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Sequestro Bilotti, Guccione: «Sull’inaugurazione avevamo visto giusto». Le reazioni politiche

COSENZA – «È facile dire oggi che “avevamo visto giusto” sull’inaugurazione di Piazza Bilotti, alla luce dell’inchiesta di questa mattina, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha portato al sequestro della piazza e del parcheggio interrato sottostante. Per amor di verità è bene ricordare che in tempi non sospetti avevamo lanciato l’allarme e denunciato, attraverso documenti ed esposti, che l’opera non era stata collaudata e quel Concerto di Capodanno con l’esibizione di Alvaro Soler non poteva svolgersi in quella piazza, visto che era ancora un cantiere aperto». E’ quanto ha dichiarato Carlo Guccione sul sequestro di Piazza Bilotti citando poi la nota inviata il 17 dicembre 2016 dal Gruppo Pd a firma dello stesso Guccione,  di Damiano Covelli, Alessandra Mauro, Bianca Rende:

“È assai grave quanto abbiamo appreso sugli organi di stampa in merito alla inaugurazione di piazza Bilotti che è ancora un cantiere aperto come lo stesso ingegnere Francesco Converso, dirigente capo dell’ufficio tecnico nominato direttamente dal sindaco Occhiuto, ha comunicato alla Regione Calabria con nota ufficiale del 7 dicembre 2016. Nella stessa nota l’ingegnere Converso ha chiesto una proroga al 28-02-2017 per il completamento finale dell’opera.  Alla luce di quanto affermato nella nota da Converso, non esistono le condizioni tecniche per rendicontare e per avviare il collaudo amministrativo e statico di piazza Bilotti. Del resto non ci sorprende la notizia apparsa sulla stampa. Avevamo già presentato nelle settimane passate una richiesta di accesso agli atti e ne presenteremo un’altra lunedì stesso in relazione a questa ulteriore nota del sette dicembre. Alla luce di tutto ciò non esistono le condizioni per l’utilizzo dell’opera senza il rischio per la incolumità dei cittadini. È necessario che le autorità preposte alla vigilanza, al controllo e alla sicurezza dei cittadini verifichino se sussistono tutte le condizioni di legge affinché l’opera possa essere fruibile in sicurezza per i cosentini”». 

La posizione di Italia in Comune

«Con il sequestro di Piazza Bilotti la nostra città occupa nuovamente uno spazio nelle pagine di cronaca giudiziaria, fatto che di certo non è nuovo». E’ netta la posizione di Italia in Comune – Sezione 25 aprile. «Con un atto di responsabilità – si legge nella nota – chiediamo al Sindaco di rimettere il mandato e dare la possibilità alla città di affrontare il proprio futuro diversamente. Non possiamo negare che quanto emerso in queste ore, relativamente al sequestro della piazza, ci colpisce molto e crediamo che una reazione simile possa registrarsi in tutta la cittadinanza, in particolare per i rischi corsi sull’incolumità in occasione dei numerosi eventi che si sono tenuti proprio a Piazza Bilotti. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, ma non possiamo non chiederci come mai se, a come si apprende, piazza Bilotti fosse rischio crollo, si è atteso ben tre anni e mezzo per intervenire lasciando che si organizzassero moltissime altre manifestazioni nei suoi spazi».

 

 

Regionali, Guccione: «Sul carro della Lega sta salendo di tutto, preoccupato per i calabresi»

COSSENZA – «Chi non ricorda le foto di Matteo Salvini con personaggi della Piana di Gioia Tauro o della Piana di Lamezia molto più noti alle cronache giudiziarie che non a quelle politiche. Era il primo “sbarco” della Lega in Calabria, il timido Carroccio si muoveva a giri bassi ma con movenze già pericolose. Ecco, questo è niente rispetto a quello che può accadere ora agli ignari cittadini calabresi».

Così, in una nota, Carlo Guccione, candidato nella lista Pd al consiglio regionale. «Sono preoccupato per i miei figli e per i miei conterranei – continua Guccione -. Non è la prima campagna elettorale che vivo sul campo ma questa è particolare, per tutti. Nasconde delle insidie che fanno fatica a venire palesemente alla luce, c’è l’inganno sullo sfondo. Storditi dalle feste, dagli scandali giudiziari e da una pubblicistica che ha concentrato solo sul campo del centrosinistra le sue lenti inquisitorie in pochi si sono accorti di quello che sta accadendo ed è accaduto dall’altra parte del campo – continua ancora Guccione -. Sotto le mentite (e deboli) spoglie di una candidata alla presidenza con la maglietta di Berlusconi si nascondono i veri marpioni e i veri rischi per i calabresi. Da un lato il recupero di forze oscure da Reggio a Cosenza passando per Lamezia, forze che ritenevamo fuori gioco dopo la fine dell’era Scopelliti nel 2010. Dall’altro alcuni profili decisamente borderline sul “carro” del Carroccio che potrebbero riservare brutte sorprese ai calabresi e sui quali non ci stanchiamo mai di chiedere alle autorità competenti di vigilare. In mezzo, passando naturalmente per compagni di coalizione in campo dagli anni Settanta, tutta la narrativa della Lega di Matteo Salvini, pregna di egoismo e visione miope e contorta della società. Un mix esplosivo, micidiale, pericolosissimo per la Calabria e per i calabresi. Qui non è in gioco solo il prevalere di uno schieramento su di un altro, la vittoria di un progetto e la sconfitta di un altro. Qui, in Calabria, nel momento più debole della sua storia riguardo alla tenuta della democrazia e delle istituzioni tutte, c’è in gioco ben altro. Qui, in Calabria, nella peggiore congiuntura possibile in termini di crescita, occupazione, servizi sanitari, può realizzarsi qualcosa di molto ma molto brutto per i cittadini. Il trionfo del becero populismo miscelato con vecchi marpioni della destra calabrese passando per profili decisamente borderline. Rivolgo un appello a tutti i calabresi – continua Guccione -. Aprite bene gli occhi, tutti. Non è solo un colore politico che chiedo di preferire dietro le urne del 26 gennaio, una parte di campo. In gioco c’è la sopravvivenza della Calabria, la sua tenuta sociale e civile. Che con questo centrodestra e con questa Lega è fortemente a rischio».

Interrogazione di Carlo Guccione su rete vaccinale

COSENZA – Idoneità dei locali, grave carenza di personale sanitario, un’anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli erogatori periferici. Queste sono solo alcune delle criticità della rete vaccinale della provincia di Cosenza, messe in evidenza dal consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

«L’attuale rete vaccinale della provincia di Cosenza necessita di una radicale ed efficiente riorganizzazione visto le numerose criticità funzionali, frutto di anni di inerzia e di superficialità. Situazione aggravata – sottolinea il consigliere Guccione – da dieci anni di Piano di rientro e di commissariamento. Nonostante i contenuti della deliberazione numero 1811/2011 e del DCA 147/2017, che stabiliscono i requisiti di accreditamento, gli standard qualitativi per i servizi di vaccinazione e il Piano di riorganizzazione e accorpamento degli ambulatori vaccinali aziendali, quasi nulla è stato realizzato».

«La dotazione organica è carente al punto che molto spesso i pochi medici vaccinatori sono costretti a spostarsi da una sede vaccinale a un’altra riuscendo però a garantire pochi accessi e senza la necessaria sicurezza nello svolgimento delle attività. Inoltre, alcuni medici vaccinatori sono ormai prossimi al pensionamento. I requisiti igienico-sanitari sono assolutamente carenti, ad esempio, nella sede di Trebisacce che ha bisogno urgente di un’altra sede a Mirto e Cariati. L’anagrafe vaccinale solo da poco tempo è attivata e si rivela una carenza di supporti informatici in tutte le sedi. Il blocco del turn over ha colpito infatti anche la rete vaccinale in provincia di Cosenza – spiega Carlo Guccione – perché negli ultimi due anni sono andati in pensione 11 medici, 10 infermieri, 4 amministrativi mentre un medico è stato trasferito a Roma e altri 4 medici sono in procinto di andare in pensione da qui a sei mesi».

«Nonostante il DCA 147/2017 – è scritto nell’interrogazione – abbia rivisitato la rete vaccinale regionale attraverso un nuovo calendario vaccinale regionale assolutamente innovativo al punto da essere ripreso da quello nazionale, si riscontra però che nessuno ha realizzato o fatto realizzare la rete vaccinale secondo i contenuti del DCA. Da un’analisi attenta emerge che tutto è rimasto quo ante la deliberazione numero 1811/2011 del Commissario straordinario pro tempore dell’Asp di Cosenza».

Ed ecco secondo Guccione le atre criticità: «L’anagrafe vaccinale si presenta a macchia di leopardo e non soddisfa la necessaria organizzazione che impone l’informatizzazione dei flussi dati al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza. A far data dall’1-12-2018 – da un’analisi attenta e da una ricognizione precisa – è emerso che la maggior parte dei centri vaccinali della provincia di Cosenza non era idonea secondo la normativa vigente e ancor più non assolveva ai contenuti del Dca 14/2017 e non era ben sviluppata la rilevazione informatizzata dell’attività vaccinale. La frammentarietà degli accessi nella maggior parte dei punti di erogazione periferici vaccinali – gli accessi in questi casi avvengono uno-due volte al mese – mette a rischio la corretta applicazione del calendario vaccinale. Infatti, il calendario vaccinale ha una cadenza temporale che deve essere appropriata e obbligatoria, in caso contrario si assiste alla mancata o non tempestiva immunità individuale, che di fatto allungano progressivamente gli intervalli fra le due sedute vaccinali con conseguente disagio nella popolazione».

Infine: «l’inidoneità dei locali, insufficiente nella maggior parte dei punti di erogazione rispetto ai requisiti richiesti. Tra le criticità bisogna inoltre riscontrare una situazione di rischio per il mantenimento della catena del freddo, con un’anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli erogatori periferici».

 

Guccione punta il dito contro l’ASP di Cosenza, «Una vergogna senza fine»

COSENZA «Ben 2.337.173,65 di interessi per ritardato pagamento e 182.424,38 per rimborso di spese legali. È questa la cifra che l’Asp di Cosenza dovrà pagare, non essendosi opposta ai decreti ingiuntivi, facendo in modo che gli stessi diventassero esecutivi. E le cifre potrebbero continuare ad aumentare. Tutto ciò rappresenta l’emblema di come le risorse destinate a curare i cittadini, vengano sottratte per pagare parcelle e interessi milionari ad avvocati, case farmaceutiche e Telecom».

È quanto ha affermato il consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio e al Commissario ad acta Saverio Cotticelli, per denunciare l’ennesima vergogna a firma dell’Asp di Cosenza.

«Con delibera numero 10 del 29 aprile 2019 dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, il Commissario ad acta Stefano Tenuta, nominato dopo la sentenza del Tar Calabria (numero 1595 emessa il 18-10-2017) a seguito del giudizio di ottemperanza, ha deliberato di procedere alla liquidazione delle somme per il pagamento dei tre decreti ingiuntivi a favore di Banca Ifis S.p.a. Queste le cifre: euro 2.337.173,65 per interessi di ritardo pagamento; euro 182.424,38 per rimborso spese legali; la somma di euro 2.718.975,85 per la sorte capitale – liquidate sul conto di competenza; euro 1.076.319,44 in sorte capitale da imputare e liquidare sul conto 204060101 – debiti v/fornitori». Si legge ancora nella nota

«La sanità calabrese continua ad essere protagonista di situazioni sempre più paradossali, al limite dell’inverosimile. Quello appena descritto – sottolinea il consigliere Guccione – è l’ennesimo esempio di come l’Asp continua a gestire le risorse pubbliche. Decine di milioni di euro, finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie dei cittadini dell’Asp di Cosenza, sono stati invece utilizzati per pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura.

«Il Commissario ad acta si è riservato, inoltre, di espletare ulteriori attività di liquidazione per la documentazione (fatture) che non risultano attualmente registrate nel sistema di contabilità dell’Asp e di cui ne è stata richiesta copia conforme delle stesse alla Banca Ifis S.p.a.».

Sanità, Guccione: «È necessario intraprendere rapidamente un ulteriore processo di riforma nel settore della sanità»

REGGIO CALABRIA – Nel corso della Terza Commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” sono stati auditi l’onorevole Dalila Nesci e il dott. Gianluigi Scaffidi in merito alla proposta di legge di iniziativa popolare “Riassetto istituzionale del Servizio sanitario regionale”.

Una proposta di legge apprezzata dal consigliere regionale Carlo Guccione anche alla luce della recente costituzione dell’Azienda Unica di Catanzaro, frutto dell’integrazione dell’azienda ospedaliera Pugliese e il policlinico universitario Mater Domini.

«È necessario intraprendere rapidamente un ulteriore processo di riforma nel settore della sanità». Di intesa con il commissario Cotticelli – ha affermato Carlo Guccione – bisogna procedere spediti all’approvazione del riassetto istituzionale del Servizio sanitario regionale, dove la Giunta aveva già approvato la delibera 618/2018 “Misure di razionalizzazione delle attività delle aziende sanitarie regionali”. La proposta va nella direzione giusta e dovrà prevedere, su base provinciale, lo scorporo degli ospedali Spoke dalle Asp di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, per essere integrati alle Aziende Ospedaliere delle rispettive province. Questo darà la possibilità alle Asp di dedicarsi esclusivamente ai servizi territoriali con una diminuzione dei costi e una maggiore capacità di erogazione dei servizi ospedalieri territoriali.

«La Commissione ora – ha sottolineato il consigliere Guccione  – deve però essere in grado di approvare un testo di riforma in tempi rapidi per poi avere il via libera in Consiglio regionale. Ma per fare ciò deve esserci la volontà politica. Spesso, infatti, accade che gli assessori e i dirigenti generali che, in un primo tempo, avevano dato conferma della loro partecipazione in Commissione diano poi forfait. La loro audizione, tra l’altro, è fondamentale per trattare e approvare importanti progetti di legge. Tutto ciò non fa che dimostrare quanta confusione regna nella maggioranza che rischia di paralizzare il lavoro delle Commissioni e le attività del Consiglio regionale in questi pochi mesi che rimangono alla fine della legislatura. E importanti provvedimenti, nel frattempo, continuano a essere rinviati».

Guccione sulla mancata costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità

COSENZA «Pur essendo dotati di tanta pazienza non possiamo non registrare i ritardi da parte della Regione Calabria sulla mancata costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità». È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che lo scorso 30 ottobre 2018 aveva presentato un’interrogazione al presidente della Regione, per chiedere «i motivi della mancata attuazione del cronoprogramma della legge regionale 35/2015 che prevede la costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità. Agenzia che avrebbe consentito oltre all’avvio del riordino del sistema del Trasporto pubblico locale, anche un recupero di 60 milioni di euro che la Regione ha dovuto versare allo Stato come Iva e che potevamo essere risparmiati e reinvestiti nel settore trasporti».

Lo scorso 23 novembre l’assessore regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno, in risposta all’interrogazione sul Trasporto pubblico locale, specificava che: “seguirà nello spazio di pochi giorni l’assunzione degli atti deliberativi per avviare la procedura di scissione in capo a Ferrovie della Calabria”.

«Tutto ciò avrebbe permesso l’avvio della costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità. È trascorso già qualche mese – evidenzia il consigliere Guccione – ma siamo punto e a capo. Non pensiamo che le riforme debbano essere calate dall’alto, ma andrebbero concordate e condivise coinvolgendo tutti gli attori e i protagonisti del settore.

L’articolo 13 della legge 35/2015 fa riferimento alla costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità e specifica che la società è costituita mediante scissione parziale della Srl Ferrovie della Calabria per scorporazione del ramo d’azienda relativo alle attività di gestione e manutenzione delle infrastrutture della Rete ferroviaria regionale non interconnessa, trattandosi di attività afferenti a un servizio di interesse generale necessario per il perseguimento delle finalità istituzionali della Regione Calabria.

Quindi la costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità avrebbe permesso uno scorporo tra il trasporto su ferro e il trasporto su gomma e reso più efficiente la gestione del servizio.

Inoltre, la mancata operatività dell’Agenzia reti e mobilità – sostiene ancora il consigliere Guccione – non ha consentito il previsto risparmio dal costo dell’Iva. Il recupero di queste risorse avrebbe permesso la copertura complessiva e annuale dei contratti di servizio per l’anno 2019 per le aziende di trasporto e dato, in questo modo, certezza di servizi all’utenza evitando possibili ricadute negative sul mondo del lavoro. Attualmente i servizi sono stati prorogati, per mancanza di risorse, solo fino al 30 agosto 2019.

La mancata entrata in esercizio dell’Agenzia reti e mobilità rischia di vanificare completamente il processo di riforma apertosi nel 2015 con l’approvazione della legge regionale, e di creare disagi, incertezze e inefficienze nel settore del Trasporto pubblico locale».

 

Carlo Guccione sulla Metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical

COSENZA – «Purtroppo, non ci siamo sbagliati e sui ritardi in merito all’approvazione del Progetto esecutivo della Metropolitana leggera e al conseguente inizio dei lavori avevamo ragione. La consegna del Progetto esecutivo era inizialmente prevista per il 24 gennaio 2018. È trascorso oltre un anno e ancora non è stata redatto. Il rischio è che l’opera non possa essere portata a termine. Così come ha trovato riscontro, nelle parole dell’assessore Musmanno, anche la nostra valutazione sull’aumento dei costi del progetto».

È quanto ha affermato il consigliere regionale Carlo Guccione.

A confermare le criticità e i ritardi dell’opera è l’assessore regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno, in risposta all’interrogazione presentata dal consigliere regionale Carlo Guccione lo scorso 28 febbraio per chiedere delucidazioni sulla realizzazione del sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria.

«La Metrotranvia era stata inserita nella programmazione europea 2007-2013; poi venne fatta passare come grande progetto a cavallo della nuova progettazione 2014-2020. Questo implica – sostiene il consigliere Guccione – un vincolo ineludibile: l’opera deve essere terminata e collaudata entro il 2023. Pena il definanziamento dei fondi comunitari».

«L’approvazione del Progetto Esecutivo, la cui consegna era inizialmente prevista per il 24/01/2018, è stata condizionata già a seguito di una prima e iniziale proroga che aveva lo scopo di recepire nel progetto esecutivo stesso le necessità scaturenti da un Accordo di Programma, sottoscritto dalla Regione Calabria con i comuni di Cosenza e Rende in data 12 giugno 2017, dopo l’aggiudicazione della procedura di gara e prima della stipula del contratto di Progettazione Esecutiva ed esecuzione lavori. L’Accordo di Programma ha di fatto modificato – scrive l’assessore Musmanno rispondendo all’interrogazione presentata dal consigliere Guccione – alcuni presupposti iniziali per l’avvio della progettazione, introducendo quale elemento di nuovo confronto/criticità la definizione di nuovi aspetti non precedentemente valutati che dovevano soggiacere al parere dei comuni di Rende e Cosenza.

Una ulteriore criticità, emersa successivamente all’approvazione del Progetto Definitivo, riguarda la risoluzione delle interferenze con gli enti gestori dei servizi pubblici, i quali nel corso delle conferenze servizi tenutesi prima dell’approvazione dei progetti preliminare e definitivo non hanno espresso pareri contrari alla soluzione prospettata, né hanno dettato prescrizioni al riguardo. La soluzione che si era prospettata in progetto riguarda la realizzazione di un’unica polifora, nella quale alloggiare tutte le nuove linee. Per la risoluzione delle interferenze da censire in maniera puntuale e per le quali alcuni enti/gestori non avevano in disponibilità neanche le planimetrie di localizzazione delle stesse, è stato necessario effettuare vere e proprie campagne di indagini per la determinazione dell’ubicazione planimetrica e di profondità delle varie reti affidate a ditte terze, per le reti di italgas e per i sottoservizi comunali di Rende e Cosenza. Questa importante criticità, oltre a comportare importanti ritardi nella stesura del Progetto Esecutivo ha generato nel quadro economico dello stesso importanti maggiori previsioni di spesa, che salvo specifiche considerazioni nel merito in fase di verifica si attestano a circa 25 M€».

Venticinque milioni che confermano l’errata valutazione sulle risorse necessarie per la realizzazione della Metrotranvia. Così come altre criticità sono riconducibili alle procedure espropriative e alla variazione del materiale rotabile.

Ecco ancora cosa scrive l’assessore Musmanno sottolineando l’aspetto non collaborativo degli enti:

«Conseguentemente a tutte queste variazioni e ad altre di minore rilevanza, si è arrivati alla consegna degli elaborati in formato digitale in data 09/11/2018 da parte del RTI, inerenti la Progettazione Esecutiva dell’intervento principale. La Stazione Appaltante è in attesa di ricevere esito della verifica della PE da parte dell’affidataria del servizio, RINA Check s.r.l. e Conteco S.p.a. In relazione alle criticità sopra menzionate, che hanno condotto al ritardo rispetto ai tempi di consegna degli elaborati del progetto esecutivo, si può comprendere, per le ragioni esposte che le stesse sono da ricondurre a esigenze nascenti dall’Accordo di Programma e dall’atteggiamento, certamente non collaborativo, degli enti gestori di pubblici servizi che hanno solo in fase di redazione del progetto esecutivo palesato realmente le interferenze presenti sul territorio, generando altresì maggiori costi per l’intero intervento».

 

Guccione: «Dopo legge sull’integrazione delle aziende ospedaliere e universitarie di Catanzaro si passi a unione Aziende ospedaliere provinciali»

REGGIO CALABRIA – «Oggi con l’approvazione della legge sull’integrazione delle aziende ospedaliere di Catanzaro diamo un segnale di speranza alla Calabria. Si costruisce il più grande Polo ospedaliero universitario del Mezzogiorno che migliorerà la qualità delle prestazioni e ridurrà l’emigrazione sanitaria verso le altre regioni». È quanto riferisce Carlo Guccione, consigliere regionale.

«È una riforma che fa fare un passo avanti alla sanità calabrese – prosegue Guccione -. Ma non bisogna fermarsi a questo, ma andare avanti con il processo riformatore. Bisogna ora portare all’ordine del giorno del Consiglio regionale la legge che unisca le Azienda ospedaliere provinciali mettendo insieme gli ospedali Hub con quelli Spoke. Questo permetterà alle Aziende sanitarie provinciali di erogare solo prestazioni sanitarie territoriali in modo da ridurre i tempi di attesa e permanenza nei Pronto soccorso per mancanza di posti letto e migliorare complessivamente l’offerta ospedaliera per dare una continuità assistenziale in grado di soddisfare le esigenze di cura dei cittadini.

Oggi però bisogna anche ammettere che questa legge è a rischio, visto l’atteggiamento di ossessiva ostilità del ministro della Salute Grillo nei confronti della Calabria. Il ministro ha fatto in Calabria la solita passerella, ma di sanità sa davvero poco. Infatti, non può venire qui e dimenticare che la sanità calabrese è commissariata ormai da nove anni. È un fatto grave che il ministro Grillo abbia annunciato un decreto speciale per la sanità calabrese, che verrebbe a valle di nove anni di commissariamento del settore deciso dal governo

Ritengo non sia accettabile l’annuncio del ministro, e che quest’aula non possa far finta che nulla sia accaduto e debba determinarsi su questo punto, per questo propongo di fare un documento da inviare al presidente della Repubblica Mattarella e al presidente del Consiglio dei ministri Conte nella quale stigmatizziamo con forza il comportamento della ministro Grillo, che non può venire in Calabria a fare una lezione senza considerare le responsabilità del livello nazionale».

Guccione sulla realizzazione ospedali «Urge discuterne subito»

COSENZA – «La Giunta regionale riferisca con urgenza, già nel corso del Consiglio convocato lunedì 11 marzo, sulla vicenda della realizzazione dei nuovi ospedali della Piana di Gioia Tauro e della Sibaritide». È quanto chiede il consigliere regionale Carlo Guccione dopo le ultime notizie arrivate dalla Società Tecnis.  Infatti, il commissario del Gruppo Tecnis in A.S. ha comunicato che «a seguito di interlocuzione svolta successivamente alla aggiudicazione provvisoria degli asset posti in vendita (realizzazione degli ospedali), l’aggiudicataria Pessina Costruzioni ha dichiarato di non essere in grado di accettare detta aggiudicazione a causa del mancato avveramento di una condizione da essa posta sull’offerta vincolante».

«Più volte avevo lanciato l’allarme e invitato la Regione – ha sottolineato Carlo Guccione – a pensare a un piano B proprio nel caso in cui non fossero andati a buon fine gli accordi presi con Tecnis. Il pericolo, come ho sottolineato nei mesi scorsi anche nel corso dell’ultima riunione della Terza Commissione, era quello di mettere a rischio un investimento di diverse centinaia di milioni di euro. Investimenti pronti, ma per colpa anche dell’inerzia e del pressapochismo della Regione, tutto è ancora fermo.

150 milioni di risorse pubbliche e 49 milioni di risorse private: questi sono i soldi già destinati alla costruzione dell’ospedale della Piana di Gioia Tauro per un totale di 352 posti letto.

143 milioni di fondi pubblici, 41 milioni di risorse private invece per l’ospedale della Sibaritide pensato per 376 posti letto.

«Oggi emergono con chiarezza – ha affermato il consigliere regionale Guccione – tutti gli errori commessi da questa Giunta regionale. E il rischio è che questi nuovi ospedali possano diventare delle vere e proprie incompiute Per tutte queste ragioni avevo proposto – anche alla luce dei sopralluoghi fatti in contrada Insiti a Corigliano Rossano dove dovrebbe sorgere il nuovo nosocomio – che la Regione Calabria venga commissariata dal Governo nazionale con la nomina di un soggetto attuatore per avviare celermente le procedure relative alla costruzione dei nuovi ospedali e per impedire il definanziamento delle tre opere. Ad oggi nulla è stato fatto. «Lunedì si affronti subito la questione nel corso del Consiglio regionale».

Celico, sopralluogo ieri del consigliere Guccione al Viadotto Cannavino

CELICO (CS) – È lungo 400 metri, alto 120 metri e si trova lungo la statale 107, l’unica arteria di collegamento principale tra la costa tirrenica cosentina, i centri della Sila e quelli turistici di Camigliatello e Lorica, e la città di Crotone. È già crollato una volta, nel 1972, e ora tutti temono che possa accadere di nuovo. Il sorvegliato speciale è il Viadotto Cannavino, il ponte tra gli svincoli di Rovito e Celico, oggi sotto costante monitoraggio e sottoposto a molteplici chiusure per lavori di manutenzione.

Ieri il consigliere regionale Carlo Guccione insieme con i sindaci di Celico e Spezzano Sila, Antonio Falcone e Salvatore Monaco, il consigliere del Comune di Celico Matteo Lettieri e alcuni addetti ai lavori, ha effettuato un sopralluogo lungo quello che dovrà essere il percorso alternativo al ponte.

«A fine gennaio è stata ultimata la progettazione dell’intervento per l’adeguamento sismico del viadotto il cui avvio dei lavori è previsto entro la primavera del 2019. L’intervento avrà un importo di 4 milioni di euro e una durata di circa dodici mesi, secondo quanto annunciato dai tecnici Anas. Ma è proprio l’incertezza sulla durata dei lavori – spiega il consigliere Guccione – a preoccupare gli abitanti e i commercianti di Celico e Spezzano. Ma non solo, visto che da lì passano numerosi vacanzieri calabresi, pugliesi, siciliani».

Il viadotto è utilizzato quotidianamente da un bacino di utenza, secondo gli ultimi dati forniti dalla Prefettura di Cosenza, di circa 20mila cittadini residenti in vari comuni limitrofi.

«Bisogna fare in fretta, preoccuparsi da subito della strada comunale alternativa – afferma Carlo Guccione – e avere le dovute certezze sui tempi dei lavori sul viadotto. La paura di molti, infatti, è che questi interventi potranno durare anni e far chiudere la statale per lungo tempo. Le incognite sono troppe e a pagarne le spese, anche questa volta saranno i commercianti, i residenti e il turismo calabrese. Dobbiamo intervenire da subito, avere garanzie dall’Anas e dal Governo».

«La strada alternativa comunale, ex ss107 (via Pianette), al momento non è sicura – sostiene il consigliere regionale – ed è stata chiusa al traffico. I guardrail non sono a norma, in alcuni tratti mancano, o ci sono muretti bassi ormai quasi del tutto crollati. Il grave pericolo di caduta massi e le possibili frane lungo il vecchio tracciato non rendono praticabile quella strada, soprattutto con l’aumento del traffico nel periodo della chiusura del viadotto. Inoltre, su quel tratto, c’è un vecchio ponte costruito negli anni ’20: lì bisognerebbe effettuare prove di carico e verifiche di stabilità per capire se questo ponte è in grado di reggere il flusso elevato di veicoli. I lavoratori di Calabria Verde, ad esempio, potranno essere utilizzati per la pulizia e la bonifica straordinaria dei lati della strada e dei condotti in cui scorre l’acqua. E nel periodo in cui questa strada comunale verrà chiusa al traffico, bisognerà porre attenzione al percorso alternativo che attraversa il Comune di Casali del Manco».

«I disagi sono e saranno enormi, ecco perché bisogna avere la certezza dei tempi. La Regione dovrà mettere in campo una sorta di osservatorio per il monitoraggio dei lavori, al fine di garantire trasparenza – spiega Guccione – e un’informazione corretta ai cittadini sull’andamento dei lavori. Inoltre, così come è avvenuto per il Ponte Morandi di Genova, la Regione Calabria dovrà proporre al governo nazionale agevolazioni ed esenzioni fiscali per le attività commerciali della zona, in modo da alleviare il grave danno economico che saranno costretti a subire durante il periodo della durata dei lavori del viadotto Cannavino. Interesserò personalmente l’assessore regionale al Bilancio, Mariateresa Fragomeni, per far in modo di instaurare da subito un tavolo tecnico con il Governo».

Il Viadotto Cannavino, costruito negli anni Settanta, è stato realizzato con tecniche piuttosto ardite per quell’epoca, che hanno comportato gravi difficoltà realizzative. Queste particolarità hanno provocato sin da subito cedimenti e avvallamenti in corrispondenza dei giunti principali. Alcuni lavori di manutenzione sono stati già fatti, è stata installata una centralina di monitoraggio che ad oggi, come hanno sottolineato i consulenti scientifici dell’Anas, non ha mai rilevato criticità o rischi di crolli. I sensori misurano eventuali abbassamenti della struttura o problemi statici. A breve, dunque, partirà il secondo intervento sulla staticità della struttura.

«Bisogna porre la massima attenzione su questo Ponte. Le vibrazioni che si avvertono, soprattutto al passaggio dei mezzi pesanti, fanno venire i brividi. È bene partire subito con i lavori – conclude Carlo Guccione – ma essere certi che l’Anas, il Governo e tutti gli Enti preposti monitoreranno tempi e andamento dei lavori. Va garantita la massima qualità dell’intervento e ridotti al minimo i disagi per tutti coloro che percorrono questa importante arteria di collegamento e per gli abitanti di Celico, Spezzano Sila e di tutti i comuni limitrofi. Si pensi da subito ai percorsi alternativi e si renda percorribile e sicura l’arteria comunale già prima dell’avvio dei lavori».