Archivi tag: cosca

‘ndrangheta, in carcere finiscono 48 persone

CATANZARO – «La cosca Trapasso della ‘ndrangheta controllava i respiri e i battiti di un intero territorio». Così il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha sintetizzato l’importanza dell’operazione “Borderland”, condotta la scorsa notte dalla Squadra mobile del capoluogo calabrese e che ha portato all’arresto di 46 persone tra le quali il vicesindaco di Cropani, Francesco Greco, eletto consigliere con una lista civica e adesso sospeso dalla carica dal Prefetto di Catanzaro Latella. Dalle indagini è emerso, tra l’altro, il condizionamento delle elezioni comunali svoltesi a Cropani nel maggio del 2014, condizionamento, secondo gli investigatori, finalizzato all’acquisizione di appalti e servizi pubblici ottenuta attraverso l’elezione a consigliere comunale di Francesco Greco, poi nominato vicesindaco. Dalle indagini è emerso, tra l’altro, che la cosca Trapasso aveva imposto il controllo totale del territorio, che veniva attuato, oltre che attraverso un’occupazione di tipo “militare”, anche con l’ausilio di una fitta rete di fiancheggiatori e favoreggiatori, appartenenti anche al mondo imprenditoriale ed a quello delle istituzioni. «Gli affiliati – ha spiegato il procuratore Gratteri – intervenivano su tutto, decidendo perfino quante slot machine potevano essere installate in un bar. Non si tratta solo di arricchimento, ma di una vera e propria esternazione del potere. Oggi, grazie a questa operazione, la collettività può sentirsi più libera». Gli inquirenti hanno parlato di «solidi elementi probatori» alla base dell’ordinanza di custodia cautelare, «che ha dimostrato – hanno aggiunto – la caratura mafiosa della famiglia Trapasso». Una cosca che «in questi anni – ha sostenuto il procuratore aggiunto, Vincenzo Luberto – ha schiacciato i cittadini, deciso l’esito delle competizioni elettorali e brutalizzato le attività turistiche della zona». L’altro procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha proseguito: «Le intercettazioni contenute nel fascicolo di questa inchiesta rappresentano una sorta di manuale della ‘ndrangheta. Un contesto criminale in cui un ruolo importante è assunto dal legame tra la cosca e la pubblica amministrazione. Anche per questo già oggi l’ordinanza verrà trasmessa alla Prefettura di Catanzaro per le valutazioni di competenza. Quello che si profila, dunque, come ovvia conseguenza dell’inchiesta “Borderland”, è l’accesso antimafia nel Comune di Cropani per accertare l’eventuale condizionamento da parte della ‘ndrangheta nell’attività dell’ente. Secondo il capo della Squadra mobile, Nino De Santis, la cosca Trapasso avrebbe avuto «la pretesa di sostituirsi allo Stato esigendo il pagamento di imposte. I proprietari degli appartamenti di un villaggio turistico, per esempio, erano costretti a versare una tassa sulla sicurezza». Gli affiliati intervenivano in ogni situazione potesse produrre per loro un tornaconto economico, dalla vendita della bombole per il gas a quella, addirittura, del cocco sulla spiaggia. Gli investigatori hanno citato il caso di un procuratore di calciatori che ha chiesto ed ottenuto l’intervento di alcuni affiliati per minacciare un giovane di colore che chiedeva per le sue prestazioni sportive poche centinaia di euro, facendo crollare il mercato. Il questore di Catanzaro, Giuseppe Racca, ha definito il clan Trapasso «un gruppo pericoloso, alleato con le più importanti consorterie calabresi. E’ la dimostrazione – ha aggiunto – che la provincia di Catanzaro non è esente dal dominio della criminalità organizzata».

‘ndrangheta, maxi sequestro di beni a esponente cosca lametina

LAMEZIA TERME (CZ) – La Finanza di Lamezia ha sequestrato, per poi essere confiscati, beni appartenenti a Pasquale Gullo esponente della criminalità organizzata lametina. Il provvedimento è stato compiuto in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale di Catanzaro su richiesta del Procuratore della Dda Nicola Gratteri. Il sequestro è giunto a compimento di indagini di polizia economico-finanziaria. Tra i beni sequestrati c’è una villa ubicata in città, risultata nella disponibilità concreta di Gullo nonostante fosse formalmente intestata alla moglie e, un’autovettura.Gli accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle hanno dimostrato che i beni sequestrati per la confisca sono di valore sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indiziato. Ciò ha consentito ai finanzieri di fornire alla magistratura un solido quadro indiziario per disporre il sequestro dei cespiti patrimoniali, rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel possesso del soggetto indiziato di appartenere ad una cosca di ‘ndrangheta, il cui valore si attesta in oltre 250.000 euro. Dall’inizio dell’anno, inoltre, la Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha sequestrato patrimoni per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro parte dei quali già soggetti a confisca. (f.c.)

‘ndragheta, sequestrati beni per 740mila euro a presunto affiliato cosca Giampà

CATANZARO – Sono stati sequestrati beni per oltre 740mila euro dalla guardia di finanza di Catanzaro. Il patrimonio sottoposto a sequestro è riconducibile a Franco Trovato, ritenuto affialiato alla cosca di ‘ndragheta Giampà, operante a Lamezia Terme. Il tribunale di Catanzaro ha dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Franco Trovato, destinatario del provvedimento, ha subito una condanna per reati di violazione della legge sulle sostanze stupefacenti e della legge sulle armi, e ha riportato una condanna in primo grado alla pena di 12 anni di reclusione per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa del gruppo di Francesco Giampà, detto il “professore”, oltre al reato per associazione a delinquere dedita a truffe assicurativa.  Le indagini hanno permesso di ricostruire un notevole complesso patrimoniale, costituito da beni immobili, attività commerciali, quote societarie e disponibilità finanziarie, detenute sia direttamente che attraverso prestanome, il cui valore è risultato sproporzionato rispetto alle capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari. Nello specifico il provvedimento ha portato al sequestro di un fabbricato a Nocera Terinese; 8 fabbricati a Lamezia Terme, quote di partecipazione su tre attività economiche, quote di proprietà su 6 terreni, rapporti bancari e finanziari. Il tutto per un valore complessivo pari a 744mila euro.

‘ndrangheta, sequestrati beni per 33 milioni a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria e il nucleo speciale polizia valutaria stanno eseguendo nella provincia reggina un provvedimento con il quale è stata disposta, nei confronti di soggetti ritenuti contigui alla cosca di ‘ndrangheta Labate, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di circa 33 milioni di euro, costituiti da 6 imprese, 97 immobili, 6 autoveicoli e diversi rapporti finanziari e assicurativi. L’esistenza e l’operatività della cosca Labate nella zona sud di Reggio Calabria e, in particolare, nei quartieri Gebbione e Sbarre, è stata più volte accertata dagli investigatori con più di una pronuncia già passata in giudicato. Secondo gli investigatori l’organizzazione criminale aveva il controllo assoluto della gestione delle attività economiche, con particolare riferimento al settore del commercio della carne, oltre che a quello dell’edilizia e del movimento terra. A seguito di una mirata attività di indagine e di analisi economico-finanziarie, gli uomini della Guardia di Finanza hanno accertato che tutti gli investimenti dei soggetti colpiti dal provvedimento e dei componenti dei loro nuclei familiari sono stati effettuati con denaro di provenienza delittuosa in quanto derivante da attività imprenditoriale svolta secondo modalità mafiose. Infatti, secondo quanto scoperto dalla Gdf, il potere mafioso della cosca Labate veniva sfruttato per sbaragliare la concorrenza, per imporsi sul mercato, per procurarsi clienti, con totale alterazione delle regole della concorrenza, finendo per operare nella zona di competenza in posizione sostanzialmente monopolistica. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 al comando provinciale della Guardia di Finanza.

‘ndrangheta, confiscati beni per 36 milioni. Sigilli anche per un hotel di Roma

REGGIO CALABRIA – Gli agenti dei centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria e della Polizia di Reggio Calabria e Palmi stanno eseguendo un provvedimento di confisca di beni per circa 36 milioni di euro, già sottoposti a sequestro nel 2013, nei confronti di due noti imprenditori di Palmi. Tra i beni anche un prestigioso hotel in uno dei quartieri più esclusivi della Capitale. L’ingente confisca è stata disposta dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, a seguito di due complesse e convergenti attività di indagine condotte dai centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, dal commissariato di Palmi e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari per dimostrare l’esistenza di rapporti tra i due imprenditori e la cosca Gallico. Maggiori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa, presieduta dal procuratore della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che si terrà oggi alle 11 negli uffici della Dda di Reggio Calabria.

Klaus Davi sotto casa dei Tegano. In rete il video documentario

MILANO – E’ in rete il video documentario realizzato da Klaus Davi nel quartiere Gallico di Reggio Calabria, davanti l’abitazione di Eddy Branca, detenuto di ‘ndrangheta al 41 bis, ritenuto organico alla cosca dei Tegano e scarcerato per decorrenza dei termini. Il noto massmediologo aveva preannunciato la diffusione del filmato al microfono di Salvatore Bruno, nel corso del Sound Café, la rassegna stampa in onda sulle frequenze di Radio Sound in collaborazione con Ottoetrenta.it

33 fermi nella cosca che gestiva traffico di droga da sud a nord

COSENZA  – Dopo le indagini condotte dal Goa di Catanzaro e di Brescia, la Guardia di finanza, ha eseguito 33 provvedimenti di fermo, emessi dalla Dda di Catanzaro, contro gli elementi della cosca ‘degli zingari’ di Cassano allo Jonio, accusati di avere gestito un vasto traffico di droga, con diramazioni anche nel nord Italia.

Cosca Ascone di Rosarno: accusate 18 persone

REGGIO CALABRIA – Roberto di Palma, il Pm della Dda Reggio Calabria, ha richiesto durante il processo con rito abbreviato per 18 persone pene da cinque anni e mezzo a sedici. La loro accusa è quella di appartenere alla cosca della ‘ndrangheta degli Ascone di Rosarno. Le accuse contestate sono molteplici, da associazione mafiosa a possesso illegale di armi. Compaiono tra i titoli di reato anche possedimenti illegalmente intestati, ricettazione, riciclaggio e complicità con latitanti.

Deteneva Arsenale, Arrestato Armiere Cosca

CATANZARO – E’ stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di  Vincenzo Torcasio, 52 anni, di Lamezia Terme, detto “U Niuru”, dalla squadra mobile di Catanzaro per detenzione di armi da sparo, anche da guerra.

Torcasio, già detenuto dallo scorso luglio, avrebbe tenuto una ventina di kalashnikov e più di 20 pistole contemporaneamente anche per l’uso da cosche vibonesi in rapporti con i Giampà.