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Matera – Cosenza, le pagelle dei Lupi

Ravaglia voto 7: salva in due occasioni: la prima sull’uno a zero, con una parata spettacolare (mano di richiamo su tiro di Madonia); la seconda su colpo di testa del neoentrato Cuffa, togliendo praticamente il pallone da dentro la porta con un colpo di reni inspiegabile fisicamente: questa la giusta risposta a chi lo riteneva inadeguato per la categoria.

Blondett voto 6,5: concede molto poco e sbaglia praticamente nulla, coprendo la sua fascia e (assoluta novità) sovrapponendosi in più di un’occasione. Inspiegabile il cartellino rosso che gli viene sventolato sotto il naso: se non protesta il capitano, chi può protestare?

Tedeschi voto 7: il solito muro, decisivo in più di un’occasione, come riesca a contenere Albadoro solo lui lo sa: probabilmente questo giocatore è un lusso per la Lega Pro, ma ce lo teniamo stretti stretti.

Magli voto 6,5: vicino a Tedeschi anche l’ex Brescia esprime una certa tranquillità, e non si fa impressionare dalle uscite palla al piede di Iannini, contrastandolo vigorosamente.

Ciancio voto 6: su quella che non è la sua fascia non si può chiedere chissà cosa, ma anche lui oggi fa il suo compito in maniera ordinata e pulita. Peccato per l’autogol che ne cala la valutazione.

Criaco voto 7: a parte la corsa (oggi a dire il vero leggermente inferiore alle altre volte) oggi trova anche due assist, entrambi per Cori, che finalmente si sblocca. Credo di aver finito gli aggettivi per il trottolino di Reggio, trovateli voi.

Corsi voto 6,5: è il solito gladiatore in mezzo al campo: insaltabile, instancabile, ed oggi neanche tanto male coi piedi. Si becca un giallo per proteste quando Calderini resta a terra ed il Matera pareggia, da’ il via all’azione del raddoppio, stringe il centrocampo lucano in una morsa dalla quale non ci si divincola.

Fornito voto 6: molto positiva la prestazione del furetto di Trebisacce, il quale sfiora (per la terza domenica di fila) la prima marcatura in campionato con un tiro abbastanza difficile da controllare che però si spegne sul fondo. Il rosso con cui viene punito per il fallo di mano è un peccato di gioventù, anche se l’arbitro era in totale stato confusionale.

Alessandro voto 6: forse il meno incisivo di quelli davanti, deve come al solito fare doppio lavoro. Si sacrifica molto in fase difensiva, e pertanto manca di lucidità davanti la porta, come quando dimentica il pallone nell’azione dello 0 – 2. Ma ormai lo conosciamo, è fatto così e sinceramente non ci dispiace. Cappellacci lo toglie per inserire Zanini, s.v.: fa quello che deve fare, e vorremmo vederlo più spesso sul rettangolo verde.

Calderini voto 7,5: man of the match, insieme a Cori, forse più di Cori. I suoi break sono la fortuna delle farmacie di Matera, nelle quali stasera i vari Daiello e Di Noia si recheranno per chiedere scorte semestrali di medicinali per l’emicrania. Riesce a spaccare la partita in almeno tre/quattro occasioni: tutto nasce dalle sue incursioni, compresa la prima segnatura. In una parola, immarcabile. Deve uscire per affaticamento, e lo rileva Caccetta, voto 6: gioca venti minuti di sostanza ed esperienza, ramazzando palloni lontano dall’area e coadiuvando Corsi nel compito di mediano.

Cori voto 7,5: chi non sa cosa voglia dire un “attaccante boa” ha sempre e solo criticato il centravanti proveniente dal Venezia, che oggi risponde con una doppietta imperiosa e, sinceramente, anche di pregevole fattura, specie per quanto concerne l’uno a zero. Ha il merito di chiudere la partita nel momento più delicato dei 90′. Al 40′ st ne prende il posto Mosciaro, s.v.: sbaglia un gol assurdo e prova ad inventarne uno impossibile. Risultato: nullo.

Cappellacci voto 7: la sua arma è il contropiede, e queste sono le partite delle sue squadre. Tre gol a Matera, contro una squadra che punta alla promozione, sono una stella al merito dei ragazzi ma anche di chi, in barba alle critiche, ha messo in cascina la prima vittoria della stagione.

Francesco La Luna

Con il Catanzaro festa dello sport

Mario Occhiuto con la maglia del centenario del Cosenza calcio

COSENZA- “Mi complimento con il presidente del Cosenza Calcio, Eugenio Guarascio, per essere entrato a far parte del Consiglio direttivo della Lega Pro – dichiara Mario Occhiuto – e spero che questa nomina lo stimoli a fare sempre meglio. Approfitto della circostanza – prosegue Occhiuto – per augurare a tutti tifosi una domenica all’insegna del sano divertimento”. Il derby Cosenza-Catanzaro che sarà disputato appunto il prossimo 28 settembre, dovrà caratterizzarsi come una grande festa dello sport, evidenziando così lo spirito di apertura che tradizionalmente appartiene ai cosentini. “Che domini dunque il buon senso e – conclude Occhiuto – sempre forza lupi”.

Casertana – Cosenza, le pagelle dei Lupi

Saracco voto 5,5: non ci sarebbe motivo di negargli la sufficienza: incolpevole sul gol, si fa trovare preparato sui calci piazzati e sulle uscite nella propria area. Quando si tratta, però, di andare fuori dai sedici metri per anticipare un avversario, a dispetto dei suoi 194 cm non ne becca una, e deve ringraziare Ciancio se non finisce nuovamente sul banco degli imputati. Ma per il resto fa la sua onesta partita.

Ciancio voto 6: finalmente lo si vede correre. Sovrappone ed interrompe azioni avversarie che potrebbero essere pericolose, riuscendo anche a triangolare con Calderini quando capita. Purtroppo il collega di fascia non è in serata (capita, per uno che le gioca tutte al 100%) e quindi lui si trova spaesato.

Magli voto 5,5: con Tedeschi di fianco è un’altra storia, ma non dimostra tanta sicurezza l’ex Brescia, che sbaglia il fuorigioco da cui poi scaturisce la brutta uscita a vuoto di Saracco. Certo meglio rispetto alle ultime due (ma anche tre) uscite, ma non ancora sufficiente. Le amnesie non sono giustificabili in questa categoria.

Tedeschi voto 6: invocato a gran voce, l’ex Crotone finalmente scende in campo, dimostrando tutta l’esperienza che deve avere un difensore per una categoria tosta come la Lega Pro Unica di quest’anno. Ci va di ramazza quando serve e, di riffa o di raffa, sbaglia poco o nulla, prendendosi così una sufficienza.

Blondett voto 4: mio Dio, ma che gli è successo? Ma è una controfigura? Non si capisce come un giocatore che l’anno scorso ha fatto stropicciare gli occhi al San Vito riesca a crollare così tanto, e psicologicamente e tecnicamente. Anche da terzino la scorsa stagione era stato preciso, pulito ed ordinato: stasera sbaglia tutto ciò che può sbagliare, come da tre partite a questa parte.

Corsi voto 4,5: non ha mai lesinato impegno, ma stasera (sarà anche il fatto che è alla quinta partita consecutiva) non regge l’urto del centrocampo campano e viene travolto: se le pecche tecniche erano sempre compensate da una grinta innaturale, l’ex Aprilia oggi non ha potuto nulla, e finisce anch’egli sotto la gogna mediatica.

Arrigoni voto 4,5: il paragone sarà azzardato, ma la sensazione è quella di un dejà vu: ricordate Castagnetti, che l’anno scorso era costretto a giocare imbrigliato dalle volontà del Capp, che voleva un gioco avvolgente, palla a terra, e non lanci lunghi o verticalizzazioni? Ecco, sembra di rivedere lo stesso film: con la differenza che il finale dev’essere diverso, perché se l’ex rossoblu’ ora è titolare fisso a Carrara e l’attuale mediano è stato per anni colonna del Pavia, allora la colpa non è da imputare a loro due, ma ad altri.

Fornito voto 6: alla prima occasione data il giovane di belle speranze proveniente dalla primavera del Napoli non delude le aspettative e mette in campo cuore, grinta e soprattutto un bel piede col quale, in barba – è il caso di dirlo – alle indicazioni del Mister sciorina un paio di belle sciabolate, per dirla alla Piccinini. Si avvicina anche al pareggio con una punizione deviata dalla barriera che termina di un mezzo metro a lato del palo destro di Fumagalli. Cappellacci lo fa uscire concedendo dieci minuti a Criaco, ovviamente senza voto.

Calderini voto 4,5: se uno gioca 450′ sempre al massimo e spesso da vox clamans in deserto (è lungo, altrimenti come soprannome andrebbe bene), è normale che poi una la giochi male. Certo, anche con la Lupa Roma non aveva brillato, ma stasera è un gradino sotto, segno che non può caricarsi la squadra sulle spalle, e soprattutto segno che solo non può inventarsi una partita come fatto col Foggia. Resta sempre uno degli ultimi a mollare.

Cori voto 5: quello che non si capisce è il perché Cappellacci l’abbia fortemente voluto se poi vieta ad Arrigoni, piedino fatato, di imbeccarlo. Fa un passo avanti (più di un passo) rispetto agli imbarazzanti minuti contro la Lupa Roma, lottando con foga su tutti i palloni che arrivano dalle sue parti. Ma se le ali non sono in serata per lui non c’è molto da fare. Lo rileva Mosciaro, s.v.: gioca poco e viene fermato due volte in posizione irregolare – dubbia.

Alessandro voto 4: l’involuzione di Blondett è davvero nulla se pensiamo a quella dell’argentino. RoadRunner, che l’anno scorso ha fatto impazzire le difese avversarie, oggi viene irriso dalle stesse. Non è comprensibile che un giocatore possa sentire così tanto il cambio di categoria, e speriamo sinceramente che la svolta arrivi presto, perché Tortolano scalpita. Ah, a proposito: Tortolano s.v.: ma perché non gioca dall’inizio? Perché?

Cappellacci voto 3: speriamo non si appigli alla scusa del calcio d’angolo non battuto perché proprio non regge. Il Cosenza non gioca a calcio dalla vittoria nel derby con la Vigor della scorsa stagione (3 – 0, De Angelis, De Angelis, Calderini). L’assenza di De Angelis pesa? Si, ovvio, ma se sei un allenatore devi saper fare anche le nozze coi fichi secchi e mettere in campo la formazione al netto degli infortuni (peraltro preventivati). Le critiche che stanno piovendo sono ingrate? Probabile, ma il giornalismo è un lavoro sporco, e qualcuno deve pur farlo. Per ora, orecchie da asino e Mister dietro la lavagna.

Francesco La Luna

Cosenza Calcio: Ingaggiato Giuseppe Fornito, Centrocampista del Napoli

COSENZA – Gran colpo del Cosenza Calcio che ha strappato il ‘si’ del Napoli ed ha ingaggiato con la formula del prestito secco per un anno il talentuoso centrocampista Calabrese, Giuseppe Fornito.

IL DS Meluso, dopo un’estenuante trattativa durata per settimane, ha finalmente trovato l’accordo con il Club Partenopeo e il procuratore del giovane trequartista, battendo così la concorrenza agguerrita di diversi club di Prima Divisione, che avevano messo gli occhi sul calciatore. Giuseppe Fornito 20 anni, classe 1994 è cosentino di Trebisacce ma è cresciuto nelle giovanili del Napoli, dove si è messo in luce con giocate di classe e immensa visione di gioco, attirando su di se l’interesse dei procuratori di mezza serie B, tanto da essere definito il nuovo Marek Hamsik. Lo scorso anno era stato girato in prestito a Pescara in serie B ma non ha praticamente quasi mai giocato, fatta eccezione per uno scampolo di cinque minuti ed una presenza in Coppa Italia.

L’esperienza in Lega Pro con il Cosenza potrebbe finalmente valergli l’affermazione definitiva. Il giocatore, già questo pomeriggio, sarà a disposizione di mister Cappellacci per il primo allenamento che la squadra sosterrà al San Vito dopo essere rientrata in città dal ritiro di Norcia.

Antonella Gatto

E Papa Francesco diventa l’idolo dei rossoblù

ROMA – E’ diventato anche l’idolo del Cosenza Calcio.

Papa Francesco sabato pomeriggio, durante il raduno organizzato in piazza San Pietro per i 70 anni del Centro sportivo italiano, ha indossato la sciarpa della squadra rossoblù. Un giovane di Rende, Luca Aiello, ha lanciato una sciarpa dei lupi cosentini al passaggio della papamobile.  Bergoglio l’ha raccolta e portata con sé. La Calabria, dopo il gesto di sportività papale, lo aspetta  sempre di più con ansia il prossimo 21 giugno a Cassano allo Ionio.

Cosenza calcio: al Rendano racconti sulla promozione in B del 1988

Al “Rendano” va in scena il racconto della promozione del Cosenza Calcio in serie B, nel 1988, ma anche quello dei cento anni della società rossoblu. Il 5 giugno del 1988 il Cosenza, nell’ultima di campionato, pareggia a Monopoli e conquista l’accesso alla serie cadetta. E’ un amarcord in piena regola quello che si è celebrato ieri nella sala “Quintieri” del Rendano e grazie al quale è stata rievocata soprattutto quella pagina calcistica, memorabile per la città di Cosenza.

Non una foto ingiallita, ma ancora viva, rinverdita grazie all’iniziativa promossa dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza che, in occasione del centenario del Cosenza Calcio, ha invitato a raccontare la storia della promozione dell’88 i giornalisti che contribuirono all’impresa, con i loro articoli, le loro radiocronache, i loro commenti televisivi, accendendo la passione dei tifosi rossoblu e di tutti i cosentini, orgogliosi del salto di categoria.

L’idea è frullata in testa al consigliere comunale Mimmo Frammartino che nella stagione calcistica 1987/1988 era Assessore allo sport del Comune di Cosenza e partecipò in prima linea a quegli anni formidabili.

Il racconto di ieri è partito dalla proiezione di un video: “Cosenza, Bene, Bravo, Bis”, autore il giornalista Antonio Stagliano. Un reportage televisivo andato in onda nell’88 e che documenta le fasi dell’attesa del ritorno della squadra, allenata da Gianni Di Marzio, da Monopoli, per concludersi con la grande festa al San Vito, sotto la pioggia.

La speciale seduta della Commissione Cultura ha preso l’avvio dai saluti dell’Assessore allo sport del Comune Carmine Manna e dall’intervento del Presidente Claudio Nigro ed è subito proseguita con la relazione del Consigliere Mimmo Frammartino che ha spiegato le ragioni dell’incontro “volto a ricordare – ha detto – una delle pagine più belle ed emozionanti della vita calcistica cosentina, raccontata dai giornalisti sportivi di quel periodo. Le vicende di una comunità rappresentano – ha detto ancora Frammartino – un pezzo di storia ed ogni storia, degna di essere ricordata e raccontata rappresenta, alla fine, anche un fatto di cultura”.

Tra gli altri interventi della Commissione cultura anche quelli della Vice Presidente Maria Lucente, di Francesco Perri, Roberto Bartolomeo e Massimo Bozzo.

Tra gli artefici della promozione dell’88 ci fu anche il Sindaco dell’epoca, l’Avvocato Giuseppe Carratelli che ieri non ha voluto mancare all’appuntamento.

Presente anche Mario Romano che agli inizi degli anni ’80 partecipò, da Assessore allo sport, agli anni della rinascita del Cosenza, sotto la presidenza del vulcanico Vincenzo Morelli. A portare il saluto del CONI, il Presidente Provinciale Pino Abate, mentre a rappresentare l’attuale società di calcio, in sostituzione del Presidente Eugenio Guarascio, c’erano l’Amministratore delegato, avv.Domenico Quaglio e l’addetto stampa Gianluca Pasqua.

Poi gli aneddoti a profusione – non solo sulla promozione dell’88 – e il come eravamo evocato dai giornalisti intervenuti, premiati ciascuno con una targa ricordo del centenario del Cosenza.

E così Giancarlo Bria ricorda l’incidente stradale nel quale rimase coinvolto, con altri colleghi giornalisti, durante la trasferta di Campobasso, ma, dopo lo spavento, tutti alla partita. Oloferne Carpino, giornalista Rai oggi in pensione, rivela la sua temerarietà quando in gioventù, per assistere alla partita del Cosenza al vecchio stadio “Emilio Morrone”, scavalcava il muro di cinta. Poi la provocazione lanciata da Gianni Colistro, per molti anni firma della “Gazzetta dello Sport”, secondo il quale il centenario sarebbe “un falso storico” perché quello che si ritiene l’anno di nascita del Cosenza, il 1914, coinciderebbe, in realtà, con la nascita della “Fortitudo”, una società di ginnastica che disputò, nel corso di una manifestazione che ricomprendeva diverse discipline, anche una partita di calcio contro il Catanzaro, al campo di Piazza delle Armi, il 22 febbraio del 1914. Per Colistro la data di nascita del Cosenza risalirebbe, invece, al 1926, quando la società venne fondata dall’ing.Maspoli. E se Colistro pigia sul pedale del revisionismo storico, Franco Cretella ha una dedica per chi non è più presente: Massimo Marino, Giuseppe Baratta e Giuseppe Carci, così come Roberto Barbarossa che dedica il riconoscimento di ieri al padre che lo portava allo stadio dall’età di tre anni. Vincenzo D’Atri, altro volto noto della Rai regionale e autore del volume “Cosenza, storia in rossoblù”, ricorda che non era molto amato nello stadio di un’altra città calabrese, senza dire quale, ed Eugenio Gallo, altro decano dei giornalisti calabresi, evoca le scaramanzie del Presidente Carratelli, quando allo stadio, anche in giornate afose, continuava ad indossare il cappotto.

Valter Leone riavvolge il nastro ai tempi in cui, insieme al compianto Massimiliano Catena, intratteneva i tifosi sulle onde di “Radiorossoblù”. Giuseppe Milicchio, radiocronista storico del Cosenza calcio, ricorda il pionierismo radiotelevisivo, quando con un pugno di colleghi, “una grande famiglia”- dice – innovò profondamente il modo di raccontare il calcio servendosi per la prima volta di attrezzature tecniche di fortuna che consentirono la prima diretta satellitare da Casarano.

Paolo Mastroianni, protagonista in coppia con Gianni Colistro, di fortunate trasmissioni televisive, ritira la preziosa spilla tricolore offerta dal CONI.

Massimo Mitidieri, invece, ha il ricordo ancora nitido della promozione in serie B, quando evoca il pianto a dirotto del supertifoso Gigino Lupo o Padre Fedele in ginocchio che pregava per la vittoria del Cosenza. L’amarcord di Franco Rosito ha, invece, il sapore del thriller. 17 aprile 1988: a Salerno si disputa l’incontro Salernitana-Cosenza. Al 25’ segna Padovano per i rossoblù. Rosito fa la sua buona radiocronaca non dalla tribuna stampa, ma da un appartamento di fortuna di fronte allo stadio. Al goal di Padovano non sa resistere e urla a squarciagola. Una sfrontatezza che rischia di costargli cara, perché al termine dell’incontro una cinquantina di tifosi salernitani assediano il palazzo dove era ubicato l’appartamento e Rosito e i colleghi devono uscire scortati dalla polizia fino alla stazione ferroviaria, prima di far ritorno a Cosenza. Un’altra Cosenza-Salernitana fa capolino nei ricordi di Franco Segreto. I rossoblù vinsero 2 a 1. Parapiglia nello spogliatoio con i giocatori campani inferociti contro l’arbitro Cinciripini e contro i giornalisti. Provvidenziale l’intervento del Presidente Carratelli che riporta ordine e placa gli animi.

Vincenzo Segreto, per anni corrispondente di “Tuttosport” manda un messaggio da Parma, città dove si è trasferito da un po’, mentre Antonio Stagliano racconta di quando con un gruppo di colleghi partì per seguire la squadra a Siena, salendo sul treno sbagliato. I particolari della trasferta di Monopoli rivivono poi nelle parole di Santi Trimboli, anche lui giornalista RAI, da qualche anno in pensione, autore dell’ultima intervista al compianto Donato Bergamini.

Da Reggio Calabria è arrivato appositamente Cristofaro Zuccalà, all’epoca capo dei servizi sportivi di “Gazzetta del Sud” che, curiosamente, raccontò il campionato ’87-’88 fino al mese di gennaio dell’anno della promozione, ma quando il Cosenza approdò in serie B era tornato già nella sua Reggio.

Ma c’è ancora tempo per qualche altro ricordo. Se ne fa carico Mimmo Frammartino ed è quello per il compianto Ciccio Trifarò, non solo un grande tifoso del Cosenza, ma un vero personaggio per la città e per tutta la tifoseria rossoblù. Vendeva noccioline in Corso Mazzini, all’angolo con via Daua Parma. Attorno alla sua bancarella si radunavano interi capannelli di tifosi, perché Ciccio, con la radiolina perennemente accesa, aggiornava i risultati della domenica trascrivendoli con un pennarello ad alcol su un cartone che appendeva ad una colonna o ad un albero. Era in grado, non si sa come facesse, di conoscere in tempo reale, i risultati del campionato del Cosenza, anche quando quest’ultimo giocava in trasferta. Una sorta di Internet ante litteram. Non fece in tempo a vedere la squadra del cuore in Serie B, perché scomparve il 9 novembre dell’87. Ieri è stato ricordato, alla presenza del figlio Domenico, dipendente comunale.

Ricordi non sbiaditi che rivivono di luce propria, riaccendendo le passioni e che, nell’anno della nuova promozione in serie C e del centenario, fanno riaffiorare la speranza, ridando linfa a quella squadra che fa venire i lucciconi agli occhi come la foto scattata al termine della cerimonia che raduna quasi tutti i cantori della pedata cosentina dell’88.

 

Cosenza Calcio: De Angelis e Mannini con lesione dei legamenti crociati

COSENZA – Una brutta notizia dopo la gioia per la promozione. Il Cosenza, perde in un colpo solo, Gianluca De Angelis e Federico Mannini. L’attaccante e il terzino si sono sottoposti ad un controllo a Roma, dal Prof. Mariani, che ha evidenziato una lesione dei legamenti crociati. I due dovranno sottoporsi lunedì ad intervento chirurgico e per loro è previsto un lungo periodo di stop. Mannini, di proprierà del Siena, è in prestito al Cosenza fino al 30 giugno mentre De Angelis ha un contratto fino al 2015. Il bomber tornerà ad allenarsi ad ottobre.

Promozione Cosenza Calcio, la soddisfazione di Occhiuto

sindaco occhiutoCOSENZA- “La soddisfazione di aver contribuito a dare questa gioia alla città è davvero grande”. Il sindaco Mario Occhiuto, com’è noto, nell’estate del 2011, ad appena due mesi dalla sua elezione, chiamò a raccolta il mondo dell’imprenditoria e si fece garante per fondare basi fresche affinché il capoluogo di una delle province più vaste d’Italia non rimanesse privo di una squadra di calcio. Nacque da quell’impulso istituzionale la Nuova Cosenza Calcio, società che oggi rientra a testa alta in Prima divisione, proprio laddove i tifosi erano rimasti con l’amaro in bocca a causa dell’ennesimo fallimento finanziario.

“Se alcune variabili non avessero ostacolato il percorso – commenta il Sindaco Mario Occhiuto – questo traguardo sarebbe stato raggiunto anche in precedenza. Ma pazienza, perché adesso possiamo finalmente goderci una promozione che, essendo l’anno del centenario rossoblù, acquista un sapore ancor più speciale.

Tengo a ringraziare tutta la tifoseria, con un pensiero particolare agli ultras che hanno sempre seguito la squadra in condizioni spesso non agevoli anche in trasferta. Ringrazio in maniera sentita il presidente Eugenio Guarascio, l’amministratore delegato Domenico Quaglio, il personale di sede, dei botteghini dello stadio San Vito e tutti coloro che non sono più presenti ma che in questo arco di tempo hanno contribuito al successo odierno.

E, naturalmente, il mio plauso va in primis all’allenatore Roberto Cappellacci, al suo staff e alla rosa che ha disputato un ottimo campionato e non si è mai persa d’animo nemmeno nei momenti negativi che pure non sono mancati. Mi auguro – conclude Occhiuto – che si tratti di un inizio che a breve restituisca alla Cosenza sportiva e non, le luci di riflettori più importanti e meritati. Dando così, una volta per tutte, un ‘calcio’ decisivo per uscire da quel limbo in cui i colori rossoblù si trovano impantanati da tanti troppi anni”.

 

 

Raggiunto l’accordo per il nuovo allenatore del Cosenza Calcio

Cosenza – E’ Roberto Cappellacci il nuovo allenatore del Cosenza Calcio. La notizia è stata resa ufficiale ieri sera con la firma del contratto. Il presidente del Cosenza Calcio Guarascio, con l’amministratore delegato Quaglio ed il d.g. Marino avevano incontrato Cappellacci nei giorni scorsi.

La proposta d’ingaggio è stata formalizzata durante il primo incontro tenutosi sabato a Roma tra l’ex tecnico del Teramo ed il d.g. Marino. L’accordo con il nuovo allenatore è stato raggiunto sia sulla definizione del progetto tecnico per la pr0ssima stagione sia riguardo all’aspetto economico.

Doppietta di Foderaro porta i 3 punti al Cosenza

COSENZA- Al San Vito la Nuova Cosenza Calcio ospita la squadra agrigentina del Licata. L’attaccante rossoblu Giovanni Foderaro, autore di due gol, è senza dubbi il migliore in campo. Foderaro sigla la prima rete dopo solo 8 minuti dal fischio d’inizio, il suo secondo gol arriva al 12’ della ripresa.

L’intera partita è stata dominata dal Cosenza sia per possesso palla che per le azioni in fase d’attacco. Al 24’ Guadalupi ci prova con un tiro dalla distanza sfiorando il palo alla sinistra del portiere del Licata Valenti. Brivido al 32’ con Adriano Fiore che va vicino al raddoppio con una spettacolare rovesciata davanti al portiere mandando di poco la palla sopra la traversa.

Il Licata subisce il gioco dei Rossoblu soprattutto al centrocampo, infatti, Guadalupi crea numerose occasioni da gol favorendo l’inserimento di Foderaro e Pesce. Quest’ultimo a due minuti dalla fine della prima frazione di gioco prova un potente destro deviato dalla difesa della squadra ospite che regala l’ennesimo calcio d’angolo ai silani.

Il primo tempo si conclude sull’1-0 per la squadra di casa.

Nella ripresa (11’) Foderaro mette al sicuro il risultato siglando la seconda marcatura per il Cosenza. Mister Gagliardi decide di sostituire il capitano Fiore facendo entrare in campo Marano. Anche il Licata effettua il suo primo cambio al 19’, esce Zarbo entra Lo Giudice. E’ vano il tentativo della squadra siciliana di riaprire la partita con un tiro del n. 10 Vella che viene intercettato da Cutrupi. La difesa dei Gialloblu si trova sguarnita diverse volte subendo la ripartenza veloce del Cosenza che cerca di sfruttare gli inserimenti di Foderaro e Marano. L’allenatore del Licata, Romano, manda in campo Priola e Lorenzoni in sostituzione di Montella e Pasca in modo da dare nuove energie al reparto offensivo. Ma niente di fatto al 41’ Sicignano per la terza volta manda la palla in rete ma l’arbitro, Giuia di Pisa, annulla il gol in quanto il difensore rossoblu si trovava in posizione di fuorigioco. A 3 minuti dal triplice fischio il Cosenza cerca ancora il terzo gol portandosi interamente nella metà campo avversaria.

Il match contro il Licata si chiude con il punteggio di 2-0 per la squadra di casa che conquista altri 3 punti in classifica importantissimi ma non determinanti in quanto il Messina riesce a battere fuori casa il Savoia mantenendo così in classifica un distacco di 5 punti.

Giovanni Foseraro, autore della doppietta, sottolinea come “Il secondo tempo è stato giocato ottimamente, con il secondo gol abbiamo chiuso la partita – aggiungendo che – domenica prossima per il big match cercherò di fare meglio di oggi”.

TABELLINO

COSENZA: Cutrupi, Cavallaro, Sicignano, Benincasa, Parenti, Filidoro, Paonessa, Fiore (11′ st Fiore), Foderaro, Guadalupi (33′ st Salvino), Pesce (39′ st Gassama). In panchina: Perri, Liotti, Piromallo, Gassama, Franzese. Allenatore: Gagliardi

LICATA: Valenti, Saluto, Ignazzitto, Montella (27′ st Priola), Scopelliti, Zaminga, Grillo, Zarbo (19′ st Lo Giudice), Vella, Saani, Pasca (39′ st Lorenzoni). In panchina: Zappulla, Paladino, Vitale, Riccobono. Allenatore: Romano

ARBITRO: Giua di Pisa

Spettatori circa 1500. Ammonito Fiore, Marano, Saluto. Calci d’angolo: 7-1.

Giuseppe Palazzo