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Spirlì alla Camera: «Stop commissariamento. Calabresi possono amministrarsi da soli»

CATANZARO – «Credo sia arrivato il momento di riconsegnare ai calabresi la possibilità di amministrarsi da soli, altrimenti il resto sarebbe un pregiudizio».

È quanto affermato oggi dal presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, nel corso della sua audizione in commissione Affari sociali della Camera sul Decreto Calabria.

«Tre commissari ad acta – ha detto ancora – hanno dimostrato pubblicamente inadeguatezza personale ma anche l’inadeguatezza del commissariamento».

Quanto al Decreto Calabria, depositato alla Camera per la conversione in legge, secondo Spirlì presenta «misure particolarmente invasive delle competenze regionali» che, facendo seguito al primo, «confermano, aggravandole, le norme di regime speciale».

Il presidente ff, dopo aver sostenuto che il commissariamento, in 18 mesi, «non ha prodotto alcun beneficio», ha quindi ribadito la proposta di una «gestione condivisa» con il Governo, sottolineando che l’attuale classe politica «non ha alcun riferimento con un passato che ha offeso i calabresi».

Sanità Calabria, Spirlì: «Basta commissari. Speranza si dimetta»

CATANZARO – «Deve finire il commissariamento e deve dimettersi Speranza, che in questo momento sta mostrando una imbarazzante incapacità di gestione. Tutti i Calabresi devono dire basta».

Così il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, ha commentato, in diretta facebook sulla pagina ufficiale della Regione Calabria, le ultime vicende sulla Sanità, in particolare dopo la rinuncia di Eugenio Gaudio al ruolo di commissario ad acta.

«Non è – ha esordito Spirlì – un pomeriggio di buone notizie. Si tratta di una grande delusione e un grande dolore. La giustificazione offende le nostre città. Si è creato un momento di imbarazzo».

«Siamo disponibili – ha sottolineato il presidente ff – a una gestione unitaria condivisa col Governo, affinché la sanità sia amministrata dai Calabresi. Noi non abbiamo attivo un piano attivo di emergenza Covid e chiarisco per l’ultima volta: siamo esclusi da 11 anni da questa gestione».

«NON È UNO SCARICABARILE DA PARTE NOSTRA»

«Posso capire – ha continuato – che c’è stata la mala politica del passato, ma non posso capire come si possa tenere in vita il commissariamento. Non è uno scaricabarile da parte nostra, io tra qualche mese andrò via, ma insieme alla Giunta non possiamo accettare tutto ciò. I territori stanno patendo. Ho firmato insieme al colonnello Zizza l’operazione Igea. Da domani saranno montate le tende. Dobbiamo cercare di tutelare al meglio la salute. Non è possibile che i tre commissari siano andati via per motivi futili, che invece sono ben altri».

«SERVE UNA SANITÀ VERA NON SOLO PER IL COVID»

«Noi non siamo ‘ndranghetisti, basta con questo pregiudizio. Difenderò la Calabria – ha detto Spirlì – fino all’ultimo giorno, da presidente di passaggio, in questo palazzo. Se la Regione può gestire tanti importanti settori, mi chiedo perché non dovrebbe gestire la Sanità. Chiedo al Governo una persona onesta che sia insieme a noi, che ci consegni una sanità vera non solo per il Covid ma anche per le altre patologie».

«RECUPERIAMO L’UNITÀ DEI CALABRESI»

«Non serve – ha concluso Spirlì – andare nelle piazze, serve fidarsi dei propri rappresentanti. Non è facile dare risposte per come voi le chiedete, perché abbiamo le mani legate. Informatevi prima di far partire la rabbia. Noi non vogliamo nomi, vogliamo che ospedali e medicina di base funzionino. L’assistenza a casa è fondamentale. Basta non ne possiamo più, scrivetelo  – ha detto rivolto ai calabresi – anche sui profili. Recuperiamo l’unione dei calabresi. Dobbiamo essere uniti a prescindere dai sentimenti».

 

Un mese fa moriva Jole Santelli, Spirlì: «Non mi rassegno»

COSENZA – È un ricordo emozionato e commosso quello che il Presidente ff Nino Spirlì dedica su Facebook a Jole Santelli che lasciava questa terra esattamente un mese fa, nella notte del 15 ottobre scorso. 

«Un mese. Trenta lunghissimi e dolorosi giorni da quando sei partita. Non mi rassegno al saluto finale e non pronuncerò quella parola. Pur lasciandoTi andare, mi siedo alla porta sperando di vederTi tornare. Mi piacerebbe scriverTi delle cose di questa Terra, degli eventi, di questi accadimenti, ma, poi, penso che Tu li conosca e che mi sei vicina per come Ti sento.
Sapevi, vero, come sarebbe andata, eh?!
E hai anche disegnato questi giorni per me, sapendo che Ti avrei legato ad un filo d’oro e Ti avrei tenuta Viva e Presente.
Viva nel mio cuore e Presente in tutto ciò che faccio.
Sì, #noiddue, Jole. Come sempre.
Ma stanotte è dura. Non dormo, perché non lo voglio. E Ti veglio.
Perché Tu non lo faccia ancora e mai più.
AndarTene da Sola, Amica mia Adorata, per non disturbare, è stato coraggioso. Ma… Noi?
Il Tuo Clan di Famiglia?! Gli Amici?! Chi ha potuto apprezzare tutte le Tue virtù?
Siam squarciati. Come l’albero dal lampo.
E, per questo, non dormo. Perché quel lampo, che ha tentato di separarci, non ottenga il suo orrido scopo
Nn dormo, Jole. Non dormire e vegliamo insieme. Perché non accada più…». 

Emergenza Covid, in Calabria scuole chiuse fino al 28 novembre

CATANZARO – In Calabria sono sospese tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, dal 16 al 28 novembre. È quanto prevede la nuova ordinanza (la n. 87) firmata oggi dal presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì. «Non è stata una decisione facile, ma il momento è drammatico e le famiglie calabresi devono essere tutelate», spiega il massimo rappresentante dell’esecutivo regionale.

LE MOTIVAZIONI

 La nuova ordinanza segue la n. 85 e la n. 86, con le quali il presidente ha disposto, rispettivamente, l’aumento di 244 posti letto e il reclutamento di 300 tra medici e infermieri per il contrasto all’emergenza covid-19.   Il provvedimento firmato oggi da Spirlì – in considerazione dell’ultimo Dpcm e dell’ordinanza del ministro della Salute che dispone l’istituzione della “zona rossa” in Calabria – prende atto che «dalle ultime analisi epidemiologiche elaborate dal personale del Gruppo operativo dell’Unità di crisi regionale si registra un incremento nei valori degli indicatori di allerta.  In particolare, «il valore in aumento della variabile “nuovi casi confermati negli ultimi 14 giorni  per 100.000 abitanti” sebbene continui ad essere il più basso fra tutte le regioni, risulta essere 15 volte più grande, con trend in crescita, rispetto al valore registrato nel periodo di settembre – in cui si era mantenuto stabile – e può ragionevolmente considerarsi in stretta correlazione con la ripresa delle attività scolastiche di ogni ordine e grado nei singoli territori regionali». Nella riunione tecnica dello scorso 13 novembre con i direttori dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali, «è stata rappresentata, da questi – si spiega nell’ordinanza -, la problematica connessa ai numerosi contagi di studenti e operatori scolastici, che rischia di determinare un continuo aumento della diffusione epidemica, atteso che le scuole, soprattutto quelle dell’infanzia e primarie, rappresentano un luogo di aggregazione in cui il rispetto del distanziamento interpersonale è complicato e la possibilità di trasmissione del contagio di origine domiciliare è amplificata».  Inoltre, in numerosi ambiti territoriali, «i sindaci – soprattutto dei capoluoghi di provincia – hanno, con propri provvedimenti, disposto la sospensione delle attività didattiche in presenza, di ogni ordine e grado;   Anche studi scientifici internazionali «evidenziano come la sospensione delle attività scolastiche possa nel medio periodo ridurre tra il 15 ed il 24% la capacità di riproduzione del virus».

L’ORDINANZA   

L’ordinanza 87, alla luce del nuovo scenario, dispone sull’intero territorio regionale – dal 16 al 28 novembre – «la sospensione in presenza, di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, rimettendo in capo alle autorità scolastiche la rimodulazione delle stesse».   Resta consentita, sulla base delle singole organizzazioni, per gli studenti con disabilità, «la didattica digitale integrata presso gli istituti scolastici, alla presenza dei rispettivi insegnanti di sostegno».  Le autorità scolastiche, inoltre, «dispongono misure affinché altre tipologie di accessi verso i plessi, siano contingentate».  Nel provvedimento si ribadisce «che gli spostamenti delle persone fisiche devono essere limitati esclusivamente a quanto previsto nel Dpcm 3 novembre 2020, in particolare alle limitazioni di cui all’art. 3 e, per quanto non espressamente ivi contenuto, devono applicarsi le ulteriori misure indicate dagli altri articoli e dagli allegati del decreto stesso».  L’atto dispone, ancora, «che un primo step di analisi del trend dei contagi, al fine di valutare l’eventuale rimodulazione delle misure previste nella presente ordinanza, sia effettuato in coincidenza del termine dell’efficacia dell’ordinanza del ministro della Salute del 4 novembre 2020 e, sulla base degli esiti del monitoraggio, al termine dei successivi 7 giorni».Nella stessa ordinanza viene disposto lo screening gratuito, mediante tampone rapido antigenico, ai genitori degli alunni che frequentano la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, da effettuarsi a cura della Aziende sanitarie provinciali, secondo le indicazioni e le priorità fornite dall’Unità di crisi regionale ai dipartimenti di Prevenzione e con il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico regionale.  

Ordinanza Spirlì: incremento di 234 posti letto Covid più 10 di terapia intensiva

CATANZARO – Il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, ha firmato oggi l’ordinanza n. 85 che prevede la conversione di posti letto di area medica in posti letto Covid-19.Il provvedimento prevede un incremento pari a 234 posti letto Covid più altri 10 di terapia intensiva.

L’ORDINANZA

L’ordinanza nasce anche in seguito alla presa d’atto «dell’inerzia del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario nell’attuazione delle misure e degli interventi ricadenti in capo alla sua esclusiva competenza». Nello specifico, il provvedimento – fortemente voluto dal presidente Spirlì – dispone: che nell’area nord della regione, per le strutture di Rogliano, Rossano Corigliano-Rossano e Paola-Cetraro, sia realizzata una riconversione di 74 posti letto di degenza ordinaria e l’attivazione di 10 posti letto di terapia intensiva, Covid-19 dedicati; che nell’area sud, per la struttura di Gioia Tauro, sia realizzata la riconversione dei posti letto attraverso la previsione di 40 posti letto Covid-19; che nell’area centro, per la struttura di Soveria Mannelli, sia realizzata una riconversione di 20 posti letto Covid; la riqualificazione e adeguamento della struttura “Villa Bianca” – già sede del Policlinico universitario di Catanzaro – per la realizzazione di 100 posti letto Covid.Spirlì ordina, inoltre, che le Aziende sanitarie e ospedaliere cui afferiscono tali strutture avviino, entro 5 giorni dalla pubblicazione del provvedimento, «le procedure per l’adeguata sistemazione dei plessi ospedalieri da convertire in ospedali Covid-19» e che degli adempimenti posti in essere «si debba dare tempestiva informazione all’Unità di crisi regionale». In caso di inadempienza nei termini stabiliti, «si procederà all’adozione di provvedimenti sostitutivi regionali, sotto il coordinamento della Protezione civile».

SPIRLÌ: «CALABRIA NON PUÒ PIÙ ASPETTARE»

«La Calabria – spiega Spirlì – non poteva più aspettare: la lentezza e l’inadeguatezza dei commissari di Governo, e il mancato controllo da parte degli organi superiori, non potevano dettare i tempi e il passo al contrasto al Covid 19 in Calabria». «Ho preso questa decisione – dice ancora il presidente ff – perché la ritengo l’unica da assumere in momenti come questo. Non possiamo permetterci il tempo delle riunioni, dei confronti e delle proposte: la gente ha bisogno di certezze. Le preoccupazioni e le ansie aumentano quando i rappresentanti del popolo dimostrano incertezze e dubbi. Credo che 234 posti di degenza ordinaria e 10 posti in terapia intensiva, che si sommano a quelli che in questi giorni – grazie alla precedente ordinanza – le Asp e le Aziende ospedaliere hanno attivato, possano essere già un numero tranquillizzante. Questo è il primo passo di un nuovo sentiero. Noi non molliamo, saremo a fianco dei calabresi a prescindere dalle appartenenze politiche e partitiche e al di là degli attacchi mediatici». «Lavoriamo e non perdiamo tempo in pettegolezzi da social o in strane scritture di stampa provocatrice. Mi auguro – conclude Spirlì – che nei calabresi possa crescere la fiducia in chi li rappresenta, perché noi non indietreggiamo davanti a nessuno. Adesso, però, la cosa più importante è che, con il nostro comportamento controllato e misurato, e utilizzando sempre tutti i dispositivi di sicurezza che ci sono indicati dalle autorità sanitarie (mascherine, distanziamento, detersione costante delle mani), i calabresi restino uniti perché solo insieme ce la faremo».

Calabria zona rossa, Spirlì: «Tentativo di piegarci la schiena ma ce la faremo»

CATANZARO – «Alle ore 20 di stasera, il ministro Speranza mi ha comunicato, per telefono, che il Consiglio dei ministri aveva deciso di dichiarare “zona rossa” tutta la regione Calabria. L’ho appreso con costernazione, rabbia e sgomento. Penso alle decine di migliaia di imprese che saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido; penso ai due milioni di calabresi che si vedono privati delle più elementari libertà personali; mi arrabbio, perché tutto questo poteva essere evitato, se solo il Governo avesse ascoltato i miei ripetuti appelli che, carte alla mano, ho fatto – nei giorni scorsi e fino alle ultime ore – per cercare di convincere chi, in realtà, si era già abbondantemente convinto a prescindere».  È quanto dichiara il presidente facente funzioni della Giunta della Calabria, Nino Spirlì, in merito alla decisione del Governo di dichiarare “zona rossa” l’intera regione. 

«È un tentativo – afferma Spirlì – di piegare la schiena ai calabresi, che non si inginocchieranno neanche questa volta, come non hanno mai fatto. È una decisione ingiusta che ci accomuna a territori ben più in crisi, premiando – e non ne sono dispiaciuto, anzi – altre regioni che vivono la nostra stessa condizione. Una sordità istituzionale, quella nei confronti della nostra regione, ingiustificata, sospetta, che si manifesta doppiamente con la stranezza di un Decreto Calabria – punitivo della nostra sanità – messo come unico punto di discussione all’ordine del giorno di un Consiglio dei ministri in cui sono volate parole grosse e nel quale si sono manifestati dissensi e astensioni». «Se non fossi una persona libera dai pregiudizi – conclude il presidente ff della Regione -, potrei sospettare un pregiudizio nei nostri confronti. Ai calabresi chiedo di rispettare le leggi, anche quando sono inique. Queste due settimane finiranno presto e, grazie ai nostri risultati finali, smentiremo tutte le menzogne che in questi giorni sono state dette sulla nostra regione. Coraggio, ce la faremo: siamo calabresi».

Covid, nuova ordinanza Spirlì: stop attività ambulatoriali e ricoveri non urgenti

CATANZARO – Le nuove disposizioni inerenti alle prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale e di ricovero differibili sono contenute nell’ordinanza n. 82, firmata oggi dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

ATTIVITÀ AMBULATORIALI SOSPESE

Dal 31 ottobre 2020 a tutto il 24 novembre l’ordinanza, sottoscritta anche dal delegato del soggetto attuatore, Antonio Belcastro, «dispone la sospensione, all’interno delle strutture ospedaliere pubbliche, delle attività ambulatoriali per prestazioni specialistiche con classe di priorità D (Differibile) e P (Programmata), come definite dal Pngla 2019-2021, di cui all’Intesa Stato-Regioni 21.02.2019. Sono fatte salve le prestazioni ambulatoriali recanti motivazioni d’urgenza, nonché quelle di dialisi, di Pet/Tc, di radioterapia e quelle oncologiche-chemioterapiche, le prestazioni relative alla gravidanza a rischio e/o a termine ed i follow up non differibili. Sono fatti salvi, altresì, gli screening oncologici all’interno dei programmi organizzati, le prestazioni di ostetricia e ginecologia riportate in allegato 1 all’ordinanza 29/2020, gli esami, le visite ed ogni altra prestazione connessa alla procreazione, alla nascita e alla diagnosi prenatale e al parto, le visite cardiologiche, le sedute di vaccinazione, le donazioni di sangue». L’ordinanza «consente lo svolgimento regolare dei piani terapeutici, le somministrazioni di farmacoterapia e tutte quelle prestazioni non procrastinabili, in quanto potrebbero procurare un potenziale danno al paziente. Restano consentite le prestazioni ambulatoriali svolte in strutture pubbliche esterne ai presidi ospedalieri. Sono sospese le attività in regime di intramoenia». Il provvedimento, inoltre, dispone «la sospensione dei ricoveri in elezione e, quindi, differibili, all’interno delle strutture ospedaliere pubbliche, sia di area medica, che di area chirurgica – ivi compresi quelli in intramoenia – fatte salve le prestazioni di ricovero per riabilitazione ospedaliera in quanto il processo riabilitativo non può essere posticipato nelle sue fasi, al fine di evitare/ridurre eventuali esiti invalidanti».

ATTIVITÀ DA RIPROGRAMMARE

L’ordinanza stabilisce anche che «le strutture pubbliche interessate dal presente provvedimento procedano alla riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero sospese ai sensi della presente ordinanza ad avvertire gli utenti le cui prestazioni e ricoveri siano stati sospesi, per riprogrammare l’appuntamento con la tempistica coerente con il presente provvedimento».

PAZIENTI DA TRASFERIRE

Secondo l’ordinanza firmata da Spirlì, «i presidi delle aziende ospedaliere dovranno trasferire presso i presidi ospedalieri territoriali direttamente gestiti dalle aziende sanitarie provinciali, i pazienti Covid-19 ricoverati stabilizzati e non ancora dimissibili al proprio domicilio, previa intesa tra le direzioni sanitarie delle strutture»; mentre «le strutture sanitarie dovranno procedere ad incrementare, nelle more dell’adesione a quanto previsto nel Dca n. 91 del 18 giugno 2020 e, fermo restando il disposto di cui all’ordinanza n. 80/2020, il numero di posti letto nelle unità operative di malattie infettive, al fine di ampliare la recettività dei pazienti Covid positivi, rimodulando i posti letto resisi disponibili dal provvedimento di sospensione dei ricoveri in elezione. 

Covid e crisi economica, Spirlì: «Regione ha fatto fino in fondo la sua parte»

CATANZARO – «In merito all’utilizzo dei fondi destinati al contrasto dell’emergenza coronavirus, la Regione ha fatto fino in fondo la sua parte, impegnando i 45 milioni a disposizione».

Lo dichiara il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì.

«Gli ulteriori 54 milioni previsti dal Decreto Rilancio – continua il presidente f.f. della Giunta – saranno gestiti direttamente dalle aziende sanitarie e ospedaliere individuate come soggetti attuatori dei singoli interventi».

LE RISORSE ACCREDITATE

Nello specifico, Spirlì comunica che, finora, «alla Regione Calabria sono stati accreditati 45.085.876 euro, risorse contenute nei decreti legge 14 e 18 del 2020. Di questi, 7.993.950 euro sono stati impegnati per la remunerazione di lavoro del personale del Servizio sanitario regionale, della dirigenza e del comparto, direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza covid; mentre 3.197.580 euro sono stati destinati alle assunzioni – da parte delle aziende sanitarie – degli infermieri scolastici e di altro personale delle professioni sanitarie».«Le aziende del Ssr – aggiunge Spirlì – sono state, inoltre, già nel mese di marzo, autorizzate ad assumere personale per 18.040.000 euro. Gli ulteriori 15 milioni risultano già spesi per acquisti accentrati (dall’acquisizione di dispositivi di protezione individuale ai reagenti, dai tamponi alle apparecchiature sanitarie) e, per una parte, sono stati rendicontati dalle singole aziende».

IL DECRETO RILANCIO

«Anche i 54 milioni previsti dal decreto Rilancio, che prevede, tra l’altro, il rafforzamento delle terapie intensive, saranno gestiti  – sottolinea ancora – dalle singole aziende sanitarie, che sono state individuate dal commissario straordinario Arcuri, con ordinanza del 9 ottobre, quali soggetti attuatori degli interventi previsti nel piano. La Regione, quindi, ancora una volta, è stata esautorata dalla gestione degli interventi. Le risorse del decreto Rilancio, infatti, saranno inserite nella programmazione sanitaria e nel nuovo programma operativo covid che i ministeri affiancanti (ministero della Salute e Mef) hanno stabilito (ribadendolo nell’ultimo tavolo di monitoraggio del 9 ottobre) in capo alla struttura commissariale. È perciò evidente che la Regione, in questo ambito, non abbia alcuna possibilità di intervento».«Siamo dunque riusciti – conclude Spirlì – a contrastare gli effetti del Covid in una situazione nella quale la Regione non aveva una gestione diretta di tutta la rete sanitaria. Tutto questo è avvenuto a causa dell’oltremodo punitivo decreto Calabria, peraltro in scadenza. L’auspicio è che non venga rinnovato ma, in ogni caso, va sottolineato come, pur senza avere un controllo diretto sulla sanità, la Regione abbia fatto tutto quello che era in suo potere».

Nuovo Dpcm, Spirlì: «Inutile confronto Stato-Regioni. Al Governo manca il buon senso»

CATANZARO – «Il confronto in Conferenza Stato-Regioni sulle regole per affrontare la nuova emergenza Covid, voluto dal governo, è stato assolutamente inutile». Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, commenta così il nuovo Dpcm firmato oggi dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte.

«L’incapacità di questo governo di ascoltare la voce dei territori e le urgenze di tutte le categorie sociali e produttive – spiega Spirlì – non solo sorprende, ma offende il senso di unità nazionale di cui tutti gli italiani, oggi, hanno assolutamente bisogno. Mentre, con belle parole, il presidente del Consiglio e i suoi ministri chiedono, appunto, una nuova unità nazionale, al chiuso del Palazzo la umiliano fino al punto di privarla di ogni possibilità di vita futura».

«In questa nostra Italia – sottolinea il presidente f.f. della Regione Calabria – il quadro sociale e politico è davvero drammatico. Purtroppo, decine di migliaia di imprese rischiano di morire inutilmente. Per ore e giorni, abbiamo tentato, purtroppo invano, di convincere l’esecutivo a non chiudere l’Italia. Ma quello che è venuto fuori è una finta vita e una vera morte».

«Penso – aggiunge Spirlì – a tutte quelle categorie di lavoratori che avrebbero trovato ristoro alle proprie fatiche se solo avessimo consentito lo svolgimento delle attività nelle ore più consone a ciascuna professione. Mi chiedo quali esperti abbiano individuato il luogo del contagio nella controllata e rispettosa convivialità. Mi chiedo quali studi abbiano acclarato che i teatri, i luoghi dell’arte e dello sport – che seguono, già dal primo allarme, tutte le indicazioni governative con rispetto e rigore – possano essere una minaccia alla salute pubblica».

«In conferenza Stato-Regioni – conclude il presidente f.f. della giunta regionale – abbiamo chiesto a gran voce di non mortificare gli italiani. Ma per questo governo, probabilmente, il buonsenso è una colpa».

 

Coronavirus, coprifuoco in Calabria dalle 24 e dad: Spirlì firma l’ordinanza

CATANZARO – Sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso; accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione. Sono queste le principali misure contenute nell’ordinanza n. 79, firmata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, che dovranno essere osservate fino 13 novembre 2020, per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Le disposizioni previste «producono efficacia dalle ore 24 del 24 ottobre 2020.

«L’ordinanza di oggi è uno strumento necessario per tutelare la salute di tutti noi calabresi. Non sarà un’ordinanza punitiva. Ci dovrete aiutare a farlo diventare uno strumento di tutela per le persone più deboli, per i nostri anziani, per i nostri giovani, per i padri e le madri di famiglia che, in questo momento, così come tutto il resto degli italiani e degli altri cittadini nel mondo, sono comunque a rischio». È quanto afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, nell’annunciare la nuova ordinanza per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.

«Il periodo di azione di questa ordinanza – spiega ancora – sarà di sole due settimane ed è necessario seguirla alla lettera. L’abbiamo emanata ora proprio per evitare di dover intervenire in maniera più corposa durante le festività natalizie. Ci auguriamo un buon risultato, ovvero che il numero dei contagi possa sensibilmente diminuire».

LE SCUOLE

«Per quanto riguarda le scuole – aggiunge il presidente f.f. -, è prevista la didattica a distanza per le superiori. Per tutte le altre scuole di ogni ordine e grado, la didattica continuerà a essere esercitata in presenza. È altresì prevista la tutela dei pazienti ricoverati in ospedale con lo stop alle visite parentali, che vale anche per le rsa e per tutti quei luoghi di ricovero dove ci sono categorie svantaggiate».

LE MISURE NOTTURNE

«Per quanto riguarda le ore notturne – aggiunge Spirlì -, abbiamo deciso di fermarci dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Dobbiamo evitare gli assembramenti soprattutto nelle piazze, nei luoghi pubblici o davanti ai locali, che hanno comunque dato motivo di preoccupazione in tutte le regioni d’Italia e non solo».

Il presidente f.f. della Giunta lancia il suo appello ai calabresi:«Non sarà una misura molto restrittiva, però vi prego di rispettarla. Siamo, fondamentalmente, nelle nostre mani. Abbiamo bravissimi medici e ottime strutture ospedaliere che si stanno organizzando. Come abbiamo potuto apprezzare nei momenti difficili della primavera, loro hanno saputo arginare l’emergenza con un lavoro estenuante, con una applicazione umana e umanitaria incredibile. Ognuno di noi ha bisogno di tutti gli altri. Garantiamoci a vicenda la tutela della salute, in particolare ai più giovani raccomando quella dei più anziani; ai genitori raccomando la tutela e il controllo della salute propria e dei propri figli; e a tutti quanti auguro una capacità di amore nei confronti dell’altro, una capacità di fratellanza che abbiamo sempre saputo dimostrare».

«Se supereremo ancora una volta questo momento critico, come abbiamo già saputo fare – Spirlì è sicuro -, troveremo una via d’uscita come altri e, mi auguro, prima di tanti altri. Sarete informati costantemente, non ci saranno silenzi. Non avvertirete distanza e assenza, non mancherà la nostra presenza, compresa, ovviamente, la mia, che non mancherà mai. Vi ringrazio per l’amore e l’affetto dimostrato nei confronti del presidente Santelli. Jole lo ha meritato e merita anche il piccolo grande sacrificio delle prossime due settimane».

«CITTADINI PARTECIPANO A DECISIONI»

Il presidente f.f. commenta anche le indiscrezioni sull’ordinanza circolate dalla serata di ieri. «Più che una fuga di notizie – conferma -, è stata l’azione innocente di uno dei soggetti interessati al giro di consultazioni che ho voluto intraprendere a proposito dell’ordinanza restrittiva. Peraltro, è stata una cassa di risonanza, non allarmata e non allarmistica, per un atto amministrativo che avrebbe potuto, di suo, creare motivo di turbamento nella popolazione». «I calabresi – conclude Spirlì – hanno potuto conoscere, dalla viva voce del loro presidente facente funzioni, il metodo che questa amministrazione ha messo in atto fin dal primo giorno di insediamento: contatto, confronto, ascolto e condivisione. Le porte del palazzo sono state sfondate, i cittadini partecipano alle decisioni. Anche a quelle più difficili».