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Crotone, protestano i docenti e gli studenti del liceo “Gravina”

CROTONE – Ha accomunato studenti, docenti e genitori la protesta messa in atto stamattina a Crotone da un migliaio di persone contro le condizioni di precarietà in cui versa il liceo coreutico “Gravina”. La protesta é stata motivata soprattutto dal fatto che l’istituto non ha sede una sede unica ma é distribuito in quattro plessi, peraltro fatiscenti, a detta dei promotori della manifestazione, e poco funzionali. Una situazione di cui a pagare le conseguenze non sono soltanto gli studenti, ma anche il corpo docente ed il personale amministrativo. “Guardateci, siamo gli studenti della scuola che non c’è”, é stato scritto su uno striscione innalzato dai manifestanti. La Provincia di Crotone, cui compete la gestione della scuola, non ha le risorse per risolvere la problematica. L’ente, tra l’altro, aveva redatto nel 2009 un progetto per la realizzazione di una nuova sede, ma l’area prescelta ha troppi vincoli archeologici e nel frattempo il relativo finanziamento è andato  perduto.  (Foto Ansa)

Arghillà, in corso protesta pacifica dei detenuti della sezione alta sicurezza

REGGIO CALABRIA – Protesta dei detenuti nel carcere di Arghillà a Reggio Calabria. Da quanto si apprende da fonti sindacali, un’ottantina di detenuti della sezione ad alta sicurezza sta mettendo in atto la battitura ad orari programmati delle sbarre. A riferirlo è la Uilpa Penitenziari, spiegando che già alla fine della scorsa settimana nella struttura detentiva era scattato il rifiuto del vitto. Ora la battitura delle inferriate indica un innalzarsi del livello della protesta, che resta comunque pacifica, ma risulta più complessa da gestire da parte del personale di polizia penitenziaria. I detenuti lamentano disfunzioni e ritardi di tipo amministrativo-contabile per quanto riguarda la gestione dei conti correnti interni, su cui i familiari depositano somme di denaro, oppure nella gestione dei vaglia che vanno cambiati all’ufficio postale; e inoltre problemi riguardanti la frequenza dei colloqui con i familiari. (Foto Ansa)

Emergenza fibrosi cistica, una paziente in attesa di trapianto, «Ho paura»

LAMEZIA TERME (CZ) L’unico centro regionale fibrosi cistica è senza medici: i livelli essenziali di assistenza non sono garantiti, denuncia l’associazione Respirando la Vita. L’associazione di pazienti e familiari sta raccogliendo le segnalazioni: c’è chi ha bisogno di sapere cosa fare a fronte di una brutta influenza, chi non può avere i risultati delle analisi, chi non può ricoverarsi per fare il ciclo per endovena, chi non può essere istruito per imparare gli esercizi respiratori, chi apprende di avere la fibrosi cistica e si ritrova in un contesto assolutamente precario, chi ha dei guasti agli apparecchi aerosol e non trova nessuno che possa guardarli, chi non può fare i controlli necessari. Disagi gravissimi, molto seri se si considera che chi ha la fibrosi cistica non può perdere nemmeno un giorno di cure.

Il centro è stato trasferito nell’ospedale di Lamezia Terme nel 2014. Da allora, tutti i medici e il fisioterapista respiratorio sono stati precari. A mano mano, si è arrivati a un punto di non ritorno: come personale medico, sono rimasti solo il direttore (un pediatra) e la psicologa. Da quanto noto, al momento, non c’è nessun medico.

Sit-in di protesta

Nei giorni scorsi, pazienti e familiari hanno fatto un sit-in di protesta per ribadire il diritto alla salute e la richiesta di buon senso che vanno ripetendo da anni: personale medico esperto di fibrosi cistica e stabile. Secondo gli standard di cura europei, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da 2 pediatri, 2 fisioterapisti respiratori e 2 pneumologi, esperti di fibrosi cistica. Pazienti e familiari, perciò, fanno un appello alle istituzioni per risolvere il problema fibrosi cistica in Calabria in modo definitivo e adeguato ai bisogni, anche in ottemperanza alla legge 548 del 1993 (disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica).

 

Di seguito, la lettera di Lucia fa capire che cosa voglia dire, in questo momento, avere la fibrosi cistica in Calabria.

 

«Mi chiamo Lucia, ho 44 anni, sono affetta da fibrosi cistica e dipendo dal centro F.C. regione Calabria di Lamezia terme. Sono nelle liste trapianti polmonari del centro Ismett Palermo. Da questo si può benissimamente dedurre che la mia situazione clinica non è delle più rosee.Sono 4 anni che il nuovo centro è aperto e, con esso, in noi pazienti si era aperto un grande canale della speranza, avremmo avuto palestre, fisioterapisti, stanze idonee e medici specializzati che si sarebbero presi cura di noi, invece siamo rimasti con un pugno di mosche. Per quanto riguarda la cura e l’accortezza dei dottori, c’è stata e, a dir la verità, io, e penso anche gli altri, con le dottoresse, ci siamo trovati veramente bene, grazie alla loro disponibilità e la loro umiltà siamo riusciti a costruire un rapporto di fiducia e di grande rispetto. Il problema è che purtroppo la burocrazia ha messo letteralmente il centro in ginocchio, siamo rimasti con un solo dottore, che sicuramente è una figura importantissima e capace, ma da solo è completamente inutile; in più non abbiamo un fisioterapista respiratorio dal mese di luglio del 2017, anch’esso una figura preziosissima per la nostra patologia, anzi fino alla data sopracitata, il fisioterapista respiratorio è stato pagato dall’associazione “Respirando la Vita”, che si sta impegnando molto in questa direzione, altrimenti non ci sarebbe stato. Io ho paura, ma tanta paura perché questa situazione precaria mi mette un’ansia che mi rende difficile l’approccio con le terapie. Io sono con l’ossigeno 24 ore al giorno e di queste 24 ne passo almeno 10 con un’altra terapia, respirazione ventilata, la mia condizione e grave e a me servirebbe tanta tranquillità, cosa che, con questo casotto al centro, che ora siamo rimasti con solo un dottore, non posso avere. Io, con mio marito combattiamo tutti i giorni facendo tutto quello che c’è da fare per non morire e lasciare una bimba orfana e invece ci ritroviamo con i bastoni tra le ruote messi proprio da chi ci dovrebbe dare sollievo e, cosa più importante, fiducia e forza di volontà. Invece ci hanno abbandonati, e purtroppo qui c’è tanta gente che non può e non vuole portare i suoi cari in altri centri e in altre regioni. Ho tanta paura, mio marito lavora sempre lontano con il camion e vorrei che, quando parte, non dovrebbe portare con se altre preoccupazioni del trapianto, della malattia in se stessa, quelle di sapere che vado a  fare il ciclo in un centro dove non si può fare quello che si deve fare. Ma come è possibile che possa succedere una cosa del genere? Non potevano lasciare quelle Dottoresse, visto che hanno fatto un lavoro eccellente e hanno fatto dei master? Hanno trascurato le loro famiglie per far si che i pazienti stessero bene e tranquilli: non finirò mai di ringraziarle. Ecco che mi vengono in mente tanti perché e tanti se, cosa ci rimane in Calabria?  Voglio solo che le cose si sistemino, voglio solo vivere per  me, voglio vivere per la mia bambina e per mio marito e non lo trovo giusto che, per queste beghe burocratiche, ci vanno in mezzo vite di persone innocenti che hanno avuto solo la sfortuna di trovarsi dall’altra parte del fil di ferro». 

 

 

Fibrosi cistica, sit-in di protesta dell’associazione “Respirando la Vita”

LAMEZIA TERME (CZ) – Sit-in di protesta ieri dell’associazione Respirando la Vita davanti all’ospedale di Lamezia Terme. Ieri mattina, pazienti affetti da fibrosi cistica e familiari hanno protestato per ribadire quanto chiedono da anni: medici e fisioterapisti respiratori stabili ed esperti di fibrosi cistica. Da quanto risulta, da domani, nell’unico centro regionale di cura, ci sarà un solo medico (il responsabile) per circa 140 pazienti: in che modo saranno garantite le visite e i ricoveri?

I pazienti sono allarmati. Già da luglio hanno vissuto dei gravi disagi per la mancanza del fisioterapista respiratorio, tanto che alcuni genitori sono stati costretti a portare i loro bambini piccoli nel centro più vicino: quello di Messima. Da circa un anno manca il pediatra, oggi è terminato l’incarico delle due pneumologhe. Perciò, i pazienti si sono dovuti fare carico di questi ulteriori problemi. Al sit-in sono stati presenti anche Cittadinanza Attiva e l’associazione Malattie Croniche.

Intanto, con un messaggio informale, il dottore Giuseppe Perri, direttore generale dell’ASP di Catanzaro, ha fatto sapere che manderanno un pediatra, un fisioterapista e uno pneumologo, selezionati da graduatorie generiche. Dunque, se il nuovo personale dovrà essere formato nella fibrosi cistica, nel frattempo «chi curerà i pazienti?»La patologia è grave: i pazienti non hanno tempo da perdere e non possono fare le cavie della burocrazia.

 

A 4 anni dal trasferimento del centro nell’ospedale di Lamezia Terme, si avvera, dunque, quanto l’associazione temeva da tempo: i livelli essenziali di assistenza non sono garantiti. A quanto pare, la soluzione prospettata è quella di ricominciare daccapo, mentre negli anni scorsi, con soldi pubblici, sono stati formati medici e fisioterapista respiratorio che poi sono andati via, dunque c’è stato anche uno spreco economico.

Secondo gli standard di cura europei, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da 2 pediatri, 2 fisioterapisti respiratori e 2 pneumologi, esperti di fibrosi cistica. Secondo la legge 548 del 1993 (disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica), «le regioni istituiscono,a  livello ospedaliero o universitario, un centro regionale specializzato di riferimento”. Ma se non ci sono medici e fisioterapisti esperti, che funzione ha un tale centro?»

Continua la protesta, Ispettorato del Lavoro di Cosenza da giorni in stato di agitazione

COSENZA – Dopo l’adesione allo stato di agitazione proclamato a livello nazionale da tutte le Organizzazioni Sindacali unitarie, e, in seno ad esso, al sit-in svoltosi presso le Prefetture di gran parte del territorio nazionale, dal 27 novembre 2017 è in atto, presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza, un’assemblea permanente di tutto il personale volta a discutere le problematiche che hanno determinato l’inizio della protesta. Dalla medesima data una parte consistente del personale ispettivo ha ritenuto di non mettere più a disposizione il mezzo di proprietà per lo svolgimento delle attività di servizio in tutto il territorio provinciale.

I MOTIVI DELLA PROTESTA – elencati in un documento dell’Assemblea Permanente

Lo stato di agitazione nasce preliminarmente perché la costituzione dell’lspettorato Nazionale del Lavoro, quale Agenzia unica deputata alla vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, è stata perseguita soltanto formalmente, senza mai essere coperta da una volontà politica e sostenuta da un effettivo impegno economico. Ed in effetti,  già stranamente ed inopinatamente costruita come riforma c.d. “a costo zero”. Si è addirittura trasformata in una riforma «a costo nostro».

Lo dimostrano le seguenti circostanze:

Non è stato minimamente realizzato lo scopo dell’istituzione dell’lspettorato Nazionale del Lavoro, ossia l’ottimizzazione delle verifiche ispettive, nell’interesse sia dell’organo di controllo sia delle aziende ispezionate, permanendo di fatto la titolarità e l’autonomia dei controlli sia in capo agli lspettori del lavoro che in capo agli lspettori degli lstituti previdenziali ed assicurativi;

Nessuna considerazione, in termini economici, di dignità professionale, e, a monte, di organizzazione dei relativi compiti, è stata sinora riservata al personale amministrativo, sebbene questo, oltre a svolgere rilevanti compiti istituzionali, contribuisca anche in maniera indispensabile al supporto dell’attività ispettiva; tutto ciò ha determinato la sensazione di discriminazione avvertita dal suddetto personale che in diversi documenti denuncia l’attacco alla propria professionalità e dignità di lavoro;

I maturati premi di produttività o salario accessorio che dir si voglia (c.d. FUA) sono stati riconosciuti ai dirigenti e negati al personale non dirigenziale, sebbene sia proprio l’attività di quest’ultimo a determinarne il conseguimento; al riguardo non è dato sapere che fine abbiano fatto i fondi destinati al FUA 2016 e 2OI7, su cui evidentemente occorre ancora fare luce;

Non si è affatto superata l’incostituzionale disparità di trattamento economico ed indennitario tra personale ispettivo di provenienza ministeriale (ispettori del lavoro) e personale ispettivo proveniente dagli Istituti previdenziali;

Non sono stati ancora stanziati i fondi per le progressioni economiche che avrebbero dovuto essere completate lo scorso anno;

Permane l’assenza ed il silenzio del datore di lavoro lspettorato Nazionale del Lavoro rispetto ai ripetuti episodi di aggressione (fisica e verbale) nei confronti del proprio personale dipendente, nonché rispetto ai casi di danneggiamento delle autovetture personali utilizzate dagli lspettori del lavoro per esigenze di servizio;

Non sono stati stanziati i fondi per la promessa formazione del personale, che infatti non è mai partita;

Non è stato attuato il c.d. “fondo spese di lite vinte” previsto dall’art.9,D.Lgs. 1,49/2015, che ha attribuito ai funzionari delegati alla rappresentanza e difesa in giudizio ulteriori e qualificati compiti quali la possibilità di assumere direttamente la trattazione nel giudizio di secondo grado.

 

«Le circostanze sopraelencate – si legge poi nel documento-  peraltro seguono, aggravandola, una situazione già caratterizzata da:mancato rinnovo del contratto collettivo da quasi un decennio; mancata attuazione della contrattazione integrativa; mancata dotazione degli strumenti materiali ed informatici e dei mezzi adeguati allo svolgimento di tutte le attività di servizio; nonché, relativamente in particolare al personale ispettivo, mancato riconoscimento di un rimborso delle spese connesse all’utilizzo del mezzo proprio, che sia coerente con le indiscusse tariffe ACI; mancato riconoscimento di un’indennità di missione dignitosa; mancata garanzia di un’adeguata protezione assicurativa sia contro i rischi legati agli spostamenti per motivi di servizio, sia contro quelli di natura professionale; mancata individuazione e riconoscimento dell’indennità di Polizia Giudiziaria. Appare paradossale che, a riservare questo tipo di trattamento al proprio personale sia un datore di lavoro quale l’lspettorato Nazionale del Lavoro. Amministrazione preposta proprio alla tutela del lavoro e dei lavoratori innanzitutto mediante l’istituzionale attività di vigilanza». «Si evidenzia – si legge ancora- che lo stato di agitazione di tutto il personale dell’lspettorato Territoriale del Lavoro avrà inevitabili ripercussioni sui servizi resi all’utenza- costituita prevalentemente da lavoratori che già stanno subendo pesantemente le conseguenze della crisi economica – ripercussioni di cui si assumerà la responsabilità il vertice di questa Amministrazione. Alla luce dì quanto sinora esposto, in mancanza di risposte concrete ed effettivamente risolutive di tutte le problematiche rappresentate, il personale dell’lspettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza si riserva di intraprendere ulteriori e più aspre forme di agitazione, con la compattezza e la determinazione necessarie a portare avanti una protesta forte almeno tanto quanto gli attacchi che sta subendo».

 

 

Precari e CNR, a Cosenza occupata la sede dell’Area della Ricerca

COSENZA – Da stamattina, i Precari del CNR della Calabria occupano la sede CNR-Area della ricerca di Cosenza, protestando contro la scarsa considerazione manifestata nei loro confronti in seno al Senato.

Nel corso dell’assemblea, si è posto l’accento sulle forme di lotta da perseguire, sulla scarsità delle risorse per le stabilizzazioni, sul problema dei precari, anche a carico di fondi esterni, che, al momento, non rientrano nella griglia individuata dal cosiddetto decreto Madia e che vedono i loro contratti prossimi alla scadenza, sulla copertura del fondo di solidarietà.

«La ricerca rappresenta l’elemento fondamentale per la crescita e l’innovazione del paese. Purtroppo oggi essa è stata svuotata di ogni suo significato. Se si vuole ripartire come paese è necessario ridare DIGNITA’ a questo settore e a coloro che con passione, capacità e sacrificio lo portano avanti. E’ giunto il momento di dire basta a questo protrarsi di manovre che non riescono a risanare la piaga del precariato tutto. Lotteremo incessantemente finché l’ultimo precario non verrà stabilizzato».

Nuovo piano Trenitalia, Italia del Meridione preannuncia azioni di protesta

COSENZA – <<L’Italia del Meridione, con il sostegno del consigliere regionale Orlandino Greco, preannuncia azioni di protesta nelle principali stazioni ferroviarie calabresi. Il nuovo piano di Trenitalia- rende noto Raffaele Papa, coordinatore provinciale di Italia del Meridione  – continua ad abbandonare nella desolazione più totale il Sud e la Calabria. Mentre “tra Roma e Milano, grazie a due nuovi Frecciarossa, l’offerta salirà fino a 101 corse al giorno, con una frequenza nelle fasce di punta di una corsa ogni 15 minuti,e la prima che consentirà di giungere a Roma Termini alle 8,29 partendo da Milano Centrale alle 5,30”, il Meridione viene ancora penalizzato senza alcun ulteriore servizio, ignorando le necessità di viaggiatori e pendolari che, per lavoro o studio, frequentato altre aeree e territori>>.

Corigliano, gli studenti occupano i licei. Il dirigente: «Protesta pretestuosa»

CORIGLIANO (CS) – Il Dirigente Scolastico e il Collegio dei Docenti dei Licei di Corigliano “F.Bruno” e “G.Colosimo” non condividono il metodo e il merito dalla protesta messa in atto dagli studenti dell’Istituto da questa mattina. Gli stessi, tramite una lettera aperta, lamentano le condizioni precarie in cui versano i Licei di Corigliano, facendo riferimento soprattutto al fatto che, da tre anni a questa parte, il liceo classico, in assenza di una sede propria, usufruisce, obtorto collo, dei locali del liceo scientifico. Tale situazione determina, a loro avviso, gravi carenze logistiche, nonché ricadute negative sull’offerta formativa di entrambe le scuole. Nello specifico gli studenti denunciano di non poter accedere ai laboratori degli indirizzi specifici, di frequentare lezioni in aule non conformi ai criteri di sicurezza, di non  disporre di spazi idonei allo svolgimento delle assemblee. A questo aggiungono che sono state disattese le promesse più volte fatte dagli uffici della Provincia in merito alla ultimazione e consegna della nuova sede destinata al Liceo classico. Credono, pertanto, che la loro protesta sia più che motivata e chiedono il sostegno e la solidarietà della comunità scolastica e della società civile che non può rimanere indifferente rispetto a questo stato di cose.

Il Dirigente scolastico e il Collegio dei Docenti non comprendono tali motivazioni ritenendole pretestuose alla luce del fatto che gli uffici provinciali, tramite frequenti e recenti comunicazioni alla Dirigenza, hanno ribadito il proprio impegno rispetto ai tempi di consegna del nuovo istituto, prevista per la fine del 2017. «Pertanto il Dirigente invita gli studenti a riprendere le regolari attività didattiche – si legge in una nota -, indirizzando, laddove se ne ravvisasse la necessità, la protesta nei confronti dell’Ente Provincia. Contestualmente il Dirigente indice un collegio dei docenti straordinario nella mattinata per discutere della problematica in oggetto e convoca per domani 18 ottobre alle ore 15 l’assemblea dei genitori degli studenti per puntualizzare i termini della questione».

Flash mob degli avvocati al tribunale di Cosenza: «Categoria in grave crisi»

COSENZA – Hanno protestato silenziosamente con un flash mob organizzato sulle scale di ingresso del tribunale di Cosenza. Si tratta del gruppo degli “Avvocati Liberi” del foro di Cosenza. Intendono richiamare l’attenzione sulla condizione di difficoltà in cui versa la categoria. Tra i problemi denunciati ci sono i costi esosi della cassa forense obbligatoria, i ritardi nel pagamento dei compensi per il patrocinio a spese dello Stato, le spese sostenute per la formazione professionale e le liquidazioni esigue operate dai giudici.

Maria Foglia: «Spero che il nuovo consiglio dell’ordine si batta per tutelarci»

«La nostra categoria è ormai arrivata a un punto di non ritorno – spiega Maria Foglia, rappresentante per Cosenza di “Avvocati Liberi” – Abbiamo troppi obblighi e troppi pagamenti. Il primo è senza dubbio l’iscrizione obbligatoria alla cassa forense che fa scattare subito i pagamenti per la nostra pensione, però slegata dal reddito. Siamo quindi obbligati a pagare ugualmente la cassa forense anche in presenza di reddito zero. Tra poco tempo ci saranno le elezioni del nuovo consiglio dell’ordine, ci sarà un cambiamento. Ci sono tanti colleghi candidati. Il mio auspicio è che con il loro impegno si possa condurre una efficace lotta per la salvaguardia della nostra categoria».

Protesta, operai scendono dalla gru dopo le parole del sindaco

CROTONE – Si è conclusa nel migliore dei modi la protesta dei quattro lavoratori dell’Akros. Si tratta di una società, che si occupa della raccolta dei rifiuti, la quale versa in condizioni di liquidazione. Gli uomini erano saliti su una della gru nel porto industriale di Crotone. La protesta ha preso piede poichè si rivendica l’assunzione alla partecipata comunale Akrea nella quale sono confluiti 28 ex colleghi.

Il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, si è recato dai lavoratori per capire le ragioni del gesto. Le parole del primo cittadino hanno convinto gli operai nello scendere dalla gru. Gli stessi, nei giorni scorsi, si sono resi protagonisti di un’altra protesta. Un presidio della durata di dieci giorni, infatti, si è tenuto davanti al Municipio della città pitagorica.