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Vendeva uova di fagiano sul web, denunciato per truffa

COSENZA – Vendeva sul web uova di fagiano che in realtà non sono mai state recapitate all’acquirente. Per tali motivi un uomo di Scalea è stato deferito all’Autorità Giudiziaria dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Paola per il reato di truffa. L’attività investigativa del personale Forestale è iniziata nei mesi scorsi su segnalazione di un uomo che aveva acquistato, tramite un annuncio su internet le uova. Il venditore una volta ricevuto il pagamento, tramite ricarica della sua carta Postepay non ha effettuato la spedizione di quanto venduto rendendosi in seguito irreperibile all’acquirente. L’acquirente, un uomo originario di Paola, ha quindi denunciato il tutto al personale della Forestale che attraverso le indagini è risalito nei giorni scorsi al venditore deferendolo all’Autorità Giudiziaria.

False certificazioni per il gratuito patrocinio, 26 le denunce

MELITO PORTO SALVO (RC) – Ventisei persone sono state denunciate dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria per falsità nelle dichiarazioni sostitutive di certificazione per avere prodotto false attestazioni mirate all’ottenimento del beneficio al gratuito patrocinio. I finanzieri hanno controllato la posizione di 49 persone, esaminando le autocertificazioni prodotte per avere la possibilità di farsi assistere da un avvocato o da un consulente tecnico in processi penali, civili, amministrativi o tributari, senza doverne pagare le spese sia di difesa che processuali. Dai riscontri effettuati è emerso che in 26 hanno omesso di indicare parte di redditi percepiti che, se dichiarati, non avrebbero permesso di godere del benefico.

Truffa dei falsi braccianti scoperta dalle Fiamme Gialle

ROSSANO (CS) – Le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno scoperto una truffa perpetrata da un’impresa ai danni dell’INPS attraverso 359 assunzioni “fantasma”, con danno alle Casse dello Stato di oltre un milione euro. Al centro della truffa la presentazione all’ente previdenziale di falsi documenti dal 2010 al 2012. Attraverso tali documenti l’azienda ha ottenuto la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione per un importo di circa 550mila euro ed indennità di maternità e malattia per circa 450mila euro con un danno complessivo all’Erario di oltre un milione euro. In particolare la società ha denunciato all’INPS 38.300 false giornate di lavoro effettuate su terreni di cui non aveva mai avuto la disponibilità, attestandone l’utilizzo attraverso il deposito di falsi contratti di comodato. Sono 359 gli inesistenti lavoratori, tra i quali anche soggetti già noti alle forze dell’ordine e gravati da numerosi precedenti penali, denunciati all’Autorità Giudiziaria unitamente agli amministratori e promotori della truffa, responsabili anche di illecita somministrazione di manodopera ed omessa tenuta delle scritture contabili obbligatorie.

Truffa immobiliare scoperta dalle Fiamme Gialle

CASTROVILLARI (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Castrovillari, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno scoperto l’esecutore di truffe immobiliari a danno di ignari investitori per centinaia di migliaia di euro. Le attività investigative , originate da alcune denunce presentate dagli investitori truffati, hanno riguardato acquisiti di immobili ubicati oltreoceano, prevalentemente nella città di Orlando, in Florida, rivelatisi, di fatto, inesistenti o intestati a terze persone. L’ideatore della truffa, Leone Alfano, cittadino di origine italiana ma, di fatto, residente negli Stti Uniti, proponeva investimenti all’estero consistenti nell’acquisto di immobili, che, in alcuni casi, potevano essere anche concessi in locazione, in modo da garantire una massimizzazione dei profitti, mediante l’incasso delle corrispondenti rendite. Alfano si presentava agli ignari truffati come rappresentante di una società immobiliare americana, denominata ”Golden Investment Reality Inc.”, quale intermediario abilitato per transazioni internazionali. In diversi casi si presentava anche nella veste di notaio o di ingegnere, promettendo la vendita di immobili per abitazione o investimento. Al fine di raggirare e convincere le persone truffate, egli mostrava e consegnava agli acquirenti contratti d’acquisto in lingua inglese, false registrazioni agli Uffici del Registro americani, cosiddette “quitclaim deed” e contratti di fitto fasulli. Sulla base dei documenti sottoscritti e ricevuti, gli investitori versavano i loro risparmi sul conto corrente della società ”Golden Investment Reality Inc.”. Immediatamente queste somme venivano spostate su conto corrente di altra società estera, denominata “Orlando Trust investment Propierties”, intestata alla figlia e, successivamente, alla madre, per poterne schermare la provenienza illecita. E’ stato accertato, inoltre, che parte di queste somme venivano consegnate dall’Alfano agli inconsapevoli truffati per simulare l’avvenuto conseguimento del “rendimento” prospettato sugli investimenti. Tale forma di illecito ricade nel classico schema di truffa immobiliare o finanziaria detto “schema Ponzi” o “Madoff”. In ragione delle risultanze investigative il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Castrovillari – su proposta della Procura della Repubblica – ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo di due appartamenti di proprietà della madre di Alfano, poi eseguito dalle Fiamme Gialle cosentine. Complessivamente, a conclusione dell’attività sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Castrovillari quattro persone – resesi responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni – e sottoposte a sequestro le somme di denaro depositate sui conti correnti bancari dei denunciati, tre immobili ed un’autovettura, per un valore complessivo pari a 860.314 euro. Le persone danneggiate sono risultate essere complessivamente diciannove per un ammontare complessivo della truffa superiore ai due milioni di euro, non potendosi escludere, però, che altri ignari investitori siano finiti nella ragnatela truffaldina. Le indagini degli investigatori continueranno per il rintraccio dei responsabili, tutti residenti all’estero.

Riscuote la pensione di una persona defunta

COSENZA – Per oltre 13 anni, dal maggio 2003 al giugno 2016, avrebbe continuato a riscuotere la pensione di guerra di una persona defunta. Per questo la sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal gip del Tribunale di Cosenza, nei confronti di una persona accusata di indebita riscossione di somme dall’Inps. L’ammontare del danno per l’istituto di previdenza ammonterebbe a 60mila euro. Dalle indagini svolte dalla polizia giudiziaria, guidata dal maresciallo Ortensio Perri, dirette dal pm Giuseppe Cava e coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo, è emerso che l’indagata, con artifici e raggiri consistiti nell’omessa comunicazione al ministero delle Finanze dell’avvenuto decesso della beneficiaria, titolare di una pensione di guerra erogata con riscossione diretta all’ufficio postale di Rende, in qualità di delegata avrebbe richiesto la corresponsione delle rate della pensione di guerra, simulando di poter agire in nome e per conto della beneficiaria, nonostante questa fosse morta. L’avvenuto sequestro per equivalente è stato eseguito in un istituto bancario dove l’indagata aveva sottoscritto, tra gli altri conti, un certificato di deposito al portatore per un valore nominale pari a circa l’importo sequestrato.

Locri, scoperta truffa online

LOCRI (RC) – Scoperta una truffa online dai Carabinieri del gruppo di Locri. Gli esecutori vendevano sul web materiale elettronico di vario genere, macchine operatrici e veicoli di trasporto, senza poi consegnare la marce una volta incassato il pagamento, essendo inesistente la merce. Gli uomini dell’Arma hanno eseguito numerose perquisizioni su delega della Procura in alcuni Comuni del comprensorio, tra i quali Locri, Gioiosa Jonica, Bovalino, oltre che nelle province di Ascoli Piceno e Rimini. I destinatari del provvedimento sono pertanto colpevoli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. L’indagine è partita nel dicembre 2014 e ha riguardato una serie di truffe online legate alla vendita di telefoni, tablet, computer ma anche bobcat, macchine escavatrici, motocicli, ciclomotori e autovetture. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati diversi materiali informatici, postepay, assegni, sim-card e altre carte prepagate, utilizzate per commettere i reati.

 

Sequestrati beni per 26 milioni di euro a società di call center

CATANZARO – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito un provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca di beni per equivalente, di beni (mobili, immobili, valori in denaro ecc.) per 26 milioni di euro intestati a Infocontact srl, nota società con 14 sedi di call center in Calabria, e agli amministratori della famiglia Pane. La società, costituita nel 2001, ha operato sul mercato dell’outsourcing e servizi di customer care, attualmente è in amministrazione straordinaria dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del Tribunale di Lamezia Terme. Infocontact, pur avendo sede legale a Roma, ha sempre operato in Calabria con 14 sedi e circa duemila dipendenti, ha usufruito di svariati contributi straordinari previsti da leggi nazionali e comunitarie per la formazione e l’assunzione di dipendenti, oltre a sgravi fiscali e contributivi a riduzione del costo del lavoro. Nel periodo tra il 2009 e il 2013 la società ha omesso di versare somme per 26 milioni di euro al fisco, come ricostruito dalla Procura di Lamezia Terme che ha disposto il sequestro anche in virtù di «operazioni distrattive e dissipative fatte dall’organo amministrativo nel periodo in cui versava già in stato di decozione o insolvenza». Le indagini hanno inoltre svelato una fitta rete di società correlate e collegate, di cui alcune anche all’estero, che secondo l’accusa potrebbero essere state destinatarie dei proventi distratti. Tra i beni sequestrati anche un lussuoso attico a Roma, oltre a numerosi conti correnti, beni mobili e partecipazioni finanziarie riconducibili agli indagati.

Percepivano assegno sociale ma vivevano all’estero, tre denunce

PAOLA (CS) – Percepivano l’assegno mensile sociale, ma erano residenti all’estero. Tre cittadini residenti sono stati denunciati dalle fiamme gialle di Cosenza. Nell’ambito di un’ampia indagine, coordinata a livello nazionale dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie del Corpo, la compagnia di Paola ha esaminato i dati sui fruitori dell’assegno sociale, messi a disposizione dall’Inps, incrociati con le banche dati e controlli nei comuni di Paola, San Lucido, e Roggiano Gravina. Dalle indagini è emerso che le persone controllate, ormai da anni, vivevano ed avevano stabilito la propria residenza in Argentina, Stati Uniti d’America e Uruguay. Circa 200mila euro le indebite percezioni di erogazioni a danno dello Stato segnalate alla Corte dei Conti. Al termine dell’operazione i tre sono stati denunciati all’autorità giudiziaria e rischiano una pena da sei mesi a tre anni.

False assunzioni, Gdf scopre truffa da 500mila euro

fotoGdf2COSENZA – Una frode all’Inps da mezzo milione di euro è stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza. Nel mirino è finita un’impresa che, come emerso dalle indagini dei militari, «attraverso contratti di lavoro ed altri documenti falsi, traeva in inganno l’Inps», consentendo «ai falsi lavoratori di percepire provvidenze pubbliche non spettanti». Diciassette gli “operai fantasma” scoperti dai finanzieri. Inoltre, spiegano i finanzieri, l’imprenditore si faceva consegnare dai falsi lavoratori una somma pari ai contributi pensionistici di ciascuno, con la promessa di trasferirla all’Inps, mentre al contrario ometteva di versarla. Dalle indagini è emerso che ammonta a 500mila euro la truffa della quale è stata vittima l’Inps, di cui oltre 100mila euro di provvidenze pubbliche non spettanti (indennità di malattia e disoccupazione), erogate in favore di 17 falsi lavoratori, e circa 400mila euro di contributi pensionistici non versati, per nessuno dei lavoratori dipendenti. Gli operai “fantasma” sono stati denunciati per truffa e falso, mentre l’imprenditore, oltre a questi reati, è stato denunciato anche per l’omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali.

Truffa sull’uso di risorse per l’occupazione. La Gdf denuncia 20 persone

COSENZA – La Guardia di finanza del comando provinciale di Cosenza ha denunciato 20 persone per irregolare utilizzo di finanziamenti a sostegno dell’occupazione. L’attenzione dei militari si è concentrata su un progetto del valore di circa 800mila euro ideato da un società operante in provincia di Cosenza, per la realizzazione di una struttura turistica, cofinanziato con risorse nazionali e regionali. In particolare, le indagini svolte hanno evidenziato l’utilizzo di false fatture a fronte della dichiarata effettuazione di lavori presso cantieri risultati sottoposti a sequestro e quindi non realmente effettuati. Per tutti le accuse sono di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e dichiarazione infedele mediante l’utilizzo di elementi fittizi ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I soggetti segnalati alla Procura competente per territorio rischiano la reclusione fino a sei anni mentre le società da loro rappresentate, saranno destinatarie di sanzioni pecuniarie e interdittive tra cui l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti, e contributi nonché la revoca di quelli già ottenuti.