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Rende, fra i pali ecco Spano

RENDE (CS) – Il Rende ha definito l’arrivo in prestito dal Catanzaro del portiere Fabio Spano, classe ’98. Cresciuto nel settore giovanile del Catanzaro, il giovane estremo difensore ha militato nel corso della prima parte della stagione nella Trestina. Spano sarà a disposizione del tecnico Trocini già dalla trasferta di domenica contro la Frattese.

“Pensiero Cosmico”, il quadro di Ivano Spanò alla II edizione di Satura International Contest

PEDARA (CT)- “Pensiero cosmico” è il quadro con cui Ivano Spanò, giovane pittore calabrese, ha partecipato alla seconda edizione di Satura International Contest,  a Genova dal 2 al 16 luglio, giovane rassegna nata per intercettare, nel panorama artistico contemporaneo, nuovi talenti del mondo della pittura e della fotografia. Trentaquattro anni, nato a Cinquefrondi ma cresciuto a Gioia Tauro, ha esposto le sue opere in Sicilia ricevendo il premio “Una vita per l’arte” al XI° Meeting Chitarristico Internazionale nella città di Pedara (CT) nella sezione pittura e scultura, come artista emergente. Le sue opere sono arrivate anche oltreoceano in Brasile, a Pipa e Rio de Janeiro, dove sono state esposte nelle mostre realizzate da Domenico Currò, responsabile della fotografia dell’associazione culturale “Art Sem Fronteira” e di “Arte Zona Brasil”. Non solo pittura per il giovane Spanò che ama esprimersi anche attraverso la scultura, realizzando figure oniriche. Di recente ha avuto l’incarico di creare premi alla carriera per personaggi di lustro internazionale tra cui lo scultore Nino Ucchino e Samuele Galeano, primo violino del direttore d’orchestra italiano Riccardo Muti. Grande partecipazione di pubblico ha visto la mostra d’arte “Echi crepuscolari”, realizzata all’interno del storico sito del Bastioncello di Acitrezza, aperta dal 3 al 10 luglio, dove sono state presentate alcune delle sue più importanti opere assieme a quelle di Roswitha Gruber e Carmelo Spinella (http://messinaweb.tv/cultura-e-arte/echi-crepuscolari-il-catalogo-a-cura-di-messina-web-tv/) .

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Undici metri avversi, la Vigor mastica amaro

Prima Priorelli risponde a Foggia, poi Spanò sciupa dal dischetto.

Poteva essere il momento della svolta, del cambio di marcia, ma così non è stato. Si potrebbe guardare al bicchiere mezzo pieno, ma non esistono le “mezze svolte”, quindi, anche per questa volta, in casa Vigor Lamezia ci si deve accontentare di aver mosso una classifica sempre pessima, con l’ultimo posto ancora fedele (e poco gradito) compagno di viaggio.

Al D’Ippolito l’entusiasmo stenta a decollare, non solo in virtù della campagna abbonamenti fallimentare (incomprensibile, comunque, la delusione della dirigenza: a quanto pare se la Vigor Lamezia versa in queste condizioni la colpa è dei tifosi), ma anche a causa della scarsissima affluenza di paganti, con gli spalti praticamente deserti. Se, in effetti, sembra assurdo aspettarsi la calca per la sottoscrizione delle tessere, forse qualcosa in più ci si potrebbe aspettare dai supporters per sostenere, la Domenica, una squadra che con i mezzi di cui dispone sta dando il massimo per abbandonare la coda della classifica.

Ad un primo tempo da sbadigli (con l’eccezione dell’occasione da gol ghiotta non sfruttata da Fioretti sul finire della frazione), si replica con un secondo tempo ben più avvincente, con gli ospiti in vantaggio al 60esimo grazie alla rete di Foggia ed i biancoverdi determinati ed abili a reagire immediatamente: è di Priorelli (espulso successivamente) il pari al 65esimo. Da mangiarsi le dita l’occasione non sfruttata da Spanò, poco lucido in occasione del calcio di rigore fallito a partita quasi terminata.

La sensazione è che ora la squadra di Via Marconi sia all’altezza della categoria (di livello comunque assolutamente non eccelso) e che giocatori di esperienza come Manganaro, Marino, Giannusa e Malerba, tutti titolari oggi, siano in grado di rendere più agevole il girone di ritorno. Il reale problema è l’handicap col quale si è partiti ad inizio stagione, che, sommato all’attuale assenza di un bomber di peso, rischia di rendere troppo complesso il tentativo di scalata verso i play out.

GIACINTO MORELLI