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“Il giorno della civetta” di Sciascia al Rendano

Cosenza – Il romanzo più celebre di Leonardo Sciascia “Il giorno della civetta”, pubblicato nel 1961, da cui venne tratto l’altrettanto celebre film di Damiano Damiani, interpretato da Franco Nero, è da qualche tempo diventato uno spettacolo di prosa, in tournèe nei maggiori teatri italiani, nella riduzione che si deve al regista Fabrizio Catalano Sciascia, nipote del grande intellettuale di Racalmuto.

La versione teatrale de “Il giorno della civetta” approda ora al Teatro “Rendano” di Cosenza in un interessante fuori programma della stagione di prosa. L’appuntamento con lo spettacolo è per martedì 29 gennaio, alle ore 20,30.

Ne sono protagonisti gli attori Sebastiano Somma e Orso Maria Guerrini, due dei volti più noti del panorama teatrale e soprattutto televisivo, rispettivamente nei panni del Capitano Bellodi (ruolo che al cinema fu di Franco Nero) e del capomafia Don Mariano Arena (interpretato nella versione cinematografica dall’attore americano Lee J.Cobb).

Lo spettacolo, diretto da Fabrizio Catalano, riporta in scena a distanza di più di cinquant’anni la storia, narrata nel romanzo di Sciascia, dell’inchiesta che il capitano Bellodi, uomo onesto e intelligente, arrivato in Sicilia dalla lontana Parma agli inizi degli anni ’60, è chiamato a svolgere sull’omicidio di Salvatore Colasberna, imprenditore nel settore dell’edilizia, freddato mentre sta frettolosamente salendo sull’autobus che, dal paesino dell’entroterra siciliano in cui vive, lo deve condurre a Palermo.

Isabel Russinova, direttore artistico del Teatro Rendano  nel settembre dello scorso anno dedicò, con la rassegna teatrale “Rendano off”, un’attenzione particolare ai temi della giustizia e della legalità.

Ne “Il giorno della civetta” in scena al Rendano, accanto a Sebastiano Somma e Orso Maria Guerrini reciteranno anche Gaetano Aronica e Fabrizio Catalano, che firmano rispettivamente l’adattamento e la regia dello spettacolo, e, ancora Morgana Forcella, Roberto Negri, Alessio Caruso, Maurizio Nicolosi, Giovanni Vettorazzo e Luca Marianelli.

Le scene sono di Antonia Petrocelli e Gilda Cerullo, i costumi della sola Petrocelli.

I biglietti in vendita sia al botteghino del Teatro “Rendano” che all’agenzia Inprimafila di viale degli Alimena.

 

 

 

 

P.F.M. e Franco Battiato in Concerto: Due Grandi Appuntamenti Con La Musica d’Autore

COSENZA -Due importantissimi appuntamenti con la musica d’autore interesseranno la città Bruzia nel mese di Febbraio.

Il 21 Febbraio, al teatro Rendano di Cosenza, alle ore 21 avrà inizio il concerto della P.F.M.

La P.F.M (Premiata Forneria Marconi) è considerata una delle punte di diamante del Progressive-Rock italiano.

La band, composta da musicisti di rilievo, è riuscita a portare la musica italiana all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, grazie al loro rock arricchito da improvvisazioni di stampo jazzistico, ritornelli quasi ‘pop’ e composizioni dal sapore classico, definito dagli americani “Spaghetti Rock”.

Nota è la collaborazione della P.F.M. con il cantautore Fabrizio De Andrè, a cui è dedicata una parte dello spettacolo: “P.F.M. Canta De Andrè”.

Tra i tantissimi brani della band, che hanno catturato l’ammirazione di milioni di fan, si distinguono Impressioni di Settembre, Celebration e La Carrozza di Hans.

Il 28 Febbraio, alle ore 21, il teatro Rendano di Cosenza accoglierà il maestro Franco Battiato.

Franco Battiato è considerato tra i più importanti e innovativi cantautori italiani. Il musicista siciliano è noto per la sua vena eclettica e la continua sperimentazione nel fondere vari stili musicali.

Ciò che distingue i suoi testi sono la filosofia, l’esoterismo, la meditazione orientale e tanto altro, lasciando intravedere all’ascoltatore la molteplicità dei suoi interessi.

Il tour porta il nome del suo ultimo lavoro, “Apriti Sesamo” (Universal 2012). Un album, realizzato anche grazie alla partecipazione ai testi di  Manlio Sgalambro e Faso di Elio e le storie tese, che riesce a mantenere alta la qualità della musica italiana  e che non manca di sorprendere nuovamente i fan con il gusto originale di Battiato.

Fra i successi di Franco Battiato possiamo ricordare La Cura, Centro di Gravità Permanente, E ti Vengo a Cercare.



Miriam Caruso

Al Rendano Arriva il Musical Shrek, l’Unico Orco che Non fa Paura ai Bambini

COSENZA – È l’unico orco che non spaventa i bambini, anzi, li diverte un mondo, perché è buono anche quando è burbero, perché è simpatico anche quando è un po’ sboccato, perché è tenerissimo quando si innamora della principessa Fiona e per lei sopporta (per un po’) anche le rigide regole della vita di Corte….troppo rigide per un Orco abituato alla libertà della sua palude!
Sì, è proprio lui, è “Shrek”, il personaggio dell’omonimo film di animazione, divenuta poi una saga firmata DreamWorks, perché ben quattro sono state le pellicole dedicate.

Al Teatro Rendano, tre gli appuntamenti con “Shrek il Musical”: mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio alle ore 20.30; il 24 gennaio anche alle ore 9.30 per una recita riservata alle ultime due classi delle scuole primarie e alle scuole medie inferiori. Lo spettacolo coincide infatti con l’avvio della seconda edizione dell’iniziativa “Ogni luogo contiene segreti”, ideata e organizzata dall’assessore alla scuola Marina Machì per avvicinare i giovani al teatro, non solo in quanto spettatori, ma con un approccio diretto ai luoghi ed ai mestieri del teatro attraverso, ad esempio, l’incontro con le
maestranze durante la fase di allestimento dello spettacolo.

Le musiche, di Jeanine Tesori, sono eseguite dal vivo da una band di dieci elementi. Testi e canzoni sono di David Lindsay-Abaire. Nel cast troviamo, nel ruolo dei protagonisti, Alice Mistroni (Fiona) e Nicolas Tenerani (Shrek), due artisti che vestono il musical come una seconda pelle. Gli altri protagonisti, Emiliano Geppetti (Ciuchino), Piero Di Blasio (Lord Farquuad). Completano il cast Marco Stabile, Claudia Campolongo, Valentina De Giovanni, Giulio Pangi, Alessandro Arcodia, Manuela Tasciotti, Pasquale Girone Malafronte, Fiorella Nolis, Elisa Colummi, Marco Trespioli, Andrea Attila Felice, Davide Dal Seno, Daniele Derogatis, Michelangelo De Marco, Beatrice Baldaccini. La direzione musicale è di Dino Scuderi, scene e costumi di Luisa Spinatelli, coreografie di Valeriano Longoni.

Cosenza: al Rendano il Pirandello di “Questa sera si recita a soggetto” con Mariano Rigillo

Secondo appuntamento della stagione di prosa del Teatro “Rendano”, di cui è direttore artistico Isabel Russinova, sabato 5 gennaio (ore 20,30) e domenica 6 gennaio (ore 18,00) con il Pirandello di “Questa sera si recita a soggetto”, protagonista una coppia “storica” della scena italiana, quella formata da Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini.

In questa nuova versione dell’atto conclusivo della trilogia pirandelliana sul teatro nel teatro (prima di “Questa sera si recita a soggetto”, il tema era stato già sviscerato dal drammaturgo siciliano in “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”) la regia è firmata da Ferdinando Ceriani, mentre l’allestimento è una produzione della Compagnia Molière e del Teatro “Quirino Vittorio Gassman” di Roma.

Scritta più di 80 anni addietro, la commedia conserva una sorprendente attualità, risolvendosi nella sintesi perfetta di una straordinaria macchina teatrale che, forse, non è altro che un potente affresco della vita, grottesca e drammatica. Circostanza che fece esclamare, in un momento di esaltazione, allo stesso Pirandello, dopo la prima rappresentazione, avvenuta a Könisberg il 25 gennaio 1930, : “Tutto il teatro recita!” La pièce è una complessa architettura di strutture a incastro in cui la ben nota passione del drammaturgo siciliano per il metateatro arriva a una delle sue vette più alte. La quarta parete (il muro trasparente tra il palcoscenico ed il pubblico) viene completamente abbattuta e l’inizio dello spettacolo coincide con un alterco fra gli attori della compagnia, che litigano con il regista su come dover rappresentare il testo da mettere in scena (che è una novella dello stesso Pirandello, “Leonora addio!”). Il testo deve essere rappresentato a soggetto, senza un copione predeterminato. Il regista-demiurgo (il dottor Hinkfuss), mette in discussione tutti gli elementi del teatro,  vorrebbe suddividere il racconto in quadri ed episodi, in modo da dare ordine e rigore formale alla struttura dello spettacolo ma gli attori non sono d’accordo e non ci stanno a fare le marionette. Temono che la rigidità della struttura vada a scapito della loro immedesimazione e dell’intensità dei sentimenti rappresentati, soprattutto in funzione del fatto che la novella di riferimento è una storia di amori e gelosie. Da questi conflitti si sviluppa un gioco di grandi equilibrismi e di raffinatissime trovate metalinguistiche che giocano su questo doppio versante, teso da una parte a svelare la macchina della rappresentazione e il lavoro di costruzione di una messa in scena; dall’altro, ad esaltarne le potenzialità evocative ed emotive e l’intensità dell’immedesimazione.

Nell’allestimento firmato da Ferdinando Ceriani e che andrà in scena al “Rendano” il 5 e 6 gennaio, Mariano Rigillo che torna nel teatro di tradizione cosentino a qualche anno di distanza da “Romolo il Grande” di Friedrich Dürrenmatt, interpreta (nella novella che deve essere inscenata dagli attori) il ruolo  del signor Palmiro, il padre di famiglia che muore per una coltellata infertagli mentre difende una cantante di tabarin. Palmiro lascia quattro figlie: la maggiore, Mommina, che è stata una cantante lirica (l’attrice è Silvia Siravo)  e che è sposata a Rico Verri, uomo geloso che la maltratta e le impedisce di continuare a coltivare la sua passione per il canto, muore di infarto, mentre intona, su richiesta delle sue bambine, una romanza tratta dal “Trovatore”. Nei panni della moglie di Palmiro, Ignazia, detta la Generala, c’è, invece, l’attrice Anna Teresa Rossini. Il dottor Hinkfuss, il regista-demiurgo, è impersonato da Ruben Rigillo. Completano il cast Federica Marchettini, Serena Marinelli e Chiara Cavalieri, nei panni rispettivamente delle altre tre figlie di Palmiro, Totina, Dorina e Nenè, e ancora Giacinto Palmarini (Rico Verri), Andrea Nicolini (il Pianista),Salvatore Rancatore (l’assistente), Carla Ferraro (la chanteuse), Francesco Di Trio (lo spettatore),  Simone Vaio (Nardi), Gabriele Geri (Sarelli) e Beatrice Coppolino (la Figlia).

Le scene sono di Andrea Bianchi/Forlani, le musiche di Alessandro Panatteri, i costumi di Marta Crisolini Malatesta e il disegno luci di Giovanna Venzi.

Al Rendano la Locandiera di Goldoni: il successo di Nancy Brilli

È un esordio brillante quello della stagione di prosa cosentina. Sabato 15 dicembre il Rendano ha ospitato La Locandiera di Goldoni, diretta da Giuseppe Marini che, per la prima volta alle prese con l’opera goldoniana, ne firma la regia e accoglie anche il consenso della città bruzia, unica tappa calabrese della tournée. La scenografia di Alessandro Chiti fa la differenza e salta subito all’occhio. La “trovata” dei pannelli girevoli, rigorosamente bianchi sullo sfondo nero, consente un fluire costante degli ambienti che, di fatto, variano solo sensibilmente sulla base di una scena fissa. L’attualità dell’opera è vivacizzata anche dai costumi disegnati da Nicoletta Ercole: fedeli all’epoca di Goldoni eppure vicini ai vezzi contemporanei. L’incedere è costante, ma privo di ansie. Nancy Brilli, nei panni di Mirandolina dopo otto anni di assenza dalle scene, incarna fedelmente, con le dovute modulazioni del caso, quella modernità concepita dal librettista veneziano. È una donna strategica e narcisista che gode dell’ammirazione maschile e non può farne a meno. È cinica, calcolatrice e si compiace del corteggiamento “utile” e insistente del Marchese di Forlipopoli e del Conte di Albafiorita. Il primo (interpretato da un Fabio Bussotti che piace particolarmente) cerca di conquistarla con l’altisonanza di parole e maniere “ridicole” tra finta protezione e tirchieria che imprimono all’opera la vena più comica. Il secondo, invece, (che sulla scena è Maximilian Nisi), punta tutto sullo sperpero ostentato: cosparge la locandiera di doni preziosissimi ai quali lei, ovviamente, non si sottrae. L’equilibrio viene spezzato dall’arrivo del Cavaliere di Ripafratta. La misoginia del Cavaliere (Claudio Castrogiovanni) stuzzica l’orgoglio della locandiera che non accetta l’indifferenza e i modi rustici di un uomo che non ha mai amato una donna. «Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata» ammette la donna che ancora una volta escogita e colpisce. Si insinua nella debolezza del tenebroso, si fa complice di lui nella “crociata” verso la libertà priva di legami. E il Cavaliere abbocca. Ma una volta appagata la fame di vanità, Mirandolina “soffre” i suoi stessi inganni: la locanda si scalda con uno scontro tra uomini innamorati e una donna astuta che li dirige abilmente. L’ingannevole groviglio si sbroglia, solo formalmente, con una promessa: per proteggere se stessa e i propri affari, alla fine la donna concede la mano a Fabrizio (Andrea Paolotti) il cameriere sempre presente, gelosissimo e tormentato. La borghesia avanza, la nobiltà decade, ma la decisione è amara: la locandiera, in fondo, non sarà sposa per amore e la guerra tra i sessi non ha vinti né vincitori.

 

Beatrice Anna Perrotta

 

Noi siamo quel che leggiamo

Un teatro A. Rendano gremito come ormai non lo si vedeva da tempo; uno sciame di persone accomodate sulle poltroncine rosse, tutte presenti, tutte pronte ad assistere alla sesta edizione del Premio per la Cultura Mediterranea organizzato dalla Fondazione Carical (Galleria Fotografica ).

L’atteso evento culturale, dedicato alle personalità di spicco che sono riuscite ad emergere nell’ambito letterario e creativo, da tempo premia il talento e l’estrosità di coloro che contribuiscono attivamente allo sviluppo delle culture mediterranee attraverso i propri scritti, “figli” di un rapporto fecondo tra etnie, culture, saperi e religioni differenti.
La Fondazione Carical si rivolge soprattutto ai giovani, in particolare a quelli calabresi e lucani, attraverso l’ausilio di laboratori ed incontri con lo scopo di spronarli nello studio, nell’apprendimento e, soprattutto, nella lettura perché, a differenza di ciò che asseriva il filosofo Feuerbach, noi siamo quel che leggiamo e non quel che mangiamo.

Nella prima parte della manifestazione si è deciso di celebrare, attraverso la fusione di diverse arti, l’amore in tutte le sue forme; corpi, volti, suoni, voci, strumenti, immagini si sono sfiorati, accarezzati, fusi fino a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. Questo momento di contaminazione artistica, denominato “Di che amore… sei scene e quattro quadri tra letteratura, cinema, musica ed altro ancora… sul sentimento dell’amore”, ha permesso di decantare l’amore ritrovato, l’amore passionale che rende schiavi, l’amore sfortunato, l’amore irresistibile a cui non si vuole e non si può rinunciare.
La seconda parte della manifestazione, dedicata alla consegna dei riconoscimenti ai vincitori e presentata dal noto giornalista del Tg1 Attilio Romita, è stata invece inaugurata dal Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo che ha affermato “Siamo alla sesta edizione e posso dire che questo premio è cresciuto negli anni. Questa sera sono presenti sette testate internazionali e due televisioni, Iran e Arabia Saudita, che racconteranno del nostro premio, di Cosenza e della Calabria. Sono felicissimo” – ha continuato – “di vedere un teatro così gremito e di ravvisare tanti giovani”.
Si dà così inizio alla premiazione; Michele Ainis e Alessandro Spina per la sezione Società Civile, Cesare de Seta per Scienze dell’Uomo, Goce Smilevski per la Sezione Narrativa con il testo La sorella di Freud, un libro da cui, a detta dello stesso autore, Freud esce distrutto. A seguire, per la Sezione narrativa giovani, è stata premiata la giovanissima Ester Armanino con il libro Storia naturale di una famiglia in cui la protagonista studia i comportamenti animali per poterli poi applicare agli atteggiamenti dei propri genitori; per la sezione Cultura e Informazione il riconoscimento è stato consegnato ad Alāʾ al-Aswānī e a Gianni Amelio per la Sezione Creatività. Nessun rappresentante, invece, per la sezione Traduzione perché “la giuria non ha ritenuto opportuno attribuire alcun riconoscimento”.Gli scintillanti premi, raffiguranti una vela d’argento dedita a simboleggiare il viaggio attraverso il mare, sono stati creati dall’orafo calabrese Gerardo Sacco.
Una serata speciale, dunque, a cui hanno anche partecipato l’Assessore Regionale della Calabria Giacomo Mancini, Il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, il Sidanco della città di Cosenza Mario Occhiuto, l’Arcivescovo Salvatore Nunnari e il Prefetto Raffaele Cannizzaro.
La cultura è dunque la nostra linfa vitale, il nostro pane, il nostro cuore; ci permettere di vivere, crescere e diventare ciò che abbiamo sempre desiderato essere.

Annabella Muraca

Isabel Russinova: La Parola per la Nuova Stagione di Prosa del Rendano

commissione cultura russinova
Isabel Russinova

COSENZA – A metà dicembre verrà inaugurata la nuova stagione di prosa del teatro Rendano con una rilettura de “La Locandiera” di Carlo Goldoni, interpretata da Nancy Brilli per la regia di Giuseppe Marini.

A fornire l’anticipazione è stata Isabel Russinova, direttore artistico del Teatro “Rendano”, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione consiliare cultura, presieduta da Claudio Nigro.
In questi giorni la Russinova è alle prese con la definizione del cartellone della nuova stagione del “Rendano” dove, tra non molto, inizieranno i lavori per l’adeguamento strutturale del teatro di tradizione cosentino, dopo i finanziamenti ottenuti dalla Regione, a seguito del bando regionale al quale il Comune di Cosenza ha partecipato
classificandosi al primo posto in graduatoria.
Isabel Russinova ha anticipato in commissione cultura quale sarà, in linea di massima, il percorso che intenderà seguire, di concerto con il Sindaco Mario Occhiuto e l’Amministrazione comunale, per la prossima stagione del “Rendano”.

“Occorre – ha spiegato la Russinova al Presidente Nigro e agli altri componenti della commissione – saper amministrare al meglio il budget che sarà messo a disposizione. La commissione cultura dovrà avere un compito molto importante e propositivo: quello, cioè, di discutere i progetti sul teatro con gli artisti del territorio, affinché questi ultimi possano esprimere compiutamente le loro potenzialità.”

In conclusione di seduta, Isabel Russinova ha anticipato anche il leit-motiv della nuova stagione di prosa. Il tema dominante della scorsa stagione era stata la donna, quest’anno sarà la parola, nelle sue più diverse accezioni.commissione cultura Russinova

Tre donne per il “Rendano Off”

Questa sera, dopo la pausa estiva, l’occhio del ciclone sarà nuovamente rivolto al suggestivo centro storico grazie alla rassegna “Rendano Off” fortemente voluta dal Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e organizzata dalla già nota Isabel Russinova che, quest’anno, vestirà i panni di Direttrice Artistica.
L’evento, che prevede la messa in scena di cinque spettacoli, si protrarrà fino al 9 settembre in una particolare e nuova location; la scalinata antistante al Teatro A.Rendano.
L’incarico di aprire le “danze” è stato dato alla compagnia calabro-campana “Gioco di Dame” che, questa sera alle ore 21,00, debutterà con lo spettacolo “Linee di città, profili di donne” scritto appositamente per la stuzzicante occasione da Monica Rovito.
Lei stessa ha infatti accennato al contenuto della rappresentazione con la delicatezza di chi vuole dire ma non troppo, si è tenuta così sul vago parlando semplicemente di “una performance/spettacolo nella quale lettura, movimento scenico, musica danno vita a forme e visioni, desideri, sogni, ricordi, memorie vissute da tre viaggiatrici che narrano di strade, di vicoli, di città ideali e straordinarie”.
L’intero spettacolo, accompagnato dal suono inebriante della fisarmonica di Paolo Presta, ruota infatti intorno a tre donne impersonate rispettivamente da Giada Grandinetti, Marisa Casciaro e la stessa Maria Rovito; tre donne che ripensano a luoghi vissuti, reali o forse mai esistiti, luoghi utopici e non raggiungibili in cui però aleggia la speranza di poter vivere bene, luoghi nitidi e luoghi sbiaditi da dover ricostruire e che, molto spesso, acquisiscono caratteristiche tipiche delle nostre città.
Il centro storico con i suoi palazzi, le sue vedute, le sue strade appare dunque il luogo ideale per l’incontro-scontro tra una città reale e una immaginaria frutto del vaneggiamento, del desiderio e del ricordo.
Tante nuove aspettative e ottimi propositi, dunque, per questa nuova stagione speriamo solo che il “tempo” ce la mandi buona.

Annabella Muraca

Rassegna teatrale “Rendano Off”

Cosenza – Ad una compagnia calabro-campana, “Gioco di Dame”, il compito di aprire la rassegna Rendano Off, voluta dal Sindaco Mario Occhiuto, quale primo appuntamento teatrale dopo la pausa estiva, ed organizzata da Isabel Russinova, curatrice della passata Stagione di Prosa del teatro di tradizione cosentino, ora al timone della prestigiosa istituzione culturale nel ruolo di coordinamento artistico delle sue attività, in rete con le altre strutture teatrali che rimandano all’Amministrazione comunale.

E la suggestione del luogo, uno dei più belli del nostro centro storico, c’è tutta nello spettacolo che – mercoledì 5 settembre, alle ore 21.00 – inaugura la rassegna. “Linee di città…profili di donna”, scritto e diretto da Monica Rovito.

La rassegna proseguirà fino al 9 settembre con questi titoli: “Lasciateci almeno la notte” di e con Piero Zucaro; “Leonora- frammenti di vita di Leonora D’Arborea”, con Isabel Russinova; “ Pierpaolo,  poeta delle ceneri”, con Cosimo Cinieri; “A’ legge”, di Andrea Solano, con Maurizio Micheli.