“Giulietta e Romeo” dramma sempre attuale

17 MARZ 2012 – In un mondo sempre frenetico, snervante, quasi privo di rapporti umani è sempre bello trovarsi insieme ad altre persone, giovani e meno giovani, per riflettere su quelli che dovrebbero essere i valori portanti della nostra società.
È proprio quello che si è cercato di fare ieri sera presso il cine-teatro “Garden” con l’ausilio del musical “Giulietta e Romeo live 3D”; spettacolo con cui si è riusciti a far confluire nella sala diverse generazioni mettendole in comunicazione tra di loro.

È stato, dunque, riproposto il dramma shakespeariano che, oltre a trattare l’amore voluto, desiderato, ma fortemente contrastato tra i due giovani protagonisti; ha permesso di mettere in scena tutte quelle passioni, come odio, amicizia, rancore e risentimento, che coronano la nostra vita e che, molo spesso, vengono date per scontate.
Il regista Claudio Insegno è rimasto fedele all’opera omonima di Shakespeare; le uniche concessioni riguardano la scenografia e i costumi.
Tutto il pubblico, infatti, munito rigorosamente di occhialini ha avuto la possibilità di assistere al primo musical con delle scenografie interamente in 3D raffiguranti una Verona stritolata in un limbo, in un tempo ibrido tra quello passato e quello attuale.
Le scenografie, nell’arco dello spettacolo, sono state alternate con video di tre guest stars della musica italiana e del mondo dello spettacolo; quali Vittorio Matteucci, Tosca e Pino Insegno; figure virtuali che hanno interagito e dialogato con gli artisti in carne e ossa.

I costumi sono stati realizzati in modo da essere più vicini alla nostra epoca; i corpi delle donne non sono stati nascosti, oscurati ma messi in evidenza con spacchi e ampie scollature per esaltarne la sensualità, mentre gli abiti maschili hanno dato un tocco di virilità.
Gli interpreti, 10 cantanti-attori tra cui Giorgio Adamo (Romeo) e Rita Pilato (Giulietta) più 16 ballerini-acrobati, hanno dimostrato dedizione e amore per la loro professione che li sta portando in giro per tutta l’Italia.
Carisma, caparbietà, professionalità ed indubbie qualità tecniche sono le parole chiave da dover utilizzare per descrivere la performance di questi ragazzi giovanissimi.
Le loro voci e i loro corpi soavi e armoniosi, accompagnati da una musica dolce ed orecchiabile, hanno creato nella sala un’atmosfera magica ed incantata; lo spettatore, infatti, è stato “investito” da pura e potente poesia che lo ha condotto fino alla catarsi.
Dal coinvolgimento passionale del pubblico si è dedotto che lo spettacolo è ampiamente riuscito dimostrando, tra l’altro, che non sempre tradizione ed innovazione si trovano agli antipodi.
Se si è capaci, un interessante spettacolo può essere realizzato anche grazie ad una commistione di generi.

Annabella Muraca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moda Movie per i giovani e con i giovani

16 MARZ 2012 – È passato un altro anno e ancora una volta si riapre l’ardua sfida di Moda Movie che, grazie al lungimirante Sante Orrico e al suo staff, si è da sempre affiancato ai giovani talenti della moda e del cinema permettendo loro di esprimere, in toto, estro e creatività.
Si tratta di un progetto che, nel corso degli anni, ha riscosso enorme successo grazie, soprattutto, ad un pubblico sempre attivo e presente.
Tutto ciò dimostra l’importanza di dare spazio ai giovani che, oggi, sono “nomadi”, “itineranti” sempre di più ai limiti della società.
Si è, dunque, giunti alla 16° edizione di Moda Movie con la seguente tematica: “Urban Lifestyle. La moda e le città”; due mondi che si sono sempre cercati e susseguiti fino a fondersi completamente.
I designer avranno modo di esprimere il loro talento confezionando abiti che andranno a dipingere i corpi di tutte le donne che vivono nelle metropoli; i registi, invece, attraverso i loro cortometraggi cercheranno di raccontare la città, di renderla “viva” narrando sensazioni, emozioni, stili comportamentali e architetture.
La selezione degli stilisti è già terminata; sono stati scelti 15 finalisti più 2 riserve; i primi dovranno realizzare due dei quattro capi proposti alla commissione rispettandoli fedelmente.
Gli abiti degli stilisti, negli anni precedenti, hanno calcato il palco del teatro “A. Rendano” quest’anno, invece, la serata finale, programmata per il 29 maggio, si svolgerà sul terrazzo coperto dell’“Holiday Inn” con lo scopo di adattare la location al tema innovativo e moderno dell’evento; ospite d’eccezione lo stilista di fama internazionale Tony Ward che delizierà gli spettatori con il defilé di una nota griffe.
Durante la serata finale saranno decretati gli stilisti vincitori che potranno usufruire di una borsa di studio e di stage presso affermate case di moda internazionali.

È ancora aperta, invece, la selezione per i giovani registi che potranno presentare i loro video entro e non oltre le 13,00 del 27 Aprile.
Per questi la serata finale si svolgerà il 28 maggio presso la “Multisala River Village” di Zumpano e il primo classificato riceverà una borsa di studio di 500 euro oltre alla possibilità di effettuare uno stage presso agenzie e case di produzione.
Ricordiamo, tra l’altro, che il concorso dei giovani registi è realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Fata Morgana dell’Università della Calabria con la direzione artistica di Loredana Ciliberto, esercitatore didattico di cinema.
Tutto ciò sarà poi contornato da altri, ma non meno importanti, eventi; in primis il Mod’art open air che garantirà un’eccelsa visibilità agli abiti dei 15 finalisti esposti nelle vetrine più rappresentative dei negozi cosentini; un workshop, che si terrà presso la Casa delle Culture, gratuito e riservato ai registi, agli stilisti, a 18 studenti dell’Istituto Ipsia di Cosenza e a 15 studenti dell’Università della Calabria del corso di Laurea in Comunicazione e Dams; un convegno e due conferenze stampa una delle quali si terrà a Roma presso la Federazione Nazionale Moda.
Bisogna, dunque, fare un plauso e premiare la freschezza dei giovani, il loro talento, la spumeggiante ed incontenibile creatività; ringraziando coloro che ripongono fiducia in loro cedendo il proprio posto.

In bocca al lupo a tutti e che vinca il migliore.

Annabella Muraca

L’invito alla preghiera arriva dalla Malesia

giornata mondiale di preghieraIl gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Cosenza risponde all’invito lanciato dalle donne della Malesia organizzando anche nella città bruzia la Giornata Mondiale di Preghiera, un importante evento ecumenico nato nel secolo scorso che attualmente viene celebrato contestualmente in 270 Paesi.

Una modalità sicuramente originale per celebrare la giornata internazionale della donna, poiché sono proprio le donne il motore propulsore di questa iniziativa, che ricorre annualmente nei primi giorni del mese di marzo.

Un appuntamento che, attraverso la preghiera comunitaria, permette di riflettere sulla realtà e sulle condizioni sociali del paese organizzatore (ogni anno uno diverso) e condividerne bisogni e aspirazioni.

L’incontro di Cosenza, ormai giunto al nono anno di edizione in città, si è tenuto presso la sede dell’associazione Stella Cometa, in via Popilia, con la partecipazione di donne delle Chiese cristiane presenti sul territorio (la Chiesa Evangelica Valdese, la Chiesa Avventista del 7° Giorno, la Chiesa Cattolica Greco-Bizantina) coadiuvate dal gruppo SAE.

Tema centrale della celebrazione di quest’anno “Possa la giustizia prevalere”, declinato non solo da un punto di vista religioso e teologico, ma soprattutto calato nella vita quotidiana del credente e del cittadino: ogni azione può scalfire anche i sistemi più radicati e potenti perché le tante azioni, insieme, hanno un effetto cumulativo. Ricorre spesso la parola “insieme” come rivelatrice della forza che può avere la condivisione e la partecipazione collettiva, il prendere a cuore l’esistenza altrui e procedere vicini lungo il cammino che si intraprende. “Tante fiammelle sono un faro che illumina nel buio, tante voci formano un coro” osserva una delle organizzatrici, sottolineando il parallelismo con l’unità nella preghiera delle diverse confessioni religiose presenti.

Piccoli gesti che si concretizzano attraverso la partecipazione a progetti sociali. I fondi raccolti durante l’iniziativa del 2011sono stati, infatti, destinati alla ricostruzione di case distrutte dal terremoto in Cile (paese organizzatore della precedente edizione della Giornata Mondiale di Preghiera) e alla realizzazione di corsi di formazione per l’indipendenza economica delle donne. Per il 2012 invece è previsto il sostegno a 20 famiglie bisognose nella comunità di Banting, in Malesia, per le necessità primarie e di 40 bambini per la formazione scolastica.

La giustizia non è dunque solo quella espressa dalla legge, ma afferisce alla sfera della verità e delle eque opportunità per tutti. Per i credenti la giustizia non può essere delegata esclusivamente alla misericordia divina, ma deve essere costruita con pazienza attraverso i gesti e le scelte quotidiane.

È quello che dimostra la storia di Irene Fernandez, assistente sociale, che si occupa delle persone oppresse in Malesia e che ha subito procedimenti giudiziari per la pubblicazione di un memorandum sulle disumane condizioni di vita dei lavoratori immigrati nei centri di detenzione.

Ugualmente è quello che dimostrano l’impegno e la passione delle persone che si occupano dei bambini rom che vivono a Cosenza o degli operatori della comunità Arcadinoè, nella figura di Alessandro Scazziota, che lavorano per offrire l’opportunità di raggiungere l’indipendenza economiche a persone con percorsi di vita più fragili.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

L’altra faccia della Fiera di San Giuseppe

fiera inmensaMarzo è per i cosentini il mese della tradizionale Fiera di San Giuseppe, un appuntamento secolare, che si fa risalire ai tempi di Federico II di Svevia, ma che ha ormai perso le sue caratteristiche storiche, assumendo negli anni il volto variegato dei venditori che da ogni parte d’Italia e del mondo si ritrovano nella città bruzia in questo periodo.

Ed è proprio agli ambulati che si rivolge l’attenzione di Fiera InMensa, un’iniziativa che da oltre 10 anni raccoglie decine di associazioni e liberi cittadini di Cosenza e dell’hinterland intorno ai bisogni e alle necessità di quanti arrivano in città per la Fiera, in particolare migranti. Servizi che nel tempo si sono ampliati e diversificati, arrivando oggi ad offrire la mensa serale, il dormitorio, l’internet social point, l’assistenza medica e legale. Attività che vengono puntualmente affiancate dall’animazione nelle serate dal 14 al 19 marzo con intrattenimento culturali e ricreativi.

Cuore pulsante di questa prodigiosa macchina dell’accoglienza è l’area dei Capannoni delle ex officine della Ferrovia della Calabria, tra Viale Mancini e Via Popilia, zona che quest’anno si trova ulteriormente al centro della scena, dopo la decisione dell’amministrazione comunale di trasferire la sede della Fiera dal tradizionale centro storico al centralissimo Viale Mancini.

Un appuntamento che non è solo accoglienza rispetto alla soddisfazione delle esigenze primarie degli ambulanti, ma che soprattutto si concretizza come momento di scambio e di riflessione su numerose tematiche culturali e politiche. Un incontro che è intreccio e condivisione di esperienze.

Per dare avvio all’XI edizione di Fiera InMensa, è stato organizzato un momento di dibattito sul tema “INVISIBILI. Storie di migranti prima e dopo il viaggio dall’Africa Subsahariana attraverso la Primavera Araba”, una presentazione a più voci, a cui hanno preso parte persone provenienti da diverse zone dell’Africa.

L’introduzione di Flavia Aiello, esperta in lingua e cultura swahili, accompagna il pubblico lungo la storia ricca e tormentata del continente africano, una narrazione che ripercorre tappe dolorose di conquista e colonialismo da parte degli europei, ma anche di slanci verso l’indipendenza. Un filo rosso, quello del viaggio, che viene ripreso da tutti gli interventi: Carlos Ake e Fusseini Kpekpassi provengono dal Togo, Parfait Pmembe dal Congo-Brazzaville, Mohamed Ben Soltan dalla Tunisia, Ahmed Berraou dal Marocco. Ciascuno ha un proprio percorso che lo ha portato al di qua delle acque del Mediterrano. Ciascuno è testimone di una storia che è personale, ma anche emblematica della comunità di appartenenza.

L’immigrazione viene analizzata e sfaccettata da molteplici punti vista, così come diversi sono i motivi che spingono tante persone ad abbandonare la propria terra per cercare altrove qualcosa che garantisca maggiori opportunità. Dai racconti emerge un fenomeno che si discosta totalmente dalle immagini con cui ci bombardano i mezzi di comunicazione: su tutto spicca l’esigenza di modificare il nostro immaginario, rivalutando l’identità e la soggettività dei migranti e l’unicità dei percorsi di migrazione.

Ciascuno ha un viaggio da ricordare e da raccontare, un bagaglio di esperienze e di vita da condividere. Un viaggio che non è solo spostamento da un territorio ad un altro, ma diventa contaminazione ed arricchimento, soprattutto se si permette ai migranti della nostra città di uscire dall’invisibilità e approdare al riconoscimento.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Mimose non solo per un giorno

COSENZA – Una sola parola è spesso troppo riduttiva per descrivere le infinite sfumature attraverso le quali si declina un concetto, se poi il concetto in questione è la donna allora il discorso si complica ulteriormente.
Musa, sovversiva, puttana, custode della creazione, sovrana nella distruzione, guerriera capace di combattere senza armi su letali campi minati, eroica mai stanca di lottare per la libera autonomia del proprio corpo, indignata davanti a ogni piccola e grande ingiustizia, fiera nell’amare persino quando diventa pericoloso, ma anche più semplicemente figlia, madre, moglie e potrei continuare ancora e ancora.
Oggi giovedì 8 marzo viene celebrata una festa nata da un’idea socialista che ha poco, o meglio ancora, nulla a che fare con la manifestazione a cui siamo abituati da decenni, conosciuta come la “Giornata Internazionale della Donna”.
Certo da festeggiare c’è ben poco, le donne ancora oggi continuano a essere le principali vittime di stupri, di violenze fisiche e psicologiche, le donne continuano a essere sfruttate da ordini sociali patriarcali piuttosto che economici e politici, le donne continuano a essere sessualmente discriminate nel mondo del lavoro e il più delle volte in modo subdolo e sleale.
Eppure la storia ci insegna che l’altra metà del cielo è abilissima nel nutrire, nell’istruire, nel conquistare senza spade e scudi, contribuendo in maniera decisiva nella crescita economica e nello sviluppo sociale se solo avesse la possibilità di sviluppare totalmente il proprio potenziale produttivo.
Quella dell’8 marzo è nata come una giornata di lotta per non dimenticare i tormenti, i maltrattamenti e i soprusi che tutte le donne del mondo sono state costrette a subire e che ancora oggi continuano ad affliggerle, era questa la sola e unica essenza della Festa delle Donne e non quella di ridursi a uno squallido evento commerciale da consumarsi in un locale piuttosto che in una discoteca.
Qui c’entra poco il femminismo, l’orgoglio di essere donna non passa attraverso la necessità di dimostrare a tutti i costi di essere migliori o più capaci degli uomini, piuttosto lo scopo di questa giornata è quello di fermarsi e riflettettere sull’estenuante fatica nella quale ogni donna quotidianamente si imbatte per ottenere gli stessi diritti e le stesse opportunità del genere maschile e fare in modo che non sia più così.
Donne non arrendetevi mai, continuate a stare in trincea, siate sempre intrepide nel varcare l’invisibile, perchè come diceva Friedrich Nietzsche “tutte le cose veramente grandi, a prima vista sembrano impossibili”.
Dimenticavo, auguri oggi e sempre.

Gaia Santolla

Cittadini liberi contro la ‘ndrangheta

il giorno che non c'èDue marce attraverseranno la Calabria in questi giorni, due cortei di cittadini e associazioni che si ribellano al potere della ‘ndrangheta.

A Lamezia Terme si sfila il 29 febbraio, data appositamente scelta dagli organizzatori per la sua rarità: “Abbiamo pensato che la lotta alla ‘ndrangheta non deve essere una ricorrenza o una celebrazione, ma deve essere costruita e rafforzata attraverso un movimento culturale che riesca a smuovere le coscienze dei cittadini, che convinca la gente per bene, insomma, che la ‘ndrangheta è una grave malattia che va sconfitta facendo così prevalere la libertà e la democrazia. Abbiamo scelto mercoledì 29 febbraio 2012 per affermare la voglia di riscatto di una Città, di una Terra spesso costretta a piegarsi al potere ‘ndranghetista, perché il prossimo anno non esisterà un 29 febbraio, perché così facendo non correremo il rischio che questo evento diventi una ricorrenza da celebrare”. La manifestazione prende il nome de “Il giorno che non c’è”, il giorno in cui ci si può immaginare liberi dalla mafia, il giorno che ci si auspica, ma per il quale ancora bisogna lottare, esporsi, rischiare, far sentire la propria voce e soprattutto il proprio coraggio. Una partita che si gioca ogni giorno non tanto, o non solo, attraverso proclami, ma che si concretizza in scelte quotidiane di legalità e resistenza alla prevaricazione mafiosa.

La manifestazione diventa anche occasione per dimostrare vicinanza alla Comunità Progetto Sud, che proprio nei giorni scorsi è stata vittima dell’ennesimo attentato intimidatorio. Un colpo di pistola infatti è stato esploso contro la finestra della cucina del centro “Dopo di noi”, una delle strutture della Comunità in un edificio confiscato alla cosca Torcasio, in cui sono ospitati disabili per progetti di inserimento sociale e acquisizione di maggiore autonomia.

 

Il 1 marzo invece sono di scena la Locride e il Consorzio Sociale Goel. Un altro pezzo di Calabria fortemente martoriato dallo strapotere mafioso, un altro manipolo di cittadini che non si arrende e non vuole piegare la testa.

L’Alleanza con la Locride e la Calabria è un organismo nato nel 2008 per promuovere ed incentivare “la libertà e la democrazia in Calabria opponendosi alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate tramite la partecipazione attiva e il mutualismo cooperativo ed economico” . Sostenuta da circa 750 enti e più di 3000 persone in tutta Italia, l’Alleanza organizza annualmente la manifestazione del 1 marzo per mantenere viva l’attenzione sui temi della legalità e del contrasto alle mafie.

E dopo Locri, Crotone, Reggio Emilia e Villa San Giovanni, quest’anno la scelta è ricaduta su Caulonia, teatro del recente atto intimidatorio subito dal Gruppo Cooperativo Goel al Ristorante Culturale multietnico in Contrada Carubara, che sarà inaugurato solennemente proprio in questa occasione.

Un filo rosso di onestà e voglia di riscatto, dunque, che ha le mani e il volto di calabresi liberi e coraggiosi. Persone che con il proprio lavoro testimoniano la volontà di rimanere in questa regione e di restituirle la bellezza e la dignità che merita.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

“Taglia le ali alle armi!” contro l’acquisto degli F-35

no f-35“Taglia le ali alle armi!” è una campagna contro l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, attiva in Italia dal 2009. La Rete Italiana per il disarmo, insieme al Tavolo della Pace e a Sbilanciamoci!, documenta da anni la scarsa utilità della spesa sostenuta dal governo italiano per questi aerei d’attacco. Un appello che ha raccolto già migliaia di firme sia on line sia tramite banchetti nelle piazze.

Un tema che è tornato alla ribalta delle cronache in seguito alle più recenti dichiarazione del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, circa la possibile riduzione del numero di esemplari di questi velivoli.

In un periodo di crisi e di richiesta di sacrifici ai cittadini, quale quello che sta attraversando il nostro paese, la spesa prevista da affrontare appare quanto mai eccessiva. Il programma è costato finora 2,7 miliardi di euro e – secondo le stime ufficiali degli organizzatori della campagna – ne costerà almeno altri 10 in caso di acquisto dei 90 velivoli, come dichiarato dallo stesso ministro. Da sottolineare che il prezzo unitario degli elementi si alza proporzionalmente secondo l’azienda produttrice. Senza contare il mantenimento successivo di tali velivoli.

Una scelta che tocca la tasche di tutti i cittadini e quindi richiede una presa di coscienza collettiva ed una mobilitazione decisa. Dal 18 febbraio è possibile raccogliere le firme per sostenere e ribadire questa richiesta anche a Cosenza. Fino ad oggi sono stati più di 200 i cosentini che hanno aderito all’appello, che si sono sentiti toccati in prima persona da questa scelta.

Così l’esperienza si ripete in occasione della giornata di mobilitazione che coinvolge decine di città in tutta la penisola. Due gli appuntamenti che si concentrano sabato 25 febbraio: dalle 10 alle 13 presso i capannoni del Parco Sociale (ex officine ferroviarie FdC) e dalle 17 alle 19 in Piazza XI settembre.

Una campagna che non punta solo il dito verso il governo e le sue scelte ma che, soprattutto, suggerisce alternative. Con la spesa prevista per l’acquisto degli F-35 infatti, secondo gli organizzatori della campagna, si potrebbero realizzare opere di maggiore utilità sociale: la creazione di 4.500 nuovi asili comunali, la messa in sicurezza di 10mila scuole, l’avvio al servizio civile 45mila giovani, la predisposizione di servizi e aiuti a 80mila famiglie che devono assistere disabili o anziani non autosufficienti, la costruzione di 350 nuovi treni. Sono solo esempi che includono le vere emergenze espresse dai cittadini italiani, le reali necessità che essi si trovano ad affrontare quotidianamente.

Una firma che è una richiesta di maggiore attenzione al sociale e agli aspetti della vita di ogni cittadino, un’istanza per una migliore distribuzione delle risorse.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Libera Cosenza presenta Arcangelo Badolati

Arcangelo BadolatiProseguono gli appuntamenti di Libera Cosenza. La rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” ha collezionato una serata di interesse letterario. Presso l’AcquarioBistrot, infatti, ieri, 16 febbraio, è stato presentato “Stragi delitti misteri” il nuovo libro di Arcangelo Badolati. Il volume, edito da Pellegrini nella collana “Mafie” diretta da Antonio Nicaso, raccoglie la cronaca e i retroscena di alcune delle vicende più misteriose degli anni ‘70 e ’80.

Caposervizio del quotidiano “Gazzetta del Sud”, Arcangelo Badolati è una delle penne più conosciute ed apprezzate del giornalismo calabrese. Si occupa principalmente di cronaca, in particolare quella legata ai fenomeni mafiosi e alle devianze criminali della nostra regione, seguendo negli ultimi anni i più importanti processi in questo ambito.

Un lavoro appassionato e certosino che si riversa, come in tutti i suoi libri, anche in quest’ultima opera, in cui affronta con tratti chiari e puntuali avvenimenti come la strage di Ustica o il tentato golpe della ‘ndrangheta, in un continuo altalenare tra il generale ed il particolare, tra la normalità e le distorsioni. È, come dice lo stesso autore, un modo per restituire alla Calabria la centralità che le spetta rispetto a fatti storici del nostro paese che ne hanno condizionato la vita politica e sociale. Se infatti la nostra terra appare periferica sul piano dell’innovazione e dello sviluppo, assume un ruolo fondamentale negli intrecci massonici e mafiosi degli anni della prima repubblica.

Non una semplice cronaca degli eventi, ma un delicato scavo tra gli aspetti nascosti e poco chiari. Un’attenzione che Giancarlo Costabile definisce “da giornalista storico”, perché nella narrazione si ritracciano due elementi fondamentali: la cura e la memoria. La cura verso i lettori e l’accompagnamento graduale nei particolari delle vicende esaminate, la memoria di avvenimenti che hanno condizionato la vita dell’intero paese.

È dalla voce dello stesso Badolati che si ascoltano alcuni episodi del libro. Un intervento appassionato e dirompente che non trascura nomi, date, intrecci. Parole dure non solo nei confronti di personaggi, ma soprattutto verso funzionari ed esponenti dello Stato e delle forze d’ordine che hanno giocato sulla pelle di cittadini ignari per loschi e pericolosi scopi. Il tono si fa acceso e commosso nel ricordo della storia della violenza e dell’assassinio di Roberta Lanzino. Una storia straziante, che conclude il libro, apparentemente distante da tutte le altre narrate, eppure che ancora non ha trovato un vero colpevole e una giusta condanna. La battaglia dei genitori, Franco e Matilde, continua ancora oggi, dopo quasi venticinque anni e la vicinanza di Badolati e di Libera Cosenza si fa sentire anche in questa occasione. È la storia di Roberta, tra le altre, che Lindo Nudo sceglie di leggere alla platea commossa.

L’intervento di Giap Parini, moderatore della serata, nonché membro del coordinamento di Libera Cosenza, pone l’accento sulla perfetta combinazione della presentazione del libro all’interno della rassegna. Una scandalosa normalità che può essere intesa secondo diverse chiavi di lettura: da un lato la scarsa consapevolezza di chi vive con normalità episodi e avvenimenti gravi, senza trovare la necessaria volontà o il coraggio per domandarsene ragione, dall’altro invece chi rintraccia lo scandalo nella quotidianità e non si arrende di fronte ai muri di omertà e complicità. Il lavoro di Badolati squarcia un velo ed apre interrogativi che pendono sulle teste di ciascun cittadino: non ci si può giustificare e nascondere dietro la scusa che si tratta di avvenimenti distanti e fuori dalla portata della persona comune, perché purtroppo la vita spezzata di coloro che sono morti nella strage di Ustica o della Freccia del Sud ci riporta prepotentemente in primo piano l’importanza della verità.

Verità che è affidata in parte anche ai mezzi di informazione. Non è un caso che il libro sia stato dedicato a Mauro De Mauro “il migliore di noi”.

 

Mariacristiana Guglielmelli

La Calabria s’illumina di meno?

M'illumino di menoArriva all’ottava edizione la campagna radiofonica “M’Illumino di Meno”, lanciata dal programma Caterpillar su Radio2.

Un’iniziativa che ogni anno, in questo periodo, raccoglie diverse voci sul territorio nazionale intorno al tema del risparmio energetico. L’invito dei conduttori è di concentrare in un’intera giornata tutte le azioni virtuose di razionalizzazione dei consumi. Chiunque può partecipare, come singolo cittadino o come gruppo, sperimentando le buone pratiche che lo stesso programma suggerisce: riduzione degli sprechi, produzione di energia pulita, mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi) e riduzione dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco di cibo). I buoni esempi di consumo sostenibile nella vita quotidiana degli ascoltatori vengono raccontanti poi nelle due fasce di programmazione mattutina e pomeridiana. Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno un invito speciale è rivolto ai sindaci, affinché siano amplificatori del messaggio nei confronti delle comunità che amministrano. Un circolo virtuoso che coinvolge i cittadini come ambasciatori presso le amministrazioni e queste ultime come cassa di risonanza delle buone pratiche realizzate.

Dal sito che raccoglie le adesioni per l’iniziativa, su un totale di 2666 partecipanti sul territorio nazionale, in Calabria si registrano appena 22 iscrizioni: 7 per la provincia di Cosenza, 6 per quella di Catanzaro e 9 per Reggio Calabria. Varia la composizione degli aderenti: enti locali, istituzioni, scuole, aziende, associazioni e singoli cittadini che decidono per un giorno di dedicare maggiore attenzione al tema dell’energia.

Il sindaco Speranza ha deciso anche quest’anno di partecipare e il Comune di Lamezia Terme provvederà a spegnere per tutta al giornata l’illuminazione del castello normanno svevo monumento simbolo della città, mentre il sindaco ha inviato una lettera aperta e il decalogo dell’iniziativa a tutte le scuole della città per sensibilizzare i più giovani al risparmio energetico. Similmente il Comune di Gerace spegnerà l’illuminazione pubblica in Piazza del Tocco dalle 18 alle 19 e, per tutta la notte, lungo la passeggiata delle Bombarde, visibile dai paesi della costa jonica lungo circa 60 km. Anche qui il sindaco ha inviato una lettera aperta alle scuole e alla cittadinanza tutta. Su questi esempi si colloca la decisione di altri due comuni reggini, Cittanova e Villa San Giovanni, che sottolineano, in questa occasione, la propensione delle rispettive amministrazioni a proseguire sul cammino intrapreso di raccolta differenziata e riduzione degli sprechi nei propri uffici.

Sul fronte delle organizzazioni private si segnalano invece le lodevoli iniziative della Bcc Mediocrati di Rende, della scuola secondaria di I grado di Scigliano e della scuola primaria di Bianchi, della Inunclick di Palmi, della Meeting service di Lamezia Terme e dell’associazione culturale Speriment di Simeri Crichi. Singolare l’idea della Greenenergy Spa di Caraffa di Catanzaro che spegnerà l’insegna del proprio stabilimento come segnale visibile di partecipazione e l’associazione be equal, idee in movimento di Cosenza che festeggerà al buio il compleanno di una socia.

Una partecipazione che si auspica non si limiti alla giornata di oggi, ma che sia l’avvio di un importante processo culturale nella direzione della sostenibilità ambientale ed energetica, in regione come la nostra ancora poco attenta a questi temi, ma potenzialmente ricca di opportunità sia dal lato della ricerca e dell’innovazione, sia per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse alternative di produzione energetica.

 

Mariacristiana Guglielmelli

E come…. Eleganza

14 FEBB 2012 – “L’eleganza non è acqua”. I nostri proverbi colgono sempre nel segno e ancora una volta possiamo servirci di un detto retorico per descrivere una serata meravigliosa e piena di colpi di scena.
Questa è la lezione che ieri sera ci ha lasciato il corpo di ballo del Rostov State Opera Ballet che con eccelsa professionalità ha messo in scena “Il Lago dei Cigni” presso il cine-teatro Garden.
Il Rostov State Opera Ballet nasce nel 1999 periodo in cui viene istituita un’orchestra di 100 elementi, una compagnia d’opera, un coro e un centro di formazione per la danza.
Solo nell’anno successivo avviene la formazione del corpo di ballo inizialmente composto da 30 membri mentre oggi il numero degli artisti è salito ad oltre 60.
Il primo balletto messo in scena dalla compagnia è stato Giselle; attualmente il repertorio artistico include anche Lo Schiaccianoci, Il Bolero, Romeo e Giuletta, Le Corsaire, Notte di Valpurga e tanti altri.
A questi ultimi va affiancato anche “Il Lago dei Cigni” danzato su musiche di Piotr Ilich Chaikovskij, con coreografie di Elena Ivanova che, a parte piccole innovazioni, è rimasta fedele alla coreografia originale realizzata da Marius Petipa, ballerino e coreografo francese.
Questo balletto si inserisce nel filone del tardo romanticismo che si sviluppò soprattutto in Russia ed è evidente l’imponente influsso di Wagner e Schopenhauer visto che le tematiche trattate sono quelle dell’amore e della rinuncia.

Il Lago dei Cigni è stato messo in scena per la prima volta al Bolshoi di Mosca nel 1877 ma non ebbe molto successo, oggi, invece, è il balletto più apprezzato perché vi troviamo interpretazioni opposte; dalla delicatezza e leggiadria del cigno bianco alla potenza violenta e cruda del cigno nero.
Tra i solisti della Compagnia bisogna assolutamente annoverare Nelya Alimova e Andrey Ryabov, vincitori di numerosi concorsi internazionali, Oleg Korzenkov, Laura Ormigon e Oscar Torrado, solisti del Balletto Nazionale di Cuba e, infine, Natalya Somova vincitrice di molti premi internazionali e Viktor Dick.
Perfetti, è l’unico aggettivo che può descrivere i ballerini professionisti che ieri hanno calcato il palco del Garden; dotati di una tecnica impeccabile, di indubbie doti fisiche ed elevate capacità interpretative.
Grandi salti, pirouette, fouettè hanno estasiato gli spettatori per la durata di tutto lo spettacolo che è ben riuscito nonostante il palco ristretto e costrittivo.
A differenza de “La Bella Addormentata”, messa in scena qualche mese fa da un’altra compagnia, questa volta nella coreografia non ci sono stati cambiamenti nonostante lo spazio ridotto, i ballerini non hanno rinunciato all’esecuzione di virtuosismi, sono stati altamente professionali; i loro volti apparivano sereni, divertiti, rilassati come se la danza fosse la cosa più naturale del mondo, naturale come il respirare.

Intense le parti corali; musicali e coordinati i ballerini che hanno danzato all’unisono, sul palco si intravedevano tante persone che, però, danzavano come se fosse una sola.
Bellissimi i vestiti di scena, veli fluenti, piume, vestiti regali, pailletes e lustrini hanno illuminato l’intera sala.Intriganti e cervellotiche le coreografie; scambi, incroci, cerchi e triangoli hanno portato il pubblico, purtroppo scarno, in estasi.
Ancora una volta la danza con la sola forza del linguaggio del corpo è riuscita a toccare e a riscaldare, visto la neve incombente, l’animo degli spettatori.

Annabella Muraca