Tutto questo senza contare il passo indietro di Consuelo Nava – dirigente del Pd reggino – che sembra abbia respinto il pressing arrivato da più settori del partito e quello di Carmela Salazar, docente di Diritto costituzionale e tra i saggi che furono individuati dal governo Letta per le riforme istituzionali, e la defezione in extremis di Maria Francesca Corigliano. Tutti hanno detto NO. Oliverio ha commentato: «Svolta epocale». Davvero una svolta epocale quella del presidente Oliverio che, evidentemente dopo le tante defezioni, si è visto costretto a chiamare a far parte della giunta una personalità di grande spessore come il prof. Viscomi, che stimo molto per le sue capacità e competenze, che lo stesso Oliverio poche settimane addietro aveva nominato direttore generale della Presidenza, e che ora dovrà lasciare il posto ad un altro soggetto da individuare con l’ennesima procedura di evidenza pubblica. Piuttosto c’è da chiedersi perché il prof. Viscomi non è stato sin da subito nominato nella giunta visto che, in vigenza del precedente statuto, vi era spazio per altri due assessori esterni. Se la Calabria non stesse vivendo ore drammatiche di estrema difficoltà, chi scriverà la storia della nostra terra penserà di essersi trovato su scherzi a parte, oppure sarà costretto a certificare che Oliverio non è stato capace di risparmiare ai calabresi l’ennesima brutta figura, così come non ha saputo evitare una sorta di commissariamento di una classe politica di centrosinistra che evidentemente non è ritenuta all’altezza della dignità che questo popolo merita.”
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Calabria terra libera commenta le nomine di Oliverio
CALABRIA TERRA LIBERA – “Ci sia permesso di coltivare qualche dubbio sulla riuscita della nuova Giunta regionale messa su da Mario Oliverio. Non tanto sul profilo delle competenze, visto che è indubbio il background dei designati, quanto piuttosto della rappresentatività, con il Presidente Oliverio che gioca a fare il Presidente Napolitano come ai tempi del Governo Monti. E sappiamo bene come quella fase abbia segnato una periodo non felice per la democrazia italiana, strozzata dal “laissez-faire” al libero gioco del mercato e dal pareggio di bilancio. E ha deluso ancor di più sotto il profilo della rappresentanza “territoriale”, che ricorda i tempi appena trascorsi di Peppe DJ. Proprio Cosenza e i cosentini, che hanno contribuito non poco al trionfo del Governatore lo scorso novembre, sono stati sacrificati sull’altare di un precario equilibrismo della politica, il cui fulcro è il Governo del Presidente. Insomma non solo Oliverio è partito male, quanto pare stia continuando peggio; cosa che, per un politico navigato come lui, fa sorgere più di un legittimo interrogativo. Ci troviamo solo di fronte ad un tentativo – dal dubbio risultato – di riabilitare una compagine di governo regionale affondata sotto il peso della corruttela dei “clan”, secondo quanto sta emergendo dall’inchiesta “Erga omnes”, o c’è una chiave di lettura che va anche oltre la resa a Renzi & co.? Si starà mettendo in atto una strategia che ha ad oggetto Cosenza e le prossime amministrative in aiuto ad Occhiuto? Il tempo ci aiuterà a capire. Certo che, l’immediato futuro che attende Oliverio, non sarà dei più tranquilli, anche a causa dei “mal di pancia” che arrivano dal Consiglio, dove già c’erano già tanti “cani” pronti a fiondarsi sul boccone. È palpabile la delusione di chi ha veicolato in modo non utile consensi verso la sua elezione. Forse non sarà necessario ripescare, tra le possibili soluzioni a questa crisi di credibilità dell’attuale maggioranza regionale, le possibili dimissioni, perché, se questo è il contesto, può darsi che questo Governo regionale, non abbia tutto questo tempo per agire, ammesso che ne abbia l’interesse.”