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Sequestro di armi e droga per 200mila euro

VIBO VALENTIA – Nel corso di un servizio di controllo ai ruderi nel Comune di San Gregorio d’Ippona, i carabinieri hanno rinvenuto oltre 4 kg di hashish tra le pietre nella frazione di “Calvario di Zammarò”.

Il valore complessivo del materiale sequestrato si aggirerebbe intorno ai 200.000 euro.

Giunti i rinforzi dalle Stazioni vicine e dalla città, è stato effettuato un vasto rastrellamento – al quale si è aggiunto poco dopo anche il Nucleo Cinofili dello Squadrone Eliportato Cacciatori – nel corso del quale sono stati trovati e posti sotto sequestro 13 grammi di cocaina, oltre un kg di eroina pura, 2 pistole non censite in banca dati (una 44 magnum ed una calibro 9), munizionamento, diversi passamontagna, oltre 1 kg di marijuana.

Sequestrate 100mila uova di Pasqua non a norma

COSENZA – I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno sequestrato, al termine di ispezioni in diversi negozi cittadini, oltre 100 mila uova pasquali decorative carenti dei contenuti informativi e pericolose per la salute dei consumatori.

I primi esercizi sottoposti a controllo sono stati quelli che nel periodo festivo avevano registrato, più di altri, un anomalo incremento di clienti.

Gli ulteriori accertamenti hanno portato alla scoperta di prodotti non a norma, prevalentemente importati dalla Cina, quali uova decorative o neutre, giocattoli e gadget richiamanti i simboli della pasqua posti in vendita in violazione delle prescrizioni indicate dal Codice del Consumo. Solo parte dei prodotti si trovavano sugli scaffali mentre la maggior parte era nascosta in magazzini o locali ricavati all’interno dei negozi.

Oltre al sequestro dei gadget pasquali sono stati due i titolari di punti vendita segnalati alle autorità per l’accertamento delle violazioni per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro.

Denunciato per furto venatorio. Deteneva illegalmente dei corvidi

MALVIO (CS) – Un uomo di Malvito è stato denunciato per furto venatorio da parte dei Carabinieri Forestale. La denuncia è avvenuta dopo un controllo effettuato in una abitazione in località “Priolo” nel Comune di Malvito.

 

Nelle vicinanze della casa, in particolare nell’aia, sono state ritrovate alcune gabbie con all’interno nove esemplari appartenenti in gran parte alla famiglia dei corvidi.

In particolare quattro merli, due cornacchie e tre ghiandaie. Dal controllo, eseguito dai Carabinieri Forestale di Fagnano e San Sosti e dalla Stazione Carabinieri di Malvito, è emerso che gli esemplari erano stati prelevati in natura direttamente dai nidi e che l’uomo era privo di porto d’armi e di licenza di caccia. Considerato che gli esemplari sono detenuti senza alcun titolo e che gli stessi costituiscono patrimonio dello Stato si è provveduto al sequestro degli stessi e in seguito alla loro liberazione oltre alla denuncia di un uomo del luogo per “furto venatorio” ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato.  

 

Sequestro di beni all’ex presidente di “Antigone-Osservatorio sulla ‘Ndrangheta”

REGGIO CALABRIA – Beni mobili e immobili per oltre 217 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria all’ex presidente dell’associazione culturale Antigone – Osservatorio sulla ‘Ndrangheta”, Claudio Antonio La Camera.

Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura di Reggio Calabria a conclusione di un’indagine in materia di contrasto alle frodi in materia di spesa pubblica sull’erogazione di fondi regionali e provinciali all’associazione.

Gli accertamenti attraverso controlli incrociati, esame di documenti bancari, intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, hanno consentito di rilevare un illecito profitto di contribuzioni pubbliche quantificato in circa 400 mila euro su un totale erogato di oltre 800 mila tra il 2007 e il 2014. Il tutto ottenuto, secondo quanto emerso, mediante documentazione mendace e fatture con quietanza non veritiera come accaduto, in particolare, per l’acquisto dell’impianto di videosorveglianza del “Museo”.

Fonte Ansa

Sequestrati beni ad esponenti di spicco delle cosche reggine

REGGIO CALABRIA – Beni per un valore di oltre 400 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro a alcuni esponenti di spicco riconducibili alle cosche di ‘ndrangheta dei Pesce e dei Cacciola di Rosarno.

 I due distinti provvedimenti sono stati emessi dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura antimafia reggina.

Le indagini economico-patrimoniali, condotte dai finanzieri, hanno permesso di rilevare una consistente sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti destinatari del provvedimento e il tenore di vita mantenuto dai loro nuclei familiari.
Il sequestro ha riguardato, in particolare, due unità immobiliari a Rosarno.

Fonte Ansa

Auto rubata in Ungheria sottoposta a sequestro penale

IONADI (VV) – Nella zona di Ionadi i carabinieri della Stazione di Francica hanno intercettato un’autovettura Audi Q8, con targa ungherese, durante un normale controllo della viabilità stradele.

Accertamenti dopo il fermo e sequestro dell’automobile.

A bordo della vettura risultano sono stati fermati due italiani che, alla richiesta dei documenti da parte delle forze dell’ordine, hanno esibito un contratto di noleggio del mezzo, sottoscritto in un autosalone sito in provincia di Milano.

In seguito ad ulteriori accertamenti è quindi emerso che la vettura era stata rubata in Ungheria poche settimane fa. I carabinieri, dopo aver svolto le indagini del caso, hanno quindi sporto denuncia al titolare dell’autosalone, un 43enne milanese che dovrà rispondere davanti al giudice dell’accusa ricettazione. Il veicolo, invece, è stato messo momentaneamente sotto sequestro penale

Operazione delle Fiamme Gialle, sequestrate slot machine nel cosentino

SCALEA (CS) – Nuova tornata di controlli da parte delle Fiamme Gialle di Scalea a tutela del Monopolio statale del gioco e delle scommesse. Quattro pubblici esercizi controllati, tredici slot machine sequestrate e € 140.000 di sanzioni: questo il bilancio dell’ultima operazione della Guardia di Finanza dell’alto Tirreno cosentino.

Di ogni genere le violazioni in cui si sono imbattuti i militari, ma il caso più eclatante ha riguardato un bar all’interno del quale è stato rinvenuto un apparecchio manipolato con il sistema della “doppia-scheda”; in pratica, attraverso un telecomando il gestore del bar poteva riprodurre un gioco diverso da quello per cui era autorizzato, le cui puntate non venivano tracciate dalla rete dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli,
Sono stati sequestrati anche due “totem”, apparecchi che consentono di giocare online su piattaforme prive di titolo concessorio.

Altre slot machine sono risultate illegali in quanto non collegate alla rete
telematica e prive di “nulla osta” da parte degli uffici AAMS. Il rispetto della normativa di settore ed il collegamento al sistema di controllo dell’Agenzia, oltre a rispondere ad esigenze di pubblica sicurezza e a garantire il pagamento delle imposte dovute in relazione al volume delle giocate, è posto anche a tutela dei consumatori dal momento che consente di monitorare il rispetto della percentuale minima destinata alle vincite (il c.d. pay-out). I titolari degli esercizi segnalati, oltre alle sanzioni, rischiano anche la
sospensione della licenza fino ad un mese.

Acque reflue scaricate in un torrente, sequestrato impianto industriale

FUSCALDO (CS) – Alle prime luci dell’alba, i militari della Compagnia Carabinieri di Paola, Aliquota Radiomobile, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo avente ad oggetto un impianto industriale, ubicato nell’area urbana del Comune di Fuscaldo e destinato all’effettuazione di trattamenti superficiali di ossidazione anodica, elettrocolorazione e verniciatura su profili in alluminio, produzione di accessori per serramenti, trasformazione e commercializzazione di sistemi in alluminio per architettura.

Il decreto, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Paola, a seguito di richiesta formulata dalla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Pierpaolo BRUNI, costantemente impegnata nella prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, è stato notificato all’Amministratore unico e legale rappresentante della società preposta alla gestione del citato impianto industriale. Allo stato risulta indagato per il reato di cui all’art. 137 – “Scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose” – delle Norme in materia ambientale – D. Lgs. 152/2006.

Verso la fine del mese di dicembre 2018, i militari della Compagnia Carabinieri di Paola, Aliquota Radiomobile, impegnati in mirate attività di prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, avevano notato un tubo posticcio, in materiale plastico e di colore giallo, che, fuoriuscendo da uno dei capannoni del suddetto complesso industriale, correva lungo l’area parcheggio prospiciente per poi entrare nella vegetazione posta sull’argine di un vicino torrente.

Insospettiti dalla circostanza, i militari operanti, essendo forte il sospetto che potessero essere in atto illecite operazioni di scarico di acque reflue industriali, procedevano all’individuazione dell’estremità della tubazione. Tale attività ha consentito di accertare che tramite il suddetto tubo, del diametro di circa 8,00 centimetri e della lunghezza complessiva di 55,00 metri, grazie all’azione di un’elettropompa industriale ad aspirazione, era in atto, in assenza delle previste autorizzazioni amministrative, lo sversamento nell’alveo del vicino torrente – a circa 200 metri dal punto di sbocco nel mare – di sostanza liquida incolore e dall’odore acre. La sostanza liquida in analisi veniva attinta da una vasca del ciclo di lavorazione dell’impianto industriale oggi posto in sequestro, della capacità di circa 10.000 litri complessivi, che al momento dell’accertamento risultava piena per circa la metà della propria capacità complessiva.

Nell’immediatezza, i militari ponevano fine all’illecito scarico della sostanza mediante disattivazione dell’alimentazione elettrica della pompa ad aspirazione collegata al tubo di scarico ed al contestuale sequestro d’urgenza del dispositivo.

L’esito delle successive analisi di laboratorio condotte sui prelievi e campionamenti eseguiti dell’ARPACAL del Dipartimento Provinciale di Cosenza sul sito di interesse (area a valle in prossimità del tubo di scarico – punto di scarico dell’impianto di depurazione – la vasca del ciclo produttivo dello stabilimento) ha consentito di evidenziare il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione – CSC – previste dal D. L.vo 152/2006 – tra le 4 e le 6 volte, dei parametri SELENIO ed ALLUMINIO. Le analisi condotte sui campionamenti effettuati all’interno della vasca del ciclo produttivo dello stabilimento, hanno cristallizzato un pH molto acido, inferiore al minimo previsto dal D. L.vo 152/2006, delle acque reflue oggetto di scarico.

 

 

 

 

Fondi pubblici “distratti”, sequestro di beni per l’ex presidente di Fincalabra

CATANZARO – Sequestro di beni “conservativo” per Luca Mannarino, ex presidente di Fincalabra. Oltre un milione e mezzo di euro il valore dei beni sequestrati. Si tratta di 14 immobili e conti correnti. La decisione è scaturita oggi da parte della Corte dei Conti.

L’ex manager lo scorso dicembre era stato condannato per danno erariale per oltre 1.5 milioni di euro ed era stato accusato di distrazione di fondi comunitari ad impiego vincolato, utilizzati per acquistare strumenti finanziari ad alto rischio. L’allora presidente di FinCalabra Luca Mannarino nel 2015 avrebbe investito  questi soldi  in operazioni finanziarie ad altissimo rischio e che avevano portato ad una elevata perdita secca sul capitale investito, che la Corte dei Conti ha riconosciuto come un danno erariale.

 

 

 

 

Imprenditori e ‘ndrangheta, sequestro di beni nel reggino

REGGIO CALABRIA – Beni immobiliari per circa 7,5 milioni di euro, riconducibili al gruppo imprenditoriale Bagalà di Gioia Tauro, sono stati sequestrati dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico.

Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Dda di Reggio Calabria e ha riguardato Giuseppe Bagalà di 62 anni e Luigi Bagalà di 73 entrambi facenti parte del gruppo imprenditoriale operante nel settore degli appalti pubblici.

In particolare sono stati individuati e sequestrati 7 fabbricati di pregio a Gioia Tauro e Milano e 16 terreni agricoli, per 7 ettari, tra vigneti, uliveti e frutteti tra Gioia Tauro e Taurianova. Il sequestro segue quelli eseguiti nei confronti degli imprenditori, ritenuti espressione della cosca Piromalli, a luglio scorso per un totale di 115 milioni di euro e a gennaio, oltre 4,6 milioni di euro. In totale il patrimonio sequestrato è stimato oltre 127 milioni di euro.

Fonte e Foto Ansa