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Tra musica e risate:Massimo Lopez e il suo “Sing Swing”

LopezCosenza: Sabato sera. Teatro Rendano. Luci, gente elegante, donne in pelliccia, uomini con abito scuro. La folla, quella che ama lo spettacolo e la cultura, appresta il suo ingresso per assistere al nuovo spettacolo organizzato da “Rendano in Prosa“, l’evento patrocinato dal Comune di Cosenza che sta riscuotendo molti successi e che propone un calendario ricco di commedie e spettacoli musicali, degni di una grande città.Lopez 3

 

Sabato 14 Marzo è  la volta di Massimo Lopez. La volta della musica, delle risate e del divertimento. Un fuori programma molto apprezzato che vede tornare in scena uno dei comici più brillanti nel panorama nazionale. Lontani i tempi del Trio, Lopez, accompagnato dalla “Jazz Company”guidata da Gabriele Comeglio, dopo un primo momento di smarrimento, dona il meglio di sé stesso, dedicando al pubblico che lo ama, le migliori gag della sua vita. “Sing and Swing” il nome dello spettacolo che lo vede protagonista. E lui canta davvero. Con innata naturalezza, dimostra ancora una volta la sua ecletticità, intonando pezzi d’autore che infondono la sensazione di essere in un jazz club americano. Da “I’ve got you under my skin” a “Fly me to the moon” è un susseguirsi di bella musica a cui si frappongono istanti di comicità quando, con la spontaneità che gli è consueta, regala attimi di brio attraverso le imitazioni dei politici, dei cantanti nostrani e persino dei Pontefici che nel tempo si sono susseguiti.

Lopez 2E’ una comicità misurata la sua, non troppo irriverente, a tratti anche un po’ d’altri tempi. I linguaggi sono cambiati, le regole per divertire rimangono le stesse. Nel suo mirino ci finiscono un po’ tutti, persino i vari dialetti d’Italia. Sa fare qualsiasi cosa, Lopez. Anche ringraziare e salutare la folla che dopo tanti anni continua a regalargli consensi. “A modo suo”. O, come direbbe, Lopez/Sinatra, “My Way”.

 

Lia Giannini

La scrittrice ed esperta di enogastronomia Nuccia Carmagnola ospite degli incontri della Commissione cultura

COSENZA – La Commissione cultura del Comune di Cosenza ha attribuito un riconoscimento alla scrittrice ed esperta di enogastronomia Nuccia Carmagnola per la sua intensa attività di operatrice culturale.

L’incontro si è tenuto nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, alla presenza del Presidente dell’organismo consiliare Claudio Nigro, della Vice Presidente Maria Lucente e del consigliere Mimmo Frammartino.

Sommelier, autrice di molte pubblicazioni (“Sapori di Calabria”, “Dolce e piccante: scoprite la vita”, “Calabria, storie di gusto…”, ecc.) e infaticabile organizzatrice di importanti eventi culturali, Nuccia Carmagnola può come pochi esibire una profonda cultura del cibo in tutte le sue declinazioni: dal vino al pane, dall’olio al peperoncino, dalla castagna alla patata, agli agrumi, al miele, ai cibi della cucina contadina.

Amante della convivialità che induce al buonumore, ha saputo nel tempo, con grande competenza, approfondire sapori e saperi della cucina calabrese, anche quella cosiddetta “delle feste”.

La relazione introduttiva dell’incontro in Commissione cultura è stata svolta dalla Vice Presidente Maria Lucente che per prima ha proposto il riconoscimento a Nuccia Carmagnola, raccogliendo l’unanimità dei consensi anche degli altri componenti dell’organismo consiliare.

“Da membro dell’Accademia dei Vini e della Cucina di Calabria, fin dalla sua istituzione (era il 1977) – ha sottolineato Maria Lucente durante il suo intervento – Nuccia Carmagnola ha condotto ricerche storiche e culturali volte al recupero della cucina tipica calabrese, soprattutto quella contadina in via di estinzione. Tra gli altri meriti – ha proseguito Lucente – ha avuto l’intuizione di dover raccogliere e salvaguardare la nostra arte culinaria, perpetuando le tradizioni alimentate , specie nei paesi della nostra provincia, soprattutto dalle donne anziane, in una sorta di resistenza ad oltranza alle lusinghe del fast food e dei cibi precotti nei quali spesso la frenetica vita dei nostri giorni ci costringe a rifugiarci.

Nei suoi scritti ha saputo sottolineare il mondo contadino che viveva di ritualità”.

Chi si accosta alla lettura dei libri di Nuccia Carmagnola può cogliere, infatti, al di là della piacevole riproposizione di ricette che recuperano le tradizioni della cucina calabrese, una dimensione altra, quella dedicata ad approfondimenti semplici, ma rigorosi, sulla storia della Calabria. “Ecco perché – ha spiegato ancora Maria Lucente – anche le ricette, nella loro essenzialità, diventano polverose di storia e scientifiche, perché tramandate nei secoli e retaggio di antiche civiltà”.

Un lavoro, quello di  Nuccia Carmagnola, intenso, paziente, prezioso. Diversi i premi che ha ricevuto per la sua attività culturale e per il suo instancabile attivismo.

Ed in questo ricco carnet di attività, la Carmagnola non ha trascurato di aprire una finestra anche su altre culture, come quella orientale, riconoscendo alla cucina l’importante ruolo di baluardo identificativo e veicolo, per le diverse etnìe, grazie al quale è possibile  mantenere la propria specificità e caratterizzazione.

“Al di là degli innegabili meriti di Nuccia Carmagnola – ha concluso la Vice Presidente Lucente –  il riconoscimento attribuitole dalla Commissione cultura ha un valore simbolico, proprio nel momento in cui il cibo è tornato prepotentemente alla ribalta, a livello mediatico, anche in virtù del fatto che proprio al cibo e all’alimentazione è dedicato l’Expò 2015 che si apre il primo maggio a Milano”.

Lucente punta, però, l’indice su una sorta di rimozione del ruolo femminile. “Con grande evidenza spopolano in tv – dice ancora la Vice Presidente della Commissione cultura –  i grandi chef maschi, mentre la figura femminile risulta piuttosto appannata e relegata al ruolo domestico di cuoca di casa. Il lavoro di ricerca di Nuccia Carmagnola contribuisce a restituire alla donna un ruolo che può e deve condividere con l’uomo, ma che non vuole e non può abbandonare. Dare il cibo è un segno-simbolo di potere, forse uno dei pochi rimasti alle donne e quindi meglio tenerselo stretto!”.

Nuccia Carmagnola annuisce e ringrazia la Commissione per il riconoscimento assegnatole e anche i molti ospiti intervenuti: tra gli altri, Wanda Marsico e Gigliola Langher.

“Taxi a due piazze” al Rendano

COSENZA – Lunedì 2 marzo, alle ore 20.30, sul palco del Teatro Rendano, sarà rappresentata la commedia americana di Ray Cooney “Taxi a due piazze” decretata dalla critica, “la più divertente dell’anno”.  In Italia la commedia divenne subito popolare con Johnny Dorelli nella versione di Garinei e Giovannini, in seguito con suo figlio, Gianluca Guidi, prima diretto da Gigi Proietti e poi regista lui stesso. In questa nuova versione, Gianluca Guidi dirige e interpreta questa classica commedia in cui equivoci, scambi di persona, doppi sensi e situazioni al limite del paradosso garantiscono due ore di puro divertimento e risate. Accanto a Guidi, Giampiero Ingrassia in uno spettacolo che deve gran parte del suo successo all’affiatamento e alla bravura del cast.

LA TRAMA – Mario Rossi è un tassista sposato con Alice Rossi e residente in Piazza Irnerio 100.
Ma Mario Rossi è anche un tassista sposato con Barbara Rossi e residente in piazza Risorgimento.
Un curioso caso di omonimia con tanto di identica professione? No: i due Rossi sono la stessa persona. Il tassista è bigamo e ha sposato Alice in chiesa e Barbara in comune 6 mesi dopo. Seguendo una precisa pianificazione di orari e turni di lavoro, e grazie al lavoro di entrambe le mogli, Mario riesce per 2 anni a vivere nascondendo la verità a Barbara e Alice. Tutto si complica quando, per salvare un’anziana signora da uno scippo, Mario riceve una brutta botta in testa che lo costringe, privo di sensi, al ricovero in ospedale. Al risveglio il tassista, ancora confuso, darà a un infermiere l’indirizzo della prima moglie, e a un altro impiegato dell’ospedale quello della seconda.
La denuncia arriverà quindi a due diversi commissariati di due diverse zone, che a loro volta si attiveranno mandando a indagare due diversi ispettori.
Anche la stampa farà la sua inviando a casa di Mario un fotografo che scatterà la foto che verrà pubblicata sulla copertina di Roma Sera.
Ciò che seguirà sarà una serie di equivoci, coincidenze e bugie che, col loro ritmo infernale, intricheranno a tal punto la trama da condurre a un finale inaspettato e sorprendente.

Questi i costi per lo spettacolo “Taxi a due piazze”: platea e palco platea 28 euro; palchi di I ordine centrale 25 euro; palchi di II ordine centrale: 21 euro;  palchi di I ordine e II ordine laterali: 17 euro; galleria: 12 euro

La Commissione Cultura incontra Vittoria Bacher

COSENZA – Insegnante cosentina di lungo corso nella scuola dell’infanzia, propugnatrice di sempre nuove occasioni di socializzazione con le famiglie degli alunni, da 40 anni in prima linea sul fronte della tutela dei diritti dei bambini per i quali ha condotto, da sempre, una vera e propria crociata. Vittoria Bacher  ha dedicato tutta la sua vita, come insegnante e come donna, a richiamare l’attenzione degli adulti sui bisogni dei bambini, trovando mille modi per farlo e i risultati non si sono fatti attendere.

Nei giorni scorsi è stata protagonista, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, degli incontri della Commissione Cultura del Comune di Cosenza e l’organismo consiliare, presieduto dal consigliere Claudio Nigro, le ha conferito un riconoscimento per l’impegno profuso al servizio della scuola e sul fronte della salvaguardia dei diritti dei bambini.

Un tema quest’ultimo sviscerato anche in una trilogia di volumi pubblicati nel corso del tempo : “Insieme per imparare ad ascoltarli”, con prefazione della docente di psicologia dell’Università della Calabria Angela Costabile, “Perché domani sia un altro giorno” con prefazione della giornalista Rai, di origini cosentine, Donatella Scarnati, e  “Aquiloni spezzati”, con la prefazione del criminologo Francesco Bruno.

La relazione introduttiva all’incontro del “Rendano” è stata tenuta dalla Vice Presidente della Commissione Cultura Maria Lucente che ha sottolineato come “Vittoria Bacher abbia fatto  dell’empatia e della capacità di ascolto dei bambini il suo credo, sia dal punto di vista comportamentale che dell’approfondimento delle dinamiche relazionali con gli alunni. Da insegnante militante – ha aggiunto la Lucente – ha svolto tantissimi progetti educativi, alcuni dei quali hanno avuto una risonanza anche nazionale. La targa che le abbiamo consegnato – ha poi concluso la Vice Presidente della Commissione Cultura – ha, mai come in questa occasione, un valore simbolico perché si tratta di un riconoscimento che idealmente viene attribuito a tutte le insegnanti del territorio  e a quelle buone pratiche, in ambito educativo, che si sviluppano numerose nella città di Cosenza”.

La Vice Presidente Lucente ha messo in luce anche l’impegno di Vittoria Bacher nel mondo del volontariato, sostenitrice, tra le tante, anche  dell’Associazione “Gianmarco de Maria” che si occupa, come è noto, di assistenza ai bambini ricoverati nel reparto di chirurgia pediatrica dell’Ospedale Civile di Cosenza, in particolare a quelli affetti da malattie oncologiche, prendendosi cura anche dei loro genitori, ospitandoli gratuitamente nella “Casa di Giusy”, a cento metri dall’Ospedale.

Quando prende la parola, la Bacher si definisce “solo una maestra e non una scrittrice professionista”, ma il patrimonio accumulato in tanti anni di insegnamento lo ha messo al completo servizio dei bambini. Educatrici come lei dovrebbero essere da esempio alle nuove generazioni di insegnanti. Quel patrimonio è racchiuso nei tre titoli che ha già dato alle stampe, mentre un quarto sta per vedere la luce. La speranza di Vittoria Bacher è che lei possa rappresentare per le nuove generazioni di educatori una sorta di guida o di faro all’interno di una società che pone al centro dell’esistenza valori sempre più falsi ed inconsistenti.

Nei suoi libri la Bacher affronta di petto, senza troppi giri di parole, questioni delicate come la solitudine dei bambini, sempre più indifesi di fronte ad una società annientatrice, o il bullismo e le altre forme di violenza e di disagio che hanno per protagonisti i giovani.

“I bambini – dice –  vanno ascoltati e il loro silenzio è dettato dal fatto che molti non parlano perché hanno paura di parlare o perché nessuno è disposto ad ascoltarli”.

La rassegnazione e l’indifferenza non fanno per lei. Ecco perché continua a combattere a denti stretti, facendo la sua parte e profondendo enormi energie, come donna e come insegnante, per spronare altri adulti a fare la loro.

Al “Rendano” il Primo Festival Internazionale di Musica Contemporanea

COSENZA – Il Teatro “Rendano” di Cosenza ospiterà sabato 21 febbraio e domenica 22 febbraio il I Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Al Festival è abbinato il Concorso Internazionale di Composizione “Alfonso Rendano” che ha visto misurarsi oltre 100 compositori provenienti da circa 22 Paesi: Italia, Spagna, Stati Uniti, Inghilterra, Giappone, Corea del Sud, Belgio, Cina, Israele, Polonia, Francia, Germania, Grecia, Serbia, Canada, Russia, Bielorussia, Repubblica Ceca, Siria, Slovenia, Australia e Messico.

Il Festival e il Concorso hanno tra gli enti patrocinatori l’Amministrazione comunale di Cosenza e l’Assessorato al Teatro, guidato da Rosaria Succurro, e sono promossi dall’Associazione Musicale Culturale “Enotria Brutia Classica” di Firmo. Direttore artistico del Festival è il Maestro Salvatore Frega.

“Il Festival, abbinato al Concorso di composizione – sottolinea nel presentare l’iniziativa lo stesso direttore artistico Frega –  intende alimentare la diffusione della cultura musicale, puntando prioritariamente sulla valorizzazione della creatività e degli entusiasmi dei giovani artisti”.

La giuria del Concorso è sicuramente di assoluto prestigio, annoverando, come Presidente, il maestro Ivan Fedele, Direttore artistico della Biennale di Venezia e, tra gli altri, il compositore Andrea Portera, il pianista e compositore Vito Palumbo, Girolamo Deraco (anch’egli compositore), il direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta e Luca Ceretta, musicista ed editore di “Sconfinarte”, la casa editrice che pubblicherà le opere musicali dei primi classificati.

Il programma del Festival prevede sabato 21 febbraio, al Teatro “Rendano” (ore 20,30) la prima esecuzione assoluta del dittico  “Il Pifferaio di  Hamelin e il Mantello Rosso” ideata e scritta dai Compositori della Scuola di Musica di Fiesole, eseguita dall’EBC Ensemble, con la voce recitante di Barbara Bruni e la direzione del Maestro Simone Ori, molto attivo, come direttore e politastierista, tra Italia, Germania, Francia e Inghilterra, sempre accanto ad artisti di fama internazionale.

Domenica 22 febbraio, la conclusione del Festival prevede, sempre al “Rendano” e sempre alle ore 20,30, la Finale del Concorso Internazionale di composizione “Alfonso  Rendano”.  Con l’occasione saranno eseguite le 7 composizioni inedite entrate in finale. Questi i nomi dei sette compositori finalisti: cinque gli italiani (Andrea Benedetti, Alessandro Anatrini, Davide Scarcella, Gabriele Cosmi e Jacopo Aliboni) cui sono da aggiungere  Danielle Howard (Inghilterra) e Mi Hyun Woo (Corea del Sud). Anche in questo caso le composizioni saranno eseguite dall’EBC Ensemble. La direzione è affidata a Francesco Lanzillotta, considerato uno dei più promettenti giovani direttori nel panorama musicale italiano.

Lanzillotta ha negli ultimi anni diretto in alcuni tra i più importanti teatri, dalla Fenice di Venezia al San Carlo di Napoli, dal Verdi di Trieste al Filarmonico di Verona.

A Cosenza “Una famiglia quasi perfetta” con Carlo Buccirosso

COSENZA – Continua la stagione “Rendano in prosa”, dopo i sold out dei due primi appuntamenti ancora tanta comicità e, questa volta dal sapore partenopeo. Martedì 3 febbraio, alle ore 20.30,  sarà la volta  della commedia “Una famiglia quasi perfetta, scritta diretta e interpretata da Carlo Buccirosso.

“Una famiglia quasi perfetta” E’ un affresco impietoso della nostra società, commedia dai toni chiaroscuri è ambientata in una tranquilla villetta residenziale, in un cui vive una pacifica famigliola. “Lui è un affermato psicologo, lei un’insoddisfatta casalinga – spiega nelle sue note di regia Buccirosso – sembrano vivere in apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora appare come il loro principale punto di riferimento. Tutto ciò fin quando un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro esistenza. Il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo, piomba nel tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio. Il disordine legislativo, la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia quotidiana, cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai tristemente abituato”. Buccirosso è uno dei più straordinari caratteristi della tradizione napoletana e questa volta riesce a mettere in equilibrio la drammaticità di una trama, che affronta uno dei tempi più scottanti della nostra società come quello dell’adozione, con quell’ironia, quella farsa sottile e penetrante che rende tutto più umano e magari scontato ciò che non lo è. Al centro della storia un originale personaggio, il Signor Salvatore Troianiello, interpretato da Carlo Buccirosso, che dopo aver scontato una pena di 24 anni per l’uccisione della moglie a causa di un tradimento coniugale, si prefigge l’ obiettivo di riprendersi la custodia di suo figlio, dato in adozione ad una famiglia dopo il tragico evento. Su questo terreno si inizia a disputare una gara veemente: le pretese del protagonista e del nuovo nucleo familiare adottivo che generano due “fazioni” costrette a confrontarsi con interrogativi complicati e dai quali è difficile uscirne.

Evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza.

Campagna abbonamenti del “Rendano”: sconti fino al 40% per chi sottoscrive in anticipo

COSENZA -Partirà il prossimo 20 settembre la nuova campagna abbonamenti del Teatro “Alfonso Rendano”, con due mesi di anticipo rispetto alla data della “prima” del “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, titolo operistico con il quale il 21 novembre sarà inaugurata la nuova stagione del teatro di tradizione cosentino.
Quella della campagna abbonamenti anticipata è una delle importanti novità del nuovo corso del “Rendano”, oltre a quella di dare a chi, nel primo mese di vendita, sottoscrive l’abbonamento o acquista i biglietti delle singole rappresentazioni, la possibilità di accedere a sconti fino al 40%.
“Con il pianificare le vendite dei biglietti e degli abbonamenti – sottolinea il direttore Parisi – contiamo di far riavvicinare al teatro il pubblico che nel corso degli ultimi anni si era un po’ allontanato.”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Assessore al Teatro Rosaria Succurro.

Per cui, chi ama l’opera corra al botteghino!

Le note dell’opera 68 di Alessandro Longo risuonano al Rendano

Cosenza – Risuonano nella sala “Quintieri” del Teatro “Rendano” le note dell’opera n.68 per flauto e pianoforte di Alessandro Longo, compositore, pianista e musicologo, originario di Amantea ed al quale si deve la revisione delle opere di Domenico Scarlatti, soprattutto di quelle clavicembalistiche.
L’opera 68 di Longo è stata scelta dal duo formato dalla flautista Daniela Troiani e dal pianista Giuseppe Maiorca come conclusione della cerimonia voluta dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza e tenutasi al teatro “Rendano”, nel corso della quale i due musicisti sono stati insigniti di un riconoscimento della città per la loro attività e per la longevità del loro sodalizio artistico, che dura esattamente dal 1988. Bastano i tre tempi dell’esecuzione dell’opera longhiana (prima un allegro moderato, poi un andantino, infine un vivace), quindici minuti in tutto, per metterci in relazione con il loro modo rigoroso di concepire la musica, tutto impegno e sacrifici, che ne ha rappresentato in quasi 26 anni la cifra di riconoscibilità, unita all’affiatamento che li ha sempre contraddistinti.
L’incontro della Commissione cultura con Daniela Troiani e Giuseppe Maiorca – graditissima la presenza in platea del rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci – si era aperto con l’introduzione del Presidente Claudio Nigro che ha sottolineato come doveroso l’invito in commissione cultura di due musicisti così apprezzati. Ognuno dei due ospiti è stato poi presentato da un relatore diverso, Maria Lucente per Daniela Troiani, Mimmo Frammartino per Giuseppe Maiorca.
Per Maria Lucente “Daniela Troiani è  una grande artista e una grande professionista. Ascoltando il suono del suo flauto ci si sente come rapiti.  Si provano forti emozioni e si è come conquistati dallo strumento”.
La sua formazione musicale è un concentrato di incontri importanti. La troviamo accanto a maestri del calibro di Adolfo Longo, Angelo Persichilli con il quale si è diplomata nel 1978 al Conservatorio S.Cecilia a Roma, e di Riccardo Brengola.
Nel suo percorso ha incontrato flautisti di prim’ordine, da Severino Gazzelloni a Maxence Larrieu. La vocazione al viaggio per ragioni musicali e di studio l’ha portata in Francia e in Svizzera, salvo fermarsi, nel 1985, quando in 48 ore è costretta a decidere, quasi su due piedi, di lasciare Ginevra per Cosenza. Scelta non facile, ma Daniela Troiani sa che c’è in ballo una cattedra di flauto al Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” della città calabrese. Prendere o lasciare. Non c’è tempo per le riflessioni. Prende e non se ne pentirà, mai, diventando cosentina d’adozione.
Anche il suo girovagare per le massime orchestre italiane, ha il sapore del rigore, dell’applicazione e del sacrificio: Opera di Roma, la Rai, il San Carlo di Napoli, la Filarmonica Marchigiana, l’Accademia di S.Cecilia e poi primo flauto dell’Orchestra Sinfonica di San Remo.
E’ l’interesse per il repertorio cameristico che la porta a dar vita, nel 1988, al duo con il pianista Giuseppe Maiorca, privilegiando la musica raramente ascoltata del primo novecento italiano.
La sua ricerca la spinge a fondare, insieme ad altri colleghi, l’ensemble “Concentus Romae” la cui mission è principalmente quella di contribuire alla divulgazione della musica barocca.
Non mancano nel suo percorso di musicista le tournèes all’estero, soprattutto in Brasile dove rappresenta l’Italia ai Festival internazionali di flauto di Rio De Janeiro e di Tatuì.
A ricostruire l’attività artistica di Giuseppe Maiorca ci pensa Mimmo Frammartino che ricorda come il pianista “non è cosentino di nascita, ma di adozione, perché sin da piccolo si è trasferito a Cosenza, lasciando la sua Sicilia con la quale mantiene, però, ancora oggi, un saldo e profondo legame”.
Quasi un enfant prodige, inizia a suonare il pianoforte all’età di sei anni. Ha la fortuna di incontrare il maestro Luciano Luciani ed è con lui che muove i primi passi
nella conoscenza di uno strumento, il pianoforte, che non abbandonerà più.
Diversi i nomi che hanno contribuito alla sua formazione musicale: il maestro Valentino Di Bella che lo fa avvicinare a Bach, poi l’incontro che in qualche misura gli cambia la vita: con Michele Marvulli, il direttore del Conservatorio cosentino che dopo la metà degli anni settanta dà vita ad una lunga serie di concerti tenuti dai migliori allievi della cattedra di pianoforte. Una fucina di talenti che solletica il giovane Giuseppe Maiorca a cercare un rapporto proprio con Marvulli di cui segue caparbiamente i corsi di perfezionamento che il maestro tiene prima all’Accademia Musicale di Pescara e poi alla “Nino Rota” di Bari.
Un periodo fatto di grande fatica e sacrifici, ma che porta Maiorca dritto al diploma. Siamo nell’81. Di lì a poco un altro incontro fondamentale per la sua formazione musicale, quello con il grande pianista Aldo Ciccolini di cui segue un corso di perfezionamento in Francia.
35 anni di ininterrotta attività concertistica, insegnante presso prestigiose istituzioni musicali tra cui l’Università Chopin di Varsavia, Giuseppe Maiorca è stato per tre anni anche coordinatore del concorso pianistico “Alfonso Rendano e attualmente è direttore artistico della prestigiosa associazione concertistica “Maurizio Quintieri”.
“La città i suoi talenti deve tenerseli cari e stretti – chiosa Frammartino – perché un artista, più di ogni altro, contribuisce con la sua arte a rendere migliore la sua città”
Prima che intervengano gli ospiti c’è tempo per gli apprezzamenti espressi dai consiglieri comunali Massimo Commodaro e Francesco Perri.
Brevi, ma intensi i ringraziamenti dei due musicisti.
Troiani sottolinea il suo forte legame con Cosenza e con il suo Conservatorio.
“Un Conservatorio – ha aggiunto Maiorca – che ora è uno dei più importanti del Meridione , ma quando iniziai gli studi del pianoforte la situazione era diversa e fui costretto ad emigrare altrove. Non è stato facile, anche se mi considero  fortunato perché la mia famiglia fu in condizione di sostenere le molte spese che i frequenti viaggi comportavano, ma intorno c’erano – prosegue il racconto di Maiorca –tanti giovani, tutti bravi, che non poterono farlo. Ed è con loro che voglio idealmente condividere questo riconoscimento anche se non sono qui con me”.

Teatro Danza in scena con “Delle corrose Carni-Dido et Aeneas”

COSENZA – Domenica 11 Maggio alle ore 18.00 al Teatro ”A.Rendano” di  Cosenza, andrà in scena il dramma in atto unico per Teatro Danza “Delle corrose carni”. Si tratta di uno spettacolo, già presentato in molti teatri italiani dalla compagnia “Teatro dei XXIII-E.M.A Elibats Moving Arts”, a cui è legato un aspetto benefico con una raccolta di fondi a favore dell’UNICEF Calabria. L’opera, “Delle corrose Carni-Dido et Aeneas” di Rosario Amato, è un dramma in atto unico che unisce prosa, opera lirica e teatro danza, ed è basata sul contrasto antropologico e intimistico tra Didone ed Enea. Donna in perenne rivolta contro il mondo maschile, contro leggi scritte da uomini e contro una volontà declinata e subita al maschile, Didone, nel suo incontro con Enea, solca il confine di un femminismo esistenziale e intimistico, dalle tinte moderne ed esistenzialistiche. Un amore corrotto e distrutto che diviene lo scontro tra due mondi, il maschile e il femminile, nudi dinanzi a debolezze e orgogli, fato e volontà, sangue e riscatto.

Le musiche barocche di Henry Purcell, tratte dall’opera omonima e interpretate dal celebre e storico mezzo soprano Tatiana Troyanos, renderanno il clima al limite dell’inverosimile.

La coreografia sarà curata da Filippo Stabile, al quale, insieme a Rosario Amato, sarà affidata anche la regia di uno spettacolo, che potrà avvalersi dell’interpretazione teatrale di Anna Macrì e Giovanni Turco e che è stato realizzato insieme all’Artemis di Monica Casadei, la più importante compagnia di teatro danza italiana.

 

 

Il 9 marzo al Rendano si parla di endometriosi. Nasce a Cosenza lo Sportello d’ascolto

Sono 14 milioni in Europa e 3 milioni in Italia le donne affette da endometriosi, patologia insidiosa che colpisce il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, l’endometrio appunto, ma soprattutto una malattia che, molte volte, quando viene diagnosticata ha già fortemente compromesso la qualità della vita della donna colpita. Riflessione che si fa ancora più amara se si pensa che con l’endometriosi alla fine bisogna conviverci, perché allo stato attuale non esiste una cura definitiva e, pertanto, meglio sarebbe diagnosticarla per tempo, anche in età adolescenziale, quando è più facile affrontarla tanto sul piano delle cure mediche quanto su quello degli stati emotivi che l’accompagnano, e soprattutto si riescono ancora ad evitare le conseguenze peggiori, tra le quali infertilità e degenerazioni

Quella dal 3 al 9 marzo sarà la Settimana Europea della consapevolezza dell’endometriosi, istituita nel 2004 dalla European Endometriosis Alliance, che in Italia ha la sua costola nell’A.I.E., Associazione Italiana Endometriosi. Ed è dalla volontaria A.I.E. Debora Falcone che nasce l’idea di realizzare a  Cosenza un evento – che nella mattinata di domenica 9 marzo si terrà al Rendano – per diffondere quante più informazioni possibili sulla malattia in un contesto che, al dato medico scientifico associa momenti di spettacolo, grazie agli attori Orsetta Foà, Valeria De Luca e Gerry Gherardi, alla cantante Rosa Martirano, al musicista-medico Cataldo Perri.

Perché alla fine l’idea di Debora Falcone si trasforma in un grande gioco di squadra, in un impegno corale di donne che, a vario titolo, si ritrovano su quell’idea e ne riconoscono il profondo valore sociale. D’altronde l’endometriosi è una malattia sociale. L’Amministrazione comunale, con gli assessori Rosaria Succurro e Manfredo Piazza, interviene a supporto dell’evento, sposato dalla Fidapa di Cosenza, dalla Casa di Cura Sacro Cuore,  e da una serie di partners privati, uno su tutti la Banca Mediolanum.

Questi gli attori sociali che nell’illustrare alla stampa l’iniziativa del 9 marzo sono stati ognuno cassa di risonanza delle tante implicazioni sociali della malattia affermando la necessità del sostegno alle donne affette da endometriosi. Così l’assessore alla coesione sociale Manfredo Piazza, con la collega Rosaria Succurro, hanno ribadito la vicinanza dell’Amministrazione comunale, apprezzando il taglio significativamente ‘leggero’ che si è deciso per l’evento. Una strada quasi obbligata, vista la formazione artistica di Debora Falcone, anche lei colpita da endometriosi, che da Roma, dove ha vissuto l’esperienza del gruppo di auto-aiuto trasferisce ora nella sua città quella che è diventata quasi una missione, l’esigenza divulgativa da una parte, l’obiettivo concretamente operativo dall’altra, che a Cosenza si traduce nel prossimo avvio, presso la Casa di Cura Sacro Cuore, dello Sportello d’Ascolto.

La struttura sanitaria cosentina, rappresentata dalla psicoterapeuta Cecilia Gioia è già sede di un ambulatorio dedicato, che ha ottenuto tra l’altro due bollini dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dalla Donna (O.N.Da.). “Ora unisce le competenze medico-scientifiche a quelle sugli aspetti psicologici per un approccio multidisciplinare alla malattia – spiega la professionista e presidente dell’Associazione “Mamma che mamme” – nella consapevolezza di quanto sia importante per la paziente l’accoglienza ed il percorso di accompagnamento alle figure mediche”.

Su tutto l’imprimatur della Fidapa  Cosenza che, in assenza della presidente Silvana Gallucci per impegni professionali, è ben rappresentata dalla vice Mariateresa Seta, lì anche per Mediolanum, e da Vanda Marsico, presidente della commissione igiene e sanità dell’associazione, che alla manifestazione del 9 marzo porterà il suo contributo scientifico insieme ad altri colleghi medici oltre che a rappresentanti nazionali dell’A.I.E. “La Fidapa – ha evidenziato la dottoressa Marsico – ha sempre a cuore le  tematiche che si impongono nella società ed esprime la propria azione nel sostegno alle donne e alla loro qualità della vita”. Di una donna anche il contributo grafico all’iniziativa. Il segno grafico di Raffaella Morimanno punta al cuore del problema e al modo in cui irradiandosi condizioni tanti aspetti della vita di una donna. Vogliamo leggerci anche un invito a prendere a cuore la propria salute, utilizzando lo strumento della prevenzione che rimane ancora quello più efficace.