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Protesta dei lavoratori di Piazza Bilotti: «Da mesi senza stipendio»

COSENZA – I dipendenti delle ditte che operano nel cantiere di Piazza Bilotti hanno manifestato questa mattina davanti a Palazzo dei Bruzi poiché da mesi non ricevono le spettanze. Hanno chiesto di essere ricevuti dal sindaco Occhiuto, in quanto il Comune è la stazione appaltante dell’opera. Le ditte lamentano una mancanza di liquidità dovuta ai ritardi nel pagamento dello stato di avanzamento lavori, ma gli operai ricordano che non possono essere loro a sobbarcarsi il rischio di impresa. «Siamo qui perché intendiamo sensibilizzare il sindaco su questo tema dei ritardati pagamenti degli stipendi, affinché si individui una soluzione – spiega Simone Celebre, rappresentante della Fillea Cgil – questi operai avanzano mensilità, contributi, Tfr. E dopo varie richieste di incontro non abbiamo ricevuto a tutt’oggi alcuna risposta. La ditta dice che al prossimo SAL provvederà a rimettersi in pari». Presente anche Franco De Vuono della Filca Cisl: «I lavoratori vanno a lavorare ma alla fine del mese devono essere retribuiti. Invece, dal primo giorno che questo cantiere ha aperto, non sono mai stati rispettati i pagamenti. Potete intervistare chi volete – aggiunge – Non troverete una persona persona che ha ricevuto puntualmente lo stipendio. E questo è inaccettabile».

Mare sporco, nuova protesta dei cittadini in Calabria

VIBO VALENTIA – Dopo la protesta messa in atto domenica scorsa, con l’occupazione della stazione ferroviaria e del Comune, un gruppo di cittadini di Nicotera, nel vibonese, è sceso nuovamente in piazza stamattina per chiedere interventi per risolvere il problema del mare sporco. I cittadini, circa cento, si sono radunati davanti la Prefettura di Vibo Valentia, decidendo, tra l’altro, di non partecipare alla riunione convocata dal prefetto, Carmelo Casabona, sui problemi dell’inquinamento del mare con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo. Successivamente i manifestanti hanno raggiunto la sede del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, decidendo di occuparne i locali. Ci sono stati anche alcuni momenti di tensione nel momento in cui i manifestanti, con urla e spintoni, hanno forzato il posto di blocco istituito da alcuni poliziotti all’ingresso degli uffici dell’Asp.

Mare Tirreno sporco, occupata la stazione di Rosarno. Ritardi di due ore

ROSARNO (RC) – Un centinaio di persone tra commercianti, operatori turistici e cittadini di Nicotera, nel vibonese, hanno occupato la vicina stazione ferroviaria di Rosarno, nel reggino – che dista solo 7 chilometri – per protestare contro il mare sporco che danneggerebbe la stagione turistica. I manifestanti si sono sistemati sui binari bloccando la circolazione ferroviaria sulla linea Tirrenica. Per interrompere la protesta i manifestanti, riuniti in un comitato spontaneo, chiedono di poter partecipare al tavolo tecnico convocato nella Prefettura di Vibo Valentia per mercoledì prossimo ed una interlocazione con la Regione. Nei giorni scorsi numerosi commercianti di Nicotera hanno chiuso le loro attività ed insieme ai cittadini sono andati in Comune occupando il Municipio per protestare contro le condizioni del mare.

E’ ripresa la circolazione ferroviaria sulla linea Tirrenica dopo che, per circa due ore, la stazione ferroviaria è stata bloccata da una manifestazione. I convogli, dieci in tutto, tra i quali cinque a lunga percorrenza, hanno ripreso la marcia verso le 11 dopo avere accumulato ritardi che, secondo quanto riferito da Trenitalia, arrivano anche a due ore.

Protesta Vigili del Fuoco organizzata dal CONAPO (Foto)

IMG_20160713_105745ROMA – Ieri a Roma hanno protestato i vigili del fuoco davanti al Ministero dell’Economia. Tra le delegazioni regionali provenienti da tutta Italia, anche quella calabrese. Il sit-in è stato organizzato dal sindacato autonomo CONAPO per chiedere equiparazione economica e pensionistica agli altri Corpi dello Stato. Una protesta silenziosa e pacifica quella di ieri, organizzata da tempo, ma fatta con il lutto al braccio per le vittime dell’incidente ferroviario avvenuto in Puglia, e in segno di vicinanza ai familiari e ai colleghi pugliesi. Carenza di personale, età media elevata e minore retribuzione rispetto ai colleghi degli altri Corpi, i problemi denunciati.

IMG_20160713_110606[1]  IMG_20160713_105745[1] protesta vigli del fuoco_13.7.2016_segretari sindacati IMG_20160713_113605[1] protesta vigili del fuoco_13.7.2016_il segretario generale del conapo Antonio Brizzi  protesta vigili del fuoco_13.7.2016_i cartelloni

Ripartizione tagli 2016, il presidente Enzo Bruno lancia il grido d’allarme

CATANZARO – «La ripartizione dei tagli 2016, in vista della prossima approvazione del Decreto Enti Locali da parte del Governo nazionale, per come delineata nella riunione dei presidenti dell’Unione Province italiane tenuta ieri, risulterebbe insopportabile per le Province calabresi». E’ quanto afferma il presidente dell’Upi Calabria, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno che ha preso parte all’importante riunione dei presidenti di Upi nella sede dell’Unione a Roma.

enzo bruno

«Si configura, infatti, un taglio complessivo di 54 milioni di euro – spiega ancora il presidente dell’Upi – a parte la Città Metropolitana di Reggio Calabria che non rientra nel riparto, i tagli sono così ripartiti: 26 milioni per la Provincia di Cosenza, 22 per Catanzaro, 6 per Crotone, mentre la Provincia di Vibo Valentia è già in dissesto, e Reggio è città metropolitana. Questo significherebbe, in maniera inevitabile, default per tutte le Province calabresi che non sarebbero più in grado di garantire servizi fondamentali, a partire da quelli legati alle funzioni attribuite all’Ente intermedio dalla riforma Delrio, come  la manutenzione delle strade, e la sicurezza e fruibilità degli edifici scolastici. In sede di conferenza dei presidenti dell’Upi – rimarca il presidente Bruno – ho fatto presente in maniera decisa e determinata lo scenario drammatico che si profilerebbe nel caso cui venissero confermati questi tagli, e di come la mancanza di fondi arrecherebbe un danno enorme alle nostre comunità. La soluzione prospettata deve essere quella del mantenimento delle risorse a disposizione delle Province nel 2015: nel caso contrario formalizzeremo a breve le nostre proposte, dando luogo a ogni forma di  lotta possibile per affrontare la situazione, nell’interesse dei calabresi e del diritto al mantenimento dei servizi fondamentali che le Province forniscono in maniera qualificata». Il presidente dell’Upi Calabria Bruno, quindi, rivolge un appello ad intervenire con urgenza ai parlamentari calabresi, ma anche ai consiglieri regionali poiché tale provvedimento riguarda da vicino le Regioni: se le Province non riusciranno – per mancanza di fondi – a svolgere le funzioni che le competono, sarà proprio la Regione a dover intervenire economicamente.

Catanzaro, catena umana intorno al Tribunale per i Minori: no alla soppressione

CATANZARO – È in programma per il prossimo 14 giugno dalle 11 in poi un evento-protesta cui prenderanno parte gli studenti delle scuole della città di Catanzaro per esprimere fermo dissenso contro la riforma della giustizia minorile, tesa a sopprimere i Tribunali dei minorenni. La manifestazione, organizzata dalla Camera Minorile “Giuseppe Mazzotta” di Cosenza e dalla Camera Minorile Distrettuale “Primo Polacco – Francesco Perrotta” di Catanzaro, si svolgerà presso il Tribunale per Minorenni di Catanzaro. Gli studenti partecipanti indosseranno una maglietta recante lo slogan “Giù le mani dal nostro Giudice” e saranno accompagnati da avvocati specialisti in diritto dei minori, magistrati e rappresentanti di associazioni, nonchè dai cittadini che aderiranno alla causa.

La protesta si rende necessaria dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati del Disegno di legge A.C. 2953 (ora al Senato con numero A.S. 2284), che prevederebbe, infine, la soppressione dei Tribunali per i Minorenni e delle Procure presso i medesimo Tribunali, a favore di sezioni specializzate presso i Tribunali Ordinari. Il rischio, secondo gli organizzatori della protesta, è che in questo modo minori e e adulti vengano equiparati, eliminando diritti essenziali per i primi, senza tenere conto della tutela dei loro interessi, personali e sociali.

 

 

 

Immigrato ucciso, migranti tornano in tendopoli. Stop alla protesta

SAN FERDINANDO (RC) – Stanno rientrando nella tendopoli i migranti che stamani a San Ferdinando hanno inscenato una manifestazione di protesta dopo l’uccisione ieri dell’immigrato malese Sekine Traore. Il corteo, con in testa Bartolo Mercuri, presidente dell’associazione “Il Cenacolo” che da anni si occupa di assistenza ai migranti, si sta dirigendo, attraverso le strade del centro del paese, verso la tendopoli, che si trova a metà strada tra San Ferdinando e Rosarno. Assieme a Mercuri c’è Amadou, il fratello di Sekine, che ha in mano il verbale in cui sono contenuti i termini della discussione che la delegazione, nel corso dell’incontro nel Municipio di San Ferdinando, ha avuto con il vicequestore vicario di Reggio Calabria, Roberto Pellicone. Nel corso  dell’incontro, secondo quanto si è appreso, i migranti hanno sostenuto che da parte del carabiniere che ha sparato «c’è stato un eccesso di legittima difesa». Secondo il racconto degli immigrati, la vittima aveva in mano un coltellino tale da non provocare danni particolari. I funzionari della Questura di Reggio Calabria hanno sottolineato il ruolo delle forze dell’ordine, «che non sono – hanno detto – nemiche dei lavoratori extracomunitari ma si pongono anzi a loro difesa. Prova ne è l’azione portata avanti contro il caporalato e il lavoro nero nella zona della Piana di Gioia Tauro dimostrata dall’esito di diverse operazioni di polizia».

Migranti vogliono lasciare l’Italia. Protesta a Crotone

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Un gruppo di migranti di nazionalità eritrea ha protestato stamani nel centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. La protesta è scaturita dalla richiesta del gruppo di lasciare l’Italia ed essere trasferito in altri Paesi europei. L’intervento delle forze di polizia ha evitato che i migranti bloccassero la vicina statale 106 dove si circola normalmente. I migranti sono rimasti seduti davanti ai cancelli del centro controllati dalle forze dell’ordine.

Protesta operatori fondazione Terina: «Dateci gli arretrati»

LAMEZIA TERME (CZ) – Sono da stamani sul tetto della struttura del Centro agroalimentare di Lamezia Terme, i dipendenti della Fondazione Terina che stanno protestando contro la situazione in cui versa l’ente in house della Regione Calabria. I dipendenti, infatti, lamentano la mancata attuazione della legge di riforma 24/2013 oltre che il mancato pagamento di cinque mensilita’ arretrate. Nel corso della protesta, stamani, un dipendente colto da una crisi nervosa ha tentato di buttarsi dal tetto ma è stato fermato dai suoi colleghi. L’uomo, poi, viste le condizioni di forte stress, è stato portato al pronto soccorso. La protesta, nonostante ci sia stata una convocazione per domani alle 12,30 alla cittadella regionale per un incontro con il presidente della Regione Mario Oliverio, non si ferma e «proseguirà – affermano i dipendenti – fino a quando non otterremo risposte concrete».

Nota di Sindaco e maggioranza di Girifalco riguardante la protesta durante il Consiglio Comunale

GIRIFALCO (CZ) – “C’è tanto pregiudizio e poco amore per la nostra comunità nella strana e non autorizzata protesta inscenata, ieri, da uno sparuto gruppo di persone, nel corso del Consiglio Comunale tenutosi e convocato per discutere misure atte ad aiutare le fasce deboli e i cittadini più in difficoltà. Abbiamo visto bandiere di CasaPound, striscioni contro il Centro Accoglienza, confusione e voglia di creare scompiglio. Ma ciò che abbiamo visto è stata sopratutto una brutta pagina per la politica girifalcese. I tentativi del presidente del Consiglio Comunale di gestire la situazione, l’intervento dei Carabinieri a cui va il nostro ringraziamento e gli sforzi dell’agente di Polizia municipale non sono bastati a fermare l’assurda strategia politica messa in atto, ormai da mesi, da qualche consigliere di minoranza che fomentava il gruppo – accompagnato da solo tre o quattro cittadini girifalcesi – assecondandone il desiderio di parlare pur essendo in corso una regolare seduta di Consiglio comunale. A nostra memoria la politica girifalcese non era mai scesa così in basso. Ma è evidente che tutto questo ha una regia ben precisa. Non a caso l’ingresso del gruppo è coinciso con la “fine prima parte” del Consiglio quella che, di solito, la minoranza si ritaglia per fare il punto sulla situazione offrendo alla folta platea un’ampia illustrazione della propria azione “costruttiva (?)”. È inutile crearsi ad hoc il ruolo di “buoni a tutti i costi” quando non si perde occasione per studiare trovate pensate al solo scopo di denigrare l’amministrazione mettendo, come in questo caso, in ridicolo l’intero paese. Quanto accaduto ieri è la negazione più assoluta di ciò che è Girifalco: la culla dell’accoglienza e dell’integrazione. Noi non molliamo. Anzi. Siamo motivati più di prima. Perché convinti che la nostra comunità meriti crescita e sviluppo, soprattutto, culturale. Cosa che, evidentemente, non sta a cuore a chi vuole far sprofondare il nostro paese nel baratro del razzismo e dell’odio sociale.”