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Seconda tappa de “I cammini di Gioacchino da Fiore”

CORAZZO – Domenica 11 dicembre 2016 appuntamento con la seconda tappa de “i cammini di Gioacchino da Fiore”. Dopo Canale di Pietrafitta sarà la volta della grande abbazia di Corazzo, sorta lungo il fiume Corace nell’XI secolo ad opera di monaci benedettini. A Corazzo, divenuta abbazia cistercense, Gioacchino vestì l’abito angelico dei monaci, divenendone abate e dove scrisse le opere che lo resero celebre nel suo tempo ed oltre. Nel 1188 Gioacchino lasciò Corazzo e si trasferì prima a Pietralata e successivamente si recò nella “sua” Sila dove diede vita alla nuova congregazione dei florensi. Dopo i due disastrosi terremoti del 1638 e del 1783 il complesso monastico fu ricostruito, ma nel 1808 con l’avvento dei francesi la lunga storia religiosa di Corazzo finì ed ora ci restano solo i ruderi ed un glorioso passato.

Questo il programma della giornata: alle ore 9 raduno dei partecipanti a Cosenza, davanti l’ingresso dell’A3 (lato clinica La Madonnina), in auto si raggiunge Castagna: alle 10 partenza a piedi per Corazzo (3 chilometri); visita guidata ai ruderi (pranzo al sacco). Nel pomeriggio visita alla Bioittica della sorgente sul Corace a Corazzo; allo zoo dell’agriturismo Carmine Mancuso a Carlopoli e a Panettieri passeggiata nel centro storico e all’allestimento del presepe vivente. Per info: Demetrio Guzzardi (347.4829232) o a Mario Greco (334.3350837).

Una Montagna di Pace, un evento per valorizzare il territorio

CARLOPOLI (CZ) – Domenica 26 giugno, presso l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, Carlopoli (CZ), si terrà Una Montagna di Pace, l’evento organizzato da Rivìentu – Coordinamento territoriale delle associazioni del Savuto Reventino, in collaborazione con La Carovana, gruppo territoriale di aiuto ai migranti.

La manifestazione intende raccogliere e attualizzare l’eredità dell’omonimo evento organizzato a partire dal 2004 dal Forum del Reventino di cui fu protagonista Bruno Arcuri. Ponendo l’attenzione, oggi come allora, sulle varie esperienze calabresi dal basso e di cittadinanza attiva, nel corso della giornata attraverso tavoli tematici di lavoro e dibattiti saranno riprese alcune antiche tematiche, quali la difesa dei beni comuni e l’emergenza ambientale della Calabria, alle quali andranno ad aggiungersi l’agricoltura sostenibile, il recupero e il rilancio delle aree interne, l’emergenza migranti e il moltiplicarsi dei centri di accoglienza.

La kermesse si aprirà alle ore 9:00 con un’escursione a cura di Discovering Reventino e Progetto Gedeone, cui seguirà, a partire dalle ore 10:30, un momento assembleare aperto alla cittadinanza per discutere di buone pratiche per lo sviluppo del territorio, cultura, ambiente, musica tradizionale, economia solidale, interazione tra migranti e territorio.

Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, il collettivo di scrittura Manifest, con un’azione performativa in collaborazione con l’Associazione Scenari Visibili, aprirà e chiuderà il dibattito “Perché restare. Prospettive per le aree interne”, al quale interverranno Vito Teti, antropologo presso l’Unical e Mimmo Lucano, sindaco di Riace.

A seguire spazio alla musica. A partire dalle 17:00 si susseguiranno sul palco Onda Kalabra, Suoni Caotici Nomadi Cover Band, I Musicanti del Vento, Sabatum Quartet, L’evoluzione, Folk n’ Roll. Alle esibizioni musicali si alterneranno brevi momenti di riflessione e testimonianza su quanto di buono si è finora realizzato nel panorama dell’accoglienza e dell’integrazione calabrese. Sul palco si alterneranno Valerio Formisani, Enzo Infantino, Ahmed Berraou e i Teatrop con lo spettacolo “I maghi della pioggia”. La serata si chiuderà in compagnia di Rasdò.

Tanti altri momenti, frutto della stessa sensibilità e attaccamento al territorio, scandiranno la giornata: il mercatino del “Gruppo di Acquisto Solidale del Reventino”, “Leggere il Patrimonio” il laboratorio didattico per bambini realizzato da Museum Children Ebook, un angolo di poesia con Tonio Costanzo, musica e danza popolare in compagnia di Felici & Conflenti.

L’eventuale ricavato della giornata verrà destinato ad un progetto sulle tematiche approfondite e portate avanti da Rivìentu nel corso dell’anno appena trascorso che vedrà il coinvolgimento degli Istituti Comprensivi di Bianchi Scigliano e Rogliano, anch’essi partner promotori dell’evento di Corazzo.

Le associazioni ad aver aderito a Rivìentu sono: Fenice Bianca, Discovering Reventino, Conflenti Trekking, Felici & Conflenti, Gas del Reventino, La carovana, Progetto Gedeone, Forum del Reventino, Gruppo Spontaeo Colosimi, Associazione Pedivigliano 200, Centro Culturale Castagna.

Partecipano all’evento: Manifest, Teatrop, Equosud Reggio Calabria, Cotroneinforma, Collettivo Casarossa40, Rublanum, Sos Rosarno, Emergency, Medici senza confini, CalabriaXidomeni, Costanostra, Eco Faggeta Festival, PaxChristi, Fishonlus, Gruppo archeologico Amendolea.

L’Abbazia di Corazzo è cuore pulsante del progetto ‘Gedeone’

CARLOPOLI (CZ) – Abbiamo una storia, tra i nostri monti e le nostre valli, che noi calabresi stentiamo a 1456136_803098066399851_978652025683775004_n  conoscere. Miti, leggende e verità nascoste dietro le pietre di un passato che si mostra ogni giorno innanzi ai nostri occhi, ma che spesso siamo troppo pigri per interessarcene. Capita però che qualcuno si risvegli dal torpore e decida di riappropriarsi di quel patrimonio storico e culturale che altrimenti rimarrebbe seppellito sotto le coltri di un oblio amaro e, senza mezzi termini, inevitabilmente ignorante. Un simile percorso di riscoperta, di disvelamento della storia attraverso concrete attività quotidiane, si sta verificando nel cuore del Reventino, dove regna placida e fiera l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, o quel che ne resta, tra le insenature delle valli di Carlopoli, lungo il fiume Corace. In questi luoghi, incantevoli e maestosi, il Comune di Carlopoli e le Associazioni San Pietro e Paolo e New Day hanno deciso di stringersi 11175009_876294609080196_8517999356057821267_nla mano dando vita al progetto ‘Gedeone’, una realtà nata con il fine di favorire l’inclusione di persone con disabilità psichiche o che vivono situazioni di disagio economico e sociale di vario genere. Con duro lavoro, tenacia e partecipazione, estendendosi ad altri soggetti quali il Centro di salute mentale del Reventino, il progetto ‘Gedeone’ è riuscito a dare una nuova visibilità agli utenti ai quali si è rivolto, dando a questi uomini e a queste donne un diverso punto di partenza. “Il progetto si prefigge la creazione di una ‘Impresa sociale’ che rivesta la duplice funzione: offrire opportunità di inserimento lavorativo a persone che vivono in situazioni di disagio economico-sociale e/o psichico, sperimentando nuovi percorsi lavorativi, in agricoltura forestazione, turismo sociale e valorizzazione beni ambientali. Favorendo attività rivolte a mediare ed attenuare le problematiche relazionali ed emozionali che i soggetti riscontrano quotidianamente nella loro sfera familiare prima ancora che sociale ed a favorire l’incontro e lo scambio di conoscenze reciproche tra gli ospiti e la realtà sociale”, scrivono i responsabili.

 
Cosa c’entra in tutto questo l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo? Ebbene, se il progetto ‘Gedeone’ si pone come obiettivo quello di includere persone con un vissuto difficile sia dal punto di vista mentale che sociale, è apparso subito chiaro che servisse un luogo ove realizzare le attività e i percorsi di compartecipazione, tra i quali l’ortoterapia, il turismo sociale e la tutela dei beni ambientali. Questo luogo è appunto la placida Abbazia arroccata sul fiume Corace, scrigno di storia e di misteri ancora da scoprire. Questo posto suggestivo, segnalato al Fai come Luogo del Cuore, si è quindi trasformato in un’area di integrazione e di riferimento per la collettività dove i soggetti disagiati possono essere davvero i protagonisti, facendo crollare pregiudizi ingiustificati ma tristemente radicati nella società. Inoltre, dove prima i visitatori trovavano l’abbandono e l’incuria, ora, grazie all’intervento dei volontari del progetto ‘Gedeone’, possono g12032011_943447862364870_2729704063034872435_nodere di un’accoglienza densa di scoperte, con visite guidate tra le mura dell’Abbazia e il contatto diretto con l’orto di origano, il primo prodotto concreto degli utenti presentato tra l’altro alla fiera del peperoncino di Diamante. Grazie ai volontari infatti i visitatori più sprovveduti potranno conoscere la storia dell’Abbazia, fondata dai benedettini nel XI secolo e ricostruita successivamente dai cistercensi nel XII secolo, sopravvissuta a ben due terremoti (il primo nel 1638 e il secondo nel 1783) e strettamente legata alla storia di Gioacchino da Fiore che ne divenne abbate. Intorno all’Abbazia la vota agreste del Reventino si sviluppò rigogliosa e attenta alla innovazioni che gli stessi monaci portavano dall’Oriente.

 
Il progetto ‘Gedeone’ dunque, non solo fa ‘rivivere’ uomini e donne con percorsi esistenziali complicati, ma ha riportato alla vita un sito che rischiava di essere dimenticato o relegato a qualche fugace visita di passaggio, senza la consapevolezza della storia di cui è intriso.

 

Daniela Lucia