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Brokeraggio, Guccione si interroga sulla mancata predisposizione di una nuova gara

COSENZA – «La Regione Calabria per gestire i servizi di brokeraggio continua a far riferimento a una gara scaduta dal 7 febbraio 2014. Un vero e proprio giallo la mancata predisposizione della nuova gara e l’utilizzo in prorogatio del vecchio contratto di brokeraggio. Con la scusa di proseguire il servizio, per il tempo necessario dall’avviso dell’espletamento di procedura di gara fino all’aggiudicazione definitiva, siamo arrivati al quinto anno consecutivo di proroga».

È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

«È evidente che cinque anni sono troppi per predisporre un bando di gara e che tale comportamento – sottolinea Guccione – ha portato alla violazione delle norme sull’anticorruzione e la trasparenza. Questo modo di procedere, preoccupante anche dal punto di vista amministrativo, rischia di causare danni economici ed erariali alla Regione.

Il consigliere regionale chiede, dunque, al presidente della Regione «le reali ragioni e il perché non si riesce a bandire, a distanza di cinque anni dalla scadenza del contratto, una nuova gara di appalto per i servizi di brokeraggio». Inoltre, chiede «se ritiene necessario avviare una verifica di tutti i contratti scaduti per cui non sono state ancora predisposte le gare e che risultano in prorogatio, rischiando causare un grave danno e pregiudizio alla Regione Calabria».

PSC Cosenza, la replica di Palazzo dei Bruzi al consigliere Guccione

COSENZA – «L’Amministrazione comunale intende chiudere al più presto il capitolo riguardante il Piano Strutturale Comunale ed è per questa ragione che si sta completando la fase di valutazione delle osservazioni che sono state presentate da parte dei cittadini, delle aziende, delle imprese e di tutti gli stakeholders interessati»

Lo afferma l’Amministrazione comunale in risposta all’interrogazione rivolta al Sindaco Mario Occhiuto da parte del consigliere comunale Carlo Guccione in ordine a presunti inadempimenti e ritardi a suo dire ascrivibili alla Giunta comunale.

«Non c’è nessuna Conferenza di Pianificazione da convocare – si legge nella risposta dell’Amministrazione di Palazzo dei Bruzi – perché abbiamo già interloquito con la Regione e, come già rilevato, l’iter procedurale in via di completamento riguarda la fase della valutazione delle osservazioni al Piano, già avviata da tempo, e la convocazione, finalizzata alla riadozione del PSC, prima della commissione consiliare urbanistica, competente per materia, e poi dell’assemblea consiliare. Non ci sono, pertanto – come sostiene il consigliere Guccione – né ulteriori passaggi, né ritardi o inadempimenti. D’altra parte l’Amministrazione – prosegue la replica di Palazzo dei Bruzi – ha seguito sin dall’inizio la buona prassi della cosìddetta urbanistica partecipata, coinvolgendo direttamente nella discussione sul PSC, i cittadini, i professionisti e le imprese  prima della definitiva adozione dello strumento urbanistico in Consiglio comunale, che risale alla fine di giugno del 2017.Ed è per queste ragioni che l’Ufficio del Piano resta aperto e disponibile per tutte le delucidazioni che i portatori di interesse potranno ancora richiedere.Al consigliere Guccione rispondiamo che con orgoglio vantiamo un diritto di primogenitura per essere stata Cosenza la prima città capoluogo in Calabria ad ad aver adottato un PSC con una formula nuova e con una notevole capacità di innovare il territorio. Negli anni passati avevamo di fronte strumenti di espansione della città e che prevedevano dei volumi consistenti. L’Amministrazione comunale ha, invece,  puntato  molto su un Piano di rigenerazione urbana e di riqualificazione degli spazi e di recupero del centro storico. Un Piano che è incentrato soprattutto su due obiettivi: disegnare una città con dei servizi di qualità e creare nuove opportunità occupazionali. Cosenza, dopo la riadozione ed approvazione del PSC, sarà una città con più servizi qualificati e una città più vivibile e più competitiva. Per tutte queste ragioni non potremo che accelerarne e non frenarne l’iter di completamento, al contrario di quanto va sostenendo il consigliere Guccione».

 

PSC Cosenza, interrogazione di Guccione al sindaco Occhiuto

COSENZA – «Ad oggi nulla è stato fatto dopo che l’iter di adozione del Piano strutturale comunale (Psc) della città di Cosenza è stato dichiarato viziato nel procedimento a seguito delle modifiche sostanziali apportate al Psc nel corso della seduta del consiglio comunale con la delibera di Giunta municipale numero 55 del 18-04-2017. Tutto questo è stato riscontrato con nota del 14 marzo 2018 (prot 93229) indirizzata al Comune di Cosenza da parte del Dipartimento Infrastrutture-Lavori Pubblici e Mobilità della Regione Calabria e dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria con nota del 20-02-2018 (prot 62279), che prendendo atto delle modifiche sostanziali apportate alla prima stesura del Psc del Comune di Cosenza ribadiscono che è necessario riconvocare la Conferenza di Pianificazione per riadottare il nuovo Psc».

È quanto afferma il consigliere comunale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per sapere «quali sono i motivi del grave ritardo della Giunta comunale di Cosenza negli adempimenti e le determinazioni sulla revoca in autotutela del procedimento di adozione del PSC/REU, nonché qual è la tempistica da rispettare per la riconvocazione della Conferenza di pianificazione, previa revoca delle intervenute misure di salvaguardia allo strumento urbanistico».

«Con deliberazione n. 29 del 29 giugno 2017, il Consiglio comunale adottava il PSC della Città di Cosenza – è scritto nell’interrogazione – ed il relativo Regolamento Edilizio Urbano, comprensivo del REU, relazione illustrativa, Valutazione Ambientale strategica, Elaborati grafici elencati in narrativa, come modificato e rettificato su proposta della precedente deliberazione di Giunta, con recepimento del documento preliminare, adottato con delibera comunale n. 46 del 19/10/2010, apportate rettifiche tecniche alle tavole PSEL 01-PSPS 02- PSPS 03- PSRU 03- PSRU 04-PSRU 08- PSRU 09-PSRU 10, nonché correzioni alla documentazione allegata all’adesione al principio di “ Consumo a Suolo Zero”, con conseguente modifica della proposta di adozione del PSC e del REU di cui all’intervenuta deliberazione della Giunta comunale del 18/4/2017. Con la delibera di adozione del PSC/REU entravano in vigore le misura di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati.

Con richiesta  prot 88383 dell’1/12/2017 avente ad oggetto “informazioni sulla trasmissione del PSC di Cosenza”, indirizzata alla Regione Calabria, il Comune di Cosenza  in persona del dirigente dell’Ufficio del Piano, ing. Converso e del responsabile del procedimento, geom. Ambrogio Greco,  comunicando l’intervenuta variazione di alcuni indici territoriali perequati, operata dalla Società incaricata alla redazione del progetto,  manifestava  la  necessità, anche alla luce delle problematiche sollevate dallo scrivente consigliere, di stabilire se l’operato degli Uffici incaricati  fosse stato  o meno legittimo con preciso riferimento alle modifiche apportate rispetto al parere geomorfologico del 2015 precedente».

Ma ecco cosa accade nel dettaglio: «la Regione Calabria con nota del 19/12/2017 prot n. 394090 precisava di aver rilasciato parere geomorfologico  con nota prot  n. 218972 del 14/7/2015, ma che a seguito della comunicata intervenuta  variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione al PSC/REU  risultava essere intervenuta  una “variante allo strumento urbanistico” in corso di approvazione, e pertanto qualsivoglia variazione apportata al PSC/REU aveva reso invalido il precedente parere rilasciato geomorfologico e conseguentemente comportava  il deposito del nuovo progetto in variante e la riconvocazione della Conferenza di pianificazione, ai fini della riadozione del Piano. Per quanto sopra, il Comune di Cosenza con nota prot. 15372 del 13/2/2018 del Dirigente del Piano dott.ssa Carbone, provvedeva a trasmettere alla Regione Calabria il nuovo PSC con gli allegati, al fine del rilascio di un ulteriore parere di compatibilità geomorfologica, senza riconvocare la Conferenza di pianificazione».

Gli atti, dunque, venivano restituiti «dalla Regione Calabria al Comune di Cosenza con nota prot 93229 del 14/3/2018 perché sprovvisti della componente geologica e dunque inidonei alla valutazione del PSC  in ordine alla compatibilità ed alla coerenza delle scelte di pianificazione  con le condizioni  geomorfologiche del territorio e all’istruttoria  ex art 13 della L 64/74 e dell’art 89 del DPR n. 380/2001. Nel frattempo in data 22/1/2018, su istanza dello scrivente consigliere – viene specificato nell’interrogazione indirizzata al sindaco di Cosenza – perveniva presso la Regione Calabria (Dipartimento 11) richiesta di verifica formale sulla procedura di adozione del PSC operata dal Comune di Cosenza e con relazione di verifica prot 62279 del 20/2/2018, la Regione Calabria a firma del Dirigente del Settore e del Responsabile del procedimento specificava:

  1. a) di non essere nella condizione di valutare la conformità del documento preliminare depositato al Genio Civile nel 2015 e quello successivo oggetto di variante con modifica degli indici territoriali la cui copia non era stata ritualmente acquisita;
  2. b) di aver riscontrato nell’iter procedurale di adozione del PSC /REU la carenza dell’adempimento relativo all’emanazione delle direttive di cui al comma 2 dell’art 27 quater della LUR non assimilabili alle linee di indirizzo approvate con delibera di GM n. 98 del 26/4/2010 di diversa natura e con altri obiettivi;
  3. c) di aver riscontrato l’omessa predisposizione, da parte del Comune di Cosenza, di un nuovo documento preliminare del PSC (adeguato e aggiornato), da sottoporre alla prevista Conferenza di pianificazione per le specifiche verifiche dopo l’intervenuta delibera di adesione al principio di “consumo di suolo zero”».

Il consigliere comunale Carlo Guccione chiede «quali iniziative l’amministrazione intende adottare al fine di favorire la partecipazione dei cittadini, singoli e associati, delle imprese e delle associazioni culturali e sociali alle procedure di verifica del modificato Piano strutturale comunale e Regolamento edilizio comunale». Bisogna tener presente che «l’accertato vizio del procedimento di adozione del PSC potrà essere fatto valere dai cittadini non appena verrà approvato il documento definitivo e questo con gravi ripercussioni economiche e amministrative a danno del Comune di Cosenza. Ad oggi le misure di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati, irritualmente intervenute, stanno arrecando pregiudizio ai cittadini le cui volumetrie e i piani di attuazione sono stati sospesi in presenza dell’adozione di uno strumento urbanistico per il quale deve essere riconvocata la Conferenza di pianificazione ed emesso nuovo parere geomorfologico. Risulta necessario agire in autotutela, revocando le misure di salvaguardia e riconvocando la Conferenza di pianificazione dei servizi al fine della valutazione e verifica del nuovo PSC/REU (adeguato e aggiornato con l’adesione del consumo di suolo zero e della variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione)».

 

 

 

 

 

Guccione sul contenzioso Asp, «Presentati già due esposti alla Procura di Cosenza»

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del Consigliere regionale Carlo Guccione in merito al «Contenzioso Asp di Cosenza, milioni di euro utilizzati per pagare parcelle, spese legali, doppi e/o tripli pagamenti di una stessa fattura. Presentati già due esposti alla Procura di Cosenza»

«Decine di milioni di euro, finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie dei cittadini dell’Asp di Cosenza, sono stati invece utilizzati per pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura.  Tutto ciò rischia di aggravare la già precaria situazione del debito sanitario calabrese e di allungare ancora di più, dopo nove anni, lo stato di commissariamento della Regione».

È quanto sostiene il consigliere regionale Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale in merito all’enorme contenzioso dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.

«In seguito a una mia richiesta al direttore generale dell’Asp di Cosenza – ha spiegato il consigliere Guccione – di fornire una dettagliata documentazione sul contenzioso, in uno dei documenti consegnatomi il responsabile dell’ufficio legale dell’Asp, Giovanni Lauricella, ha ammesso che “non è in grado di fornire ad oggi un dato non contestabile sullo stato del contenzioso dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza”.  Contenzioso che potrebbe essere di molto superiore alla stima: se si sommassero le cifre vincolate presso il Tesoriere e i pignoramenti, il contenzioso in essere arriverebbe alla considerevole cifra di euro 783.947.089,32. Cifra che potrebbe superare oltre il miliardo di euro. Infatti è in corso una ulteriore verifica interna – come ha spiegato l’avvocato Lauricella – con l’obiettivo di individuare ogni ulteriore elemento utile al fine di cristallizzare il contenzioso».

«Ma vediamo nel dettaglio qual è la situazione: l’Asp di Cosenza, a causa dei molteplici pignoramenti notificati all’Ente, ha somme vincolate presso il Tesoriere (BNL) per euro 103.711.876,50, alcuni dei quali azionati con lo stesso titolo esecutivo in quanto il debitore, sino a quando non viene soddisfatto il proprio credito, può azionare il proprio titolo più volte anche presso diversi Tribunali, come previsto e consentito dalle norme di procedura civile in vigore. Nello specifico, l’importo dei pignoramenti che l’Asp di Cosenza ha subito è poco meno di trecento milioni di euro. «Dai dati ricavabili dagli elenchi trasmessi dai Tribunali di Paola, Cosenza e Castrovillari – specifica il consigliere regionale nell’interrogazione – e dai dati risultanti presso UOC Affari legali e Contenzioso risulta un totale di euro 190.802.698,62 di contenzioso in essere per l’Asp di Cosenza. Ma la stima presumibile del contenzioso in essere non tiene conto dei giudizi pendenti presso i Tribunali di Milano, Roma, Tivoli, Bologna e Catanzaro che ammonterebbe a circa 200 milioni». Il direttore Affari legali e Contenzioso Asp di Cosenza, avvocato Giovanni Lauricella, nella documentazione fornita dal direttore generale Raffaele Mauro al consigliere Carlo Guccione, scrive: “Ritenendo di dover fornire un dato non contestabile, nella somma complessiva non è stato conteggiato il valore delle controversie di valore indeterminato e/o indeterminabile, i procedimenti esecutivi (non essendo stato possibile reperire negli elenchi trasmessi dai Tribunali i titoli, gli interventi effettuati e gli importi richiesti), e i procedimenti di lavoro pendenti al 31/12/2016 presso il Tribunale di Cosenza, salvo quelli comunicati dai dipendenti interni”. «Questa vicenda – ha spiegato Carlo Guccione – è stata oggetto di denunce circostanziate alla Procura della Repubblica di Cosenza. Nella seduta del 19 settembre 2018 della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, l’ex Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, Massimo Scura, ha informato che nel novembre 2016 la struttura commissariale ha presentato un esposto alla Procura sulle vicende del contenzioso dell’Asp di Cosenza su fatti circostanziati. Nel corso dell’audizione il commissario Scura ha riferito che, nonostante i solleciti, nulla al momento è emerso dalle indagini». «Il 21 novembre 2016 anche il direttore generale dell’Asp di Cosenza ha presentato un esposto sempre sul tema del contenzioso Asp, alla Procura di Cosenza – è scritto nell’interrogazione – denunciando atti e comportamenti posti in essere in danno delle casse dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza». «Non è da escludere che in considerazione delle numerose cessioni di credito, della cartolarizzazione dei crediti, della prassi di azionare i medesimi titoli presso vari Tribunali d’Italia, della non obbligatorietà dei terzi assegnatari di somme nell’ambito delle varie procedure esecutive di notificare l’ordinanza al debitore Asp, del comportamento scorretto di alcuni creditori, della carente o distorta informazione tra i vari uffici dell’Asp,  siano stati effettuati pagamenti doppi o addirittura tripli. Sono state già rilevate duplici richieste di pagamento delle stesse fatture – spiega Carlo Guccione – e la conseguente illegittima formazione di decreti ingiuntivi, unitamente all’abusivo e perdurante frazionamento del credito azionato in danno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che ha comportato e comporta un notevole aumento delle spese e la conseguente diminuzione delle risorse per le prestazioni sanitarie». «È stato messo in atto un vero e proprio sistema, un circolo vizioso – afferma Guccione – che vede ritardi nei pagamenti, decreti ingiuntivi, pignoramenti e cessioni di credito, nomine di commissari ad acta che aggravano i costi finanziari (interessi, spese legali, etc.) e bruciano risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare la sanità cosentina e calabrese.

Il consigliere regionale Carlo Guccione chiede dunque al presidente della Giunta regionale quali iniziative urgenti intende intraprendere «per evitare che decine di milioni di euro destinati a curare i cittadini della provincia di Cosenza, siano utilizzati per pagare interessi e spese legali per l’enorme contenzioso che ha portato addirittura, vista la scarsa organizzazione dell’ufficio legale dell’Asp di Cosenza, a doppi e/o tripli pagamenti di una stessa fattura».

Workshop e dibattiti, al via la seconda edizione di Dems School

RENDE – Si aprirà venerdì, 23 novembre,  la seconda edizione di Dems School. Tre giorni di approfondimenti, dibattiti, workshop dove i ragazzi universitari si confronteranno con docenti, politici, sindacalisti su varie tematiche strategiche per il futuro della Calabria.

Domenico Lucano sarà protagonista della prima giornata. Venerdì alle ore 16.30, nella sala Convegni dell’Ariha Hotel a Rende, si parlerà di:  “Accoglienza, diritto all’umanità – Finanziamo la legge regionale 18/2009”. Insieme al sindaco di Riace interverranno il magistrato Emilio Sirianni, il promotore della legge regionale sull’Accoglienza Agazio Loiero, Diop Niang Serigne (Rappresentante Associazione Senegalesi Cosenza), Giuseppe Terranova (Dems Calabria).

Sabato mattina si terrà una sessione di lavoro: i ragazzi affronteranno dieci tematiche partendo dall’idea “La Calabria che vorrei”. Interverrà la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando.

“La nuova idea di Europa parte dal Sud”: è questo il tema dell’incontro che si terrà sabato pomeriggio a partire dalle ore 16.00, nella sala Falstaff dell’Ariha Hotel. Parteciperanno il vicepresidente nazionale Svimez, Giuseppe Provenzano; il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato; il professore ordinario di Politica Economica dell’Unical, Francesco Aiello; il responsabile dell’ufficio speciale Relazioni internazionali Unical, Gianpiero Barbuto.

Domenica 25 novembre alle ore 11.00 si terrà la manifestazione conclusiva, dal titolo “Dalla Calabria l’Italia che vorremmo”, insieme al componente della Commissione parlamentare Antimafia Andrea Orlando (già ministro della Giustizia) e al consigliere regionale Carlo Guccione. Parteciperanno anche Francesca Reda e Tania Litr

Regione, interrogazione di Guccione in materia di rifiuti

COSENZA – «Il prossimo 15 novembre scadrà l’undicesima ordinanza contingibile e urgente in materia di rifiuti. L’ennesima dall’insediamento del presidente della Regione Mario Oliverio, avvenuto il 10 dicembre 2014. E ora cosa accadrà? Il governatore si appresterebbe ad emanare la dodicesima ordinanza che di fatto dimostrerebbe che il commissariamento per i rifiuti è formalmente cessato, per volontà del Governo nazionale, nel 2013 ma l’emergenza in realtà non si è mai arrestata. È proseguita attraverso le ordinanze contingibili e urgenti. Questo testimonia il fallimento che in questi quattro anni si è registrato in merito ai rifiuti solidi urbani della nostra regione, in contrasto con la temporaneità e la rinnovabilità dei periodi di contingibilità e urgenza previsti dallo stesso articolo 191 d.lgs. 152/2006».

È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione al presidente Mario Oliverio per sapere «a quanto ammontano le risorse utilizzate dalla Regione e l’aggravio dei costi pro-capite a famiglia per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Calabria e smaltiti in impianti extraregionali dal 2015 ad oggi, rispetto a quello che si otterrebbe smaltendo i rifiuti in Calabria».

Ed ecco un esempio: l’11 settembre 2018 con decreto dirigenziale numero 9747, è stata bandita una gara per l’affidamento dei servizi del trasporto e smaltimento rifiuti in impianti extraregionali per 12 mesi complessivi, ripetibili per altri 12 mesi, ricadenti in due annualità (2018/2019) per una spesa complessiva di euro 5.500.000,00. Nello specifico poi si prevede una spesa di euro 1.773.200,00 per il trasporto e di euro 2.802.800,00 per il servizio di trattamento in discariche extraregionali.

«E non è il solo caso da citare – spiega il consigliere Guccione – per l’affidamento dei servizi del trasporto e smaltimento rifiuti in impianti extraregionali. Procedura già utilizzata numerose volte in questi quattro anni. In particolare, nei comuni di Massafra (Taranto), Grosseto, Arezzo e in impianti autorizzati di proprietà del Consorzio Stabile Ambiente Scral con sede ad Aquila. Questa procedura ha impedito l’insorgere dell’emergenza rifiuti ma ha aggravato enormemente l’esborso economico delle famiglie calabresi. E ciò senza prevedere una soluzione strutturale che consenta di risolvere il problema dello smaltimento della frazione residua da trattamento dei rifiuti (scarto) all’esterno del territorio calabrese».

«Ad oggi le procedure relative alla ristrutturazione degli impianti pubblici previsti nel Piano regionale dei rifiuti, del Polo tecnologico di Gioia Tauro, degli impianti di Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme, Reggio Calabria e Catanzaro, registrano forti ritardi. E ci si dimentica – sottolinea Guccione – che le ordinanze possono essere emanate solo in caso di “eccezionale e urgente necessità che permettono di derogare alle norme vigenti”. Tra l’altro il decreto legge 80/2008 ha eliminato ogni possibile incertezza interpretativa perché specifica inequivocabilmente che nessuna forma speciale di gestione dei rifiuti può legittimamente protrarsi per più di 18 mesi. In Calabria invece è da oltre 4 anni consecutivi che Oliverio continua a emanare ordinanze, in deroga alle normative in settore rifiuti».

Accordo di Programma Metrotranvia, interrogazione di Guccione al sindaco

COSENZA – «L’amministrazione comunale di Cosenza ha preteso che nell’Accordo di Programma per la realizzazione della Metrotranvia Rende-Cosenza-Unical venissero, in via prioritaria, inseriti i lavori del Parco Urbano su viale Mancini, nel tratto che va dai Due Fiumi fino alla rotatoria di via Padre Giglio. Un Parco che prevede la chiusura completa e definitiva al traffico di questa importante arteria su cui dovrebbe transitare la Metrotranvia. Nello stesso Accordo di Programma, però, si prevedeva la realizzazione di una strada alternativa a salvaguardia della migliore circolazione veicolare”.

Il consigliere comunale Carlo Guccione ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al sindaco della città di Cosenza, Mario Occhiuto chiedendo i motivi della mancata realizzazione della viabilità alternativa.

«La Giunta comunale nella delibera n. 65 del 20 aprile 2018 approvava il progetto definitivo di questa arteria alternativa che va dal Ponte di San Francesco di Paola(Ponte di Calatrava) fino a via Giovanbattista Lupia. “Nella delibera si prende atto che il primo lotto, per un importo di 500.000,00 euro, sarà realizzato – è scritto nell’interrogazione – dalla Regione Calabria. Per il secondo lotto l’importo complessivo è di 2.785.000,00 euro specificando che sarà realizzato dal Comune di Cosenza con propri fondi di bilancio. Tutto ciò è stato inserito con una variazione dello schema del Piano triennale dei Lavori pubblici 2018-2020 e il finanziamento viene previsto attraverso la vendita di immobili comunali».

«La mancata realizzazione della viabilità alternativa e la contemporanea chiusura di questo tratto di viale Parco- si legge nella nota di Guccione-  ha creato enormi disagi e la paralisi del traffico veicolare in tutta la città. Perché non si è realizzata in tempo la strada alternativa? Forse il problema reale- afferma Guccione – è che il Comune di Cosenza non ha a disposizione i  2.785.000 euro per realizzare il secondo lotto, visto che per la realizzazione di tale opera i finanziamenti dovrebbero arrivare dalla vendita degli immobili comunali che ad oggi hanno fruttato solo qualche migliaia di euro. Occhiuto alla luce delle polemiche di queste ultime ore non bari, non faccia come ha fatto per la Metro: prima “No”, poi “Sì”, oggi “Forse».

«Le diatribe dei due Mario (Occhiuto e Oliverio) rischiano di far pagare un caro prezzo alla città, utilizzando le istituzioni per meri giochi di potere. La città non può subire questi reciproci ricatti. Si rispetti l’Accordo di Programma sottoscritto tra la Regione e i sindaci di Cosenza e Rende»

La Giunta regionale ha concesso al Comune di stravolgere il progetto per cui erano stati spesi tanti fondi comunitari per la realizzazione di Viale Mancini. Oggi lo stesso Viale Mancini, però, è stato totalmente chiuso al traffico per un intero tratto. Nell’Accordo di Programma, inoltre, era previsto il passaggio di proprietà dell’ex Hotel Jolly dalla Regione al Comune di Cosenza.

Così come per quanto riguarda la realizzazione del nuovo ospedale, la Regione qualche mese fa aveva dato il via alla Conferenza dei Servizi per decidere il sito dove realizzare il nuovo ospedale di Cosenza. Ma ad oggi non se ne sa nulla. Ovviamente il presidente della Giunta regionale da un po’ di tempo, dismesse le catene, non si occupa più di sanità. E Occhiuto tenta di evitare che l’opera del nuovo nosocomio nasca a Vaglio Lise, ribadendolo già in passato pubblicamente che questa proposta “era stata fatta da Carlo Guccione durante la campagna elettorale» «Una pantomima tra i due Mario che rischia in questo modo di distruggere l’idea di rinascita di Cosenza».

 

Consiglio regionale, Guccione e Ciconte autosospesi dal gruppo PD

CATANZARO – Il consigliere regionale Carlo Guccione e il vicepresidente del Consiglio regionale Enzo Ciconte si sono autosospesi dal Gruppo del Partito Democratico.

L’annuncio in apertura della seduta del Consiglio regionale.

«C’è bisogno di una rottura netta per invertire la rotta. È mancato un confronto all’interno di un Gruppo che si è riunito solo due volte in questi quattro anni. Un Gruppo dove si evidenzia la mancata agibilità democratica. Più  volte ho sollecitato una riflessione ma – ha affermato Guccione – sono rimasto inascoltato. E oggi non vogliamo essere corresponsabili di un fallimento annunciato. Vogliamo impedire una deriva che inesorabilmente ci porterà verso una sconfitta. Ecco perché oggi mi autosospendo dal Gruppo del Partito Democratico. È in atto uno tsunami politico e ancora qualcuno continua a far finta che questo tsunami non riguardi la maggioranza».
 
›Poche cose, purtroppo, sono cambiate – ha proseguito Guccione -. Basti pensare a quello che sta accadendo nel comparto sanità,un settore sempre più in sofferenza, dove accade che i pazienti vengano ingessati con i cartoni. Sulla sanità, infatti, siamo punto e daccapo dopo l’annuncio del presidente della Regione di incatenarsi.
Così come nulla è stato fatto per quanto riguarda la riforma del Welfare o il Piano straordinario per il lavoro. Sono questioni che meriterebbero l’apertura di una discussione. Ma purtroppo questo non è avvenuto.
Cosa deve accadere ancora in Calabria per rendersi conto del fallimento di questa esperienza regionale? Non voglio essere annoverato tra i responsabili della débâcle di questa stagione politica».

«Omissioni, sperperi e “distrazioni”», Guccione sul patrimonio immobiliare delle Asp e le Aziende ospedaliere calabresi

COSENZA – Un patrimonio immobiliare di oltre un miliardo e 300 milioni di euro. Beni mobili e immobili non strumentali di proprietà delle Aziende ospedaliere e delle Asp calabresi utilizzati in maniera inefficiente, con contratti non perfettamente in regola, in molti casi inesistenti, fatti con scrittura privata o scaduti addirittura negli anni ’20-30. Molti sono i “contratti orali” riportati negli atti ufficiali. Così come numerosi sono i terreni espropriati per usucapione, come certificato dalle relative sentenze, mentre altri giudizi sono ancora in corso.

Il consigliere regionale Carlo Guccione ha presentato uno stralcio del dossier sui documenti ricevuti dal Dipartimento competente della Regione Calabria, dopo la sua richiesta di avere gli atti di ricognizione del patrimonio immobiliare delle Asp e Ao.

«Dai documenti e dagli atti emerge, in maniera chiara, uno spreco e una gestione scellerata del patrimonio pubblico delle Asp e Aziende ospedaliere della Calabria. Il rischio concreto – sostiene Guccione – è che una parte consistente di questi beni disponibili possa diventare di proprietà privata». Come dimostrato già dalle due sentenze emesse dal Tribunale di Palmi sui terreni per un complessivo di 73.440 mq, il cui valore di bilancio complessivo è stato omesso dall’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria: la proprietà, scaduti i termini fissati dalla legge (che stabilisce dai 10 ai 20 anni la durata del possesso necessario a usucapire), è stata trasferita al possessore privato del terreno. «È evidente che gli Enti hanno permesso che si potessero realizzare le condizioni per esercitare il diritto di usucapione». Ma tanti altri giudizi sono ancora in corso: spesso nonostante le Asp e Ao fossero a conoscenza dell’altrui impossessamento del bene, non hanno sollevato alcuna opposizione nei confronti del possessore. Inoltre tali “distrazioni” sono alla base di ulteriori cause di potenziale perdita patrimoniale che lo stesso Ente potrebbe subire per il realizzarsi delle condizioni che hanno già permesso a terzi l’esercizio del diritto di usucapione.

«Un chiaro ed evidente meccanismo truffaldino – non ha dubbi il consigliere regionale – che non esclude che, in molte situazioni, si siano intromessi i poteri criminali, venendo o cercando di venire in possesso di terreni, figurativamente a destinazione agricola, e fabbricati di pregio di proprietà della Asp e Aziende ospedaliere calabresi a prezzi molto inferiori a quelli reali.

Tra i casi eclatanti segnalati nel dossier ci sono terreni di 465.082 metri quadri dell’Azienda Sanitaria di Reggio – valore di bilancio complessivo (molto sottostimato) di 3.829.145,58 euro – oggi oggetto di dodici cause per usucapione. Così come è in corso la causa per usucapione di due fabbricati, sempre dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria,  di 174 metri quadri (valore di bilancio complessivo – sempre molto sottostimato – di 23.567,81 euro)».

Il canone dei fitti passivi delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria ammonta a 6.024.890,15 euro; il canone dei fitti attivi è di 999.753,35 euro. Non è semplice fare una ricognizione precisa del valore del patrimonio immobiliare, disponibile e indisponibile, oggi calcolato in 1.340.591.444,74 euro. «Ma è comunque un valore sottostimato – spiega Carlo Guccione – poiché nella maggior parte dei casi il valore di bilancio e il valore commerciale di alcuni immobili concessi in locazione è stato omesso. Da una stima prudenziale il valore effettivo o di mercato complessivo potrebbe infatti superare i 2 miliardi e 500 mila euro (con riserva di verificare la destinazione urbanistica dei terreni in base al Piano regolatore adottato dai singoli Comuni)».

Dai documenti, inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi non si rilevano dati sui contratti di fitto e non emerge nulla circa la data di stipula e di scadenza, la clausola del rinnovo e l’adeguamento del canone, la loro destinazione urbanistica.

«È la dimostrazione della gestione poco oculata del patrimonio. L’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia – sottolinea Guccione – negli atti mette nero su bianco che “Non esiste un contratto” per un terreno in località Rombiolo di 45mila metri quadri il cui canone di fitto annuo (inesistente) è di 50,40 euro. A Pizzo c’è poi il caso di un fabbricato in locazione di 75,30 metri quadri, il cui canone di fitto annuo è pari a 49,60 euro, ma viene riportata la dicitura “Contratto orale”».

C’è poi un terreno dell’Azienda ospedaliera di Cosenza il cui contratto risulta scaduto nel 1926 e il canone di fitto annuo è inferiore a 23 euro.

«Dai dati della ricognizione immobiliare – afferma il consigliere regionale – risulta una scarsa utilizzazione del patrimonio pubblico con beni che non producono alcun reddito o un introito irrisorio, quasi inesistente».

Protesta Ecologia Oggi, Guccione, «Palazzo dei Bruzi inadempiente»

COSENZA – «A pagarne le conseguenze come sempre sono i lavoratori. La storia si ripete. Per colpa delle inadempienze dell’amministrazione comunale di Cosenza, che non rispetta gli impegni contrattuali di pagamento con l’Azienda Ecologia Oggi, oggi i lavoratori sono costretti a manifestare, ancora una volta, davanti alla Prefettura per ottenere i pagamenti di giugno e la quattordicesima». E’ quanto afferma in una nota il consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi Carlo Guccione.

«Continua questo rimpallo  di responsabilità tra l’amministrazione comunale e la società che gestisce per conto del Comune la raccolta dei rifiuti. Questo testimonia che a Palazzo dei Bruzi i conti del Bilancio non contano.  Ci auguriamo che l’incontro fissato per stamattina in Prefettura possa essere risolutivo e dare la possibilità ai dipendenti di tornare a lavorare con serenità.
È ovvio che, anche questa volta, emerge con evidenza la necessità di rimettere ordine ai conti e al Bilancio del Comune di Cosenza che rischia di far ricadere le conseguenze negative dei debiti sui dipendenti e i cittadini».