Cosenza, pagelle di metà stagione.

Quando si arriva a metà di un percorso, bisogna necessariamente tirare le somme di quanto sino a quel momento operato. Per il Cosenza si può indubbiamente parlare di una media stagione fortemente al di sopra delle aspettative, un primo posto conservato praticamente da ottobre, tra alti e bassi, e ceduto solo nell’ultima sfida del girone di andata. Tempo di bilanci, dunque, ma anche individuali. Ecco perché è giunto il momento delle pagelle di metà stagione. Tenetevi pronti, si parte.

Frattali voto 9: indubbiamente il migliore di questa prima metà di stagione. Decisivo sin dalle prime battute del campionato, ha dimostrato riflessi sorprendenti ed una grande tranquillità nell’amministrare il reparto difensivo. Un professionista serio ed indubbiamente miglior numero uno della categoria. Il colpo di mercato migliore di Ciccio Marino.

Bigoni voto 8: criticato dopo le prime due uscite, ha iniziato ad inanellare una serie di prestazioni positive che hanno conosciuto il culmine nel mese in cui, passato Cappellacci al 4 – 3 – 3, il trottolino ha svestito i panni del terzino per indossare quelli della mezzala. Con l’innesto di Criaco nel cerchio di mezzeria ed il suo arretramento nelle posizioni che più gli competono, ha comunque mantenuto una costanza di rendimento non comune per un giocatore di questa categoria.

Mannini voto 6,5: con il collega Palazzi hanno avuto un rendimento altalenante e complementare: negativo nella prima parte di stagione lui, positivo il sammarinese; viceversa dalla partita interna contro il Chieti in poi, dalla quale il terzino senese classe ’92 ha iniziato a macinare il giusto numero di chilometri ed a mettere dentro cross interessanti. Oggi è lui la certezza a sinistra.

Palazzi voto 6,5: vedi sopra, null’altro da aggiungere. L’uomo che marcò Rooney in quel di Wembley, oggi deve vedersela con giocatori di caratura inferiore. Certo è che ci si aspettava di più, ma dalla sua ha la scusante di essere centrale e non terzino. Spostato in mezzo, a Poggibonsi, ha fatto vedere cose egregie.

Guidi voto 7: di fianco a Pepe era l’ombra del difensore esperto ammirato nel quinquennio trascorso sotto l’egida ciociara a Frosinone. Vistolo di fianco a Blondett, si capisce che il tutto stava nel dover fare contemporaneamente il proprio lavoro e quello altrui. Ora è il direttore d’orchestra della linea Maginot rossoblù, capace di concedere oltre una rete in due sole occasioni.

Pepe voto 5,5: a Chieti aveva lasciato un ottimo ricordo, cosa che invece non farà qui. Nelle prime uscite sbaglia completamente i tempi di marcatura, sino all’infortunio contro l’Arzanese che lo porta a cedere il posto ad Edoardo Blondett. Da lì, tornerà in campo solo in occasione della squalifica scontata dal doriano proprio contro il Chieti, sua ex squadra.

Blondett voto 8: la più piacevole sorpresa di queste prime diciassette giornate di torneo: sempre preciso, mai fuori tempo, possente ed elegante, incarna il prototipo del difensore perfetto. Altri tempi per quanto concerne lo stile e la signorilità, tempi moderni per la grinta elegante che mette in ogni partita. Edoardo è l’under che dovremo tenere, a costo di sacrifici economici anche molto forti.

Meduri voto 6: il suo inizio era stato decisamente promettente: a Lamezia era stato una spanna sopra gli altri compagni di reparto per ordine, carica e capacità di incontrista. Dall’infortunio di Castagnetti in poi, ci si è trovati di fronte all’ombra del giocatore ammirato fino all’Arzanese: lento, impacciato, goffo. La colpa, certo, non è la sua: non si può mettere un Gattuso ad impostare gioco, ma tant’è. Già contro il Teramo ha fatto rivedere giocate degne della primissima parte di stagione, pertanto ci auguriamo il meglio per l’anno nuovo.

Giordano voto 6,5: anche per lui una prima metà a due facce: incompleto, svogliato, sulle gambe fino a Lamezia, dava l’idea di un “Vorrei, ma non ci riesco”. Dall’infortunio di Castagnetti in poi, complice lo spostamento in regia di Meduri, ha saputo regalare prestazioni ben oltre la sufficienza, sembrando un altro giocatore rispetto a quello “ammirato” fino, più o meno, all’Arzanese. Riscoperto, non potrà che fare bene alla causa dei Lupi.

Criaco voto 7: partito esterno alto nel 4 – 4 – 2 iniziale di Cappellacci, ha patito il cambio di modulo, venendo rintanato in panchina. Chiave di volta, per lui, l’infortunio occorso a Mannini, che ha costretto il Mister ad arretrare nuovamente Bigoni sulla linea difensiva, mettendo così l’ex Aprilia a giostrare palloni nel mezzo del campo, cosa che gli riesce meglio. Prestazioni realmente positive ne hanno fatto un perno importante, del quale difficilmente Cappellacci vorrà disfarsi.

Napolano voto 6: non si può giudicare un calciatore da pochi spiccioli di minuti accumulati. Certo è che la tecnica la ha, e l’ha messa in mostra nei pochi minuti concessi. Un giocatore che fa del tiro da lontano la sua arma migliore, e che con due reti ha contribuito a portare il Cosenza nella posizione di classifica attuale.

Castagnetti voto 6: un voto più sulla fiducia che altro. Manca al campo da circa due mesi, e non si sa quando rientrerà. Per quel poco visto ha una tecnica assolutamente invidiabile, un regista dal piede fatato ma che si ha la sensazione giochi imbrigliato. I suoi lanci, rari ma stupendi, erano al bacio per gli agganci di De Angelis. Peccato, ci servirebbe come il pane.

Alessandro voto 6,5: da top player nella prima parte di stagione a giocatore fortemente ridimensionato nella seconda. Certo, non si può mantenere una costanza di rendimento tale come la sua nel corso di diciassette partite, ma ci si aspettava di più. Invece, dopo la straordinaria prestazione contro l’Aversa Normanna, piano piano ha subito un calo. Oggi sembra un altro, ma la sua incostanza ci da speranza in un 2014 migliore.

Calderini voto 6,5: ostracizzato dal modulo di Cappellacci, è l’uomo delle ultime mezz’ore. Trequartista dal piede fino e dal cervello imprevedibile, compensa un po’ di anarchia tattica con una tecnica fatata. Prima punta non può giocare perché non lo è, ma dietro ha dimostrato di saper fare molto bene. Elio ha la possibilità di riscattarsi, per ora sembra un po’ un’incompiuta: bella da vedere, ma un’incompiuta.

De Angelis voto 7,5: eccolo, l’uomo di categoria richiesto da Cappellacci. Sicuramente il più preparato ad affrontare un campionato del genere, e lo dimostrano i numeri: cinque reti in quattordici incontri e tanto lavoro sporco per la squadra, che aiuta a far salire. Costruisce anche gioco, ed è anche l’uomo capace, lo scorso anno, di formare un tandem inarrestabile con Biancolino, altra vecchia conoscenza della città bruzia, in quel di Avellino, siglando un gol ogni tre partite circa e catapultando gli altri lupi in cadetteria.

Mosciaro voto 6,5: ci si aspettava di più, ma ha fatto vedere spunti di gran classe. L’avremmo visto meglio più vicino alla porta, ma da quando si è spostato alto a sinistra le sue prestazioni sono notevolmente migliorate. Lo spunto per mandare in gol Calderini contro l’Ischia è l’immagine perfetta delle sue capacità. Si è acceso un po’ troppo ad intermittenza, quest’anno, ma non fa nulla. Il capitano è sempre il capitano, l’uomo sul quale è stata rifondata la squadra, e non ci farà pentire della fiducia accordatagli.

Cappellacci voto 8: se il Cosenza si trova lì è merito soprattutto suo. Trapattoniano come pochi, se non nel modulo quantomeno nel difensivismo, ha avuto il pregio di amalgamare giocatori che neanche si conoscevano, rendendo un manipolo di ottimi elementi la squadra più temuta del girone. Tre sconfitte, pochi gol subiti ed un ruolino di marcia invidiabile sono tutti merito suo. Poco importa se il gioco latita: l’essenziale sono i risultati. E quelli, per ora, premiano il Capp, ad un solo punto dalla vetta e con otto lunghezze di vantaggio sull’ultima piazza utile per entrare nel novero della C unica. Buon anno mister, buon anno.

Francesco La Luna

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