Alcmeone, filosofo e medico del VI secolo a.C. Colui che pose il cervello al di sopra di tutto.

Conosciuto come Alcmeone di Crotone, nacque nella suddetta città nel 560 a.C. In greco Ἀλκμαίων,è stato un medico e filosofo greco antico ed è considerato il padre fondatore della medicina antica dando origine al metodo della ricerca scientifica basato sull’analisi reale delle cose, operata con la selezione dei corpi umani, fondamentale per il suo studio sull’anatomia. Scoprì che il cervello è il centro motore delle attività umane, mentre fino ad allora si era creduto che l’organo fondamentale fosse il fegato o il cuore. Studiò attentamente i nervi e il sistema nervoso, intendendone le funzioni motorie, fu lui che probabilmente scoprì le trombe di Eustachio e il nervo ottico. Aveva una concezione democratica del sapere e non classista come Pitagora. Studiò attentamente il corpo umano e lo interpretò in analogia con il funzionamento della politica : per lui, infatti, malattia e salute corrispondevano a due situazioni politiche. La salute corrispondeva alla democrazia, la malattia alla monarchia. Come nel corpo si ha salute quando c’è equilibrio tra gli organi, così nella politica c’è democrazia quando tutte le parti sono in equilibrio. E dati recenti studi americani che affermano che la predisposizione politica derivi dal cervello, comprendiamo come Alcmeone avesse visto, già allora, molto lontano.

 PENSIERO

Anche se vissuto nel contesto pitagorico; bisogna subito specificare che non fu un vero e proprio pitagorico perché, pur elaborando come i Pitagorici, l’idea delle coppie di principi, , a differenza di essi sceglieva le coppie a caso (e i contrari per lui erano più qualitativi che quantitativi), senza ricorrere a un criterio sistematico. Anche come idee politiche pare che differisse dagli aristocratici Pitagorici in quanto fiero sostenitore del regime democratico. Aristotele stesso ce lo presenta come un pitagorico “confusionario” e meno rigoroso. Alcmeone effettuò interessanti considerazioni sull’uomo e fu molto interessato alla medicina. Tra le varie sue dottrine, tre sono le più importanti:

1) Strettamente legata alla dottrina pitagorica era la concezione di salute e malattia: per elaborare questa teoria egli studiò accuratamente il corpo umano e lo interpretò in analogia con il funzionamento della politica: per lui infatti malattia e salute corrispondevano a due precise situazioni politiche. La salute corrispondeva alla democrazia (più in particolare Alcmeone parla di “isonomia”, uguaglianza di leggi), mentre la malattia alla monarchia. Come nel corpo si ha la salute quando c’è un equilibrio tra gli organi, così nella politica per Alcmeone c’è la democrazia quando tutte le parti sono in equilibrio e tutte possono dire la loro. Invece, così come nel corpo umano c’è una malattia quando un organo prevale sugli altri impedendo loro di agire, così nella politica si ha la monarchia quando prevale un individuo sugli altri e viene a rompere l’equilibrio. Sono idee antitetiche non solo rispetto ai Pitagorici, ma anche a Platone stesso. Doveroso ricordare che a quei tempi la medicina era una realtà ben differente dalla chirurgia; queste due attività erano addirittura tra loro in contrasto, basti pensare che nel giuramento dei medici di Ippocrate bisognava giurare di non far uso della chirurgia.

2) Molto interessante fu anche la sua teoria su quale fosse l’organo principale del nostro organismo: fu il primo a rispondere che era il cervello, avanzando così un’ipotesi enfalocentrica. Generalmente si era creduto che l’organo fondamentale fosse il fegato o il cuore, mentre il cervello non fu mai preso in considerazione poiché organo insensibile. E’ interessante notare come Aristotele credesse che il cervello fosse un organo di raffreddamento e fu sostenitore della teoria cardiocentrica. Alcmeone fece accurati esperimenti e dissezionò cadaveri, scoprendo così i nervi che collegavano il cervello ad altri organi vitali (per esempio agli occhi) e ipotizzò che svolgesse la funzione di coordinamento delle mansioni sensitive. Così Alcmeone fu il primo a sostenere l’ipotesi che il cervello fosse l’organo più importante.

3) Alcmeone cercò anche di individuare la posizione degli uomini e scoprì che era intermedia. La sua opera in prosa, di cui si ignora il titolo, inizia proprio con l’affermazione che gli uomini sono inferiori rispetto agli dei:

“Alcmeone di Crotone, figlio di Pirito, disse questo a Brotino e a Leonte e a Batillo: delle cose invisibili e delle cose visibili soltanto gli dei hanno conoscenza certa; gli uomini possono soltanto congetturare.”

Dopo un’accurata presentazione di sé, egli spiega che per gli dei non ci sono barriere conoscitive e possono conoscere l’intera realtà. Gli uomini invece non riescono a scorgerla e per raggiungerla devono sforzarsi di interpretare e capire gli indizi a loro disposizione e possono comunque solo supporla. La conoscenza degli dei viene definita SAPHENEIA e comporta un legame stretto con la chiarezza : perfino le cose invisibili non sono in realtà tali per gli dei. La conoscenza umana sta tutta nel TEKMAIRESTAI, ossia nello sfruttare gli indizi per tentare di comprendere ciò che non è immediatamente carpibile con i sensi. Secondo Alcmeone gli uomini sono un gradino al di sotto degli dei e un gradino al di sopra degli animali (da qui il fatto che l’uomo si trovi in una posizione intermedia, tema che sarà centrale nel Rinascimento neoplatonico). Sia gli uomini sia gli animali conoscono ciò che appare loro, tuttavia gli uomini riescono a comprendere e a connettere i dati sensibili in ragionamenti: idea dello XUNIEMI, il comprendere visto come “prendere assieme” dove i singoli organi devono raccogliere e connettere gli indizi. Gli uomini organizzando il loro pensiero possono raggiungere le realtà più profonde. Alcmeone era soprattutto mosso dall’esigenza di capire esattamente quale potesse essere la portata della conoscenza umana. Egli distingueva in modo marcato la conoscenza umana da quella divina, mettendo in luce fin dove quella umana potesse estendersi. Il sapere divino veniva da Alcmeone qualificato come safhneia , ovvero assoluta certezza; quello umano veniva visto come notevolmente meno chiaro. Quelle cose che per gli uomini risultano invisibili sono perfettamente visibili per gli dèi: il conoscere umano procede attraverso indizi (tekmhria) o, nel linguaggio medico, sintomi. Si deve dunque costruire il sapere a partire dai segni così come il medico parte dai sintomi per diagnosticare la malattia. Per superare il buio, quindi, non c’è bisogno di divinità che ci aiutino ma piuttosto di tekmhria sui quali basarsi, passando così dalle cose certe a cose che certe non sono. Questi indizi intorno ai quali edificare la conoscenza sono essenzialmente reperibili nell’ambito delle sensazioni, cosicché si parte da ciò che si presenta ai sensi per arrivare a ciò che ad essi non si presenta. Come funziona questo passaggio e quale è lo strumento che consente di attuare l’inferenza? È qui che entrano in gioco gli animali! Infatti anch’essi hanno percezioni ma è solo l’uomo a poterle comprendere, ossia a “raccogliere e connettere” ciò che proviene dai singoli organi di senso. Tuttavia ciò non toglie che attraverso quest’operazione di raccoglimento e connessione dei dati sensoriali l’uomo finisca per costruire una conoscenza inferiore rispetto a quella divina.

“delle cose visibili e delle invisibili solo gli dèi hanno conoscenza certa ( safhneia ); gli uomini possono soltanto congetturare […]. “

CURIOSITÀ

• Della vita di Alcmeone conosciamo molto poco. Aristotele riferisce che, «quanto all’età», «Alcmeone era giovane quando Pitagora era vecchio». Contemporanei e diretti interlocutori di Alcmeone furono, secondo Diogene Laerzio , Brontino, Leonte e Batillo. Dal punto di vista cronologico, risulta incerto se l’attività di Alcmeone sia da individuare nell’ultimo quarto del VI secolo, o piuttosto al principio o a metà (e oltre) del V sec. a.C. Nel complesso il periodo più apprezzato dagli interpreti moderni è quello che va all’incirca dal 490 al 430 a.C.

• La sua patria viene dalle fonti identificata con Crotone, città achea e magno greca, fondata, secondo Dionigi di Alicarnasso nel terzo anno della XVII Olimpiade (709-708 a.C.). Il padre era, secondo la tradizione dossografica, Períthos.

• Quasi tutte le informazioni superstiti circa Alcmeone di Crotone sono state messe in discussione dagli studiosi: essi si sono chiesti se fosse un medico o un fisiologo (“impegnato ad indagare la natura”) presocratico, se fosse un pitagorico o in relazione con i pitagorici, se il suo atteggiamento scientifico fosse da qualificare come empirico, se realmente avesse, primo in Occidente, praticato la dissezione del corpo umano a fini scientifici, se il ruolo centrale da lui attribuito – secondo le fonti dossografiche – al cervello nel coordinare le sensazioni non fosse da ridimensionare. Negli ultimi decenni la revisione critica delle testimonianze e dei frammenti di Alcmeone ha determinato di fatto il superamento di tutti quegli “entusiasmi”, certamente prematuri, che vorrebbero il crotoniate “il padre dell’anatomia della fisiologia, dell’embriologia e della psicologia della medicina stessa. Si è aperta, in tal modo, sul piano metodologico, la via per una comprensione autenticamente “storica” della figura di Alcmeone.

 

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