‘ndrangheta, de Raho: «Non semplice retata, colpito “mandamento” più forte»

REGGIO CALABRIA – «Non è una semplice retata ed i fermati appartengono massimamente al “mandamento” ionico, storicamente il più forte e organizzato di tutta la ‘ndrangheta». Così il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, ha commentato il decreto di fermo emesso a carico di esponenti e gregari dei locali di ‘ndrangheta di tutta la Ionica reggina e le loro relazioni.

«Un massivo e asfissiante controllo del territorio – ha sottolineato de Raho – con l’espletamento di tutte le attività tipiche della ‘ndrangheta: estorsioni, truffe, armi, infiltrazioni delle pubbliche amministrazioni. In circa tremila pagine i carabinieri del Ros e del Comando provinciale hanno ricostruito il sistema complesso dei riti della ‘ndrangheta, le tecniche di infiltrazione nei pubblici appalti, che non si fermano solo sulle attività dei comuni, ma anche della Provincia, del Provveditorato alle Opere Pubbliche, dell’Anas, delle Ferrovie, riuscendo a condizionare le imprese appaltatrici con richieste estorsive, la cessione di quote di appalti, la fornitura dei materiali edili, le assunzioni nei cantieri, le guardianie abusive».

Cafiero de Raho, inoltre, ha parlato di «rapide sostituzioni delle gerarchie nei vari locali di ‘ndrangheta, una ristrutturazione sottoposta ad un vero e proprio percorso iniziatico sulle “cariche” da affidare ai nuovi capi locale i quali, comunque, devono muoversi in sintonia con le strategie del “mandamento”, pena gravissime ripercussioni, sino alla morte».

«Abbiamo messo in campo come Arma dei carabinieri – ha detto il comandante del Ros Governale – oltre mille uomini di provata esperienza riuscendo a comporre un mosaico indiziario di assoluta importanza probatoria». Governale ha definito la ‘ndrangheta della locride come «il cuore pulsante della ‘ndrangheta mondiale, dall’Australia al Canada; dalla provincia di Reggio al nord del Paese ed al cuore dell’Europa. La ‘ndrangheta ha finora goduto di lunghi periodi di tranquillità che ne ha fatto la forza criminale più efficiente del Paese, ma il fatto che abbiamo fermato il 98% dei destinatari del provvedimento di fermo, vuol dire che lo Stato ha cominciato a macinare importanti risultati».

«Intervenivano in ogni attività lavorativa – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Scafuri – come nel caso del nuovo Palazzo di Giustizia di Locri, vicinissimo alla sede del gruppo speciale di stanza a Locri. E quando non riuscivano a sottrarre i lavori alle ditte assegnatarie degli appalti, le cosche imponevano senza contratto imprese di loro assoluta fedeltà. Con questi fermi siano riusciti a ricostruire in buona parte i meccanismi organizzativi del “mandamento ionico”, gli interessi e i ruoli di famiglie storiche di ‘ndrangheta come i Nirta, i Pelle, i Cataldo, i Cordì, gli Armocida, gli Zucco, rimettendo in sesto un mosaico probatorio di assoluto interesse che la Procura distrettuale ha valutato positivamente».

 

 

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