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[#IndiNerd] Ethicus, la Recensione

In un paese legato alla morale e all’etica, la cultura Giapponese ha trovato non poche difficoltà nel farsi ascoltare e accettare dal grande pubblico.

La censura ha colpito molte opere che ci hanno accompagnati, sin da bambini, nei nostri passi nel mondo, facendoci credere in una società perfetta ed edulcorata. Navigando per il tubo, ci siamo imbattuti in un lavoro teatrale che incarna tutti questi pensieri. Da appassionati del Sol Levante non potevamo non soffermarci su problemi che coinvolgono, spesso e volentieri, le nostre riunioni di redazione.

LA TRAMA

Etichus, opera sceneggiata da Antonio Malfitano, racconta in circa 100 minuti i problemi di essere un autore di anime in Italia. 

L’opera racconta la storia di Gianni, giovane scrittore di anime non molto affermato, che cerca in tutti i modi di soddisfare la propria passione, nonostante la sfiducia delle persone che gli stanno attorno. Oltre ogni previsione, riesce a vendere uno dei suoi lavori per cui prova più orgoglio, Ethicus, a un’emittente nazionale, Mediaset, che ne acquista prontamente i diritti. Ethicus narra la storia di Ryo, supereroe in contrasto con il bigottismo della società moderna, promuovendo la libertà dei singoli individui.
Gianni, entusiasta per il risultato raggiunto ed il forte successo della sua opera, scoprirà con amara sorpresa l’epilogo della sua vittoria: l’anime, che fondava i suoi passi su principi di libertà, si vede censurato e propinato al pubblico denaturato dal suo scopo. Gianni, nonostante il duro colpo, continua a lottare perché il suo Ethicus possa mostrare il suo reale messaggio agli spettatori.

Ethicus è andato in scena nel 2013, diviso in due atti ricchi di tematiche piuttosto forti. La Compagnia delle Stringhe ne ha messo in scena il libretto, con regia di Antonio Malfitano (autore dell’opera) e Annalisa Minervino. L’adattamento per il video web, invece, è di Ilenia Caputo.

IL COMMENTO

La storia si sviluppa su due mondi distinti, uno immaginario, rappresentato dall’anime scritto da Gianni (Sante Onofrio), in cui si affrontano le tematiche etiche tipiche dei Seinen. L’altro è il mondo reale, dove l’autore si confronta con la società, per riuscire ad avere la sua opera prodotta e distribuita sulle reti Mediaset. Eutanasia, libertà sessuale, religione, politica, censura, i punti focali di Ethicus si snodano in direzioni molteplici, risultando attuali anche a distanza di alcuni anni dal rilascio dell’opera. I protagonisti ne accennano solo alcuni aspetti, in favore di uno spunto di riflessione che coinvolgerà lo spettatore in un secondo momento e lasciando libero sfogo alla trama.

Il mondo immaginario, come il resto dell’opera, prende spunto a piene mani dagli anime degli anni ‘80 e ‘90, con la presenza del tipico contrasto tra bene e male, qui rappresentati da Ryo, eroe che protegge la libertà di pensiero e di espressione e interpretato da Francesco Cauteruccio, ed il Re dei Bigotti e dei Puritanoidi, interpretato da Alessandro Conte, che si oppone a qualsiasi forma di libertà. Questa parte degli episodi, ben distinti dai cambi di scena, tratterà esclusivamente le tematiche più spinose e socialmente complesse.

I brani del musical enfatizzano i netti contrasti tra le due parti rappresentate, valorizzandone la loro essenza che sembra appartenere ai due volti di una stessa medaglia. Se da una parte troviamo la chiusura del bigottismo che non ammette forme di autonomia cognitiva, dall’altra scopriamo quella del libero pensiero, supportato dalle tematiche sopracitate. Le canzoni sono tutte sigle di cartoni animati e anime, mentre i testi sono stati riadattati da Malfitano in chiave umoristica, per riuscire nel difficile intento di alleggerire i concetti.

Se il mondo immaginario è vario nelle tematiche, quelle contenute nel mondo reale sono concentrate sul boicottaggio del protagonista, sottolineato dalla frase:

“gli anime non sono per bambini”

riproposta più volte nell’arco della prima ora di spettacolo. Gianni si pone come obiettivo quello di voler dimostrare che gli anime non sono ciò che ci hanno sempre servito in salsa edulcorata e denaturalizzata, che sono capaci di trasmettere idee e concetti maturi, come qualsiasi altro media contemporaneo.

A questo si contrappone, però, la casa di produzione Mediaset, antica nemesi degli anime, che si è macchiata più e più volte di censura. Successivamente, le associazioni dei genitori, quasi trattate come ente che governa la libera diffusione delle idee in televisione. Questo tema è di sicuro uno dei punti di congiunzione della maggior parte dei Nerd e Otaku, che da sempre combattono per una valorizzazione di queste opere, contro la denigrazione gratuita e inconsapevole.

Malfitano si fa portavoce di una minoranza che ai tempi, nel 2013, aveva ancora difficoltà a farsi accettare dalla comunità e non si può dire che i suoi testi non siano coraggiosi. L’esecuzione da parte della compagnia è buona, se si parte dal concetto che tutti gli attori sono amatoriali e che si trovano a ballare, cantare e recitare in un contesto piuttosto arduo. Le coreografie di Enrica De Santis sono a volte macchinose e rigide, ma si mescolano bene con le musiche degli anime.

Nota di punto per la scenografia, che vede il poster di Sasuke Uchiha comporsi man mano che gli atti e le scene si susseguono, fino ad essere utilizzato come mezzo stesso di comunicazione contestuale.

IN CONCLUSIONE

Il lavoro di Malfitano è un buon punto di inizio per un’opera che può essere sicuramente migliorata nel tempo. Al contrario del cinema, infatti, il teatro offre la possibilità di cambiare il proprio spettacolo limando dialoghi, scene e composizioni nello spazio. Merita di sicuro la visione, rientrando degnamente nelle opere di protesta che, nella scena indipendente, combattono la guerra contro la chiusura sociale verso questo meraviglioso mondo a noi caro.

Miriam Caruso

[#5Picks] Chrono Trigger, 5 Buoni motivi per cui dovresti giocarlo

Nelle scorse ore Square Enix ha sorpreso tutti i fan di JRPG rilasciando sul famoso store di Gabe Newell, Steam, una versione per pc di Chrono Trigger, gioco del 1995 per Super Nintendo.

Tuttavia l’euforia è durata per qualche minuto, giusto il tempo di comprare il gioco, aspettare il termine dell’esiguo download e constatate la triste verità: la versione approdata su pc altro non è che un barbaro port della versione per Android ed iOS.

Tuttavia, a prescindere dalla discutibile condotta di Square Enix, il gioco rimane comunque il caro e buon vecchio Chrono Trigger, titolo che ha fatto innamorare migliaia di persone con le avventure del silenzioso Crono e compagni; se non avete avuto la fortuna di giocarlo al tempo, potete sempre approfittare di questa “remaster”.

Ecco perché noi di Nerd30 ci sentiamo di darvi 5 buone ragioni ulteriori per dare una possibilità a questa piccola perla dei videogiochi.  

Il Party

Uno dei principali punti di forza di Chrono Trigger sono proprio i compagni di viaggio di Crono. I cinque personaggi (sei se vi sentirete magnanimi… e fidatevi non ve ne pentirete) sparsi nel tempo, che decideranno di unirsi a voi nella crociata contro Lavos, vi regaleranno emozioni e storyline personali degne di un film d’autore. Andando avanti nella storia, anche il protagonista diverrà un personaggio sostituibile, lasciando la più completa libertà al giocatore di portare con sé il proprio trio preferito.

Finali Multipli

Durante lo sviluppo del titolo, i game-designers della Square Co. desideravano ardentemente dare alla loro creazione un background ammaliante: una storia che potesse esser plasmata a piacimento dalle azioni del giocatore. Il metodo che scelsero per approfondire ancor di più la trama fu un complesso sistema di bivi, arricchiti da innumerevoli side-quest. La combinazione di questi due elementi conferì al gioco un notevole tasso di rigiocabilità, che valse a Chrono Trigger il terzo posto sul podio dei giochi più venduti del 1995.

Character design

Ciò che rende ancora più accattivanti party, minion e boss che popolano il gioco è la mano che firma la maggior parte degli artboard. La Square affidò l’arduo compito al mangaka Akira Toriyama, già famoso ai tempi per aver creato la fortunata serie di Dragonball. Ciò che il disegnatore riuscì a creare è tuttora apprezzabile, oltre che facilmente riconducibile al suo stile tipico; un esempio sono i capelli antigravità di Crono, lo scouter indossato dalla piccola Lucca e le fattezze di Ayla, palesemente ispirata da Laura della Kame House.

Combat System

Lasciando da parte il comparto artistico di Chrono Trigger, altra cosa che torna subito alla memoria di un giocatore della prima release è il sistema di combattimenti tipico del titolo. I mostri, a differenza di altri JRPG della stessa casa, non rimarranno fermi su di una linea immaginaria, ma si disporranno in maniera strategica durante l’avanzare del combattimento, così da rendersi vulnerabili o immuni ad alcuni tipi di attacco. Inoltre, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, man mano che i personaggi avanzeranno di livello sbloccheranno nuove e potenti tecniche. Come se non bastasse, le sopracitate mosse potranno combinarsi in maniera differente in base ai membri presenti.

Impossibili da dimenticare tecniche triple come Triple Raid o Twister.

Colonna sonora

L’intero sviluppo di Chrono Trigger è stato supervisionato da un gruppo di creativi e sviluppatori denominato “Dream Team”. Questa gargantuesca squadra contava su membri del calibro di Hironobu Sakaguchi, produttore della serie Final Fantasy, il sopracitato mangaka Akira Toriyama, ma soprattutto Nobuo Uematsu, uno dei più celebri compositori videoludici, celebre per le ost di Final Fantasy, che diede manforte al compositore principale Yasunori Mitsuda. I pezzi creati appositamente per il titolo sono stati più volte reinterpretati ed eseguiti da famose orchestre. Due dei brani originali “Un giorno di sole ci incontrammo” ed “Un incontro col destino” vennero persino citate dal papà di Doom, John Romero, come due delle sue canzoni preferite.

E voi? Avete già giocato nel lontano 1995 a Chrono Trigger o approfitterete di questa nuova versione? Fatecelo sapere nei commenti e soprattutto nel nostro gruppo Nerd30 Anomaly!

 

Daniele “Icelo” Pezzolla  

[#JapanTime] Il Tanuki, l’animale oggetto

Ci avviciniamo sempre di più alla fine dell’inverno, manca poco ormai all’inizio della primavera.

Oltre alle lunghe giornate di sole e ai colori, questa stagione è nota per le classiche pulizie che si svolgono in casa e chissà che tra le vecchie cianfrusaglie nascoste sul fondo di una mensola non troviate un Tanuki. Curiosi di sapere cos’è?

E allora scopriamolo in questo nuovo Japan Time!


Originario dell’Estremo Oriente, il Tanuki è una creatura che esiste nelle caratterizza molte storie giapponesi e il cui aspetto è un ibrido fra un procione e un cane. Più simile al primo, ma classificato come canide.
Il Tanuki è un essere che fa parte della tradizione nipponica sin da tempi molto antichi. E’ visto come un animale dispettoso, scherzoso, goffo, distratto e a volte anche malizioso. In passato si diffusero le più svariate credenze, di cui alcune descrivevano la creatura come una bestia crudele e sinistra. La tradizione più comune racconta che i Tanuki altro non sono che le incarnazione di vecchi oggetti usati, di almeno cento anni, e da qui sono nate tantissime storie: le creature che per ingannare i cacciatori si trasformano in rami o prendono in giro i mercanti trasformandosi in banconote.


La pelle di questi animali era usata nel campo della metallurgia e si utilizzava per raffinare l’oro, per questo col tempo si iniziò ad associare il Tanuki ai metalli, alle pietre e all’oro stesso.  Da qui è nata la convinzione che il Tanuki porti fortuna, motivo per cui vengono vendute statuine e oggettistica varia. E’ facile trovare rappresentazioni di tali creature davanti a ristoranti, templi, negozi e attività che necessitano di buona fortuna.


Questi particolari animali vengono spesso rappresentati con testicoli stranamente enormi e una pancia molto grande, che è usata come tamburo. Il più delle volte indossano un ingombrante cappello in testa e reggono una bottiglia di sakè.
Ovviamente è facile trovare questa figura anche nella cultura pop, fra anime e videogiochi. Vediamone alcuni esempi:

Super Mario Bros. 3

In Super Mario Bros. 3, Mario può trasformarsi in una statua con le sembianze di un Tanuki.

Pokémon

In Pokémon Rubino e Zaffiro, Zigzagoon e Linoone possono imparare la mossa Panciamburo, riferimento alla grande pancia usata come un tamburo.

Gugure! Kokkuri-san

In Gugure! Kokkuri-san, uno dei protagonisti, Shigaraki, è un Tanuki

Ranma ½

In Ranma appare spesso un Tanuki come oggetto da scagliare nelle lotte.

Chissà che anche qualcuno di noi non trovi un Tanuki dispettoso nelle prossime pulizie di primavera. E voi? Lo terreste o lo buttereste via?

                                                                                                                             Paolo Gabriele De Luca

[#CamperandoilTribush] Camperata di Febbraio

Salute evocatori!

Nell’ultimo mese abbiamo assistito a diversi cambiamenti, soprattutto con l’ultima patch si cambia il modo di giocare per quanto riguarda i maghi.

PATCH 8.3

La patch 8.3 ha visto pochi cambiamenti e riguardano quasi esclusivamente i campioni: di veramente rilevante ci sono solo i danni ridotti della W a Kog’Maw  e i danni aumentati della passiva di Lucian, e poi non si spiega il buff di Master Yi sia sulla Q che sulla E.

Un altro ritocco da segnalare è l’aumento della ricarica della Q di Zoe (tenete bene in mente questo cambiamento).

OLTRE I CAMPIONI SONO STATE MODIFICATE DELLE RUNE, TUTTE APPARTENENTI AL RAMO DI ISPIRAZIONE

Dopo il primo mese nella nuova stagione, la gente ha iniziato a sperimentare nuove combinazioni di rune, ma il meta si è presto fossilizzato con il cronografo: cronografi in ogni corsia e su ogni personaggio. Per cui il nerf era inevitabile. Il cronografo ottenuto da “tempismo perfetto” contribuisce di meno per quanto riguarda il lato economico nella costruzione degli oggetti e venderlo restituisce una ben più ridotta quantità di oro.

La runa chiave “Libro degli incantesimi non sigillato” forniva troppa flessibilità grazie alla ricarica degli incantesimi evocatore, per cui anche essa è stata nerfata proprio nel valore di riduzione ricarica che passa dal 25% al 15%.

ULTIMO, MA NON MENO IMPORTANTE

Dopo il teaser con cui ci siamo lasciati nella scorsa camperata, ora Swain è tornato con una nuova lore e un nuovo kit di abilità, anche se non sembrano convincere molto…

PATCH 8.4

La patch 8.4 è quella più grossa e più piena di stravolgimenti.

Nerf di Kalista su attacco e range, anche se ottiene più velocità d’attacco e soprattutto la E rimborsa meno mana.

Il nerf nella patch precedente ha forse picchiato troppo Kog, per cui questa volta i danni alla W  di Kog’Maw sono stati aumentati.

È tornato il regno di terrore di Rengar: la Q è tornata quella precedente al rework…i gatti ne saranno contenti.

Nerfati i danni di Shyvana e Twitch, la motivazione del nerf è il cambiamento ad una runa chiave del ramo Precisione.

CIAO ZOE

Zoe ha dato problemi fin dal rilascio, forse dopo questa patch ne vedremo molte di meno: ridotti i danni della Q e rimossa la riduzione ricarica della E in caso di campione addormentato, sommando il nerf della precedente patch ORA possiamo essere veramente felici.

QUI ARRIVA IL BELLO: GLI OGGETTI

Nel caso giochiate maghi o comunque personaggi che necessitano di potere magico, non potete fare a meno di leggere la sezione adatta della patch note, perché i cambiamenti sono veramente tanti…per fare un esempio ora il Morellonomicon non fornisce più mana e riduzione ricarica e l’Eco di Luden non fornisce movimento.

Rimangono da segnalare 2 nuovi oggetti: la “sfera dell’oblio” e il “legamagia”, Il primo è necessario per completare il nuovo Morellonomicon e fornisce Ap, salute e penetrazione magica, mentre il secondo dovrebbe sostituire l’Eco, in quanto fornisce movimento sia come abilità passiva che attiva.

E SOPRATTUTTO SONO TORNATE…LE OMBRE GEMELLE!

Rimosse nella stagione 5, ritornano con questa patch esattamente come prima, stesse stat, stesso costo e, soprattutto, stessa abilità attiva: evocano 2 fantasmi non bersagliabili, che cercano e rallentano i campioni nemici più vicini…i più nostalgici non potranno che apprezzare.

QUESTA VOLTA SON STATE TOCCATE ANCHE LE RUNE

A parte il ramo di stregoneria che rimane invariato, parecchie rune secondarie sono state modificate, ma il cambiamento più importante rimane quello sulla runa chiave “attacco sostenuto”: essenzialmente ne sono stati aumentati i danni, ed è questa la causa di alcuni nerf sui campioni che avrebbero potuto abusarne.

I MOSTRI EPICI ACQUISTANO UN RUOLO DOMINANTE PER CHIUDERE LE PARTITE

Sia il Barone Nashor che il Drago maggiore sono stati enormemente buffati, il Baron fornisce più statistiche sia ai campioni che ai minion della squadra che lo elimina, mentre il Drago acquisisce ulteriori effetti bonus se ne vengono eliminati altri oltre il primo.

IL VOID HA UNA NUOVA FIGLIA

Un nuovo tiratore emerge dal Void, Kai Sa.

Vi lasciamo con le sue interazioni e un avvertimento: preparatevi a patch belle grosse!

Giulio Ciambrone

 

 

 

[#CiNerd] Fullmetal Alchemist Live Action, la Recensione (no spoiler)

Finalmente l’attesa è finita: Netflix ha rilasciato l’attesissimo live action giapponese di Fullmetal Alchemist il 19 febbraio scorso, a distanza di qualche mese dall’uscita del film nei cinema del Sol Levante.

Diretto da Fumihiko Sori, l’adattamento del famosissimo manga di Hiromu Arakawa è disponibile con il doppiaggio italiano, perciò fruibile anche da chi il manga e l’anime in questione non li conoscevano proprio.

Grande pubblicità è stata fatta nei mesi precedenti l’uscita dalla Warner Bros che ne ha curato la produzione, creando grandissime aspettative nei fan: da quel che i trailer mostravano, sembrava esserci stato un ottimo lavoro, maggiormente dal punto di vista degli effetti speciali e, soprattutto per noi italiani, per la location, in quanto da sfondo era stata scelta la suggestiva Volterra, comune toscano pittoresco, che riesce a evocare quel senso di familiarità con la pseudo Europa presente nell’opera della Arakawa.

In questa recensione cercherò di analizzare in modo obiettivo la pellicola, dando poi qualche parere più soggettivo, in quanto fan particolarmente affezionata dell’opera. Ma partiamo subito con l’analisi dei punti e vediamo in dettaglio cosa il film ci ha riservato.

 

LA TRAMA

 

La trama di Fullmetal Alchemist si snoda in un manga di 27 volumi e due serie animate, di cui la prima prende una direzione diversa rispetto l’opera originale, mentre la seconda ricalca fedelmente il manga. Risulta evidente, quindi, che possegga una trama molto complessa, più volte cruda e violenta, ma che si prende tutto il tempo di spiegare ogni cosa e non lasciare nulla al caso. Il film cerca di comprimere in 2 ore e 14 minuti la storia dei due fratelli Elric, Edward e Alphonse, che cercano di riportare in vita la madre morta tramite l’alchimia, ma falliscono nel peggiore dei modi: uno perde due arti, l’altro tutto il corpo. La loro missione è, quindi, riavere tutto indietro grazie alla Pietra Filosofale, potente strumento che nessuno è mai riuscito a riprodurre.

IL COMMENTO

Il film, per quanto voglia essere il più possibile fedele alla trama “base”, risulta spesso troppo sintetico nei dettagli importanti e da rilievo a personaggi che in realtà non ne hanno poi così tanto bisogno. Uno dei difetti principali del film è il taglio eccessivo di molti personaggi essenziali a favore di altri che potevano essere omessi o, quanto meno, ridimensionati, creando uno strano effetto nello spettatore fan che non si ritrova con quello che sta vedendo. Ma questa si pone essere una scelta necessaria per i tempi ristretti concessi dalla pellicola, quindi anche il fan più accanito “accetta” le differenze, pur con grande rammarico. Tuttavia, il pathos di alcune scene molto importanti, se non addirittura simboliche, che la pellicola ha riproposto, non raggiungevano l’intensità che avrebbero dovuto avere, rallentandone il ritmo e facendo sbadigliare lo spettatore in più occasioni. Bene, ma non benissimo.

 

COMPARTO TECNICO

 

La domanda che, però, tutti si ponevano durante la visione dei trailer anticipatori è:

riusciranno a mantenere nel film effetti speciali tali da non risultare grotteschi o a “basso budget”? 

La risposta è… . Ho notato più volte che durante alcuni combattimenti, gli stessi attori faticavano a rendere veritiero l’attacco da parte di mostri in CGI, essendo poco familiari con questo tipo di tecnologie, che implica uno sforzo e un realismo tale da far credere allo spettatore che ci sia DAVVERO un mostro a muoversi sullo schermo. Tuttavia, la CGI nella sua interezza riesce a raggiungere picchi notevoli di realismo, come con l’armatura di Alphonse, ma a volte gli stessi sfondi faticano ad amalgamarsi con la computer grafica. Tutto questo, però, non rende il film meno godibile, in quanto anche durante le trasmutazioni alchemiche dei due fratelli, si riesce a mantenere un livello abbastanza alto per un prodotto del genere e con budget non hollywoodiani.

 

IL CAST

 

Vero problema della pellicola è il cast.

Probabilmente Fullmetal Alchemist è tra i pochissimi prodotti Made in Japan adatti a un cast interamente occidentale, essendo il manga ispirato, come detto sopra, a una Europa alternativa dei primi del Novecento. La scelta  di un cast nipponico ha influito sulla resa finale e sulla credibilità degli eventi messi in atto. Le scelte estetiche riguardanti Ryosuke Yamada, che interpreta Edward Elric, sono state un po’ “infelici”, in quanto il “parruccone” biondo non ha reso l’effetto naturale che avrebbe dovuto dare, cosa invece riuscita al Tenente Hawkeye, interpretata da Misako Renbutsu. Il costume e la resa degli automail sono stati, al contrario, alquanto ottimali.

Per quanto riguarda il resto del cast, sono stati tutti all’altezza dei loro ruoli, in particolare gli homunculus Lust (Yasuko Matsuyuki), Gluttony (Shinji Uchiyama) ed Envy (Kanata Hongo), riuscendo a mostrare l’essenza dei personaggi in tutte le occasioni in cui sono apparsi. Nota dolente, invece, Tsubasa Honda, che interpreta Winry (neanche la parrucca bionda le è stata concessa), che non riesce a raggiungere i livelli del resto del cast, risultando piuttosto fastidiosa e a volte stupida. A differenza della “vera” Winry, la Honda non è riuscita a trasmettere alcun carisma e l’importanza della stessa per i due fratelli Elric non è abbastanza sottolineata, riducendosi più una macchietta comica che altro (ma che non fa neanche così tanto ridere).  

IN CONCLUSIONE

Fullmetal Alchemist Live Action si presenta come un prodotto confezionato in modo sufficiente, senza lode e senza infamia.

Si apprezzano gli sforzi fatti da tutto il cast e dalla produzione, dando alla luce un qualcosa che possa essere almeno dignitoso nei confronti dell’opera originale, dando anche (per chi ha visto la scena dopo i titoli di coda) una “quasi” conferma che probabilmente non si fermerà qui, e che eventuali seguiti siano già all’orizzonte. Tuttavia, credo anche che il cast asiatico non sia adatto per un progetto di tale portata, in quando è vero che gli attori sono stati molto bravi, ma è altrettanto vero che risulta spesso grottesco e quasi parodistico il risultato. Fullmetal Alchemist Live Action raggiunge una quotazione pari a 6.5, migliorabile sotto tutti i punti di vista, ma inevitabile che altri stravolgimenti potranno inasprire i fan ancora più di adesso.

Per ora possiamo solo dare fiducia e aspettarci qualcosa di meglio in seguito. Una possibilità, a mio avviso, se la merita.

Vittoria Aiello

[#Nerd30Consiglia] Piano Forest (Piano No Mori)

Ritorna l’appuntamento con i consigli di Nerd30, questa volta con un film anime targato Madhouse.

Stiamo parlando di Piano No Mori (Il piano nella foresta), pellicola del 2007 diretta da Masayuki Kojima, trasposizione dell’omonimo manga in 22 volumi di Makoto Isshiki, dal quale si discosta negli avvenimenti per renderlo un film autoconclusivo.

Il film è edito in Italia da Kazè per il reparto home video, con un ottimo doppiaggio italiano.

LA TRAMA

Shûhei Amamiya è un ragazzo delle elementari proveniente da una famiglia benestante di musicisti. Si è appena trasferito da Tokyo con la madre in una piccola città per accudire la nonna malata ed ha quindi dovuto cambiare scuola ed amicizie. Suona il pianoforte da quando era molto piccolo per molte ed interminabili ore al giorno, ma non lo fa per divertimento, perché si è reso subito conto che il suo destino e la sua missione è di diventare un grande pianista come il padre o forse anche di più:

il più grande pianista del Giappone.

Kai Ichinose è, invece, un ragazzino spensierato sempre pronto ad azzuffarsi con i compagni di classe. Proviene da una famiglia disagiata (sua madre è una prostituta), frequenta saltuariamente la scuola e sembrerebbe che la musica classica possa essere l’ultimo dei suoi interessi, ma quando Shûhei lo sente suonare il misterioso grande pianoforte abbandonato nella foresta vicino alla città, capisce subito quanto sia grande il talento dell’amico. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Piano No Mori è il classico esempio di film semi-sconosciuto, probabilmente perché non ha dietro nomi altisonanti come quelli di Miyazaki o Shinkai, ma che non ha nulla da invidiare in termini qualitativi alle opere dei suddetti registi. Un film di stampo musicale, ma che funzionerebbe in qualsiasi altro contesto, perché orbita intorno ad un concetto semplicissimo:

bisogna amare quello che si fa per riuscire a farlo bene.

Shuhei viene educato fin da piccolo allo studio del pianoforte, ma ci rendiamo conto che quella non è mai stata una sua scelta, ma più un’imposizione forzata. Kai invece inizia a giocare con il pianoforte nella foresta fin da piccolo, senza che nessuno gli dicesse di farlo, ma solo per pura curiosità, che nel corso degli anni si trasforma in un amore viscerale per lo strumento. Questa dicotomia tra i protagonisti sarà il fulcro dell’intera pellicola e in un certo senso i due dovranno riuscire a completarsi a vicenda.
Il film vanta un ritmo fantastico, per cui è impossibile annoiarsi, specialmente se si è musicisti o si vuole provare a diventarlo. Trattandosi di un film, non si può aggiungere molto per non rischiare di rovinare la visione di questa fantastica opera, quindi passiamo al prossimo punto.

COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo la cura che ci si aspetterebbe da una produzione cinematografica.
La regia di Kojima riesce ad enfatizzare le scene al pianoforte, grazie ad un sapiente uso del montaggio (termine che ha poco a che fare con l’animazione, ma ci siamo capiti), con continui cambi di inquadratura per non rendere le scene eccessivamente statiche. Animazioni fluide in perfetto stile Madhouse, cosa che si nota soprattutto quando vengono inquadrate le mani dei protagonisti, che sembrano volare sulla tastiera.

Trattandosi di un film musicale abbiamo una grandissima cura nel reparto sonoro. Alla colonna sonora ha partecipato il pianista Vladimir Davidovič Aškenazi, che ha eseguito i vari brani classici presenti nella pellicola.

IN CONCLUSIONE

Piano No Mori è un film che vola via, 2 ore che sembrano 20 minuti. Vi informiamo inoltre che ad Aprile inizierà la trasmissione di un adattamento televisivo del manga originale, realizzato da studio Fukushima Gainax.

Ovviamente non ce lo perderemo per niente al mondo.

Antonio Vaccaro

 

https://youtu.be/s_yG10P4cbc

Scuola di Fumetto, da marzo i nuovi corsi al Museo del Fumetto e al Dam dell’Unical

Amanti del fumetto e novizi, presto partiranno i corsi di fumetto base, sceneggiatura, fumetto per bambini e fumetto avanzato che si terranno alla Scuola di fumetto di Cosenza con professionisti del settore.

Per gli appassionati che vogliono avvicinarsi alla nona arte, comprenderne tecniche e complessità, diversi moduli formativi dedicati.

Il percorso formativo, promosso da Cluster, Museo del fumetto di Cosenza, e dal Festival le Strade del Paesaggio, ha raggiunto in poco meno di due anni esiti oltremodo positivi, riuscendo a raccogliere intorno alla proposta laboratoriale, un alto gradimento da parte di studenti e studentesse che hanno scelto di intraprendere questo viaggio nell’arte fumettistica.

Le importanti collaborazioni del Museo con le maggiori realtà del settore a livello nazionale ed internazionale ed il profilo qualitativo dei docenti che spazia da Massimiliano Veltri, disegnatore per Marvel America a Pasquale Qualano, autore per DC Comics e Disney, assicura un primo ed importante momento di formazione sulle tecniche del fumetto e tutto ciò che questa disciplina comprende: storia del fumetto, sceneggiatura, disegno dal vero, nozioni di regia, realizzazione di una tavola dalla matita fino al colore, nelle sue varie forme.

Un percorso strutturato che attraverso diversi incontri settimanali garantisce l’apprendimento delle varie tecniche legate alla realizzazione del fumetto.

I corsi saranno attivi anche presso l’Università della Calabria negli spazi del DAM (Dipartimento Autogestito Multimediale) in collaborazione con l’associazione Culturale Entropia, per venire incontro alle esigenze degli studenti universitari.

 

Miriam Caruso

 

[#NerdCuriosity] Nuovo merchandise in arrivo per Sailor Moon

Questo martedì è andato in scena lo spettacolo dedicato a una nuova storia su Sailor Moon, ovvero Sailor Moon: The Miracle 4D, negli studi di Universal Studios Japan a Osaka, che era riuscito a tenere celati tutti i dettagli dello spettacolo.

Le guardiane della giustizia, infatti, avrebbero dovuto affrontare un nuovo nemico che succhia energia e felicità all’interno del parco a tema.

I visitatori hanno potuto acquistare le proprie armi magiche direttamente in loco, tra cui una replica di Cutie Moon Rod di Sailor Moon, che si illumina in cinque diversi colori. La porzione di sfera dell’asta è stata modificata per imitare il logo di Universal Studio. Il parco ha messo in vendita anche una custodia Luna P, magliette, accessori per capelli, borse, spille delle armi magiche di Sailor Moon, scatole di caramelle a forma di spille di Sailor Moon e una collana della Space Time Key e il Silver Crystal di Chibiusa.

Alcuni degli articoli, come nel caso di Luna P, sono inclusi nel Sailor Moon Express Pass del parco, che ha dato l’opportunità di fare foto con Tuxedo Mask e le Sailor Guardians.

Lo spettacolo teatrale “Sailor Moon: The Miracle 4D” sarà lanciato al parco a tema il 16 marzo e durerà fino al 24 giugno. L’attrazione Sailor Moon: The Miracle 4D fa parte della più ampia line-up Universal Cool Japan 2018. Sailor Moon si unisce a Detective Conan, Final Fantasy e Monster Hunter in un’esperienza divertente.

L’uscita del nuovo merchandise esclusivo è previsto per il 16 marzo.

Il parco a tema ha tenuto mostre di Shonen Jump quest’estate. Tra le attrazioni 4D di Dragon Ball Z e Bizarre Adventure di JoJo, una battaglia sull’acqua, due ristoranti e uno spettacolo teatrale per One Piece, e un talk show per Gintama .Il parco ha anche altre attrazioni temporanee come “Dragon Quest The Real “e” Yo-kai Taiso The Real “, basato su Yōkai Watch.

Vittoria Aiello

[#CamperandoilTribush] Camperata di Gennaio

Salute evocatori!

Per la prima camperata dell’anno ci aspettavamo molti più cambiamenti, invece questa prima patch di inizio stagione riserva pochissimi cambiamenti.

ANCORA QUALCHE RITOCCO PER CHI RISENTE DELLA MANCANZA DEL VECCHIO SISTEMA DI RUNE

BRAND

Brand vede i danni della passiva aumentati in quanto vecchio utilizzatore della maestria “tocco della morte bruciante”.

KAYLE

A Kayle sono stati ridotti danni e velocità d’attacco, ma in compenso è stato ridotto il cooldown della E (a quanto pare sembra facesse danni ingenti).

GRAVES

Graves ha avuto i suoi alti e bassi durante la scorsa stagione. Riducendo costo e ricarica della Q, la Riot sta cercando di dirci che possiamo giocarlo, ma senza abusarne.

HEIMERDINGER

Un cambiamento inaspettato ha toccato Heimerdinger: ora i danni della torretta potenziata dalla ultimate sono stati pressoché dimezzati… faceva davvero così paura?

 

RIUSCIRANNO AD ESSERE VIABILI?

ZOE

Fin dal rilascio, Zoe è risultata fastidiosa…ha praticamente una sola mossa per far danno, ma un kit che rende semplice massimizzarlo…ecco che è stato ritardato il tempo di creazione della trappola soporifera.

SKARNER

Skarner, invece, dal rework non riesce a far sentire la sua presenza, per cui danni e stun della E sono stati aumentati, forse cosi dipenderà meno dalla sua abilità suprema.

INIZIA UFFICIALMENTE LA STAGIONE 8

Il 16 gennaio è ricominciata la lotta per la scalata in classificata. Come ogni anno i nostri vecchi traguardi non sono completamente andati perduti, bensì una volta effettuate le prime 10 classificate di piazzamento, verremo lanciati in qualche lega non lontana dalla precedente, anche se quasi sicuramente inferiore.

Suggerimento da parte del #Senpai da non prendere troppo seriamente:

se potete, è meglio non cimentarsi subito nelle classificate, in quanto generalmente il sistema fa errori di calcolo e butta gente in leghe “non meritate”, o comunque è più facile trovare compagni di squadra non propriamente motivati.

PER L’ONORE!

Insieme all’MMR, è stato resettato anche il nostro livello di onore, ma quest’anno sono stati introdotti dei checkpoint tra un livello e l’altro. Praticamente, ad esclusione degli honor 1 e 0, partiremo tutti dall’honor 2, ma a seconda dell’onore ottenuto a fine anno partiremo da un checkpoint diverso.

Non dimentichiamoci inoltre di urlare come ragazzine di fronte al vecchio generale Swain, che a breve tornerà più pickato e bannato che mai.

 

Per questa camperata è tutto, che il dio del matchmaking sia con voi!

 

Giulio Ciambrone

[#NerdCuriosity] Britney Spears, suo figlio sceglie il cosplay di Freezer

Se state pensando che non sia vero, bene vi sbagliate!

Pare che uno dei figli (non è specificato quale) di Britney Spears, famosa cantante pop ormai non molto presente sulle scene dopo questioni inerenti alla custodia dei suoi bambini, si è dimostrato un grande fan di Dragonball, tanto da fare il cosplay di uno dei villain più amati dalla saga, Lord Freezer.

La Spears, inoltre, ha pubblicato vari disegni fatti da suo figlio e dalla sorellastra, con soggetto Rem di Re:Zero, dimostrandosi molto fiera e incoraggiante verso di loro.

Di seguito i suoi post presi da Twitter con le foto.

Che dire, come cantante sarà anche discutibile e come personaggio pubblico avrà i suoi difetti, ma come madre possiamo dire che non ha riserbo a incoraggiare la prole nel seguire le proprie passioni con orgoglio. E brava Britney!

 

Vittoria Aiello