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Reati ambientali e lavoro sommerso. Denunciate tre persone

SAN SOSTI (CS) – Continuano incessantemente i controlli sul territorio da parte dei carabinieri della compagnia di San Marco Argentano. Nella giornata di ieri, i militari della stazione di San Sosti hanno deferito in stato di libertà  3 persone per aver attivato all’interno di un esercizio commerciale una discarica non autorizzata di rifiuti speciali. I militari accertavano che il personale di una ditta  di Mottafollone trasportava illecitamente i rifiuti prodotti dai lavori intrapresi all’interno di un’attività commerciale adibita a ristorante, poiché la stessa proprietaria della struttura commissionava tale materiale destinato al riempimento di un’area per la realizzazione di una piscina  all’interno del proprio esercizio commerciale. Nel contesto l’intera area di circa 370 mq veniva sottoposta a sequestro probatorio. Ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri hanno portato a scoprire  che un operaio della ditta era un lavoratore sommerso, e pertanto nei suoi confronti e del datore di lavoro venivano contestate violazioni di carattere amministrativo nel rispetto della disciplina prevista dal d.lgs. 81 del 2015.

Reati ambientali e lavoro sommerso, due denunce nel Cosentino

FAGNANO CASTELLO (CS) – I carabinieri della stazione di San Sosti, nei giorni scorsi si sono recati nel Comune di Fagnano Castello al fine di effettuare alcuni accertamenti mirati al rispetto della vigente normativa in materia ambientale. Giunti nella medesima località, veniva effettuato un controllo presso n. 2 autolavaggi, dove, dal primo, emergeva che il titolare, pur esercitando la professione da diversi anni, non aveva mai provveduto a richiedere agli enti preposti il titolo autorizzativo per poter scaricare in pubblica fognatura i reflui industriali derivanti dall’attività, inoltre da accertamenti approfonditi presso l’Ufficio tecnico del locale Comune, si accertava altresì, che l’intero locale che ospita l’autolavaggio in questione era privo di certificato di agibilità per il quale il Comune di Fagnano Castello è stato investito per i provvedimenti da adottare in merito. Successivamente, sempre nella medesima giornata, veniva effettuato un successivo controllo presso un altro autolavaggio della zona,  dal quale emergeva che il titolare aveva attivato un impianto di autolavaggio munito di sistema di depurazione, ma di fatto scaricava i reflui industriali in pubblica fognatura senza aver ottenuto l’autorizzazione definitiva allo scarico rilasciata dal Comune. Inoltre, all’atto del controllo, veniva individuato intento a lavare a mano alcune autovetture, un uomo, il quale, dichiarava di lavorare per conto del gestore dell’autolavaggio senza essere regolarmente assunto. A seguito di quanto sopra si provvedeva a deferire all’A.G. di Cosenza le due persone titolari delle rispettive attività per aver posto in essere uno scarico di reflui industriali originati dall’attività de qua, nella pubblica fognatura in assenza di autorizzazione allo scarico in violazione dell’art. 137 comma 1° del D.L.vo 152/2006 e ss.mm.ii. Inoltre, ad uno dei due esercenti, veniva contestato il reato di lavoro sommerso, in quanto aveva ingaggiato a lavorare un dipendente senza un regolare contratto lavorativo in violazione del D.lgs.151/2015 (lavoro sommerso) e per il quale questo Comando investiva l’ispettorato del lavoro di Cosenza per quanto a praticarsi. Al fine di evitare la reiterazione del reato e salvaguardare la salute pubblica, si provvedeva a sottoporre in sequestro i locali rispettivamente di 120 mq. e 50 mq. in uso ai suddetti titolari. Il sequestro veniva operato mediante apposita cartellonistica riportante gli estremi dell’attività di polizia giudiziaria.

 

 

 

Deferito il proprietario di un fondo per smaltimento illecito di rifiuti

TRENTA (CS) – Continua il controllo dei militari della Stazione Carabinieri Forestale di Spezzano della Sila al fine di prevenire e reprimere reati ambientali. Dopo la capillare attività svolta al controllo delle utilizzazioni boschive e all’abbandono indiscriminato di rifiuti che hanno portato ad individuare i responsabili di tali reati i militari della locale Stazione hanno nei giorni scorsi deferito il proprietario di un fondo in località “Magli” nel Comune di Trenta. Durante il controllo, si è accertato lo scarico su tale area di rifiuti speciali,non pericolosi provenienti da attività di scavo. Nello specifico ,terre e rocce da scavo. L’area di scarico è stata posta sotto sequestro, il proprietario deferito per violazione al Decreto Legislativo 152/2006, per illecita attività di gestione e smaltimento  di rifiuti speciali.

 

Rende, bloccati i lavori sull’Emoli: violate le normative ambientali

RENDE (CS) – A seguito di una serie di controlli effettuati nei giorni scorsi, il Comando di Cosenza del Corpo Forestale dello Stato ha bloccato i lavori di messa in sicurezza del torrente Emoli, in località piano di Maio nel comune di Rende. I lavori erano stati affidati dal Comune di Rende a una ditta agroforestale di Acri, e prevedevano la messa in sicurezza dell’alveo del torrente per una lunghezza di circa 10 km.

Insospettiti dalla presenza dei dipendenti della ditta che stavano effettuando lavori di disboscamento nei pressi del torrente, gli uomini del CFS hanno provveduto al controllo degli atti amministrativi necessari ad effettuare tali lavori, constatando una sostanziale difformità con le normative ambientali, in quanto “i lavori di disboscamento venivano effettuati in assenza della necessaria autorizzazione paesaggistico ambientale in considerazione che tali attività sono state effettuate su area sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale per legge quali area di rispetto dei fiume e torrenti iscritti negli elenchi delle acque pubbliche della Provincia di Cosenza e in quanto aree boscate per come definito dalla vigente normativa in materia” – come si legge in una nota del Comando Provinciale di Cosenza del CFS.

Al titolare della ditta sono stati contestati i reati di violazione della normativa sui beni ambientali, e la legna illecitamente abbattuta è stata posta sotto sequestro, previa convalida della Procura di Cosenza.

L’intervento del Corpo Forestale – si legge ancora nella nota – ha fermato una attività che avrebbe provocato danno all’ambiente, limitando il taglio ad una area di poche migliaia di metri quadri. Tali aree infatti svolgono una importante funzione ambientale oltre ad essere una nicchia ecologica per numerose specie di animali e vegetali“.