Violenza sulle donne, nel cosentino in 1 anno 52 arresti: “lasciatevi aiutare” – (VIDEO)

COSENZA – Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si terranno in tutto il territorio della Provincia di Cosenza, mirate iniziative promosse dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche e Comunali, per evidenziare la possibilità di fornire concreto aiuto alle vittime dei numerosi reati che compongono il quadro eterogeneo dell’odio e della violenza di genere. A Cosenza, Rende, Paola, Castrovillari, Corigliano-Rossano, Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri hanno partecipato ad incontri e seminari in tema, spesso in presenza di scolaresche, nel corso dei quali sono state fornite indicazioni di comportamento per non sottovalutare il problema, non ridimensionare o banalizzare comportamenti integranti abuso di strumenti correttivi, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, lesioni, per poter assumere consapevolmente decisioni in ordine alla rappresentazione in denuncia di comportamenti che talvolta trascendono in pericolose escalation di violenza che culminano nel femminicidio.

L’Arma dei Carabinieri, a testimonianza della gravità del fenomeno ed in nome di un rinnovato impegno a contrastare ogni forma di prevaricazione ed abuso basato sull’appartenenza o meno ad un sesso, ha deciso di illuminare di arancione, le sere del 24 e 25 novembre, la caserma “Paolo Grippo” sede della Stazione Carabinieri di Cosenza Centro. L’iniziativa vuole esprimere un ulteriore e chiaro sagnale di vicinanza, sostegno, assistenza e solidarietà, verso quelle donne che, vittime di violenza, non solo fisica, ma anche assistita, verbale, economica, sessuale e psicologica, meritano di trovare, oltre gli aspetti connessi alla polizia giudiziaria, comprensione, ascolto, attenzione ed empatia.

Se da un lato, infatti, risulta in crescendo il numero delle donne disposte a denunciare i propri aguzzini, realizzando la necessità di vincere le forme di condizionamento sociale insite nell’alveo degli assetti familiari, da un altro lato il fenomeno assume contorni ancora preoccupanti: sul piano nazionale sono stati registrati, ad oggi, 52 femminicidi molti dei quali maturati nell’ambito delle relazioni coniugali o ad esse assimilabili.

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Nella Provincia di Cosenza, da novembre 2021 a novembre 2022 sono state tratte in arresto 52 persone per violenza di genere: 1 per omicidio, 24 per maltrattamenti in famiglia, 6 per lesioni personali, 3 per atti sessuali con minori, 18 per stalking. Le denunce, per le medesime fattispecie di reato ammontano a 468. Tra queste risultano 6 persone denunciate per diffusione illecita di video sessualmente espliciti e 1 per corruzione di minore.

Dati di assoluta rilevanza che testimoniano, da un lato, la gravità emergenziale del fenomeno, dall’altra, la determinata e risoluta attenzione dell’Arma al contrasto verso una gravissima forma di violenza e la crescente sensibilità ad ogni forma di prevenzione e vicinanza alle vittime.

L’Arma dei Carabinieri, infatti, in ossequio a quanto richiede la normativa di settore ed in particolare la Legge 69/2019 cd. “codice rosso” in materia di formazione del personale delle forze di polizia, si è dotata di una struttura dedicata – il Reparto Analisi Criminale – Sezione Atti Persecutori – la quale, integrata nella Rete Nazionale di Monitoraggio sulla Violenza di Genere ed inquadrata nel Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, è capace di fornire supporto, concreto in loco o da remoto, sull’intero territorio nazionale, in occasione di eventi di particolare gravità, collaborando con i militari che hanno seguito specifici corsi di formazione nella gestione della vittima di violenza di genere sin dalle primissime fasi della denuncia delle violenze subite.

Sono state realizzate, inoltre, stanze dedicate alla ricezione delle denunce delle vittime di violenza di genere, presso i Comandi dell’Arma Territoriale, cd.stanze tutte per sé in collaborazione con l’AssociazioneSoroptimist International”. Sono ambienti dedicati alla raccolta delle primissime delicate informazioni attraverso le quali la vittima trova ascolto e comprensione in ambienti informali che consentono un approccio più sereno con la vittima finalizzato a superare le possibili reticenze, condizionamenti difficili da sconfiggere dal punto di vista psicologico. Tendenza all’auto-colpevolizzazione, forme di giustificazioni per condotte violente dei propri compagni/mariti, desiderio di protezione nei confronti dei figli dalle conseguenze penali delle loro condotte, paura per le reazioni dei loro stessi affetti all’atto del rientro in casa, senso di pietà ed estrema tolleranza per familiari assuefatti all’alcoolismo, alla droga, al vizio del gioco: le donne continuano a vivere il loro ruolo di madri, mogli e figlie con un senso di innata protezione che riverbera nelle modalità con cui rimangono in silenzio nel momento della denuncia.

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