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La lenticchia di Mormanno ritorna tra i presidi di slow food

MORMANNO (CS) Dopo un lungo processo di verifica, che ha visto lavorare insieme Slow Food Italia, il Parco Nazionale del Pollino e la struttura territoriale di Slow Food Calabria, la Lenticchia di Mormanno ritorna a pieno titolo nel progetto dei Presidi di  Slow Food, finalizzato a tutelare e promuovere la biodiversità alimentare.

A suggellare il ritorno dell’ecotipo del Pollino tra gli oltre 400 prodotti al mondo tutelati da Slow Food è stato il Presidente di Slow Food Calabria, Nicola Fiorita, intervenuto proprio a Mormanno in occasione dell’educational “Da Expo ai territori. Colture e Culture per un futuro sostenibile” voluto dal Parco Nazionale del Pollino in collaborazione con il Gal Pollino Sviluppo.

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L’iter di verifica della nuova rete di produttori, costituiti in una nuova associazione che ha dato unità e forza al Presidio della Lenticchia, accompagnato da Salvatore Ciociola, dell’ufficio nazionale dei Presidi, in stretta sinergia con il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, la dottoressa Marianna Gatto, e il responsabile regionale Pier Macrì, ha portato alla conclusione positiva di una lunga strategia di rilancio del prodotto fortemente identitario per la zona di Mormanno e del Pollino interno.

Diffuso sul territorio fin dagli anni 70 la Lenticchia di Mormanno è un ecotipo locale di Lens culinaris Medik con una elevata biodiversità intrinseca che è ben evidente nel seme, dove si distinguono cinque diverse colorazioni che vanno dal verde, al verde con screziature verde scuro, rosa, beige, beige con screziature marrone.

Con la Lenticchia di Mormanno unita al Caciocavallo di Ciminà, al Capicollo azze anca grecanico, al Gammune di Belmonte, al Moscato al Governo di Saracena e la Razza Podolica calabrese ritornano ad essere sei i Presidi Slow Food della Calabria.

La Giornata dell’Ambiente a Mendicino ha visto tirare le somme al Governatore della Regione Oliverio

20150605_192526Il Governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, fa tappa a Mendicino per la Giornata dell’Ambiente, ieri 5 giugno e che l’Amministrazione comunale ha preso in carico, assieme alla Scuola della cittadina delle Serre cosentine. Una giornata, che solo nel convegno finale e serale ha visto tirare le somme al Presidente Oliverio, a conclusione di questa calda e assolata manifestazione, arricchita dai contributi degli giovani studenti dell’Istituto di Mendicino, entro i quali elaborati è stata scelta una mascotte della Giornata, dedicata alla bellezza della natura, e che sarà usata per i futuri avvenimenti per l’ambiente (un supereroe) in uno scenario, che ha avuto del paesaggio incantevole, tra un lungo fiume, reso affascinante e bonificato già dall’anno scorso, e la collina, che apre spazi infiniti, tra il centro storico e le sue incantevoli chiese e il Santuario di santa Maria dell’Accoglienza. Un’accoglienza reale di questo progetto sposato dalla dirigente scolastica, Assunta Morrone e l’assessorato LL.PP. e ambiente, Francesco Gervasi, con la presenza del Sindaco, ingegner Antonio Palermo, Francesco Falcone di Legambiente Calabria, Giovanni Soda, Slow food 20150605_192533Calabria, Carlo Tanzi, geologo Cnr. Un convegno che dalle parole di tutti i convenuti, deve invertire la rotta ed essere esempio per tutto il territorio. Ripartire dal volgo, dalla semplicità e concretezza dei bambini, dalla Scuola, dove le contaminazioni dello stress adulto non ha ancora invaso i sogni dei piccoli, dalle parole della dirigente scolastica. Dall’origine della Calabria e dalle sue criticità, ballerina ma variegata nell’offerta del territorio, che forse non tutti sanno, è ricca di acque cristalline e pure, tra le prime in Italia, elementi naturali per la produzioalberi_in_cittàne di manufatti pregiati e un territorio tra le rocce, le colline e il mare con la montagna, che solo la nostra Regione può garantire in un solo contesto, dalle parole di Carlo Tanzi e che però dall’incuria creano una devastazione tra radioattività, frane per abbandono dei terrazzamenti montani, che nei primi del secolo scorso erano coltivati. La prevenzione dei terremoti; si andrà presto a mettere in sicurezza soprattutto gli edifici scolastici e poi toccherà a molti edifici del Centro storico, tra cui anche monumenti di rilevanza artistica. Il cibo, siamo in pieno Expo, che ci mette tra i maggiori produttori di olive, tra i primi ad avere un frutto, quale il fico, che è garantito, tra i tredici prodotti che rappresentano l’Italia nel mondo, la biodiversità agricola che è tra le eccellenze del territorio, nella diversità ed estensione dello stesso, una Regione che annovera 269 prodotti definiti tradizionali e tipici, dalle parole di Giovanni Soda. Legambiente non vuole perdere altro tempo, così Francesco Falcone: si deve perseverare 20150605_192823e insistere e soprattutto partire bene, facendo riferimento alla raccolta differenziata, che da qui a poco comincerà nel territorio del Comune. Ma, anche i veleni, che passano attraverso il cibo e che sono causa dei tumori, l’abbandono dei centri storici e il loro degrado, i boschi e le montagne dimenticate, eppure la superficie boschiva nel tempo è aumentata, ma la Calabria non ha messo a punto un piano ancora che possa usufruire di questa risorsa, così come di quelle energetiche non usate adeguatamente. Ma, anche per Francesco Falcone si deve muovere tutto dal volgo, dal cambiamento delle abitudini quotidiane. Il Sindaco si è soffermato, invece, sui progetti, che andranno da qui a poco a valorizzare monte Cocuzzo, che pare per il suo rilancio, si avranno da qui a poco dei finanziamenti per ricrescita e recupero. Erano presenti alla serata il Vicesindaco e gli assessori di maggioranza, oltre che tanti cittadini attenti alla valorizzazione e al progetto del decoro urbano, già in atto nella cittadina, con la pulizia delle strade, rivalutazione architettoni20150605_192505ca delle stesse e delle piazze, sicurezza stradale. Il governatore della regione, Mario Oliverio, nel rimarcare la necessaria controcorrente, che si deve intraprendere da questo momento in poi, ha rilevato la necessità del “consumo 0”. Creare opportunità nuove di lavoro, spostando l’asse attraverso gli strumenti di pianificazione e l’opera di riqualificazione culturale. Prevenire le alluvioni per mancata incuria, recuperando la cultura della manutenzione del territorio, dato, anche questo, di aggravamento riconducibile ad un mal governo regionale precedente e utilizzo sbagliato delle risorse con approccio culturale errato e diffuso. Una cementificazione esagerata con una concezione sbagliata della modernizzazione, pensando che aggiornarsi significasse abbandonare o distruggere. Ciò ha creato i fatti speculativi che hanno determinato lo svuotamento dei nostri Centri storici.

                                                                                                                                                  Lucia De Cicco

 

A cena con slow food

th (50)Come concordato ed approvato nella terza assemblea sociale svoltasi lo scorso 12 aprile a Villapiana, Cs è convocata la 4° assemblea sociale itinerante della Condotta “Pollino – Sibaritide – Arberia” a Castrovillari, alle ore 12,30, presso l’azienda agricola “La tenuta dei frati”, in Contrada Brunetta S.P. 241 (Località Vigne). Ordine del giorno: 1. Comunicazioni del Fiduciario. 2. Aggiornamenti iscritti e progetti in corso. 3. Comunicazioni sull’evento di settembre a Rossano. 4. Proposta regolamento Condotta per pranzi/cene slow food.

PROGRAMMA INTERA GIORNATA SLOW FOOD MORANO

La Commissione UE fa marcia indietro sull’indicazione origine alimenti in etichetta

unnamed (1)«Come non essere delusi da questa mossa della Commissione? L’indicazione di origine degli alimenti è un’informazione fondamentale: priviamo i consumatori del diritto di scelta. Avremmo voluto più coraggio dall’Unione Europea e ci viene il sospetto che questo provvedimento abbia a che fare con le trattative segrete del Ttip. La verità è che non sappiamo quali accordi siano stati già presi, pertanto non sappiamo che cosa aspettarci». Commenta così Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus i due rapporti Ue con i quali la Commissione dichiara “preferibile” optare per una scelta volontaria, invece di un obbligo (a livello comunitario) dell’indicazione di origine per quegli alimenti ancora fuori dalla legislazione vigente. E stiamo parlando di cibo quotidiano, alimenti comunissimi nella nostra dieta quali prodotti caseari, carni di cavallo e coniglio, pasta, passata di pomodoro, zucchero o riso. «Slow Food ha risposto al deficit delle informazioni in etichetta con le etichette narranti con cui raccontiamo origine, metodo di produzione e qualità organolettiche dei prodotti dei Presìdi. Ne avremmo fatto a meno, ma i fatti ci portano a dover potenziare questo progetto», prosegue Piero Sardo. I report pubblicati il 20 maggio dalla Commissione Europea sono due. In entrambi si conclude che i «Benefici ricavati dai nuovi requisiti di indicazione obbligatoria non superano i costi. Pertanto le indicazioni volontarie sembrano essere la soluzione più adatta». Il primo rapporto, gestito dalla Dg Agri della Commissione (Direzione generale agricoltura), esamina la possibilità di contrassegno obbligatorio di origine per i prodotti lattiero-caseari e quelle che vengono definite “carni minori” (coniglio, cavallo e cacciagione) rimaste fuori dalla legislazione europea in vigore. La Commissione giustifica così questa scelta: «Considerate le abitudini di consumo e i potenziali costi dell’introduzione dell’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta, per i prodotti caseari questa aggiunta potrebbe risultare più onerosa per alcuni più che per altri con un impatto “irregolare”. E mentre alcuni avrebbero costi maggiori di produzione, non è detto che i consumatori siano disposti a pagare di più per queste informazioni. Lo stesso discorso vale per le carni minori» si legge nel comunicato della Commissione. Nello studio allegato leggiamo che, stando a quanto dichiarato dalle aziende casearie inserite nella ricerca: «I costi di produzione potrebbero aumentare entro una forbice che va dall’8% al 45%». Percentuale che colpirebbe i più piccoli e ubicati in zone marginali in quanto: «Potrebbero appoggiarsi a cascine diverse a volte addirittura in stati diversi». Si chiede Sardo: «Ma quanti casi del genere possiamo contare? E siamo sicuri che i consumatori non siano disposti a pagare un pochino di più per conoscere da dove arriva il cibo che si portano in famiglia?». Il secondo report, curato dalla Dg Sante (Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare), analizza il bisogno dei consumatori di essere informati circa l’origine degli alimenti non trasformati, di quelli mono ingrediente o che hanno un ingrediente che rappresenta oltre il 50% dell’alimento. Stiamo parlando di riso e pasta, ma anche succhi e conserve di pomodoro. Non nascondiamo stupore nel leggere le conclusioni della Dg Sante: «I consumatori sono interessati a conoscere l’origine di questi alimenti, ma molto meno di cibi come carne, derivati della carne e prodotti lattiero caseari e non sembrano disposti a pagare di più per le informazioni aggiuntive. I costi superano dunque i benefici, pertanto la soluzione combinata di indicazione volontaria con gli obblighi vigenti è la soluzione migliore da adottare». Pare che per arrivare a queste conclusioni, la Dg Sante abbia consultato tutte le parti interessate: consumatori, operatori di settore (Food business operatore – FBOs) e Stati Membri. Quello che non ci è affatto chiaro è a quale campione si faccia riferimento. Di quanti cittadini europei stiamo parlando? Abbiamo spulciato lo studio e non è stato semplice trovare il campione: si tratta di 5.250 cittadini europei in 15 Stati Membri (i cittadini dell’Unione sono 503.679.730). Tra l’altro al parere dei consumatori si aggiunge quello di: stake holder della filiera, organizzazioni di consumatori, stati membri, non meglio identificate autorità competenti…

 

L’appello di Slow Food per l’olio di Rossano e Corigliano

ROSSANO (Cs) –  Pur essendo quelle dell’Area Urbana Rossano – Corigliano notoriamente e storicamente terre dell’olio, nella grande distribuzione non c’è traccia dell’extravergine di qualità del territorio calabrese e in modo particolare di questo territorio. Al loro posto vengono preferiti oli EVO, provenienti da altre regioni e molto spesso a prezzi così bassi da far seriamente dubitare sulla consistenza e qualità del liquido contenuto all’interno delle bottiglie. Accade qui, dove sono in tanti i produttori che hanno ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. –Si erano lasciati con questa denuncia e con questo allarme scanditi dal fiduciario Lenin Montesanto in occasione dell’incontro con l’eurodeputata Laura Ferrara (il 19 febbraio a Saracena), i soci del Convivium, pronto ad aprirsi all’Arberia. L’allargamento proposto nell’assemblea del 30 gennaio a Cariati della Condotta Pollino-Sibaritide sarà approvato ufficialmente a Civita, domenica prossima, 1 marzo. I soci incontreranno anche il Sindaco Alessandro Tocci e gli altri sindaci dell’area albanofoba.

La seconda assemblea sociale sarà ospitata nel Paese del Ponte del Diavolo, a Civita, che in arbëreshë si dice Çifti, presso il ristorante tipico Kamastra.

Il momento assembleare sarà preceduto dalla visita all’azienda elicicola Cerchiara in contrada Laxa, per la produzione di lumache da gastronomia.

Dopo il pranzo, invece, alle ore 15,30, il gruppo farà tappa nel borgo e nella rete ricettiva diffusa del borgo accompagnati dal socio e consigliere comunale di Civita, Anton Luca De Salvo.

Alle 16 i soci della Condotta incontreranno, presso la Sala consiliare, il Primo Cittadino Alessandro Tocci e gli altri sindaci delle comunità

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Slow Food ed il concorso fotografico “Il formaggio fa cheese”

COSENZA – La Condotta Slow Food di Gorgonzola e Martesana ha indetto un concorso fotografico dal titolo “IL FORMAGGIO FA CHEESE” in  collaborazione con l’associazione fotografica  “CLICK-ART” di Gorgonzola. L’obiettivo è la valorizzazione dei formaggio, preferibilmente erborinati tipo il Gorgonzola) evidenziandoli attraverso le loro diverse espressioni: estetico, ambientale, produttivo, lavorazione ed utilizzo. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti senza limiti di età e nazionalità. Le foto dovranno essere inviate via mail all’indirizzo ilformaggiofacheese@gmail.com entro e non oltre il 28 SETTEMBRE 2014.

Festa del Biondo tardivo

TREBISACCE (CS) – Torna la grande “Festa del Biondo tardivo“, alla sua seconda edizione, in programma dall’1 al 3 maggio, per far conoscere e rilanciare le arance tardive di Trebisacce.

Si tratta di una specie autoctona di arancia tardiva, dal colore biondo ed il profumo seducente, dall’abbondante succo e dal sapore sapido, che fin dall’antichità viene coltivata negli aranceti, le ‘vigne’, della città jonica laddove, grazie alla vicinanza del mare e ad un particolare microclima, è soggetto ad una produzione che arriva a maturazione da aprile fino a luglio, quando le altre qualità di arance non sono più sul mercato.

La “Festa del Biondo Tardivo”, organizzata dall’Amministrazione Comunale in sinergia con Provincia di Cosenza, Regione Calabria, Slow Food sezione Sibaritide Pollino, Banca Mediolanum, Assopec (associazione commercianti e operatori economici di Trebisacce), Consorzio Irrigazione Giardini ed altre associazioni sarà presentata lunedì 28 aprile, alle ore 11,30, nella Sala Nova del Palazzo della Provincia.

Parteciperanno il presidente della Provincia Mario Oliverio; il sindaco di Trebisacce Franco Mundo; l’assessore comunale all’Agricoltura Giampiero Regino.

La qualità del Biondo è stata riconosciuta a livello nazionale. Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con Decreto del 14 giugno 2002, in occasione della “seconda revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali” ha inserito infatti le arance di Trebisacce tra le eccellenze agroalimentari italiane, con la denominazione di “Biondo Tardivo di Trebisacce”.

 

 

Due birre calabresi nella guida Slow Food

CATANZARO – Si chiamano “Magaria” e “Bergamott” e sono le sole due birre calabresi selezionate da Slow Food per l’edizione 2015 di Birre d’Italia, la guida specializzata edita dall’associazione. “Magaria” è prodotta dall’azienda ‘A Magaria’, di Nocera Terinese, ed è inserita nella sezione “Grande Birra”. L’altra birra selezionata è “Beergamott”, prodotta a Reggio da Francesco Donato, di Calabrewers. La nuova edizione della guida Birre d’Italia sarà in libreria il 30 aprile

Tappa a Saracena per “Diario di Viaggio”

SARACENA (CS)– Saracena, Paese del Moscato Passito, presidio Slow food, sarà protagonista della trasmissione “Diario di viaggio” che andrà in onda il prossimo martedì 22 aprile, su Esperia TV (canale 18 del digitale terrestre).

Le riprese tra i vicoli, le strettoie ed i vutanti della kasbah, i sapori ed i profumi dei prodotti della Città dell’olio e del vino, la storia, la memoria e l’enogastronomia sono state effettuate da Daniela Malatacca e Gianluca Basile, rispettivamente conduttrice e regista-operatore del format televisivo che va alla continua scoperta dei piccoli e grandi centri calabresi. Ad accompagnarli Annarita Granatelli, Irene Piccioni e Oscar Calstaldi di Jureka.

Il gruppo è stato guidato dal Sindaco Mario Albino Gagliardi e dallo staff dell’ufficio Promozione turistica del Comune guidato da Elisabetta Lojelo, prima in visita all’antica bottega del falegname e alla casa del contadino, piccoli musei delle tradizioni di un tempo. La seconda tappa, obbligata, è stata alla Chiesa di Santa Maria del Gamio per ammirare i tesori custoditi dal Museo d’arte sacra.

Pochi passi più in là, ad attendere la troupe di Esperia TV presso il Kasbah caffè, antico frantoio decorato dalle vecchie foto delle famiglie locali, oggi adibito a sala per le degustazioni e le mostre, c’erano i produttori di Moscato Passito Luigi Viola e la signora Antonia per l’azienda Biagio Diana, Elisabetta Ferrara che con l’olio ed altri prodotti biologici e naturali realizza prodotti cosmetici, i manufatti lignei di Giacomo Diana ed i ricami di Jolanda Lescia.

Dal centro storico a Novacco. Silvio Carrieri, la guida, ha illustrato tutte le attività sportive che possono praticarsi qui, in montagna, in tutte le stagioni. Orienteering e sci da fondo, solo per citarne alcune.

Dallo sport alla tavola. La pasta con il finocchietto selvatico. A rivisitare il piatto della tradizione gastronomica – la pasta con il finocchietto selvatico – è stato lo chef Gennaro Di Pace dell’Osteria porta del Vaglio, nel centro storico.

Slow Food sull’intesa del Tartufo

CASTROVILLARI (CS) – Continuano i proficui incontri promossi dalla condotta Slow Food Sibaritide-Pollino per perfezionare l’intesa istituzionale sul Tartufo del Pollino.

Lo sviluppo turistico sostenibile dei territori passa inevitabilmente dall’investimento consapevole delle istituzioni locali, in sinergia con associazioni ed imprese, sui marcatori identitari più esclusivi e competitivi. La firma del protocollo d’intesa per arrivare, attraverso l’avvio della ricerca scientifica, a tipizzare, proteggere e valorizzare il Tartufo del Pollino sposa questa filosofia ed interpreta questo metodo di governo lungimirante delle risorse autoctone. Ne è convinto il Fiduciario della Condotta Slow Food Sibaritide – Pollino, Lenin Montesanto che ribadisce gli obiettivi condivisi con il Parco Nazionale del Pollino, guidato da Mimmo Pappaterra e con i tutti i comuni ed gli altri soggetti coinvolti nel progetto. Il protocollo d’intesa, promosso da Slow Food, vede coinvolti i comuni di Castrovillari, Saracena, Morano Calabro, San Basile, Civita, Frascineto, Mormanno, Laino Borgo, Laino Castello, Acquaformosa, Lungro, Papasidero, San Donato di Ninea, San Sosti, ed Orsomarso. Valore aggiunto e premessa dell’iniziativa è l’indagine avviata dall’ARSAC di Castrovillari, rappresentata da Luigi Gallo e dall’Istituto di Genetica Vegetale del CNR di Perugia (IGV-PG) che ha evidenziato, nel territorio dei comuni indicati, alcune aree particolarmente vocate per il tartufo.