale, ignara e in buona fede, invece di pagare l’impresa di Bologna aveva continuato a effettuare i bonifici alla società cedente, che si appropriava indebitamente delle somme senza restituirle alla legittima proprietaria. Al termine degli accertamenti fiscali l’uomo è stato denunciato anche per il reato di dichiarazione infedele.

Accordo tra il comune di Cosenza e l’agenzia delle entrate contro gli evasori del fisco

COSENZA – La direzione regionale della Calabria dell’Agenzia delle Entrate ha siglto oggi con il Comune di Cosenza un protocollo d’intesa per la collaborazione nel recupero dell’evasione dei tributi erariali. L’accordo tra i due enti prevede uno scambio strutturato di informazioni qualificate, trasmesse in via telematica, attraverso il quale l’amministrazione finanziaria potrà disporre di dati e notizie qualificanti da utilizzare ai fini dell’accertamento fiscale dei tributi. Per il 2017, il comune riceverà una quota pari al 100% delle somme recuperate a seguito delle apposite segnalazioni effettuate, che abbiano contribuito al buon esito dell’accertamento fiscale. L’accordo è stato firmato da Giuseppe Orazio Bonanno, direttore regionale della Calabria dell’Agenzia delle Entrate, e da Mario Occhiuto, sindaco del Comune di Cosenza. Presenti anche l’assessore Luciano Vigna, il capo di gabinetto Antonio Molinari e il dirigente del settore Gianpiero Scaramuzzo.

Fisco, evaso un milione di euro da strutture turistiche

VIBO VALENTIA – Evasione fiscale per oltre un milione di euro contestata ad alberghi, villaggi turistici e stabilimenti balneari: è il risultato dei controlli effettuati dai finanzieri del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia lungo le coste calabresi. Delle oltre 130 attività commerciali esercitate e sottoposte a controllo nella fascia doganale marittima, solo una netta minoranza aveva provveduto al previsto accatastamento degli immobili ed al pagamento delle imposte. I controlli si inseriscono in un progetto più ampio avviato dal Comando regionale Calabria della Guardia di Finanza, finalizzato, attraverso un’opera di analisi, a rilevare i fenomeni evasivi connessi alle concessioni demaniali marittime insistenti con controlli sui tributi locali Ici-Imu, oltre alle concessioni governative ed al pagamento dei canoni demaniali. Il fenomeno, tra l’altro, comporta una concorrenza sleale perché gli evasori possono avvalersi di costi minori e quindi essere più competitivi.