Archivi tag: mostra

Nina Gonzalez e la “tessitura artistica” presentata ieri al Chiostro di Santa Chiara

Cosenza, 6 lug 2012 – Si è tenuta ieri presso il Chiostro di Santa Chiara, nel centro storico di Cosenza, la conferenza stampa di apertura della mostra di “tessitura artistica” Textile Art “Ardite Trame nella Pittura – Aspettando Ulisse”, primo di una serie di appuntamenti che riguardano l’evento espositivo di cui è protagonista la particolarissima produzione di Nina Gonzalez, docente e disegnatrice di gioielli di origine sudamericana.
Intervenuti alla presentazione, la responsabile dell’organizzazione dell’evento – che si inserisce in un più ampio progetto promosso dalla provincia di Cosenza, per la promozione di altre mostre artistiche – , Maria Eugenia Jimenez, il giovane curatore della mostra, Gregorio Raffa, la responsabile tecnico Alessandra Carelli e l’artista, Nina Gonzalez.
L’intenso lavoro scaturito da un lungo e articolato progetto di ricerca che ha dato origine alla produzione artistica tessile della Gonzalez, che l’ha portata dagli Stati Uniti in Europa, passando dal continente africano, fino a giungere nel Sud della penisola italiana, è stato al centro dell’intervento di Maria Eugenia Jimenez, che pure lo ha collocato nella sua importanza tra i progetti che la provincia di Cosenza mira a promuovere. La Jimenez ha poi presentato il programma connesso alla mostra che prevede diversi incontri-dibattito a tema nei giorni del 6, 9 e 11, 12 luglio, con la serata finale venerdì 13, animata dal gruppo musicale Sabatum Quarter, che si esibirà alle 18,30 presso la Galleria Museale Santa Chiara a Cosenza in un percorso tra le opere esposte.
E’ seguito l’intervento di Gregorio Raffa, curatore della mostra, che ha raccontato la produzione artistica esposta nei locali della Galleria cosentina, rapportandola alle correnti d’avanguardia novecentesca, focalizzandone gli influssi e al contempo enfatizzandone le peculiarità, che non consentono di collocare la produzione entro alcun genere oggi riconosciuto. A parere di Raffa, le opere esposte, al contempo “moderne e vetuste” e oscillanti dal “grezzo” artigianato alla grafica vettoriale, si presentano come “opere aperte” che il fruitore deve completare con il proprio apporto immaginifico-semantico. L’importanza del lavoro dell’artista, il suo valore metaforico, espressione di una crescita artistica e personale che partendo dalla “trama” del tessuto, si espande verso l’ambiente circostante, è quanto si è voluto trarre dall’intervento di Alessandra Carelli. Ultima ma non meno importante nella conferenza di apertura, l’intervento di Nina Gonzalez che con contenuto entusiasmo e un’estrema solarità ha spiegato le “ragioni” del suo lavoro. 
Frutto di anni di ricerca e sperimentazione, il campionario di opere esposte ne rappresenta un po’ l’approdo concentrato sull’artigianato, nello specifico la tessitura. L’incontro tra la manualità e l’arte tessile qui non si deve esclusivamente a delle scelte tecniche, ma risiede nella metafora stessa di un messaggio che l’artista intende veicolare. Si tratta del recupero del lavoro artigiano, nello specifico delle arti minori, categoria entro cui la tessitura è rilegata, allo scopo di elevarlo al pari delle arti maggiori, quali la pittura, scultura architettura. A ciò si aggiunge l’enfatizzazione della personificazione di questo lavoro nella figura femminile, dunque la rivalsa della stessa; non a caso la mostra richiama la laboriosa attesa di Penelope. Laddove, negli intenti di Nina Gonzalez, il lavoro tessile, non è un mero mezzo di secondaria importanza, ma diviene l’obiettivo stesso di una ricerca.
L’esposizione consiste un’ampia panoramica della produzione della tessitrice, a partire degli anni 90. Siamo già all’approdo all’uso del canvas,intagliato e “intessuto” con inserti di altri materiali, tra cui l’artista predilige il vetro di murano e legno, materiali utilizzati allo scopo di conferire luminosità e cinesi alle opere. La mostra si articola su due livelli, che seguono pressappoco cronologicamente l’evoluzione del lavoro.
L’uso della tela, smembrata e “ricomposta” è nella produzione dei primi decenni del 2000, prossima al periodo di formazione in Africa, rivolto all’ottenimento di forme morbide, caratterizzate da tinte calde che richiamano luoghi e sensazioni specifiche.


Man mano che ci si avvicina alle opere più recenti invece, è possibile osservare l’insinuarsi di un maggiore rigore geometrico, caratterizzato dall’applicazione della sezione aurea, della modularità e di costruzioni prospettiche precise. Per quanto riguarda queste tele si osserva uno spostamento verso la bicromia: il bianco e il nero, verso un risultato – come si evince dalla lettura che ne da la stessa Nina Gonzalez – meno rumoroso e maggiormente meditativo, sempre più prossimo allo scopo della ricerca artistica. Ritorna spesso il paesaggio urbano, o meglio “il tessuto” urbano con intrecci che creano giochi prospettici e illusioni ottiche che rendono differenti i risultati a seconda dell’angolazione da cui vengono osservati.

Alla conferenza stampa è seguito il rinfresco, meritevole di attenzione per via della sua provenienza: buona parte delle pietanze offerte agli ospiti della mostra, oltre ad essere fatta in casa, era a “chilometro zero” ovvero realizzata con materie prime del posto.

Giovanna M.Russo

Cromatismi temporali. La personale di Laura Pignataro

altomonteLa suggestiva cornice del chiostro del Convento Domenicano di Altomonte (Cs) ospita per una settimana la mostra di pittura di Laura Pignataro.

“Cromatismi temporali” è il titolo dato all’esposizione, in riferimento alla ricerca di fusione di due elementi – il colore e il tempo – che caratterizzano la riflessione artistica dell’autrice. I suoi lavori infatti nascono da emozioni personali e momenti vissuti che vengono fermati sulla tela. Colori e linee che guidano lo spettatore nei meandri dell’anima, che toccano la sensibilità dell’occhio attento in un gioco di forme e suggestioni uniche per ogni opera. Arte visiva che diventa racconto, storie nella storia del tempo appunto, tra passato presente e futuro.

Laura Pignataro è una giovane artista calabrese che ha coltivato la sua passione fin dall’adolescenza arrivando solo negli ultimi anni alla consapevolezza del proprio talento e alla voglia di condividerlo con gli altri. In un percorso misto di pudore e studio ha tirato fuori la grinta necessaria per approdare, per ora ancora in punta di piedi, nel variegato e difficile mondo dell’arte. Laureata a Bologna, dove attualmente vive, si divide tra la sua regione d’adozione e la terra d’origine, fondendo anche nelle sue opere le peculiarità e le suggestioni dei differenti contesti di vita.

“È una gioia e un orgoglio ospitare queste opere – ha esordito il sindaco di Altomonte, Gianpietro Coppola al taglio del nastro della mostra che sarà aperta fino al 27 maggio – sia per il loro pregevole valore artistico, sia soprattutto per l’affetto che ci lega a Laura e alla sua famiglia. L’abbiamo vista crescere tra i vicoli di questo incantevole borgo e ora la riscopriamo artista capace e promettente.”

Emozionatissima Laura, non solo per queste incoraggianti parole, ma in particolarmente modo per la presenza di tanti amici e concittadini che sfilano tra le colonne del chiostro alla scoperta di questo suo lato finora nascosto. È un ritorno a casa, un ritorno alle origini. “Sono stata felicissima di cogliere l’opportunità di esporre i miei lavori proprio qui, dove sono nata e cresciuta”.

La personale di Laura Pignataro è apripista della stagione culturale di Altomonte, centro annoverato tra i borghi più belli d’Italia. In questo periodo infatti si svolge anche il Festival Teatro Scuola, una rassegna rivolta agli studenti di tutta Italia e non solo che hanno l’opportunità di recitare nel suggestivo anfiteatro cittadino, scenario di indiscutibile pregio per le rappresentazioni teatrali. A questa manifestazione seguirà poi, nella prossima settimana, la sesta edizione della Gran Festa del Pane che per tre giorni riempirà i vicoli di odori e sapori invitanti, turisti e studiosi tra arte e cultura, in un viaggio di conoscenza, scoperta e degustazione del principale alimento delle nostre tavole.

 

Mariacristiana Guglielmelli