Operazione Fata Morgana, sequestrato patrimonio di 19 milioni di euro ad imprenditore

REGGIO CALABRIA- Le Fiamme Gialle hanno eseguito nelle province di Reggio Calabria e Cosenza un provvedimento con il quale è stata disposta nei confronti di Chiri Giuseppe –  l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di un ingente patrimonio, stimato in circa 19milioni di euro.
Tale provvedimento si fonda sulle risultanze delle attività investigative  nell’ambito dell’operazione “Fata Morgana”,concluse con l’esecuzione, nel mese di maggio 2016, di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di n. 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di cui agli artt. 416 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso), 629 (estorsione), 353 c.p. (turbata libertà
degli incanti), art. 12 quinquies D.L. 306/92 (trasferimento fraudolento di valori), tutti
aggravati dall’art. 7 L. 203/91.

Altra vicenda, con la quale viene fatto risalire il ruolo di Chirico Giuseppe nel contesto della locale criminale sin dal 2008, è quella tratta dalle dichiarazioni acquisite da un’altra imprenditrice operante nello stesso settore del proposto, la sig.ra Latella Brunella, la quale all’inizio degli anni 2000 aveva avviato numerosi supermercati in Reggio Calabria con il marchio “DOC MARKET’S” sino a quando l’asfissiante pressione della ‘ndrangheta non aveva condotto al fallimento di siffatta impresa commerciale. Alla luce di quanto sopra evidenziato, si è ritenuto che Chirico Giuseppe si fosse servito delle sue conoscenze mafiose per far estromettere l’imprenditrice Latella Brunella, facendo emergere gli interessi economici dell’imprenditore di Gallico in connubio con quelli della ‘ndrangheta. In relazione all’attività sopra descritta, veniva delegata al Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. e al Gruppo di Reggio Calabria, dalla locale D.D.A., apposita indagine, a carattere economico/patrimoniale, volta all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili al citato Chirico. L’attività investigativa si è concentrata sulla ricostruzione della capacità reddituale e del complesso dei beni di cui Chirico Giuseppe e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, accertando, non solo la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, ma, soprattutto, il ruolo di imprenditore “mafioso” che lo stesso ha rivestito nel tempo, quanto meno a far data dal 2008, tanto da poter sostenere che il patrimonio accumulato altro non sia che il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite e, nella specie, dell’attività delittuosa di cui all’art. 416 bis c.p.Nel contesto in esame, è emerso che il Chirico Giuseppe ha posto in essere condotte volte ad alterare il sano mercato economico del territorio reggino favorendo la criminalità organizzata, avvalendosi della “SO.RA.L. S.A.S.”, società di cui era socio e amministratore, indicata quale “ditta di riferimento”, e pertanto da considerarsi “impresa mafiosa” i cui proventi reddituali sono da considerare illecitamente percepiti. Alla luce di tali risultanze, su richiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, con l’odierno provvedimento, il sequestro di prevenzione del patrimonio riconducibile al proposto Chirico Giuseppe e al proprio nucleo familiare, costituito dai seguenti beni mobili, immobili, imprese e relativi compendi aziendali:

 SO.R.AL. – SOCIETÀ REGGINA ALIMENTARI DI CHIRICO GIUSEPPE E C. – S.A.S.”, esercente l’attività di “Ipermercati”, comprensiva del compendio aziendale (capitale sociale, partecipazioni, n. 3 unità locali, 25 immobili, 3 automezzi), nonché conti correnti, libretti di deposito al portatore o nominativi, contratti di acquisto di titoli di Stato, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, assicurazioni, intestati presso istituti di credito pubblici o privati, casse rurali, direzioni provinciali P.T., società assicurative, finanziarie o fiduciarie, società di intermediazione mobiliare, comunque riconducibili alla società;

un terreno, un’autovettura, polizze assicurative, fondi comuni di investimento, depositi titoli del valore complessivo pari a € 671.738,48 intestati al proposto e/o ai componenti il proprio nucleo familiare;

 conti correnti, libretti di deposito al portatore o nominativi, contratti di acquisto di titoli di Stato, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, assicurazioni, intestati presso istituti di credito pubblici o privati, casse rurali, direzioni provinciali P.T., società assicurative, finanziarie o fiduciarie, società di intermediazione mobiliare, comunque riconducibili al proposto e ai componenti il proprio nucleo familiare, aventi saldo attivo superiore a € 1.000,00.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *