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Tenta una truffa online, arrestato 34enne

LOCRI (RC) – I carabinieri di Locri hanno arrestato Renato Fantò, 32enne originario di Marina di Gioiosa Jonica, poiche’ ritenuto responsabile di truffa e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale di polizia. L’uomo, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avrebbe messo in piedi una falsa vendita di un miniscavatore su un noto sito internet, incassando i soldi della caparra.

Truffe, vendeva certificati residenza. Denunciato un calabrese

LIVORNO – Un 62enne originario di Reggio Calabria e residente a Livorno, è stato denunciato per truffa aggravata perché, millantando conoscenze nella pubblica amministrazione, proponeva in particolare a stranieri e dietro pagamento di procurare loro certificati di residenza e carte d’identità del comune di Livorno. I militari, dopo la denuncia di una donna alla quale il truffatore aveva proposto “una residenza” per 100 euro, hanno avviato una serie di accertamenti e pedinamenti che hanno consentito di individuarlo in un bar del lungomare mentre tentava l’ennesima truffa. Il 62enne è stato fermato dai carabinieri, che si erano appostati in abiti civili, ed è stato condotto in caserma dove è stato denunciato. L’uomo è stato trovato anche in possesso di alcune foto-tessera che, secondo quello che lui stesso ha detto, sarebbero state utilizzate per l’emissione delle carte d’identità.

Truffa aggravata, arrestati due venditori ambulanti di Cosenza

COSENZA – Due pregiudicati, entrambi di 55 anni, di cui sono state rese note solo le iniziali, D.P.S. e D.R.M. Di Cosenza, venditori ambulanti pluripregiudicati, sono stati post agli arresti domiciliari per truffa aggravata, ricettazione aggravata e sostituzione di persona aggravata. Le indagini, condotte dai militari della stazione di Amantea della Compagnia di Paola e coordinate dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Paola Anna Chiara Fasano, sono partite lo scorso 31 gennaio dopo una truffa, avvenuta ad Amantea, ai danni di una ditta alla quale i due. avevano ordinato 150 colli contenenti bombolette di stelle filanti di carnevale. Al corriere è stato consegnato un assegno, risultato poi provento di un furto, e successivamente i due si sono dileguati con l’intera merce facendo perdere le proprie tracce. I carabinieri, riuscivano a ritrovare il materiale già la notte del 31 gennaio e ad identificare gli autori della truffa. Le successive indagini hanno consentito di portare alla luce un modus operandi e un collaudato sistema di truffe nell’acquisto di merce che, in alcuni casi, veniva successivamente rivenduta dagli ambulanti. Nello specifico i due cosentini, all’atto della consegna della merce, effettuavano un pagamento con assegni, tutti risultati rubati, e riuscivano sempre a distrarre il corriere incaricato della consegna dei prodotti e ad appropriarsi della merce, dileguandosi nell’immediato. I due pensavano di farla franca approfittando di agire sotto mentite spoglie e sicuri di non essere riconosciuti sui paesi della costa del basso tirreno cosentino dove avvenivano le compravendite sfociate in truffe. Nella perquisizione eseguita contestualmente alle ordinanze cautelari i Carabinieri hanno anche rinvenuto e posto sotto sequestro altri assegni rubati e circa 3600 bombolette di stelle filanti di carnevale del valore complessivo di €6000 circa frutto di condotte delittuose. Il giro di truffe, finora scoperto, ammonta a circa 30.000 euro: le indagini, tutt’ora in corso, sono volte a individuare ulteriori episodi di truffe perpetrate dai due arrestati. L’altra accusa grave che pende sui due è quella di ricettazione aggravata poiché in concorso tra loro, con lo stesso disegno criminoso e al fine di commettere le truffe descritte, hanno ripetutamente utilizzato assegni bancari, emessi da un istituto di credito, con filiale a Cosenza: tali titoli di pagamento sono riconducibili a un furto del novembre 2014 in Crotone di circa mille assegni, e quindi con una potenziale fonte di guadagno illecito anche milionario, se diversificato nel tempo.

Truffa Inps, intascavano indennità ma vivevano all’estero

REGGIO CALABRIA – Erano titolari di assegni sociali dell’Inps ma, pur risultando residenti in Italia, vivevano stabilmente in Argentina. Quattro persone sono state denunciate dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria con l’accusa di indebita percezione delle indennità per centoquarantamila euro. Secondo quanto accertato dai finanzieri gli interessati erano rientrati in Italia al compimento del sessantacinquesimo anno di età per il tempo strettamente necessario ad adempiere alle formalità necessarie all’ottenimento del beneficio. Nel periodo di permanenza in Italia le persone indagate hanno acceso un conto corrente o libretto bancario o postale su cui far confluire le somme indebitamente spettanti e gestiti da persone compiacenti e appositamente delegate. Per comprovare l’effettiva assenza dall’Italia dei percettori delle indennità, sono stati effettuati i dovuti riscontri. L’Inps ha sospeso i pagamenti e avviato la procedura per il recupero degli importi indebitamente ottenuti.

Crotone, scoperta azienda “fantasma”.

CROTONE – La Guardia di Finanza di Crotone ha scoperto una  truffa perpetrata da un’impresa di pulizie operante nella provincia Crotonese, mediante la fittizia assunzione di personale dipendente. L’attività investigativa ha evidenziato l’insussistenza dell’azienda per via della carenza dei requisiti richiesti dalla legge . Inoltre, gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone hanno evidenziato la totale assenza di documentazione contabile ed amministrativa atta a comprovare l’effettivo svolgimento di un’attività economica. L’impresa era stata creata con la veste giuridica di società a responsabilità limitata, per giustificare l’assunzione fittizia di manodopera, con l’esclusivo scopo di consentire ai presunti prestatori d’opera l’indebita percezione delle indennità di malattia, maternità e disoccupazione e la fittizia costituzione di contributi al fine di maturare i requisiti per la pensione di anzianità. A conclusione dell’attività sono stati disconosciuti i rapporti di lavoro e le connesse prestazioni previdenziali di cui hanno beneficiato i falsi lavoratori per oltre 150.000 Euro. Deferiti all’Autorità Giudiziaria l’amministratore della società e 42 “falsi” lavoratori, in concorso col predetto, per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di indebite erogazioni previdenziali ed assistenziali e di falsità ideologica commessa da privati in atti pubblici.

 

 

Percepivano finanziamenti comunitari illegittimi , 15 indagati per truffa

CROTONE – Quindici imprenditori responsabili di “Truffa aggravata per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche”, sono stati destinatari di un provvedimento di sequestro preventivo emesso da Tribunale di Crotone, ad epilogo di un’attività di indagine di polizia giudiziaria ed economico finanziaria effettuata dalle Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone. L’esecuzione del provvedimento ha permesso di pervenire al sequestro di denaro e beni immobili per un valore complessivo di Euro 345.000. Trattasi di una complessa ed articolata attività ispettiva eseguita nei confronti di numerosi imprenditori del crotonese, volta a verificare la legittimità delle percezioni di finanziamenti comunitari. Gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare, a carico dei percettori dei finanziamenti, delle responsabilità di natura sia penale che amministrativa, per aver presentato le istanze di accesso ai contributi comunitari giustificandole attraverso il perfezionamento di contratti con soggetti che sarebbero deceduti in epoca antecedente alla stipula e/o utilizzando atti comunque falsi. Sotto il profilo amministrativo sono state segnalate all’ente erogatore, ai fini dell’avvio delle procedure di recupero, indebite percezioni dei contributi comunitari, per un ammontare di Euro 2.385.602,51. E’ stata altresì inoltrata alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro, apposita segnalazione di danno erariale per un ammontare di Euro 1.479.384,07.  Continua l’attività della Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica, ed a sostegno degli imprenditori che operano nel rispetto delle regole, per garantire il presidio della legalità economica all’intero sistema e consentire l’accesso agli aiuti pubblici a chi ne ha regolare titolo.

Truffa all’Inps, scoperte false assunzioni. Sono 316 le persone denunciate

COSENZA – La guardia di finanza di Castrovillari ha scoperto una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata da un’impresa tramite 315 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per 1.140.000 euro. L’impresa presentava all’ente previdenziale falsi contratti – riconducibili a ignari e completamente estranei – nonché fasulle denunce aziendali e trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno acquisito informazioni anche dai soggetti estranei al contesto e falsamente indicati dal responsabile dell’impresa al centro delle indagini, riscontrando la mancata conoscenza delle false dichiarazioni inoltrate all’Inps e dei contratti fasulli redatti. L’analisi documentale ha evidenziato la falsa dichiarazione e comunicazione dal datore di lavoro per 42.981 giornate lavorative mai effettuate. E’ stato accertato, inoltre, che la cooperativa aveva emesso ed annotato nella propria contabilità fatture per operazioni inesistenti inerenti prestazioni di servizi resi a terzi per un importo complessivo per oltre mezzo milione di euro. Al termine delle indagini, il titolare dell’impresa è stato denunciato alla procura della Repubblica di Castrovillari per truffa ai danni dell’ente previdenziale, falso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, mentre, i 315 falsi operai per il reato di truffa, in concorso con il fittizio datore di lavoro.

Truffa di 240mila euro ai danni dell’Unione europea, denunciato imprenditore agricolo di Gioia Tauro

guardia-di-finanza-1GIOIA TAURO (RC) –  Il Gruppo di Gioia Tauro della Guardia di finanza ha denunciato con l’accusa di truffa un imprenditore agricolo accusato di avere ottenuto indebitamente dall’Unione europea, tra il 2007 ed il 2015, contributi per un totale di 240 mila euro. Secondo quanto è emerso dalle indagini, nella documentazione che ha presentato per ottenere i contributi l’imprenditore avrebbe inserito un contratto di affitto falso  oltre ad una “dichiarazione sostitutiva di atto notorio” dal contenuto falso. Secondo la Guardia di finanza, l’imprenditore avrebbe incassato una parte dei contributi e ne avrebbe utilizzato la parte restante per fare fronte a debiti di natura previdenziale maturati con l’Inps. Dall’inizio dell’anno i finanzieri di Gioia Tauro, nel settore della “Politica agricola comune”, hanno denunciato 12 persone recuperando mezzo milione di euro frodati all’Unione europea.

Maxi truffa ai danni dell’Inps. Sequestrati beni per 700mila euro

VIBO VALENTIA – I finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno sequestrato beni nella disponibilità del titolare di un’azienda al centro di una truffa realizzata attraverso il sistema dell’indebita percezione di indennità e sovvenzioni erogate dagli enti previdenziali e assistenziali. Il sequestro è stato posto in essere dopo  un’operazione di Polizia Giudiziaria e Tributaria, che, ha  permesso di portare alla luce un articolato sistema di frode basato sulla creazione di rapporti fittizi di lavoro subordinato e di posizioni assicurative e previdenziali, con lo scopo di far percepire indebitamente a lavoratori “fantasma” indennità di disoccupazione, malattia ed altri benefici. Le indagini hanno rilevato che il titolare dell’azienda aveva fittiziamente dichiarato di aver assunto e fatto lavorare circa 200 lavoratori, consentendo ai medesimi di percepire, a danno dell’Inps indennità per oltre 700mila euro. Dopo la denuncia dell’ideatore della truffa, e dei soggetti che avevano documentato falsi rapporti di lavoro dipendente, il Gip ha disposto il sequestro dell’intero profitto del reato. Sono stati sequestrati conti correnti, terreni, fabbricati ed autovetture, per un valore di quasi 700mila euro, nella disponibilità dell’autore della truffa.

Accusa di truffa aggravata per ex direttori Banco di Napoli

CATANZARO – Tre ex direttori, oltre a cinque funzionari della filiale del Banco di Napoli di Catanzaro, sono stati iscritti nel registro degli indagati: per loro si ipotizza il reato di truffa aggravata (foto ansa.it). Secondo il Pm della Procura catanzarese, Vito Valerio, i vertici dell’istituto avrebbero venduto prodotti finanziari, senza indicare la finalità Swap, «in violazione delle norme bancarie con artifizi e raggiri» ai soci dell’azienda catanzarese Max motors srl. Gli ex direttori e i funzionari avrebbero omesso di indicare la finalità speculativa di tali contratti derivati predisponendo, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, «condizioni contrattuali sempre complessivamente sbilanciate in favore dell’istituto di credito».