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JazzAmore, al Teatro Auditorium Unical arriva la leggenda Frank Gambale

RENDE (CS) – Secondo appuntamento al Teatro Auditorium Unical con JazzAmore domenica 2 aprile.
Sarà infatti Frank Gambale con la sua All Star Band a calcare il palcoscenico del TAU. La kermesse, promossa da MK Live con la collaborazione di Unical e Cams -Centro Arti Musica e Spettacolo- e con il sostegno del Ministero della Cultura prevede più di quindici appuntamenti  che toccheranno, oltre al campus di Arcavacata, l’intera provincia.
 
Dopo il successo registrato con il Mark Sherman Quintet e Fabrizio Bosso lo scorso 19 marzo, al TAU si esibirà il virtuoso della chitarra, esploso sulla scena di Los Angeles nei primi anni ’80 grazie alla sua fulminea ascesa, alimentata da un modo di suonare che la rivista di Rolling Stone ha definito “feroce”.
 
Gambale è il genio indiscusso che ha dato origine alla “Gambale Sweep Picking Technique” (una tecnica di plettro economica e un nuovo modo di suonare lo strumento) elevandola a una precisa forma d’arte divenute oramai standard nel lessico della chitarra.  La “Gambale Sweep Picking Technique”, infatti, continua a ispirare generazioni di musicisti. Una fitta produzione quella di Gambale che ha all’attivo più di 300 canzoni e oltre 20 album che tocca molti stili dal rock, funk e jazz all’R&B e alcune influenze latine e brasiliane.
 
La stessa leggenda del jazz, Chick Corea, ha così descritto il cantautore: “tutto ciò che tocca con la sua chitarra diventa oro, lo è sempre stato. Frank è il mio chitarrista preferito”. Anche il chitarrista jazz Pat Metheny ha detto di Gambale: “mi piacerebbe prendermi un mese di pausa e studiare con Frank Gambale”; Dweezil Zappa ha detto “studiare la tecnica Sweep Picking di Frank Gambale mi ha permesso di suonare le parti più difficili della musica di mio padre che lui stesso non suonò”.
 
Musicista, compositore di talento, brillante innovatore e autore di numerosi libri didattici e DVD, Frank continua a raggiungere livelli sonori e tecnici senza precedenti.  La sua abilità nelle sei corde e la sua visione eclettica e appassionata puntano verso un eccitante futuro di musica innovativa.
 
La rassegna prevede per tutti gli appuntamenti che si svolgeranno al TAU, il costo ridotto del biglietto per studenti, docenti, ricercatori, personale Unical, oltre che per gli studenti del Conservatorio Stanislao Giacomantonio.
I ticket saranno disponibili in prevendita presso l’agenzia Inprimafila a Cosenza o al botteghino il giorno dell’evento mostrando il Tesserino Unical.
 
Prossimo appuntamento con il live di Jeff Berlin che si esibirà per JazzAmore il 17 aprile al Teatro Auditorium Unical.

La commedia napoletana conquista il Tau, successo per “Ditegli sempre di sì”

RENDE (CS)- Applausi scroscianti per “Ditegli sempre di sì” ieri sera al TAU. La compagnia “Elledieffe” porta in scena uno dei primi successi dell’immenso Eduardo De Filippo. Cast di prim’ordine con regia di Roberto Andò.

Il paradosso Michele Murri

Trama avvincente con Michele Murri (Gianfelice Imparato) appena uscito dal manicomio di ritorno dalla sorella Teresa (Carolina Rosi). Quest’ultima, unica persona a conoscere la motivazione dell’assenza del fratello,  viene rassicurata dal medico sulla condizione dello stesso. Don Michele diventa il perno centrale in questa storia ambientata nel primo ‘900. E’ proprio lui a muovere tutta la narrazione, a creare fraintendimenti e a dare il tempo comico sulla scena. Trascina i personaggi nella sua realtà surreale, prendendo modi di dire e battute come vere, convincendoli delle sue stravaganze. Il dialogo è veloce, in quello che è un napoletano goliardico molto apprezzato dalla platea. Tra falsi matrimoni, morti apparenti e continui paradossi, il TAU ride di gusto e apprezza la commedia.

 

La coppia Imparato-Rosi conquista il pubblico

Va sottolineata la prova di Gianfelice Imparato. Attore di altissimo livello non solo a livello teatrale. Innumerevoli le sue apparizioni cinematografiche tra cui “Gomorra” (il Film) e “Il divo” di Sorrentino. Imparato, alias Don Michele Murri, sul palco è un maestro. Sfrutta a suo piacimento la poetica eduardiana con un’ironia tagliente a volte amara, tipicamente napoletana. Sarcasmo legato al mondo pagano, al popolo, che non disdegna una chiara contemporaneità nelle scene.  Anche Carolina Rosi, nel ruolo di Teresa, diventa di evidente importanza. Un tango, anzi, una “tarantella” di risate che nasconde l’amarezza di un segreto. Carolina Rosi interpreta queste due facce nel modo più tragicomico possibile e con la contrapposizione costante rivalsa-rassegnazione.

Minuti e minuti di applausi per la compagnia teatrale di Luca De Filippo, la quale prende i meriti di una stagione teatrale auspicabilmente da protagonista. Il Teatro Auditorium Unical conferma la propria qualità e il pubblico bruzio è pronto ad attendere questa sera la seconda di “Ditegli sempre di sì”.

“L’onore perduto di Katharina Blum”, successo per la prima stagionale del TAU

Rende (CS)- Fortissima risonanza quella ottenuta ieri, per la prima stagionale, al Teatro Auditorium Unical.“L’onore perduto di Katharina Blum”, con la regia di Francesco Però, apre nel migliore dei modi la stagione teatrale 2019/2020 del TAU.

Katharina Blum, l’occhio del ciclone

La vicenda si svolge in Germania. Katharina Blum, governante di una facoltosa famiglia negli anni ’70, conosce ed entra in intimità con il giovane Ludwig ad un ballo di carnevale. Quest’ultimo criminale, e ricercato dalla polizia. Ignara di ciò, Katharina, dopo aver trascorso la notte con il fuggitivo, gli offre una via di fuga attirando a sé tutto il polverone mediatico del caso. Infatti, il giornalista Tötges violerà la privacy di Katharina, manipolerà le informazioni  per ottenere la prima pagina del giornale per cui scrive, spedendo nell’oblio la giovane. Una storia struggente ispirata all’omonimo romanzo, vincitore del Nobel per la letteratura nel 1974, di Heinrich Böll. Katharina donna metodica e di principi, costretta a subire un’evoluzione. Una trasformazione dettata da un’ironia isterica e da una realtà a tratti surreale che sorprende il pubblico del TAU. Platea con il fiato sospeso fino alla fine per la risoluzione di questo enigmatico “giallo”.

Il teatro contemporane…amente

Singolare è il modo in cui vengono intersecati gli avvenimenti. In una scenografia studiata, aperta alla contemporaneità di più di una scena rappresentata, dialoghi apparentemente slegati si fondono. Da sottolineare l’accuratezza non solo nella ricerca del punto nevralgico in cui legare più scene sul palco ma, soprattutto, nel rappresentare in modo paritario dialogo diretto e indiretto negli stessi personaggi. Cifra stilistica altissima che raccorda non solo i dialoghi, ma tutto il ventaglio dei temi che fuoriesce dalle vicende. Omicidio politico, potere dei media, manipolazione di informazioni, impotenza di fronte alle forze dell’ordine, sono tutti temi che danno un peso culturale forte allo spettacolo.

Radonicich sommersa dagli applausi

L’adattamento di Letizia Russo diventa di fine fattura sotto la regia di Però. Tutta la “Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia” merita ogni lungo applauso ricevuto nella serata di ieri. Ad onor del vero va sottolineata la grande prova di Elena Radonicich nei panni di Katharina. La famosa attrice di fiction di rilievo nazionale, emoziona il TAU e detta, come un cocchiere, l’intreccio della storia per tutto lo spettacolo.

Un inizio di stagione importante e di buon auspicio per il TAU,  che stasera ospiterà l’ultima replica de “L’onore perduto di Katharina Blum”.

Sipario in alto per la nuova stagione teatrale del Tau Unical. Si parte con “L’onore perduto di Katharina Blum”

RENDE (Cs) Si alza il sipario sulla nuova stagione del Teatro Auditorium Unical, che il prossimo 19-20 novembre riaccende le luci del suo palcoscenico con una anteprima di stagione di assoluto pregio artistico: “L’onore perduto di Katharina Blum”

Un giallo, un lungo flashback che ha il sapore morboso di una inchiesta feroce e scorretta.

Un clima da “sbatti il mostro in prima pagina” e infine una vendetta consumata con lucida determinazione. Con L’onore perduto di Katharina Blum, la penna affilata di Heinrich Böll, un gigante della letteratura europea – basti ricordare il suo Opinioni di un clown – fa i conti con il perbenismo borghese, con la pruderie e il provincialismo tedesco, e con il linguaggio spesso crudele della stampa.

La storia, scritta nel 1974 e diventata film l’anno successivo grazie a Margarethe von Trotta e Volker Schlöndorff, racconta della giovane, bella e irreprensibile segretaria Katharina Blum che, durante una festa, incontra un piccolo delinquente, ma sospetto terrorista e, dopo una notte d’amore l’aiuta a fuggire. Potrebbe essere un fatto di poco conto, ma sono gli anni della lotta armata, e il gesto di Katharina non sarà privo di conseguenze. Anzi. La stampa spregiudicata, incarnata dal cinico giornalista Tötges, si impossessa della vicenda e attiva quella che oggi si chiama, brutalmente, “macchina del fango”. Katharina è sconvolta. Rimane isolata. E alla fine decide di farsi giustizia da sola…

Un racconto che sembra cronaca di oggi…

Forse nulla è cambiato dopo quaranta anni, se non in peggio. Eppure, nello stile di Böll, il tema drammatico si muta anche in un lieve, ironico, empatico apologo, dove non mancano parodie al qualunquismo di certo giornalismo, né precise condanne alla moralità spiccia, alle mode e alla superficialità del tempo.

Interpretato da due grandi attori come Elena Radonicich e Peppino Mazzotta, nella regia di Franco Però, il testo di Böll si avvale dell’adattamento di Letizia Russo, tra le migliori drammaturghe italiane.

Sinfonie per fiati al Teatro Auditorium Unical

RENDE (CS) – Ultimi due appuntamenti prima della chiusura estiva per il Teatro Auditorium Unical.

In programma il prossimo 23 maggio alle 20.30 “Sinfonie per fiati”, per vedere dal vivo in esclusiva regionale I Fiati di Parma, prestigiosa e unica Orchestra da camera stabile italiana di strumenti a fiato.

L’ensemble nato nel 1990 su iniziativa dell’attuale direttore Claudio Paradiso è costituito dai migliori strumentisti che offre il panorama concertistico italiano e portano il nome di Parma, città di grandi tradizioni musicali (Besozzi, Bolzoni, Dacci, Ghezzi, Frazzi, Furlotti, Paer, Pizzetti, Savi, Toscanini, Verdi) da cui provengono per formazione artistica e didattica molti componenti e in cui l’Orchestra tenne le prime prove.

Componenti dell’Orchestra sono o sono state le prime parti delle più importanti Orchestre sinfoniche e da camera: Orchestra Nazionale della RAI di Torino, Wiener Symphoniker Orchester (Austria), Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, Forsvarets Distriktmusikkorps Østlandet di Halden (Norvegia), Orchestra Sinfonica Santa Cecilia di Roma, Orchestre de Paris (Francia), Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra del Teatro Bellini di Catania, Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti ecc.

Tutti musicisti pregevoli che vantano una solida esperienza cameristica e si cimenteranno con un repertorio che spazia da Donizetti a Mabellini e Raff.

Chiusura infine il 3 giugno con il Trio Marsili composto da Pino Murano al violino, Valeria Carnicelli al violoncello e Antonella Calvelli al pianoforte.

La formazione che nasce a Cosenza nel 2006, svolge da subito un’intensa attività esibendosi per importanti associazioni concertistiche. Ha nel suo repertorio musiche di F.Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Felix Mendelssohn, Robert Schumann, Fryderyk Chopin, Johannes Brahms, Gabriel Fauré, Giuseppe Martucci, Claude Debussy, Maurice Ravel, Joaquin Turina, Alfredo Casella, Franco Margola.

Jelia, l’intelligenza artificiale trasforma il TAU

Rende(CS)- Assistere alla trasformazione del Teatro Auditorium Unical in un posto che gronda di cultura scientifica non è sicuramente cosa all’ordine del giorno. Se poi questo si fonde con la volontà di unire in un amalgama perfetto Intelligenza Artificiale, filosofia ed etica si abbattono le barriere del sapere per dare voce alla forza della cultura.

Scalda il pubblico di  “Jelia” la sinfonia di Mirko Onofrio in totale simbiosi con installazioni artistiche, video e Intelligenza Artificiale. Proprio quest’ultima è il tema centrale dell’evento e della tavola rotonda che ha visto protagonisti esperti di questo mondo 2.0.

Sarebbe impossibile non citare la Lectio Magistralis  tenuta dal professore dell’Università della Calabria Nicola Leone. Pubblico del TAU calato interamente nel mondo dell’I.A. grazie alla grande capacità esplicativa del professore dell’ateneo calabrese. La sinergia tra meccanismi induttivi e meccanismi deduttivi è stata la chiave di volta per il Responsabile del laboratorio di I.A., il quale ha posto la platea nella condizione di poter fruire al meglio del successivo dibattito.

A portare alto lo stendardo dell’UniCal, durante la tavola rotonda, ci ha pensato il direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica prof. Gianluigi Greco. Personalità di spicco è stata quella del professore dell’Università di Oxford Georg Gottlob accompagnato nella discussione dal dott. Marco Manichelli, dal dott. Pietro Scarpino e dal professore della Federico II, Bruno Siciliano.

Tra i tanti spunti di riflessione evinti dal dibattito, ha giocato un ruolo fondamentale il lavoro e il rapporto essere umano-macchina .

L’opinione comune a tutti, o quasi, i presenti al dibattito ha avuto come perno centrale la scomparsa di quei lavori nei quali non è presente interazione fisica (call center, receptionist, ecc.). Ovviamente il tema del lavoro si è sviluppato anche dal punto di vista della complementarità tra le mansioni del lavoratore e le nuove tecnologie. L’esempio più lampante è stato quello del medico. Quest’ultimo in un futuro non troppo prossimo potrebbe dedicarsi interamente alla figura del paziente ed esercitare attività più umane con questo, lasciando compiti più tecnici alle I.A. Medesimo discorso per figure come il bibliotecario che, a detta del prof. Gottlob, potrebbe essere la prima figura a scomparire in questa realtà androide.

Il discorso etico raggiunge  la sua massima espressione con la discussione sui rischi relativi alle armi autonome.

L’etica trova terreno sterile nel libero arbitrio che possiede la macchina sulla vita umana. Curioso e ironicamente sessista è il sistema di recluting attuato da Amazon, tirato in ballo nella conversazione,  per la selezione dei curriculum  inviati al colosso del Web. Il bot selezionava nella maggior parte dei casi curriculum provenienti da uomini. Un ottimo esempio per ripartire dall’essere umano ma soprattutto per avanzare e investire ancora nella ricerca.

Una giornata di scienza che ha concentrato l’attenzione su punti focali del mondo del domani. Tutta la discussione è stata magistralmente moderata dal giornalista de “Il Sole 24 Ore” Maurizio Melis.  

Il Rock di Manuel Agnelli incanta il TAU

RENDE (CS) – “An Evening With Manuel Agnelli”, nome azzeccatissimo per lo show andato in scena ieri sera al Teatro Auditorium UniCal. Non un semplice concerto ma una vera e propria serata ricca di musica, arte ed intrattenimento.

Un pilastro del rock italiano ospite al TAU non è cosa comune.

Manuel Agnelli nel suo tour in coppia con Rodrigo D’Erasmo (al violino) raggiunge anche la città calabrese e la Calabria risponde molto bene con l’Auditorium gremito di ascoltatori.  Spettacolo poliedrico è quello portato sul palco dal front-man degli Afterhours, il quale non sofferma la sua performance alla semplice  rivisitazione live dei suoi pezzi.

LA STORIA DEL ROCK ITALIANO ATTRAVERSO I SUCCESSI DEGLI AFTERHOURS

Lo show inizia ponendo l’attenzione su un salottino vintage, incastonato tra gli strumenti e le luci di scena, nel quale è presente un giradischi. Quest’ultimo, avviato, fa da prologo e crea un’atmosfera di suspense e di concitazione in sala. Pubblico visibilmente compiaciuto già dai primi pezzi e dalle introduzioni tragicomiche del rocker. “Padania”, pezzo omonimo dell’album pubblicato nel 2012 dalla band, è una delle canzoni di apertura della serata. Arriva come un pugno allo stomaco il testo introdotto dal cantante. Questo è stato scritto in un periodo buio della vita artistica di Agnelli, un periodo in cui aveva dimenticato l’obiettivo per il quale stava combattendo.  Altri i successi portati in scena da Manuel Agnelli come “Male di Miele”, “Ti cambia il sapore”, “Non è per sempre”. Proprio quest’ultima, cantata a squarciagola da tutta la platea, viene introdotta dal cantante attraverso il racconto ironico, autobiografico e verosimile di ciò che i  fans sono disposti a fare per rendere lo spettacolo più piacevole a sé stessi piuttosto che all’artista. Pone l’accento sulla questione sottolineando che gli artisti sono dei Transfer di emozioni. Gli ascoltatori vogliono che l’artista non racconti attraverso la musica le proprie sensazioni, bensì le loro.

Viene citata anche la sua avventura da giudice a X-Factor, attraverso la quale l’artista milanese ha captato, per usare un eufemismo, il declino del panorama musicale italiano.

MA NON SOLO AFTERHOURS

La performance canora della coppia Agnelli-D’Erasmo viene arricchita da cover e letture di passi letterari. Da evidenziare il tributo ai Nirvana per i 25 anni dalla morte di Kurt Cobain. Band simbolo di una società che stava reagendo e che vedeva nel futuro la possibilità di progresso. Con la morte di Cobain tutto ciò è andato a scemare e l’illusione di un mondo migliore è rimasta solo nelle canzoni della band statunitense. Spettacolo assolutamente di grande spessore conclusosi con una standing-ovation plateale.

In apertura e in chiusura lo show è stato impreziosito dall’orchestra del Conservatorio “Giacomantonio” coordinata dal maestro Alfredo Biondo e arricchita dagli arrangiamenti di Giuseppe Oliveto e Mirko Onofrio.

Applausi per il dramma “Regina Madre” al Tau

COSENZA – L’opera “Regina Madre” di Manlio Santanelli del 1984 approda al Tau, rivisitata e con la regia di Carlo Cerciello. Il duo scenico Fausto Russo Alesi-Imma Villa è superlativo.

REGINA, MADRE, GENERALE

Le mille sfaccettature di Regina Giannelli, interpretata da Imma Villa, prendono forma sul palco. Donna anziana con un forte accento campano, si ritrova in casa il figlio Alfredo, il quale, ritorna al nido materno per accudire la madre malata. Regina è una donna con un carattere apparentemente predominante, un generale con un sentimento di idolatria verso il marito “onnisciente” defunto. Muove non poche battute al vetriolo verso il figlio giornalista e verso Lisa, sorella di Alfredo, entrambi poco presenti per lei. Russo riesce a inscenare al meglio il dissidio di Alfredo, schiacciato dalla sua condizione di vita mediana e dalla figura del padre.

RITMI CUPI E INTROSPEZIONE

L’opera cambia passo: l’atmosfera si fa più tetra, la scena più buia. Si attua un vero e proprio cambio di personaggi con l’arrivo in scena di Lisa, interpretata da Imma Villa che cede i panni di Regina a Russo attraverso l’ingegnoso uso di un cappello. Il continuo passaggio di personaggi, seppur frenetico, è sempre netto. Si manifesta la verità, l’altra faccia della medaglia in ogni personaggio.  L’afflizione di Alfredo rinchiuso nella sua posizione intermedia e fallimentare dalla quale non riesce a uscire, metafora umana del tutto applicabile alla società odierna. Lisa, invece, è ossessionata dal vuoto e da visioni di questo che le rendono la vita impossibile.

IL PERSONAGGIO SILENZIOSO

Minimal ma di importanza fondamentale è la scenografia componibile di Roberto Crea. Di pari passo all’intreccio della storia riflette non solo il luogo fisico inscenato ma soprattutto l’empatia dei due personaggi.

L’opera della compagnia Elledieffe è stata più che apprezzata dall’Auditorium, sentimentalmente provato e trasportato dal dramma.

La “Regina madre” di Manlio Santanelli in scena al TAU dell’Unical

 RENDE (CS) – Questa sera al TAU dell’Università della Calabria, tornerà in scena il grande teatro. Dopo la positiva accoglienza di critica e pubblico ottenuta con “Scannasurice” e “Bordello di mare con città” di Enzo Moscato, la Elledieffe e Carlo Cerciello proseguono il lavoro dedicato alla drammaturgia contemporanea italiana, con la messa in scena di un altro gioiello: “Regina madre” di Manlio Santanelli.

L’opera del 1984, definita al suo debutto da Eugène Ionesco “éxtraordinaire”, può essere considerata oggi, a tutti gli effetti, un classico e come tale viene riletta da Carlo Cerciello, che è intervenuto in parte anche nell’adattamento del testo.

Un dramma profondamente ambiguo, ambientato in un luogo della mente dove due attori del calibro di Fausto Russo Alesi e Imma Villa danno vita ad un vero e proprio duello tra Madre e Figlio, combattuto con quell’arma micidiale e fantastica che è la parola. Un progetto di messa in scena fortemente voluto e condiviso da Cerciello, Russo Alesi e Villa che, dopo aver lavorato insieme, due anni fa, nella fortunata edizione della Fedra di Seneca al Teatro Greco di Siracusa, si ritrovano, oggi, nuovamente impegnati in una prova complessa. Il continuo ricorrere dei personaggi alla bugia, il continuo oscillare tra verità e finzione, sono segni inconfondibili del testo sviluppati nella messinscena, per dichiarare da un lato il fascino dell’esercizio del potere e, dall’altro, l’incapacità di crescere, di diventare adulti e di liberarsi definitivamente della figura materna.

 La regista  Carlo Cerciello presenta l’opera

«In Regina madre, si ha subito l’impressione che il personaggio della Madre sia in realtà lo specchio, o meglio, la proiezione della sofferenza che attanaglia il Figlio, condizionandone profondamente l’esistenza; Santanelli, accomuna al medesimo destino fallimentare Alfredo e la sorella Lisa, assente nell’opera, ma continuamente citata. Questo gioco al massacro, dunque, infantilmente agito e subìto, mi ha suggerito di mettere in scena il testo, dando concretezza al rituale onirico e psicologico di due fratelli alle prese con il fantasma della Madre».

Dimartino e il nuovo cantautorato al Tau

RENDE (CS) –  Antonio Dimartino taglia in due il TAU con la sua voce ed i suoi testi. L’essenzialità dello spettacolo che dà spazio alla musica, vera e unica protagonista della serata non solo con il cantautore siciliano.

Auditorium curioso e soddisfatto di ascoltare questa particolare voce del panorama musicale italiano.

Dimartino nei suoi testi racconta scorci di vita quotidiana, sentimenti non corrisposti, politica e democrazia non solo in accezione stretta. “Lo stato ha chiuso l’amore in un decreto ministeriale” così il cantautore nella sua “Feste comandate” incastra la scarsa sensibilità di uno stato assente con la sfera sentimentale umana. “Afrodite” è il nuovo album di Dimartino, pubblicato a gennaio 2019 ha già riscosso successo nel panorama indie-pop e non. Manda in visibilio il TAU con uno dei successi della sua ultima creazione, “Giorni buoni” la quale conta sulla piattaforma digitale Spotify  più di duecentomila ascolti. Introduzione da pelle d’oca quella riguardante “Daniela balla la samba”: una pseudo allucinazione di una donna vista una notte ballare a tempo di musica sudamericana. Di Martino

Coinvolgente e toccante, viene impreziosita nel live da un ospite che dalla prima fila del teatro si impadronisce di microfono e scena: Brunori Sas.

Noto ai più per il suo ampio bagaglio musicale, Brunori è approdato anche a Sanremo quest’anno, come ospite, in coppia con i The Zen Circus. Sicilia e Calabria in un’unica canzone, un mix meridionale che rievoca la tradizione cantautorale di Battiato da un lato e di Rino Gaetano dall’altro. 

Scenografia minimal ma d’effetto con i led policromi a tempo di musica.

Spazio alla musica con “Cuore intero” che viene cantata da Dimartino, accompagnato al Sax da un compositore di Cosenza: Mirco Onofri. Da serate come quella del TAU si evince che il cantautorato italiano non è ancora decaduto come si potrebbe pensare, anzi. E’ ancora una solida realtà che viaggia accompagnata da un vento mediterraneo che lambisce i cuori degli ascoltatori di Dimartino. Il meridione riparte dalla musica essenziale, da fotografie di vita ingiallite ma sempre attuali. Le canzoni cantautoriali necessitano di dedizione all’ascolto, forse è proprio per questo che Dimartino, Brunori e tanti altri meridionali ripartono dalla musica: analogamente alla dedizione all’ascolto per il cantautorato, questa dovrebbe verificarsi nelle istituzioni, spesso sorde e indifferenti.

Menzione d’onore all’innovativo Naip, il quale riscalda la platea dell’UniCal a suon di musica elettronica e loop infiniti. Pieno di energia e di ironia conquista subito l’Auditorium. Un trampolino di lancio per un futuro diverso nella musica italiana.

 

Antonio Guarascio