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Lavoratori InfoContact, Graziano chiede tavolo tecnico a Oliverio

RENDE (Cs) – Nuovi sviluppi sulla vertenza lavorativa dei dipendenti InfoContact. Il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, scrive al Presidente Oliverio per chiedere la convocazione di un tavolo tecnico-istituzionale. L’obiettivo è quello di individuare una soluzione di superamento alla grave condizione in cui si sono ritrovati gli operatori dell’azienda a seguito delle note vicende giudiziarie che hanno interessato la società.

La missiva al Governatore è stata inoltra venerdì, 30 settembre e già nelle prossime ore si attendono riscontri. Nel frattempo il Consigliere Giuseppe Graziano esprime piena solidarietà ai lavoratori auspicando per loro una rapida risoluzione della vertenza, con l’augurio che possano trovare a breve una nuova e duratura collocazione lavorativa.

«La questione dei lavoratori della InfoContact – dichiara Graziano – così come è stata articolata, nelle ultime ore, dalle Associazioni sindacali, è chiara quanto grave, ed evidenzia una importante situazione creditizia nei confronti dell’impresa, al momento insormontabile. A tal proposito – prosegue il Segretario questore – ho chiesto al Presidente della Giunta regionale di mettere in campo tutte le azioni istituzionali possibili per solidarizzare con i lavoratori per far loro sentire la vicinanza della Regione e di valutare la convocazione, a breve, di un tavolo tecnico istituzionale che possa individuare una soluzione mirata a risolvere tale vertenza. Da Istituzioni – conclude – abbiamo il dovere garantire pieno sostegno a queste persone e alle loro famiglie in un momento di oggettiva difficoltà».

Sequestrati beni per 26 milioni di euro a società di call center

CATANZARO – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito un provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca di beni per equivalente, di beni (mobili, immobili, valori in denaro ecc.) per 26 milioni di euro intestati a Infocontact srl, nota società con 14 sedi di call center in Calabria, e agli amministratori della famiglia Pane. La società, costituita nel 2001, ha operato sul mercato dell’outsourcing e servizi di customer care, attualmente è in amministrazione straordinaria dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del Tribunale di Lamezia Terme. Infocontact, pur avendo sede legale a Roma, ha sempre operato in Calabria con 14 sedi e circa duemila dipendenti, ha usufruito di svariati contributi straordinari previsti da leggi nazionali e comunitarie per la formazione e l’assunzione di dipendenti, oltre a sgravi fiscali e contributivi a riduzione del costo del lavoro. Nel periodo tra il 2009 e il 2013 la società ha omesso di versare somme per 26 milioni di euro al fisco, come ricostruito dalla Procura di Lamezia Terme che ha disposto il sequestro anche in virtù di «operazioni distrattive e dissipative fatte dall’organo amministrativo nel periodo in cui versava già in stato di decozione o insolvenza». Le indagini hanno inoltre svelato una fitta rete di società correlate e collegate, di cui alcune anche all’estero, che secondo l’accusa potrebbero essere state destinatarie dei proventi distratti. Tra i beni sequestrati anche un lussuoso attico a Roma, oltre a numerosi conti correnti, beni mobili e partecipazioni finanziarie riconducibili agli indagati.

Il presidente Occhiuto interviene sulla vertenza Infocontact

Occhiuto1COSENZA – “E’ necessario un raccordo istituzionale a tutti i livelli per la risoluzione della vertenza Infocontact che rischia di incidere pesantemente sul tessuto economico dell’area urbana”. E’ quanto afferma il Presidente della Provincia Mario Occhiuto in merito alla situazione di crisi che ha investito i lavoratori dei call center Infocontact che, in questi giorni, sono in stato d’agitazione e che per domani, 11 marzo, hanno organizzato un sit in a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico.

“Non è ipotizzabile – ha dichiarato il Presidente Occhiuto – che, alla luce del delicato momento storico in cui viviamo, più di trecento unità lavorative perdano il posto di lavoro o si vedano applicare una drastica riduzione del salario alla luce di anni di sacrifici e dopo aver maturato un elevato bagaglio di esperienza nel settore del customer care. La battaglia va condotta con fermezza soprattutto se pensiamo che la maggior parte dei lavoratori coinvolti, nonostante possieda curricula universitari di tutto rispetto, ha intravisto nel call center l’unica possibilità di restare nella propria terra. I giovani, appartenenti già ad una generazione ipotecata dalle precedenti classi dirigenti, non meritano certamente un tale trattamento, soprattutto dopo aver dato dimostrazione di poter sopportare sacrifici, divenuti oramai insostenibili”.

“In qualità di Presidente della Provincia di Cosenza – conclude Occhiuto – ho già dato massima disponibilità per qualsivoglia iniziativa, atta a coinvolgere le istituzioni presenti nel nostro territorio e per la costituzione di un tavolo risolutivo. Inoltre, ho già disposto la concessione gratuita di locali dove poter effettuare le assemblee dei lavoratori Infocontact, una delle quali si è già svolta nel pomeriggio di sabato 7 marzo. Si tratta di una battaglia da condurre a difesa dei cittadini calabresi, a prescindere da appartenenze politiche di sorta”.

Infocontact Lamezia. Protestano davanti il Ministero

ROMA – Oggi, 22 gennaio, un gruppo di lavoratori del call center Infocontact di Lamezia Terme, in rappresentanza di tutti i dipendenti, hanno manifestato attraverso un sit-in davanti la sede del Ministero dello Sviluppo economico di Roma, chiedendo maggiori tutele e il ripristino dei contratti a rischio di rinnovo. I sindacati presenti a sostegno dei lavoratori sono stati SLC, CISL, FISTEL e CGIL.

Proroga di Wind per un gruppo di lavoratori di Infocontact

CATANZARO –

Una speranza, anche se lunga solo 4 mesi, per un gruppo di lavoratori della Infocontact di Lamezia Terme. Wind, infatti, «ha deciso di prorogare di 4 mesi la scadenza del contratto con Infocontact, azienda in amministrazione controllata, per la quale, relativamente alla commessa Wind, lavorano 310 persone». A darne notizia è la stessa azienda telefonica che precisa anche che «Wind è, pertanto, in continuo contatto con i commissari dell’azienda e anche con le organizzazioni sindacali per gestire la situazione». Tuttavia la situazione è ancora ben lontana dalla soluzione sia perché la proroga è limitata a 4 mesi sia perché Wind da sola fa riferimento solo ad una porzione della forza lavoro impiegata che conta oltre 1800 persone.

Infocontact, le parole di Oliverio

ROMA – Nella tarda mattinata di oggi, 15 gennaio 2015, si è concluso un incontro presso il MISE per affrontare l’argomento Infocontact. Presente alla riunione il Presidente della Regione, Mario Oliverio, il quale ha dichiarato:

L’impegno assunto questa mattina a Roma dal Sottosegretario De Vincenti e dal Responsabile dell’Unità Gestione Vertenze del Ministero per lo Sviluppo Economico, dott. Giampietro Castano, che, nella prossima settimana, sarà riconvocato un nuovo incontro nella Capitale insieme ai rappresentanti della Wind, della Regione e dei sindacati per affrontare e risolvere definitivamente la vertenza dei lavoratori Infocontact , ci soddisfa e ci fa guardare al futuro con speranza ed ottimismo. Quello odierno  è un primo, importante passo in avanti rispetto alla soluzione complessiva di un problema occupazionale che rischiava di assumere proporzioni drammatiche. La Calabria non può assolutamente permettersi di mettere in discussione il posto di lavoro di 1800 dipendenti.Al termine di questa giornata importante voglio ringraziare i sindacati, i lavoratori, le altre rappresentanze istituzionali e quanti si sono prodigati, in grande sintonia ed unità di intenti, per portare avanti, con grande civiltà e rispetto, una battaglia di democrazia e di libertà, a difesa dei livelli occupazionali e del futuro di questi lavoratori e delle loro famiglie.

#1800senzafuturo, la voce dei lavoratori

CATANZARO – Il presente che si sfilaccia come una corda ormai usurata, impossibile ripararla se si continua a portare avanti il non più ludico ma ormai pericoloso “gioco della fune”. Due attori posizionati ai capi estremi della corda: le imprese che fanno solo i propri interessi e i lavoratori che, invece, i propri interessi li vedono costantemente calpestati. Un presente che perde calcinacci dunque e un futuro ormai sul limite dell’oblio.

Questa è la drammatica situazione in cui versano i lavoratori di Infocontact che, dopo aver già perso circa 700 posti di lavoro, si ritrovano al centro di un nuovo terremoto. Il contratto Wind/Infostrada, in cui sono impegnate 300 persone, scadrà il 31 gennaio e, ad oggi, non si hanno notizie sul rinnovo. Lo spettro della chiusura e dei licenziementi di massa incombe nuovamente sulla testa di chi ha investito su un altro dei tanti lavori che ormai stabile non è.

Ma i lavoratori non ci stanno, non hanno nessuna voglia di lasciare la propria postazione e la cuffie attaccate al chiodo, non vogliono essere ennesime prede di un sistema che guarda solo al profitto a scapito della dignità umana. “Ora basta! Siamo stanchi ma ancor più incazzati. Non resteremo inermi, non riusciranno a lasciare #1800senzafuturo”, è questo l’urlo che si leva dai social, è questo il grido di chi non vuole lasciare il campo di battaglia senza prima aver provato a combattere.

Il ricorso ai social e ai media prima, la richiesta d’aiuto ai sindacati poi. Sono queste le armi che i lavoratori di Infocontact stanno sfoderando, la speranza è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica oltre che risolvere in tempi brevi e nei migliori dei modi questa situazione scomoda, precaria e distruttiva. Si lotta affinchè questo avvenimento sia presto ricordato come un piccola battuta d’arresto.

A parlare con il nostro giornale è Pasquale Cimmino, la sua voce incarna quella di 1800 persone che rischiano di perdere tutto quello per cui hanno sempre fatto sacrifici. La faccenda Infocontact, infatti, non è solo una questione di perdita del lavoro, ma anche di diritti di molti violati e usurpati a scapito di guadagni di pochi.

Pasquale afferma: “Infocontact attualmente è in amministrazione straordinaria. C’è un Bando di acquisto, riservato alle aziende che vogliono acquistare e prelevare in toto le commesse con gli operatori. Wind gioca un ruolo importante in quanto non rinnovando il contratto in essere con Infocontact, sminuisce notevolmente il valore dell’azienda, meno lavoro dunque ma con lo stesso numero di operatori. Un collasso.  L’anno scorso la stessa Wind aveva annunciato il mancato rinnovo della commessa Wind Mobile attribuito alla crisi Infocontact su cui, secondo quanto abbiamo appreso nelle scorse settimane, grava un ingente buco fiscale.”

Ma la situazione diventa sempre più complessa e chiedendo maggiori chiarimenti Pasquale spiega: “Il mancato rinnovo della commessa ci ha portato a dover accettare un contratto di solidarietà: meno giorni di lavoro, meno soldi, ma lavoro per tutti spalmando gli operatori tra le 2 commesse rimaste, ossia Wind fisso/adsl e PosteMobile. Fino all’ 8/1/15 c’erano tutti i presupposti per il rinnovo tanto che si stava procedendo alla contrattualizzazione da parte dei commissari straordinari, con i possibili acquirenti.  Questa trattativa, però, non è andata in porto in quanto ancora una volta Wind ha messo i bastoni tra le ruote mossa da fattori puramente commerciali. Togliendo la commessa ad Infocontact, può offrirla ad altri acquirenti al prezzo più basso possibile. La cosiddetta asta al ribasso. Male di ogni call center. Andando via anche Wind Fisso/adsl, si verrebbe a creare un numero spropositato di dipendenti rispetto al lavoro presente che questa volta  avrebbe come unico effetto il licenziamento e lo smembramento dell’azienda. Infocontact ha provato in passato ad espandersi all’estero ma senza una buona riuscita. Classico esperimento fallito.”

La situazione è quindi complessa e critica allo stesso tempo. Bisogna però ricordare che, in questo periodo di totale precariato, la faccenda riguarda tutti, nessuno escluso. Il futuro non è solo quello dei 1800 lavoratori di Infocontact ma è anche il nostro, la loro è una battaglia che difende anche i nostri diritti. Facciamo sì che i #1800senzafuturo diventino #1800conunfuturo.

Annabella Muraca