Radicamenti, Peppa Marriti band: «Vorremmo dare voce alle persone messe in difficoltà»

MENDICINO (CS) –  Salgono sul palco poco dopo le 20, quando il cielo è ormai buio e si avverte un freddo pungente. Bastano poche note affinché si crei un’atmosfera di festa e la gente si scateni in danze tradizionali. La Peppa Marriti band ieri sera, all’apertura della terza edizione del Radicamenti Mendicino Festival, ha portato buona musica accentuata dal sapiente modo di suonare gli strumenti. Quando il concerto finisce, Angelo Conte, voce e chitarra acustica del gruppo, non esita un attimo a concedere l’intervista resa ancora più speciale dalla sua gentilezza.
D – Quando nasce la Peppa Marriti band?
R – Peppa Marriti band nasce più di 20 anni fa, negli anno ’90, quando in giro durante le serate estive suonavano le canzoni rock della nostra generazione, poi da lì una sera sul Pollino abbiamo iniziato a suonare “Lule Lule” in un ritmo blues e da lì abbiamo capito che la lingua arbereshe si sposa benissimo con il rock e da lì abbiamo iniziato a riprendere questa cultura che era un po’ ferma e l’abbiamo portata avanti, la stiamo portando avanti nel tempo.
D – Perché avete deciso di chiamarvi Peppa Marriti?
R – Peppa Marriti era un signore, un falegname di mezza età che spesso veniva messo da parte dalla comunità perché spesso si rifugiava nel vino. Vorremmo dare voce a tutte quelle persone che spesso sono messe in difficoltà dalla nostra società e che spesso cadono e non hanno la forza di alzarsi, di reagire ai problemi quotidiani della vita. Tutti noi possiamo essere un Peppa Marriti, però lui magari era più debole e non ha reagito, noi reagiamo in modo diverso , ognuno ha i suoi modi di reagire di fronte alle problematiche.
D – Proponete canti tradizionali in lingua arbereshe con una matrice rock, perché la scelta  è ricaduta sul rock?
R – Noi siamo degli amanti del rock. Io sono cresciuto con la musica di Bruce Springsteen, degli U2, di tutta quella generazione degli anni ’80 quando il rock significava rottura, ribellione, creare un mondo diverso da quello di oggi e da quello che c’era allora, creare un mondo migliore fatto di rispetto, pace e amore. Il rock per me è un modo per dire no alle ingiustizie della società.
D – Il vostro intento è salvare le minoranze culturali arbereshe, perché avete scelto la musica per farlo?
R – È stato molto naturale perché nelle piccole comunità all’epoca si viveva senza Internet, senza le comodità che hanno oggi i ragazzi,e allora passare il tempo era anche un modo per stare insieme con una chitarra e cantare qualcosa insieme. Per noi la musica è stata un mezzo per stare insieme. Abbiamo usato la musica per cercare di salvaguardare questa cultura che attraversa una fase abbastanza delicata.
D – Due concerti live aTirana nel 2012, quali sono stati i riscontri?
R – A Tirana sono stati spettacolari i riscontri perché abbiamo trovato i ragazzi che conoscevano le nostre canzoni, poi, per noi arbereshe andare in Albania è qualcosa di particolare perché ti senti un po’ a casa . Da piccolo ti parlano di questa Nazione, dei nostri antenati, e allora cresci con questo modo di vedere questa Nazione che è un po’ la madrepatria. È chiaro che siamo italiani a tutti gli effetti, mio padre ad esempio è di origini acresi, quindi sono cresciuto con la musica popolare, con tutto ciò che è calabrese, però, mia madre mi ha sempre parlato della cultura arbereshe, cantava le canzoni tradizionali; sono cresciuto con queste due culture e oggi cerco di portarle avanti. Calabrese, arbereshe o americano, l’importante è stare tutti insieme perché il futuro del mondo è essere diversi ma stare insieme.
D – Quali sono i progetti per il futuro?
R – Vorremmo fare un disco il prossimo anno, vediamo se fare o meno un omaggio alla canzone popolare albanese o realizzare un disco di inediti , stiamo un po’ valutando; nel frattempo abbiamo fatto un video “Njëzet e pesë gërsheta” che sta avendo molti consensi su Youtube e in Albania, dove parteciperemo ad un programma in onda su Top channel.

 Rita Pellicori

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *