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Nascondeva selvaggina, denunciato 49enne

Caccia, Confagricoltura: «Occorre rivitalizzare il ruolo degli ATC»

ZUMPANO (CS) –  Si è svolto ieri a Zumpano il convegno sulla modifica della Legge regionale n. 9/96 (norme di tutela e gestione della fauna selvatica e dell’esercizio venatorio), promosso da Federcaccia Cosenza, Regione Calabria, Confagricoltura Cosenza, C.I.A. Calabria Nord e Coldiretti Cosenza. Ad aprire i lavori Francesco Antonio Greco, Presidente provinciale FIDC, seguito dai saluti dei Commissari degli Ambiti Territoriali di Caccia del territorio cosentino, Fausto D’Elia (ATC CS1), Tullio Capalbo (ATC CS2) e Marcello Canonaco (ATC CS3). Sono intervenuti: Franco Aceto, Presidente provinciale Federazione Coldiretti di Cosenza; Luca Pignataro, Presidente provinciale C.I.A. Calabria Nord; Paola Granata, Presidente provinciale Confagricoltura Cosenza e l’On. Le Mauro D’ Acri, Consigliere regionale Delegato all’Agricoltura. «I problemi che incombono l’attività venatoria sono, prima di tutto, di gestione e come tali vanno affrontati in una ottica diversa da quella fino ad oggi applicata – ha affermato il presidente Granata – non senza tener conto di come il territorio sia un bene prezioso, in quanto risorsa limitata e non rinnovabile, su cui convergono un complesso di istanze e di interessi. Per questo, la gestione delle specie faunistiche diverse, e in particolare degli ungulati, rappresenta oggi un problema tutt’altro che trascurabile, specie per quanto attiene al profilo della loro presenza in aree vocate alle produzioni di pregio. Occorre quindi rivitalizzare in termini positivi il ruolo degli ATC, avviando una gestione del territorio a fini faunistici, volta ad attuare miglioramenti ambientali che coinvolgano gli agricoltori nelle attività – ha continuato Paola Granata –. Come Confagricoltura, già da tempo abbiamo posto il problema alla Regione e alle Istituzioni competenti attraverso proposte per il calendario venatorio regionale, per la rotazione delle squadre autorizzate alla caccia al cinghiale, per il censimento e l’eradicazione della specie nelle aree vocate alle coltivazioni di pregio. Ciò in quanto siamo convinti che solo attraverso un confronto serio e scevro da interessi di parte fra le varie componenti si possa realmente avviare una proficua e fattiva gestione della fauna selvatica, che preservi il nostro patrimonio ambientale ed agricolo di qualità».

In auto con fucili da caccia, denunciate due persone

SCALA COELI (CS) – Due persone, entrambe di Scala Coeli, sono state deferite in stato di libertà dai carabinieri della locale stazione per porto abusivo di armi e detenzione abusiva di munizioni. Durante un servizio di pattuglia, i militari li hanno sorpresi a bordo di un’autovettura con due fucili da caccia e relative munizioni. I carabinieri hanno allora esteso il controllo nelle rispettive abitazioni dove sono state rinvenute quasi tremila cartucce, un numero decisamente superiore a quanto consentito dalla legge.

Immagine di repertorio

Oliverio: «A breve approveremo la nuova legge regionale sulla caccia»

RENDE (CS) – Il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ha partecipato, insieme al consigliere regionale delegato alle politiche agricole, Mauro D’Acri, ad un incontro sul tema: “Caccia, Turismo Venatorio, Agricoltura e Biodiversità in Calabria: una coesistenza necessaria, per valorizzare le potenzialità dei territori”. I lavori del convegno, organizzato dalle Associazioni Venatorie attive della provincia di Cosenza presso il “Museo del Presente” di Rende, sono stati introdotti da Andrea Cuzzocrea, presidente Provinciale di Ente Produttori Selvaggina, che ha illustrato le problematiche e le richieste del settore, sottolineando il grande contributo che le associazioni venatorie possono offrire per la difesa e la valorizzazione del patrimonio faunistico della nostra regione.
Nel corso del suo intervento Oliverio ha annunciato che è pronto il nuovo testo di legge regionale che regolamenterà il settore e su cui, subito dopo le elezioni, sarà avviato un confronto serrato e aperto con tutte le associazioni venatorie regionali per la definizione del testo finale della nuova legge sulla caccia che dovrà essere approvata nel più breve tempo possibile. Il presidente della Regione, inoltre, ha parlato del Piano faunistico regionale, che ha definito «uno strumento necessario per la programmazione e il governo delle problematiche inerenti al settore, già all’attenzione della Giunta regionale.
All’interno di questa impostazione -ha aggiunto- bisognerà affrontare il problema del ripopolamento delle specie autoctone che dovrà avvenire non più attraverso l’importazione, ma tramite la riproduzione sul territorio. Due altri problemi, inoltre, che devono essere immediatamente affrontati, riguardano la formazione dei “selecontrollori” e il fenomeno della sovrappopolazione del cinghiale. Un fenomeno, quest’ultimo, molto serio e che sta arrecando notevoli danni ai nostri territori, minacciando l’incolumità dei cittadini e degli automobilisti e l’economia del mondo agricolo. Un fenomeno assai grave, quindi, a cui vogliamo dare una risposta tempestiva e concreta. In questo senso intendiamo accelerare tutte le procedure per predisporre al più presto appositi piani di prelievo, a cui si collega la formazione dei “selecontrollori”. A tal proposito abbiamo già interloquito con i rappresentanti dei parchi nazionali affinchè venga definito al più presto un piano di intervento riguardante le aree protette ricomprese nei parchi. A tale problematica si lega anche quella relativa alla formazione delle guardie venatorie giurate volontarie. Da oltre quindici anni non si effettuano più i relativi corsi di formazione. Anche su questo problema intendiamo investire. Riveste vitale importanza, infine, la costituzione dell’Osservatorio regionale faunistico-venatorio, uno strumento che ci consentirà di governare tutta la problematica regionale, articolata provincia per provincia, e che potrà offrire anche nuove opportunità di lavoro ai nostri giovani. Anche per quanto riguarda le ATC è nostra intenzione procedere, subito dopo la fase di commissariamento, alla regolarizzazione degli organismi, tenendo in considerazione gli orientamenti di tutti i cacciatori. Le ATC sono uno strumento importante, che possono e devono svolgere tutte quelle funzioni che prima venivano svolte dalle Province.
Da parte nostra -ha concluso il presidente Oliverio- c’ è massima disponibilità ad avviare un confronto aperto, condiviso e partecipato, che dovrà servire a mettere a punto e ad attivare, insieme alle associazioni, strategie e strumenti che consentano di regolare al meglio l’attività faunistica nella nostra regione. L’unica bussola che ci guida è di far prevalere gli interessi di tutti».

 

Cacciano con un fucile rubato, due arresti nel Vibonese

DASÀ (VV) – Due cognati pregiudicati di Dasà, Carmelo De Masi e Mimmo Sette, sono stati arrestati dai carabinieri perchè sparavano senza autorizzazione usando un fucile rubato. Dopo alcuni giorni di appostamento, i carabinieri hanno scovato i due mentre erano a caccia. Scoperti, i due hanno tentato di buttare il fucile. Dalle perquisizioni effettuate sono state ritrovate 100 cartucce ed è stato accertato che il fucile era il provento di un furto dello scorso anno. L’arma e le munizioni sono state sequestrate. I due sono stati  condotti agli arresti domiciliari.

A caccia con un solo porto d’armi, due arresti nel Reggino

Mezzi da caccia vietati, due persone denunciate a Bisignano

BISIGNANO (CS) – Caccia a danno dell’ambiente a Bisignano, città della Valle del Crati. I militari della stazione forestale di Acri, nell’ambito di un’attività di controllo del territorio atta a prevenire danni all’ambiente e alla fauna selvatica, hanno rinvenuto mezzi da caccia vietati e denunciato due persone. In particolare, in località “Prebenda”, all’interno di un versante boscato costituito da macchia mediterranea, sono stati ritrovati alcuni cappi in cordina d’acciaio costituiti ad una estremità da una catena in ferro, attorcigliata ad un tronco di albero, e l’altra estremità girata su se stesso così da formare un cerchio con nodo: in tal modo i lacci formavano una trappola per la cattura degli ungulati presenti in zona. I cappi erano posizionati lungo gli usuali passaggi dei cinghiali. Un altro sequestro è stato effettuato sempre nel territorio comunale di Bisignano, questa volta in località “Giardini Duglia”, dove è stata rinvenuta una gabbia-trappola utilizzata per la cattura della fauna selvatica ed in particolare di cinghiali, realizzata in ferro e posizionata all’interno di un uliveto, ancorata e perfettamente funzionante. Gli animali vengono attirati dal cibo posto all’interno della gabbia che si chiude automaticamente una volta che l’animale entra e vi rimane intrappolato. Le indagini hanno portato ad individuare i responsabili della costruzione di questi mezzi di cattura che sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per caccia con mezzi vietati.

Caccia, la denuncia di Legambiente: «Rischio di danni ambientali»

COSENZA – La caccia causerebbe danno ambientali consistenti: questa la denuncia di Legambiente Calabria, la quale ha inviato un esposto alle prefetture di Cosenza e Reggio Calabria, al ministro dell’Ambiente, cui chiede informazioni sui provvedimenti assunti dallo Stato a tutela dell’ambiente. Nello scorso mese di agosto, l’associazione aveva già inviato al governo una richiesta urgente perché fosse posticipata l’apertura della stagione venatoria, sottolineando l’eccezionalità della situazione determinata dall’assenza prolungata di precipitazioni, da temperature sopra la media e da numerosi incendi boschivi in vaste aree del nostro Paese, che hanno messo e mettono fortemente a rischio la conservazione della fauna. Non avendo ricevuto riscontro alcuno, Legambiente ribadisce che l’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato. Infatti, le conseguenze della grave siccità dei mesi  trascorsi e degli eccezionali incendi di vegetazione hanno avuto implicazioni rilevanti su alcune delle fasi biologiche più delicate per la sopravvivenza delle specie selvatiche: la migrazione prenuziale, per l’avifauna, e la riproduzione e lo svezzamento della prole, per tutte le specie. Le condizioni climatiche dell’anno in corso hanno determinato in tutta Italia una situazione accentuata di stress in molti ecosistemi. Gli ultimi nove mesi sono stati i più secchi dal 1800 e da dicembre 2016 ad agosto 2017 è stato registrato un deficit di piogge del 40%, mentre, nel contempo, il mese di agosto ha fatto registrare un’anomalia pari a +2.53°C sopra la media del periodo 1971/2000, risultando così il terzo più caldo dal 1800. Una situazione aggravata ulteriormente da una drammatica espansione del numero degli incendi e della superficie percorsa dal fuoco, con oltre 135.470 ettari devastati in tutta la penisola dall’inizio dell’anno all’11 settembre, di cui 31.300 ettari ricadenti in aree protette afferenti all’Elenco Ufficiale delle Aree Protette, ben 33.384 ettari all’interno delle Zone di Protezione Speciale istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE e 36.929 ettari all’interno dei Siti di Importanza Comunitaria istituiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (dati European Forest Fire Information System – EFFIS, elaborazione Legambiente) intaccando per molti mesi o, nel caso di habitat forestali, per anni, alcuni degli ambienti naturali e degli habitat protetti più preziosi per soddisfare le esigenze essenziali di rifugio, trofiche e riproduttive delle popolazioni di fauna selvatica presenti in Italia.

«Già in condizioni ordinarie –  ha commentato Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria –, per poter essere autorizzata, la caccia ha l’obbligo di essere supportata da dati oggettivi, puntuali e aggiornati. La Regione Calabria l’ha autorizzata senza che sia stato fatto il monitoraggio a scala regionale delle specie cacciabili, né la lettura e l’analisi dei tesserini venatori per valutare l’impatto dei carnieri realizzati. Ciò senza alcuna banca dati regionale regolarmente implementata che supporti scientificamente le autorizzazioni annualmente rilasciate. Senza valutazione di incidenza relativamente ai siti Natura 2000 percorsi dal fuoco nel 2017. A fronte di ciò e delle condizioni di rischio non ordinarie per la conservazione della fauna appena illustrate, Legambiente denuncia quindi che la caccia – il cui obiettivo è l’uccisione diretta di specie di fauna selvatica – rende irrimediabile e concreta la minaccia imminente di danno ambientale».

Tragedia a Morano, uccide per errore il compagno di caccia

MORANO CALABRO (CS) – Drammatico incidente di caccia in contrada Gonea di Morano Calabro. Un quarantenne, uscito con alcuni amici per una battuta di caccia al cinghiale, è stato centrato per errore dai colpi sparati da un compagno. 
L’uomo, che sarebbe stato colpito al viso, è morto istantaneamente. Sull’accaduto indagano i carabinieri. La vittima lascia la moglie, incinta di cinque mesi. 

Caccia Cinghiali, la regione replica a Coldiretti

CATANZARO – Il Dipartimento regionale agricoltura interviene nel merito delle dichiarazione della Coldiretti sui danni causati dalla specie cinghiale, riprese dalla stampa locale. «Occorre evidenziare  – si legge nella nota – che il titolo dello stesso: “La Regione ha gli strumenti per contenere la presenza di cinghiali” è perfettamente appropriato. Infatti, nella Consulta faunistica venatoria regionale, in cui la Coldiretti è presente, sono state trattate nei mesi scorsi tutte le problematiche connesse alla gestione del cinghiale. Tra questi, il Piano di selezione dell’ungulato che, dopo tanti anni, è stato per la prima volta posto in essere dal Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari con interventi di cacciatori “selettori” tesi proprio a limitare danni e pericoli in zone non vocate (agricole) anche a seguito di segnalazioni proprio dell’organizzazione autrice della nota stampa e che si è concluso, con circa 400 abbattimenti, nel decorso mese di luglio. Nel medesimo organo consultivo, coordinato dal Dipartimento regionale, attraverso le Associazioni venatorie, ma anche a mezzo degli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.), i cacciatori delle squadre sono stati sollecitati ad aumentare il prelievo prevedendo, nel calendario venatorio 2017/2018 approvato dalla Giunta regionale, un aumento del carniere giornaliero da 12 a 20 capi; è stato predisposto un nuovo disciplinare di caccia al cinghiale; sono stati convocati i rappresentanti dei Parchi sollecitandoli ad adottare propri piani di contenimento nei loro territori di pertinenza; è stato formalmente comunicato che sono all’esame dell’ISPRA i risultati del precedente piano di selezione al fine di pervenire ad un nuovo intervento al quale verrà destinato un numero di Selettori superiore al precedente, per i quali sono in fase di organizzazione dei corsi di formazione che saranno tenuti dagli A.T.C. anche in collaborazione con gli Enti comunali e che, parallelamente al piano di selezione, verrà messo in atto un piano con l’adozione di metodi ecologici su tutto il territorio regionale, previsto dalla normativa, prodromico all’adozione di altri metodi di controllo e contenimento del cinghiale, altrimenti non consentiti».«In merito alla semplificazione delle procedure di risarcimento- prosegue la nota –  gli Ambiti Territoriali di Caccia sono stati invitati a stipulare, dopo le perizie di stima dei danni, appositi concordati da trasferire al Dipartimento per un pronto soddisfo delle spettanze dovute. A tal proposito, gli agricoltori danneggiati, i cui risarcimenti sono stati concordati con gli A.T.C. che hanno provveduto a trasferire la documentazione al settore competente, riceveranno a breve il dovuto».