Archivi tag: gioia tauro

Gli Intercity Sicilia fermeranno a Gioia Tauro, soddisfatto Oliverio

CATANZARO – Dopo il nulla osta ricevuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla richiesta avanzata dalla Regione Calabria, RFI ha comunicato ufficialmente l’assegnazione della fermata di Gioia Tauro ai treni Intercity Sicilia, a partire dal cambio orario del 9 giugno prossimo.

Di seguito il dettaglio degli orari:

– IC  1523 Roma Termini 7.26 – Napoli 9.29/50 – Gioia Tauro 13.37/39 – Villa S.G. 14.10/30 – Messina 15.35/16.10  – Palermo 19.25;

– IC 1524 Siracusa 10.20  – Messina C. 12.55/13.10 – Villa S.G. 14.30/50 – Gioia Tauro 15.16/18 – Napoli 19.15/31  – Roma Termini 21.38;

– IC 1527 Roma Termini 11.26 – Napoli 13.29/45  – Gioia Tauro 17.31/33 – Villa S.G. 18.05/25  – Messina 19.35/20.10  – Siracusa 22.50 ;

– IC 1528 Palermo 7.00  -Messina 9.55/10.10  – Villa S.G. 11.20/50  – Gioia Tauro 12.16/18 – Napoli 16.15/31  – Roma Termini 18.34.

Grande soddisfazione per il risultato raggiunto è stata manifestata dal Presidente della Regione Mario Oliverio

«La fermata di Gioia Tauro sugli Intercity Sicilia -afferma- consente di migliorare notevolmente l’accessibilità al servizio ferroviario della lunga percorrenza per un significativo bacino di utenti calabresi. Le argomentazioni tecnico-economiche a supporto della richiesta formulata dalla Regione Calabria alla direzione competente del MIT sono state riconosciute come fondate. In aggiunta, possiamo anche affermare -conclude Oliverio- che si sfrutteranno meglio le potenzialità di una stazione ferroviaria recentemente rinnovata e tra le più moderne esistenti nel territorio calabrese».

A bordo con un milione di euro, fermato un 44enne

GIOIA TAURO (RC) – Viaggiava con denaro contante per oltre milione, somma della quale non è stato in grado di giustificare la legittima provenienza. Un uomo di 44 anni, originario della Locride, è stato denunciato per ricettazione dagli uomini della Compagnia della Guardia di finanza di Gioia Tauro.

Il denaro e l’auto sono stati sequestrati

I militari, nell’ambito di un servizio di controllo, hanno fermato l’auto, condotta dal quarantaquattrenne, nei pressi dello svincolo autostradale di Rosarno. Insospettiti dal nervosismo, i finanzieri hanno perquisito l’auto con l’ausilio di un’unità cinofila trovando, dietro il sedile del passeggero, un borsone con il denaro suddiviso in mazzette di vario taglio.
Il controllo allargato al portabagagli ha permesso di trovare altre banconote in una busta di plastica. Grazie all’uso di apparecchiature scanner si è poi proceduto alla scansione della vettura consentendo di trovare un doppiofondo con apertura meccanica dove era nascosta altra valuta.

Fonte e foto Ansa

Cocaina nascosta tra la frutta esotica, sequestro al porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) –  I militari del Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia finanza, unitamente ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno sequestrato 53 chilogrammi di cocaina, “di qualità purissima”, secondo gli investigatori, nel porto di Gioia Tauro.

Il ritrovamento è scaturito da un’attività di controllo condotta con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

La cocaina sequestrata, divisa in 45 panetti, era nascosta in un container che trasportava frutta esotica proveniente dal Sud America, abilmente nascosta sfruttando gli interstizi del container frigo. La droga sequestrata avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti fino a 4 volte prima di essere messa sul mercato, ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, fruttando un introito di circa 9 milioni di euro.
Fonte e foto Ansa

Ministro Toninelli: «Legalità per il porto di Gioia Tauro»

GIOIA TAURO (RC) – Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha partecipato a Gioia Tauro al rinnovo del protocollo di legalità per il porto. «Questo non è un punto di arrivo – ha dichiarato Toninelli – ma di ripartenza. Ce l’abbiamo fatta a rilanciare il porto che rappresenta il motore economico di questa regione senza il quale non ci sarebbe sviluppo. Ora dobbiamo fare squadra sempre di più per garantire la massima trasparenza e legalità per il futuro».

Alla cerimonia hanno partecipato anche il commissario dell’Autorità portuale Andrea Agostinelli, il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e il legale rappresentante della Mct Paolo Maccarini.

«Le mele marce – ha aggiunto Toninelli – devono essere cacciate e messe alla porta. Qui, in questa terra difficile, non bisogna chiudere neppure mezzo occhio e nessuno deve pensare di non cogliere le positività che questo porto esprime».
   

Lavoratori e sindaci protestano insieme al porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Centinaia di portuali di Gioia Tauro e i sindaci della Piana si sono riuniti stamani davanti al gate portuale in attesa di notizie dal tavolo di confronto convocato al Ministero delle Infrastrutture sul futuro dello scalo.

I sindaci hanno chiesto un incontro urgente con il ministro Toninelli ed hanno annunciato che non si muoveranno dalla loro protesta fin quando non arriverà la convocazione, ritenendo di essere interlocutori istituzionali diretti del territorio sul quale sorge il porto.

Posizione che hanno ribadito alle centinaia di portuali che stanno occupando simbolicamente l’ingresso dello scalo. In tarda mattinata il ministro Toninelli ed il suo staff hanno incontrato a Roma le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle società Medcenter e Msc per cercare di affrontare i problemi che affliggono lo scalo.

Tra i presenti al sit-in anche don Pino Demasi, referente di Libera della Piana, imprenditori, politici e mogli e figli del portuali che rischiano il licenziamento.

Licenziamenti porto Gioia Tauro, Siclari (FI) chiede intervento del Ministro

COSENZA – «La crisi del Porto di Gioia Tauro è sotto gli occhi di tutti. Pur trattandosi di una delle più grandi infrastrutture portuali del mondo e sicuramente di uno snodo per il traffico merci commerciale di rilevantissima proporzione strategica ad oggi la struttura non solo è palesemente sottoutilizzata (il riferimento è chiaramente al retro-porto non sfruttato, né utilizzato se non per minima parte), ma addirittura, per la mancanza di chiare strategie industriali e di idonea programmazione, rischia costantemente l’ulteriore sottodimensionamento e la chiusura, con il personale, a più riprese, licenziato e riassunto».

Il senatore forzista Marco Siclari interviene così su quella che rischia di diventare una vera e propria bomba sociale considerando che ben 500 persone rischiano il posto di lavoro.

Siclari ha quindi  depositato un’interrogazione parlamentare chiedendo al ministro del lavoro, Luigi di Maio (ndr), di aprire al più presto un tavolo tecnico.

«E’ evidente che occorra una presa di posizione da parte del Governo, considerata la rilevanza nazionale della questione, tanto in termini di utilizzazione dell’infrastruttura, quanto in termini di difesa dei livelli occupazionali; In un momento congiunturale in cui si discute dell’analisi costi benefici delle grandi opere da completare ovvero da progettare ed appaltare, sicuramente quelle esistenti e strategiche devono essere salvate e salvaguardate. Per questo chiedo di sapere se il Governo sia a conoscenza di questa crisi; quali azioni intenda adottare al fine di superare il conflitto tra Medcenter e MSC che paralizza la funzionalità della struttura, quali azioni intenda adottare per tutelare i diritti e le legittime aspettative dei lavoratori e salvaguardare i livelli occupazionali quali azioni intenda adottare, anche in via straordinaria e sostitutiva, per impedire la crisi irreversibile del porto ed anzi per rilanciarne il ruolo strategico e le potenzialità indiscusse e finora poco sfruttate. Non si può rimanere a guardare occorre l’apertura di un tavolo tecnico affinchè la Calabria non rimanga vittima di quest’ennesima sconfitta perché non possiamo permettere che si perda anche un solo posto di lavoro, figuriamoci 500», ha concluso il senatore azzurro.

‘Ndrangheta ramificata in Lombardia, arrestate tre persone

REGGIO CALABRIA – I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con la collaborazione dello Squadrone Eliportato Cacciatori, hanno arrestato Alberto Chindamo, di 30 anni, Giovanni Sibio (29) e Francesco Lamanna (32), ritenuti responsabili a vario titolo di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver agito con la finalità di agevolare la cosca Ferentino – Chindamo e Lanari di Laureana di Borrello con ramificazioni in Lombardia.

Gli arresti sono stati fatti in esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip di Reggio su richiesta della Dda.Il provvedimento fa seguito ad una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Reggio Calabria. I tre vennero fermati nell’ambito dell’operazione Lex del novembre 2016. In quella circostanza era stata avvalorata dalla Dda l’ipotesi che il Comune di Laureana fosse stato, da anni, soggetto ai condizionamenti delle cosche locali per l’aggiudicazione di appalti comunali, facendo leva anche sui rapporti con alcuni esponenti della politica locale.

Fonte e foto Ansa

Cocaina nascosta nel container, sequestro al porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) Sequestrati 17 Kg di cocaina purissima suddivisi in 16 panetti e nascosti all’interno di un container pieno di semi di girasole, proveniente dal porto argentino di Buenos Aires e destinato in Libia. Questo l’esito dell’operazione effettuata dai funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (Adm) di Gioia Tauro, in collaborazione con la Guardia di finanza, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Nel complesso sono stati eseguiti incroci documentali e controlli fisici, anche con l’utilizzo dello scanner a raggi X in dotazione alla dogana, che hanno permesso di individuare il container “positivo”.
Il carico di cocaina avrebbe fruttato la somma di circa 3 milioni e mezzo di euro alle organizzazioni criminali.

Di Maio a Gioia Tauro, «Lo stato è vicino a Nino De Masi»

GIOIA TAURO (RC) – «Lo Stato deve restituire la sua vita a Nino De Masi. Fa effetto vedere una camionetta dell’Esercito davanti alla sua impresa. E deve ridargli la possibilità di accesso al credito. La criminalità deve sapere che chi tocca De Masi tocca il Governo e lo Stato e avrà pesanti conseguenze». A dirlo il vicepremier Luigi Di Maio a conclusione della visita nello stabilimento dell’imprenditore calabrese da anni minacciato dalla ‘ndrangheta. Di Maio ha visitato lo stabilimento insieme al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha definito De Masi «un imprenditore servitore dello Stato che da’ speranza alla società civile».

Luigi Di Maio ha avuto anche un incontro con il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, secondo il quale lo scambio di vedute col Vicepremier é stato caratterizzato da “toni molto cordiali” e si è rivelato “molto proficuo”.

Fonte e foto Ansa

Unical, studenti di Pedagogia dell’Antimafia dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro per studiare la ‘ndrangheta

GIOIA TAURO (RC) – Costruire una rete permanente di prevenzione alla cultura mafiosa, creando operativamente sinergie istituzionali tra apparati dello Stato e lavorando in modo sistemico sulla formazione alla legalità dei giovani, è stato il focus della giornata di studio che si è svolta nei giorni scorsi presso il Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, alla quale hanno partecipato 52 studenti universitari che stanno frequentando il Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria.

Ospiti della Caserma Umberto Sorrentino con Inserra e Ruotolo

Gli studenti, accompagnati da Giancarlo Costabile, docente di Storia dell’educazione alla democrazia e alla legalità presso l’UniCal e responsabile didattico del progetto, hanno visitato la Caserma Umberto Sorrentino, incontrando il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri e i militari in servizio presso il locale Reparto della GdF. Nella discussione, che ha registrato anche i contributi dei giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo, si è più volte posto l’accento sulla necessità di sensibilizzare la coscienza civile dei giovani e del territorio, in modo da stimolare il più possibile la denuncia verso il sistema di potere mafioso e le sue infiltrazioni nella pubblica amministrazione. Inserra e Ruotolo hanno evidenziato, poi, le caratteristiche del fenomeno mafioso di matrice ‘ndranghetista (la sua struttura familistica, nello specifico), comparandole con quelle delle altre mafie italiane e straniere.

Studiare il business per contrastare il fenomeno

Il Comandante Carrieri ha, inoltre, spiegato agli alunni del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia il business della droga e le strategie di contrasto della GdF al narcotraffico mondiale, senza dimenticare l’azione repressiva nei confronti dell’economia illegale. Particolare attenzione è stata, infine, posta sull’analisi della condizione del Porto di Gioia Tauro — che i ragazzi hanno visitato nel pomeriggio accompagnati dai finanzieri — oggetto delle rotte internazionali del traffico di stupefacenti e di significativi successi dello Stato con ingenti sequestri di droga, come recentemente accaduto con i 2mila chili di cocaina recuperati proprio al Porto di Gioia nel 2017.

Gli studenti poi ricevuti al tribunale di Palmi

Dopo il seminario svolto in Caserma, gli universitari, accompagnati dal Comandante Carrieri, si sono spostati presso il Tribunale di Palmi dove hanno avuto modo di incontrare e dibattere il tema dell’educazione alla giustizia e alla cittadinanza attiva con il Presidente Concettina Epifanio, il Procuratore Aggiunto della Città Giuseppe Salvatore Casciaro, Don Giovanni Tillieci, Parroco di San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro, e i giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo. A conclusione della manifestazione, il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri è stato premiato dal Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’UniCal per la sua attività di contrasto alle mafie e all’illegalità, a difesa dei valori della Repubblica. La giornata si è conclusa con la visita alla Chiesa di San Gaetano Catanoso, che sorge, come la Caserma Sorrentino, sui beni confiscati alle locali famiglie di ‘ndrangheta.