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Gioia Tauro, confiscato capannone area porto

GIOIA TAURO (RC) – I finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito un provvedimento di confisca di un capannone industriale, del valore di 1,2 milioni di euro della società “Il Corriere Group srl”, in relazione all’indebita percezione di contributi legge 488/92. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale su richiesta della Procura di Palmi. La confisca rappresenta l’epilogo di una indagine che, nel 2014, aveva consentito di individuare un sodalizio criminale dedito a reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta, frode fiscale continuata, attuata anche attraverso un giro di fatture per operazioni inesistenti, e riciclaggio. All’epoca era stato arrestato, tra gli altri, Domenico Pepé, ritenuto socio occulto dell’azienda con precedenti, ritenuto affiliato di spicco delle cosche Piromalli-Pesce e indicato, a suo tempo, come protagonista delle richieste estorsive anche ai danni della Medcenter container terminal di gestisce del porto.

Oliverio a Gioia Tauro, «Necessario proseguire il dibattito sul Mezzogiorno»

GIOIA TAURO (RC) – «Il tema posto al centro di questa iniziativa è più che mai attuale, più che mai un tema che assume il cuore di una questione nazionale. Ripartire dal sud per costruire una ipotesi di sviluppo, per aprire opportunità al nostro Paese e all’Europa è fondamentale». E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Mario Oliverio intervenendo a “L’Italia del Mezzogiorno. Una strategia nazionale per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo del Paese”, iniziativa della Cgil tenuta a Gioia Tauro nella mattinata, all’interno dell’Auditorium dell’I.I.S. “Severi Guerrisi”, conclusa dal segretario generale dell’organizzazione sindacale Susanna Camusso,

«Ci sono oggi- ha proseguito Oliverio- questioni importanti: quella della disoccupazione, in particolare modo la disoccupazione giovanile, la stessa questione del lavoro che si ripropone in termini drammatici e si concentra soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. Anche i segni timidi di una inversione del trend che ha caratterizzato gli anni della crisi, dal 2007 al 2014, in modo particolare, se non sono accompagnati da una strategia generale, da un grande progetto nazionale per il mezzogiorno, rischiano di essere effimeri e di rifluire alla prima difficoltà congiunturale che incontrano. Mettere in campo un piano ed una strategia generale, dentro la quale assumere anche iniziative e politiche regionali, significa in primo luogo porsi il problema del verso al quale il Paese deve essere orientato».

«Oggi siamo a Gioia Tauro, infrastruttura di fondamentale importanza per una strategia di sviluppo e di proiezione dell’Italia nell’Europa. Le sue potenzialità devono essere colte e per farlo è necessaria una iniziativa che veda le forze sociali, il Paese nel suo insieme, dispiegare una impostazione. Per questo è importante la vostra presenza qui oggi, è importante questa iniziativa che considero carica di questo significato: una scelta chiara, che definirei coraggiosa, rispetto alla prospettiva che deve essere indicata su Gioia Tauro” ha indicato alla affollata platea il presidente della Regione che ha quindi parlato della problematica relativa agli investimenti infrastrutturali, ai corridoi, all’ammodernamento infrastrutturale necessario “affinché Gioia Tauro possa essere davvero la porta del paese per l’Europa sul mediterraneo; in una visione che deve guardare al progetto per il sud come un progetto rispetto al quale le risorse comunitarie devono essere risorse aggiuntive e non sostitutive dell’intervento ordinario».

La realizzazione della ZES

«Noi, dopo anni di proclami, di auspici   abbiamo realizzato un grande risultato: l’obiettivo della Zes, uno strumento importante e strategico. Abbiamo fatto proposte precise. Ad esempio- ha informato Oliverio-  abbiamo destinato risorse rilevanti sui contratti di sviluppo; siamo la prima Regione ad aver sottoscritto un accordo di programma con il Mise per i contratti di sviluppo, con 65 milioni di euro di risorse regionali aggiuntive a quelle nazionali; ciò per consentire un volume di investimenti per alimentare i contratti consistentemente. Abbiamo ancora orientato i contratti di sviluppo prioritariamente verso filiere e verso aree come la Zes che riteniamo trainanti per lo sviluppo della nostra regione, quali agroalimentare, manifatturiero, turismo. Abbiamo sottoscritto proprio negli scorsi giorni il primo contratto di sviluppo proposto da Hitachi, il che allargherà le attività produttive e l’occupazione di quella azienda».

«Credo che dall’incontro di oggi- ha concluso Oliverio-  debba ripartire la ripresa di un grande dibattito sul sud, sulla questione meridionale che non è stata mai rimossa nelle sue implicazioni sociali, di ritardato sviluppo, nelle sue collocazioni di marginalità. Il sud può diventare davvero la risorsa per una ripresa ed una rinascita del nostro Paese. La condizione, però, affinché questo avvenga è che si riprenda una grande discussione per rimettere il sud al centro delle politiche nazionali ed europee, perché attraverso il suo recupero come risorsa, collocata in un’impostazione più ampia di sviluppo, è possibile riaccendere i motori della crescita, non effimera ma solida del nostro Paese».

 

 

Incidente SS 18, due vetture coinvolte, quattro feriti

GIOIA TAURO (RC) – Quattro persone sono rimaste ferite in un incidente stradale accaduto stamattina lungo la statale 18, nel territorio di Gioia Tauro. Nell’incidente sono rimaste coinvolte due automobili che, per cause in corso d’accertamento, si sono scontrate. Sul posto le forze dell’ordine ed il personale dell’Anas per la gestione della viabilità.Il tratto di strada in cui si é verificato l’incidente é provvisoriamente chiuso al traffico, che viene deviato su arterie secondarie

Serra fai da te per coltivare canapa indiana, arrestato

GIOIA TAURO (RC) – Una serra in piena regola dotata di tutti i comfort per la crescita della sostanza stupefacente. Gli uomini della polizia hanno tratto in arresto un 32enne con diversi precedenti penali. L’accusa, rivolta a Giuseppe Martinone, è quella di detenzione, coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti. A questa si deve aggiungere la detenzione di munizioni per armi da sparo oltre che furto aggravato.

Serra curata nei minimi dettagli

A seguito di una perquisizione in casa dell’uomo, gli agenti hanno scoperto una serra all’interno della quale erano sistemate 40 piantine di cannabis. L’altezza delle stesse oscillava tra il metro e il metro e mezzo. Al suo interno, per giunta, erano presenti diverse lampade ultraviolette e un sistema di aerazione e ventilazione. Nell’appartamento, inoltre, sono stati trovati 868 grammi di cannabis indica, quasi 5 grammi di hashish e cartucce di vario calibro relative ad una pistola e un fucile (foto ansa.it).

Oltre settanta chili di cocaina sequestrati al porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Operazione antidroga nel porto di Gioia Tauro. I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, insieme a funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dell’ufficio antifrode, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima. Dopo aver concluso l’anno 2017 con una serie record di sequestri, che ha consentito di sottrarre alla disponibilità della criminalità organizzata e alle piazze di spaccio un quantitativo di poco inferiore alle 2 tonnellate di polvere bianca, le attività d’indagine ed il continuo monitoraggio dei traffici di merci provenienti dalle aree ritenute a rischio per il traffico di sostanze stupefacenti, hanno consentito di mettere a segno il primo rilevante sequestro del 2018 nello scalo gioiese. Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container vuoto. Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti compiuti anche con le unità cinofile della Guardia di Finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 65 panetti, per un totale di 74,025 kg, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, oltre 14 milioni di euro. 

Latitante calabrese dato per morto era fuggito in Romania

ROMA – La Direzione delle Investigazioni Criminali della Polizia Rumena, in collaborazione con i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro e con il supporto del servizio per la cooperazione internazionale di polizia, ha localizzato e arrestato ad Alba Iulia il pregiudicato Pasqualino Ariganello, 62 anni, imprenditore di Rosarno ritenuto vicino alla locale cosca di ‘ndrangheta dei “Pesce”. Era latitante dal 2011. Deve scontare una condanna a nove anni, 3 mesi e 29 giorni di reclusione per i reati di bancarotta fraudolenta, insolvenza fraudolenta e appropriazione indebita. L’identificazione e la cattura sono giunti dopo un’intensa attività investigativa condotta dai militari della tenenza di Rosarno. I familiari avevano da diversi anni annunciato la morte di Ariganello il quale invece si trovava in Romania dove guidava imprese di ristorazione e di edilizia. Dopo l’arresto si attende adesso l’avvio delle procedure di estradizione in Italia. 

Ricercato da dicembre, trovato in un appartamento a Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – I carabinieri hanno arrestato a Gioia Tauro, Cosimo Bevilacqua, di 50 anni, ricercato dallo scorso 4 dicembre dopo essere sfuggito ad un ordine di carcerazione disposto dall’ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Palmi. L’uomo, catturato in un appartamento del quartiere Ciambra al termine di un’irruzione in un appartamento, è stato riconosciuto colpevole di un furto avvenuto, sempre a Gioia Tauro, nel gennaio del 2016. Assieme a Bevilacqua c’era la compagna, anche lei cinquantenne, allo stato sottoposta ai domiciliari, che è stata denunciata per procurata inosservanza di pena. I militari, dopo aver circondato l’isolato dove si trova l’edificio utilizzato dal ricercato, sono riusciti ad entrare nel palazzo solo dopo aver abbattuto alcune porte realizzate sui pianerottoli dell’edificio proprio allo scopo di inibire l’accesso delle forze dell’ordine. L’uomo non ha opposto resistenza.

Non rispetta il regime di semilibertà, arrestato un uomo

PALMI (RC) – Permesso premio, in stato di semilibertà, che non ha rispettato: ed è proprio per questo che Domenico Sgarlata è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il 38enne ha già a suo carico dei precedenti.

Arrestato alla guida di un motorino

L’uomo di Gioia Tauro è stato fermato mentre era alla guida di un ciclomotore; il tutto senza indossare il casco. Dopo la richiesta dei documenti, da parte delle forze dell’ordine, Sgarlata ha prima dichiarato di non disporre degli stessi. Successivamente, invece, ha fornito false generalità. I militari, insospettiti dal comportamento, lo hanno condotto presso la caserma per effettuare ulteriori accertamenti. Dai controlli, infatti, è emerso che Sgarlata, attualmente in stato di semilibertà, stava usufruendo di un permesso premio. In base a quest’ultimo, e alla regole disposte, il 38enne ha di fatto trasgredito del beneficio ottenuto per le festività natalizie.

 

Estorsione a diverse ditte, tre le persone fermate

GIOIA TAURO (RC) – Tre soggetti, ritenuti vicini alla cosca ‘ndranghetista dei Piromalli di Gioia Tauro, sono stati destinatari di un provvedimento di fermo che è stato eseguito dai carabinieri di Reggio Calabria. Diverse le imputazioni a loro carico. Si va dalla tentata estorsione al sequestro di persona, dalle lesioni aggravate alla detenzione e porto illegale, in luogo pubblico, di armi da sparo. A questi si aggiungono la minaccia con violenza e l’aggravante del metodo mafioso.

Diversi i tentativi di estorsione

I reati contestati ai tre individui sono stati compiuti ai danni delle società di logistica e trasporto Atre Express e Gls. Il tutto con l’obiettivo di impedirne le consegne nel territorio della piana di Gioia Tauro. Secondo le indagini il monopolio, relativo al settore della consegna, sarebbe dovuto finire nelle mani della società Mar.Sal.

“Port Security”, allarme bomba al Porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) E’ stata solo un’esercitazione quella di “Port Security” che ha interessato il Porto di Gioia Tauro e che ha visto coinvolti la Capitaneria al comando del Capitano Francesco Chirico, la Polizia di Frontiera, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco e il 118. Un attentato terroristico è stato lo scenario simulato mediante l’utilizzo di un esplosivo posizionato nell’area di stoccaggio delle autovetture. Anche la “Grande New York”, una nave porta macchine. Durante l’esercitazione sono stati verificati i tempi di intervento, l’efficacia delle comunicazioni e di tutte le componenti coinvolte nella simulazione. Buoni i risultati anche alla luce delle nuove norme internazionali ed europee in materia di sicurezza marittima.