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Ri-crea lo stemma, successo per la manifestazione del comune di Rende con Calabra (Photogallery)

RENDE (CS) – «Questo lavoro che avete fatto oggi è stupendo. Noi lo vogliamo valorizzare per farlo diventare un patrimonio di ogni singolo quartiere. I vostri lavori non solo saranno esposti nelle varie isole ecologiche dislocate nella città, ma sto pensando anche di poterli inserire nelle indicazioni stradali». Il sindaco di Rende Marcello Manna al Museo del Presente accoglie con queste parole gli alunni degli istituti comprensivi di Rende. Tra questi ci sono i vincitori del concorso ideato dall’Amministrazione Comunale di Rende in collaborazione con Calabra Maceri. “Ri-crea lo stemma”. Questo il nome del concorso che ha visto la produzione di ben 200 lavori che hanno avuto come oggetto la creazione di un vero e proprio simbolo di un quartiere o di una contrada della città di Rende.

Il progetto ha visto il coinvolgimento anche del Rende Calcio

Ben 20 gli stemmi e i lavori scelti dalla commissione tecnica. I premiati salgono in cattedra e davanti al sindaco spiegano come si è arrivati a quel disegno e a dare quel simbolo al proprio quartiere o contrada. Ogni lavoro è stato accompagnato da un calciatore del Rende. Presente in prima fila, infatti,  tutti i calciatori del Rende Calcio con l’allenatore Bruno Trocini e il presidente Fabio Coscarella. Nel discorso di appartenenza alla città non poteva non rientrare una squadra di calcio che sta facendo molto bene nel campionato di serie C ed è addirittura avanti al Cosenza con una classifica che fa sognare anche il sindaco Manna che lancia un grido di vittoria: «cari studenti avete qui davanti ai vostri occhi calciatori che possono andare in serie B». 

 

Crolla il controsoffitto nella Sala Consiliare del comune di Catanzaro

CATANZARO – Un crollo si è verificato nella sala consiliare del Comune di Catanzaro. Secondo le prime ricostruzioni a causare il cedimento del controsoffitto sarebbero state alcune infiltrazioni provenienti dal tetto di Palazzo De Nobili. Non si registrano feriti dal momento che il crollo sarebbe avvenuto durante la notte. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che stanno verificando la stabilità della struttura. I danni non sono stati ancora quantificati. (Foto Ansa)

Cosenza, respinto il ricorso di primo grado della Società “Edera”

COSENZA – Il Consiglio di Stato ha accolto le ragioni sostenute dal Comune di Cosenza ed ha accertato in via definitiva la decadenza della Società “Edera s.r.l.” dal diritto di superficie di un terreno comunale destinato alla realizzazione di 16 alloggi di edilizia residenziale agevolata e sul quale vigeva un assoluto divieto di modifica della destinazione d’uso.
Ne ha dato notizia l’Avvocatura di Palazzo dei Bruzi, attraverso l’avv.Agostino Rosselli che ha rappresentato il Comune nel giudizio davanti al Consiglio di Stato.
La sentenza del Consiglio di Stato, la n.350, pronunciata  questa mattina, conclude un lunghissimo procedimento giudiziario risalente alla fine degli anni novanta. In particolare, la Società “Edera”, anziché realizzare, in conformità alla concessione edilizia rilasciatale, un edificio di 4 piani, con 16 alloggi, ne realizzò uno di 6 piani, con 24 alloggi. Il Comune, a suo tempo, adottò, nel 1999, una prima ordinanza di demolizione cui fece seguito il provvedimento di immissione nel possesso di quanto abusivamente realizzato e, una volta disposta la trascrizione nei registri immobiliari,  avviò, portandola ad esecuzione, la demolizione dei piani realizzati abusivamente. Nel 2001 il Tar della Calabria annullò, per vizi formali, i provvedimenti comunali e successivamente la Società “Edera”, siamo nel 2009, cedette l’immobile in locazione all’ASP di Cosenza, per fini diversi da quelli della destinazione d’uso. Nel 2010 il Comune, attraverso un primo provvedimento dirigenziale, dichiarò la decadenza dalla concessione edilizia e, con un secondo provvedimento, di poco successivo al primo, dichiarò l’estinzione del diritto di superficie per decadenza della relativa concessione.

«Il pronunciamento odierno del Consiglio di Stato – ha sottolineato l’Avvocato Agostino Rosselli dell’Avvocatura di Palazzo dei Bruzi – in riforma della sentenza del Tar impugnata dal Comune,  accoglie le ragioni di Palazzo dei Bruzi e respinge il ricorso di primo grado proposto da “Edera” davanti allo stesso Tribunale Amministrativo regionale che nel 2010 lo aveva accolto avverso i provvedimenti dirigenziali del Comune. Pertanto – ha detto ancora Rosselli – il Comune, in conseguenza della decisione odierna, ha acquisito, oltre alla proprietà del terreno, su cui si è pronunciato il Tribunale civile di Cosenza con sentenza n.1188 del 2015, anche la proprietà del fabbricato a suo tempo realizzato dalla Società “Edera” con contributi pubblici a fondo perduto. Il Comune potrà, dunque, utilizzare ora la struttura per scopi di edilizia sociale».

Cosenza, nuova gara per le luminarie. Risponde una ditta dell’Irpinia

COSENZA – Torneranno presto ad accendersi le luminarie natalizie a Cosenza. Dopo la prima gara andata deserta, gli uffici di Palazzo dei Bruzi hanno espletato una nuova procedura negoziata, rimodulando il bando ed invitando a partecipare il più alto numero possibile di aziende specializzate in questo tipo di allestimenti. La pec è stata inviata la mattina del 30 novembre. Le ditte hanno avuto poche ore di tempo per aderire, ma alla fine una avrebbe risposto dalla provincia di Avellino. La nuova determina però non prevedeva luminarie artistiche, ma decorazioni classiche, si ritornerà dunque, gioco-forza, all’antico. In breve tempo adesso sarà necessario procedere con gli adempimenti burocratici, così da consentire all’azienda vincitrice di procedere con i lavori. La richiesta questa volta è stata di fornitura-noleggio, con trasporto a destinazione e montaggio a carico dell’amministrazione. L’importo è pari a 200 mila euro. Previsti 80 elementi per Corso Mazzini, 300 per Piazza Bilotti e poi luminarie da collocare in Via Arabia, Via Alimena, l’ingresso dell’autostrada, Corso Telesio. Commissionata anche una sfera da collocare in una piazza e una statua luminosa da montare su Corso Mazzini.

Assenteismo, nell’Operazione “Fuori dal Comune” coinvolti 11 impiegati

LOCRI (RC) – I carabinieri di Locri, nell’ambito dell’operazione “Fuori dal Comune”, hanno eseguito 11 ordinanze di applicazione di misura cautelare personale causa assenteismo sul posto di lavoro. I provvedimenti sono stati emessi dal GIP su richiesta della Procura della Repubblica di Locri. Gli impiegati pubblici lavorano presso il Comune di Sant’Ilario dello Ionio.

Assenteismo, diversi i reati contestati

Le ordinanze, che consistono nell’obbligo di presentazione presso gli uffici della polizia giudiziaria, sono state emesse dopo l’attività investigativa. I reati contestati ai dipendenti vanno dalla truffa aggravata e continuata, ai danni dell’Ente Pubblico, sino all’attestazione fraudolenta della presenza in servizio. A ciò si aggiunge l’abuso d’ufficio e il peculato. Tra i dipendenti indagati spiccano impiegati con funzioni di responsabilità amministrativo-contabile. Quest’ultimi hanno agevolato, di fatto, il personale assenteista non perseguendo segnalazioni vista l’assenza dei soggetti. Le indagini si sono sviluppate tra il settembre 2016 e gennaio 2017.

Assenze dal posto di lavoro ingiustificate

Una buona fetta del personale comunale, composto in totale da 19 dipendenti, aveva l’abitudine di allontanarsi dal posto di lavoro per svolgere attività prettamente personali. Tra i vari casi di assenteismo quotidiano, che vanno dall’andare a fare la spesa al recarsi presso circoli ricreativi, ne emerge uno in particolare. In diverse occasioni un dipendente era solito utilizzare l’autovettura dell’Ente per recarsi nelle zone limitrofe per fare shopping o commissioni proprie. Da non sottovalutare infine, il comportamento di due dipendenti che, in concorso tra loro, nella qualità di responsabili di area amministrativa e finanziaria, non avviavano il procedimento disciplinare. I due, di conseguenza, non facevano recuperare ore di assenza non giustificata ai dipendenti delle proprie aree.

 

Guccione insiste: «Psc di Cosenza irregolare». Presentato esposto in Procura

COSENZA – Il consigliere regionale Carlo Guccione, consigliere comunale e coordinatore della coalizione “La Grande Cosenza”, ha presentato un esposto-querela alla Procura della Repubblica, illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa, in merito a presunte irregolarità delle procedure di approvazione del nuovo Piano Strutturale Comunale recentemente adottato dall’amministrazione comunale di Cosenza. Secondo Guccione «la delibera di adozione del Piano strutturale, approvata lo scorso 29 giugno, contiene una modifica degli indici di edificabilità territoriali rispetto ai documenti licenziati dalla commissione urbanistica e, precedentemente, dal dipartimento infrastrutture e lavori pubblici della Regione. E’ la prima volta nella mia carriera politica – ha detto l’esponente del Pd- che ricorro alla giustizia. Non capisco come si possa insistere nel dire che c’è un solo Piano. Ce ne sono due: il primo approvato dal Genio civile, il secondo adottato subdolamente con la delibera di giunta in cui vengono cambiate le carte in tavola e vengono spostati milioni di metri cubi». Il legale che ha depositato il ricorso è l’avvocato Gabriella Marini Serra. L’esponente del Pd si era già rivolto al Tar, ma il Tribunale Amministrativo gli aveva dato torto, dichiarando il ricorso inammissibile per difetto di legittimità. 

Cosenza, posizioni divergenti sul nuovo ospedale

COSENZA – Il sindaco Mario Occhiuto ha partecipato alla seduta congiunta delle commissioni consiliari sanità ed urbanistica in cui si è dibattuta la questione relativa alla realizzazione del nuovo ospedale e come quest’opera possa inserirsi nel programma dell’Amministrazione comunale, alla luce dello studio di fattibilità presentato dalla Regione Calabria e della proposta che era stata formulata a suo tempo dal Comune di Cosenza.

Ad avviare i lavori della seduta congiunta, la presidente della commissione sanità Maria Teresa De Marco, affiancata dal vice presidente della commissione urbanistica Alessandra Mauro che ha sostituito il presidente Davide Bruno.

Il sindaco si è detto sorpreso, in apertura di intervento, del fatto che il governatore Oliverio abbia presentato lo studio di fattibilità alla Camera di Commercio prima che fosse completato. Sul fatto che Cosenza debba avere un nuovo ospedale si sono dichiarati tutti d’accordo, a cominciare, ovviamente, dal primo cittadino. «Il diritto alla salute dei cittadini – ha detto il Sindaco – riveste carattere di assoluta priorità». Più di una perplessità Occhiuto ha, invece, avanzato sui criteri da cui è partito lo studio di fattibilità presentato dalla Regione. «Quando si elabora uno studio di fattibilità – ha sottolineato Occhiuto – è di fondamentale importanza partire dal presupposto che nell’area dove deve sorgere la nuova realizzazione, deve esserci la necessaria compatibilità urbanistica, altrimenti lo studio è nullo. Parimenti – ha detto ancora Occhiuto – si devono vedere quali sono i vincoli. Siccome la parte urbanistica in Italia è di competenza comunale, una consultazione preliminare con il Comune andava fatta. Il nostro approccio sistemico al processo di crescita della città – ha detto ancora Mario Occhiuto – è orientato nella direzione di utilizzare l’esistente. Ed è per corroborare questa nostra idea che abbiamo fatto una proposta, peraltro assolutamente gratuita, partita dal presupposto che la collocazione poteva essere quella della collina del Mariano Santo.

Non vogliamo dire che sia la migliore soluzione, ma certo è quella che parte da un approccio giusto, non potendo pensare che si abbandonino porzioni funzionali di territorio. La Regione avrebbe potuto considerare questa scelta, ma non lo ha fatto, preferendo spendere 700 mila euro per lo studio di fattibilità che peraltro ripropone la soluzione che era stata esplicitata in campagna elettorale da Carlo Guccione e che aveva, in qualche modo, anticipato quella dei tecnici». Due i problemi posti dal Sindaco Occhiuto rispetto alla soluzione proposta da Oliverio e dallo studio di fattibilità con la localizzazione del nuovo Ospedale a Vaglio Lise: da una parte l’abbandono della zona a Sud della città, dall’altra l’eventualità che a Via Popilia si creino nuove barriere, «mentre, invece, – ha sottolineato Occhiuto – l’Amministrazione comunale aveva immaginato uno sviluppo di tipo diverso che non può prevedere la creazione di nuove barriere e di una separazione spaziale fisica. Noi invece per via Popilia dobbiamo immaginare – ha precisato il Sindaco Occhiuto – una operazione di connessione urbana che non preveda la creazione di altre periferie». Scetticismo ha poi manifestato il sindaco sulla copertura finanziaria dell’opera, così come si è detto convinto che quella della localizzazione dell’ospedale è una questione agitata perché si è già entrati in clima di campagna elettorale.

A sottolineare la buona fede della proposta del governatore della Calabria, Mario Oliverio, ci ha pensato la consigliera comunale Francesca Cassano che ha lasciato intravedere un’apertura, sostanziata anche dalla proposta di dar vita, contestualmente alla realizzazione del nuovo Ospedale, a quella della Cittadella della Salute, da dedicare alla prevenzione, nella zona a sud della città, per evitarne l’abbandono temuto da Occhiuto. Una richiesta esplicita ai tecnici che hanno redatto lo studio di fattibilità, per venire ad illustrarlo in Comune, è stata rivolta poi, durante la seduta di Commissione – dal consigliere Vincenzo Granata che non ha mandato giù la presentazione dello stesso studio di fattibilità alla Camera di Commercio «perché la Regione non ha tenuto in questo modo in alcuna considerazione né il Consiglio comunale nella sua interezza, né i singoli consiglieri».

Interrogazione di Paolini al sindaco: «La chiesa cosentina paga l’Imu?»

COSENZA – Cinquanta immobili di proprietà della curia vescovile per i quali il consigliere comunale Enzo Paolini, di cui a Palazzo dei Bruzi si sono da tempo perse le tracce, interroga il sindaco per sapere se l’Imu corrisposta è congrua. «Da attestazione ricevuta, in seguito a mia istanza e redatta dal preposto ufficio tributi – si legge nel testo del documento – risulta che l’Arcidiocesi di Cosenza Bisignano ha versato a titolo di IMU nel corso dell’anno 2016 la somma di € 3.352,00; che nello stesso anno e per gli stessi esercizi l’Istituto S. Maria in Aquiro ha versato € 22.988,00 per IMU; che nello stesso anno e per gli stessi esercizi l’Istituto delle Canossiane ha versato € 0 per IMU. Ciò premesso – insiste il consigliere Paolini – chiedo di sapere se gli importi pagati sono coerenti con il carico tributario dovuto dai proprietari degli immobili e, in caso negativo, conoscere quali siano le procedure poste in essere, o che codesto comune dovrà porre in essere, per conseguire eventualmente anche in via coattiva, le somme in credito dell’erario municipale».

L’interrogazione è accompagnata da una nota stampa a firma dei Radicali italiani in cui si sottolinea come Paolini avesse già sollevato il problema nella precedente consiliatura. «L’iniziativa, prettamente politica, ha i suoi riferimenti nell’analoga battaglia che da tempo i radicali conducono a Roma dove i possedimenti immobiliari di Santa Romana Madre Chiesa hanno una consistenza difficilmente quantificabile che ingloba non poche strutture che producono rendita. Si comprende, al riguardo, il compiacente e interessato silenzio delle formazioni politiche presenti in consiglio ma non è una ragione sufficiente perché, con tutto il rispetto dovuto all’istituzione, il problema non venga posto».

Ecco l’elenco degli immobili di proprietà di enti religiosi, segnalati da Enzo Paolini nella interrogazione:

Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano:

  • Corso Telesio N.44 / 46
  • Piazza Parrasio n. 17/18 piano T
  • Corso Telesio n. 40/42 piano T
  • Corso Telesio n. 38 piano T
  • Corso Telesio n. 34/36 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 1
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 1
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 2/3
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T/1/2/3
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano S1
  • Piazza Parrasio n.16 piano S1
  • Via G. Marini Serra n. 44/46 piano T
  • Contrada Falco snc piano T/1
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 5 interno 11
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 5 interno 12
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 7
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 8
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 6 interno 13
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 6 interno 14
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 3 interno 8
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 3
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 4
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 4 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 4 interno 10
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 5
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 6
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 2 interno 5
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 2 interno 6
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 1
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 2
  • Via San Giovanni n. 12 piano 1/2
  • Viale Magna Grecia snc piano S1
  • Viale Magna Grecia snc piano 2 interno 3
  • Via Sicilia piano T scala U
  • Località Falco – Fiego snc piano T
  • Via Piave n. 31 piano T
  • Via Trento n. 55 piano 2
  • Via Cafarone n. 26 piano T
  • Via Cafarone n. 28 piano T
  • Via Cafarone n. 30 piano 1
  • Via Cafarone n. 30 piano 1
  • Via Santa Lucia n. 40 piano T
  • Via Santa Lucia n. 40 piano T
  • Piazza Giacomo Matteotti snc piano T/1
  • Via Alfonso Salfi piano T

Istituti Santa Maria in Aquiro – Isma

  • Viale della Repubblica n. 361

Istituto delle Canossiane

  • Via T. Arnone n. 5

 

Inchiesta sugli appalti a Cosenza, le dichiarazioni di Occhiuto

COSENZA – «Dalla documentazione da me letta, relativa all’operazione sul Comune di Cosenza coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza e condotta dalla Guardia di Finanza, emerge subito che si tratta di un’indagine molto minuziosa che ha portato alla disamina di oltre 5mila determine dirigenziali nonché ad un prolungato lavoro di intercettazioni telefoniche».

Lo dichiara il sindaco Mario Occhiuto dal Canada dove si trova da tre giorni per un impegno istituzionale: «A seguito di tutto ciò – aggiunge Occhiuto in merito alla suddetta inchiesta – si constata che dal minuzioso lavoro svolto dalle forze dell’ordine si ipotizza il reato di abuso d’ufficio per un dirigente del Comune di Cosenza verso il quale è stato emesso un provvedimento interdittivo di funzione. Soltanto per un funzionario di palazzo dei Bruzi, poi, è ipotizzato il reato di corruzione per una vicenda personale relativa a lavori effettuati in un’abitazione privata, situazione tutta da verificare, che sarebbe estranea all’attività del Comune. Attendendo con fiducia l’esito dei procedimenti in corso – afferma ancora il Sindaco – è doveroso ricordare  che, per impulso della mia amministrazione, gli affidamenti diretti sono passati  dall’80% al 37%, con una media nazionale superiore al 70».

Cosenza, per il Pd nuova toponomastica «superficiale»

COSENZA – «Anche nella proposta di toponomastica la giunta Occhiuto dimostra una certa superficialità, quantomeno nell’accostamento di personalità che indicano messaggi diversi e addirittura contraddittori tra loro – E’ quanto si legge in una nota del gruppo consiliare del Pd a Palazzo dei Bruzi – Se la toponomastica, vale a dire dedicare a personalità illustri luoghi della città significa, in buona sostanza, indicare le storie di questi personaggi ad esempio per la cittadinanza, non si comprende come, accanto a proposte condivisibili, alcune avanzate anche da noi, possano trovare posto altre che lo sono assai meno e in palese contraddizione con altre. Se risulta discutibile la decisione di dedicare una strada al Jordanes confermando l’ossessione gota del sindaco per Alarico, davvero non si comprende come si possa proporre l’accostamento di una personalità legata alla storia del nostro territorio come quella di Gustav Brenner, appartenente ad una famiglia di ebrei austriaci sterminata dai nazisti che riesce fortunosamente a scappare e, arrestato in Italia, finisce a Ferramonti decidendo, alla liberazione di restare a Cosenza e aprire la ben nota casa editrice che tanto lustro ha dato alla cultura calabrese, con quella di Giorgio Almirante, personalità della politica nazionale, che nel 1938 firmò il “Manifesto della razza” e collaborò con la rivista “La difesa della razza”. Almirante, come è noto, non ha mai espresso autocritica per queste scelte di gioventù né per quella di avere aderito alla Repubblica di Salò svolgendo per essa funzioni di primo piano e fu colui che firmò l’ordine di fucilazione di tutti i partgiani fatti prigionieri. Come questo possa avvenire a Cosenza, proprio nel momento in cui in Italia ci si accinge a ricordare gli ottant’anni di una delle pagine più tristi della nostra storia, le leggi razziali del 1938, è sintomatico di quella superficialità di cui si parlava prima e dell’assoluta mancanza di senso dell’opportunità, sostituita invece con l’opportunistica volontà di strizzare l’occhio a qualche nostalgico. Tenuto conto che la toponomastica deve riflettere l’identità di una città e indirizzarla positivamente, invitiamo la Giunta ad un supplemento di riflessione su questi temi, anche per evitare di esporre Cosenza a polemiche come quella seguita alla famosa brochure su Himmler».