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Il vino Calabria IGP Rosso Cervinago, il prodotto di nuova realtà che riesce a coniugare l’amore per la terra con una eccellenza tutta calabrese

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di due giovani fratelli che hanno deciso di unire la passione per la natura e i suoi frutti e tramutarla, con competenza e coraggio, in eccellenza imprenditoriale. Vincenza Cerchiara, consulente fiscale di una nota azienda della Capitale, decide di lasciare il lavoro e iniziare a collaborare con il fratello Agostino, dedito al lavoro ed esperto in tutto ciò che la natura offre, nella cura del vigneto di famiglia ubicato sul Monte di Cassano allo Ionio. La prima vinificazione destinata alla vendita avviene nel 2016 e nell’Aprile 2017 la realizzazione del primo imbottigliamento: circa 4500 bottiglie di Cervinago Rosso.

Che cosa vi ha spinto a produrre vino?

La nostra famiglia ha lavorato per generazioni nel settore vitivinicolo. Tutto ebbe inizio quando il nostro bisnonno, grazie alle rimesse del figlio emigrato in America, acquistò un terreno sito nel comune di Cassano allo Ionio. I frutti vennero sin da subito destinati alla vinificazione. La bontà del prodotto ottenuto consentì l’estensione del terreno da parte di nostro nonno. Nostro padre, da ultimo, pur svolgendo attività professionale differente, motivato da grande passione, ha proseguito la cura del vigneto con metodi tradizionali.

Oggi noi coltiviamo con cura questo prezioso lascito; ovviamente ogni generazione ha apportato sostanziali innovazioni con l’esperienza acquisita e maturata sia nel sistema della produzione che in quello della trasformazione, pur rimanendo sempre ancorata alla tradizione al fine di ottenere un prodotto naturale e genuino.

Parliamo del sistema produttivo e delle uve che portano alla realizzazione del Cervinago Rosso.

Innanzitutto, i nostri sono vitigni autoctoni e la raccolta viene effettuata interamente a mano, operando un’attenta cernita dei grappoli al fine di eliminare ogni parte non matura o danneggiata. L’uva, posta con cura in cassette in modo da preservarne al massimo l’integrità, viene portata in cantina. Il processo di vinificazione inizia subito, per far sì che le preziose proprietà organolettiche presenti negli acini non si disperdano. L’uva viene quindi immessa nella pigiadiraspatrice e poi nei tini, dove viene lasciata riposare per ca. 48 ore. Successivamente, ha inizio la fermentazione alcolica che avviene in maniera naturale senza l’utilizzo di lieviti selezionati. Durante la fermentazione vengono effettuati dei delestage, tecnica di origine francese per estrarre in maniera delicata colore e profumi.

La vostra è un’azienda giovane ma i riconoscimenti non tardano ad arrivare; avete infatti partecipato al 22°concorso internazionale packaging di Vinitaly conquistando l’etichetta di bronzo per la categoria  “Vini rossi tranquilli a denominazione d’origine e a indicazione geografica delle annate 2017 e 2016”, una grande soddisfazione per la Calabria e un grande merito al vostro impegno.

Sì, è stata una grande soddisfazione e anche inaspettata, ma il messaggio che volevamo trasmettere attraverso la nostra etichetta è evidentemente arrivato a destinazione. Abbiamo cercato di creare qualcosa che rispecchiasse la nostra filosofia aziendale, vestendo la bottiglia con un abito che la rendesse distinguibile e identificabile. Il nostro grafico si è lasciato ispirare dalle atmosfere noir dei film anni ’40 dove, nel nostro immaginario, la protagonista è una dark lady dal rossetto rosso che affascina l’uomo. Ci siamo lasciati influenzare anche dal nuovo target di riferimento del vino, costituito da estimatori, esteti, scopritori, consumatori attenti all’aspetto sensoriale e alle emozioni suscitate dal vino, perché ci piace pensare che la bottiglia venga esposta e consumata in enoteche, bistrot, cocktail bar, ristoranti gourmet, luoghi in cui il vino accompagna momenti di confronto e dialogo, spensieratezza e condivisione. Con l’augurio che il consumatore finale riesca a scorgere nelle note di eleganza e sobrietà dell’etichetta l’animo genuino del vino e del produttore.

Avete in programma qualche appuntamento in cui poter degustare questo meraviglioso vino?

Certamente. Dal 19 al 21 Luglio e dal 23 al 25 Agosto 2018 parteciperemo all’evento “Calici sotto le stelle”  a Cirella di Diamante, manifestazione che pone al centro dell’attenzione la valorizzazione dell’enologia italiana.

F.P.

Vino e Turismo, a Cirò Marina guida vini buoni d’Italia e la premiazione delle cantine calabresi

CIRÒ MARINA (KR) – Per la promozione del turismo di qualità è importante la «valorizzazione dello stretto legame che unisce un prodotto enogastronomico al suo territorio». Ne è convinto Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano, commentando l’uscita dell’edizione 2018 di Vini Buoni d’Italia.

In Italia è sempre più crescente il numero di persone ed appassionati che scelgono l’enoturismo per conoscere un territorio, gustando le caratteristiche non solo culturali ma anche enogastronomiche che caratterizzano un areale del Paese.

La Calabria, cenerentola del vino, da qualche tempo sta provando ad organizzare un’offerta turistica che riesca a soddisfare i numeri dei viaggiatori che scelgono la nostra regione anche in virtù della potenza varietale dei vitigni che segnano il profilo dei territorio dai monti fino al mare, e la ricchezza gastronomica di presidi territoriali che sono famosi e conosciuti in tutto il mondo.

Secondo gli ultimi dati del 2016 diffusi dall’associazione “Città de vino” l’enoturismo si conferma per l’Italia come una risorsa economica e culturale con ampi margini di crescita.

Sono stati 14 milioni gli arrivi di enoturisti alle strutture e alle cantine dei territori per un valore di 2,5 miliardi di euro nel 2016, come dichiarato nel XIII rapporto sul turismo del vino in Italia presentato in Umbria nel Luglio 2017.

Prevedendo un aumento di arrivi e volume d’affari per oltre il 40% dei Comuni e il 60% delle Strade del Vino nell’anno 2017.

Territorialità, esperienza e sostenibilità sono le prole d’ordine per il comparto vinicolo italiano del prossimo futuro. «Protagonisti indiscussi del futuro enologico italiano – scrive Mario Busso, curatore nazionale della guida Vini Buoni d’Italia – sono i vini da vitigni autoctoni» sui quali anche la Calabria sta facendo un grande lavoro di valorizzazione e promozione, facendo sempre più sistema attraverso i consorzi e le reti di produttori.

Su questi aspetti, che possono essere il punto di forza notevole per la promozione di un brand Calabria, discuterà il mondo del vino calabrese a Cirò in occasione della presentazione della guida Vini Buoni d’Italia.

Presso la torre aragonese di Torre Melissa, simbolo del territorio, si ritroveranno, sabato 7 aprile alle ore 18.00, il presidente del consorzio Vini Cirò e Melissa, Raffaele Librandi, il presidente dell’enoteca regionale, Gennaro Convertini, insieme al coordinatore della guida edita dal Touring Club Italiano, Umberto Gambino.

Si discuterà del vino come motore turistico del territorio e si premieranno i produttori calabresi recensiti nell’edizione 2018 nel corso della serata che registra la media partnership di Vinocalabrese.it.

Seguirà una degustazione dei vini premiati e di altri produttori della rete regionale del vino calabrese. Una bella vetrina che anticipa la spedizione dei produttori regionali per il Vinitaly 2018. Alle ore 21.00 presso il ristorante “Il conte di Melissa” la cena con un focus dedicato alla cucina ed i vini del territorio. Per info e prenotazioni 349/614845 – 320/084 2124.

Ecco tutte le cantine ed i vini premiati

CORONE
Baccellieri (Locride Igt Bianco Mantonico Passito 2013), Cantine Viola (Calabria Igt Bianco Moscato Passito di Saracena 2016), Ceraudo (Val di Neto Igt Rosso Dattilo 2014), Ferrocinto (Terre di Cosenza Doc Pollino Magliocco 2015), Librandi (Val di Neto Igt Rosso Magno Megonio 2015), Scala Cantina e Vigneti (Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Durì 2013), Tenuta Iuzzolini (Cirò Doc Rosso Superiore Riserva Maradea 2013)

GOLDEN STAR
Ceraudo (Val di Neto Igt Bianco Grisara 2016), Feudo dei Sanseverino (Terre di Cosenza Doc Pollino Moscato Passito Mastro Terenzio 2014), Ippolito 1845 (Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Ripe del Falco 2007), Le Moire (Savuto Doc Bianco Zaleuco 2015)

OGGI LE CORONE LE DECIDO
Cantine Viola (Calabria Igt Bianco Moscato Passito di Saracena 2016), Feudo dei Sanseverino (Terre di Cosenza Doc Pollino Moscato Passito Mastro Terenzio 2014), Scala Cantina e Vigneti (Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Durì 2013), Tenuta Iuzzolini (Cirò Doc Rosso Superiore Riserva Maradea 2013)

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A Cirò presentazione della Guida Vini Buoni d’Italia e la premiazione delle cantine calabresi

CIRO’ (KR) – Per la promozione del turismo di qualità è importante la «valorizzazione dello stretto legame che unisce un prodotto enogastronomico al suo territorio». Ne è convinto Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano, commentando l’uscita dell’edizione 2018 di Vini Buoni d’Italia. In Italia è sempre più crescente il numero di persone ed appassionati che scelgono l’enoturismo per conoscere un territorio, gustando le caratteristiche non solo culturali ma anche enogastronomiche che caratterizzano un area del Paese.

La Calabria, cenerentola del vino, da qualche tempo sta provando ad organizzare un’offerta turistica che riesca a soddisfare i numeri dei viaggiatori che scelgono la nostra regione anche in virtù della potenza varietale dei vitigni che segnano il profilo dei territorio dai monti fino al mare, e la ricchezza gastronomica di presidi territoriali che sono famosi e conosciuti in tutto il mondo. 

Secondo gli ultimi dati del 2016 diffusi dall’associazione “Città de vino” l’enoturismo si conferma per l’Italia come una risorsa economica e culturale con ampi margini di crescita. Sono stati 14 milioni gli arrivi di enoturisti alle strutture e alle cantine dei territori per un valore di 2,5 miliardi di euro nel 2016, come dichiarato nel XIII rapporto sul turismo del vino in Italia presentato in Umbria nel Luglio 2017. Prevedendo un aumento di arrivi e volume d’affari per oltre il 40% dei Comuni e il 60% delle Strade del Vino nell’anno 2017.

Territorialità, esperienza e sostenibilità sono le prole d’ordine per il comparto vinicolo italiano del prossimo futuro. «Protagonisti indiscussi del futuro enologico italiano – scrive Mario Busso, curatore nazionale della guida Vini Buoni d’Italia – sono i vini da vitigni autoctoni» sui quali anche la Calabria sta facendo un grande lavoro di valorizzazione e promozione, facendo sempre più sistema attraverso i consorzi e le reti di produttori.

IL VINO MOTORE TURISTICO DEL TERRITORIO

Su questi aspetti, che possono essere il punto di forza notevole per la promozione di un brand Calabria, si confronterà a Cirò il mondo del vino calabrese, in occasione della presentazione della guida Vini Buoni d’Italia. Presso la torre aragonese di Torre Melissa, simbolo del territorio, si ritroveranno, sabato 7 aprile alle ore 18.00, il presidente del consorzio Vini Cirò e Melissa, Raffaele Librandi, il presidente dell’enoteca regionale, Gennaro Convertini, insieme al coordinatore della guida edita dal Touring Club Italiano, Umberto Gambino per discutere del vino come motore turistico del territorio e si premieranno i produttori calabresi recensiti nell’edizione 2018 nel corso della serata che registra la media partnership di Vinocalabrese.it.

Seguirà una degustazione dei vini premiati e di altri produttori della rete regionale del vino calabrese. Una bella vetrina che anticipa la spedizione dei produttori regionali per il Vinitaly 2018.

Alle ore 21.00 presso il ristorante “Il conte di Melissa” la cena con un focus dedicato alla cucina ed i vini del territorio. Per info e prenotazioni 349/614845 – 320/084 2124.

Coldiretti: no a mettere il tappo alla distintività del vino calabrese

Vino-di-Calabria-flickr-1024x682COSENZA – Sono gia in tanti tra cantine, viticoltori e operatori del settore, soprattutto del cirotano, ma anche da altre zone della Calabria,  che giudicano pericoloso il tentativo di minare la distintività del vino calabrese e anche la Coldiretti Calabria attraverso il suo presidente Pietro Molinaro prende una chiara posizione sull’argomento. “Il Vinitaly 2016  – esordisce – ci consegna un dato eloquente: il vigneto calabrese è in salute, viene apprezzato dal consumatore e dai mercati  e se valorizzato – come quest’anno ha ben fatto la Regione Calabria – con un brand di promozione unico mettendo insieme tante cantine, ma rispettando la distintività,  i margini di miglioramento sono notevoli”. Ed ancora argomentando commenta che: “a contribuire maggiormente alla svolta storica del 2015, che ci ha visto superare il vino francese e risalire   le vendite delle bottiglie di vino sono stati i vini autoctoni e che il cambiamento nelle abitudini di consumo del vino – sottolinea – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio.  Nel tempo della globalizzazione – precisa ancora – beviamo locale. Da Coldiretti quindi un secco no  – afferma – a mettere il tappo alla distintività del modello agroalimentare  del vino calabrese fatto di tradizione, passione ed eccellenza.  Giudichiamo pericolosi i tentativi di minare la distintività delle produzioni come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Gaglioppo, Nerello, Magliocco solo per fare alcuni esempi. Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione. Questo – continua – unito alla  decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso che ha stimolato la competitività e in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale ”. Certo, prosegue, ad esempio i consorzi di tutela delle denominazioni di origine devono impegnarsi nel migliorare costantemente i disciplinari di produzione, senza cedere alla tentazione di abbassare gli standard minimi di qualità per ottenere benefici di breve periodo e bisogna continuare . parallelamente, a favorire l’adozione di pratiche colturali e tecniche produttive d’eccellenza o innovative.  Un dato che assolutamente non va trascurato e sul quale tante cantine calabresi hanno investito e continuano a farlo è quello relativo all’ampiezza del nostro patrimonio ampelografico che costituisce un punto di forza di fronte a un consumatore  sofisticato e sempre più  curioso e che non ama l’omologazione.

La trasmissione di Rai 2 “Signori del Vino” sbarca in Calabria

CIRÒ MARINA (KR) – Andrà in onda sabato 20 febbraio, alle ore 18, su Rai 2, lo speciale de “Signori del Vino”, girato in Calabria e presso l’Azienda Senatore Vini, nello scorso mese di gennaio. Le telecamere del format tv Rai, dedicato al mondo enologico italiano, avevano fatto tappa nella pluripremiata Azienda di Località San Lorenzo per uno zoom sui vini d’eccellenza della Regione. Qui avevano potuto visitare i vigneti e la produzione della storica Azienda dell’Unicorno. “Signori del Vino” è il nome della trasmissione che ogni sabato accompagna i telespettatori alla scoperta delle eccellenze vitivinicole italiane. È un viaggio, quello guidato da Marcello Masi e Rocco Tolfa , rispettivamente Direttore e Vicedirettore del TG2, nelle regioni enologiche italiane che documenta, attraverso uomini, donne e giovani, tra cantine storiche e territori unici, storie di passione, fatica, cultura e tradizione.