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Operazione Gdf, sequestrato patrimonio a gruppo imprenditoriale della Piana

REGGIO CALABRIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Gianluca Gelso, con i quali è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione del sequestro in relazione all’ingente patrimonio, costituito da imprese commerciali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibile a imprenditori locali.

Gli imprenditori 

I beni sequestrati appartengono a Giuseppe Bagalà, classe ’57, Francesco Bagalà, del ‘90, Luigi Bagalà, classe ’46 e Francesco Bagalà, del ’77.

Le figure criminali dei citati soggetti colpiti dagli odierni provvedimenti sono emerse nell’ambito di operazioni di polizia condotte, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria della Guardia di Finanza.

Unical, studenti di Pedagogia dell’Antimafia dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro per studiare la ‘ndrangheta

GIOIA TAURO (RC) – Costruire una rete permanente di prevenzione alla cultura mafiosa, creando operativamente sinergie istituzionali tra apparati dello Stato e lavorando in modo sistemico sulla formazione alla legalità dei giovani, è stato il focus della giornata di studio che si è svolta nei giorni scorsi presso il Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, alla quale hanno partecipato 52 studenti universitari che stanno frequentando il Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria.

Ospiti della Caserma Umberto Sorrentino con Inserra e Ruotolo

Gli studenti, accompagnati da Giancarlo Costabile, docente di Storia dell’educazione alla democrazia e alla legalità presso l’UniCal e responsabile didattico del progetto, hanno visitato la Caserma Umberto Sorrentino, incontrando il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri e i militari in servizio presso il locale Reparto della GdF. Nella discussione, che ha registrato anche i contributi dei giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo, si è più volte posto l’accento sulla necessità di sensibilizzare la coscienza civile dei giovani e del territorio, in modo da stimolare il più possibile la denuncia verso il sistema di potere mafioso e le sue infiltrazioni nella pubblica amministrazione. Inserra e Ruotolo hanno evidenziato, poi, le caratteristiche del fenomeno mafioso di matrice ‘ndranghetista (la sua struttura familistica, nello specifico), comparandole con quelle delle altre mafie italiane e straniere.

Studiare il business per contrastare il fenomeno

Il Comandante Carrieri ha, inoltre, spiegato agli alunni del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia il business della droga e le strategie di contrasto della GdF al narcotraffico mondiale, senza dimenticare l’azione repressiva nei confronti dell’economia illegale. Particolare attenzione è stata, infine, posta sull’analisi della condizione del Porto di Gioia Tauro — che i ragazzi hanno visitato nel pomeriggio accompagnati dai finanzieri — oggetto delle rotte internazionali del traffico di stupefacenti e di significativi successi dello Stato con ingenti sequestri di droga, come recentemente accaduto con i 2mila chili di cocaina recuperati proprio al Porto di Gioia nel 2017.

Gli studenti poi ricevuti al tribunale di Palmi

Dopo il seminario svolto in Caserma, gli universitari, accompagnati dal Comandante Carrieri, si sono spostati presso il Tribunale di Palmi dove hanno avuto modo di incontrare e dibattere il tema dell’educazione alla giustizia e alla cittadinanza attiva con il Presidente Concettina Epifanio, il Procuratore Aggiunto della Città Giuseppe Salvatore Casciaro, Don Giovanni Tillieci, Parroco di San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro, e i giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo. A conclusione della manifestazione, il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri è stato premiato dal Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’UniCal per la sua attività di contrasto alle mafie e all’illegalità, a difesa dei valori della Repubblica. La giornata si è conclusa con la visita alla Chiesa di San Gaetano Catanoso, che sorge, come la Caserma Sorrentino, sui beni confiscati alle locali famiglie di ‘ndrangheta.

Reati fiscali, sequestro preventivo di circa 5 milioni per la Casa di Cura Tricarico

PAOLA (CS) – Gli uomini della Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini dirette dal procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente, disposto dal gip del tribunale di Paola Rosamaria Mesiti, per un ammontare complessivo di circa 5 milioni di euro, nei confronti della Casa di Cura Tricarico Rosano e di Tricarico Rosano Fabrizio nella sua qualità di legale rappresentante pro tempore.

I reati che vengono contestati alla società e all’amministratore unico indagato, vanno dall’infedele dichiarazione dei redditi all’omesso versamento di ritenute certificate negli anni dal 2011 al 2014.

La misura cautelare reale trae origine da una verifica fiscaleche è stata  eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza che ha interessato le annualità dal 2011 al 2014 nei comparti imposte dirette ed Iva ed ha fatto emergere l’omesso versamento di ritenute, relative ad emolumenti erogati, per circa 4 milioni di euro, nonché un’evasione d’imposta (Ires) superiore agli 800mila euro. A fronte di tali violazioni tributarie è stato quindi proposto il sequestro di beni nella forma per equivalente.

Il gip del Tribunale di Paola, recependo e condividendo la proposta formulata dal pubblico ministero ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili registrati riconducibili all’indagato e alla società fino a concorrenza della somma di circa 5 milioni di euro. Le attività poste in essere dai militari delle Fiamme Gialle di Cosenza hanno consentito di rinvenire, tra i vari beni, un conto corrente riconducibile alla società contenente disponibilità finanziarie per diversi milioni di euro.

In tal modo si è assicurato un’effettiva entrata alle casse erariali, restituendo alla collettività risorse illecitamente sottratte e sono state colpite risorse economiche provento di illeciti, in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.

Sequestrati 35mila euro a funzionario pubblico infedele. Le accuse sono peculato e truffa

SAN LORENZO BELLIZZI (CS) – La Guardia di Finanza ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di una somma di poco superiore ai 35mila euro emesso dal Tribunale di Castrovillari, nei confronti di V.A. 66 anni, in qualità di dipendente pubblico del comune di San Lorenzo Bellizzi (Cs). L’ordinanza è il risultato della prosecuzione di una complessa attività d’indagine che si è conclusa con la denuncia a piede libero del funzionario pubblico, in quiescenza dal mese di novembre, per i reati di peculato, falsità in atti e truffa.

Il funzionario sfruttando gli incarichi rivestiti si è appropriato illecitamente di 14.541,11 euro al comune di Trebisacce (CS) e di 35.278,46 euro al comune di San Lorenzo Bellizzi. Il dipendente pubblico infedele già nel mese di giugno è stato destinatario della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio cui sono seguiti sequestri di beni fino di 14.541,11 euro, sottratti alle casse del comune di Trebisacce.

Le iniziali indagini svolte hanno evidenziato che il funzionario, sfruttando la sua carica di responsabile dell’ufficio Ragioneria presso il comune di Trebisacce, dopa aver contratto dei finanziamenti personali con istituti di credito operava solo formalmente la decurtazione sulla propria busta paga della ritenuta mensile del quinto della retribuzione.

Analoga attività illecita è risultata effettuata nel comune di San Lorenzo Bellizzi ove, mediante appositi aggiustamenti e quadrature dei conti, ha sottratto più di 35.278,46 euro alle casse dell’Ente, per pagare, tra l’altro, un finanziamento contratto con una società a fronte della cessione del quinto dello stipendio.

Il dipendente infedele, in questo caso, ha posto in essere un articolato artifizio contabile che, sfuggito all’esame generale dei conti da parte degli organi di controllo interni, non ha destato il benché minimo sospetto di irregolarità. Al contrario, la ricostruzione operata dalla Guardia di Finanza, mediante l’esame di ogni singola movimentazione di somme tra i vari capitoli di spesa, ha permesso di evidenziare e quantificare i reali ammanchi di cassa, consentendo la pronta applicazione del provvedimento di sequestro anche per equivalente, della somma di 35.278,46 euro, tra beni immobili e saldi attivi di conti correnti bancari.

 

Scoperta evasione fiscale milionaria. Sequestrate alcune imprese

TROPEA (VV) – I finanzieri di Tropea,, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia, hanno sottoposto a sequestro i beni di alcune imprese e società vibonesi, nonché dei rispettivi amministratori, operanti nel settore delle costruzioni edili e del turismo, indagati per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti emesse da altri soggetti economici, costituite principalmente per assolvere il ruolo di “cartiera” .

In particolare, nel corso di una verifica fiscale nei confronti di una società di gestione di un noto residence turistico del litorale vibonese, le Fiamme Gialle hanno scoperto che la stessa, al fine di evadere le imposte sui redditi e sull’Iva, nelle dichiarazioni annuali, si era avvalsa di fatture per operazioni inesistenti, emesse da una società collegata, utilizzate per documentare costi in realtà mai sostenuti, al fine di abbattere l’imponibile da sottoporre a tassazione e di consentire un’indebita detrazione Iva.

Più ne llo specifico, l’attività ispettiva condotta dalle Fiamme Gialle ha fatto emergere il coinvolgimento di altri tre soggetti economici in una radicata e fidata correlazione tra di loro, fondata su legami familiari e intrecci societari, nell’ideazione e realizzazione di una frode fiscale volta all’alterazione dei risultati economici di esercizio e dei connessi obblighi tributari, che ha portato ad un’evasione di imposta di un milione e duecentomila euro.

Nei confronti degli amministratori delle società e delle imprese individuali coinvolte è scattata, a vario titolo, la denuncia per i reati tributari di emissione ed utilizzazione di fatture false, in esito alla quale, su richiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, il Gip ha disposto il sequestro di beni immobili e valori mobiliari intestati ai soggetti giuridici e a gli indagati, per un importo equivalente all’imposta evasa, finalizzato a garantire, in caso di condanna, la confisca dei beni stessi per un valore pari al profitto conseguito con l’evasione fiscale perpetrata.

Droga, blitz nel porto di Gioia Tauro. Sequestrati 308 chili di cocaina

GIOIA TAURO (RC) – Proseguono in maniera incalzante i sequestri di cocaina nel porto di Gioia Tauro: gli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, sotto la continua spinta della Dda reggina, hanno intercettato un nuovo ed ingente carico di cocaina.

Questa volta, nascosti tra fogli di plastica e rulli, sono stati rinvenuti 8 borsoni contenenti 271 panetti di cocaina purissima, pari a 308 chilogrammi della letale sostanza.

Il container era partito da Seattle (USA), con transito a Panama e destinazione finale Ancona.

Anche in questo caso il sistema utilizzato è stato quello del cosiddetto rip off, consistente nel riporre immediatamente dietro i portelloni dei container, borsoni o trolley da viaggio contenenti i panetti di coca, in modo da poter essere agevolmente prelevati dai trafficanti durante la sosta delle merci nelle aree portuali.

Si tratta dell’ennesimo colpo inferto agli interessi economici delle consorterie criminali di stampo mafioso coinvolte nel traffico: basti pensare che la droga sequestrata avrebbe fruttato, una volta tagliata e messa in commercio, la bellezza di oltre 65 milioni di euro.

L’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane e sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha consentito il sequestro di circa 2000 chilogrammi di cocaina purissima nel corso di quest’anno, dei quali, nei due ultimi mesi, oltre la metà.

L’attenzione e lo sforzo sono massimi per cercare di limitare un fenomeno che affligge purtroppo non solo le fasce di popolazione più giovani, ma anche una platea molto più vasta, cui sono da imputare anche una serie di costi “sociali” che possono essere intesi come quelli sopportati dai cittadini e dalla collettività, direttamente ed indirettamente, derivanti dalle conseguenze dell’uso di droga e del mercato ad esso connesso.

Basti pensare alle enormi ricadute, in termini di costi per la società, in tema di sforzi volti a garantire la sicurezza pubblica, la cura e la riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti o al finanziamento degli interventi di prevenzione e di assistenza sociale.

Un ulteriore problema è dato anche dai costi aggiuntivi determinati dall’immissione sul mercato delle enormi quantità di denaro proveniente dal traffico e dallo spaccio di stupefacenti: tali somme infatti, una volta reinvestite e riciclate, sono in grado di inquinare pesantemente i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole.

Truffa all’Inps, false assunzioni per percepire indennità. Sono 14 le persone indagate

CROTONE – La Guardia di Finanza di Crotone ha scoperto l’ennesima truffa ai danni dell’Inps perpetrata da un’azienda crotonese, mediante la fittizia assunzione di lavoratori inesistenti. Le indagini dei militari hanno consentito di accertare che l’azienda non disponeva effettivamente di strutture e terreni, indicati fittiziamente sulle domande di assunzione al solo scopo di giustificare il fabbisogno di manodopera.

Il meccanismo fraudolento ha consentito ai falsi assunti di beneficiare indebitamente di indennità varie erogate dall’Inps (disoccupazione, malattia, maternità) per oltre 75mila euro, nonché della falsa costituzione di contributi utili ai fini pensionistici. In relazione alle indagini svolte dalla Guardia di Finanza l’autorità giudiziaria ha emesso avviso di conclusione delle indagini nei confronti del titolare dell’impresa e 13 “falsi” dipendenti, in concorso col datore di lavoro, per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di indebite erogazioni previdenziali ed assistenziali e di falsità ideologica commessa da privati in atti pubblici.

Sequestrati 13mila prodotti pericolosi per un valore di 100mila euro

VIBO VALENTIA – La guardia di finanza ha sequestrato a Vibo Valentia oltre 13mila prodotti pericolosi (per un valore di oltre 100mila euro), privi dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla vigente normativa. E’ questo il risultato di un controllo svolto in un negozio della provincia. Le Fiamme Gialle avevano notato che in un grande magazzino gestito da cittadini cinesi erano stati esposti per la vendita prodotti che destavano sospetti dal punto di vista del rispetto dei requisiti di sicurezza e, pertanto, potenzialmente pericolosi, soprattutto per i più piccoli e per i consumatori meno attenti.

E’ stato dunque eseguito un controllo: esposti sugli scaffali erano presenti piccoli elettrodomestici, giocattoli, prodotti per la cura della persona, materiale sanitario, materiale elettrico, utensilerie varie e tanti altri (in totale più di 13mila, alcuni dei quali recanti il marchio CE contraffatto, per un valore commerciale di oltre 100mila euro) venduti in violazione delle norme che tutelano i consumatori.

I finanzieri hanno quindi deferito alla Procura della Repubblica l’amministratore dell’impresa controllata e posto sotto sequestro tutti i prodotti illeciti individuati. Sono in corso i correlati approfondimenti di natura fiscale.

Grazie al fiuto dei cani antidroga sequestrata marijuana sugli autobus di linea

TREBISACCE (CS) – Anche grazie al fiuto dei pastori tedeschi antidroga ”Abos” e ”Achy”, le fiamme gialle di Sibari (Cs) hanno sottoposto a sequestro 22,30 grammi di marijuana. Durante alcuni controlli a Trebisacce lungo le principali arterie di collegamento con i comuni dell’alto Ionio, soprattutto sugli autobus delle linee private e pubbliche in servizio sul territorio, sono stati individuati due turisti che sono stati trovati con la marijuana. I due consumatori sono stati segnalati ai prefetti, mentre la sostanza trovata è stata sottoposta a sequestro amministrativo.

Droga, sequestrata oltre mezza tonnellata di marijuana in Calabria

MELITO PORTO SALVO (RC) – Le Fiamme Gialle di Melito Porto Salvo, con l’ausilio degli elicotteri della Sezione Aerea di Lamezia Terme, hanno sequestrato una piantagione di marijuana in un terreno nel comune di Bianco (RC). Le piante, in ottime condizioni e ben nascoste all’interno di un fitto roveto, in alcune parti alto più di 5 metri, erano oltre 300 e avevano un’altezza media superiore ai due metri e mezzo. Il quantitativo sequestrato ammonta a 508 chilogrammi. Oltre allo stupefacente è stato sequestrato l’intero impianto di irrigazione, gli attrezzi agricoli e i fertilizzanti utilizzati per la coltivazione. Le indagini sono ancora in corso alla ricerca dei responsabili.