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Tutela dell’habitat, la regione stanzia tre milioni di euro

CATANZARO – Si è concluso il percorso amministrativo che rende disponibili importanti risorse comunitarie per interventi concreti di tutela ambientale.

L’iniziativa rientra nell’articolata strategia regionale per la biodiversità che il Dipartimento ambiente e territorio ha messo in atto sia per finalità conservazionistiche che per la valorizzazione turistica dell’immenso capitale naturale regionale. Nello specifico, per la tutela della biodiversità terrestre e marina sono stati selezionati, a seguito di avviso pubblico, 41 progetti che riguardano i siti di interesse comunitario (SIC) presenti in Calabria.

Complessivamente 3 milioni di euro da destinare a  progetti a sostegno degli habitat e delle specie incluse nelle Direttive europee. Sostegno a centri di recupero animali feriti, ripopolamento di specie a rischio di estinzione, creazione o ripristino di zone umide e, non ultimo, rimozione straordinaria  di rifiuti nei siti di grande valenza naturalistica. In ambiente marino gli interventi riguardano  la realizzazione di strutture di contrasto della pesca a strascico, strutture di ripopolamento, ripristino e mantenimento di dune e zone umide retrodunali, pulizia dei fondali.

L’iniziativa è frutto di un confronto costante con tutti i portatori di interesse in tema di tutela ambientale, dalle Associazioni Ambientaliste agli Enti gestori delle aree protette e ai Consorzi di bonifica.

La realizzazione dei singoli progetti consentirà, da una parte a perseguire concreti  obiettivi di tutela e, dall’altra, di accrescere la consapevolezza dell’importante  ruolo ambientale, economico e sociale svolto da rete natura 2000, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione rispetto alle tematiche oggetto dell’iniziativa.Tutti gli interventi saranno realizzati sulla base di specifici crono programmi di attività, entro il primo semestre del 2019.

Il Presidente della Giunta Mario Oliverio e l’Assessore Regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, in occasione della firma delle Convenzioni, si confronteranno con i responsabili dei progetti selezionati,  l’ 11 ottobre prossimo alle ore 11 presso la Cittadella Regionale.

L’occasione sarà utile anche per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto “monitoraggio degli habitat e delle specie”,  che vede coinvolti, insieme al Dipartimento ambiente,  i Parchi nazionali e regionale, le Riserve regionali, l’Arpacal e le università della Calabria e che mira a rafforzare il quadro di conoscenze del patrimonio ambientale calabrese.Sarà inoltre presentato e distribuito il volume “ Elenco degli alberi monumentali della Calabria

Cosenza, la tutela dei boschi al centro del convegno presso la Biblioteca Nazionale

COSENZA – A distanza di un anno in cui la Calabria si è imposta alla cronaca per l’alto numero di roghi che hanno distrutto migliaia di ettari di terreno, è risultato cogente il convegno “Foreste e boschi. Tutela e valorizzazione” che si è tenuto ieri presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza che ospita, tra l’altro, «per 15 giorni una mostra bibliografica per ampliare le conoscenze sui boschi e sull’ambiente» , comunica il direttore della Biblioteca Nazionale Rita Fiordalisi. «Quando abbiamo pensato di organizzare il convegno, il nostro pensiero è andato ai roghi dello scorso anno. All’impegno delle Istituzioni per difendere le risorse si aggiunge l’approvazione del Testo unico forestale, un documento che, se da un lato ha suscitato la soddisfazione degli enti per il suo essere un punto fermo di studio del panorama forestale, dall’altro ha sollevato un’ondata di protesta perché ritenuto un testo anticostituzionale. Oggetto della diatriba è il concetto di “incolto” che il decreto applica ai boschi non tagliati e ai terreni agricoli che hanno vissuto un rimboschimento spontaneo», dice Enrico Marchianò del Club UNESCO Cosenza. «Molte delle catastrofi che avvengono sono tra loro collegate- dice Francesco Cufari, ordinario dei dott. Agronomi e dei dott. Forestali della Provincia di Cosenza-. Pensiamo al disboscamento o al dissesto idrogeologico che causa frane e smottamenti. I dottori agronomi e forestali hanno a cuore la salvaguardia del verde. Grazie alle tecniche e alle competenze acquisite, competenze che riguardano campi quali l’alimentazione, le energie rinnovabili, la sicurezza alimentare e il verde urbano, svolgono una professione di utilità sociale in virtù degli interventi per preservare l’ambiente e la salute umana». Discute del ruolo dei dottori agronomi e forestali non senza scoccare una freccia pensando allo scorso anno quando «non siamo stati mai interpellati da nessuno, eravamo disponibili per un piano di intervento», prosegue Cufari. «È necessario che gli interventi siano preventivi: occorre un’azione di pianificazione attraverso campagne di sensibilizzazione (importanza marcata anche da Pino Boccia di VAS Calabria); la realizzazione di opere specifiche; la manutenzione della viabilità forestale e rurale; la gestione attiva delle superfici forestali e l’applicazione di pratiche agro-pastorali corrette». Verte sulle centrali a biomasse l’intervento di Marcello Nardi del Club Alpino italiano: «Fonti di energie rinnovabili basate sul riciclo e il riutilizzo degli scarti, sono cinque le centrali presenti in Calabria: Rende, Stromboli, Crotone, Cutro e Laino Borgo ( quella di Laino Borgo è stata oggetto di polemiche perché situata all’interno del Parco del Pollino), centrali che avrebbero senso se l’approvvigionamento di biomasse avvenisse in un circolo ristretto (la legge stabilisce un raggio di 70 km dall’impianto di produzione dell’energia)». Ha reagito al disastro ambientale causato dai roghi formando il comitato “Stop incendi” Remo Garropoli che, coadiuvato da altri, ha creato la pagina Facebook “Stop incendi” grazie alla quale ha documentato il popolo della rete pubblicando foto e video degli incendi ed ha inoltre realizzato l’app “Comitato Stop incendi Calabria” (disponibile al momento solo per i dispositivi Android) per mettere a disposizione dei cittadini i dati relativi agli incendi boschivi. Come risolvere «un problema antico ma attuale, permanente e che dipende quasi esclusivamente dall’azione dell’uomo?», si chiede Francesco Iovino del laboratorio di Cartografia ambientale e Modellistica idrogeologica dell’università della Calabria. «Nel 2017, i 10mila incendi verificatisi hanno distrutto 30mila ettari di superficie. L’abbandono delle attività agricole, la riduzione delle attività selvicolturali, le condizioni climatiche e l’urbanizzazione delle aree rurali determinano un incremento della sensibilità dei boschi agli incendi, ciò che serve per difendere il patrimonio boschivo è la prevenzione», prosegue il prof. Iovino. Prevenzione, previsione e spegnimento sono i tre punti chiave della Legge quadro in materia degli incendi boschivi (Legge n°353 del 21 novembre 2000) «contiene due vulnus: le cause; il catasto delle aree percorse dal fuoco a carico dei Comuni purtroppo non prevede alcuna sanzione per chi non adempie il compito di censimento», dice il capitano Angelo Roseti che fa appello al senso civico e alla collaborazione dei cittadini per tamponare il problema degli incendi.

Rita Pellicori

Tutela della biodiversità, approvato il progetto di Mauro D’Acri

CATANZARO – La seconda commissione del Consiglio regionale, nella seduta di ieri, 28 marzo 2018, ha licenziato all’unanimità la proposta di legge presentata dal Consigliere Mauro D’Acri per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria di interesse regionale. Con l’approvazione della proposta di legge si vuole dotare la Regione Calabria di uno strumento normativo sul tema in questione già affrontato dalla maggior parte delle Regioni Italiane nel corso dell’ultimo ventennio, e di recente dal Governo nazionale, con l’approvazione della legge nazionale sulla biodiversità Agraria n. 194 del 2015.

Nonostante il vuoto normativo, la Regione Calabria, ancor prima della Convenzione  di Rio del 1992 e del trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche del 1994, ha attuato  con l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ex ARSSA e ex ESAC), programmi regionali e interregionali che hanno permesso la tutela e la salvaguardia di razze autoctone come il suino nero e la vacca podolica, e specie vegetali a rischio di estinzione, ancora oggi conservate nei Centri Sperimentali Dimostrativi dell’Azienda.

La Regione Calabria, con l’attuazione di questa legge, nel rispetto degli obblighi nazionali e internazionali, intende promuovere e garantire l’utilizzazione collettiva di tutto il patrimonio calabrese di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici, attraverso l’istituzione di strumenti regolatori della materia quali il Registro Regionale della Biodiversità Agraria, le commissioni tecnico-scientifiche che hanno il compito di individuare la biodiversità da iscrivere al predetto registro e in quello istituito con la legge nazionale,  le modalità di funzionamento delle strutture per la conservazione della biodiversità agraria. A questo scopo un ruolo centrale sarà svolto dall’ARSAC, che oltre a proseguire nell’opera di conservazione ex situ, secondo le linee guida ministeriali, avrà il compito di gestire il Registro regionale di biodiversità di interesse agrario e  la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia della biodiversità.

E’ previsto un coinvolgimento diretto degli attori protagonisti impegnati nella conservazione della Biodiversità agraria, attraverso il riconoscimento della funzione di pubblica utilità svolta dagli agricoltori e allevatori custodi, l’istituzione di una rete della Biodiversità regionale, il libero scambio della biodiversità regionale, la promozione delle comunità del cibo e della biodiversità agraria e alimentare e iniziative informative e di sensibilizzazione indirizzate ai cittadini calabresi.

«In attesa del passaggio definito nel prossimo Consiglio Regionale – ha sottolineato il Consigliere delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – questa proposta di legge di cui ho l’onore di essere primo firmatario, insieme ai miei colleghi consiglieri regionali, è nata anche grazie al contributo attivo, generoso e appassionato dei divulgatori agricoli dell’ARSAC, dagli spunti pervenuti in questi anni dai vari territori rurali di questa regione, personalmente visitati giorno per giorno, dalle esperienze attive maturate delle organizzazioni professionali agricole e delle associazioni regionali, e soprattutto dagli agricoltori e allevatori custodi a cui va il mio più sincero ringraziamento».

 

 

Tornano le lontre sul Pollino, «Necessari interventi per tutelare la specie»

ORSOMARSO (CS) – La lontra è tornata a popolare il bacino imbrifero del fiume Argentino, nell’area del Parco nazionale del Pollino. Sarebbero almeno una decina gli esemplari del mammifero avvistati nell’area che comprende anche il fiume Lao, lungo tutti i suoi 64 chilometri di lunghezza. L’animale, predatore carnivoro, si nutre prevalentemente di pesci, rane, rospi, pennuti e la sua presenza in ambiente acquatico è ritenuta sinonimo di ricchezza ambientale. La sopravvivenza del mammifero è però a rischio e potrebbe essere messa in ulteriore pregiudizio se non si dovesse intervenire con delle iniziative mirate a consentirne l’esistenza.
«Le lontre, però – afferma Antonio Pappaterra, cittadino di Orsomarso che ha scritto al Ministero dell’Ambiente e ai vertici del Parco nazionale del Pollino – non trovano più cibo nel fiume Argentino e sarebbe opportuno che si intervenisse per tutelare, monitorare e garantire un habitat vivibile a questo raro mammifero riapparso da poco in questi posti». (Foto Ansa).

Rossano, importante convegno dell’osservatorio nazionale sul diritto alla famiglia

 Rossano (CS) – Continua il lavoro della sezione Rossano/Castrovillari dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, associazione forense, che da anni si distingue per la formazione e aggiornamento professionale.

L’associazione, presieduta dall’Avv. Dora Mauro, l’8 giugno c.a. ha organizzato un convegno sul tema della  “conflittualità familiare tra mediazione e negoziazione assistita- il ruolo dell’avvocato”.

L’evento formativo, accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari, ha trattato, con la partecipazione di esperti in materia, il tema della mediazione familiare, quale occasione di confronto tra quanti quotidianamente aiutano le famiglie che decidono di affrontare i propri conflitti, percorrendo la via dell’ascolto.

La mediazione familiare permette ai coniugi di riconoscere i propri bisogni per giungere ad un accordo stabile, anche nell’interesse dei figli. Non semplicemente una negoziazione al fine di raggiungere un compromesso, ma un vero e proprio cammino che conduce al recupero del sentire e della dignità di ciascuno. In questo percorso, il ruolo dell’avvocato e del mediatore hanno una funzione fondamentale.

I lavori sono iniziati con i saluti di rito, in particolare l’intervento dell’Avv. Michele Marincolo, fondatore della sezione Rossano / Castrovillari dell’osservatorio e attuale coordinatore regionale di tutte le sezioni calabresi, ha posto l’attenzione sul prossimo importante appuntamento  del 24 giugno 2017 in occasione del primo Forum Regionale ove si tratterà il tema della “tutela del minore: profili sostanziali e processuali ” che si svolgerà in due sessioni con una tavola rotonda sul tema ” il tribunale della famiglia nel progetto della riforma ” .

Nutriti e molto interessanti sono stati gli interventi dell’avv. Icilio Martire ,  della dottoressa Ilaria De Vanna, del Presidente  della sezione civile del Tribunale di Castrovillari dott. Di Vincenzo Pede e dell’Avv. Anna Bonifiglio. L’occasione è servita da spunto e da stimolo  per lavorare su un progetto al fine di concretizzare un servizio di mediazione familiare all’interno del Tribunale  e fornire un aiuto alle famiglie “disgregate “.

La tutela dei diritti delle persone disabili nel primo convegno Ami del 2017

COSENZA – Il primo appuntamento del 2017 con gli eventi formativi dell’Associazione dei Matrimonialisti Italiani del distretto di Catanzaro si terrà giovedì 2 febbraio, alle ore 16.30, presso l’Aula 15 del Palazzo di Giustizia di Cosenza, e avrà come tema “I diritti non hanno handicap: la tutela dei diritti delle persone disabili – amministrazione di sostegno, legge antidiscriminazione e normativa sul “dopo di noi”. Aspetti giuridici, di neuropsichiatria forense, sociali e medico-legali”.

L’apertura dei lavori sono affidati all’avv. Margherita Corriere, presidente dell’AMI Calabria, che analizzerà la normativa sulla tutela giudiziaria dei portatori di handicap e quella sul “dopo di noi”, spiegando come garantire un futuro dignitoso e sereno ai disabili dopo la dipartita dei loro cari. A seguire, l’avv. Brunella Tassone, segretario dell’AMI Calabria, che relazionerà sull’istituto dell’amministratore di sostegno, mentre il prof. Sergio Funicello, medico legale, già Presidente della Commissione Invalidi Civili di Viterbo, interverrà sugli aspetti medico legali inerenti al riconoscimento dello stato di invalidità e di handicap. Gli aspetti prettamente clinici saranno trattati, invece, dalla neuropsichiatra infantile dell’ASP di Cosenza,dr.ssa Angelica Tatiana Curti, mentre il dr. Gigi Lupo, direttore della rivista la Voce dell’ANC di Cosenza, parlerà degli aspetti sociali e mediatici di tale tematica.

I lavori saranno moderati dalla giornalista Mariapia Volpintesta come di consueto, la partecipazione all’evento seminariale, accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Cosenza, è gratuita e dà diritto a 3 crediti formativi per gli avvocati.

«I diritti devono essere realmente attuati per tutti – dichiara in una nota la presidente Corriere – ed è per questo che abbiamo scelto di scrivere nel titolo dell’evento “i diritti non hanno handicap”. È molto importante a tal fine la tutela giudiziaria dei portatori di handicap: la legge 67/2006 consente al disabile che ritiene di aver subito un atto discriminatorio, sia dal privato che dalla pubblica amministrazione. Egli, infatti, può depositare un ricorso, anche personalmente, nella Cancelleria del Tribunale Civile in composizione monocratica e chiedere che sia imposta la cessazione del comportamento discriminatorio che il risarcimento del danno». A tal proposito, succede spesso che il Tribunale, omettendo qualsiasi formalità, procede agli atti di istruzione che ritiene necessari al fine del provvedimento richiesto, decidendo con ordinanza di rigetto o di accoglimento. In quest’ultimo caso, l’ordinanza diviene immediatamente esecutiva e la sua mancata osservanza fa scattare un procedimento penale, per come previsto dall’art. 388 primo comma c.p..

Riveste una notevole importanza anche la recentissima legge sul “dopo di noi”, una normativa che non è riferita solo alle persone con disabilità grave senza più genitori, ma anche a quelle i cui genitori «non sono in grado di fornire l’adeguato sostegno genitoriale», nonché «in vista del venir meno del sostegno genitoriale». Grazie a questa nuova iniziativa, viene esplicitato il legame con un progetto personalizzato previsto dalla legge 328 e introdotto un “budget di progetto”.

Nell’occasione, il presidente AMI Calabria, Margherita Corriere, annuncerà un’importante iniziativa che sarà portata avanti dal suo distretto: si tratta dell’attivazione di una mail, soshandicap@libero.it, a cui potranno rivolgersi tutti coloro i quali abbiano un problema di disabilità da risolvere nel districato mondo della burocrazia e della tutela giudiziaria.

A Lamezia corso su vigilanza per la tutela della sicurezza del lavoro

CATANZARO – I temi legati al complesso rapporto sorveglianza/vigilanza per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, saranno affrontati nel corso della giornata formativa che si svolgerà mercoledì 16 novembre, con inizio alle ore 9:00, nella sala convegni “Giunone”, edificio uffici amministrativi, in via Arturo Perugini, Lamezia Terme.

L’evento è stato organizzato dall’unità operativa Formazione e Qualità, diretta dalla dott.ssa Clementina Fittante, con la responsabilità scientifica della dott.ssa Emma Anna Rita Ciconte, direttore SPISAL (Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) dell’ASP di Catanzaro, in collaborazione e con il patrocinio della SIMLII – Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale e Clinica del Lavoro, Sez. Siculo-Calabra.

L’iniziativa  è rivolta ai medici di Medicina del Lavoro, Igiene e sanità pubblica, Igiene alimenti, ai tecnici della Prevenzione, veterinari e infermieri del dipartimento di Prevenzione.

 

 

 

Legambiente presenta il dossier sull’emergenza depurativa in Calabria

CETRARO (CS) – «Portare a termine la vera grande opera pubblica di cui necessita la Calabria: l’attento monitoraggio degli impianti di depurazione esistenti, il loro corretto funzionamento e un programma di interventi di efficientamento e adeguamento che permetterebbe una volta per tutte di uscire dall’emergenza depurativa che rischia di compromettere irrimediabilmente una delle maggiori risorse di questo territorio». È l’appello che arriva da Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente che ha ripreso il suo viaggio lungo la Penisola per la tutela dei mari e delle coste italiane e in questi giorni sta facendo tappa a Cetraro. Oggi, al Centro Velico di Cetraro, alle ore 16, Legambiente presenterà il dossier “I fanghi di depurazione: la storia continua – A che punto è la depurazione in Calabria?”. Numeri, storie e riflessioni illustrate da Aldo Perrotta, comitato scientifico Legambiente Calabria. Luigi Sabatini, direttore Legambiente Calabria e Giorgio Zampetti responsabile scientifico Legambiente. Saranno presenti, inoltre, Angelo Aita, sindaco Comune di Cetraro e Giuseppe Aieta, presidente della II Commissione del Consiglio Regionale.

«Secondo i numeri raccolti nel dossier di Legambiente -afferma una nota di Legambiente – la Regione Calabria ha una potenzialità nominale complessiva di depurazione pari a 2.786.725 abitanti equivalenti su un totale (dati Istat) di 3,7 milioni, cioè il il 75 % del totale. Un dato che però si abbassa notevolmente se si analizza la reale capacità di trattare adeguatamente gli scarichi, secondo gli standard previsti dalle normative europee. Stando ai numeri dell’Istat (Censimento delle acque di giugno 2014 con dati al 2012) ad essere trattati in maniera adeguata è il 51,5% del totale del carico generato. Criticità che si ritrovano anche nel quadro delineato dall’ultima procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia che comprende anche 130 agglomerati calabresi, il 62% del totale regionale, per un totale di circa 1,3 milioni di abitanti equivalenti (ovvero il 36%). Condanne e procedure che, stando alle stime dell’unità di missione del Governo Italia Sicura costerebbero alla Calabria, a partire già da quest’anno e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, 38 milioni di euro». Dall’analisi dei dati forniti alla Regione Calabria emerge che alcuni impianti risultano utilizzati in maniera molto ridotta. «Eppure i soldi per risolvere queste criticità erano già pronti, ma come spesso accade a mancare all’appello sono stati progetti concreti e immediatamente realizzabili a cui destinare i fondi – sottolinea Luigi Sabatini, direttore di Legambiente Calabria -. Proprio per far fronte alla prima condanna del 2012 era stato stimato un fabbisogno totale per la Calabria di circa 243 milioni di euro e di questi la delibera CIPE 60/2012 ne stanziava 160 milioni circa a cui si aggiungevano altri 83 milioni da altre risorse. Ma stando all’ultimo aggiornamento relativo all’impiego di questi fondi (aprile 2015), in Regione sono state sbloccate opere solo per 104 milioni di euro (per un totale di 8 interventi) e rimangono bloccati ancora 10 opere per ulteriori 140 milioni di euro circa». Anche sul fronte dei controlli e delle operazioni delle forze dell’ordine non mancano dati preoccupanti. Sono 53 i depuratori sequestrati e 322 gli illeciti accertati tra il 2015 e il 2016, senza sottovalutare le problematiche di manutenzione della rete fognaria. Tra gli ultimi casi da segnalare su questo c’è sicuramente il caso dell’inchiesta Tempa Rossa, che ha portato alle dimissioni della ministra Guidi, e che coinvolto anche la Calabria. Secondo la procura di Potenza i rifiuti speciali pericolosi, provenienti dagli scarti di lavorazione degli idrocarburi dell’impianto Eni di Viggiano, venivano smaltiti illecitamente in alcuni depuratori della Calabria. Avrebbero sversato tonnellate di veleno in impianti non autorizzati al trattamento di rifiuti speciali pericolosi.

Regione Calabria, operativo protocollo d’intesa con la Direzione Generale per i Beni Culturali per la tutela e valorizzazione dei paesaggi locali

CATANZARO – La Regione Calabria e la Direzione Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria sottoscriveranno prossimamente un protocollo d’intesa per rendere meglio fruibili i beni paesaggistici, storici e culturali del nostro territorio. Questo è quanto stabilito al termine di un incontro tra il Governatore Mario Oliverio e il Segretario Regionale della Direzione, Salvatore Patamia.

«La Regione – ha dichiarato Oliverio – per raggiungere l’obiettivo, opererà attraverso l’ente strumentale Calabria Verde che nelle passate settimane, dando attuazione ad accordi con la Protezione Civile Regionale, l’Assessorato all’Ambiente e l’Ente Parco della Sila, ha già fornito il proprio contributo nella pulitura delle spiagge di alcuni comuni della Locride, sulle quale annualmente nidifica la tartaruga marina Caretta-Caretta, e nel recupero di rifiuti solidi urbani e speciali abbondonati nel Parco della Sila, che vogliamo far rientrare tra i beni paesaggistici ed ambientali  dell’UNESCO. L’introduzione di questo nuovo meccanismo concertativo e la collaborazione tra i soggetti pubblici dovrà esaltare la primaria funzione della valorizzazione dei beni culturali: contribuire allo sviluppo locale». Per tale ragione, nei prossimi giorni squadre di Calabria Verde si metteranno a lavoro su 50 siti d’interesse archeologico e artistico calabrese per liberarli dal proliferare aggressivo della vegetazione spontanea.

«Nei prossimi mesi – ha concluso il Presidente della Regione Oliverio – si cercheranno con la Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici, in un contesto programmatico coordinato, altre attive forme di collaborazione, volte sempre a valorizzare e fruire il patrimonio culturale, compreso quello religioso, attribuendogli un più incisivo ruolo nei processi di organizzazione del territorio».

El Puente per Carlo organizza un dibattito per la tutela dei cittadini all’estero

ROCCELLA JONICA (RC) – Dopo oltre sei mesi dal tentato omicidio subito a Buenos Aires dall’ingegnere roccellese Carlo Iannuzzi appaiono maturi i tempi per una riflessione ampia e ragionata sui temi della libertà di movimento e della tutela. L’occasione si concretizzerà il prossimo sabato 18 giugno nell’ambito del dibattito pubblico dal titolo “Cittadini all’estero: quali tutele per la libertà di movimento?”, organizzato dal Comitato “El Puente per Carlo”.
L’appuntamento è fissato alle ore 19,30 nel Largo Colonne, Lungomare di Roccella Jonica. Il tavolo sarà coordinato da Tommaso Daunisi (Comitato) e vi prenderanno parte, dopo i saluti del sindaco Giuseppe Certomà, il docente Unical di Storia della filosofia ed studioso di movimenti e migrazioni Fortunato Maria Cacciatore, il dirigente del Ministero della Salute Maria Novella Luciani, l’assessore regionale al Welfare Federica Roccisano, il presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati Michele Vaira. L’idea è quella di discutere della tutela dei cittadini italiani che circolano nel mondo, anzitutto e perlopiù per lavoro e formazione, offrendo una prospettiva sociopolitica e giuridica. A partire dal caso Iannuzzi s’intende mettere a fuoco gli aspetti che interessano le Istituzioni e i cittadini italiani, senza tuttavia essere ciechi al significato del fenomeno planetario, ormai sotto gli occhi di tutti, relativo ai movimenti globali delle persone. Sul sito change.org il Comitato ha lanciato la petizione dal titolo “Libertà di movimento e tutele: un fondo di solidarietà per le vittime di reati all’estero”, chi fosse interessato trova le indicazioni per firmare sulla pagina Facebook di “El Puente per Carlo” oppure potrà farlo in occasione del dibattito. Il 27 novembre 2015 Carlo è stato aggredito a scopo di rapina in una strada di Buenos Aires, ha ricevuto un durissimo colpo alla testa perdendo completamente i sensi. Volevano derubarlo, quasi lo uccidevano. In seguito a due operazioni che hanno interessato cranio e cervello e alla degenza nell’Ospedale Italiano di Buenos Aires, si è resa necessaria la campagna di raccolta fondi condotta dal Comitato al fine di sopperire ad alcuni limiti mostrati dalle Istituzioni italiane in materia di tutela nei confronti di cittadini vittime di reati all’estero. Ai fondi raccolti grazie a una straordinaria gara di solidarietà internazionale cui hanno partecipato cittadini italiani e stranieri, associazioni, gruppi e movimenti – circa 50mila euro in totale con cui si è provveduto a pagare i medici argentini e il rimpatrio di Carlo – si sono aggiunti i contributi di solidarietà del Comune di Roccella (2mila euro) e della Regione Calabria (20mila euro) – con cui si provvederà a sostenere la famiglia Iannuzzi nel complesso percorso di ausilio e cura durante il periodo di riabilitazione di Carlo.