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Covid, in Calabria superate le 10000 vaccinazioni

CATANZARO – Prova a mantenere un passo sostenuto la campagna di vaccinazioni in Calabria dove risultano somministrate 10061 dosi di vaccino Pfizer-BioNtech, pari al 39,3% delle dosi finora consegnate (25630). Di queste 9141 dosi sono state usate per vaccinare gli operatori sanitari e sociosanitari, 920 per il personale non sanitario e ancora nessuna dose per gli ospiti delle residenze sanitarie assistite (Rsa). 

Il dato è aggiornato alle 23.51 del 9 gennaio. 

Su tutto il territorio nazionale, secondo il report del Ministero della salute, sono 583050 i vaccini somministrati. 

Coronavirus, in Calabria continua sostenuta la marcia del virus

CATANZARO – In Calabria ad oggi sono stati sottoposti a test 439.871 soggetti per un totale di tamponi eseguiti 459.663 (allo stesso soggetto possono essere effettuati più test).

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 26.525 (+423 rispetto a ieri), quelle negative 413.346.

Sono questi i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della Salute.

Si registrano una vittima e 112 guariti, a fronte di 3108 tamponi processati nelle ultime 24 ore. 

Territorialmente, dall’inizio dell’epidemia, i casi positivi sono così distribuiti:

– Cosenza: CASI ATTIVI 3.735 (63 in reparto Azienda ospedaliera Cosenza; 8 in reparto al presidio di Rossano e 6 al presidio ospedaliero di Cetraro; 9 al presidio di Acri; 3 all’ospedale da campo; 7 in terapia intensiva, 3639 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 3.980 (3.763 guariti, 217 deceduti).

– Catanzaro: CASI ATTIVI 1.860 (31 in reparto all’ Azienda ospedaliera di Catanzaro; 4 al presidio di Lamezia Terme; 12 all’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini; 7 in terapia intensiva; 1.806 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 2.029 (1.949 guariti, 80 deceduti).

– Crotone: CASI ATTIVI 381 (20 in reparto; 361 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 1.974 (1.935 guariti, 39 deceduti).

– Vibo Valentia: CASI ATTIVI 983 (18 ricoverati, 965 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 1.215 (1183 guariti, 32 deceduti).

– Reggio Calabria: CASI ATTIVI 2.218 (82 in reparto; 6 presidio ospedaliero di Gioia Tauro; 8 in terapia intensiva; 2.122 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 7.791 (7.650 guariti, 141 deceduti).

– Altra Regione o stato estero: CASI ATTIVI 93 (93 in isolamento domiciliare); CASI CHIUSI 266 (266 guariti).

I casi confermati oggi sono così suddivisi:

Cosenza 77, Catanzaro 109, Crotone 48, Vibo Valentia 55, Reggio Calabria 134. Altra Regione o Stato estero 0.

Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza sul territorio regionale sono in totale 187.

Fronte vaccini

In Calabria sono state somministrate 8280 dosi del vaccino Pfizer-BioNtech, pari al 32,3% delle dosi finora consegnate (in totale 25630). Di queste 7601 dosi sono state usate per vaccinare gli operatori sanitari e sociosanitari, 679 per il personale non sanitario, 0 per gli ospiti delle residenze sanitarie assistite (Rsa). 

Ma il dato calabrese è ancora fermo alle 00.37 del 9 gennaio. 

Vaccini, in Calabria superate le 8200 somministrazioni

CATANZARO – La Calabria comincia una nuova giornata di somministrazioni di vaccino Pfizer-BioNtech a quota 8280 dosi elargite del giorno precedente, pari al 32,3% delle dosi finora consegnate (in totale 25630). Di queste 7601 dosi sono state usate per vaccinare gli operatori sanitari e sociosanitari, 679 per il personale non sanitario, 0 per gli ospiti delle residenze sanitarie assistite (Rsa). 

Il dato è aggiornato alle 00.37 del 9 gennaio. 

Oggi una nuova avanzata, ci si augura a ritmi sostenuti, nella battaglia sul fronte della vaccinazioni, magari superando quota 10000.

Su tutto il territorio nazionale, secondo il report del Ministero della salute, la giornata di ieri si è conclusa con 504587 vaccini somministrati. 

Interrogazione di Carlo Guccione su rete vaccinale

COSENZA – Idoneità dei locali, grave carenza di personale sanitario, un’anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli erogatori periferici. Queste sono solo alcune delle criticità della rete vaccinale della provincia di Cosenza, messe in evidenza dal consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

«L’attuale rete vaccinale della provincia di Cosenza necessita di una radicale ed efficiente riorganizzazione visto le numerose criticità funzionali, frutto di anni di inerzia e di superficialità. Situazione aggravata – sottolinea il consigliere Guccione – da dieci anni di Piano di rientro e di commissariamento. Nonostante i contenuti della deliberazione numero 1811/2011 e del DCA 147/2017, che stabiliscono i requisiti di accreditamento, gli standard qualitativi per i servizi di vaccinazione e il Piano di riorganizzazione e accorpamento degli ambulatori vaccinali aziendali, quasi nulla è stato realizzato».

«La dotazione organica è carente al punto che molto spesso i pochi medici vaccinatori sono costretti a spostarsi da una sede vaccinale a un’altra riuscendo però a garantire pochi accessi e senza la necessaria sicurezza nello svolgimento delle attività. Inoltre, alcuni medici vaccinatori sono ormai prossimi al pensionamento. I requisiti igienico-sanitari sono assolutamente carenti, ad esempio, nella sede di Trebisacce che ha bisogno urgente di un’altra sede a Mirto e Cariati. L’anagrafe vaccinale solo da poco tempo è attivata e si rivela una carenza di supporti informatici in tutte le sedi. Il blocco del turn over ha colpito infatti anche la rete vaccinale in provincia di Cosenza – spiega Carlo Guccione – perché negli ultimi due anni sono andati in pensione 11 medici, 10 infermieri, 4 amministrativi mentre un medico è stato trasferito a Roma e altri 4 medici sono in procinto di andare in pensione da qui a sei mesi».

«Nonostante il DCA 147/2017 – è scritto nell’interrogazione – abbia rivisitato la rete vaccinale regionale attraverso un nuovo calendario vaccinale regionale assolutamente innovativo al punto da essere ripreso da quello nazionale, si riscontra però che nessuno ha realizzato o fatto realizzare la rete vaccinale secondo i contenuti del DCA. Da un’analisi attenta emerge che tutto è rimasto quo ante la deliberazione numero 1811/2011 del Commissario straordinario pro tempore dell’Asp di Cosenza».

Ed ecco secondo Guccione le atre criticità: «L’anagrafe vaccinale si presenta a macchia di leopardo e non soddisfa la necessaria organizzazione che impone l’informatizzazione dei flussi dati al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza. A far data dall’1-12-2018 – da un’analisi attenta e da una ricognizione precisa – è emerso che la maggior parte dei centri vaccinali della provincia di Cosenza non era idonea secondo la normativa vigente e ancor più non assolveva ai contenuti del Dca 14/2017 e non era ben sviluppata la rilevazione informatizzata dell’attività vaccinale. La frammentarietà degli accessi nella maggior parte dei punti di erogazione periferici vaccinali – gli accessi in questi casi avvengono uno-due volte al mese – mette a rischio la corretta applicazione del calendario vaccinale. Infatti, il calendario vaccinale ha una cadenza temporale che deve essere appropriata e obbligatoria, in caso contrario si assiste alla mancata o non tempestiva immunità individuale, che di fatto allungano progressivamente gli intervalli fra le due sedute vaccinali con conseguente disagio nella popolazione».

Infine: «l’inidoneità dei locali, insufficiente nella maggior parte dei punti di erogazione rispetto ai requisiti richiesti. Tra le criticità bisogna inoltre riscontrare una situazione di rischio per il mantenimento della catena del freddo, con un’anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli erogatori periferici».

 

Cosenza, manca il personale amministrativo: vaccini bloccati

COSENZA – Gravi disagi questa mattina a Cosenza negli uffici Asp di Via delle Medaglie d’Oro dove vengono effettuate le vaccinazioni. Già dalle 7,30 circa gli utenti hanno cominciato ad affluire davanti l’entrata del presidio sanitario in attesa dell’orario d’ingresso. L’ambulatorio in effetti ha aperto puntualmente alle ore 9 e però non è stato possibile iniziare a somministrare i vaccini. Mentre il personale medico era regolarmente presente e pronto ad operare, mancava il personale amministrativo deputato ad annotare gli estremi della prestazione erogata. Ad attendere almeno quaranta persone, molte delle quali scoraggiate, dopo quasi un’ora di attesa, hanno deciso di rinunciare e di andare via.   

Ai domiciliari l’aggressore di Raffaele D’Amante, responsabile del centro vaccini di Belvedere,

PRAIA A MARE (CS) – I carabinieri della Stazione di Belvedere Marittimo e della Stazione di Praia a Mare nel Cosentino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di arresti domiciliari emessa, su richiesta della Procura di Paola, a carico di Francesco Miceli, 40 anni, impiegato amministrativo nella casa circondariale di Paola, per minacce e lesioni personali ai danni di un dirigente medico, Raffaele D’Amante, addetto al punto vaccinale di Diamante. L’arrestato, ritenendo il medico responsabile della patologia da cui risulta affetto il figlio causata a suo dire dalla somministrazione di un vaccino, ha atteso D’Amante davanti l’abitazione del medico a Belvedere Marittimo. Poi, dopo averlo minacciato, lo avrebbe picchiato procurandogli lesioni guaribili in 20 giorni. Le indagini dei militari della stazione di Belvedere Marittimo hanno permesso di ricostruire i fatti e di raccogliere tutti gli elementi sufficienti per l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare a carico dell’indagato, posto in stato di arresto presso il proprio domicilio a disposizione dell’autorità giudiziaria. (Nella foto: il luogo dell’aggressione)

Vaccinazioni, promemoria del dirigente del settore educazione

COSENZA – L’amministrazione comunale di Cosenza ricorda ai genitori e tutori dei minori, compresi tra 0 e 16 anni che, ai sensi del dl n. 73/2017, entro il 10 settembre dovranno essere prodotte le autocertificazioni necessarie per le iscrizioni al sistema nazionale di istruzione, ai centri di formazione professionale regionale e alle scuole private non paritarie. Il decreto legge prevede che i genitori o i tutori debbano  dichiarare, sotto la propria responsabilità, le avvenute vaccinazioni di seguito elencate: a) anti-poliomelitica; b) anti-difterica; c) anti-tetanica; d) anti-epatite B; e) anti-pertosse; f) anti-Haemophilus influenzae tipo b; g) anti-meningococcica b; h) anti-meningococcica C; i)anti-morbillo; l) anti-rosolia; m) anti-parotite; n) anti-varicella.

Le eventuali immunizzazioni, a seguito di malattia naturale o situazioni che mettano in chiara correlazione condizioni cliniche per le quali è necessario il differimento delle vaccinazioni, dovranno essere certificate dal pediatra di base o dal medico di famiglia. L’inosservanza delle norme comporta sanzioni pecuniarie che vanno da cinquecento a settemilacinquecento euro oltre, nei casi in cui l’inadempimento sopravviva alle intimazioni formulate dall’azienda sanitaria provinciale, alla trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale  per i Minori. «Il consiglio che formuliamo alle famiglie e a chiunque sia investito da responsabilità tutoriali – conclude Mario Campanella – è di rivolgersi al proprio pediatra di base al fine di verificare lo stato di attuazione delle vaccinazioni e di procedere sempre e comunque secondo le prescrizioni cliniche».

Vaccini, Miceli (M5S), «Urge potenziare il presidio del centro storico»

RENDE (CS) – «Serve potenziare la struttura dell’U.O. Centro Vaccinazioni presente a Rende Centro storico. Un presidio fondamentale della sanità pubblica, di importanza strategica per il borgo antico rendese». A sostenerlo è Domenico Miceli, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Rende. «Anche questa struttura- si legge nella nota-  con il nuovo decreto ministeriale è stata presa d’assalto, come sta capitando a tutti gli altri centri vaccinazioni presenti sul territorio, con una richiesta di interventi massiva che non ha precedenti. Per questo motivo appare incomprensibile la strategia adottata dall’Asp di Cosenza di limitarne il personale, senza garantire le giuste presenze e sostituzioni necessarie in caso di ferie, malattie o aspettative. Colpa della mancata firma al famigerato decreto 50 del 2017, che crea disservizi sul territorio a svantaggio degli utenti e degli operatori sanitari». «Questa mattina – prosegue Miceli- l’utenza lamentava proprio questo e si chiedeva il perché di tale situazione per un centro d’eccellenza, com’è quello del borgo rendese nel territorio. Come MoVimento 5 Stelle crediamo sia necessario procedere al potenziamento dell’U.O. Centro Vaccinazioni presente a Rende Centro storico. E ci appelliamo a tutte le forze presenti in Consiglio e al sindaco in primis, affinché prenda posizione in merito e risolva questo problema che riguarda buona parte dei cittadini residenti e non. Sono questi i temi che la politica deve affrontare immediatamente. Le grandi opere, in assenza dei diritti minimi garantiti a tutta la popolazione, sono solo argomenti di una classe politica e amministrativa totalmente scollegata dalla realtà che non trova argomentazioni a sua difesa».

Vaccini, in arrivo il software GIAVA per la gestione delle vaccinazioni

CATANZARO – Il prossimo 18 ottobre dalle 11,30 nella Sala Turchese della Cittadella Regionale sarà presentata l’anagrafe vaccinale informatizzata della Regione. Si tratta di un software gestionale, denominato GIAVA, fornito in riuso dalla Regione Puglia, creato con lo scopo di supportare l’operatore dell’ambulatorio vaccinale nelle varie fasi della sua attività. Oltre alla funzione di archiviazione dell’anagrafe vaccinale, il software permette di automatizzare numerose operazioni ripetitive (carico e scarico dei vaccini dal magazzino, compilazione certificati, invio lettere-invito, registrazione nuove vaccinazioni con prodotti combinati). Lo strumento ormai è divenuto obbligatorio per le Regioni, secondo quanto sancito dagli adempimenti LEA ed è altresì presente nel Piano Regionale della Prevenzione. Il software consente alla Regione Calabria di compiere un passo in avanti verso l’innovazione e di mettersi al passo con le altre regioni italiane. L’applicativo, realizzato su indicazioni dello studioso Luigi Lopalco dell’Osservatorio epidemiologico universitario di Bari, sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’ECDC di Stoccolma, Enti con cui Lopalco collabora, sarà ospitato presso il Cloud computing del sistema SEC-SISR (Sanità Elettronica Calabria – Sistema Informativo Sanitario Regionale) con cui sarà nativamente integrato in maniera che i dati delle vaccinazioni andranno ad alimentare il Datawarehouse regionale sanitario. Nel pomeriggio seguente alla presentazione avverrà la prima formazione agli addetti dei Centri Vaccinali.

“Bambini vaccinati, dati non corretti diffusi nell’incontro fra i pediatri alla Regione”

COSENZA – «Il 96,80% dei bambini calabresi è vaccinato. I dati del Ministero della Salute, aggiornati fino al 3 febbraio 2016, confermano che la nostra regione è al quarto posto in questa speciale classifica, superando realtà all’avanguardia dal punto di vista sanitario come Emilia Romagna e Lombardia». E’ quanto afferma Monica Zinno, presidente dell’associazione infanzia e adolescenza “Gianni Rodari”, commentando quanto emerso nel corso di un incontro fra i pediatri di famiglia nella Cittadella regionale di Catanzaro, alla presenza dell’assessore Federica Roccolano. «Mi chiedo – continua Monica Zinno – su quali dati empirici si siano basati i partecipanti all’incontro di Catanzaro. Affermare che in Calabria i bambini vaccinati sono troppo pochi e promuovere la solita vulgata del trend negativo sono atteggiamenti che contribuiscono a veicolare informazioni sbagliate e restituire un’immagine della nostra regione sempre negativa, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. E in questo caso non ce n’era davvero bisogno, visti gli ottimi risultati anche certificati da enti autorevoli. Il sistema sanitario calabrese soffre e mostra crepe in tutti i comparti. Non è un mistero e non possiamo certo nascondere il fatto che la salute è un diritto parziale in questa nostra strana regione. Ma quando siamo in presenza di una Calabria dove, invece, qualcosa funziona e meglio rispetto a territori in cui la sanità ha un meccanismo virtuoso e rodato da molti anni, abbiamo il dovere di rimarcare con forza questo dato. E abbiamo il dovere di contestare la diffusione di dati precari che non corrispondono al vero e alimentano una percezione negativa di un fenomeno così importante».