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‘Ndrangheta, sequestro di beni alla cosca Scalise

LAMEZIA TERME (CZ) – Beni per circa un milione duecentomila euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme a Pino e Luciano Scalise e a quattro eredi di Daniele Scalise, ritenuti appartenenti all’omonima cosca di ‘ndrangheta di Decollatura.

I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo.

I destinatari, secondo gli inquirenti, si contrappongono alla cosca Mezzatesta nella cosiddetta faida di Decollatura scoppiata di fatto con il duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, proseguita con quelli di Daniele Scalise e Luigi e Aiello e culminata con gli omicidi dell’avvocato Francesco Pagliuso e poi di Gregorio Mezzatesta. Il tutto nel contesto svelato dall’operazione “Reventinum”.

  La misura adottata oggi riguarda 9 fabbricati, 11 veicoli e sei terreni. E’ stato dimostrato dai finanzieri che il valore dei beni è sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e al tenore di vita degli interessati.

Fonte Ansa

Agguato contro armiere cosca, illeso

VIBO VALENTIA – Un vero e proprio assalto da parte di un commando composto da almeno tre persone armate di fucile caricato a pallettoni e di pistola. È quello messo in atto nella tarda serata di ieri a Vibo Valentia contro Dominic Signoretta, di 43 anni, considerato l’armiere della cosca Mancuso della ‘ndrangheta e vicino al boss Pantaleone Mancuso, attualmente detenuto e padre del pentito Emanuele.

Signoretta si é salvato solo perché ha avuto la prontezza di rientrare precipitosamente in casa nel momento in cui ha avvertito i primi spari.

I colpi di arma da fuoco contro di lui si sono infranti contro il muro esterno della casa, lasciando segni profondi.
Dominic Signoretta attualmente si trova, infatti,  agli arresti domiciliari per scontare due condanne per detenzione abusiva di armi e e per traffico di droga.

Sull’agguato hanno avviato indagini i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia.

Inviata un’informativa di reato alla Procura antimafia di Catanzaro.

Colpo alla cosca di Limbadi, Wanda Ferro, «Una primavera di libertà»

CATANZARO – «E’ una primavera di libertà quella che magistratura e forze dell’ordine stanno regalando al territorio vibonese, attraverso un impegno costante, tenace, determinato contro le cosche mafiose».

E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia, che prosegue: «Rivolgo ancora una volta le mie congratulazioni alla Procura distrettuale di Catanzaro diretta  dal dott. Nicola Gratteri e agli investigatori della Questura di Vibo Valentia guidata dal questore Andrea Grassi per la nuova straordinaria operazione di polizia giudiziaria, nome in codice ‘Errore fatale’, che ha colpito la cosca Mancuso di Limbadi, consentendo di arrestare i vertici della cosca, di fare luce su alcuni delitti e di fare emergere le dinamiche criminali all’interno del sodalizio. A pochi giorni dall’operazione ‘Rimpiazzo’, che ha consentito di disarticolare la cosca antagonista dei Piscopisani, aver messo a segno un così importante colpo investigativo nei confronti della potente cosca Mancuso consente di evitare che i vuoti di potere criminale lasciati dalla precedente operazione vengano presto riempiti. Un’azione di contrasto straordinariamente efficace, che merita il sostegno di tutte le istituzioni e la fiducia dei calabresi»

Operazione “Errore fatale”, arrestati vertici della cosca Mancuso

VIBO VALENTIA – Decapitati i vertici della cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso, considerato tra i più influenti della criminalità organizzata calabrese. Sono quattro gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato di Vibo Valentia, nell’ambito dell’operazione, denominata “Errore fatale”.

    Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda.
Le quattro persone coinvolte nell’operazione sono ritenute responsabili dell’omicidio di Raffaele Fiamingo, avvenuto a Spilinga (Vibo Valentia) nel luglio del 2003, e del tentato omicidio di Francesco Mancuso.

Quasi 50 uomini della Polizia stanno eseguendo arresti e perquisizioni a Vibo Valentia, Milano e Prato.

Fonte Ansa, immagine di repertorio

‘Ndrangheta, blitz nel reggino, scoperti affiliati cosche Tegano e Condello

REGGIO CALABRIA – Sono sei le persone raggiunte stamane da altrettante misure cautelari emesse dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della DDA. L’operazione denominata “Thalassa”, è partita alle prime ore di questa mattina nel reggino, con un blitz da parte della DIA, Divisione Investigativa Antimafia. Le persone sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver agevolato le cosche di ‘Ndrangheta dei Tegano e dei Condello. Coinvolti anche altri soggetti che operano nel settore dell’edilizia. I particolari dell’operazione saranno resi noti stamane nel corso di una conferenza stampa presieduta dal Procuratore della Repubblica Distrettuale Gaetano Calogero Paci.

 

 

 

Operazione “Barbarossa”, cosca Mancuso ramificata in Piemonte

ASTI – E’ in corso dalle prime ore di questa mattina un maxi blitz che vede coinvolti circa 300 uomini delle forze dell’ordine del comando provinciale di Asti che sta portando all’esecuzione di decine di ordinanze di custodie cautelari. Gli indagati sono accusati – a vario titolo – di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, traffico di armi e droga.

Cosca Mancuso di Limbadi ramificata tra Asti e Cuneo

Gli investigatori ritengono che alla base della presunta organizzazione criminale attiva sia ad Asti che a Torino, vi siano operazioni legate alla cosca calabrese dei Mancuso di Limbadi, ne vibonese. Si sarebbe accertata la costituzione di una “locale” della ‘Ndrangheta ramificate in Piemonte. Nell’ambito del blitz sono state eseguite anche una cinquantina di perquisizioni a carico degli indagati, quasi tutti residenti in Piemonte (tranne uno) e comunque originari della Calabria.

L’operazione, denominata “Barbarossa” è stata condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Asti, con la collaborazione dei colleghi della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta.

Immagine di repertorio

Cosca “Maio”, confiscati beni per oltre un milione di euro

TAURIANOVA (RC) – Beni mobili e immobili per un valore di 1,1 milioni di euro sono stati confiscati a Giuseppe Panuccio, di 87 anni, attualmente agli arresti domiciliari, ritenuto esponente di rilievo della cosca “Maio” di Taurianova. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguito dai carabinieri del Comando provinciale reggino, scaturisce da un’attività di accertamento patrimoniale condotta in conseguenza dell’operazione “Tutto in famiglia” del dicembre 2011. In quella circostanza che portò alla disarticolazione della cosca, Panuccio ed altri 19 furono destinatari di un fermo di indiziato di delitto per associazione mafiosa, usura, danneggiamento e minacce. Panuccio, che sarà sottoposto a sorveglianza speciale e obbligo di residenza, nel 2014 è stato condannato a 12 anni di reclusione. I beni confiscati sono un’azienda agrumicola, 7 terreni, un fabbricato e svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari e polizze assicurative.
(Foto Ansa)

Era il “messaggero” delle cosche, arrestato infermiere in servizio al “Panzera”

REGGIO CALABRIA – Un infermiere in servizio nel carcere “Panzera” di Reggio Calabria è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale in esecuzione di un’ordinanza del gip su richiesta della Dda, per associazione mafiosa e danneggiamento mediante incendio aggravato dal metodo mafioso. Pasquale Manganaro, 51 anni, di Melito Porto Salvo, secondo le indagini svolte dal Nucleo investigativo di Reggio, è ritenuto responsabile di comportamenti illeciti all’interno del carcere in favore di elementi di spicco della cosca Iamonte, egemone a Melito. Per l’accusa, era il “tramite” degli affiliati detenuti con l’esterno. Un’opera di raccordo, la sua, definita “instancabile e selettiva” dagli investigatori e perfezionata nel tempo con un sistema funzionale al passaggio di messaggi da e verso il carcere dove avrebbe anche fatto entrare oggetti personali per detenuti eccellenti, approfittando del minore controllo cui era sottoposto. In un caso avrebbe incendiato una barca come esecutore di direttive altrui.

Maxi sequestro di beni ad imprenditore legato alla cosche

REGGIO CALABRIA – Beni per 5,5 milioni di euro sono stati confiscati da personale della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, che ha agito con il coordinamento della Procura della Repubblica, a Domenico Passalacqua, di 66 anni ritenuto imprenditore di riferimento della cosca Buda-Imerti, egemone nel territorio ricadente nei comuni di Villa San Giovanni, Fiumara di Muro e territori vicini. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e ha riguardato il patrimonio aziendale e personale di Passalacqua.

‘ndrangheta, colpo alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri. Sono 52 i fermi (VIDEO)

LAMEZIA TERME (CZ) – E’ in corso dalle prime luci del­l’alba un’operazione che vede impegnati i militari del comando provinc­iale dei Carabinieri di Catanzaro che stanno eseguendo provvedimenti  di fermo emessi dalla Dda nei confronti di 52 soggetti che vengono considerati affiliati alla cosca di ‘ndrangheta “Cerra-Torcasio-Gualtieri” attiva nella piana di Lamezia Terme, tutti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, posses­so illegale di armi ed esplosivi, estors­ione, danneggiamento aggravato, rapina.

La misura cautelare ha origine da un’indagi­ne del nucleo invest­igativo di Catanzaro e della compagnia di Lamezia Terme ed ha permesso di document­are l’operatività della cosca  con un controllo asfissiante del territorio attraverso attività estors­ive e danneggiamenti nei confronti di imprend­itori e commercianti ed allo spaccio di sostanze stupefacent­i. Le indagini hanno altresì consentito di recuperare e sequestrare importanti quantitativi di armi e droga nonché individuare ed arrestare gli autori di dannegg­iamenti effettuati su ordine dei capi cosca. Tutti i dettagli sar­anno forniti nel cor­so di una conferenza stampa che si terrà alle 11 alla Procura di Catanzaro.