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Simulavano falsi incidenti per pagarsi l’assicurazione, oltre cinquanta le denunce

LOCRI (RC) – Cinquantacinque persone, tra le quali alcune legate da vincoli di parentela, sono state denunciate nella locride dai carabinieri perché ritenute, a vario titolo, responsabili di truffa, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Il danno complessivo provocato alle compagnie assicuratrici ammonta a circa 250 mila euro. I carabinieri del Gruppo di Locri, in base ad una denuncia hanno sentito alcune persone coinvolte nella vicenda e residenti nel territorio della Locride. E’ emerso così che da luglio 2011 ad agosto 2013, oltre a quello vi erano stati altri 17 sinistri tutti a carico dello stesso soggetto indicato come contraente assicurativo, tutti conclusi con constatazione amichevole. Scoperte condotte illecite per falsi tamponamenti o investimenti di pedoni, danneggiamenti volontari o sostituzioni di parti integre e, ancora, dichiaravano falsamente di aver subito lesioni precostituendo dichiarazioni mendaci.

Truffa all’Inps, sequestrati beni mobili e immobili per oltre 300mila euro

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Locri ha smascherato una truffa ai danni dell’INPS segnalando alla Procura della Repubblica di Locri i soggetti che si erano resi responsabili dell’indebita percezione di assegni sociali.

Taluni soggetti di fatto risultavano emigrati nei Paesi dell’America Latina, dove avevano stabilito la fissa dimora pur risultando anagraficamente residenti in Italia. Al compimento del 65 anno di età rientravano dunque in Italia per il tempo strettamente necessario per adempiere alle previste formalità per l’ottenimento dell’assegno sociale istituito con legge nazionale nr. 335 del 1995.

Il Giudice per le indagini preliminari, avendo accertato l’assenza di uno dei requisiti necessari per l’accesso al beneficio dell’assegno sociale, ossia la dimora abituale e stabile sul territorio nazionale, ha così riconosciuto la sussistenza della truffa aggravata ai danni dell’INPS disponendo il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per oltre 300.000 euro nei confronti di 12 indagati in ragione dei valori mobiliari ed immobiliari di cui ognuno risulta intestatario

 

Indagato per truffa il responsabile di un patronato

CROTONE – Si faceva pagare per prestazioni che avrebbe dovuto erogare gratuitamente. Per questo motivo il responsabile di un patronato operante nel crotonese è stato indagato per truffa e gli è stato notificato, da parte della Guardia di finanza, un avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura di Crotone. Dalle indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, è emerso che l’attività di “assistenza” andava avanti da tempo, fino a quando le vittime, vista la mancata soluzione delle loro problematiche, hanno chiesto la restituzione del denaro. Complessivamente sono state 17 le persone che hanno pagato somme non dovute all’indagato per un totale di circa 34 mila euro. In un caso, la richiesta della somma di danaro è avvenuta con la complicità di una professionista che emetteva una falsa fattura a giustificazione delle spese sostenute.

Truffa a Protezione civile in Calabria, quattro le persone arrestate – NOMI

CATANZARO – I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e il personale della Direzione Investigativa antimafia di Reggio Calabria, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, stanno eseguendo quattro misure cautelari nei confronti di un funzionario della Protezione civile della Regione Calabria e di tre imprenditori, indagati per truffa aggravata ai danni dello stato. Secondo quanto si è appreso, il funzionario della Protezione civile della Regione Calabria coinvolto nell’inchiesta è stato portato in carcere, mentre i tre imprenditori sono stati posti ai domiciliari. Di nessuno degli arrestati, al momento, sono state rese note le generalità. L’inchiesta che ha portato agli arresti potrebbe essere partita, anche se al momento mancano conferme ufficiali, dalle denunce presentate nei mesi scorsi, subito dopo il suo arrivo alla guida del settore, dal responsabile della Protezione civile regionale, Carlo Tansi, che aveva riferito di avere scoperto illeciti nella gestione del comparto. Nel corso dell’operazione delle fiamme gialle di Catanzaro, nei confronti delle quattro persone arrestate, tre imprenditori e un funzionario della protezione civile, è stato eseguito anche il sequestro di beni per oltre 250mila euro. I provvedimenti disposti dal gip di Catanzaro, su richiesta del Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e del sostituto procuratore Alessandro Prontera riguardano Nicola Giancotti, 58 anni, funzionario della Regione Calabria già in servizio alla Protezione Civile. Per lui si sono aperte le porte del carcere. Ai domiciliari gli altri fermati: si tratta dell’amministratore di fatto Giuseppe Tornello, di Vicenza di 80 anni, del legale rappresentante Luigi Tornello  di Vicenza di 42 anni e del procuratore speciale, Giuseppe Speziali di Bovalino di 74 anni, della Elimediterranea, società vicentina proprietaria di elicotteri che ha operato per diversi anni nel settore dell’antincendio boschivo per la Regione Calabria. Si erano accordati per far pagare due volte alla protezione civile la stessa fattura per servizi aerei contro gli incendi boschivi: una prima volta a giugno 2013 ed una seconda volta, a distanza di un anno e mezzo, a dicembre 2014.

Incassano il pagamento e si rendono irreperibili. Due denunce per truffa a Rose

ROSE (CS) – Nella mattinata di ieri i Carabinieri della Stazione di Rose denunciavano in stato di libertà un 29enne ed una 64enne napoletani resisi autori di truffa. Dopo aver postato un falso annuncio di vendita di un prodotto su un portale per acquisti online ed aver ricevuto il relativo pagamento per l’acquisto tramite ricarica su carta postepay da parte di un cittadino di Rose, i due si rendevano irreperibili.

Truffa dello specchietto, arrestato 28enne in flagranza di reato

CASTROLIBERO (CS) – I carabinieri di Castrolibero, hanno arrestato F.N., 28 anni, in flagranza dei reati di truffa e resistenza a pubblico ufficiale. Da qualche giorni infatti nella zona di Castrolibero e Mendicino, era stata segnalata la presenza di una golf bianca con a bordo un uomo che metteva in atto la “truffa dello specchietto”. Si avvicinava ai veicoli lungo la strada simulando un urto dello specchietto retrovisore e relativa rottura per poi chiedere del contante al fine di evitare ulteriori conseguenze. I militari, già sulle tracce dell’uomo, hanno notato l’auto parcheggiata vicino ad un bancomat della Banca Monte Paschi di Siena a Castrolibero dove hanno notato due uomini di cui uno intento a prelevare. Insospettiti i carabinieri si sono avvicinati ma uno dei due ha tentato la fuga salendo a bordo della golf per poi tentare di speronare i carabinieri e tentare di fuggire ad alta velocità. Ne è scaturito un inseguimento che alla fina ha portato all’arresto dell’uomo. Gli accertamenti hanno consentito di accertare che l’altro uomo presente al bancomat non era altro che l’ennesima vittima della truffa che stava prelevando del denaro per pagare l’arrestato per il presunto danno allo specchietto.

Assunzioni fantasma, smascherata truffa ai danni dell’INPS nel crotonese

CROTONE – La guardia di finanza di Crotone ha scoperto l’ennesima truffa ai danni dell’INPS perpetrata da un’azienda agricola crotonese, mediante la fittizia assunzione di lavoratori inesistenti. Le minuziose indagini svolte dalle Fiamme Gialle pitagoriche hanno consentito di accertare che l’azienda non disponeva effettivamente di strutture e terreni, indicati fittiziamente sulle domande di assunzione al solo scopo di giustificare il fabbisogno di manodopera. Tale meccanismo fraudolento ha consentito ai falsi lavoratori di beneficiare indebitamente di indennità varie erogate dall’INPS  per oltre 130.000 euro, nonché della falsa costituzione di contributi utili ai fini pensionistici. A conclusione dell’attività operativa sono stati puntualmente disconosciuti sia i rapporti di lavoro, sia le connesse prestazioni previdenziali di cui hanno beneficiato i falsi lavoratori. Deferiti all’autorità giudiziaria il titolare dell’impresa, il consulente del lavoro dell’azienda stessa – responsabile dell’inoltro per via telematica delle false domande di assunzione – nonché 32 falsi lavoratori, in concorso coi predetti, per il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di indebite erogazioni previdenziali ed assistenziali.

Truffa all’Inps, falsi codici fiscali per ottenere indennità non dovute

COSENZA – I finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza , coordinati dalla Procura di Castrovillari, hanno smascherato una truffa perpetrata ai danni dell’Inps mediante la creazione di falsi codici fiscali al fine di ottenere l’erogazione di indennità di malattia, disoccupazione e maternità. Tutto sarebbe partito da un ex funzionario pubblico che era riuscito con un’abile truffa ad ottenere false attribuzioni di codici fiscali, che hanno poi consentito la presentazione di domande di liquidazione di indennità previste dalla disciplina posta a tutela dei lavoratori . Le fiamme gialle, dopo un’analisi dei falsi documenti prodotti all’Inps per il riconoscimento e l’erogazione delle indennità da parte di presunti lavoratori, hanno scoperto che i soggetti richiedenti erano anagraficamente inesistenti. Lo sviluppo delle indagini ha consentito di rilevare che l’attribuzione dei falsi codici fiscali era opera di un ex funzionario pubblico che con metodi truffaldini seguiva personalmente l ‘iter delle assegnazioni , mettendo in atto artifici e raggiri, che sono stati smascherati. Le indagini consentito l’immediato blocco delle indebite indennità e l’avvio del recupero delle somme già erogate pari a poco meno di 50mila euro. L’ex funzionario è stato denunciato per i reati di truffa ai danni dello Stato, falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in atti amministrativi e falso ideologico in atto pubblico e rischia una pena massima della reclusione fino a 10 anni.

Truffa all’Inps, falso invalidi percepisce 70mila euro non dovuti

COSENZA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno scoperto una truffa aggravata ai danni dell’INAIL messa in atto da un soggetto che ha percepito indebitamente oltre 70 mila euro a titolo di pensione d’invalidità, a seguito di un simulato “infortunio in itinere”, una fattispecie a tutela del lavoratore che garantisce in caso di incidente occorso durante il viaggio tra abitazione e luogo di lavoro e che riconosce al soggetto sia un’indennità temporanea che una rendita vitalizia mensile. A seguito di un incidente stradale l’uomo aveva dichiarato falsamente che stava rientrando dal lavoro. Per trarre in inganno l’Inail, aveva inoltre comunicato falsi orari di servizio e prodotto false autocertificazioni. Prova regina era stata fornita da un falso testimone, indicato all’Inail dal soggetto beneficiario all’insaputa dello stesso testimone. Gli accertamenti eseguiti sia presso il datore di lavoro che presso il presunto testimone oculare, hanno evidenziato che gli orari di servizio erano in realtà differenti, non esisteva alcuna autorizzazione all’utilizzo del mezzo privato da parte del dipendente e, soprattutto, che il testimone oculare non era presente sul luogo dell’incidente. L’intervento delle Fiamme Gialle ha consentito all’Inps di procedere alla sospensione dell’erogazione delle indennità e l’avvio delle procedure di recupero di quanto indebitamente erogato. Il soggetto è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Truffa, sgominata a Venezia banda contigua alla ‘ndrangheta

VENEZIA – Sette misure cautelari, assieme a una sessantina di perquisizioni, nel quadro di una indagine su infiltrazioni di stampo mafioso nel tessuto economico del Nord Italia, sono in corso di esecuzione da parte dei carabinieri di Venezia. I provvedimenti, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Venezia, riguardano una banda ritenuta contigua alla ‘ndrangheta calabrese che operava attraverso l’acquisizione di società in difficoltà che venivano intestate a prestanome e attraverso le quali venivano realizzate truffe ai danni di ditte fornitrici dei più diversi generi, di istituti di credito e finanziari. Il volume d’affari stimato delle truffe è attorno ai 12 milioni di euro.